10 DOSSIER S in alute la calvizie Niente miracoli, solo pazienza e costanza Imperversa ovunque la pubblicità di prodotti miracolosi per la cura della calvizie. Parola d’ordine: diffidare. Non esistono preparati capaci di far ricrescere i capelli in un batter d’occhio; esistono però cure abbastanza efficaci, in quanto basate sulla rimozione o la neutralizzazione delle cause del problema. E se le terapie mediche falliscono, il bisturi del chirurgo può essere l’ultima carta da giocare. P er quanto riguarda il trattamento dei fenomeni di Effluvium (v. pag. precedente), è ovvio che occorre innanzitutto rimuovere la causa scatenante. Il dermatologo dovrà quindi procedere ad un’analisi molto accurata dell’ambiente e dello stile di vita del paziente, allo scopo di individuare possibili cause tossiche o fonti di stress importante; sarà anche opportuno effettuare esami del sangue per valutare l’attività ormonale e scoprire eventuali carenze nutrizionali. Queste ultime richiederanno la somministrazione di integratori mirati, mentre in caso di alterazioni ormonali verrà prescritta l’opportuna terapia. Potrà anche essere prescritto un trattamento di supporto con applicazione locale di cortisonici e/o di preparati a base di estrogeni. La terapia dell’Alopecia androgenetica è invece decisamente più impegnativa e più avara di successi, anche se nell’ultimo decennio si sono fatti parecchi passi avanti verso la soluzione del problema. Bisogna tener presente che quanto prima si agisce sul fronte terapeutico tanto maggiori saranno le probabilità di riuscita, ma l’essenziale è intervenire prima che il follicolo pilifero si sia completamente atrofizzato: questo è abbastanza facile, perché la morte definitiva del follicolo avviene solo parecchi anni dopo che ha iniziato a manifestarsi il diradamento e si considerano ancora potenzialmente attivi anche i follicoli che producono solo quei capelli sottili, corti e trasparenti che spesso si vedono sul cuoio capelluto di persone definite calve. La terapia mira a fermare e invertire il processo di atrofia follicolare con diverse strategie: • inibendo l’enzima 5alfa reduttasi con farmaci di tipo steroideo (finasteride, estrogeni, progesterone, ecc.) o non steroideo (zinco, the verde). • inibendo il legame tra il DHT e i recettori con farmaci antiandrogeni (spironolattone, ciproterone acetato, ecc.) • prolungando la fase anagen del follicolo con “fattori di crescita” (Minoxidil) • riducendo le manifestazioni infiammatorie con idrocortisone, ketoconazolo, aloe vera,ecc. • prevenendo la fibrosi del follicolo con farmaci come Minoxidil e Aminexil. Per stabilire se la terapia in corso è efficace bisogna aspettare 3- 4 mesi e un bilancio realistico della situazione non è possibile prima di un anno circa. Si deve anche tener presente che qualche settimana dopo l’inizio della cura si può verificare una notevole caduta di capelli, dovuta al fatto che i follicoli fermi in fase telogen vengono “riattivati” dalla terapia e quindi completano il loro ciclo, che si conclude appunto con la caduta del capello. Se tutto va per il verso giusto, il capello che cade sarà sostituito da uno più forte e più spesso. In attesa che la cura dia i suoi effetti, il disagio derivante dal diradamento può essere attenuato ricorrendo a soluzioni di tipo cosmetico, di cui la più brillante è rappresentata dai cosiddetti “capelli in lattina”. Si tratta di un prodotto composto da microfibre che si legano elettrostaticamente ai capelli esistenti (anche se corti e sottilissimi) dando subito un effetto di notevole infoltimento e nascondendo le zone lucide dello scalpo. Dopo l’applicazione le microfibre vengono fissate con un’apposita lacca che le rende resistenti al vento e all’acqua. Un normale shampoo consente poi di asportarle con facilità. Se con la terapia medica non si ottengono risultati, in attesa dei metodi del futuro (clonazione dei capelli e terapia genica) si può prendere in considerazione il ricorso all’autotrapianto: in anestesia locale, si prelevano i bulbi dalla nuca e si impiantano nella zona frontale. Dopo 2-3 settimane, ma in alcuni casi dopo qualche mese, dai bulbi iniziano a spuntare i nuovi capelli, che in seguito cresceranno al ritmo normale di circa 1 cm al mese. Un’altra tecnica chirurgica consiste nella riduzione dello scalpo, ovvero nell’asportazione di strisce di pelle calva dalla zona superiore del capo, in modo da spostare verso il centro le parti laterali del cuoio capelluto, più ricche di capelli. Una soluzione sconsigliabile, e messa al bando ormai da molti anni dalle autorità sanitarie americane, è l’impianto di capelli artificiali, che si comportano come corpi estranei provocando infiammazioni e infezioni del cuoio capelluto, senza contare che dopo circa un anno cadono e devono quindi essere sostituiti. Infine non si ripeterà mai abbastanza che bisogna assolutamente diffidare di chi promette risultati miracolosi in tempi brevi, magari garantendo che la semplice applicazione locale di un preparato restituirà entro qualche settimana una capigliatura folta e robusta anche al gemello di Yul Brinner! 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