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medicina alternativa
rubrica a cura del dott. Rocco Carbone, farmacista e naturopata
Aspetti biochimici
degli oligoelementi
Oligoterapia
catalitica
Per capire il ruolo degli oligoelementi già Menetrier affermava che la
maggior parte delle patologie, rappresentano il risultato di vere e proprie “malattie funzionali” dell’organismo, che, se non corrette e riequilibrate, conducono alla patologia
acclarata: “Le manifestazioni cliniche
funzionali sono conseguenze di blocchi a livello enzimatico con rallentamenti e alterazioni a catena di vie
metaboliche con possibili lesioni
organiche“.
Durante il suo periodo di latenza la
malattia funzionale può provocare
lesioni gravi, intaccare l’integrità dell’organismo e di diminuire le sue
capacità di difesa.
Gli oligoelementi hanno un ruolo
fondamentale nel mantenere l’equilibrio metabolico, e una loro carenza,
definita ametallosi, porta a una malattia funzionale, secondo lo schema
seguente:
ametallosi –> carenza enzimatica –> alterazione metabolica –> malattia funzionale
L’azione degli oligoelementi si
esplica a livello funzionale enzimatico
o strutturale come parte integrante di
ormoni, vitamine, tessuti, ecc.
Azione funzionale
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Richiami storici
Fin dall’antichità, l’uomo utilizzò
gli oligoelementi in modo naturale
ed empirico, gli Egizi curavano le piaghe con ossido di zinco, i Romani
assumevano il ferro, i Caldei indossavano braccialetti di rame per curare
infezioni reumatiche.
I primi approcci scientifici si ebbero all’inizio del XX secolo ad opera di
Gabriel Bertrand che comprese il
ruolo enzimatico degli oligoelementi
nella materia vivente.
Negli anni trenta Jacques Menetrier, medico francese, introdusse
l’uso degli oligoelementi nel campo
della medicina umana, ancora oggi i
suoi lavori e quelli della sua scuola
sono la testimonianza della validità
ed efficacia di questi trattamenti.
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Gli oligoelementi sono dei minerali presenti negli organismi viventi
dove pur essendo distribuiti in quantità infinitesimali, allo stato di tracce,
hanno un ruolo biologico essenziale.
Definizione degli
oligoelementi
L’oligoterapia rappresenta una
metodica terapeutica basata sulla
somministrazione di oligoelementi
diluiti e dinamizzati secondo il metodo omeopatico.
Sono definiti oligoelementi, dal
greco oligos (poco) gli elementi chimici presenti nell’organismo umano
in concentrazione inferiore a 0.01%
della massa corporea; quindi in un
soggetto di 70 kg sono presenti circa
7 g di un determinato elemento.
L’azione funzionale degli oligoelementi si esplica a livello enzimatico,
fanno parte della molecola di un enzima, costituendo i cofattori enzimatici
che svolgono la loro attività catalitica
nei processi metabolici.
L’assenza o carenza di questi elementi rallenta o impedisce la catalisi
provocando blocchi metabolici e
conseguente lesioni tissutali o alterazione della funzionalità metabolica.
Appartengono a questa categoria
di oligoelementi:
1. Manganese, costituisce il gruppo
prostetico dell’arginasi, enzima che
favorisce l’idrolisi della arginina in urea.
2. Rame, costituisce il gruppo prostetico della ceruplasmina (enzima
implicata nelle reazioni di ossidazioni), nella Citocromo-ossidasi (catalizza
la riduzione dell’ossigeno molecolare
ad acqua), nella Lisina-ossidasi (che
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interviene nel metabolismo del collageno e dell’elastina).
3. Selenio, costituisce il gruppo
prostetico del glutatione-perossidasi,
enzima con azione anti-ossidativa a
livello delle membrane cellulari.
4. Zinco, costituisce il gruppo prostetico dell’anidrasi carbonica (enzima che favorisce l’idratazione della
CO2 in H2CO2), della Carbossipeptidasi (con funzioni proteolitiche), della
Deidrogenasi (NAD e NADP dipendenti con funzione di trasporto di ioni
idruro) e della Polimerasi (che interviene nelle reazioni di replicazioni del
DNA e RNA).
Azione strutturale
L’azione strutturale è dovuta alla
presenza di un oligoelemento come
parte integrante di molecole organiche con azione non enzimatica, ma
che rientrano nella formazione della
struttura di tessuti, ormoni e vitamine.
Appartengono a questa categoria
di oligoelementi:
1. Calcio e Magnesio presenti
nella miocellula del tessuto muscolare con funzioni di neurotrasmettitori
dell’eccitabilità muscolare.
2. Cobalto, presente nella molecola della vitamina B12 (Cianocobolamina) e determinante per la biosintesi
della stessa.
3. Fluoro, costituente dell’idrossiapatite interviene nella formazione del
tessuto osseo e dei denti.
4. Iodio, presente negli ormoni
tiroidei.
5. Silicio, necessario per il legame
del collagene ai mucopolisaccaridi
del tessuto connettivale.
Oligoelementi non essenziali
Sono elementi non ritenuti di vitale
importanza per la funzionalità di processi metabolici, ma sono dotati di
proprietà curative, soprattutto intervengo per migliorare le difese immunitarie e l’energia vitale interiore.
Essi sono: Alluminio (Al), Argento
(Ag), Bismuto (Bi), Oro (Au).
Forma farmaceutica
Gli oligoelementi sono disponibili
in forma liquida, in Fiale da 2 ml in DH
(diluizioni Hahnemaniane decimali),
salificati con Acido Gluconico (ac,
fisiologico del ciclo metabolico del
glucosio), il rilascio del metallo avviene in forma ionica e sono facilmente
assorbile per via perlinguale.
Somministrazione
Gli oligoelementi si assumano per
Classificazione degli
oligoelementi
Gli oligoelementi vengono classificati in funzione della loro attività ed
importanza sui processi metabolici in
essenziali e non-essenziali:
Oligoelementi essenziali
Sono oligoelementi che svolgono
un ruolo fisiologico indispensabile
alla vita e al mantenimento dello
stato di salute.
Essi sono: Cobalto (Co), Cromo
(Cr), Ferro (Fe), Fluoro (F), Manganese
(Mn), Molibdeno (Mo), Nichel (Ni),
Rame (Cu), Selenio (Se), Silicio (Si),
Vanadio (Va), Zinco (Zn).
via perlinguale a digiuno, mantenendoli per alcuni minuti sotto la lingua e
successivamente deglutiti; la posologia consigliata non varia per i bambini, adulti e anziani.
La posologia varia a seconda
della gravità dei sintomi o della cronicità; di solito si somministrano 2 o
3 dosi al giorno nei casi acuti e una
dose al giorno come mantenimento. In caso di terapia con più di un
oligoelemento, si consiglia una
distanza d’assunzione di circa 10
minuti tra l’uno e l’altro. Distanziare
le dosi quando si è ottenuto l’effetto regolatore, e sospendere il trattamento per otto giorni nel caso in
cui compaiano fenomeni reattivi. La
terapia con oligoelementi va protratta per periodi da tre a sei mesi,
ripetendo il ciclo nel caso di affezione cronica.
SCHEMA POSOLOGICO DEGLI OLIGOELEMENTI
OLIGOELEMENTI
DILUIZIONE
POSOLOGIA
Manganese
4 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Manganese-Rame
4 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Manganese-Cobalto
4 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Rame-Oro-Argento
8 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Zinco-Rame
4 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Zinco-Nichel-Cobalto
4 DH
1 fiala da 1 a 3 volte la settimana
Rame
4 DH
da 2 a 5 fiale pro die
Litio
3 DH
da 1 a 3 fiale pro die
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Avvertenze e aggravamento
Gli oligoelementi somministrati sotto forma catalitica non presentano alcuni tossicità, l’assunzione errata non
induce né effetti tossici né effetti sfavorevoli Tuttavia possono provocare
una sindrome patogenetica simile
all’aggravamento omeopatico; in tal
caso, si consiglia di sospendere la
somministrazione degli oligoelementi.
Precauzioni e consigli utili
Cobalto: può provocare sensazione di malessere generale e vertigini.
Rame: può provocare turbe digestive con crampi addominali.
Manganese: può provocare un’accentuazione transitoria dell’allergia.
Rame-Oro-Argento: possono provocare agitazione serotina ed insonnia.
Concetto di terreno e diatesi
Menetrier osservò che alcuni individui presentavano una sensibilità e
una ricettività verso determinate
malattie più elevata di altri, classificando i tipi di malati secondo il loro
fattore ereditario, la loro recettività o
resistenza a certe malattie, il loro
comportamento fisico e psicologico.
Egli determinò degli aspetti differenti di reattività individuale, definito
terreno diatesico, secondo le caratteristiche esposte, classificando i differenti stati patologici in cinque classi si
modalità reattive, che chiamò “diatesi”, dal greco diathesis (disposizione).
Questi terreni organici, rappresentano la sensibilità di un determinato
organismo ad evolvere verso patologie comprese nella diatesi di appartenenza; costituendo un modello di
valutazione di eventi patologici di cui
un soggetto potrebbe tendenzialmente avere nel tempo.
In altri termini un organismo potrà
ammalarsi non tanto per l’azione di
un agente patogeno, quanto per la
sensibilità individuale, predisposizione di terreno, di un organismo verso
quell’agente.
Mentrier classifica in quattro diatesi gli stati individuali di terreno, più
una quinta diatesi di disadattamento
divisa in due sindromi. Ogni diatesi
risponde al trattamento con un oligoelemento o associazione di più oligoelementi.
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Evoluzione diatesica
Le prime quattro diatesi sono considerate di terreno o costituzionali,
esse possono essere acquisite geneticamente, oppure, possono svilupparsi durante patologie e in situazioni di
stress.
Le prime due diatesi sono definite
giovani e si ritrovano in soggetti fisicamente resistenti, la terza e quarta
diatesi sono considerate vecchie e
sono caratteristiche di soggetti con
alterazioni d’organi e dello stato di
avanzamento dell’età.
Possono evolvere da una diatesi
verso l’altra in particolari situazioni di
aggressioni fisiche o psicologiche.
Per esempio, un malato che in origine artritico, diatesi I, può diventare
ipostenico, diatesi II, se sottoposto
ad un surmenage fisico o pischico,
accompagnato da malnutrizione, o,
seguito ad una aggressione microbica. Un surmenage sessuale potrà
modificare le diatesi I. e II. verso una
diatesi distonica” (diatesi III.). Uno
stress psicologico potrà trasformare
la diatesi artritica (diatesi I) o la diatesi ipostenica (diatesi II) nella diatesi
distonica (diatesi III.) o nella “anergica” (diatesi IV.).
Il trattamento con gli oligoelementi, ripristina lo stato di alterazione
sopra descritto, facendo ritornare il
soggetto verso la sua diatesi d’origine, cioè verso il suo equilibrio biologico costituzionale.
Un trattamento oligoterapico prolungato può spostare la diatesi di origine, verso un’altra diatesi, per evitare questo è consigliabile sospendere
il trattamento al miglioramento sintomatico e al raggiungimento della diatesi di costituzionale diatesica.
L’evoluzione verso la diatesi III e IV,
rappresentano una forma di invecchiamento prematuro da sovraccarichi, in conseguenza di stress diversi,
intossicazioni, terapie farmacologiche con psicofarmaci, cortisonici e
antibiotici per periodi prolungati nel
tempo.
Le diatesi o sindromi da disadattamento, riguardano, in particolare, l’aspetto psico-neuro-endocrino-immunologico (PNEI) legato all’attività
delle ghiandole endocrine: asse ipofisi-gonadi e asse ipofisi-pancreas.
Nel grafico1 sottostanguente è
rappresentato l’andamento evolutivo
diatesico.
CARBONE R., Compendio delle
Terapie Naturali Minori, Edizione Ed
srl, Roma, 2004, pag. 211.
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