L u g l i o 2 0 0 3 , v o l u m e V, n u m e r o 2 Condizioni oculari associate all’uso delle lenti a contatto Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 2- 2003 Adrian S. Bruce Noel A. Brennan La nascita dei materiali in silicone idrogel, la sconfitta dell’ipossia e delle condizioni ad essa associate ci permettono risultati che erano inimmaginabili fino a dieci anni fa; questo però non può esimerci dall'affrontare ogni applicazione di lenti a contatto con le dovute conoscenze e adeguata professionalità lac lenti a contatto contact lenses Codirettori scientifici L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma) Comitato scientifico L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo), R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze), P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma), A. Madesani (Forte dei Marmi), L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo), M. Rolando (Genova), A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona), L. Sorbara (Toronto), A.Vinciguerra (Trieste) Ringraziamenti Si ringrazia S.Opt.I. per la collaborazione scientifica Comitato editoriale A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon), M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma) Segreteria O. De Bona Via E. Mattei, 11 30020 Marcon (VE) Tel. 041.5939411 E-mail: [email protected] Nome della rivista LAC Direttore responsabile Marco Perini Proprietario testata BieBi Editrice Editore BieBi Editrice di Mauro Lampo Via Losana, 4 - 13900 Biella Tiratura Quadrimestrale, 32 pagine Tipografia True Color Via Cave 1 - 28831 Baveno (Verbania) Registrazione Tribunale Biella, in data 6/5/99 al n. 487 Sped. gratuita Numeri arretrati 1 2003, vol. V, n. 2 Presso la segreteria sommario luglio 2003 vol. V, n. 2 Indice Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici A. S. Bruce e N. A. Brennan SEZIONE 1 - PARTE SECONDA Condizioni oculari associate all’uso delle lenti a contatto pag. 5 Dalla A alla Z (continua dal n° 1/2003) pag. 7 pag. 23 1. Principi d’intervento pag. 24 2. Raccomandazioni cliniche generali pag. 25 3. Riferimenti eziologici pag. 25 SEZIONE 2 Considerazioni sulle modalità d’intervento 3 4. Guida alle soluzioni per la manutenzione pag. 27 5. Conclusioni pag. 29 Riferimenti pag. 29 Indice analitico pag. 30 Lenti a contatto Aspetti clinico-pratici Adrian S. Bruce Noel A. Brennan PhD, Victorian College of Optometry, Carlton Australia PhD, Brennan Cosultants Melbourne Australia SEZIONE 1 C ONDIZIONI OCULARI ASSOCIATE ALL’ USO DELLE LENTI A CONTATTO PARTE S ECONDA 5 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Come utilizzare questa guida Gestione - Icone In questa guida le condizioni oculari associate all’uso di lenti a contatto sono state elencate in ordine alfabetico per consentire al lettore una rapida individuazione, una corretta identificazione e la definizione di un idoneo programma di trattamento. Queste icone, che appaiono in ogni condizione, assistono l’attuazione del programma di gestione della condizione. Una spiegazione più dettagliata delle icone è reperibile nella sezione “principi di intervento”. In alternativa è possibile ricorrere all’ “indice di consultazione rapida”. In questo indice le condizioni sono raggruppate sulla base del tessuto interessato e una condizione con aspetto peculiare può essere identificata e rintracciata nel numero di pagina indicato. Per ogni condizione oculare è presente un elenco delle condizioni che hanno eziologia o manifestazioni simili, in modo da favorire una corretta identificazione della condizione specifica. Le diverse informazioni sono state raggruppate come segue: DESCRIZIONE Descrizione dei tessuti oculari interessati e identificazione delle cause più comuni della condizione. SEGNI Descrizione “oggettiva” della condizione osservata attraverso il biomicroscopio. SINTOMI Descrizione “soggettiva” della condizione come potrebbe essere fornita dal portatore. INCIDENZA Rara (<0.1%), poco frequente (0.1-3%), occasionale (>3-10%), comune (>10%). IMPORTANZA Severa: normalmente induce una perdita o una riduzione visiva permanente; richiede un intervento terapeutico immediato. Alta: determina una elevata riduzione del comfort o un abbassamento visivo e/o importanti interruzioni nella normale attività del portatore (es. visite di controllo non previste o interventi urgenti da parte di un oftalmologo). Moderata: causa comfort, visione e aspetto estetico insoddisfacenti e/o fastidi poco rilevanti per il portatore (es. sospensione temporanea dell’uso della lente, sostuituzione o variazione del tempo d’uso durante la visita di controllo programmata). Bassa: non determina visione, comfort o aspetto estetico insoddisfacente. Non richiede nessuna interruzione dell’uso delle lenti ma variazioni delle caratteristiche delle lenti o del sistema di manutenzione in uso. CONFRONTO CON Una lista di condizioni strettamente relate, di grande utilità per facilitare la corretta identificazione della condizione. Un ulteriore aiuto è fornito dall’ “indice di consultazione rapida”. GESTIONE Le raccomandazioni raccolte sotto questa voce sono quelle che vengono considerate come “trattamento tipo” per i portatori di lenti a contatto. Alle descrizioni dei trattamenti fanno seguito delle icone, come ausilio visivo e riassuntivo nell’identicazione del possibile trattamento. Questo manuale mira ad essere un utile sopporto in sala d’applicazione: • assiste il professionista, durante le visite di controllo, nel riconoscimento e nella gestione delle varie condizioni • aiuta la comprensione dei requisiti fisiologici per un uso sicuro delle lenti a contatto • favorisce l’uso delle lenti a contatto quando la loro applicazione ha un esito positivo Sebbene questo manuale sia principalmente focalizzato sulle cause che portano all’intolleranza all’uso delle lenti a contatto, è necessario mantenere questi fattori nella giusta prospettiva e tenere conto del gran numero di successi che, complessivamente, si hanno nell’uso delle lenti a contatto. Complicanze severe indotte dall’uso di lenti a contatto sono rare, meno dello 0,1%, e sono messe in risalto in letteratura, ma non per questo dobbiamo dimenticarci che la maggior parte dei portatori le usano con successo. Cambiare cambiare Cambiare parametri o tipo di lente Cambiare soluzione Sostituire altro Sostituire la lente Altro trattamento Interrompere temporaneamente l’uso della lente Consiglio Consigliare il portatore Dk Lac M Migliorare la trasmissione di ossigeno Lac G Considerare l’uso di lenti giornaliere Ridurre il tempo d’uso UC/UP/UG UP/UG UG Interrompere UC/UP Rivedere Rivedere Umettabilità Considerare l’utilizzo di lenti ad alta bagnabilità I tempi suggeriti per “interrompere temporaneamente l’uso delle lenti” e la “visita di controllo”, sono indicati a fianco dei simboli; tuttavia i tempi consigliati da questa guida sono solamente indicativi. Altre abbreviazioni: UC Uso Continuo (30 notti) UP Uso Prolungato (7 notti) RGP Rigida Gas-Permeabile Lac G Lente a contatto Giornaliera UG Uso Giornaliero (ore di veglia) Lac M Lente a contatto Morbida 6 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Iperemia - congiuntiva palpebrale Iperemia - bulbare (occhio rosso, CLARE: occhio rosso acuto indotto da lenti a contatto) Descrizione • Congestione dei vasi sanguigni congiuntivali associata ad una reazione acuta dell’occhio esterno con presenza di infiltrati corneali • Può includere una reazione dell’uvea anteriore, un’accentuata infiammazione corneale, o un importante interessamento della congiuntiva (CLARE pag.19/1) Descrizione • Basso grado d’infiammazione della congiuntiva palpebrale • Spesso precursore della congiuntivite papillare gigante (pag. 28/1) • Può essere una risposta al sistema di manutenzione o ai depositi sulla lente a contatto Segni • Iperemia della congiuntiva bulbare Segni • Congestione dei vasi sanguigni palpebrali osservabili con l’eversione palpebrale Sintomi • Possibile riduzione del comfort Sintomi • Da nessuno a fastidio Incidenza • Poco frequente Incidenza • Comune Importanza • Da moderata ad alta Importanza • Da bassa a moderata Confronto con • Cheratite infettiva, cheratite infiltrativa, uveite anteriore, glaucoma ad angolo chiuso • Blefarocongintivite (quadro clinico moderato) • Se monolaterale, valutare le condizioni della cornea; se bilaterale, considerare una possibile reazione tossica o di ipersensibilità Gestione Confronto con • Congiuntivite papillare gigante - GPC Gestione • Identificare la causa e trattare nel modo opportuno. • Considerare la sostituzione della lente o del sistema di manutenzione • Interrompere temporaneamente l’uso delle lenti e, successivamente, riappliacare le lenti • Passare da UC/UP a UG • Visita specialistica UG UP/UG 1 settimana 7 2003, vol. V, n. 2 Umettabilità Cambiare Cambiare cambiare Lac G Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Iperemia - limbare Iperemia - intrapalpebrale (congestione vascolare del limbus) Descrizione • Congestione dei vasi della congiuntiva nella fessura intrapalpebrale • Può essere causata dalla disidratazione della congiuntiva esposta • Può manifestarsi con l’esposizione ad ambienti climaticamente avversi Segni • Iperemia della congiuntiva intrapalpebrale Sintomi • Da nessuno a sensazione di secchezza Incidenza • Occasionale Importanza • Bassa Confronto con • Iperemia settoriale o generalizzata • Pinguecola o pterigio Gestione • Ridurre il tempo d’uso • Avvisare sugli effetti indotti dall’ambiente, ad esempio: aria condizionata, video terminale, ecc... • Utilizzare una lente con bordo più sottile Cambiare Umettabilità Descrizione • Vasi limbari congestionati • Comune nella maggior parte dei portatori di lenti morbide • Spesso associata a ipossia corneale • Altri stimoli chimici, osmotici, irritativi, fisici e infiammatori, possono determinare un’iperemia limbare Segni • Congestione dei vasi del limbus Sintomi • Nessuno Incidenza • Comune Importanza • Da bassa a moderata Confronto con • Vascolarizzazione della cornea, ad esempio: formazione di nuovi vasi • Altre condizioni caratterizzate da iperemia Interventi • Aumentare l’ossigenazione della periferia corneale applicando lenti con alto Dk/t o lenti RGP • Ridurre il tempo di utilizzo • La mancata eliminazione della causa potrebbe portare alla vascolarizzazione della cornea Cambiare Consiglio UP/UG Dk Lac M UP/UG 8 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Iperemia settoriale Ipoestesia (reazione allergica) (riduzione della sensibilità corneale) Descrizione • Riduzione della sensibilità corneale che segue un prolungato periodo d’ uso delle lenti • È il risultato di una compromissione fisiologica cronica Segni • Riduzione della sensibilità tattile alla prova del contatto con cotone idrofilo Sintomi • Nessuno Incidenza • Rara Importanza • Da moderata ad alta Confronto con • Infezione erpetica e diabete possono indurre una riduzione della sensibilità • Riduzione della sensibilità dei margini palpebrali nei portatori di lenti rigide Descrizione • L’iperemia settoriale è generalmente associata a cheratite • Può verificarsi in prossimità di un infiltrato corneale, nel caso di cheratite marginale o in concomitanza con reazioni di ipersensibilità al timerosal Segni • Iperemia localizzata che irradia dal limbus • Si osserva spesso ad ore 4 e 8 • L’iperemia settoriale può “indicare” una cheratite Sintomi • Fastidio associato alla causa primaria Incidenza • Rara Importanza • Da moderata ad alta Interventi • Applicare lenti con alto Dk/t • Ridurre il tempo di utilizzo delle lenti Cambiare Confronto con • Altri tipi di iperemia, ad esempio intrapalpebrale Interventi • Identificare la causa e trattare nel modo opportuno cambiare 7 giorni 9 2003, vol. V, n. 2 Dk Lac M UP/UG Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Lente aderente - lac M Lente aderente - RGP (lente immobile, binding) (aderenza, impronta del bordo della lente, binding) Descrizione • Strato lacrimale, post lente, statico; lente morbida bloccata • Si manifesta con la chiusura delle palpebre, in caso di lacrimazione eccessiva o dopo il contatto con acqua (esempio: nuoto) • Comunemente osservata dopo l’inserimento della lente • Fattore implicato nella sindrome da lente immobile Descrizione • Distorsione della cornea • Impronta meccanica causata da una lente RGP immobile, utilizzata con modalità UP Segni • Accumulo di fluoresceina nel solco formato dall’impronta del bordo della lente, in prossimità del limbus Segni • Assenza di movimento durante l’ammiccamento • Riflesso colorato del film lacrimale post-lente (vedi figura) Sintomi • Il portatore può non avvertire alcun disturbo • Si rileva l’immobilità della lente Incidenza • Occasionale Sintomi • Da nessuno a difficoltà nel rimuovere la lente Importanza • Moderata Incidenza • Comune in UP, occasionale in UG Importanza • Da bassa a moderata Confronto con • Distorsione corneale Interventi Confronto con • Lente stretta Interventi • Applicare una lente più piatta se il movimento della lente rimane minimo dopo un certo periodo d’uso. Considerare l’applicazione di nuove lenti, utilizzando ad esempio materiali ad alta bagnabilità, o ad alto Dk • Evitare fattori ambientali predisponenti • Applicare una lente utilizzando materiale più rigido • Interrompere l’uso prolungato • Consigliare al portatore di controllare ogni mattina il movimento della lente Cambiare UG Umettabilità Cambiare Dk Lac M Consiglio 10 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Lente morbida - applicazione errata Lente RGP - applicazione errata (decentramento, movimento eccessivo, lente immobile) Descrizione • Parametri della lente inadeguati ad ottenere una centratura e movimento ottimale, un flusso d’ossigeno e passaggio di ioni adeguato • Tradizionalmente i parametri sui quali si interveniva erano: il diametro, il raggio base e la curva periferica. Recenti ricerche hanno messo in luce l’importanza di fattori quali: lo spessore centrale della lente, lo spessore al bordo, il materiale e la relativa percentuale d’idratazione Segni • Lente decentrata • Lente immobile o eccessivamente mobile • Sollevamento del bordo della lente Sintomi • Viene avvertita la presenza della lente • Visione fluttuante • Altre complicazioni dovute dall’assenza di movimento della lente Incidenza • Comune Importanza • Bassa Confronto con • Congiuntivite papillare gigante - GPC • Sindrome da lente immobile • Lente aderente - lac M Interventi • La variazione della curva base, nelle lenti ultrasottili, è molto più efficace sul centraggio piuttosto che sul movimento • Movimento eccessivo - lasciare che la lente si assesti, aumentare il diametro, diminuire lo spessore della lente, stringere la curva base • Movimento insufficiente - Lasciare che le lente si assesti, diminuire il diametro, aumentare lo spessore, appiattire la curva base, sostituire con una lente tornita • Decentramento - aumentare il diametro, stringere la curva base o applicare una lente con diversa geometria Cambiare Descrizione • Parametri della lente RGP inadeguati che non permettono una visione stabile e un buon comfort • Il diametro, il raggio o la curva periferica potrebbero essere sbagliati Segni • Le caratteristiche di una buona applicazione includono un corretto allineamento fra il raggio base e le curve corneali; un diametro sufficiente da permettere alla lente, se possibile, di infilarsi sotto la palpebra superiore; un sufficiente, ma non eccessivo, appiattimento periferico e bordi arrotondati • L’applicazione interpalpebrale, utilizzando un diametro più piccolo, è una diversa filosofia applicativa, indicata per coloro che hanno una palpebra superiore alta oppure quando è richiesto un diametro totale più piccolo, come nel cheratocono avanzato Sintomi • Diminuzione o instabilità del visus • Maggior percezione della lente Incidenza • Comune Importanza • Bassa Confronto con • Distorsione della cornea • Sindrome da esaurimento corneale • Cheratocono Interventi • La lente scende - diminuire il diametro della lente e lo spessore • La lente sale - aumentare il diametro della lente, aumentare lo spessore centrale, diminuire lo spessore o il clearance al bordo • Eccessivo movimento o decentramento della lente aumentare il diametro della lente • Considerare l’applicazione di lenti RGP toriche se l’astigmatismo corneale è >2 D Cambiare Applicare lenti RGP 11 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Lenti con colorazione (lenti colorate, lenti con colorazione opaca, lenti con iride stampata) Lenti - errato orientamento della toricità 1.Prisma 4.Dinamica 2.Troncatura e prisma 5.Prisma inverso 3.Periballast 6.Area di stabilizzazione Descrizione • Ragioni cosmetiche per un soggetto che vuole coprire una cicatrice corneale o cambiare il colore degli occhi Descrizione • L’asse della lente morbida torica non si posiziona correttamente o tende a spostarsi Segni • Occhio danneggiato o con cicatrice • Aniridia • Anomalie oculari che possono causare abbagliamento debilitante, diplopia o poliopia • Deviazione degli assi visivi che inducono diplopia non trattabile Segni • I segni di riferimento non sono correttamente posizionati • È richiesta una sovrarefrazione sfero-cilindrica Sintomi • Visione ridotta o variabile Incidenza • Comune Importanza • Moderata Sintomi • Portatori con occhi scuri interessati ad avere occhi chiari Incidenza • Non frequente Importanza • Non definibile (legata al beneficio per il portatore) Confronto con • Le lenti a contatto sono l’unica modalità in grado di modificare in tutta sicurezza, in maniera effettiva e reversibile, il colore degli occhi Interventi • Vasta scelta di lenti disponibili: - Le tinte traslucide cambiano il colore di iridi chiare - Le lenti opache con matrice a punti sono le più efficaci nel cambiare il colore di occhi normali - Le lenti con colorazioni particolari “wild” hanno colori brillanti e immagini adatte ad ogni occasione - Le lenti con iridi stampate o dipinte a mano vengono richieste per migliorare l’aspetto estetico di occhi affetti da particolari condizioni patologiche - Le lenti con pupilla nera possono essere usate nei casi non trattabili di diplopia, poliopia e abbagliamento Cambiare Confronto con • Variazione della refrazione oculare • Per una conferma empirica del potere torico della lente controllare: (1) rapporto fra le curve corneali e il diametro (2) relazione con la correzione refrattiva (3) rapporto fra astigmatismo totale e astigmatismo corneale Interventi • Se asintomatico, nessun trattamento • Riordinare una nuova lente che compensi la rotazione dell’asse. • Cambiare la geometria della lente (la figura in alto ne mostra alcune. L’ombreggiatura corrisponde alle zone di stabilizzazione più spesse). • Aumentare il diametro della lente, entro limiti ragionevoli, in modo da migliorare la stabilizzazione Cambiare 12 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Lenti - imperfezione Lenti - rottura (difetto) (lente scheggiata, lacerata) Descrizione • La varietà dei difetti riscontrabili nelle lenti RGP e morbide, sono dovute a lavorazioni inadeguate o alterazioni durante l’uso Descrizione • Lacerazioni delle lenti morbide possono avvenire per cattiva manipolazione o per adesione della lente al contenitore Segni • Colorazioni fluoresceiniche localizzate spesso si riscontrano nella regione corneale e congiuntivale interessata dal difetto • L’imperfezione della lente può risultare più o meno evidente ad una osservazione macroscopica Segni • Colorazioni fluoresceiniche localizzate spesso si riscontrano nella regione corneale e congiuntivale interessata dal difetto • La lacerazione può essere più o meno visibile ad una osservazione macroscopica Sintomi • Da nessuno a drastica riduzione del comfort durante l’uso che scompare rapidamente dopo la rimozione della lente Sintomi • Da nessuno a drastica riduzione del comfort durante l’uso che scompare alla rimozione della lente Incidenza • Comune Incidenza • Comune Importanza • Bassa Importanza • Bassa Confronto con • Lacerazione della lente • L’utilizzazione di un’altra lente con gli stessi parametri (eventualmente quella dell’altro occhio) permetterà di accertare se la lente è difettosa Confronto con • Difetto della lente • L'utilizzazione di un’altra lente con gli stessi parametri (eventualmente quella dell’altro occhio) permetterà di accertare se la lente è difettosa Interventi Interventi • Di fatto, tutti i difetti comportano la sostituzione della lente Sostituire • Di fatto, tutti i difetti comportano la sostituzione della lente • Accertare gli eventi che hanno portato alla lacerazione della lente e fornire utili consigli al portatore in modo che l’inconveniente non si ripeta Sostituire Consiglio 13 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Mucin balls Microcisti e vacuoli (sfere di muco, agglomerato di lipidi, dimple veiling) Descrizione • Le microcisti sono cellule non completamente formate che migrano, attraverso l’epitelio, durante il normale ricambio cellulare • Hanno una origine ipossica. Possono anche essere associate a fenomeni di tossicità con le soluzioni • I vacuoli sono spazi intracellulari contenenti del liquido la cui origine è sconosciuta Descrizione • Accumuli focali di muco, lipidi e proteine, o una combinazione di questi, nel film lacrimale post-lente • Fenomeno molto comune se si utilizzano lenti in silicone idrogel con modalità UC, ma non esclusivo di questa modalità d’utilizzo • Possono essere prodotte dall'interazione fra le forze di sfregamento e le proprietà di superficie della lente Segni • Piccole vescicole visibili in retro-illuminazione • Le microcisti, in retro illuminazione, presentano un’illuminazione rovesciata a causa di un elevato indice di rifrazione • I vacuoli presentano un’illuminazione “non rovesciata”, sono più grandi e di forma più rotonda • Può essere osservata una colorazione fluoresceinica puntiforme (SEAL - colorazione da tensione palebrale pag. 19/2) Segni • Accumuli sferoidali (particelle che rifraggono la luce) sotto la lente a contatto, molto comuni sotto la palpebra superiore • Presentano un’illuminazione rovesciata se osservate in retro-illuminazione periferica • Molte scompaiono alla rimozione della lente, ma alcune possono rimanere temporaneamente sulla cornea • Accumulo di fluoresceina nelle impronte lasciate dalla mucin balls (vedi pag. 25/1 Dimple veiling) Sintomi • Da nessuno a lieve irritazione Sintomi • Nessuno Incidenza • Occasionale Incidenza Importanza • Da bassa a moderata • Occasionale, benché comune nell’ utilizzo del silicone idrogel con modalità UC Confronto con • Edema microcistico (edema epiteliale) Importanza • Bassa Interventi Confronto con • Microcisti- mucin balls. La maggior parte delle mucin balls scompare alla rimozione della lente; le microcisti rimangono per giorni o settimane • La presenza di microcisti e vacuoli nel UC/UP, indica la necessità di aumentare il Dk/t della lente, ridurre il numero di notti/settimane di utilizzo prolungato o passare a un utilizzo giornaliero • Si può osservare un aumento temporaneo del numero di microcisti dopo l’interruzione dell’uso prolungato o passando da una lente a basso Dk/t ad una lente con un valore più alto Interventi • Nessuno, controllare Rivedere Cambiare Dk Lac M UG 14 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Opacità Ortocheratologia (cicatrice stromale) (rimodellamento corneale, riduzione della miopia) Descrizione • L’opacità corneale può essere il risultato di diverse condizioni infiammatorie a carico dello stroma • Un danno allo stroma, generalmente, lascia una cicatrice residua • L’opacità può essere di vecchia data e non avere nessuna relazione con le attuali abitudini di utilizzo delle lenti Descrizione Segni • Zona opaca nello stroma • Possibile colorazione con fluoresceina se la lesione è attiva • Particolare tecnica d’impiego delle lenti a contatto • Riduzione della miopia per mezzo di lenti che modificano meccanicamente la forma della cornea • Si applicano lenti a contatto RGP a geometria inversa, solitamente più piatte, di parecchi decimi di millimetro, rispetto ai raggi corneali. Ora esistono geometrie sofisticate, dove la sagittale della lente corrisponde, in maniera ottimale, a quella della cornea • Una volta che la forma della cornea è stata modificata, i portatori necessitano solo di un uso limitato delle lenti per il controllo dell’errore refrattivo • Tecnica consigliata per miopie lievi o moderate Sintomi • Nessuno se l’opacità è piccola e periferica • Riduzione della AV e fotofobia in presenza di opacità estese e centrali Segni • Applicazione piatta di una lente a geometria inversa • La topografia corneale evidenzia un appiattimento centrale della cornea Sintomi • I portatori possono lamentare una visione fluttuante Incidenza • Occasionale Importanza • Da moderata ad alta Confronto con • • • • Interventi Cheratite ulcerativa Infiltrati Sindrome da esaurimento corneale Emorragia • Stabilire se è in atto un processo infiammatorio e trattarne la causa • La presenza di una regione opaca inattiva, non necessita di trattamento • Si devono adottare tutte le precauzioni per evitare che si presentino nuovamente le condizioni che hanno determinato la formazione dell’opacità • Dimensioni e posizione dell’opacità devono essere annotate con precisione per agevolare i successivi controlli Confronto con • Distorsione corneale • Trattamento con laser a eccimeri, dove l’appiattimento corneale è più pronunciato Interventi • Esistono varie tecniche applicative per ottenere il miglior risultato • I portatori presentano elasticità e malleabilità corneali diverse • L’uso notturno delle lenti può evitarne l’utilizzo durante il giorno Cambiare Consiglio 15 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Polimegatismo Pieghe e strie (pieghe endoteliali, pieghe stromali profonde, strie) Descrizione Segni • Pieghe determinate da un aumento dell’idratazione dello stroma posteriore • Le pieghe sono causate da ipossia; si manifestano con un edema >10% • Le strie si presentano con un edema stromale >5%. Il loro numero è correlato al grado di rigonfiamento corneale • Visibili al mattino presto nei portatori di lenti a contatto idrogel con modalità UP o nei portatori di lenti positive con modalità UG • Le pieghe appaiono come linee brillanti ad una illuminazione diretta dello stroma profondo, o come linee scure se osservate con la riflessione speculare dell’endotelio • Nel caso delle pieghe le linee si incrociano o sono ramificate • Le strie si presentano, nello stroma profondo, come linee verticali sottili che non tendono a ramificare Descrizione • Variazione della forma e della dimensione delle cellule endoteliali • Si ritiene che sia provocato dall’acidosi corneale cronica conseguente all’uso di lenti a contatto con un basso Dk/t • Comune nei portatori che usano lenti a contatto da lungo tempo, soprattutto lenti in PMMA e morbide di spessore elevato Segni • Variazione della dimensione delle cellule endoteliali visibili in riflessione speculare Sintomi • Nessuno Incidenza • Occasionale Importanza • Moderata Sintomi • Sensibilità alla luce intensa Confronto con • Altre variazioni endoteliali; vedi l’indice di consultazione rapida (pag. 7/1) • Sindrome da esaurimento corneale Incidenza • Occasionale Interventi Importanza • Moderata • Applicare una lente con un alto Dk/t Confronto con • Terminazioni nervose corneali che possono partire dal limbus Interventi • Passare all’uso giornaliero o aumentare il Dk/t • Trattare come edema stromale (pag. 27/1) Dk Lac M UG Dk Lac M UP/UG 16 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Presbiopia Precipitati cheratici (deposito di cellule infiammatorie sull’endotelio, uveite) 1. monovisione L 2. concentrica V L V 3. asferica Descrizione Segni • Deposito di pigmento o materiale infiammatorio sulla superficie posteriore della cornea • Indicano un’uveite attiva o pregressa • Evento poco frequente generato da: trauma, infezione, reazione allergica, malattia sistemica o altre cause • L’incidenza dell’uveite attiva è maggiore nella fascia d’età compresa fra 20 e 50 anni ed è comunemente associata a condizioni auto-immuni • Di solito è unilaterale • Precipitati cheratici • Se è presente un’uveite attiva: intorbidimento del umor acqueo, iperemia pericheratica improvvisa, pupilla dilatata e cornea guttata • Se grave, può portare ad una riduzione della AV, edema corneale (strie), ipopion e sinechia dell’iride Sintomi • Nessuno se inattiva • In caso di uveite attiva, oltre al dolore, sarà presente fotofobia, visione fluttuante e lacrimazione, in uno o in entrambi gli occhi Incidenza • Rara Importanza • Da alta a severa 4. RGP traslante L L V V Descrizione • Riduzione, dovuta all’età, dell’ampiezza accomodativa Segni • Ampiezza accomodativa insufficiente per la visione da vicino • Si presenta, normalmente, dopo i 40 anni Sintomi • I soggetti lamentano “braccia troppo corte” o vicino annebbiato Confronto con • Insufficienza accomodativa e/o della convergenza in soggetti più giovani Interventi • Scegliere tra le geometrie delle lenti mostrate in alto quando richieste per un uso occasionale piuttosto che continuativo • La monovisione spesso garantisce buoni risultati • L’astigmatismo non corretto è più problematico con la monovisione e le lenti bifocali piuttosto che con altri tipi di correzioni • È possibile usare modalità correttive diverse, ad esempio: visione corretta per lontano in un occhio e una lente bifocale nell’altro (monovisione modificata) • Usare il “mezzo occhiale” o un’occhiale progressivo con potere neutro per lontano, se si utilizzano lenti a contatto Confronto con • Blebs endoteliali, guttata e depositi • Condizioni infettive e infiammatorie del segmento anteriore dell’occhio Interventi • Nessuno in assenza di un’infiammazione attiva • In caso di uveite attiva, interrompere l’utilizzo delle lenti e trattare con steroidi, cicloplegici e midriatici • Identificare la causa • È richiesta una particolare attenzione nell’applicare lenti a contatto in soggetti che hanno, nella loro anamnesi, uveiti ricorrenti altro e 17 2003, vol. V, n. 2 dove necessario 5. difrattiva Cambiare Consiglio Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Pseudopterigio Riduzione del comfort Descrizione • Lesione vascolarizzata, non comune, della periferia della cornea • Può manifestarsi in seguito alla cronicizzazione dell’iperemia ore 3 & 9, nei portatori di lenti RGP • Si ritiene che si sviluppi in corrispondenza del limbus in aree non adeguatamente umettate e interessate da una cheratopatia epiteliale puntiforme Segni • Lesione di forma triangolare che invade la cornea partendo dalla congiuntiva bulbare • Area di ispessimento dell’epitelio, associata a sviluppo di vasi e iperemia congiuntivale e limbare Sintomi • Il soggetto può osservare un’area arrossata • Potrebbe avvertire un leggero senso di irritazione o puntura Incidenza • Rara Importanza • Da moderata ad alta Confronto con • Il vero pterigio è una condizione degenerativa e iperplastica in cui il tessuto congiuntivale invade la cornea • Lo Pseudopterigio può anche manifestarsi nella degenerazione marginale di Terrier, con un trauma oculare o con un ulcera corneale marginale Interventi • Eliminare l’iperemia ore 3 & 9 modificando la geometria interna della lente RGP • Passare alle lenti morbide • Usare soluzioni umettanti o ridurre i tempi d’uso Caratteristiche Tipo Manifestazione del fenomeno Lateralità Alternative Bruciore Sabbia Calore Irritazione Prurito Sfregamento Dolore Affaticamento Fastidio Lacrimazione Costante Intermittente Notturna Da Vicino Da lontano Senza lente Monolaterale Bilaterale Descrizione • Sensazione di fastidio provocato dalla lente, dalle soluzioni per la manutenzione o da fattori oculari • Le caratteristiche della riduzione del comfort includono il tipo, la ricorrenza e la lateralità (come indicato nella tabella) • La presenza di sintomi quali sfregamento o visione “acquosa”, è segnalata da meno del 10% dei portatori di lenti HEMA Segni • Variabili, dipendenti dalla causa evidenziata Sintomi • Sfregamento, sabbia - solitamente associati a corpo estraneo, difetti della lente o infezione batterica • Prurito - solitamente associato a reazioni allergiche • Calore, bruciore - sintomo associato frequentemente a infezione virale • Secchezza - vedere la scheda relativa (pag. 19/2) • Affaticamento, fastidio o indolenzimento - possono essere sintomi legati ad anomalie della visione binoculare Incidenza • Occasionale Importanza • Da moderata ad alta a seconda dei segni e dei sintomi associati Confronto con • Sintomi di secchezza oculare. • Vedi tabella di controllo in “indice di consultazione rapida” (pag. 9/1) Gestione • Agire direttamente sulla causa del fastidio Cambiare Lac G UP/UG 18 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici SEAL - lesione epiteliale arcuata superiore Secchezza (occhio secco, disidratazione) (disepitelizzazione da tensione palpebrale) Descrizione • Disepitelizzazione arcuata della zona periferica della superficie corneale • Spesso è localizzata nella regione corneale superiore, normalmente coperta dalla palpebra • La parte superiore della cornea è, di fatto, sempre coperta dalla palpebra superiore anche quando l’occhio è aperto Segni • Colorazione corneale arcuata nella regione corneale superiore Sintomi • Da nessuno a lieve fastidio Incidenza • Comune Importanza • Da bassa a moderata Descrizione Segni Sintomi • Secchezza • Più marcata alla fine della giornata Incidenza • Comune Importanza • Da bassa a moderata dipendentemente dalla gravità dei sintomi Confronto con • Altri quadri fluoresceinici • SLK Interventi • Controllare con attenzione, fino alla risoluzione, se si utilizzano lenti con modalità UC/UP • Se la disepitelizzazione è grave, può essere necessario sospendere l’utilizzo delle lenti a contatto • Ripetere l’applicazione se recidivante • Sensazione molto comune lamentata dai portatori di lenti a contatto morbide • Le cause possono essere molteplici, ma è implicita un’insufficienza lacrimale • Maggior frequenza con lenti vecchie • Maggior frequenza nelle donne che fanno uso di contraccettivi orali • Da nessuno a vari a insufficienza lacrimale e disidratazione dei tessuti nella zona interpalpebrale • Scarso film lacrimale pre-lente Confronto con • • • • Blefarite/ Anomalia dello strato lipidico Sindrome da occhio secco Ammiccamento - incompleto Instabilità del film lacrimale, dellen, colorazione congiuntivale • Vedi tabella di controllo in “indice di consultazione rapida” (pag 8/1) Interventi • Lacrime artificiali • Consigliare l’utilizzo di soluzioni senza conservanti come il perossido d’idrogeno • Applicare lenti disposable • Applicare lenti con diverso contenuto d’acqua • Applicare lenti RGP • Esercizi di ammiccamento Umettabilità cambiare Cambiare Dk Lac M Lac G Consiglio UP/UG 19 2003, vol. V, n. 2 Dk Lac M altro Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Sindrome da esaurimento (sindrome da esaurimento corneale) SLK - cheratocongiuntivite limbare superiore Descrizione • Distorsione corneale in seguito a un lungo periodo di utilizzo (>10 anni) di lenti in PMMA o lenti in HEMA molto spesse • Causata da ipossia cronica e/o ipercapnia • Compare ogni qual volta c’è uno scompenso corneale indotto da una disfunzione endoteliale Descrizione • Reazione infiammatoria della cornea nella regione limbare superiore • Può manifestarsi con soluzioni contenenti timerosal, in risposta a ipossia o come reazione allergica • Bilaterale • Più comune con lenti morbide toriche Segni • • • • Segni • La regione corneale superiore presenta una cheratite puntata superficiale che può portare ad opacità subepiteliali e infiltrati • Possibile formazione di un panno corneale che può interessare l’intera cornea Sintomi • Intolleranza alle lenti a contatto • Diplopia monoculare Sintomi • Bruciore o sensazione di puntura al momento dell’inserimento della lente Incidenza • Rara Importanza • Alta Improvviso cambiamento della rifrazione Aumento dell’astigmatismo Modificazioni endoteliali Opacità stromale Incidenza • Rara Importanza • Alta Confronto con • Distinguere da altre cause che portano a distorsione corneale Confronto con • Altri quadri fluoresceinici Interventi Interventi • Limitare il tempo d’uso • Applicare lenti morbide o RGP ad alto Dk • Usare soluzioni senza conservanti • Ridurre il tempo d’uso • Incrementare il Dk/t delle lenti Cambiare Dk Lac M UP/UG Lac G cambiare UP/UG 20 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Soluzioni - ipersensibilità Soluzioni - tossicità (cheratite infiltrativa, sensibilità al timerosal) Descrizione • I conservanti, e in particolare il timerosal, possono scatenare una risposta immunitaria • Più comune nei portatori di lenti a contatto morbide • La sensibilizzazione può presentarsi dopo mesi o anni. • Reazione rapida dopo l’inserimento della lente nei soggetti sensibili; può essere osservata la presenza di infiltrati nelle prime 24 ore • Bilaterale Segni • Iperemia congiuntivale bilaterale • La cheratite infiltrativa nella SLK, può presentarsi diffusa o isolata Sintomi • Prurito e iperemia congiuntivale Incidenza • Rara, ora che il timerosal viene utilizzato di rado Importanza • Da moderata ad alta Confronto con • Reazioni tossiche alle soluzioni • Infiltrati/ cheratite marginale • Reazione a farmaci topici Descrizione • Distruzione localizzata del tessuto epiteliale • Effetti derivanti dalla tossicità dei componenti delle soluzioni per la manutenzione quali: perossido d’idrogeno, timerosal, cloruro di benzalconio, clorexidina e polyquad • Gli effetti sono legati alla concentrazione e al dosaggio dei componenti • Incidenza pari al 1% nei portatori di lenti morbide • Si sviluppa generalmente dopo alcuni mesi di uso • Bilaterale Segni • Cheratite puntata superficiale • Assenza di infiltrati corneali Sintomi • Bruciore o sensazione di puntura al momento dell’inserimento della lente • Problemi visivi nei casi più gravi Incidenza • Occasionale Importanza • Moderata Confronto con • Reazione di ipersensibilizzazione Interventi • Utilizzare soluzioni che non contengano timerosal • L’arrossamento e l’irritazione scompaiono dopo 48 ore dalla rimozione della lente; gli infiltrati solitamente dopo una settimana • Interrompere l’utilizzo delle lenti fino alla scomparsa degli infiltrati • Per ridurre i rischi applicare lenti che richiedano una manutenzione minima come le lenti giornaliere o in silicone idrogel Lac G cambiare fino alla risoluzione 21 2003, vol. V, n. 2 Dk Lac M Interventi • Utilizzare soluzioni senza conservanti • Consigliare al portatore si sciacquare le lenti con una soluzione salina prima di indossarle • Per ridurre i rischi applicare lenti che richiedano una manutenzione minima come le lenti giornaliere o in silicone idrogel cambiare Consiglio oppure Lac G Dk Lac M Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Vascolarizzazione - superficiale e dello stroma profondo Wrinkling / corrugamento epiteliale, corneale (neovascolarizzazione) (pieghe) Descrizione • Penetrazione di vasi nella cornea provenienti, in particolar modo, dalla zona limbare superiore • È causata da ipossia corneale • Fenomeno comune associato all’utilizzo di lenti a contatto morbide • Generalmente superficiale, ma con; può anche presentarsi a livello dello stroma profondo • Bilaterale Descrizione • Alterazione della forma della cornea a causa della pressione meccanica della lente o dagli effetti derivanti dalla disidratazione • Può essere più comune con lenti sottili ad alta idrofilia Segni • Accumulo di fluoresceina negli avvallamenti • Mire cheratometriche distorte dopo la rimozione della lente • Superficiale: penetrazione nella cornea dei vasi limbari • Stroma profondo: formazione di vasi sanguigni nello stroma Sintomi • Diminuzione della AV Incidenza • Rara • Nessuno, ma può avere effetti sulla visione a causa delle opacità associate in caso di vascolarizzazione dello stroma profondo Importanza • Da moderata ad alta Segni Sintomi Incidenza • Occasionale Importanza • Alta Confronto con • Distorsione corneale • Altri quadri fluoresceinici Interventi • Sostituzione della lente Confronto con • Iperemia limbare • Differenziazione fra superficiale e profonda Interventi • Applicare lenti con alto Dk/t Cambiare Cambiare Dk Lac M UG Dk Lac M 22 2003, vol. V, n.2 SEZIONE 2 C ONSIDERAZIONI SULLE MODALITÀ D ’ INTERVENTO 23 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici 1. Principi d’intervento Una volta che una determinata condizione è stata riconosciuta, è importante tener presente che le alternative d’intervento sono contenute. Sostituzione delle lenti Modifica del sistema di manutenzione INTERVENTO Visita specialistica e terapia Variazione del numero d'ore d’uso MODIFICA Consigli al portatore Modifica del sistema di manutenzione Le attuali soluzioni uniche sono molto efficaci, hanno una bassissima tossicità e sono il sistema di manutenzione scelto da molti portatori di lenti a contatto. L’uso di soluzioni per cambiare la manutenzione potrebbe essere evitato se si prescrivessero solo lenti giornaliere e lenti ad alto Dk con modalità UP. Altri sistemi di manutenzione, potenzialmente, possono portare a complicazioni. La disinfezione termica può favorire la formazione di depositi; un sistema al perossido d’idrogeno può lasciare dei residui se usato impropriamente; gli ultrasuoni possono essere inefficaci; una disinfezione a freddo può portare ad allergie o reazioni tossiche. Un incremento della formazione di depositi può richiedere l’utilizzo di un trattamento enzimatico. Visita di controllo Nessun altro problema Azioni terapeutiche Occasionalmente possono manifestarsi delle complicazioni che richiedono un intervento terapeutico dopo che il altro soggetto è stato sottoposto a una visita specialistica. Sostituzione delle lenti Sostituire Uno degli interventi più comuni consiste nella sostituzione delle lenti in uso con altre dello stesso tipo, quando il portatore utilizza lenti convenzionali o disposable. Questa soluzione è indicata quando si sospettano problemi legati alla presenza di depositi o imperfezioni sulla lente. Cambio delle lenti Un altro degli interventi più comuni consiste nel cambiare le lenti utilizzate con altre di diversa tipologia. Le possibilità sono: Lac G Dk Lac M Umettabilità Cambiare Cambiare con una lente giornaliera. Cambiare con lenti morbide ad alto DK. Queste lenti offrono una trasmissibilità all’ossigeno e una biocompatibilità migliori di quelle offerte dalle lenti convenzionali. Tempo o modalità d’uso Complicazioni croniche indotte dalle lenti a contatto, quali la neovascolarizzazione o la congiuntivite papillare, possono rendere UP/UG indispensabile una riduzione delle ore d’uso o della modalità con cui vengono indossate. UG Questi interventi possono essere effettuati in combinazione con altri. Spesso il portatore non si rende conto del legame tra le complicazioni che possono insorgere è il tempo di utilizzo delle lenti. È possibile, inoltre, modificare il tempo d’uso, passando dalla modalita UC alla UG o alla sospensione dell’uso delle lenti a contatto. Consigli Consiglio Sostituire con lenti ad alta bagnabilità e con una ridotta disidratazione in vivo. Altri cambiamenti consistono nel: sostituire la geometria della lente, la curva base e il diametro; la sostituzione con lenti più specifiche, come le lenti toriche, bifocali e asferiche; la sostituzione di una lente morbida con una RGP, come ad esempio nel cheratocono; passare da lenti disposable a lenti convenzionali se sono necessari parametri particolari, come nel caso di astigmatismi elevati. Dare consigli al portatore ad ogni visita di controllo e assicurarsi che siano stati compresi. Gli aspetti sui quali vale la pena insistere sono: indicazioni su una corretta manutenzione, possibili interazioni con i farmaci , con l’ambiente, con alcuni sport come il nuoto o lo squash, nonché gli eventuali interventi citati in questa sezione. I vari consigli dovrebbero essere sempre annotati sulla scheda del portatore. Visita di controllo Ad ogni visita di controllo è opportuno concordare con il Rivedere portatore la data della visita successiva in moda da garantire la continuità del trattamento. Le visite di controllo sono una parte essenziale della gestione del portatore sia nel caso in cui l’appuntamento sia necessario per valutare la risoluzione della complicazione, e venga preso per lo stesso giorno o il giorno successivo, sia nel caso in cui si tratti di una regolare visita di controllo (6 o 12 mesi). Deve essere fatto sia nel caso in cui l’appuntamento sia necessario per valutare l’evoluzione di una complicazione legata all’uso delle lenti. 24 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici 2. Raccomandazioni cliniche generali 3. Riferimenti eziologici Applicazione 1. Il diametro è il parametro più importante nelle lenti RGP, molto più della curva base. 2. Non esiste una lente che vada bene per tutti. 3. La lente per il porto continuo perfetto non è stata ancora inventata. Ogni condizione descritta in questa guida è stata identificata in base alle cause (eziologia) più probabili che la hanno determinata. In questa sezione cercheremo di descrivere brevemente i cinque fattori eziologici comuni. Questo dovrebbe facilitare la comprensione dell’insorgenza e dell’evoluzione di un particolare quadro clinico, nonché la scelta delle strategie di intervento più idonee. La pressione parziale di anidride carbonica negli strati corneali anteriori è molto bassa quando l’occhio è aperto, mentre, quando l’occhio è chiuso, la tensione della anidride carbonica, nell’intera cornea, è generalmente uniforme e ha un valore di 55mmHG. La permeabilità all’anidride carbonica è proporzionale alla permeabilità all’ossigeno del materiale della lente a contatto; è numericamente superiore di 21 volte per le lenti morbide è di 7 volte per le lenti RGP. Il grafico mostra l’accumulo di anidride carbonica sotto vari tipi di lenti in condizione di occhio aperto. Le lenti disposable in commercio sono equiparabili alle lenti “Z-67”. Il valore espresso dalle nuove lenti in silicone idrogel è paragonabile al dato “no lente” sia per l’occhio chiuso che per quello aperto. Tipo di lente 25 2003, vol. V, n. 2 No lente PMMA Occhio chiuso Boston IV Equalens Advent Occhio Aperto Z-67 Consigli al portatore 1. Scrivere sempre i suggerimenti dati al portatore e gli appuntamenti concordati. 2. Far eseguire, al momento del risveglio, l’autovalutazione ai portatori di lenti con modalità UC/UP: “I miei occhi stanno bene (occhi bianchi), mi sento bene, vedo bene?” Ad occhio chiuso la disponibilità di ossigeno si riduce a circa 55mmHg, un terzo rispetto a quella ottenibile a occhi aperti. Considerando questi valori, la lente a uso prolungato (UC/UP) ideale dovrebbe avere un Dk/t cinque volte superiore a quello di una lente a uso giornaliero (UG) vale a dire circa 75x10-9 Barrer/cm. La trasmissibilità minima suggerita per un porto continuo (UC/UP) dovrebbe essere di circa 125x10-9 Barrer/cm. Le nuove lenti in silicone idrogel hanno un Dk/t superiore a 100 e dovrebbero, quindi, garantire un uso continuo sicuro per tutti i portatori. zero-6 Soluzioni per la manutenzione delle lenti 1. Controllare le date di scadenza delle soluzioni. 2. Applicare un’etichetta sul contenitore delle lenti e annotare la data di sostituzione, nome del portatore e dell’applicatore. 3. I vantaggi del ricambio frequente sono minimi se la soluzione e il contenitore porta lenti non sono sostituiti regolarmente. 4. Gli utilizzatori occasionali dovrebbero disinfettare le lenti almeno una volta ogni quindici giorni, anche se le lenti non vengono utilizzate. 5. Il totale rispetto delle regole legate alla manutenzione è un utopia. 6. Ricordare ai portatori di non usare l’acqua del rubinetto e soluzioni saline non preservate così da ridurre i rischi di contaminazione. 7. Per i portatori che vogliono sciacquare le lenti prima di indossarle, consigliare una soluzione salina preservata. Per i portatori di lenti a contatto morbide con modalità UC/UP, consigliare le nuove soluzioni disinfettanti monodose. La normale domanda di ossigeno viene soddisfatta, nell’uso giornaliero (UG), dalle numerose lenti a contatto morbide o RGP attualmente disponibili in commercio, caratterizzate da una trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) > 25x10-9 Barrer/cm. Notare che la trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) di una lente a contatto, dipende direttamente della permeabilità all’ossigeno del materiale (Dk) ed è inversamente proporzionale allo spessore della lente (t). Una lente positiva tende ad avere un ridotto Dk/t perché ha un maggior spessore centrale. No lente Diagnosi 1. Accertare se il disturbo diminuisce alla rimozione della lente. 2. Accertare se il fastidio è presente anche senza ammiccamento o ad occhi chiusi. 3. Comparare la miglior AV ottenuta con le lenti a quella ottenuta con gli occhiali. 4. Monolaterale o bilaterale. 5. Scambiare le lenti del portatore in maniera da evidenziare le cause del fastidio o della riduzione della AV. 1. Ipossia e ipercapnia La ridotta disponibilità di ossigeno (ipossia) e l’accumulo di anidride carbonica (ipercapnia) sotto la lente a contatto, sono tra le cause principali delle patologie indotte dalle lenti a contatto. L’ossigeno necessario alla cornea per il metabolismo è assicurato dall’aria, quando gli occhio sono aperti, e dai vasi sanguigni della congiuntiva tarsale, quando gli occhi sono chiusi. La pressione parziale dell’ossigeno, necessaria alla cornea umana per le sue normali funzioni, è di circa 75 mmHg, anche se questo valore può presentare notevoli variazioni individuali. Pressione dell’anidride carbonica (mmHg) Controllo 1. Per prima cosa misurare il visus. 2. Un controllo senza la lampada a fessura e senza la fluoresceina è inadeguato. 3. La valutazione della colorazione fluoresceinica deve essere fatta utilizzando un’illuminazione blu cobalto e un filtro d’osservazione giallo Wratten #12. 4. L’eversione palpebrale è una parte essenziale di ogni visita di controllo. 5. I 4 segni più importanti, osservabili in lampada a fessura, che indicano una condizione di stress corneale sono: iperemia,, microcisti/vacuoli, alterazione endoteliale e colorazione fluoresceinica. 6. PEDAL. Per differenziare un’ulcera da un infiltrato, considerare: dolore (Pain), alterazione dell’epitelio (Epithelial defect), secrezione (Discharge), reazione in camera anteriore (Anterior chamber reaction) e localizzazione (Location). 7. È facilmente riscontrabile una differenza di comfort fra i due occhi. Sostituire simultaneamente le lenti in modo che abbiano sempre la stessa età. Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Tabella:Trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) delle lenti più comuni con potere di -3.00D. Lo spessore delle lenti varierà a seconda del potere e della geometria; il valore di Dk/t espresso in questa tabella deve essere considerato come un valore indicativo. Produttore Contenuto d’acqua Spessore nominale centrale (mm) (%) at -3.00 Dk/T medio * Focus Night & Day CIBA Vision 24 0.08 175 PureVision Bausch & Lomb 36 0.09 110 Menicon Z (RGP) Menicon - 0.20 95 Boston XO (RGP) Bausch & Lomb - 0.18 80 Boston EO (RGP) Bausch & Lomb - 0.18 46 Proclear Biocompatibles 62 0.05 29 Acuvue Johnson & Johnson 58 0.06 22 Freshlook Opaque Coloured CIBA Vision 55 0.06 20 Precision UV CIBA Vision 74 0.13 20 Acuvue Bifocal Johnson & Johnson 58 0.08 18 Focus Dailies CIBA Vision 69,4 0.10 26 Focus Monthly CIBA Vision 55 0.10 16 Focus Monthly Toric CIBA Vision 55 0.14 11 * Dk/t medio calcolato in un’area di 6 mm * Per calcolare il Dk/t in ectopascal, ridurre il valore di Dk/t di circa il 25% Interessante il fatto che le due nuove lenti ad alto Dk, Focus ® Night & Day e Pure Vision, non sono uguali. Le lenti Focus ® Night & Day sono in Fluorosilicone-idrogel (FDA I gruppo) mentre le Pure Vision sono in Silicone-idrogel (FDA III gruppo). 2. Infezione e infiammazione Ci sono rare ma gravi complicazioni indotte dall’uso delle lenti a contatto. Perché una infezione si verifichi devono essere presenti due fattori importanti: un organismo patogeno e una lesione epiteliale. L’utilizzo di lenti idrogel, con modalità uso prolungato, mostra un incremento del rischio di infezione se confrontato con l’uso giornaliero. Le lenti a contatto morbide ad alto Dk sono state progettate per risolvere questi problemi, attraverso un elevato incremento della trasmissibilità all’ossigeno, il miglioramento sia del movimento della lente che del ricambio lacrimale. L’avvento delle lenti disposable ha ridotto la presenza di depositi sulla lente, riducendo la potenziale colonizzazione batterica. L’aumento del flusso lacrimale e la riduzione dei depositi dovrebbero ridurre l’incidenza delle reazioni infiammatorie. Sorgenti potenziali di contaminazione batterica come: mani, palpebre, contenitore porta lenti o soluzioni dovrebbero essere mantenuti il più possibile puliti o sostituiti regolarmente. 3. Allergia e tossicità Benché i materiali utilizzati per la costruzione delle lenti a contatto siano biologicamente inerti, l’accumulo di depositi nel film lacrimale fra lente e cornea o la contaminazione della lente stessa da parte dei conservanti, quali timerosal, possono provocare una risposta immunitaria. Tale risposta è generalmente associata a sintomi, come prurito, e segni, come infiltrati corneali. Una reazione tossica è, invece, dovuta ad una cheratite d’origine chimica, e gli effetti sono conseguenti al dosaggio e al tempo. Gli effetti della tossicità si possono manifestare con il cloruro di Benzalconio (BAC), cloruro di ammonio alchil trietanolo (ATAC), clorexidina e disodio edatato (EDTA). Anche se la soluzione in sé non è tossica, la combinazione e l’accumulo di sostanze chimiche in una lente morbida o nei depositi presenti, può successivamente portare ad effetti tossici. I depositi che si formano sulle lenti, sono un elementi molto importanti nella maggior parte dei processi infiammatori che colpiscono i portatori di lenti idrogel. Questi sono implicati nella principale complicazione non corneale, indotta delle lenti a contatto: la congiuntivite papillare gigante (GPC). 26 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici 4. Guida alle soluzioni per la manutenzione Fra tutte le complicazioni, quelle allergiche e tossiche sono quelle che sono state maggiormente ridotte, grazie all’introduzione delle lenti disposable e di nuove soluzioni. L’introduzione delle lenti disposable ha permesso di ridurre al minimo le reazioni allergiche e tossiche. 4. Effetti meccanici Per la sua natura morbida e malleabile, il tessuto corneale è suscettibile a variazioni di forma a causa di una applicazione errata. Analogamente, il fatto che le cellule epiteliali non sono cheratinizzate, spiega l’elevata incidenza di danni provocati alla superficie corneale da corpi estranei, unghie o ciglia che possono entrare a contatto con la cornea durante la manipolazione della lente. Poiché gli strati superficiali dell’epitelio corneale non sono innervati, il portatore può non accorgersi di lievi traumi. 5. Effetti osmotici La trasparenza e lo spessore della cornea sono il risultato di delicati rapporti di equilibrio, che possono essere facilmente alterati dalla variazione della concentrazione di sali (osmolarità) nel film lacrimale; inoltre la salute della cornea e della congiuntiva dipende anche dalla presenza di un film lacrimale integro su tutta la regione dell’occhio non coperta dalla lente. Un’eccessiva lacrimazione, indotta da un’applicazione non adatta, può portare a una riduzione del visus e a una maggior predisposizione all’abbagliamento. Al contrario, una diminuzione della frequenza degli ammiccamenti, un aumento dell’evaporazione lacrimale o un ammiccamento incompleto, possono portare a lesioni epiteliali circoscritte della congiuntiva o della cornea. L’eccessiva evaporazione del film lacrimale può essere responsabile dei sintomi di secchezza oculare riportati da alcuni soggetti. Questo capitolo elenca i conservanti e gli agenti pulenti più utilizzati 1 nelle soluzioni per la manutenzione. Saranno evidenziati i limiti dei conservanti più vecchi e lo sviluppo delle nuove soluzioni. 1. Alcool Es. 20% Alcool isopropilico - Miraflow (CIBA Vision), Omnicare Daily Cleaner (AMO), Instantcare (CIBA Vision) Agenti di questa natura hanno efficaci performance antibatteriche e nella dissoluzione dei lipidi. Presentano un’alta citotossicità, perciò è essenziale un attento risciacquo delle lenti. Può non essere compatibile con alcuni materiali per lenti RGP. 2. Agenti chelanti Es. Acido etilendiamminotetracetico (EDTA) e sali (es. Edatato bisodico) Gli agenti chelanti inibiscono lo sviluppo batterico legandosi agli ioni metallo rimuovendoli dalla soluzione. Non si accumulano e non si legano alla matrice delle lenti morbide e non sono state evidenziate reazioni allergiche o irritazioni oculari; ad ogni modo L’EDTA non è efficace se usato da solo; esso deve essere, infatti, utilizzato in sinergia con agenti antibatterici. Le soluzioni saline che utilizzano L’EDTA come unico conservante, rischiano la contaminazione dopo una settimana dall’apertura. 3. Composti a base di cloro Es. Halane - dicloroisocianurato Softab (Alcon), Halazone - 4 (diclorosulfamol), Acido Benzoico - Aerotab (Sauflon) Distribuiti in compresse, devono essere disciolti in soluzione salina. Sistema di disinfezione diffuso (specialmente nel Regno Unito) grazie al basso costo e la semplicità d’uso. Scarsa efficacia antibatterica. Il cloro è reso inefficace da sostanze organiche come il muco, quindi è fondamentale pulire e risciacquare, accuratamente, le lenti prima della procedura di disinfezione. 4. Perossido d’idrogeno Es. 3% H2O2 - AOsept (CIBA Vision), Omnicare 1-Step (AMO), Oxysept (AMO) I sistemi di disinfezione al perossido d’idrogeno, sono complessi. Il perossido d’idrogeno al 3% è un efficace disinfettante, ma deve essere neutralizzato prima del contatto con i tessuti oculari affinché sia fisiologicamente compatibile. Gli attuali sistemi variano principalmente nel modo in cui si effettua la neutralizzazione. I sistemi monofase hanno il vantaggio di dare inizio automaticamente al processo di neutralizzazione, anche se questo riduce il tempo d’esposizione al perossido attivo, diminuendone quindi l’efficacia antibatterica. 5. Composti mercuriali Es. Nitrato di Fenilmercurio (PMN); Timerosal (THI) Etil-mercuriosalicilato Sono agenti antibatterici non particolarmente efficaci ma con proprietà fungicide. La loro efficacia si deve agli ioni di mercurio che, penetrando nella cellula, inibiscono l’attività degli enzimi respiratori. Il timerosal è un conservante anionico la cui citotossicità è bassa se paragonata a quella di alcuni conservanti cationici. Ad ogni modo, il timerosal, utilizzato nella manutenzione delle lenti a contatto, è, notoriamente, responsabile delle reazioni allergiche. Anche dopo mesi dalla sospensione, una sola goccia di soluzione conservata con timerosal può evocare una forte reazione in soggetti sensibilizzati. 1 Alcuni dei prodotti elencati non sono commercializzati nel territorio italiano. 27 2003, vol. V, n. 2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici 6. Acido sorbico/Sorbato di potassio Es. Sensitive Eyes Saline (Bausch & Lomb), Pliagel Daily Cleaner (Alcon), Sensitive Eyes Daily Cleaner (Bausch & Lomb) L’acido sorbico è un efficace agente batteriostatico per soluzioni saline e detergenti, anche se non abbastanza efficace per la disinfezione e la conservazione delle lenti. Con un pH di circa 4.5 ha ottime proprietà battericide e fungicide, mentre risulta meno efficace quando il pH è superiore a 6.5; la capacità di conservare può diminuire se la soluzione rimane esposta alla luce diretta del sole o se la soluzione è conservata in contenitori non idonei. Papaina Es. Hydrocare tablets (AMO), Effervescent Protein tablets (Bausch & Lomb) La papaina è stata il primo enzima pulente sviluppato per le lenti a contatto e deriva dal lattice prodotto dall’albero della papaia. Ha una marcata specificità al substrato - peptide, amido, esteri, tioesteri. Oggi non è comunemente usata a causa della sensibilità riscontrata in alcuni soggetti, del caratteristico odore sulfureo degli attivatori e della necessità di limitare il tempo d’immersione delle lenti ad alta idrofilia. Un’accurata pulizia con un surfatante, dopo l’utilizzo, può aiutare ad evitare reazioni. 7. Composti di ammonio quaternario Es. Alchil trietanolo ammonio cloruro (ATAC) - Hydrocare AMO), Cloruro di benzalconio (BAC) 0.001-0.10% - Duracare (AMO) L’ATAC, avendo proprietà surfatanti, è adatto all’utilizzo combinato con soluzioni disinfettanti e pulenti. In passato, combinato con il timerosal, era commercializzato con il nome di Hydrocare Solution (Allergan), prodotto di successo distribuito attorno agli anni ‘80, nonostante un’incidenza, relativamente alta, di reazioni allergiche. Di contro, BAC (un conservante cationico) era scarsamente utilizzato nelle soluzioni per la manutenzione delle lenti, perchè si legava ad alcuni materiali delle lenti morbide ed era la causa di alcune reazioni tossiche. È utilizzato comunemente nelle preparazioni terapeutiche. Pancreatina Es. Opti-Free Enzimatic Cleaner (Alcon), Polizym (Alcon), Opti-pluss Active Cleaner daily liquid enzyme (Alcon) Contiene estratti del pancreas di maiale. Sono 3 i gruppi di enzimi: Proteasi (tripsina, chimotripsina, carboxipeptidasi); Lipasi (desossiribonucleasi); Amilasi -effetti mucolitici. Complessivamente, le performance dipendono, soprattutto, dall’efficacia della proteasi. 8. Biguanide Es. Clorexidina digluconato (CHX) - Optymeyes (Capricornia), Boston Simplicity e Boston Advance Comfort (Polymer technology Corp) I biguanidi sono disinfettanti cationici attivi in superficie. Causano la morte delle cellule legandosi alla superficie della cellula batterica, spesso caricata negativamente. La molecola di clorexidina si lega al muco o ai depositi proteici presenti sulla superficie della lente, a causa delle cariche opposte; producendo effetti tossici determinati dalle elevate concentrazioni. 9. Agenti contenenti azoto polimerico Es. PAPB = Poliamminopropilbiguanide HCI (Dymed o Polyhexanide) - ReNu multi-porpose Solution (Bausch & Lomb), Solocare (CIBA Vision) PHMB = Poliexametilenbiguanide HCI (Trischem) Complete (AMO) Polyquad = Poliquaternum - Opti-Free express, Optisoak (Alcon) PAPB, PHMB e Polyquad sono lunghe catene polimeriche sintetiche contenenti azoto. Sono molecole troppo grandi per poter penetrare nei pori della matrice delle lenti idrogel. Per esempio il polyquad ha una dimensione molecolare di 225 Angstrom mentre, la misura dei pori del materiale idrogel è di 30-50 Angstrom. Contengono molecole di CHX o ATAC le quali hanno eccellenti proprietà antimicrobiche anche in concentrazioni molto basse (non tossiche); questi agenti sono stati ampiamente utilizzati come disinfettanti durante gli anni ‘90. Subtilisina A Es. Sensitive Eyes Protein Removal Tablets (Bausch & Lomb), Ultrazyme (AMO), Complete Protein removal tablet (AMO), Boston one step liquid enzymatic cleaner (Polimer Technology Corporation) Deriva dal Bacillus licheniformis. La Subtilisina è la più efficace fra le proteasi attualmente disponibili in commercio e ha il vantaggio di essere una molecola anionica, con una bassa affinità ai polimeri delle lenti (nessuna adesione). L’azione antiproteica è potenziata in soluzione al 3% di perossido d’idrogeno e ha, inoltre, effetti antibatterici. Agenti umettanti Es. Alcool polivinilico (PVA), Polivinil pirrolidone (PVP) Questi agenti mirano a migliorare la natura idrofila delle superficie delle lenti e fungono anche da cuscinetto fra lente e cornea. Le proprietà attive di superficie possono contribuire alla pulizia delle lenti. Da notare che, dopo 15-30 minuti dall’inserimento della lente, lo strato mucoso delle lacrime funge da umettante mentre l’agente umettante, presente nella soluzione, ha la funzione di rendere la lente confortevole e la visione chiara. Il ruolo di agente umettante nella soluzione è di apportare comfort iniziale e visione chiara. Agenti viscosanti Es. Metil cellulosa, Idrossietil o Idrossipropil cellulosa, Povidone, Gelatina Gli agenti viscosanti aumentano il tempo di residenza di una soluzione sulla superficie oculare o delle lenti. Si comportano come agenti cuscinetto e lubrificanti, rendendo la soluzione scivolosa e con una certa consistenza. PAPB e PHMB sono entrambi biguanidi, costituiti da più unità di CHX. PAPB è una molecola identica a PHMB anche se le catene polimeriche si rompono in punti diversi dando origine a differenti nomi chimici necessari per identificare le unità monomeriche PHMB, con una concentrazione dello 0.02% è efficace nel trattamento delle cheratiti da acantameba. Polyquad è derivato del gruppo ammonio quaternario. Ha buone proprietà antibatteriche ma è poco efficace come funghicida. Per questo motivo OptiFree express contiene anche un agente funghicida e anti-acantameba (Aldox). 28 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici 5. Conclusioni Riferimenti Le lenti a contatto assicurano una correzione dell’ametropia, sicura e di alta qualità, a circa 70 milioni di persone nel mondo. Tutti i tipi di vizi refrattivi possono essere corretti con un elevato grado di precisione, di comfort e risultato estetico soddisfacente. Le lenti a contatto rappresentano un’importante alternativa alla correzione con occhiali e sono, chiaramente, la modalità di correzione preferita nello sport e in molte altre occupazioni. Questo manuale nasce dallo sviluppo di vari articoli scientifici, in particolare: Se la manutenzione delle lenti è eseguita correttamente e con la massima igiene, se le lenti sono controllate regolarmente e sostituite spesso, l’incidenza di complicazioni oculari è estremamente bassa. Studi effettuati su soggetti che portano lenti a contatto a uso giornaliero o prolungato, dimostrano che la stragrande maggioranza dei portatori raggiungono: • Una completa correzione dell’errore refrattivo (± 0.25D). • Una AV = 10/10, senza perdita di sensibilità al contrasto. Altri vantaggi delle lenti a contatto: • Semplice sostituzione della lente se cambia l’errore refrattivo. • Capacità di correggere l’astigmatismo, la presbiopia e il cheratocono. In questa guida abbiamo cercato di mantenere un equilibrio tra l’attenzione dedicata alle complicazioni gravi e quelle di lieve entità. Le complicazioni gravi, quali le infezioni, sono rare ma tendono a essere più complesse e a richiedere maggiori spiegazioni, se paragonate a quelle di lieve entità. Per i professionisti che lavorano in ambito ospedaliero, questo tipo di complicazioni sono di primaria importanza, mentre i professionisti che lavorano in ambito privato hanno, generalmente, a che fare con condizioni croniche di lieve entità e, raramente, si trovano ad affrontare complicazioni acute. Considerando che la priorità è preservare la AV del portatore o ottimizzare le performance delle lenti a contatto, una conoscenza delle problematiche legate all’uso delle stesse, rappresenta una base importante per chiunque operi nel settore. In questa edizione, abbiamo cercato di mettere in evidenza l’evoluzione del rapporto post-applicativo che ha permesso un continuo miglioramento delle lenti a contatto. L’obbiettivo è di costruire lenti semplici e sicure in moda da ridurre le esigenze legate alla manutenzione. Le lenti giornaliere e le lenti a contatto, ad alto Dk, per il porto continuo, evidenziano questo nuovo corso. La varietà delle lenti in commercio ha permesso l’evoluzione di nuove lenti, in particolare con materiali ad alta bagnabilità, lenti per la correzione della presbiopia e lenti cosmetiche. I nuovi sistemi di manutenzione sono molto più facili da usare e più sicuri di quelli presenti, sul mercato, fino a qualche hanno fa. Le lenti a contatto sono ora più sicure, facili da usare, permettono la risoluzione di molte applicazioni e possono essere usate da molte più persone rispetto al passato. 29 2003, vol. V, n. 2 Bruce A.S., Brennan N.A., Surv Ophtalmol 35:25-58, 1990 Golding T.R., Bruce A.S., Fletcher E.L., Clin Exp Optom 73:178-183, 1990 Brennan N.A., Efron N., Problems in Optometry 2: 221-242, 1990 L’esperienza, raccolta in questa guida, è il frutto del lavoro costante di contattologi e ricercatori in Australia e nel mondo. Si ringraziano,in particolar modo, Michael Collins, Nathan Efron, Richard Lindsay, Russell Lowe, Ross Grant e Peter Swann per aver gentilmente fornito alcune delle fotogarfie. La guida alle soluzione è stata sviluppata sulle indicazioni fornite da Russell Lowe. Gli autori e gli editori si sono assicurati della correttezza dei suggerimenti e della loro compatibilità con gli standard di trattamento generalmente accettati al momento della pubblicazione. Tuttavia, a causa della continua evoluzione delle informazioni, potranno rendersi necessarie modifiche nei metodi di trattamento. Indirizzo degli Autori Adrian S. Bruce, PhD Victorian College of Optometry The University of Melbourne Cnr Keppel and Cardigan streets Carlton, Vic 3053 AUSTRALIA Noel A. Brennan, PhD Brennan Consultants Suite 2/517 St Kilda Rd Melbourne, Vic 3004 AUSTRALIA Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici Indice analitico abrasione, 12/1, 20/1, 20/1, 21/1, 21/1, 29/1 disidratazione, 21/1, 25/1 Acantameba, 29/1 ore 3 e 9, 21/1, 22/1, 22/1,18/2 aderenza tensione palpebrale, 14/2, 19/2 lente morbida, 10/2 lente RGP, 10/2 tossicità alla soluzioni, 14/2, 21/2, 21/2 corrugamento, wrinkling aloni, 12/1, 27/1 corneale, 26/1, 22/2 allergica, reazione epiteliale, 22/2 disidratazione, 13/1, 22/1, 25/1, 8/2, 19/2 colorazione, 21/1, 25/1 distorsione cheratocono, 26/1, 19/1, 11/2, 24/2 distorsione corneale, 19/1, 26/1, 10/2, 11/2, 15/2, 20/2, 22/2 esaurimento corneale, sindrome da, 26/1 GPC, 24/1, 27/2 cheratocono, 19/1, 26/1, 11/2 SLK, 19/1, 20/2, 21/2 CLARE, 19/1 Timerosal, 9/2, 20/2, 21/2, 21/2, 27/2, CLPC, 28/1 distorsione, ortocheratologia, 26/1, 15/2 28/2 CLPU, 14/1, 19/1, 20/1 disturbi della visione, 26/1 ammiccamento, 13/1, 22/1, 25/1, 30/1, 19/2, coalescente, colorazione, 21/1, 21/1 edema 25/2 con colorazione, lenti, 12/2 endoteliale, 13/1 applicazione errata, 11/2, 11/2 congiuntiva epiteliale, 27/1, 14/2, 20/2, 22/2 arcuata, colorazione, 19/2 astigmatismo irregolare, 19/1 blebs, 13/1, 17/2 blefarite marginale, 14/1, 30/1, 30/1,19/2 bulbare, iperemia della congiuntiva, 19/1, 7/2, 18/2, iperemia bulbare, 7/2 iperemia palpebrale, 7/2 congiuntivite giganto papillare, 28/1, 7/2, 13/2, 27/2 papillare indotta da lenti a contatto, 28/1 cornea RGP, adesione, 10/2 wrinkling/ corrugamento, 26/1, 22/2 microcistco, 27/1, 14/2 stromale, 27/1, 27/1, 16/2 emorragia, intracorneale, 28/1 endotelio, blebs, 13/1, 17/2 cellule infiammatorie, 13/1, 17/2 calcoli, 23/1 colorazione, (vedi:colorazione) edema, 13/1 cheratite distorsione, (vedi: distorsione corneale) pieghe, 27/1, 16/2 infettiva, 14/1, 7/2 edema, 17/2 infiltrativa, 30/1, 7/2, 21/2 emorragia, 28/2 marginale, 19/1, 20/1, 30/1, 9/2, 17/2, 21/2 esaurimento, 20/2, 16/2 colorazione, (vedi: colorazione) polimegatismo,13/1, 16/2 epitelio microbica, 20/1, 14/1, 7/2 infezione, 30/1 edema,27/1 puntata superficiale, 21/2, 20/2 opacità, 15/2 microcisti, 27/1, 14/2 SLK, 20/2 rigonfiamento, 16/2 wrinkling / corrugamento, 22/2 tossica, 23/1 ulcera periferica, 20/1 ulcerativa, 14/1, 15/2 cheratocongiuntivite limbare superiore, 20/2 sensibilità, riduzione, 9/2 corpo estraneo, 18/1, 14/1, 20/1, 29/1, 18/2 colorazione, 29/1 graffi, 29/1 erosione congiuntivale, 19/1 epiteliale, 12/1, 25/1, 27/2 puntiforme, 25/1 cicatrice corneale, 12/02 dellen, 22/1, 22/1, 19/2 errato orientamento della toricità, 12/2 comfort, riduzione del, 18/2 depositi, lenti con esaurimento corneale, sindrome da, 19/1, 25/1, colorazione calcoli, 23/1 11/2, 15/2, 16/2, 20/2 abrasione, 12/1, 20/1, 20/1, 21/1, 21/1, 29/1 funghi, 23/1 film lacrimale, anomalia, 13/1 arcuata, 19/2 inorganici, 23/1, 24/1 film lacrimale, instabilità, 30/1, 19/2 cheratite superficiale puntata, 20/2, 21/2 jelly bump, 24/1 fluoresceina, (vedi: colorazione) coalescente, 21/1, 21/1 proteine, 24/1, 24/1, 28/1, 30/1, 28/2 fluoresceina, accumulo di, 25/1, 26/1, 10/2, 22/2 corpo estraneo, 29/1 difetto, lenti, 27/1, 13/2, 13/2, 18/2 aderenza RGP, 26/1, 10/2 dellen, 22/1, 22/1, 19/2 dimple veiling, 25/1, 14/2 dimple veiling, 25/1, 14/2 dimple veiling, 25/1, 14/2 disepitelizzazione (vedi: colorazione) funghi, depositi, 23/1 30 2003, vol. V, n.2 Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici GPC, 24/1, 28/1, 7/2 Meibomite, 14/1 9/2, 13/2, 18/2, 19/2, 25/2 imperfezione, lente, 12/1, 12/2, 24/2 microcisti, 27/1, 14/2, 14/2, 25/2 secchezza, 13/1, 21/1, 22/1, 25/1, 8/2, 18/2, impronta, bordo della lente, 10/2 miopia, riduzione della, 15/2 19/2, 27/2 incompleto, ammiccamento, 13/1, 22/1, 25/1, mucin balls, 14/2 visione, 19/1, 26/1, 26/1, 27/1, 27/1, 28/1, 30/1, 19/2 neovascolarizzaione, 22/2 11/2, 12/2, 15/2, 17/2, 17/2, 22/2, 25/2, 26/2, inferiore, SPK, 20/1 occhio Rosso, 14/1, 19/1, 7/2 27/2, 28/2 infettiva, cheratite, 14/1, 7/2 infezione Acantameba, 29/1, 28/2 infiltrati acuto, 19/1, 7/2 SEAL, 19/2 occhio secco, 14/1, 30/1, 18/2 secchezza, 13/1, 21/1, 22/1, 25/1, 8/2, 18/2, opaca, lente, 13/2 19/2, 27/2 opacità corneale, 15/2 sensibilità corneale, 9/2 cheratite marginale, 19/1, 20/1, 21/2 ore 3&9, colorazione, 21/1, 22/1, 22/1, 18/2, SLK, 19/1, 19/2, 20/2, 21/2 sterile, 17/2 Ortocheratologia, 26/1, 15/2 soluzioni, ipersensibilità, 21/2 infiltrativa, cheratite, 30/1, 7/2, 21/2 OrtoK, 15/2 soluzioni tossicità, 14/2, 21/2, 21/2 inorganici, depositi, 23/1, 24/1 strie, 27/1, 16/2, 17/2, SPK, (vedi: colorazione) iperemia palpebra, tensione, 19/2 sterile, ulcera, 30/1 palpebrale, congiuntiva stretta, lente, 10/2 bulbare, 7/2, 18/2 congiuntiva palpebrale, 7/2 Iperemia, 7/2 strie, 16/1, 27/1, 17/2 interpalpebrale, 8/2, 9/2 papille, 28/1 toricità, errato orientamento, 12/2 limbare, 26/1, 8/2, 18/2, pre-lente, film lacrimale, 30/1,19/2 Timerosal, sensibilità al, 9/2, 20/2, 21/2, 21/2, pericheratica improvvisa, 17/2 pieghe 26/2, 28/2 settoriale, 8/2, 9/2 ipersensibilità endoteliali, 27/1, 16/2 tossicità alla lente, sindrome, 30/1 stroma profondo, 16/2 tossicità, soluzioni, 21/2 soluzioni, 21/2 polimegatismo, 13/1, 16/2 ulcera sterile, 30/1 Timerosal, 9/2, 21/2 precipitati cheratici, 17/2 ulcerativa, cheratite, 14/1 ipoestesia, 9/2 presbiopia, 25/1, 17/2 umor aqueo, intorbidimento del, 14/1, 17/2 iride, lente stampata, 13/2 pseudopterigio, 22/1, 18/2 utilizzo eccessivo, 20/1 jelly bump, depositi, 24/1 proteine, depositi, 24/1, 24/1, 28/1, 30/1, 28/2 uveite, 17/2 lacrima, instabilità, 30/1 puntata superficiale, cheratite, vascolarizzazione lente immobile, sindrome da, 19/1, 20/1, 10/2, (vedi: colorazione) 11/2 riduzione del comfort, 12/1, 13/1, 21/1, 22/1, lente 23/1, 23/1, 24/1, 25/1, 27/1, 7/2, 7/2, 9/2, 13/2, visione, (vedi: sintomi; visione) depositi, (vedi: depositi, lenti con) 18/2, 19/2, 25/2 visione annebbiata con gli occhiali, 26/1 difetto, 13/1, 12/2, 13/2, 18/2 rigonfiamento corneale, 16/2 visione offuscata, 12/1, 14/1, 17/2, 22/2 imperfezione, 12/1, 12/2, 24/2 rotta, lente, 13/2 vacuoli, 14/2 impronta del bordo, 10/2 Sattler, velo di, 27/1 wrinkling, corrugamento morbida, applicazione errata, 11/2 sintomi, RGP, applicazione errata, 11/2 abbagliamento, 12/1, 14/1, 17/2, 22/2 rottura, 12/2, 13/2 errato orientamento della toricità, 12/2 lente non bagnabile, 30/1 presbiopia, 17/2, 25/2 limbare, iperemia, 26/1, 8/2, 18/2, prurito, 14/1, 28/1, 18/2 marginale, infiltrato 30/1 riduzione del comfort, 12/1, 13/1, 21/1, Meibomio, disfunzione delle ghiandole di, 14/1 22/1, 23/1, 23/1, 24/1, 25/1, 27/1, 7/2, 7/2, 31 2003, vol. V, n. 2 profonda, 22/2 superficiale, 22/2 corneale, 22/2 epiteliale, 26/1, 22/2 Note per gli autori Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella fisiologia e patologia dell’occhio esterno. Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca, rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e gli eventi del settore. Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di: Marica Lava o Oscar De Bona CIBA Vision s.r.l. Via E. Mattei, 11, 30020 Marcon (VE) I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati su altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente ad altri giornali. Il testo dell’articolo, corredato da eventuali immagini, deve essere inviato in duplice copia per essere esaminato. Il lavoro deve pervenire anche su supporto magnetico. Dopo la revisione dei referees, l’autore corrispondente sarà informato sull’esito della revisione. Nel caso d’accettazione del lavoro presentato, farà seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti. Dattiloscritto, dischetto e immagini originali, anche se non pubblicati, non saranno necessariamente restituiti. Preparazione del dattiloscritto e del supporto magnetico I dattiloscritti devono pervenire su fogli A4. Impostazione margine superiore 2,50 cm, inferiore e laterale, destro e sinistro, 2 cm. Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia, le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Tutti i lavori accettati per la pubblicazione debbono pervenire anche su supporto magnetico, nei formati Macintosh e IBM compatibili elencati: MacWrite, Microsoft Word, Solo testo, R.T.F. Frontespizio La prima pagina deve includere il titolo per esteso, ed eventualmente anche ridotto, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome, l’indirizzo ed il numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per la corrispondenza. Sommario Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 130 parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230 parole, in lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale del tema trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni. Parole chiave Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 7 parole chiave per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari. Testo Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione, descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione. L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio. Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio, mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati. Articoli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi stru- menti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti. Bibliografia I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con un corpo più piccolo ad apice. L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati: Articoli di riviste Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume, prima e ultima pagina in cui appare l’articolo. Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo. Esempio di articolo da rivista Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866 Libri Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine. Esempio di libro Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction. Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60. Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro: Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K. e Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500. Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione del testo e non secondo l’ordine alfabetico. Illustrazioni Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc. La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali. Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo. Sono accettate fotografie in bianco e nero mentre immagini a colori devono pervenire, preferibilmente, in diapositiva. Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia. Il retro di ogni immagine deve riportare le seguenti informazioni: - titolo del lavoro - numero della figura - nome del primo autore e una freccia indicante la parte alta della fotografia. Organizzazione e spedizione del supporto magnetico È indispensabile che il file rispecchi le caratteristiche finali dell’articolo. L’etichetta del supporto deve riportare: - il nome dell’autore corrispondente - un titolo dell’articolo, eventualmente ridotto - il sistema operativo - il formato - il processore word utilizzato, con versione e numero Materiale aggiuntivo come tabelle, legende, bibliografia ecc. devono essere salvati su file individuali, uno per ogni categoria; particolarmente gradita è la preparazione di un file legenda. 32 2003, vol. V, n.2