CURA DEL COORDINAMENTO DONNE DELLA FISAC CGIL BRESCIA
UN MONDO ALLA ROVESCIA
Per introdurre l'argomento che vogliamo trattare in questo mese, facciamo una breve premessa sulla
costituzione e sulle funzionalità del cervello umano.
Le aree funzionali che interessano sono cinque: le due aree funzionali corticali (destra e sinistra), il
sistema limbico, il cervelletto e il tronco encefalico.
Queste aree funzionali rappresentano metaforicamente “l'hardware fisico” del cervello in grado di
sovraintendere alle “intelligenze funzionali”, che possono essere così riassunte:
– intelligenza cognitiva analitica, corrispondente all'emisfero coricale sinistro;
– intelligenza cognitiva sistemica, corrispondente all'emisfero corticale destro;
– intelligenza emotiva, corrispondente al complesso sistema limbico;
– intelligenza motoria, corrispondente al cervelletto;
– intelligenza energetica, corrispondente al tronco encefalico.
Le due aree corticali (destra e sinistra), che sono le più recenti in termini evolutivi (pochi milioni di
anni), sono implicate in attività cognitive, potremmo anche definirle attività di “front-office”:
intelligenza di misurazione e di ordine a sinistra e intelligenza d'intuito e di stima a destra.
Il sistema limbico, che è di più antica evoluzione (200/300 milioni di anni), svolge una funzione
prevalentemente di “back-office” e tende a mantenere in equilibrio dinamico positivo il sistema
ecologico dei soggetti, in altre parole l'intelligenza emotiva detiene l'universo del piacere e dello
stare bene, governando e regolando il sistema neurologico, endocrino e immunitario.
Il tronco encefalico, attraverso il sistema reticolare, carica energia in rapporto alla ricchezza di
stimoli ambientali e distribuisce energia all'individuo nella misura e nel verso dettati dal sistema
limbico.
Il cervelletto, tra le sue funzioni, ha anche quella di mantenere un coordinamento motorio in grado
di tutelare l'individuo da afflussi energetici troppo discontinui.
Nella nostra società la ricchezza economica, da condizione strumentale che permette di edificare
una vita qualitativa, si è trasformata, attraverso modelli culturali ed economici imposti dal nostro
sistema economico occidentale, in obiettivo finale. L'avere ricchezza ostentata diventa una
comunicazione d'identità sociale, spesso volta a sostituire la condizione di essere ricchi di significati
esistenziali in grado di soddisfare la richiesta di piacere della vita interiore.
Se i modelli culturali/economici imposti dal nostro “stile occidentale” possono far leve sulle aree
corticali, il nostro sistema limbico, che è più scaltro delle nostre intelligenze cognitive, non si fa
sedurre da tali suggestioni culturali. Non si fa illudere dall'estetica della ricchezza, non ama conti in
banca non indirizzati in qualità di vita, né possesso di case che non è in grado di abitare, né auto
lussuose che non ha tempo di guidare, tanto meno “imballaggi di vestiario griffati” contenenti
individui, in fondo, emotivamente convinti di essere mediocri.
Il nostro sistema limbico, che come accennato “colora” emotivamente la relazione ambientale di
significati piacevoli e spiacevoli, ricerca lo “star bene” e allontana lo “star male”. Quando la nostra
attività e/o il nostro ambiente ci allontanano eccessivamente e/o per lunghi periodi da situazioni
piacevoli, il sistema limbico entra in crisi, coinvolgendo negativamente anche il tronco encefalico.
A questo consegue una situazione di stress continuo che porta a tutte le disfunzioni di tipo fisico e/o
psicologico che sono purtroppo ben note a tutti noi. Le patologie conseguenti non solo portano
malessere agli individui che le subiscono, ma anche un danno alla società di cui fanno parte, sia in
termini di benessere che in termini economici.
Il benessere umano dovrebbe essere alla base di ogni politica. L'economia dovrebbe servire agli
uomini e alle donne, alla società nel suo insieme e non dovrebbe essere solo un processo
indipendente, orientato a produrre profitto, diseguaglianze e fratture sociali. Troviamo infatti, da un
lato un ristretto numero di individui che accrescono la loro ricchezza, dall'altro lato una gran parte
di umanità esclusa da ogni prospettiva di vita, che versa in condizioni drammatiche, privata di
acqua potabile, medicine, con un crescente attacco alle condizioni basilari di vita.
La pervasività del nostro modello di vita socio-economico, influenza profondamente anche la sfera
privata dei propri individui, i loro comportamenti sociali, anche quelli, se vogliamo, più banali.
Basti pensare allo sforzo fatto da molti per diventare così magri da poter indossare abiti cuciti su
modelle in stile anoressico, oppure ai veri e propri equilibrismi a cui molte donne sono “costrette”
indossando scarpe dal tacco altissimo. Lo scopo del vestiario e delle scarpe sarebbe quello di
proteggere il corpo dal caldo e dal freddo e consentire una camminata confortevole, in altre parole
l'abito si dovrebbe confermare all'individuo e non l'individuo all'abito.
Il corpo umano andrebbe rispettato e non usato come purtroppo accade in molte pubblicità in cui,
soprattutto il corpo delle donne, viene utilizzato, anche in modo volgare, per vendere prodotti.
Sfortunatamente questo avviene non soltanto sfruttando il corpo di modelle che hanno fatto del
proprio corpo lo strumento del loro lavoro, ma anche di alcune commesse alle dipendenze di un
nota catena di distribuzione e vendita al dettaglio. Da un recente articolo apparso su “Repubblica”
abbiamo “scoperto” che le addette alla vendita devono appuntarsi sul petto una spilla che riproduce
la “ … Card”, la carta di fidelizzazione dei clienti, sotto la quale c'è scritto: «Averla è facile.
Chiedimi come». In questo modo l'azienda pubblicizza la propria carta usando i corpi delle
lavoratrici come espositori sui quali appendere parole a doppio senso che stimolano battute, spesso
pesanti, dei clienti.
Riaffermiamo il concetto che una politica economica coerente dovrebbe guardare alle attese della
società ed avere un fondamento ecologico ed etico. Lo sviluppo economico andrebbe orientato nel
senso di una crescita ecologicamente ed eticamente sostenibile in condizioni di equità sociale. Il
nostro sistema limbico queste “cose” le sa già, facciamo in modo che anche le cosiddette aree
cognitive ne diventino consapevoli.
Brescia, 26 aprile 2012
COORDINAMENTO DONNE FISAC CGIL BRESCIA