PARROCCHIA SAN NICOLA da TOLENTINO
Santa Croce, 265 - 30135 Venezia - tel. 041 5222160 - cell. 329 1561027
Orario Ss. Messe: quotidiana e prefestiva ore 18,30 - Domeniche e Feste: 10.30 e 18,30
SS. Nome di Gesù (Caritas): quotidiana ore 8,00 - Domenica: ore 9,30
IL DIARIO
Anno II, n. 84 - Domenica 3 agosto 2008
San Lorenzo Giustiniani
(quarta parte)
Il Romanin in: Storia documentata di Venezia,
IV, Venezia 1913, p. 84, scrive: “Nel 1451,
morto il patriarca (di Grado) Domenico Michiel,
lo splendore a cui era giunta la Repubblica, la
moltitudine e coltura del suo popolo, la
particolare costante devozione dei Veneziani
alla S. Sede, l’essere Grado a pessima
condizione ridotta, scarsa di abitatori, in parte
ruinata e resa insalubre dalla mal’aria,
indussero papa Nicolò V ad annuire alla
domanda del veneziano governo che quella
cattedra venisse trasferita a Castello, e
precisamente nella persona del vescovo d’allora
Lorenzo Giustiniani, uomo che per la sua pietà e
per gli esimi suoi meriti erane ben degno, e fu
poi annoverato nel numero dei santi. Così ebbe
origine il patriarcato di Venezia”.
L’8 ottobre 1451, il Giustiniani fu nominato
patriarca di Venezia. Il nuovo titolo diede al
settantenne Lorenzo un rinnovato vigore:
professata fedeltà al doge Foscari, circa la novità
del titolo, non esitò a prendere posizione in
favore di alcune parrocchie extra-lagunari. Per
esempio, nel maggio 1452 nominò il nuovo
rettore della chiesa di Gambarare, vista la
negligenza dell’abbazia di san Ilario a
provvedervi. Il 13 giugno 1454 vendette i beni
della chiesa di Emona, di cui era amministratore.
Nel 1455 accolse con grandi feste la traslazione
del corpo di sant’Atanasio a Venezia, nonché
indisse e celebrò il primo concilio provinciale,
con l’intervento dell’arcivescovo di Zara e dei
vescovi dalmati. Intendeva, con tale presa di
posizione, dare prova reale del suo titolo di
primate della Dalmazia, fugando ogni dubbio di
puro aspetto decorativo.
Il patriarca fu chiamato ad intervenire anche per
tentare una onorevole composizione delle lotte
che dilaniavano la penisola. Il vecchio doge
Foscari, approfittando del titolo del neopatriarca, il 27 luglio 1453, lo invitò a prendere
contatti con l’arcivescovo di Firenze - il futuro
san Antonino - per esplorare le intenzioni dei
Medici al fine di un incontro risolutivo delle
varie difficoltà in corso.
L’attività del Giustiniani come scrittore, ebbe in
questo ultimo periodo di vita, alcuni guizzi. Sono
da ricordare i trattati “Sull’obbedienza e
sull’umiltà” e quello “Sui gradi della
perfezione”, quasi canto del cigno dopo una vita
spesa nel predicare e, soprattutto, praticare le
virtù cristiane.
L’organismo - stanco per le fatiche del ministero
e per l’austera povertà, esercitata eroicamente al
fine di sollevare le miserie palesi e nascoste dei
suoi figli - sul finire del 1455 ebbe un crollo.
Durante i giorni della malattia, rivolse varie
raccomandazioni ai suoi preti, al popolo ed alla
patria. Tra l’altro, si permetteva di suggerire per
la sua successione i nomi di Gregorio Correr o
Andrea Bondumier., che in realtà furono
rispettivamente il 3° e 4° patriarca, dopo il beato
Maffeo Contarini (1456-1460).
La morte lo raggiunse l’8 gennaio 1456, a 75
anni di età. Grande fu il cordoglio del popolo
veneziano, che subito ne celebrò la santità di
vita.
Il suo culto ebbe successivi riconoscimenti da
parte della Santa Sede. Papa Clemente VII nel
1524 ne concesse la celebrazione liturgica,
considerandolo come beato e papa Sisto V, nel
1588, lo riconobbe ufficialmente tale.
Dopo le tragiche vicende della peste del 1630
(quella del voto alla Madonna della Salute), e
della guerra di Candia del 1644 in cui la
protezione del beato si dimostrò efficace, il
governo della Repubblica - approfittando della
coincidenza del papa veneziano Alessandro VIII
- fece richiesta perché si procedesse a
canonizzare il primo patriarca. Il papa,
accontentò la sua patria e dopo un regolare
processo canonico, il Giustiniani venne iscritto
nell’albo dei santi il 16 ottobre 1690.
Nell’occasione, fra i cardinali presenti, figurava
anche il veneziano vescovo di Padova Gregorio
Barbarigo (poi dichiarato santo).
Il culto del Giustiniani, rimasto più o meno
presente alla coscienza della chiesa veneziana,
riprese nuovo vigore specialmente per l’azione
dei patriarchi Pietro La Fontaine e Angelo
Giuseppe Roncalli. Da papa, Giovanni XXIII
avrebbe desiderato proclamare il Giustiniani
Dottore della Chiesa, non riuscendo però nel suo
intento. Anche ultimamente il patriarca Angelo
Scola ha dimostrato il proprio interesse verso il
primo patriarca, facendone pubblicare tutte le
opere, tradotte dal dotto e compianto sacerdote
mons. Attilio Costantini.
Chi scrive ricorda che fino agli anni ’60, ogni 8
di gennaio, il Seminario si recava di primissima
mattina, nella già chiesa cattedrale di San Pietro
di Castello per celebrare la messa in onore di
san Lorenzo Giustiniani e per venerarne le
spoglie mortali, custodite nell’urna sopra l’altar
maggiore. Soprattutto ricorda il freddo pungente
di quelle mattinate invernali, (anche se i
seminaristi erano già stagionati dal freddo della
Basilica della Salute!). Comunque, dispiace che
la memoria del protopatriarca si sia quasi
spenta.
Personalmente ne conservo la
venerazione ed ho già proposto - seriamente - un
pellegrinaggio della parrocchia alla tomba di
san Lorenzo Giustiniani. (fine) D.M.
Curiosità veneziane
Come anticipato, presentiamo la zona S. Croce.
La fondazione della chiesa di Santa Croce, è
antichissima e sembra che sia stata consacrata
nel secolo VIII dal primo vescovo di Olivolo (poi
Castello), Massimo Obelalto, che la eresse in
parrocchia. Nel 1109 fu ceduta alla
Congregazione benedettina Cluniacense, che vi
fabbricò accanto un monastero. I monaci vi
rimasero per oltre due secoli e verso la metà del
secolo XIV la cura d’anime fu assunta dai preti,
che fecero ricostruire e nuovamente consacrare
la chiesa il 28 settembre 1342. Un certo Eugenio
Memmo, priore commendatario, nel 1460
permise a due eremite - Sofia Veneziana ed
Agnese Ungara - di erigere presso la chiesa della
Croce due cellette. Nel 1470 era già presente una
comunità religiosa di clarisse francescane che
ottenne, per disposizione di papa Sisto IV, la
chiesa della Croce con l’annesso monastero. Con
il passare degli anni, la chiesa andò quasi in
rovina, sicché fu rinnovata verso la fine del
secolo XVI e riconsacrata il 10 luglio 1600, da
Ottavio Abioso vescovo di Pistoia. Nel frattempo
il monastero fu tolto alla giurisdizione dei Frati
Minori, ai quali era stato sottoposto nel 1477 ed
affidato, nel 1594, alla cura dei patriarchi. Nel
1806-1807, in esso si concentrarono le monache
di santa Chiara. Nel 1810 chiesa e monastero
furono soppressi, diventando dei magazzini. In
seguito furono demoliti per lasciar spazio al
giardino Papadopoli il quale - innestata al suo
muro di cinta, nello spigolo tra il rio dei
Tolentini ed il Canal Grande - conserva una
antica colonna di granito orientale. Il capitello di
marmo greco che la sovrasta, reca scolpito un
misterioso monogramma, simile a quelli che si
vedono sopra i due stipiti isolati, presso la porta
del battistero della Basilica di san Marco. Sulla
provenienza della colonna e sul significato del
monogramma si è molto discusso e si continuerà
a farlo ancora a lungo.
Briciole
* Sul tavolo presso l’ingresso della chiesa, sono
esposti alcuni oggettini che illustrano le opere
d’arte custodite ai Tolentini. E precisamente: dei
segnalibri molto raffinati; la nuovissima e
aggiornatissima piccola guida della chiesa;
riproduzioni di quadri e di monumenti su
tavolette di legno munite di calamita. Piccole
cose ma raffinate, adatte anche per regali.
** Giovedì 7 agosto, ricorre la festa di san
Gaetano Thiene, un tempo molto venerato dai
veneziani. Il Doge stesso si recava in
pellegrinaggio ai Tolentini dove, in suo onore,
veniva allestito el tendòn, come per la festa di
san Rocco ai Frari. La messa della sera, alle ore
18,30 sarà celebrata con solennità, per invocare
l’aiuto del Santo della Provvidenza. Dopo la
messa, seguirà un semplice rinfresco, allestito
negli spazi esterni attigui alla chiesa. Come al
solito porta verta par chi porta!
*** Mercoledì scorso, 30 luglio, sono stati
celebrati nella chiesa dell’Ospedale i funerali
della signora Sparer Marisa, morta a soli 55 anni
di età, nostra parrocchiana, abitante in Piazzale
Roma al civico 466/B. L’avevo conosciuta poco
tempo fa, per strada, accompagnata dalla sua
badante. La messa di LUNEDI’ 4 agosto alle ore
18,30, sarà celebrata in suffragio di Marisa.
Sante Messe della settimana
Lunedì 4 + Marisa Sparer
Martedì 5 + Maria Luisa ed Ettore
Mercoledì 6 Trasfigurazione + Elena
Giovedì 7 San Gaetano + Rina ed Antonio
Venerdì 8 San Domenico + Lidia
Sabato 9 Santa Benedetta della Croce
Domenica 10 10,30 + Sandrino
18,30 + Michele
Ai “parrocchiani” di S. M. Maggiore
“Scusi, dov’è il palazzo di giustizia?”. “Vada
avanti e giri a destra: troverà il palazzo, ma
dubito che trovi anche la giustizia”.
Buonumore
- I 10 comandamenti sono così chiari, brevi e
comprensibili, perché sono sorti senza la
cooperazione di una commissione di esperti.
- Gli odierni Supermercati di frutta e verdura
sono come il Paradiso Terrestre: anche lì le mele
costavano l’ira di Dio.