Il MOSFET Si può ottenere un altro tipo di dispositivo a effetto di campo utilizzando un elettrodo metallico (gate) separato mediante uno strato di ossido dal canale di materiale semiconduttore. La struttura metallo-ossidosemiconduttore (MOS) consente di controllare le caratteristiche conduttive del canale mediante un campo elettrico, ottenuto applicando una differenza di potenziale tra il gate e massa che si trasmette attraverso lo strato di ossido. Il transistore così realizzato è chiamato MOSFET. Esistono due tipi di MOSFET: ad arricchimento (E-MOSFET) e a svuotamento (D-MOSFET), dipendentemente dalla modalità di realizzazione del canale. Il D-MOSFET ha un comportamento molto simile a quello del JFET: per una tensione di gate nulla e per una tensione drain-source fissata, fluisce una corrente che poi decresce con l’aumentare della tensione di gate (la polarità dipende dal fatto che il dispositivo sia di tipo n o di tipo p). L’E-MOSFET non lascia passare alcuna corrente per tensione di gate nulla e l’intensità della corrente drain-source aumenta al crescere del modulo della tensione di gate al di sopra di un valore di soglia (creazione dello strato di inversione, ossia del canale conduttivo fra source e drain per induzione delle cariche). Le caratteristiche di uscita IDS = f(VDS ) sono simili a quanto visto per il JFET, infatti distingueremo ancora una regione omhica o lineare e una regione di saturazione in cui la dipendenza della corrente dalla tensione drain-source è poco accentuata. Un fenomeno caratteristico dei MOSFET è la cosiddetta modulazione della lunghezza di canale che è simile a quanto è noto nei BJT come effetto Early. Infatti, prolungando nel quadrante adiacente tutte le caratteristiche d’uscita in zona di saturazione, queste si incontrano in un punto a VDS = 1/λ , spesso anch’essa chiamata tensione di Early. Valori tipici di λ variano tra 0.01 e 0.03 V-1. In generale si evidenzia che per ottenere gli stessi valori di corrente e di resistenza di canale che si ottengono in un transistore n-MOS, un transistore p-MOS occupa un’area circa 3 volte maggiore. Quindi, a parità di complessità, i circuiti integrati a n-MOS sono più piccoli di quelli a pMOS. Le minori dimensioni degli n-MOS, inoltre, rendono questi ultimi più veloci poiché il contributo capacitivo è di entità inferiore e quindi nelle applicazioni pratiche, si prilivegia l’uso di transistori MOSFET a canale n. 2.50e-4 V = 5V GS Drain-Source Current (A) 2.00e-4 1.50e-4 V = 4V GS 1.00e-4 VGS= 3 V 5.00e-5 V = 2V GS 0.00e+0 -5.00e-5 0 2 4 6 8 10 12 Drain-Source Voltage (V) Output characteristics of an n-channel E-MOSFET that shows the effects of channel length modulation adding a (1+VDS) dependence Corrente IDS in zona di saturazione per un E-MOSFET a canale n: (VDS >(VGS –VTN ) ) IDS = Kn /2(VGS –VTN )2 dove Kn è definito parametro di transconduttanza [A/V2] e VTN è la tensione di soglia (>0 per un NMOS), dipendenti dalle caratteristiche strutturali del dispositivo. 250 Drain-Source Current (uA) En han cement-Mod e 200 Dep letion-Mod e 150 100 50 0 V = -2 V V = +2 V TN TN -50 -4 -2 0 2 4 Gate-Source Voltage (V) Transfer characteristics for enhancement-mode and depletion-mode NMOS transistors 6 Si noti che la corrente di saturazione di un JFET, già espressa come IDS = IDSS (1 - VGS / VPO )2 può porsi in forma analoga a quella dell’E-MOSFET, e cioè: IDS = Kn /2(VGS –VPO )2 con Kn = 2 IDSS /(VPO )2 IDSS = (VPO )2 Kn /2 ovvero D D G G B B S S (a) NMOS enhancement-mode device (b) PMOS enhancement-mode device D D G G B B S (c) NMOS depletion-mode device S (d) PMOS depletion-mode device D G D G S (e) Three-terminal NMOS transistor S (f) Three-terminal PMOS transistor IEEE Standard MOS transistor circuit symbols Polarizzazione di un E-MOSFET a canale n I DS 70 k 100 k RL R2 D VGG G 10 V S 30 k VDD R1 10 V V =1V TN Kn = 25 A/V 2 Constant gate voltage bias using a voltage divider R R D 21 k EQ 100 k EQ G V + 3V I + L VDS S - I DS VGS G - Simplified MOSFET bias circuit VDD 10 V Equazioni alle maglie d’ingresso e di uscita: VEQ = IG REQ + VGS VDD = IDS RL + VDS Essendo IG =0 risulta VEQ = VGS = 3 V Per determinare la corrente di drain si può agire per via analitica, ipotizzando il MOSFET in zona di saturazione e applicando quindi l’espressione per il calcolo di IDS noti i valori di Kn e VTN , ovvero per via grafica sul piano delle caratteristiche di uscita tracciando la retta di carico. Attraverso la determinazione analitica si ottiene: IDS = Kn /2(VGS –VTN )2 = 25/2*(3-1)2 = 50 A e dalla seconda equazione si ricava VDS = VDD - IDS RL = 5 V Il valore calcolato di VDS risulta maggiore di (VGS –VTN ) = 2 V quindi il transistore si trova effettivamente in zona di saturazione come da ipotesi di lavoro. 1.50e-4 1.25e-4 VGS= 4 V Drain Current (A) 1.00e-4 7.50e-5 Q-Point VGS= 3 V 5.00e-5 2.50e-5 VGS= 2 V Lo ad Line 0.00e+0 -2.50e-5 0 2 4 6 8 10 Drain-Source Voltage (V) Load line for the circuit under analysis 12 Il FET in regime dinamico Analogamente a quanto visto per il BJT, il FET considerato come un biporta può essere analizzato in regime dinamico partendo da un modello generale a parametri y: i1 = y11v1 + y12 v2 i2 = y21v1 + y22 v2 dove v1= vgs , i1 = ig, v2= vds , i2 = ids e quindi: ig = y11vgs + y12 vds ids = y21vgs + y22 vds Si ricorda che le variabili d’ingresso e di uscita sopra riportate rappresentano la parte tempo-variante delle tensioni e delle correnti totali, ossia piccole variazioni rispetto ai valori corrispondenti al punto di riposo. Dal modello analitico si ricava che: y11 = ig/vgs @ vds = 0 y12 = ig/vds @ vgs = 0 y21 = ids/vgs @ vds = 0 y22 = ids/vds @ vgs = 0 Per le proprietà dei FET di avere assorbimento di corrente trascurabile (JFET) o nullo (MOSFET) al terminale di gate, si avrà y11 = 0 Risulta inoltre anche nulla l’influenza dell’uscita sulla porta d’ingresso, cioè y12 = 0 y21 = gm è la transconduttanza pari a ≈ √(2 Kn IDS ) per il MOSFET e a 2 IDSS (VGS –VPO )/(VPO )2 per il JFET y22 = IDS /( VDS +1/ro con ro resistenza differenziale di uscita L’espressione della transconduttanza evidenzia che nel BJT gm è direttamente proporzionale ad IC mentre nel FET cresce con il fattore √ IDS. Inoltre, il fattore di amplificazione f già definito come f = gm ro , nei BJT è praticamente indipendente dal punto di lavoro per VA» VCE poiché è f = (VA+ VCE )/VT Invece nei FET può essere espresso in maniera semplificata come: f = 1/√ (2KN/ IDS ) e quindi risulta decrescere all’aumentare della corrente di polarizzazione. A basse correnti, i valori di f , gm e ro sono abbastanza simili nei due tipi di transistori, ma con l’aumento della corrente di drain nei FET gm non aumenta altrettanto a quanto avviene del BJT con l’aumento della corrente di collettore. Inoltre la ro diminuisce e quindi, a valori di IDS superiori a 10-5 A, si osserva una progressiva diminuzione di f . Table 13.2 - BJT Small-Signal Parameters Versus Current o = 100 VA = 75 V VCE = 10 V IC gm r ro F 1 A 4 x 10-5 S 2.5 M 85 M 3400 10 A 4 x 10-4 S 250 k 8.5 M 3400 100 A 0.004 S 25 k 850 k 3400 1 mA 0.04 S 2.5 k 85 k 3400 10 mA 0.40 S 250 8.5 k 3400 Table 13.3 - MOSFET Small-Signal Parameters Versus Current Kn = 1 mA/V2 = .0133 V-1 VDS = 10 V ID gm r ro F 1 A 4.76 x 10-5 S ? 85.2 M 4060 10 A 1.51 x 10-4 S ? 8.52 M 1280 100 A 4.76 x 10-4 S ? 852 k 406 1 mA 1.51 x 10-3 S ? 85.2 k 128 10 mA 4.76 x 10-3 S ? 8.52 k 40.0 Si noti che mentre nel BJT il regime di piccolo segnale è ammesso per valori molto piccoli delle variazioni di Vbe (<5 mV) ed è indipendente dalla corrente di polarizzazione, nei FET è molto più elevato e dipende dalla corrente, potendo assumere valori anche superiori al volt. I FET quindi presentano un range di linearità molto più ampio. Modello a piccolo segnale per i FET G id ig + + v gs D r g v m gs - v ds S Small-signal model for the JFET, MOSFET Amplificatore a JFET in configurazione a source comune. +12 V 27 k R D C3 1k • + C1 • v R RS v OUT R R S R G 1 M C2 2k Common-source amplifier using a junction field-effect transistor. For the JFET, IDSS = 1 mA, VP = -1 V, = .02 V-1. V DD = +12 V 27 k ID IG + 1M - 3 100 k R4 IN + VDS VGS - IS 2k Circuit for determining the Q-point of the JFET O • R D 27 k + 1k vo ROUT RS R R vs R G 3 100 k R4 IN 1 M 2k Construction of the ac equivalent circuit 1k RD R3 v R S v s + R o G 1 M 27 k Re-drawn version of the small-signal circuit 100 k - 999 0.999 vs + + ro v v gs - g v m gs o 21.3 k - Simplified ac equivalent circuit employing the JFET model Applicando la trasformazione secondo Thevenin in ingresso si ha : vTH = 0.999 vS , RTH = 999 Valutiamo ora l’espressione dell’amplificazione di tensione in relazione a vTH , cioè AVth = vo/ vTH . Alla maglia di uscita si ha: vo = - gm vgs RL con RL = ro || RD || R3 A causa della resistenza d’ingresso infinita del JFET, la tensione vTH coincide con la tensione vgs e quindi: AVth = - gm RL L’amplificazione complessiva AV = vo/ vs risulterà rispetto ad AVth diminuita del rapporto di partizione RG / RG + RS , ma quando i valori sono molto sbilanciati (come nel caso in esame, che spesso si verifica) si ottiene AVth ≈ AV . Determinazione della resistenza d’ingresso R3 RD RG R IN 27 k 1M 100 k (a) R G + v R IN g v gs 1M ro m gs 21.3 k - (b) (a) Ac equivalent circuit for determining RIN (b) Small-signal model for the circuit in (a) Risulta evidente che RIN = RG e cioè che la resistenza d’ingresso dell’amplificatore è legata unicamente alla resistenza di polarizzazione, essendo infinita quella propria del FET. Determinazione della resistenza di uscita 1k 1M R 27 k R D AC equivalent circuit for determining ROUT OUT + 1k 1 M vgs R g v m gs ro Circuit with small signal model for the determination of ROUT La resistenza di uscita è quindi data da: ROUT = ro || RD D 27 k R OUT