sintonizzazione intenzionale: i neuroni a specchio e le basi

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SINTONIZZAZIONE INTENZIONALE:
I NEURONI A SPECCHIO E LE BASI NEURALI DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
Vittorio Gallese/ Morris N. Eagle/ Paolo Migone
Japa
Dott.ssa Lucia Cariulo
I NEURONI A SPECCHIO NEI MACACHI
1990 primi studi sui macachi: • individuazione di una popolazione di neuroni visuo‐motori nella corteccia premotoria ventrale (area F5); successiva identificazione di n.s. nella porzione rostrale del lobo parietale inferiore(aree PF e PFG) in cui sono presenti connessioni con l’area F5.
• L’insieme delle aree coinvolte viene chiamato sistema dei neuroni a specchio(Mirror Neuron
System, MNR)e forma un circuito integrato dal punto di vista funzionale, svolgendo un ruolo chiave nei processi di comprensione del comportamento degli altri.
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• Funzione primaria del sistema: MACHING FUNCTION e consiste nell’accordare le rappresentazioni visive delle azioni con le corrispondenti rappresentazioni motorie.
• La classificazione dei N.S. avviene a seconda della funzione codificata: manipolare, afferrare, tenere ( ovvero azioni transitive con mensione dell’oggetto al contrario delle azioni intransitive ovvero in assenza dell’oggetto che non inducono risposta nel sistema a specchio)
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• Nella maggioranza dei N.S. dell’area F5 vi è attività anche quando l’animale non può vedere la conclusione dell’azione (es .la mano dello sperimentatore è nascosta al momento del raggiungimento dell’oggetto) ‐> da ciò si può dedurre una certa capacità anticipatoria riguardante la finalità delle azioni osservate.
Osservazione importante: l’osservatore essendo in grado di ricostruire l’azione, è anche capace di giungere ad una comprensione dell’intenzione benchè in una modalità implicita.
Nelle scimmie, l’attivazione dei N.S. si attua sia quando è il soggetto stesso a compiere l’azione, sia quando osserva gli altri mentre compiono la stessa azione, ma nei soggetti adulti non si assiste a processi di apprendimento mediante imitazione.
Nei cuccioli di macaco esiste un periodo specifico neonatale in cui c’è la possibilità di imitare i movimenti facciali dell’uomo 3
Differenti tipologie di N.S. • Audiovisivi: area f5 si attivano con il semplice ascolto del suono relativo ad un’azione
• Ingestivi: riguardano azioni transitive della bocca( leccare, mordere ecc) si attivano quando il soggetto osserva lo sperimentatore mentre esegue azioni quali lo schiocco o la protrusione delle labbra o della lingua
• Comunicativi: comportamenti ritualizzati (pulizia reciproca e nutrizione)
N.S. nell’uomo
fMRI; PET;TSM( stimolazione magnetica transcranica) metodiche utilizzate nello studio dei N.S. nell’uomo localizzando aree anatomiche popolate da N.S. che si attivano durante l’osservazione delle azioni altrui:
• Porzione rostrale anteriore del lobo parietale inferiore (corrispondenza con l’area 40 di Broadman, omologo umano dell’area PF delle scimmie)
• Settore inferiore del giro precentrale
• Il settore posteriore del giro frontale inferiore(corrispondenza con l’area 44 di Broadman, omologo umano dell’area F5 delle scimmie)
• Area anteriore del giro frontale inferiore e nella corteccia premotoria frontale 4
Sistema a specchio nell’uomo
• organizzazione somatotopica: durante l’osservazione di azioni transitive eseguite da altri, si attivano alcune regioni del sistema motorio fronto‐parietale che comprende l’area di BROCA, parti della corteccia premotoria e del lobo parietale inferiore.
• 2 funzioni dell’attivazione dei circuiti parieto‐
premotori:1)controllare l’esecuzione delle azioni.2)consentirne la comprensione.
• Caratteristica del sistema dei N.S. nell’uomo: non si limita solo agli atti motori transitivi o intransitivi, ma anche agli atti mimati.
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N.S. e la comprensione delle azioni altrui
• La specificazione dell’intenzione di un’azione precede l’inizio dell’azione: quando stiamo per eseguire un’azione noi possiamo predirne le conseguenze.
• Cos’è l’intenzione di un’azione? Determinare perché l’azione(es. afferrare una tazza) sia stata iniziata; determinare l’intenzione, può essere equivalente a scoprire lo scopo dell’azione seguente non ancora eseguita( es. bere dalla tazza)
Studio fMRI Iacoboni 2005
• Soggetti vedono 3 sequenze filmate:
1. Azioni manuali di afferramento di una tazza senza un contesto
2. Solo contesto
3. Azione di afferramento manuale della stessa tazza all’interno dei 2 diversi contesti, che suggerivano quale diversa intenzione potesse essere associata all’azione di afferramento della tazza( bere o sparecchiare la tavola)
• L’osservazione delle azioni all’interno del proprio contesto rispetto alle altre due condizioni ha determinato un significativo incremento delle attività della parte posteriore del giro frontale inferiore e del settore adiacente della corteccia premotoria ventrale( sede delle rappresentazioni manuali) 6
Risultati:
 Le aree premotorie dotate di proprietà caratteristiche dei neuroni specchio(ovvero che si attivano sia durante l’esecuzione che durante l’osservazione di un’azione) sono coinvolte anche nella comprensione del «perché» delle azioni, ovvero dell’intenzione che l’ha motivata.
 Essere o non essere istruito a determinare esplicitamente l’ intenzione delle azioni osservate di altri non fa differenza in termini dell’attivazione dei neuroni specchio ovvero l’attribuzione di intenzioni si verifica automaticamente ed è messa in moto dall’attivazione obbligatoria di un meccanismo di simulazione incarnata.
Meccanismo neurofisiologico alla base delle relazioni tra predizione dello scopo di un’azione ed attribuzione d’intenzioni(Fogassi 2005):
Lobo parietale inferiore della scimmia contiene n.s. che si attivano in associazione con gli atti motori della scimmia(es. afferrare un oggetto con la mano)solamente quando questi sono parte di una specifica azione tesa a conseguire uno scopo distale diverso( portare l’oggetto alla bocca o metterlo in un contenitore). Questi neuroni programmano uno stesso atto motorio in modo diverso a seconda dello scopo distale dell’azione in cui tale atto motoria è inserito. I singoli atti motori sono legati gli uni agli altri occupando stadi diversi all’interno dell’azione globale di cui fanno parte., costituendo catene intenzionali predeterminate nelle quali ogni atto motorio seguente è facilitato da quelli precedenti.
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• N.S. parietali non solo codificano l’atto motorio osservato, ma permettono di predire il successivo atto motorio dell’agente, e quindi la sua intenzione complessiva. Questo meccanismo può essere interpretato come il correlato neurale dei primi segni di quelle sofisticate abilità di mentalizzazione che caratterizzano la nostra specie.
• La comprensione di azioni e l’attribuzione di intenzioni sarebbero fenomeni collegati, sostenuti dallo stesso meccanismo funzionale , « la simulazione incarnata». In contrasto con quanto affermato dalla scienza cognitiva classica, la comprensione di un’azione e l’attribuzione di intenzioni, non sembrano appartenere a domini cognitivi diversi, ma entrambi concernono meccanismi di simulazione incarnata sostenuti dall’attivazione di catene di N.S. logicamente collegate.
Simulazione incarnata
La condivisione delle azioni, delle intenzioni, delle emozioni degli altri è resa possibile grazie alla condivisione dei meccanismi neurali di base. Questa forma di comprensione, che avviene in forma diretta, senza mediazione, senza consapevolezza ed in modo automatico viene definita da V. Gallesi «SIMULAZIONE INCARNATA.»
Dalla ricerca emerge che nel cervello dei primati il sistema premotorio in generale, ed in modo particolare il sistema dei N.S., costituisca la base di diversi aspetti cognitivi delle relazioni sociali: la comprensione delle azioni, delle intenzioni, fino ai meccanismi di elaborazione del linguaggio.
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Simulazione incarnata e comprensione linguistica
Relazione tra sistema motorio‐simulazione incarnata e comprensione linguistica: 2 ipotesi
1. Il significato di un’espressione linguistica, indipendentemente dal suo contenuto, viene compreso grazie all’attivazione di rappresentazioni mentali amodali
e simboliche
2. Approccio «incarnato»: le stesse strutture nervose che presiedono all’organizzazione dell’esecuzione motoria delle azioni svolgono un ruolo anche nella comprensione semantica delle espressioni linguistiche che le descrivono.
Numerosi studi suggeriscono che il sistema di N.S. sia coinvolto sia nella comprensione del significato delle azioni osservate, ma che si attivi anche durante la comprensione di espressioni linguistiche descriventi le stesse azioni.
Simulazione incarnata ed il rispecchiamento delle emozioni e sensazioni
• L’integrità del sistema sensoriomotorio svolge un ruolo di criticità nel riconoscimento delle emozioni mostrate da altri perché, in linea con quanto proposto da Damasio, il sistema sensori‐motorio consente la ricostruzione di cio’ che si proverebbe attraverso la simulazione dello stato corporeo relativo.
• Studio di fMRI Wicker 2003:attivazione all’interno del lobo frontale dell’insula anteriore sia in soggetti che provavano disgusto che in coloro che erano testimoni della stessa emozione espressa dalla mimica facciale di un altro.
• E’ quindi l’attivazione di un meccanismo neurale condiviso dall’osservatore e dall’osservato che permette la comprensione esperienziale diretta di una data emozione di base.
• Cio’ che varia è l’intensità dell’attivazione delle stesse aree cerebrali tra chi sente e chi osserva.
• Un simile meccanismo di simulazione incarnata è verosimilmente anche alla base della nostra capacità di comprendere il contenuto esperenziale delle sensazioni dolorose degli altri.
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Simulazione incarnata, consonanza intenzionale ed empatia
• Simulazione standard: il soggetto si mette volontariamente nei panni dell’altro, cerca di vedere le cose dalla sua prospettiva, ricreando in se stesso, anche con l’immaginazione, gli stessi stati mentali (Gordon 1986,ecc)
• Simulazione incarnata: non vi è alcuna inferenza o introspezione, ma semplicemente la riproduzione automatica, non consapevole, e pre‐
riflessiva, degli stati mentali dell’altro.
Concetto condiviso da entrambe le simulazioni:
la comprensione degli stati mentali altrui dipende dalla simulazione di contenuti omologhi da parte di chi interpreta. Simulazione incarnata, consonanza intenzionale ed empatia
• Precocità del meccanismo di simulazione:
nei neonati poche ore dopo la nascita sono capaci di
riprodurre i movimenti della bocca e del volto degli adulti
che li guardano.
I bambini così piccoli non possiedono alcuna capacità di
simulare tramite inferenze, per cui deve esistere una
simulazione
incarnata
automatica
fin
dalla
nascita.(rispecchiamento
materno
di
Winnicott,
sintonizzazione affettiva di Stern).
Studi dimostrano che neonati di 12 mesi sono in grado di
anticipare lo scopo di azioni compiute da altri se loro sono
già in grado di compierle e che neonati di 15 mesi
riconoscono false credenze a dimostrazione dell’esistenza
di meccanismi di basso livello che si sviluppano
pienamente prima della comprensione linguistica.
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Simulazione incarnata, consonanza intenzionale ed empatia
• Riassumendo: mentre assistiamo al comportamento intenzionale
degli altri sperimentiamo uno specifico stato fenomenico di
«consonanza intenzionale» che genera una qualità particolare di
familiarità con gli altri individui, prodotta dal collassamento delle
intenzioni altrui in quelle dell’osservatore e tutto questo
rappresenta una componente fondamentale dell’empatia che
comporta la capacità di sperimentare ciò che gli altri provano ed
essere al contempo capaci di attribuire queste esperienze agli altri e
non a se stessi.
• La Simulazione Incarnata ci consente di non assistere solo ad un’azione , emozione o sensazione, ma parallelamente nell’osservatore vengono generate delle rappresentazioni interne degli stati corporei associati «come se» stesse compiendo un’azione simile o provando una simile emozione o sensazione.
• Nell’intelligenza sociale funzionano in parallelo sia la simulazione incarnata che quella standard.
Implicazioni per la psicoanalisi
Comunicazione inconscia: attivazione simulazione incarnata‐> paziente ed analista potrebbero cogliere inconsciamente, in modo continuo e reciproco, sottili stimoli dell’altro attivando pettern neurali condivisi.
Identificazione proiettiva, Ogden ( 1979)‐>3 fasi:
1. Proiezione : proiezione di un aspetto non desiderato del pz sull’analista vissuto come depositario di quell’aspetto
2. Pressione interpersonale : induzione nell’analista di una reazione congruente con la proiezione del pz
3. Reinternalizzazione: risposta modulata e temperata dell’analista che digerisce e metabolizza la proiezione del pz restituendola in termini più accettabili.
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Implicazioni per la psicoanalisi
Identificazione proiettiva e simulazione incarnata: fenomeni automatici ed ubiquitari per entrambi i
partner, ovvero in ogni relazione vi sarebbe una
induzione automatica di quello che prova l’altro.
( non è necessario quindi che avvenga una proiezione e neppure una pressione interpersonale‐> assente intenzionalità inconscia del pz.)
N.S ed Autismo
N.S. sono quelli che permettono la sintonizzazione ma vi sono grandi
variazioni individuali nella capacità empatica.
Deficit empatico: Autismo
L’autismo è un disturbo severo e cronico dello sviluppo, caratterizzato
da deficit nei comportamenti comunicativi e sociali e da limitato
interesse per l’ambiente, verso cui viene intrapreso un numero ristretto
e spesso stereotipato di iniziative .
Studi recenti mostrano che quando soggetti autistici osservano le
azioni altrui non mostrano un’attivazione del sistema dei neuroni
specchio (assente attivazione del sistema premotorio dei n.s.,
ipoattivazione dell’insula e dell’amigdala, iperattivazione delle
cortecce visive)‐> deficit di empatia in parte potrebbe dipendere da
un deficit di base dei meccanismi di simulazione incarnata dovuto al
malfunzionamento dei neuroni specchio.
( Gallesi 2006)
Senza la simulazione incarnata permessa dai n.s. manca la capacità di
dare un contenuto esperenziale al mondo affettivo degli altri, che
rimane accessibile solo mediante una ricostruzione teorico‐cognitiva.
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Soggetti non autistici
La maggior parte delle persone riesce
naturalmente
ad
avere
una
sufficiente
comprensione degli altri della propria specie, ma a
causa di conflitti irrisolti o schemi rigidi si possono
creare delle «macchie cieche» e distorsioni nella
comprensione degli altri e ciò non sembra dovuto
ad un deficit dei N.S.E’ possibile che fattori di «
alto livello2 come schemi, difese, conflitti o
atteggiamenti mentali, possano influenzare
l’attivazione dei N.S. dall’alto verso il basso.
N.S. ed azione terapeutica
Controtransfert :nell’analista vengono attivati gli stessi pattern neurali attivati nel paziente, per cui si può ipotizzare che la sensibilità e la consapevolezza dell’analisi dei propri pensieri spontanei e stati mentali sia una importante fonte di informazione su quello che accade nella testa del paziente.
Stessa lettura si può applicare al transfert del paziente se la situazione analitica non viene concepita come blank sceen bensì come una interazione.
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N.S. ed azione terapeutica
La psicanalisi si è sempre più spostata da un modello standard in cui l’analista era neutrale e obiettivo che comprende il pz basandosi sulla teoria generale della mente, ad un modello in cui, oltre alla teoria, l’analista fa uso di tutta una serie di esperienze affettive personali, identificazioni parziali e analisi del controtransfert, passando da un modello della « teoria della teoria» al modello della simulazione incarnata per comprendere la mente del paziente.
Riassumendo
• Gli stessi circuiti attivati nel soggetto che e segue azioni,
esprime
emozioni
e
prova
sensazioni
vengono
automaticamente attivati anche nel soggetto che osserva
queste azioni, emozioni, sensazioni.
• Questi circuiti configurano un sistema di N.S..
• Questa attivazione condivisa suggerisce un meccanismo
funzionale di « simulazione incarnata» che consiste nella
simulazione
automatica,
inconscia
e
preriflessiva
nell’osservatore delle azioni, emozioni, e sensazioni agite o
provate dall’osservato.
• Questo processo costituisce la base biologica per la
comprensione della mente altrui.
• Vengono discusse le implicazioni per la psicanalisi, in particolare
riguardo alla comunicazione inconscia, alla identificazione
proiettiva, al controtransfert, alla sintonizzazione affettiva,
all’empatia, all’autismo ed al processo terapeutico
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