Thought Leadership Paper
di Forrester Consulting per
conto di Teads
Come Risolvere Il
Dilemma Del Digital Video
Advertising Premium
Giugno 2015
Sommario
Sintesi del documento ....................................................................................... 1 Un futuro roseo per la pubblicità video digitale............................................. 2 Gli acquirenti vogliono di più dall'inventario video ....................................... 3 Garantire il futuro della pubblicità video risolvendo il problema della
qualità................................................................................................................... 5 Suggerimenti chiave .......................................................................................... 8 Appendice A: Metodologia................................................................................ 9 INFORMAZIONI SU FORRESTER CONSULTING
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ricerca per assistere i leader e sostenere il loro successo aziendale. I servizi di
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a progetti personalizzati, mettono direttamente in comunicazione il cliente con
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1
›
La mancanza di un inventory premium, sommata alle
divergenze sulla definizione univoca del concetto di
premium, frena la crescita della pubblicità video.
Per evitare il rischio di frodi e la scarsa visibilità,
inserzionisti e agenzie fanno costantemente riferimento
a un inventory “premium”, riducendo così drasticamente
le opportunità pubblicitarie disponibili e inquinando il
mercato con criteri differenti su cosa effettivamente sia un
inventory “premium.”
Nel gennaio 2015, Teads ha commissionato a Forrester
Consulting un sondaggio per valutare in che modo
inserzionisti, agenzie ed editori si stiano adattando alle
nuove tendenze nella pubblicità video. Per analizzare in
modo più approfondito questa tendenza, Forrester ha
messo a punto un'ipotesi di lavoro per verificare se
effettivamente inserzionisti, agenzie e media company siano
alla ricerca di approcci alternativi alla tradizionale pubblicità
video digitale associata a un inventario video limitato.
›
La pubblicità video è ancora un work-in-progress,
promettente ma incompiuto. Oltre a richiedere un
inventory premium più ampio, inserzionisti e agenzie
vogliono un targeting più preciso e una misurazione più
accurata dell'impatto delle loro inserzioni pubblicitarie
video. Le media company, invece, sono alle prese con
i costi dei contenuti video e con la capacità dei propri
reparti sales di vendere la pubblicità video in modo
efficace.
Un sondaggio di Forrester cui hanno partecipato
529 decision-maker in rappresentanza di inserzionisti,
agenzie e media company in Argentina, Francia, Germania,
Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, oltre
a sei interviste qualitative, ha rivelato che sia le società che
vendono che quelle che acquistano ostentano un grande
ottimismo sul futuro della pubblicità video; tuttavia, diverse
problematiche sembrano scoraggiare inserzionisti e media
company dall'adozione su larga scala di soluzioni di
pubblicità video digitale. Tra queste, spiccano la definizione
di un inventario video premium, la scarsa disponibilità di
questo tipo di inventari e l'incertezza sulle performance della
pubblicità video digitale.
›
Inserzionisti, agenzie e media company devono
creare un mercato della pubblicità video trasparente
e affidabile. In quanto formato pubblicitario emergente,
il video online risente della mancanza di standard
condivisi e di procedure che già caratterizzano altri media.
Da parte loro, le media company in grado di fornire asset
proprietari di alta qualità, supportati da garanzie di
performance, dovranno essere pronte a rendere
disponibile un inventory di pubblicità video di qualità
premium, in grado di soddisfare le esigenze degli
acquirenti. Gli acquirenti che sapranno ampliare la
propria definizione oltre i media brand noti e affidabili,
rivolgendosi a media company in grado di offrire
misurazioni trasparenti e affidabili, potranno trarre
vantaggio da campagne pubblicitarie più efficaci.
›
La pubblicità out-stream offre una soluzione a queste
sfide. Se il contenuto video è l'alveo naturale per gli
annunci pubblicitari video, sia le società che vendono
che quelle che acquistano hanno notato che la pubblicità
video all'interno di contenuti editoriali garantisce dei
vantaggi. Le media company hanno affermato che gli
annunci pubblicitari out-stream permettono loro di offrire
un inventory video premium più ampio e assicurare un
maggior ritorno sull'investimento. Secondo le società di
acquisto l'out-stream garantisce una maggiore visibilità,
permette loro di acquistare in modo programmatic e offre
una positiva user experience.
Sintesi Del Documento
La pubblicità video digitale rappresenta un'eccellente
opportunità per inserzionisti, agenzie e media company, ma
per riuscire a coglierla occorre risolvere alcune sfide chiave
che gravano sul mercato odierno. In definitiva, sia le società
che vendono che quelle che acquistano svolgono un ruolo
determinante nel successo di questo importante formato
pubblicitario.
PRINCIPALI RISULTATI
Lo studio svolto da Forrester ha evidenziato i seguenti
risultati:
›
Gli attori del mercato prevedono che la spesa in video
digitale aumenterà nei prossimi due anni. La pubblicità
video rappresenta per gli inserzionisti un'opportunità di
per raggiungere gli utenti con messaggi articolati e di
impatto sui loro marchi e prodotti. Per le agenzie, significa
tariffe più alte e la possibilità di lavorare su contenuti
pubblicitari complessi e sfaccettati, mentre per le media
company rappresenta un'opportunità di maggiori ricavi.
2
Un Futuro Roseo Per La Pubblicità
Video Digitale
La pubblicità video digitale è un formato ideale per tutti gli
attori. Per gli inserzionisti, rappresenta un'opportunità per
raggiungere i clienti esistenti e potenziali con messaggi
video articolati e di impatto. Per le media company, il video
garantisce un maggior CPM (cost per mille), mentre per le
agenzie significa tariffe più alte (e di conseguenza maggiori
ricavi), oltre alla possibilità di lavorare su contenuti
pubblicitari complessi e differenziati. Se poi si aggiunge la
propensione dei clienti a fare affidamento sul video digitale,
è facile capire perché così tanti inserzionisti e agenzie
prevedano una crescita del mercato della pubblicità video
digitale nei prossimi due anni (vedere la Figura 1).
Questa crescita dipende da numerosi fattori, tra cui una
maggiore disponibilità di video inventory premium (il 46%
delle agenzie interrogate lo ha indicato come primo fattore
trainante nella crescita degli annunci pubblicitari video), il
miglioramento degli standard di targeting e visibilità degli
annunci e, soprattutto per gli inserzionisti, l'evoluzione della
tendenza degli utenti verso la fruizione di contenuti video
online (il 61% degli inserzionisti intervistati lo considera il
reale elemento propulsivo per la spesa video online).
Le media company hanno intuito che il video online
rappresenta un'opportunità eccellente anche per loro,
e ben il 73% prevede di accrescere, in modo marginale
o significativo, il volume di affari che ruota intorno
all'inventario di pubblicità video nei prossimi due anni.
Le media company sono attratte dalla possibilità di
incrementare il CPM sull'inventario video, e il 44% indica
questa opzione come il principale vantaggio del formato;
il 29% delle media company, tuttavia, considera il video
un'opportunità per fornire contenuti pubblicitari più stimolanti
al pubblico (vedere la Figura 2).
Sia le società che vendono che quelle che acquistano
mostrano un grande ottimismo sul futuro del video online.
Esistono tuttavia delle problematiche che devono ancora
essere identificate e risolte: è fondamentale che il mercato
agisca per evitare che questi elementi propulsivi si
trasformino in ostacoli.
“Ritengo che [la quantità di video inventory] continuerà
a crescere, perché per gli utenti i video sono una
fonte di intrattenimento o di informazione, e [i video]
rappresentano probabilmente il mezzo migliore per
questo tipo di contenuti. Quindi, direi che la domanda
del mercato consumer è in espansione e, d'altra
parte, i video sono il modo più efficace per veicolare
dei messaggi.”
- Presidente di un'agenzia pubblicitaria
internazionale
FIGURA 1
Si prevede una crescita dei budget per la pubblicità video nei prossimi due anni
“In che modo ritenete che la spesa in pubblicità video
digitale dei vostri clienti cambierà nei prossimi due anni?”
“In che modo ritenete che la spesa in pubblicità video
digitale dei vostri clienti cambierà nei prossimi due anni?”
Agenzie
31%
Aumento significativo
Riduzione significativa
8%
10%
52%
Aumento moderato
12%
Invariata
25%
Aumento significativo
39%
Aumento moderato
Riduzione moderata
Inserzionisti
15%
Invariata
Riduzione moderata
7%
Riduzione significativa 1%
Il 70% delle agenzie e il 77% degli inserzionisti ritiene
che i budget per i video aumenterà nei prossimi due anni.
Base: 108 agenzie e 285 inserzionisti in Argentina, Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di Teads, maggio 2015
3
Gli Acquirenti Vogliono Di Più
Dall'inventario Video
FIGURA 2
Le media company guardano con interesse
all'eccellente appeal dei video
“Qual è il vantaggio principale della pubblicità
video per la vostra organizzazione?”
44%
Opportunità di maggiori CPM
Opportunità di fornire
contenuti pubblicitari più
stimolanti per il nostro pubblico
29%
Opportunità di attrarre fondi
da budget tradizionalmente non
allocati per la pubblicità digitale
Ricavi da pubblico che
le marche non possono
raggiungere tramite TV
19%
7%
Base: 136 editori/media company, agenzie e inserzionisti in Argentina,
Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, aprile 2015
Gli acquirenti in America del Nord (85% degli
inserzionisti e 79% delle agenzie) prevedono un
aumento della spesa per i video online, mentre
le media company nell'Unione Europea (80%)
prevedono un incremento dell'inventario video
nei prossimi due anni.
“[La pubblicità video] ci spinge
verso l'innovazione e mostra come
è possibile battere la concorrenza.
Ci permette di fare qualcosa di
diverso, in anticipo sui tempi.”
Gli attori di vendita concordano sostanzialmente sui fattori
che minacciano la loro spesa in video online e, cosa molto
interessante, buona parte di queste minacce trova una
corrispondenza nei fattori che le società di acquisto indicano
come elementi propulsivi chiave (vedere la Figura 3).
Le società di vendita sono preoccupate del fatto che la
mancanza di standard in termini di targeting, misurazione,
implementazione e best practice, associate alle pressioni
sulla disponibilità di inventario video premium, possano
frenare il mercato in futuro.
Per le media company che attualmente offrono video online,
i problemi che rendono incerto il futuro del video digitale
riguardano principalmente la possibilità di fornire inventory
in modo per loro economicamente appetibile (vedere la
Figura 4). Ad esempio, le media company devono calibrare
il valore dei CPM dei video con i costi associati alla
trasformazione in produttori di contenuti video, che possono
rivelarsi proibitivi.
FIGURA 3
Agenzie e clienti sono in sintonia sulle minacce
alla crescita della spesa per la pubblicità video
“Quale dei seguenti fattori, a vostro avviso, rappresenta
un ostacolo all'adozione o alla spesa in video digitale?”
Agenzie
Inserzionisti
Mancanza di verifica che la
pubblicità raggiunga effettivamente
il pubblico di riferimento
50%
46%
Mancanza di standard definiti
in merito alla misurazione
Mancanza di standard
definiti in merito alle best
practice di implementazione
43%
36%
42%
33%
- Advertising manager presso una media company europea
Mancanza di un inventario
video premium
Mancanza di standard
definiti in merito alla
visibilità della pubblicità
40%
27%
37%
35%
Base: 108 agenzie e 285 inserzionisti in Argentina, Francia, Germania,
Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, maggio 2015
4
FIGURA 4
Le media company sono preoccupate da costi,
focus e mancanza d’inventory
“Avete affermato che la vostra azienda attualmente
offre pubblicità video. In quale delle seguenti problematiche
relative alla vendita di pubblicità video vi siete imbattuti finora?”
Il ROI è al di sotto delle nostre aspettative
a causa dei costi di produzione dei contenuti
video per veicolare la pubblicità
Il settore video incide in maniera troppo
marginale sui ricavi generali per potervi
dedicare addetti o responsabili al traffico
Disponibilità di un inventario
video ridotto
Il nostro reparto vendite non ha
familiarità con i modelli CPV
44%
40%
37%
34%
Base: 103 case editrici/media company, agenzie e inserzionisti in
Argentina, Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito
e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, maggio 2015
Oltre alla preoccupazione per i costi di produzione dei
contenuti video, oltre un terzo delle media company deve
affrontare il problema dell'impreparazione del proprio
personale preposto alla vendita di pubblicità video; anche la
scarsa familiarità con i modelli cost-per-view (CPV) sembra
avere un suo peso.
Per le media company native digitali o che già
dispongono di contenuti video, la mancanza di
inventory video rappresenta il problema
principale (47%). Le media company non native
sono invece più preoccupate del fatto che il
ROI (bilancio tra costi e ricavi) dei contenuti
video non risulti appetibile per il proprio
business (45%).
Un altro problema è costituito dal mancato accordo
sull'esatta definizione di inventory video premium. La qualità
del media brand e dei contenuti è un fattore importante per
tutti gli attori, ma le media company hanno sempre
considerato la viewability molto più importante rispetto alle
proprie controparti acquirenti, e prestato grande attenzione
all'esperienza dell'utente finale. Sia le agenzie che gli
inserzionisti mettono al terzo posto della lista dei loro
desiderata la qualità dei dati forniti per il targeting, mentre
per le media company questo aspetto è solo al sesto posto
dell'elenco (vedere la Figura 5).
“Cosa intendiamo per premium? Non
è facile rispondere a questa domanda.
Realisticamente, ognuno adotta una
propria metodologia.”
- CEO di un'agenzia pubblicitaria interanzionale
5
FIGURA 5
Le società di acquisto e di vendita non concordano sulla definizione di “inventory video premium”
“Quali tre fattori, tra quelli elencati di seguito, prendereste in considerazione
per determinare se l'inventario di pubblicità video è di qualità premium?”
Inserzionisti
1° posto:
Qualità dei
contenuti editoriali
(44%)
2° posto:
Qualità del
media brand
(37%)
3° posto:
Qualità dei dati forniti
per l'individuazione
del target
(36%)
4° posto:
Visibilità dell'annuncio
pubblicitario
(35%)
Agenzie
1° posto:
Qualità del
media brand
(39%)
2° posto:
Qualità dei
contenuti editoriali
(38%)
3° posto:
Qualità dei dati forniti
per l'individuazione
del target
(38%)
4° posto:
Posizionamento
dell'annuncio
pubblicitario
(35%)
Media company
1° posto:
Qualità dei
contenuti editoriali
(63%)
2° posto:
Visibilità dell'annuncio
pubblicitario
(58%)
3° posto:
Qualità del
media brand
(57%)
4° posto:
Esperienza
dell'utente finale nel
settore pubblicitario
(46%)
Base: 529 case editrici/media company, agenzie e inserzionisti in Argentina, Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di Teads, maggio 2015
Quando le società di acquisto si imbattono in queste
problematiche in fase di acquisto di pubblicità video,
segnalano una serie di conseguenze negative, inclusa
l'intenzione di procedere in programmatic e non vincolato ad
acquisti diretti o su mercati privati, e in alcuni casi
l'abbandono di qualsiasi interesse nell'acquisto di pubblicità
video digitale (vedere la Figura 6).
FIGURA 6
Le problematiche non risolte causano
l'allontanamento degli acquirenti
57%
“Acquisto selettivo di video tramite
mercati privati o acquisto manuale”
55%
52%
“Decisione di riadattare gli asset video
esistenti anziché produrre contenuti
online specifici”
41%
38%
“Decisione di non intraprendere
campagne video digitali”
35%
31%
“Ricerca di altre opportunità o formati
per i contenuti video digitali”
34%
Inserzionisti
Agenzie
“Quale impatto hanno queste problematiche sul vostro
approccio e su quello dei vostri clienti alla pubblicità video?”
Base: 103 agenzie pubblicitarie e 281 inserzionisti in Argentina, Francia,
Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, maggio 2015
La situazione è simile anche per le media company. Oltre la
metà di esse adotta un approccio caso per caso (anziché in
programmatic) alla vendita di contenuti video, oppure
l'interesse nella pubblicità video è calato drasticamente.
Questi comportamenti determinano una perdita di
opportunità per tutti gli attori: gli inserzionisti, che non
riescono a raggiungere i loro clienti esistenti o potenziali
con contenuti articolati e di impatto; le agenzie, che perdono
commissioni e la possibilità di lavorare su materiali
stimolanti; e le media company, che perdono la possibilità
di aumentare i ricavi derivanti da un inventory video di
maggior valore.
6
Garantire Il Futuro Della Pubblicità
Video Risolvendo Il Problema Della
Qualità
Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal video
digitale, molte società di acquisto e di vendita si stanno
rivolgendo a fonti aggiuntive di inventario video premium,
inclusa la pubblicità out-stream, che prevede il
posizionamento degli annunci pubblicitari video all'interno
di contenuti editoriali scritti anziché incorporare l'annuncio
pubblicitario in contenuti video nativi (vedere la Figura 7).
FIGURA 7
Le società di acquisto e di vendita cercano di
diversificare la propria strategia pubblicitaria video
“In futuro, che importanza rivestiranno le inserzioni
pubblicitarie video nel portafoglio pubblicitario
complessivo dei vostri clienti?”
(La percentuale indica la maggiore importanza rispetto ad oggi)
Pubblicità
video
out-stream
77%
70%
69%
Agenzie
Pubblicità
video
in-stream
60%
60%
Pubblicità
video
via banner
59%
65%
54%
Le società di acquisto che hanno adottato la pubblicità outstream affermano che questa strategia ha risolto alcuni dei
problemi legati al video online: il 70% degli inserzionisti ha
affermato di aver avuto accesso a un inventory più ampio
e di aver potuto acquistare video in programmatico, il 69%
ritiene che abbia contribuito a determinare la viewability,
mentre il 65% pensa che abbia avuto un impatto positivo
sull'esperienza dell'utente finale, evitando così che i clienti
abbandonassero il brand in quanto associato ad esperienze
video non gradite.
Le media company hanno affermato che l'out-stream
ha senz'altro alleviato le pressioni sulla produzione di
inventory video per i propri acquirenti. Il 60% delle media
company che offrono video out-stream ha affermato che
l'out-stream ha permesso loro di offrire un inventory video
premium, favorendo la vendita programmatic. Inoltre, oltre
la metà ha affermato che garantisce un maggior ritorno
sull'investimento (ROI) rispetto ad altri formati pubblicitari, il
che è spiegato almeno in parte dai costi in calo della
produzione video nativa (vedere la Figura 8).
FIGURA 8
La pubblicità out-stream ha favorito l'offerta di
inventory video da parte delle media company
Inserzionisti
72%
Editoria/
Media
Base: 529 publisher/media company, agenzie e inserzionisti in Argentina,
Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, maggio 2015
“In che misura siete d'accordo o confutate le
seguenti affermazioni relativamente al video
out-stream che offrite ai vostri clienti?”
(La percentuale indica l'accordo)
Un inventario più ampio
significa poter vendere pubblicità
video in modo programmatico
67%
Ci permette di offrire un
inventario aggiuntivo premium
per i contenuti pubblicitario video
66%
Fornisce un'esperienza dell'utente
finale migliore (meno invadente) rispetto
ad altre forme di pubblicità video digitale
L'85% delle agenzie e l'82% degli inserzionisti
in America del Nord ritiene che la pubblicità
out-stream rappresenterà in futuro una parte
importante del loro media mix. Le media
company in America Latina (81%) sono più
portate a ritenere che l'out-stream acquisirà
sempre maggiore importanza, seguite dal 67%
delle media company nell'Unione Europea e dal
63% delle media company negli Stati Uniti.
Fornisce un ROI migliore rispetto
ad altri formati pubblicitari
60%
59%
Base: 86 publisher/media company, agenzie e inserzionisti in Argentina,
Francia, Germania, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti
Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di
Teads, maggio 2015
In sintesi, inserzionisti e agenzie vogliono maggiori
rassicurazioni sul fatto che il messaggio giunga realmente
al proprio target, e standard più elevati in termini di
viewability e misurazione, per capire se il loro investimento
in video è redditizio o meno. La soluzione dipende in parte
dal livello di trasparenza adottato dalle media company, ma
7
il settore nel suo insieme richiede con forza standard più
rigorosi e formulati in modo chiaro, una responsabilità
condivisa dalle società di acquisto e di vendita operanti nel
mercato della pubblicità video.
In quanto a loro, le media company hanno affermato
di essere alla ricerca di opportunità a basso rischio per
diventare protagonisti del mercato o cogliere appieno
le possibilità offerte dalla pubblicità video. Nel fare ciò,
dovranno tenere ben presente che il video rappresenta
una soluzione costosa anche per le società di acquisto loro
clienti. Dovranno pertanto mettere a punto strumenti efficaci
per il targeting e la trasparenza in termini di viewability
e performance, al fine di infondere fiducia nei loro clienti
e rassicurarli sulla redditività del loro investimento.
“Premium non deve essere sinonimo di costoso, ma
deve essere garanzia di trasparenza e possibilità di
offrire loro esattamente ciò che vogliono (mediante
la trasparenza).”
- CEO presso un'agenzia pubblicitaria
internazionale
8
Suggerimenti Chiave
Un mercato della pubblicità video evoluto e maturo può e deve essere una risorsa per inserzionisti, agenzie e media
company. Ciò detto, c'è ancora un significativo margine di miglioramento affinché questa opportunità possa essere
sfruttata al meglio da tutte le parti interessate. Le società di acquisto e di vendita possono contribuire al successo del
video online come indicato di seguito:
›
Acquirenti: richiedere chiarezza su questioni spinose. Le società di acquisto devono richiedere la massima
chiarezza per i loro acquisti di pubblicità video digitale. Privilegiare acquisti in grado di dimostrare l'efficacia del
targeting, definire standard elevati per la visibilità, richiedere un'assunzione di responsabilità per le performance
e tenere presente l'esperienza del cliente sono altrettante prove che le soluzioni in grado di soddisfare queste
esigenze verranno valutate in modo più positivo, oltre a spingere i partner di vendita a fornire un prodotto
adeguato alle proprie necessità.
›
Venditori: comprendere che si può essere un provider di pubblicità video senza necessariamente essere
un produttore. Utilizzare formati di pubblicità video indipendenti dagli asset video esistenti è un modo per
espandere (o creare) un inventory proprietario con costi e rischi ridotti rispetto alla necessità di creare un gran
numero di asset video per soddisfare le esigenze degli inserzionisti. Occorre tuttavia rendersi conto che le
aspettative degli acquirenti in termini di garanzie delle performance sono sempre maggiori, e di conseguenza
orientarsi verso soluzioni in grado di offrire tali garanzie e fornire un'esperienza dell'utente finale positiva.
›
Venditori: trovare partner tecnologici in grado di fornire un adeguato supporto. Le media company si sono
finora tenute alla larga dalla pubblicità video (del tutto o per quanto possibile) a causa dei costi, dei tempi e delle
competenze richieste da questo tipo di settore. È opportuno ricercare partner tecnologici che permettano di
superare tali ostacoli grazie a potenti funzionalità ma anche a un affidabile livello di servizio, in grado di fornire
l'assistenza richiesta quando si muovono i primi passi in questo mercato.
›
Tutti: comprendere che quaità premium e asset proprietari sono concetti legati a doppio filo.
È semplicemente naturale considerare la reputazione e la qualità del media brand come aspetto importante nella
definizione di un inventario premium, che rappresenta il fattore principale per la crescita futura del video online.
Tuttavia, tanto le società che vendono quanto quelle che acquistano includono considerazioni relative a utenti
finali e prestazioni nell'equazione per la definizione dell'inventario da classificare come premium.
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Appendice A: Metodologia
In questo studio, Forrester ha condotto un sondaggio online tra 529 inserzionisti, agenzie e media company in Argentina,
Francia, Germania, Italia, Messico, Regno Unito e Stati Uniti. Ha quindi integrato i risultati del sondaggio con 6 interviste
qualitative. Lo studio ha valutato lo stato corrente, i vantaggi, le problematiche e le possibili soluzioni per la pubblicità video
online. Hanno partecipato al sondaggio decision-maker coinvolti nell'acquisto o nella vendita video presso le rispettive
società. Le domande poste ai partecipanti riguardavano le procedure di acquisto o vendita di pubblicità video correnti. Agli
intervistati è stato offerto un piccolo incentivo come compenso del tempo necessario per rispondere al sondaggio. Lo studio
è iniziato nel gennaio 2015 ed è stato completato nel maggio 2015.