Approfondimento Indizi sulla composizione del mantello: gli xenoliti A Fig. “A” Esempio di xenolite in un granito Come si è visto nel capitolo 5, il mantello non è attualmente raggiungibile tramite perforazioni o sondaggi, e quanto conosciamo sulla sua composizione e sulle sue caratteristiche viene in gran parte da prove indirette. Esiste però anche la possibilità di studiare alcuni campioni del materiale presente nel mantello, tramite l’analisi di rocce particolare, chiamate xenoliti. Gli xenoliti, in generale, possono essere definiti come “brandelli” di un’altra roccia, inglobati in un ammasso roccioso differente, di origine magmatica. Gli xenoliti possono avere diversa origine e composizione. Quelli interessanti, per studiare il mantello, sono quelli a composizione basica ed ultrabasica che si possono ritrovare principalmente nei basalti (come ad esempio quelli che originano dai “punti caldi”), o in altre rocce, come ad esempio le kimberliti, rocce ultrabasiche derivanti da magmi di mantello profondo, che sono risaliti – in alcuni casi - lungo condotti (detti anche “camini”) fino alla superficie terrestre, portandosi dietro xenoliti del mantello. Le kimberliti possono spesso contenere anche diamanti. Le xenoliti ultrabasiche (fig. “B”) sono in genere rocce come peridotite, dunite (di origine magmatica) ed eclogite (di origine metamorfica). I campioni sono generalmente di colore verde, con presenza di macrocristalli, ed i minerali più significativi in essi contenuti sono: • olivine (nesosilicati di Ferro e Magnesio) • pirosseni (inosilicati a catena semplice, che possono contenere numerosi elementi tra i quali Sodio, Calcio, Magnesio, Ferro, Manganese); • granati (nesosilicati di Calcio, Magnesio, Ferro, Alluminio, Cromo); • spinelli (ossidi, che possono contenere elementi quali Ferro, Magnesio, Manganese, Nichel, Alluminio, Cromo). La struttura di queste rocce è decisamente influenzata da elevate pressioni (ad esempio, le eclogiti sono rocce tipiche degli ambienti in cui la pressione è caratteristica dominante), e la loro composizione chimica ed associazione mineralogica confermano quanto ipotizzato circa gli elementi presenti nel mantello e la loro associazione. B Fig. “B” – Esempio di xenolite ultrabasica in un basalto Studiando queste rocce e le associazioni mineralogiche presenti, si possono quindi ricavare dati significativi sia sulla composizione chimica delle rocce del mantello, sia sulle condizioni di pressione, temperatura, eventuale presenza di fluidi. © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS 1