ORIGINE DELLA VITA Per generazione spontanea si intende la credenza, molto diffusa dall'antichità fino al XVII secolo, per cui la vita potrebbe nascere in modo "spontaneo" dagli elementi naturali inanimati, in quanto comunque dotati di influssi vitali. Si riteneva infatti che Dio avesse creato gli esseri viventi "superiori", come l'uomo e i grandi animali, mentre quelli inferiori, come i vermi e gli insetti, potessero nascere spontaneamente dal fango o da carcasse in putrefazione. Questa teoria non fu messa in discussione fino al XVII secolo quando, ormai affermato il metodo sperimentale, la biologia come tutte le altre scienze ebbe un nuovo impulso anche grazie all’invenzione del microscopio. La teoria della generazione spontanea venne confutata nel XVII secolo grazie agli esperimenti di tre scienziati. Francesco Redi (1668) pose della carne avariata in una serie di recipienti, alcuni chiusi, altri aperti, e dimostrò che le larve nascevano solo dove le mosche avevano potuto depositare le uova. Lazzaro Spallanzani (1765) preparò in un recipiente un liquido ricco di sostanze organiche: il liquido venne fatto bollire per alcuni minuti, in modo da uccidere i microrganismi eventualmente presenti; poi uno dei due recipienti venne lasciato aperto (a), l’altro (b) fu chiuso ermeticamente, in modo da impedire l’ingresso di organismi presenti nell’aria. Dopo alcuni giorni osservò il contenuto dei due recipienti con il microscopio: nel recipiente a si erano formati microrganismi, mentre nel b no; dimostrò così che nemmeno gli organismi microscopici possono nascere dalla materia inanimata Louis Pasteur (1862) riuscì a provare in maniera definitiva le ipotesi sostenute dai suoi due predecessori. Egli preparò un brodo di coltura simile a quello utilizzato da Spallanzani e lo mise in contenitori di vetro (matracci) dotati di un lungo e sottile collo d'oca che permetteva l'entrata dell'ossigeno, elemento indispensabile allo sviluppo della vita, ma impediva che il liquido all'interno venisse in contatto con agenti contaminanti come spore e batteri. Lo scopo non era quello di consentire l’ingresso dell’aria nei recipienti, ma di far si che il pulviscolo contenente i microrganismi venisse intrappolato nell’ansa del tubo e non potesse raggiungere il liquido. Dopo aver fatto bollire il liquido lo lasciò raffreddare e lo osservò al microscopio: per molto tempo esso rimaneva sterile, cioè privo di microrganismi, e solo quando il collo del recipiente veniva rotto, dopo pochi giorni si poteva osservare la proliferazione dei batteri. Con gli esperimenti di Pasteur la teoria della generazione spontanea venne definitivamente abbandonata. Circa 4,6 miliardi di anni fa la terra e l’atmosfera erano molto diverse da quelle attuali. Il giovane pianeta formatosi dalla nebulosa primordiale era circondato da un denso strato di anidride carbonica e vapore acqueo. Quando la crosta terrestre iniziò a raffreddarsi, gran parte del vapore acqueo condensò formando gli oceani primitivi. Le eruzioni vulcaniche immettevano nell’atmosfera grandi quantità di gas: anidride carbonica, idrogeno , metano e ammoniaca che formarono l’atmosfera primitiva. I raggi ultravioletti che passavano liberamente per l’assenza della fascia protettiva di ozono, e le scariche dei fulmini fornirono l’energia necessaria per innescare le reazioni chimiche che, da semplici composti inorganici quali acqua, anidride carbonica e ammoniaca, portarono alla formazione di composti organici. Il fattore determinante nel consentire queste reazioni fu proprio la mancanza di ossigeno e, di conseguenza di ozono che assorbe le radiazioni ultraviolette. Le semplici molecole organiche così formatesi vennero trasportate dalle piogge nell’oceano primitivo, che diventò ricco di sostanze organiche: si formò il brodo primordiale, definito così per la prima volta da Haldane nel 1929. Questa ipotesi fu sottoposta a verifica sperimentale nel 1953 da due studiosi statunitensi, Miller e Urey: essi riprodussero in laboratori le condizioni ambientali di circa 4 miliardi di anni fa con l’apparecchiatura che simulava l’atmosfera e l’oceano primitivo. COACERVATI ORGANISMO UNICELLULARE PROCARIOTE ETEROTROFO ANAEROBIO ORGANISMO UNICELLULARE PROCARIOTE AUTOTROFO (alga azzurra) libera ossigeno nell’atmosfera (in Australia si sono ritrovati su fondali marini resti fossili STROMATOLITI formatisi 3 miliardi di anni fa). ORGANISMO UNICELLULARE PROCARIOTE ETEROTROFO AEROBIO Batterio aerobio Batterio anaerobio simbiosi Organismo unicellulare eucariote si uniscono Organismo pluricellulare