1 LE ORIGINI DEL DRAMMA MEDIEVALE IN INGHILTERRA Nel medioevo il latino era ancora la lingua ufficiale della religione cristiana e quindi anche il clero inglese celebrava le funzioni religiose esclusivamente in latino, comprese le prime rappresentazioni drammatico-liturgiche. Già nel X secolo esistevano testi nati dalla Messa che venivano rappresentati, o meglio, recitati da componenti del clero. Per esempio, il lunedì di Pasqua si rappresentava l’episodio del Vangelo in cui tre donne che visitano il Sepolcro per profumare il corpo di Gesù incontrano un angelo che chiede loro “Quem quaeritis?” (Chi cercate?). Le prime rappresentazioni drammatiche del medioevo erano quindi delle integrazioni alla liturgia della Messa e perciò tutti i testi rappresentati trattavano un episodio narrato nel Vangelo. Generalmente i primi drammi religiosi si descrivono come aventi carattere simbolico e non realistico; i testi, scritti esclusivamente in latino, non erano recitati ma cantati. Questo tipo di rappresentazione drammatica dominò per duecento anni nell’Inghilterra medievale. Anche se i testi sopravvissuti denotano una crescita dell’interesse degli autori verso il miglioramento della gestualità e l’uso di costumi appropriati, non si può paragonare il dramma delle origini ad una rappresentazione moderna. Il primo testo drammatico in lingua inglese a noi noto è proprio una Visitatio Sepulcri ed è contenuto nei Regularis Concordia del X secolo (una raccolta delle pratiche liturgiche in uso a Winchester). Non è facile ricostruire il modo in cui questi drammi venivano messi in scena nella cattedrale anglosassone di Winchester, ma si pensa che il testo cantato e la musica di accompagnamento rendessero la rappresentazione molto simile ad un rito religioso. Già nel 1970 alcuni studiosi dichiaravano di non poter dimostrare che le rappresentazioni ecclesiastiche fossero all’origine del teatro popolare, malgrado la presenza di alcuni elementi comuni. Ecco, forse, perché il vescovo Grandison, responsabile di una diocesi in Cornovaglia nel 1360 scriveva a proposito delle celebrazioni legate al Natale: “… a bad custom had sprung up of acting plays in Churches during the Christmas holidays”.1 A quanto pare la crescita dell’interesse popolare per le rappresentazioni drammatiche preoccupava molto alcuni ecclesiastici perché gli spettacoli stavano diventando per i fedeli più importanti della liturgia tradizionale. Stava nascendo così, 1 Register of Bishop Grandison of the Collegiate Church of St. Thomas of Glasney, Cornwall (1360) (in Higgins 1994: 9-11): 2 a poco a poco, un nuovo genere drammatico le cui strutture organizzative e i cui temi non dipendevano direttamente dalla rigida liturgia tradizionale.2 Secondo alcuni studiosi, la grande trasformazione del dramma religioso in Europa iniziò nel 1215 quando la Chiesa di Roma promulgò il dogma della transustanziazione e si avvertì l’esigenza di insegnare ai fedeli illetterati la dottrina conosciuta come La Storia della Salvezza. Gli uomini sono salvati dalla morte eterna grazie alla figura di Cristo, il figlio di Dio diventato uomo. La Storia della Salvezza inizia con la creazione del mondo e termina con il giudizio universale. Solo nel 1264 Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini da celebrarsi trentuno giorni dopo la domenica di Pasqua in modo da non affollare ulteriormente la liturgia della Settimana Santa, dedicata alla morte e resurrezione di Cristo. Tuttavia soltanto nel 1311 la celebrazione del Corpus Domini ebbe il suo posto ufficiale nel calendario cattolico. A quanto pare il testo più antico ritrovato in Europa per una drammatizzazione sul tema del Corpus Domini è quello di Orvieto in cui si rappresenta in vernacolo il miracolo dell’ostia sanguinante durante una celebrazione eucaristica. Secondo la credenza medievale fu proprio per ricordare questo miracolo della transustanziazione che Papa Urbano IV istituì la festa religiosa. In Inghilterra la festa chiamata Corpus Christi si celebrò fino al 1537. In questa ed altre ricorrenze religiose venivano rappresentati vari generi drammatici: mystery, miracle e morality plays. Il più antico mystery play a noi noto è Adam (1280 circa) mentre il più antico morality play è The Pride of Life (1350 circa). I mystery plays I testi dei mystery plays erano organizzati in cicli per cui ogni dramma rappresentava un episodio narrato nella Bibbia o nei Vangeli Apocrifi. Un tipico mystery cycle inizia con la rappresentazione della Creazione del mondo (Creation), continua con la caduta dell’uomo, mostrando gli episodi più significativi del Vecchio Testamento (Noah’s Flood, Abraham and Isaac etc.), e del Nuovo Testamento (The Nativity of Christ, The Passion of Christ, Crucifixion) ed anche la discesa di Cristo agli Inferi (The Harrowing of Hell, che si basa sul Vangelo apocrifo di Nicodemo), fino ad arrivare al Giudizio Universale (Doomsday). I mystery cycles esistevano forse in dodici città e nella maggior parte dei casi venivano rappresentati durante alcuni giorni nella settimana del Corpus Domini o, in alcune città, in quella di Pentecoste (Whitsuntide). Alcuni cicli ci sono giunti incompleti: da quello di Coventry sono rimasti solo due testi, da Norwich uno, uno da New Castle, ed alcuni testi di “Comparing even the most extensive liturgical dramas with the later play-cycles, it is evident that the later works show a new concept of drama as an independent form, with its own thematic and structural organisation which is not depending upon a wider settting." (D. Mills in Happé, ed., 1984: 37-8) 2 3 Abraham and Isaac non hanno trovato una collocazione. I cicli quasi completi sono quelli di York, Chester, N-Town e Wakefield-Towneley. I frequenti anacronismi presenti nei testi indicano che passato e futuro della storia dell’umanità coesistono nel presente di ogni rappresentazione. I cicli iniziano con un evento remoto e si concludono con un evento futuro, ma tra la Creazione e il Giudizio vi sono gli eventi considerati centrali per la vita di ogni individuo: la nascita, la morte e la resurrezione di Cristo. L’importanza di questi drammi per gli individui e per le comunità sta quindi nella rappresentazione del ciclo della vita secondo la dottrina cattolica. I testi dei cicli diYork, Chester e Coventry venivano rappresentati su dei pageant wagons , cioè su dei carri usati per spettacoli (praticamente dei palcoscenici mobili). La tradizione dei pageant wagons potrebbe derivare dalla processione del Corpus Christi, durante la quale i membri delle corporazioni sfilavano per le strade della città. L’importanza delle processioni lungo le strade cittadine è indicata dal fatto che i re o altri rappresentanti dello stato entravano nelle città con delle ‘processioni’ molto fastose, accompagnate da spettacoli di ogni genere lungo le strade cittadine. Miracle plays Nei miracle plays, i temi non erano tratti direttamente da episodi biblici ma piuttosto da eventi miracolosi come appunto il miracolo dell’ostia di Orvieto. Il più noto è forse The Croxston Play of the Sacrament. I moral plays (o morality plays) I moral plays hanno invece come tema la vita umana vista in funzione del giudizio di Dio al momento della morte dell’individuo. I testi più importanti sono The Castle of Perseverance e, Mankind,ed Everyman. I loro protagonisti hanno nomi che indicano un individuo, ma allo stesso tempo tutto il genere umano, gli altri personaggi sono figure allegoriche, vizi e virtù personificati. E’ interessante considerare che il primo morality play chiamato Pride of Life, o meglio, King of Life (1350 circa), precede di un secolo ogni altro dramma tratto dalla Bibbia in Middle English (un fatto che è spesso sottovalutato nei tradizionali studi sul dramma medievale). La data di King of Life suggerisce, infatti, la vicinanza di questo moral play alle rappresentazioni folkloriche che si sono conservate nella tradizione orale dei mumming plays. I Mummings I testi dei mummings sono giunti a noi così cambiati a causa della trasmissione orale, tanto da farli sembrare a volte senza senso. In essi troviamo, ad esempio, Saint George (o King 4 George) con il Turkish Knight, Beelzebub, il Fool, una 'Lady', Pickle Herring, Big-Head, e Father Christmas nello stesso dramma. Il collegamento tra iI folk play e il moral play va ricercato nell’azione drammatica che emerge, malgrado le varianti locali, da uno schema che gli studiosi chiamano combat and-cure. In queste rappresentazioni vi sarebbero i resti di drammi rituali pagani legati al ciclo della vita rurale, ma, mentre è vero che nascita, copulazione e morte possono essere individuati in molte rappresentazioni (anche se nascosti e grottescamente distorti), sono state date poche spiegazioni di questo genere drammatico. Saints Plays Dallo studio dei registri delle istituzioni pubbliche e religiose del tempo, risulta che esistevano drammi sulla vita di almeno 50 santi. Se ne deduce che nei tre secoli in cui furono rappresentati i mystery cycles, i temi della fede cattolica erano certamente molto importanti anche a livello sociale. Purtroppo, solo tre testi drammatici sulla vita di santi sono giunti fino a noi. Si tratta di The Life of Mary Magdalene (Digby), St.Meriasek, (scritto in cornico) e The Conversion of St. Paul. La caratteristica più interessante del secondo dramma è che abbiamo gli schemi che descrivono lo spazio scenico in cui veniva rappresentato. Si tratta di uno spazio scenico circolare (round) che potrebbe rappresentare un legame con la forma dei teatri della Londra elisabettiana. Altri tipi di spettacoli drammatici Alla metà del quindicesimo secolo le feste religiose, oltre alle celebrazioni liturgiche, comprendevano spettacoli d’arte varia: canzoni, danze, incontri di lotta libera e lotta con le spade, travestimenti, giochi pirotecnici, spettacoli comici, esibizioni di animali ammaestrati etc. Nel suo testo Theatre of Fire (1998), Phillip Butterworth sottolinea l’importanza degli effetti pirotecnici nelle rappresentazioni drammatiche medievali e del periodo Tudor. L’illuminazione dell’azione drammatica non era infatti la funzione principale degli effetti pirotecnici. L’importanza simbolica della luce, gli effetti speciali dei draghi e dei diavoli, ma soprattutto i fuochi d’artificio erano ispirati forse alle descrizioni presenti nella Bibbia. Ecco perché, tra gli effetti pirotecnici, era frequente l’uso di globi infuocati che rappresentano il sole, la luna e la terra. Una delle scene più belle che dimostrano la funzione degli effetti pirotecnici è l’assalto di Belial al castello delle virtù in The Castle of Perseverance con l’impiego di castagnole e petardi. Butterworth descrive anche un altro tipo di rappresentazione pseudo-drammatica che era molto apprezzato nei festeggiamenti di corte durante il rinascimento: il fort holding. La versione più semplice di questo spettacolo è una battaglia pirotecnica tra un manipolo di 5 uomini che difende un forte ed un altro gruppo che pone l’assedio. Le armi usate per condurre la battaglia includono artiglieria, archibugi, palle infuocate, lance e frecce infuocate, razzi etc. Inoltre, potevano essere usati altri oggetti pirotecnici complessi come ruote infuocate, pompe di fuoco, animali e oggetti dalla sagoma infuocata. Gran parte delle testimonianze sui fort holding sono date dalle descrizioni in forma di racconto fornite da alcuni spettatori. Secondo queste narrazioni, il climax della battaglia si ha quando una delle fazioni raggiunge il castello. La vittoria può essere simboleggiata da una fazione che distrugge il forte o da un drago fiammeggiante che ‘vola’ su una fune ed atterra sul forte. (cfr. Butterworth, 1998: xviii) BIBLIOGRAFIA Grantley, D., "Liturgical Dramaturgy" in Comparative Drama 17, 1983, pp.124-40. Butterworth, P., Theatre of Fire, London, The Society for Theatre Research, 1998. Mullini, R., Zacchi, R., Introduzione allo studio del teatro inglese, Firenze, La casa Usher, 1992. Revel, D. Riot and Rebellion: Popular Politics and Culture in England 1603-1660, Oxford, Oxford University Press, Oxford. 1987.