MichelaALESSANDRONI Roma, la città degli obelischi CULTURA Il termine obelisco deriva obelos, ed evidenzia quello arabo minano la forma messalah questi le parole più arcaica, e tkhn1 . stremità presi dai tributi re. Ciascun o il tipo Un bnbn, nari03 .Questa belisco definizione città quello luogo. Heliopolis). zona della piuto", come mentre gradoni" materia Grammar, o. di lunu, casi si preferirono alla fine della 111 dinastia, è associata Faulkner,A Oxford 01 Midd/e pietra il cosiddetto in questo che si spinge Egyplian, Oxford tipi- ed Helio- proprio in questo pietra, già di per sacralità connesso il nome greco (mat) della "obelisco incom- (bekhen). cosiddetta i casi, infatti, verso l'alto, 1991, p. 301. A Casi "piramide caso il materiale In entrambi perfetta più 1'0- consacrata della della della biblico dalle cave di granito dalla a utilizuna cosi come Gardiner, Egyplian 2 Casi riferisce un'iscrizione a Karnak della regina Harshepsut, la quale fece fabbricare due grandi obelischi. , Raymond O. Faulkner, A concisedictionary olMidd/e Egyplian, Oxford 1991, p. 82. 376 le nel suo dizio- (bia) e il basalto senso di perennità. ad una forma concise dictionary 1994, p. 495. anche quali si tratta di Ra (da cui a partire particola- in geroglifico. si trova e quello la quarzite delle piramidi, splendore essa non designa sono quello visibile e dall'epreziosi, caratteristiche quella solare si pre- l'alto O Faulkner obelisco fu estratta dove è ancora verso il corrispondente attenzione come di materiali uno poiché proprietà, il più antico obelischi R Nell'Egitto mn, la forma certi obelischi: lo traduce sede del culto degli rastremati o le iscrizioni costituisce antico. all'incirca da alcune da una parte porgere reca in sé un fermo perpetua I Raymond poiché Egitto, in alcuni zato, la pietra, come (On-ne per la costruzione di Gioser altri con cui ter- erano fu rivestita precisione ma, con maggiore parte nell'Alto accadde facce, e che per di più è monolitica, città La maggior di Aswan, occhi da trasmettere dagli è interessante e dall'altra di significato 2, in modo of On", cui è necessario religiosità ai nostri la cuspide con maggiore del Basso Egitto greco), I fattori sé carica alla "the sacred stone in egiziano da cosi come ago. La cuspide innalzati a quattro a sua volta egiziani, monoliti le rappresentazioni descrive in un senso generico, ca di lunu, polis di pietra, bnbnt tali però, è diversificato terzo termine parola periodi, monumenti di un grosso attUalmente di tutte le nazioni monumento dimensioni l'idea dei monoliti In alcuni obeliskos, originato dei caratteristici per identificare si offrono nell'antichità: appuntita. greco è detta pyramidion, usate monumenti sentavano tipica che suggerisce monumenti dei faraoni Tali dal vocabolo Mich~/a ALESSANDRONI il sole, Ra, era uscito giormente chiari dal Nun, alla luce di altre La città di Iunu, tanto come che il suo nome ossia "tempio pietra l'oceano Lobelisco nella era pa Secondo bnbn ed essa era associata Fenice. considerazioni Questi risulteranno la teologia eliopolitana primordiale doveva del culto Ra era sorto Bennw, di Ra, hat bennw, dal Nun identificato essere il simbolo mag- tra breve. era sede privilegiata ra, ossia "casa di Ra", o anche all'uccello sua interezza aspetti che analizzeremo è stato già accennato, più comune di Bennw". primordiale. concreto sulla poi con la e visibile del mito. Plinio il Vecchio4 gio di sole. Questa propose ipotesi una identificazione si adatterebbe alla tradizione della Fiamma Fenice sarebbe nata dal Sole o dal Fuoco5: figlia anime dei figli dal cielo. Anche parte obelischi, mentre lità come anche per alcuni sembra mitici questa essere la più e quelli leggiasse simbolici l'insieme del rogo incendiato tuttavia no Oriente di sotto cati che abbiano re, tranne solari linguistici. ci troveremmo prodotti affinità Ma sia stato assimilato tra la Fenice non avrebbe dalle cui la alle madri le a ravvisare di raggi solari, seconda possibi- tra gli elementi simbo- alla raffigurazione ad un racconto da qualche Bennw pietra negli generica diverso, come quello riferisce altra cultura e che non Ero- del Vicifosse dun- bnbn e un raggio di sole al senso. stesse radici di tkhn e bnbn a che fare con il sole in generale forse in un unico e il rag- sua interezza si consumava, e l'uccello Ra sorse sopra l'emersa Questa nella davanti all' allusione tende correlazione Se l'obelisco egizio secondo porterebbe di un fascio della del sole su cui la Fenice che il mito egiziana. conto cinese, egittologi alla sola cuspide. se si tiene luce dall' alto oppure sembra degli la rappresentazione idea va rapportata dai raggi del pyramidion I vocaboli piramidi, e dei fatti a causa delle que di origine la maggior corretta dei raggi del sole che irraggia doto6; nelle tra il monumento bene caso? Prendiamo non assumono né con il raggio ad esempio tkh il filo mai signifi- di sole in particolaa piombo che ricor- .Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 36, 14. , L. Charbonneau-Lassay,Il B~stiario del Cristo (vol. 1), Roma 1994, pp_575-597. 6 Erodoto, Euterp~,LXXIII. II, 73. 7 Lunico riferimento che può venire in mente è quello alla parola tkhn "injure" ere (O' Faulkner,p. 301). Si noti che questo termine è omorono a quello che abbiamo incontrato sopra, ma è descritto dal determinativo dell'occhio in vece di quello dell'obelisco. Si potrebbe pensaread un riferimento ad un oggetto dalla forma appuntita che ferisce l'occhio, ma anche al raggio di sole che con la sua luminosità lede l'occhio umano. Questa ipotesi è tuttavia resa debole dal fatto che a volte è usato il determinativo della mano che tiene un bastone. 377 I CULTURA da la struttura del monumento, tkhy il secondomese,tkhb immerso,irrigato. Allo stesso modo ricordiamo altri esempi: bnbnt pyramidion, bnn generare,diventare eretto,inondare, bnt alpa: questo significato in particolare può ricordare la storia dell'uccello Bennw che cantò cosi divinamente da incantare lo stessoRa. Pur non riscontrando alcun significato relativo al sole, possiamo notare che da entrambe le radici sono statiprodotri vocaboli inerenti l'inondazione, l'irrigazione con un chiaro senso di fecondità. Al di là di un parallelismo possibile con il generare umano, nel mito la relazione è quella con le acque primordiali da cui sorse il sole sulla pietra bnbn. Ma il riferimento più immediato e spontaneo è cert~~nte al Nilo e alle sue acque che inondano la terra d'Egitto portando fertilità; questo avvenimento occorreva quando la stella Sepdet (rappresentata dalla dea Sothis) si levava eliaca in cielo, ossia nel momento in cui era visibile un istante prima del sorgere del sole. Visibile all'orizzonte orientale, la stella Sepdet era associataal Bennw che come il Sole, giunge da oriente ad Eliopoli e si rigenera. La forma dell'obelisco simboleggia dunque la collinetta emersa su cui si collocò Ra,che, in un tempo mitico, usci dall' oceano primordiale e si spinse verso l'alto e, nel temp~ttuale, risorge ogni anno preceduto dalla stella Sep- det facendo straripare le acque fecondatrici del Nilo e lasciando una terra fertile. Questa teoria è confermata dalla presenza del segno dell'obelisco nel gruppo di geroglifici che descrivono la stella Sepdet. Dei ventuno obelischi sparsi in tutto il mondo, dall'Egitto all'America, ben tredici si trovano nella nostra capitale, tanto che l'egittologo egiziano Labib Habachi, nella sua opera "I segreti degli obelischi", scrisse:"Gli appellativi di Roma sono numerosi, tuttavia uno solo fra i molti le si adatta meglio: la città degli obelischi". Di questi tredici monoliti presenti a Roma sette sono di età faraonica, tre anepigrafi e tre realizzati per volere di imperatori romani, con iscrizioni geroglifiche di imitazione rispetto a quelle originali. Il più antico risale alla XVIII dinastia, precisamente all'epoca dei faraoni Thutmosi 111e Thutmosi IV; èal contempo anche l'obelisco più alto: torreggia con poco più di 32 metri d'altezza, per un peso di 455 tonnellate. Realizzato con il granito rosso delle cave di Aswan, aveva la cuspide e la parte più alta del fusto ricoperte di lamine di un metallo simile all'oro. L'iscrizione in geroglifico racconta che la sua sede originale del monumento era nel tempio di Amon-Ra a Karnak, precisamente nel sagrato superiore 378 MichelaALESSANDRONI del tempio, ad est della Sala delle Festedi Thutmosi III, luogo in cui fu ritrovato l'antico basamento nel corso di uno scavo condotto dall'egittologo 1';Barguet. Fu Thutmosi N ad innalzarlo, per pietà filiale verso il padre che non era riuscito a portare a termine il progetto, ma sotto Ramses II essodivenne vero e proprio oggetto di culto. Chiamato dai moderni "obelisco unico", in quanto si differenzia dagli altri per non avere un suo corrispondente, si trovava in un santuario, all'interno dello tempio di Karnak, chiamato "l'orecchio che ascolta"; il popolo orante poteva vederlo attraverso una porta aperta oltre cui si trovava una barriera lignea. il dio era identificato con questo obelisco e così il faraone, dio egli stesso,era chiamato "colui che ascoltale preghiere". il pyramidion e il riquadro inferiore presentano scene in cui il faraone, figlio del sole, riceve benevolenza dagli dei e a sua volta porge loro libagioni ed altre offerte. Le quattro facce sono inscritte con colonne di geroglifici risalenti ai due faraoni sopra menzionati e con i cartigli di Rarnses II apposti in seguito. Augusto fu il primo a pensare di trasferire l'obelisco a Roma, ma, poiché quella ingente mole prevedeva un trasporto molto difficoltoso, ebbe un ripensamento. Dopo circa trecento anni, Costantino volle farlo eriger~ nella sua nuova capitale, così lo fece trasportare attraverso il Nilo fino ad Alessandria, ma la morte lo raggiunse prima che il monumento potesse arrivare a destinazione. I.:obelisco rimase infatti lì per alcuni anni, fin quando Costanzo II lo fece pervenire alla foce del Tevere ed innalzare nel Circo Massimo, inaugurandolo nel 357. Al di,sopra della cuspide fu posta una sferadi bronzo rivestita di oro, ma, dopo che fu colpita da un fulmine, venne sostituita con una torcia dello stessomateriale. Costanza II vi appose un' epigrafe alla basedi ciascun lato; l'iscrizione si conservò fino al sedicesimo secolo, periodo in cui fu copiata8, ma poi venne distrutta. Crollato in un'epoca indefinita, l'obelisco si ruppe in tre parti. Riscoperto fra le rovine, nel 1588 fu fatto innalzare da Sisto V in Piazza San Giovanni in Laterano dove tutt' ora si trova. I.:obelisco che oggi si erge in Piazza del Popolo è il secondo per antichità, ma il primo ad esserestato trasportato dall'Egitto a Roma. Realizzato durante la XIX dinastia da Seti I e da suo figlio RarnsesII il quale lo fece erigere nel tempio solare di Heliopolis, fu spostato per volere di Augusto nel 23 a.C. ed innaltato nellO a.C. sulla spina .Corpus inscriptionumlatinarum,VI, 1163. 379 CULTURA del Circo Massimocome dono al sole. SetiI, rappresentatosul pyramidion sottoforma di sfinge, disposele iscrizioni su una sola colonna come nel più antico obelisco, quello ad Heliopolis di Usertesen,lasciandocompletamentelibera una faccia.Anche RamsesII è rappresentatosottoforma di sfinge,ma sul lato orientale,quello lasciato liscio dal padre.Egli aggiunsedue colonne sui tre lati già inscritti e tre suquellovuoto, attualmenterivolto verso il Pincio. Anche in questocaso,con il passaredei secoli,1'0beliscocadde in rovina, fino a che, al tempo di Gregorio XIII, non furono ritrovate parti del basamento;dopo una più sistematicaricercadei pezzi,Sisto V lo feceinnalzare e consacrarenel 1589 in Piazzadel Popolo, dopo averscartatol'idea di porlo davantialla basilicadi SantaCroce in Gerusalemme. La coppia diobelischi formata da quello di PiazzadellaRotonda,dove si trova il Pantheon,e da quello di villa Celimontana fu originariamenteerettadavantial tempio solaredi Heliopolis da RamsesII. Non sappiamoper ordine di chi furono portati a Roma. Sembrache il primo, di granito rosso,si trovassenei pressidell'Iseocampensee di certo fu posto nel luogo in cui si trova oggi da ClementeXI. Il secondofu rinvenuto invecesulcolle Capitolino, dovesi trovavaun piccolo tempio di Iside.Dopo alcune vicende, nel 1582 fu donato dagli amministratori della città al nobile romano Ciriaco Mattei, collezionistadi antichità, il qualelo posenei paraggidellasuavilla laddoveera stato progettato un ippodromo; poiché, con il tempo, rischiavadi crollare M. de Godoy, appassionatodi archeologia,si occupò del suo recuperoe lo posenei giardini della stessavilla. Pur essendooriginale solo la parte superioredell'obelisco,alta 2,68 metri, ed il fusto sottostantemoderno, sonorimastecopiedelle iscrizionidi due lati. Anche l'obelisco di granito rossoche si trova in Viale delle Terme di Diocleziano avevaun suo cortispondente, ora a Firenzenel Giardino di Boboli, ed insieme formavano una coppia analoga alla precedente, originariamente situata anch'essanel tempio solare di Heliopolis da RamsesII. Il monumento fu scoperto nel 1883 durante una campagnadi scavonell'area dell'Iseo del campo marzio. L'egittologo O. Marucchi ricorda come fu il primo a vederequestomonumentoed a leggerei cartelli reali di Ramesse IL discendendonel cavol4 serastessadell4 scoperta mentreil monoliteeraquasi tutto ricopertodal fango9.L'obelisco fu eretto, a cura del .O. Marucchi,Obe/ischi egiziani,Roma1898,p. 96. 380 MichelaALESSANDRONI Comune di Roma, davanti alla stazione nel 1887 a commemorare i soldati italiani caduti a Dogali per poi raggiungere la sua attuale collocazione nel 1924, a seguito del rifacimento dell'area dove si trovava. I.:obelisco di Monte Citorio è invece molto più tardo, appartiene alla XXVI dinastia, quella cosiddetta saitica, e più precisamente all'epoca di Psammetico II che lo innalzò in Heliopolis. Le iscrizioni sono piuttosto malridotte, ma sono leggibili i nomi e gli epiteti del faraone e la menzione del primo giubileo, nonostante abbia egli regnato per sei anni solamente. Cosl come accadde per l' obelisco di Piazza del Popolo, anche questo fu fatto trasponare per volere di Augusto: nellO a.C. raggiunse Roma, fu sistemato sulla spina del Circo Massimo ed impiegato come meridiana. Dopo il suo crollo fu recuperato da Sisto V; interessato a questa sua utilizzazione, ma ben presto fu abbandonato a causadelle pessime condizioni in cui versava. Fu riscoperto sotto Benedetto XIV e, dopo una serie di lavori di restauro durata per tre anni, fu innalzato sotto Pio VI. Risale alla XXVI dinastia, al faraone Aprie, successoredi Psammetico II, anche l'obelisco che si trova in Piazza della Minerva. Pur non conoscendo chi lo fece portare a Roma, sappiamo che si trovava nell'area dell'Iseo; fu riportato alla luce sotto Alessandro VII nel 1665 e affidato alla custodia di A. Kircher. I tre obelischi di Piazza San Pietro, di SantaMaria Maggiore e di Piazza del Quirinale condividono la peculiarità di essereanepigrafi: questa condizione costituisce per noi una limitazione per cui non abbiamo informazioni riguardo la provenienza, la datazione ed il motivo per cui rimasero senzaiscrizioni. Il primo di questo gruppo era stato collocato nel Foro Giulio di Alessandria per volere di Augusto, ma poi fu ponato a Roma da Caligola e posto nel Circo Vaticano. Qui vi restò fino al momento in cui venne portato da Sisto V nella sua nuova sede nel 1586. Gli altri due monumenti, entrambi di granito, furono portati dall'Egitto congiuntamente per utilizzarli in coppia presso il Mausoleo di Augusto, dove furono trovati in frammenti nel sedicesimo secolo. Il primo dei due monoliti fu rinvenuto durante una campagna di scavo attorno al Mausoleo nel luglio del 1519. Sisto V lo fece erigere a Santa Maria Maggiore. Pio VI sistemò invece il secondo in Piazza del Quirinale nel 1786, facendolo sistemare fra due antiche statue chiamate "domatori di cavalli", dopo cinque anni di lavori per il restauro, il trasporto e l'innalzamento. Fu ufficialmente inaugurato il 21 381 CULTURA ottobre di quell'anno e corredato di un'iscrizione dedicatoria in cui è ricordata la provenienza egiziana del monolito, il suo trasferimento a Roma sotto Augusto e la nuova collocazione stabilita da Pio VI. Gli obelischi granitici di Trinità dei Monti, Piazza Navona e monte Pincio possono esseretrattati insieme in quanto hanno la comune caratteristica di esserestati anepigrafi per un certo periodo, ma di esserestati poi inscritti una volta giunti a Roma. Forse sia questo gruppo quanto il precedente fu estratto dalle cave per volere degli imperatori romani che in seguito fecero incidere solo alcuni copiando le iscrizioni geroglificheautentiche. L'obelisco di Trinità dei Monti fu trasportato a Roma dopo la morte di Augusto, così come quelli che si trovavano nei pressi del Mausoleo, forse sotto Adriano e si ergeva negli Orti di Sallustio. Con Clemente XII, nel 1734, fu portato in Piazza San Giovanni in Laterano dove restò per cinquantacinque anni, fino a che Pio VI lo fece innalZare dove tutt' ora si trova. Il monumento che ora sorge in Piazza Navona fu estratto dalle cave di Aswan per volere di Domiziano in relazione alla costruzione del tempio di Iside da lui edificato, nei pressi del quale fece ergere il monolito. Massenzio lo fece trasferire nel circo di Romolo, suo figlio divinizzato. Nella primavera del 1651 G .L. Bernini lo innalzò in Piazza Navona per ordine del papa Innocenw X che voleva commemorare la propria nomina a pontefice. L'ultimo obelisco fu estratto sotto Adriano che lo fece situare nel tempio dedicato ad Antinoo. Nel III secolo fu spostato sulla spina del circo di Eliogabalo. Dopo il suo crollo passò nelle mani di diversi proprietari, poi fu acquistato da Clemente XIV che lo pose in Vaticano, per raggiungere, sotto Pio VII, l'attuale Viale dell'Obelisco al Pincio. Queste vicende, esposte in maniera molto sintetica e senzaun esamedelle iscrizioni che richiederebbero una trattazione a parte, delineano il viaggio dei monoliti egiziani dalle sacre acque del Nilo alle sacre acque del Tevere attraverso il comune Mar Meditertaneo, in una continuità religiosa e culturale dall'Egitto dei faraoni alla Roma degli imperatori, giungendo poi ad una rottura di tale continuità con la Roma papale che ha esorcizzato quei simboli solari e vi ha apposto la croce. 382