Gli articoli del Papersera Fantasia di Walt Disney Quando la musica si fa immagine di Ivano Presotto Anno II numero 2 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net “Fantasia “In una professione che è stata un viaggio senza fine alla scoperta dei regni del colore, del suono e del movimento, Fantasia rappresenta la nostra avventura più eccitante. Finalmente abbiamo trovato un modo per utilizzare in un film animato la grande musica di tutti i tempi e l’ondata di nuove idee che essa suscita”1. Walt Disney, 1940 1 Dal programma ufficiale distribuito in occasione della premiere del film al Colony Theater di New York. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 2 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Sommario Introduzione ....................................................................................................................... 4 Le origini del connubio musica – immagini nell’opera di Walt Disney .............................. 4 Capitolo I ........................................................................................................................... 13 La nascita di Fantasia ....................................................................................................... 13 Capitolo II ......................................................................................................................... 16 Toccata e fuga in re minore di Johann Sebastian Bach .................................................... 16 Capitolo III ....................................................................................................................... 20 Suite da “Lo Schiaccianoci” di Piotr Ilyich Tchaikovsky ................................................. 20 Capitolo IV ....................................................................................................................... 25 L’Apprendista Stregone di Paul Dukas ............................................................................. 25 Capitolo V ......................................................................................................................... 30 La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky .................................................................... 30 Capitolo VI ....................................................................................................................... 35 La Sesta Sinfonia detta “La Pastorale” di Ludwig van Beethoven................................... 35 Capitolo VII ..................................................................................................................... 40 La Danza delle Ore da ”La Gioconda” di Amilcare Ponchielli ....................................... 40 Capitolo VIII ................................................................................................................... 44 Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky e l’Ave Maria di Franz Schubert ...... 44 Conclusioni....................................................................................................................... 50 Fantasia, Fantasia 2000 e poi…........................................................................................ 50 © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 3 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Introduzione Le origini del connubio musica – immagini nell’opera di Walt Disney La musica ha rivestito un ruolo fondamentale nel successo dello Studio Disney, fin da quel lontano 18 novembre 1928, quando al Colony Teather di New York venne proiettato per la prima volta Steamboat Willie (trad. it. Willie del vaporetto): la reazione del pubblico fu da subito travolgente. L’idea che stava alla base del successo di un piccolo topo disegnato di nome Mickey Mouse era l’uso combinato della musica e delle immagini in movimento sullo schermo. Ma non attraverso un semplice accompagnamento sonoro di sottofondo, bensì con una sincronizzazione perfetta tra le immagini, la musica ed i rumori che venivano prodotti dagli stessi personaggi del cortometraggio animato. La nascita di Mickey Mouse affonda nella leggenda, per la maggior parte creata da Walt stesso, il quale amava raccontare di come avesse ideato Topolino durante un viaggio in treno con la moglie di ritorno da New York, dopo essere stato depredato del suo personaggio più importante, Oswald the Lucky Rabbit, e di come fosse stata la moglie Lillian a battezzare col nome di Mickey quel topo che Walt inizialmente voleva chiamare Mortimer. Osvaldo il coniglio fortunato era stato ideato dalla coppia Walt Disney – Ub Iwerks dopo l’esperienza delle Alice’s Comedies (1923 – 1926) che raccontavano le avventure di una ragazzina in carne e ossa in un mondo disegnato. Tra il 1927 e il 1928 vennero prodotti 26 cortometraggi muti con questo personaggio come protagonista, il quale deve essere considerato un antenato di Mickey Mouse soprattutto da un punto di vista grafico: nell’ideare Topolino, Oswald fu il punto partenza, infatti le sue orecchie da coniglio © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 4 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net vennero sostituite con due grandi orecchie tonde e la coda a pon-pon con un codino lungo e flessibile, arrivando così alla grafica di Mickey. Oswald riscosse un buon successo e cominciò ad interessare per le sue potenzialità economiche Charlie Mintz, distributore dei cartoons dello Studio Disney. Mintz riuscì ad impossessarsi del personaggio e addirittura dei disegnatori in forza alla Disney per avviare autonomamente la produzione dei cortometraggi con protagonista il coniglio. Walt non poté fare altro che rinunciare al personaggio. Lo Studio Disney necessitava quindi di un nuovo, valido personaggio. Se l’idea del topo venne a Walt, non bisogna dimenticare che la sua creazione grafica si deve al talento di Ub Iwerks, sempre rimasto nell’ombra. La vera genesi di Mickey è quindi dovuta alla collaborazione tra Walt, che diede al topo personalità e voce, e Ub, che gli diede invece forma e movimento. All’inizio del 1928 il primo film di Mickey venne completato: Plane Crazy narra la vicenda di Topolino emulo dell’eroe dell’aviazione Charles Lindbergh. A questo primo cortometraggio seguirà Gallopin’ Gaucho, le avventure di Topolino nei panni di un cavaliere della pampa. Frattanto era cominciata la rivoluzione del sonoro. Si era infatti agli albori del film parlato, il primo dei quali, The Jazz Singer, diretto da Alan Crosland ed interpretato dal cantante Al Jolson, era apparso il 6 ottobre 1927 ed era passato come un uragano sul mondo del cinema: nulla sarebbe mai più stato uguale a prima. Walt Disney riconobbe da subito nel sonoro l’inevitabile completamento dell’arte dell’animazione e anche se i primi due film di Mickey non avevano trovato compratori, ne progettò un terzo e questa volta completamente sonorizzato. Alla ricerca di un metodo per poter sincronizzare la musica con le immagini, Walt trovò nel sistema Cinephone la soluzione ai suoi problemi. Ingaggiò quindi un’orchestra e due esperti rumoristi e presentò il già citato Steamboat Willie come il © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 5 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net primo cartone animato completamente sonorizzato dello Studio Disney. Il film non riscosse però successo tra i distributori, finché Harry Reichenbach, un pubblicitario in procinto di aprire una sala cinematografica a New York, non propose a Disney di proiettarlo nel suo cinema. Pubblico e critica furono concordi nel giudizio più che positivo per il film considerato “un piccolo gioiello dell’animazione”: era la conferma che la strada del cinema era ormai inevitabilmente orientata verso il sonoro. Walt era enormemente soddisfatto del successo, ma aveva anche il timore che lo Studio sarebbe stato costretto a creare un cortometraggio dopo l’altro e tutti con lo stesso protagonista: ne aveva fatto esperienza con Alice e poi con Oswald e lo trovava controproducente. Dopo la post-sonorizzazione dei primi due film muti di Topolino, decise di lanciare una nuova serie di cartoons, questa volta aventi come protagonista la musica stessa e non più le immagini, come accadeva invece per i film di Mickey. Nacque così The Skeleton Dance, primo film della serie delle Silly Symphonies: i protagonisti sono degli scheletri che ballano al ritmo di una marcetta composta per l’occasione da Carl Stalling, musicista dello Studio, prendendo spunto da una composizione preesistente di Grieg intitolata Marcia dei Nani. L’idea che stava alla base della nuova serie era dare vita e corpo a disegni animati che si adattassero ad un motivo musicale preesistente, stravolgendo quindi l’operazione che veniva fatta con i Mickeys, così erano chiamati i film con protagonista Topolino, in cui invece era la musica, creata appositamente per il film, a doversi adattare alle immagini in movimento. La prima delle Allegre Sinfonie non riscosse il successo sperato da Walt tra i distributori, la risposta del pubblico invece fu entusiastica. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 6 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Nel 1930, nel pieno della crisi economica statunitense, Topolino era ormai diventato un idolo nazionale e sia i Mickeys sia le Silly Symphonies avevano dato fama e fortuna a Disney. Ma la prosperità dello Studio era solo apparente: Walt si preoccupava di migliorare sempre più la qualità dei suoi cortometraggi, ma così facendo il costo finale di ogni cartoon aumentava. Ogni affinamento della tecnica spingeva inesorabilmente verso l’alto i costi. L’animazione, così come era concepita da Walt Disney, era sempre un’impresa rischiosa, e tale sarebbe stata per lungo tempo per lo Studio di Hyperion Avenue. All’inizio degli anni Trenta, Disney decise di intraprendere una nuova sfida tecnologica: creare dei cartoons a colori. Chiese ai tecnici dello Studio di fare esperimenti con i nitrati e altre sostanze, ma i risultati furono insoddisfacenti. Non si poteva nemmeno proporre la primitiva tecnica dei bagni monocromatici delle pellicole in soluzioni colorate a seconda della scena da filmare, ad esempio blu per la notte, rosso per un incendio o verde per le scene bucoliche. Bisognava trovare un metodo che consentisse un realismo massimo dei colori. In quegli anni la Technicolor elaborò un sistema per combinare tre negativi dei colori base rosso, giallo e ciano a formare l’intera gamma dei colori più l’uso del nero: ecco il sistema che Disney stava cercando. Riuscì a garantirsi l’esclusiva del procedimento tricromico per due anni. Flowers and Trees, prima Silly Symphony a colori in cui delle piante prendono vita al ritmo delle musiche di Mendelssohn e Schubert, vide la luce nel luglio 1932 suscitando lo scalpore su cui Walt aveva tanto sperato. Le Silly Symphonies non dovevano più confrontarsi con i Mickeys: Flowers and Trees esercitò lo stesso richiamo di un cartoon di © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 7 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Topolino. Il 18 novembre 1932 l’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, attribuì a Walt Disney un Oscar® per Flowers and Trees e un Oscar® Speciale per la creazione di Mickey Mouse. Nel 1933 arrivò il successo strepitoso di The Three Little Pigs e del relativo motivetto Who’s afraid of the Big Bad Wolf?, diventato inno ed emblema della voglia di ripresa dopo la Grande Depressione e nel 1934 nasce un personaggio destinato ad offuscare la fama di Mickey Mouse: Donald Duck, che esordisce in una Silly Symphony dal titolo The Wise Little Hen, in Italia La gallinella saggia. La strada era ormai tracciata per lo Studio Disney: il matrimonio tra musica, immagini e colore era divenuto inscindibile. Nel 1935 esce nelle sale il primo Mickey’s cartoon a colori: The Band Concert, con Topolino nelle vesti di direttore d’orchestra alle prese con un uragano e il disturbatore Paperino. Questo cartoon è da considerarsi come un punto cardine nella filmografia Disney. Infatti la musica che la banda diretta da Topolino cerca di suonare, l’Ouverture tratta dal Guglielmo Tell, viene continuamente interrotta da un divertente e dispettoso Paperino che con un piffero suona il motivetto folclorico Turkey in the Straw (Il tacchino nella paglia). Lo stesso Topolino al suo esordio in Steamboat Willie, si impegnava in un concertino sulle note di questo brano e la ripresa del motivetto in The Band Concert è quasi indicativo di un passaggio di testimone tra Mickey e Donald per la conquista della popolarità. Disney cominciava però a rendersi conto che a soddisfare le energie creative dei propri collaboratori non bastavano più i cartoons con i loro otto minuti di gags, né poteva continuare a riproporre all’infinito le solite situazioni con i soliti personaggi. Inoltre gli introiti dei cortometraggi andavano scemando, malgrado la durevole popolarità di Topolino e © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 8 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Soci, a causa della Grande Depressione, che aveva costretto i cinema ad offrire al pubblico sempre più spettacoli e ad adottare il doppio programma, ovvero due lungometraggi al prezzo di uno, con conseguente riduzione degli incassi e del tempo destinato ai cortometraggi. Walt aveva quindi intuito l’inevitabilità del lungometraggio d’animazione e tutti i suoi sforzi puntavano in quella direzione attraverso il miglioramento della qualità tecnica ed artistica dei prodotti, la sperimentazione del colore e le innovazioni filmiche, l’uso delle Silly Symphonies come terreno di collaudo per nuove tecniche e nuovi temi. Nel 1934 decise che era arrivato il momento di passare al lungometraggio e scelse per l’impresa un’antica favola europea: Biancaneve e i sette nani. Cominciò con l’installare un piccolo gruppo di animatori e di sceneggiatori in un ufficio attiguo al suo e verso la fine del 1934 la storia cominciava a prendere decisamente forma. Leggenda narra che lo stesso Walt Disney abbia mimato e recitato l’intera sceneggiatura per ben due ore di fronte allo staff al completo, interpretando tutte le parti dei personaggi del film e facendo persino commuovere i suoi dipendenti. Walt cominciò inoltre a confrontarsi con i problemi tecnici di un lungometraggio come quello che aveva in mente. Nei cartoons Disney le figure umane erano fino ad allora comparse sotto forma caricaturale: dare credibilità ai personaggi di Biancaneve e del Principe voleva dire ricorrere ad un disegno più realistico. Un tentativo era stato fatto con The Goddess of Spring, La dea della primavera, nel rappresentare realisticamente Persefone, che avrebbe poi fatto da prototipo per Biancaneve, ma il risultato non fu del tutto soddisfacente. La soluzione fu quindi di filmare una ragazza dal vivo mentre si muoveva come Biancaneve e poi ricopiarne i movimenti nei disegni. Un altro problema era la bidimensionalità dei cartoons che male si adattava ad un lungometraggio di circa 80 © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 9 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net minuti. La risposta venne dalla Multiplane Camera, una cinepresa a piani multipli con un obiettivo rivolto su 4 o 5 strati di disegni tale da garantire una illusione di profondità e di tridimensionalità. Ancora una volta Walt si servì di una Silly Symphony per collaudare questa tecnica: The Old Mill (trad. it. Il vecchio mulino), la storia di un mulino che prende vita durante la notte, privo di dialoghi e con il solo accompagnamento musicale, come disse Disney “un vero brano di poesia visiva”1, vede l’utilizzo per la prima volta di questo complesso meccanismo e diede dei risultati eccellenti, vincendo addirittura un Oscar®. Non bisogna inoltre dimenticare quanto la musica rivesta un ruolo importante in Biancaneve. A Walt i primi tentativi di canzoni per il film non piacquero poiché seguivano troppo lo schema dei musical hollywoodiani che introducevano danze e canti ad intervalli regolari senza tenere conto della progressione della storia. “Dovremmo stabilire un nuovo schema, un modo nuovo di usare la musica,” osservava Walt, “la musica va intessuta nella storia per impedire che qualcuno sbotti a cantare di punto in bianco”3, come invece succedeva nei musical cinematografici americani. La voce di Biancaneve alla fine venne affidata ad Adriana Caselotti, una ragazza italo - americana di 18 anni con una voce da soprano brioso. Le canzoni cantate nel film sono diventati dei successi intramontabili. Ci vollero tre anni di lavoro, due milioni di disegni e circa un milione e mezzo di dollari per 83 minuti di spettacolo: il 21 dicembre 1937 Snow White and the Seven Dwarfs, in Italia Biancaneve e i sette nani, venne proiettato per la prima volta in una sala piena di 2-3 Thomas Bob, Walt Disney: an American Original, Simon & Schuster, New York 1976. (trad. It. Walt Disney, Mondadori, Milano 1980.) © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 10 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net celebrità di Hollywood, scatenando risate e pianti tra il pubblico per le vicende della povera principessa ed ottenendo una standing ovation alla fine. Il film venne premiato con un Oscar® Speciale composto da una statuetta di normali dimensioni e sette statuette più piccole per ognuno dei nani del film: Walt ricevette il premio particolare dalle mani della piccola attrice Shirley Temple. Visto il successo strepitoso Walt si buttò subito nell’impresa di tre nuovi lungometraggi animati totalmente diversi per contenuto e per stile: Pinocchio, Fantasia e Bambi. L’uso massiccio della Multiplane Camera per dare la sensazione di una profondità quasi tridimensionale in Pinocchio servì come allenamento in vista della nuova idea di Disney: un film d’animazione che avrebbe dovuto essere una sorta di riscatto per Mickey Mouse. Fantasia nacque dalla preoccupazione di Walt per la carriera di Topolino che stava ormai declinando. Nel 1938 Walt decise di fare di Topolino il protagonista di un cartoon intitolato The Sorcerer’s Apprentice, L’Apprendista Stregone, un’antica fiaba versificata da Goethe e musicata dal compositore Paul Dukas. Topolino vi interpretava la parte dell’assistente pasticcione di un mago, il cui abuso dei poteri magici finisce per provocare una serie di disastri. L’intera azione sarebbe stata adattata alla musica di Dukas. Walt contava di farne un mediometraggio di circa 20 minuti, ma cambiò idea dopo aver incontrato ad un pranzo di gala il direttore della Philadelphia Orchestra, Leopold Stokowski. Durante questo incontro si scambiarono parole di reciproca ammirazione e Walt invitò il grande direttore a visitare i suoi studi. Gli mostrò il lavoro che stavano facendo sull’Apprendista Stregone, e Stokowski, da sempre fan del piccolo topo, fu così colpito che si offerse per dirigere la colonna sonora del nuovo film. I costi di questo nuovo film cominciarono però a salire © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 11 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net sempre più e sarebbe stato molto difficile rientrare nelle spese. Si decise quindi che si sarebbe creato un lungometraggio accostando all’Apprendista Stregone altre sequenze di musica filmata. Il nuovo progetto, il cui titolo provvisorio era The Concert Feature, avrebbe dovuto sbalordire il pubblico e la critica per la sua forza innovativa: sarebbe stato una specie di collage di Silly Symphonies, aventi però come colonna sonora brani di musica classica di compositori ritenuti maestri in questo genere. Autoritratto di Mickey Mouse che spiega molto bene quanto il topo più famoso del mondo fosse in realtà l’incarnazione di Walt Disney stesso. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 12 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Capitolo I La nascita di Fantasia Leggenda vuole che fosse stato Stokowski a suggerire l’ampliamento del brano di Dukas per creare un vero e proprio concerto di immagini, ma è più probabile che fosse stato Disney stesso, preoccupato per i costi del progetto Apprendista Stregone, a decidere di trasformarlo in un lungometraggio. Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 1938 il maestro e l’orchestra da lui diretta registrarono la composizione di Dukas presso gli studi di David O. Selznick, celebre produttore di Hollywood, poiché la sala di registrazione dello Studio Disney di Hyperion Avenue non era abbastanza grande da contenere tutti gli orchestrali. L’Apprendista Stregone alla fine venne a costare quattro o cinque volte più di una normale Silly Symphony, rischiando di non riuscire a rientrare nelle spese. Si arrivò così all’ideazione di un lungometraggio senza l’uso di personaggi già collaudati dallo Studio, ma avente come unica protagonista la Musica. Si ascoltarono centinaia di composizioni musicali cercando di trovare le più adatte ad essere sviluppate sotto forma di film d’animazione e infine vennero scelti sette brani: Toccata e fuga in re minore di Johann Sebastian Bach; La Suite dal balletto Lo Schiaccianoci di Piotr Ilyich Tchaikovsky; La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky; La Sesta Sinfonia detta La Pastorale di Ludwig van Beethoven; La danza delle ore dall’opera La Gioconda di Amilcare Ponchielli; Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky e l’Ave Maria di Franz Schubert. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 13 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Stokowski fu un pioniere tra i direttori di orchestra che si dedicarono al perfezionamento delle tecniche di registrazione e riproduzione del suono. Ritrovò uno spirito affine in Disney, il quale da sempre si era preoccupato della riuscita dei suoi film, anche a costo di sperimentare nuove tecnologie per rendere sempre migliori i suoi prodotti. E fu proprio all’insegna del miglioramento tecnico che venne improntato il progetto di Fantasia. Ascoltando le prime registrazioni incise dei brani che avrebbero composto il film, entrambi si resero conto che il suono era ben lontano da quello ricco ed intenso di una orchestra in una sala da concerto. Disney incaricò quindi il Sound Department dello Studio di studiare un sistema per ricreare l’illusione di una performance dal vivo durante la proiezione del film. Stokowski sapeva bene che la colonna sonora di un film non può essere paragonata ad una esecuzione dal vivo per un semplice motivo: i suoni di una orchestra provengono da tante direzioni quanti sono gli strumenti che suonano, mentre in una sala cinematografica dell’epoca la musica veniva diffusa da un limitato numero di altoparlanti, per lo più disposti intorno allo schermo. La soluzione a cui giunsero fu quindi di predisporre una serie di altoparlanti dislocati lungo tutta la sala e registrare le musiche del film utilizzando un numero maggiore di piste audio, per Fantasia ne vennero usate nove. Il complesso apparato acustico studiato dallo Studio prese il nome di Fantasound ed è considerato il precursore dei moderni sistemi di stereofonia applicati alle sale cinematografiche. Stokowski riprese a registrare i brani mancanti all’inizio di settembre del 1938 nella cornice offerta dal prestigioso Teatro della Philadelphia Academy of Music, con lui in veste di supervisore e consigliere musicale c’era Deems Taylor, musicista e compositore statunitense, il quale si presterà come voce narrante durante il film. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 14 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Manipolando la musica a tal punto da registrare ogni sezione strumentale dell’Orchestra Filarmonica di Philadelphia a se stante e poi ricomponendole in fase di missaggio, così da poter ottenere il meglio da ogni singolo gruppo di strumenti, si arrivò ad un equilibrio perfetto tra le parti grazie all’uso del mixer: gli spettatori che poterono ascoltare la colonna sonora del film in Fantasound nelle poche sale attrezzate dalla Disney stessa in America venivano sommersi dai suoni provenienti dai tre altoparlanti posti dietro lo schermo (a destra, al centro e a sinistra) e dalle 65 casse acustiche collocate strategicamente in tutto il locale. Fantasia voleva essere un opera d’arte totale, capace di creare nello spettatore la sensazione di essere parte integrante del film, di superare lo schermo quasi come l’Alice di Carrol e di entrare nello spazio immaginario creato dei disegnatori Disney. La realizzazione di Fantasia durò circa tre anni e l’ultima ripresa per completare la sequenza dell’Ave Maria di Schubert venne spedita solamente quattro ore prima della première mondiale, il 13 novembre 1940. Gli otto brani che compongono il film furono il risultato delle Caricatura di Walt Disney, ritratto nell’espressione accigliata tipica delle lunghe riunioni preliminari alla realizzazione di Fantasia capacità e delle qualità di un numero enorme di persone che si impegnarono per creare quello che è considerato il capolavoro Disney. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 15 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Capitolo II Toccata e fuga in re minore di Johann Sebastian Bach Regia: Samuel Armstrong Sceneggiatura: Lee Blair, Elmer Plummer, Phil Dike Direzione artistica: Robert Cormack Fondali: Joe Stahley, John Hench, Nino Carbe Animazione: Cy Young, Art Palmer, Daniel MacManus, George Rowley, Edwin Aardal, Joshua Meador, Cornett Wood Il primo brano di Fantasia inizia con le immagini degli orchestrali della Philadelphia Orchestra che si accomodano al loro posto e con l’ingresso del Maestro Stokowski, in attesa di cominciare a dirigere la Toccata e fuga in re minore. Johann Sebastian Bach compose questo brano tra il 1703 e il 1717, pensando originariamente ad una esecuzione per organo. Gli artisti dello Studio Disney cercarono di trasformare in immagini l’esecuzione che Stokowski arrangiò e curò, arrivando alla creazione di una sequenza di pura astrazione. Infatti durante le lunghe riunioni preliminari si decise che per un brano musicale definito come Toccata, ovvero una specie di libera composizione strumentale, e Fuga, ovvero un intreccio di diversi temi musicali all’interno di una struttura ben delineata, fosse ideale la creazione di immagini senza una precisa funzione narrativa. Ecco che dalle immagini degli orchestrali e del Maestro della Toccata si passa all’animazione di immagini che sono impressioni dell’orchestra stessa durante la Fuga. Nella prima parte le ombre di nove violinisti accompagnano un passaggio di violino, i violoncellisti con le loro ombre rosse si triplicano su di uno sfondo blu, i profili di tre corni © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 16 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net francesi vengono illuminati ed un’arpa risplende d’oro sullo sfondo che ridiventa color cobalto. Comincia la Fuga con le sue astrazioni e la sua perdita di concretezza: vediamo quindi che il tema musicale, ripetuto sette volte, ad ogni passaggio cambia forma grafica. La musica dei violini si trasforma in immagini di archetti che diventano rondini in volo, abbassando ritmicamente le ali, il passaggio tra i vari temi musicali è dato dalle variazioni di colore che inondano lo schermo, o attraverso macchie di colore in movimento, l’arrivo dei contrabbassi è segnalato dalla loro corde animate sullo schermo. La fine del primo brano del film è un richiamo all’ultimo, l’Ave Maria di Schubert, con la formazione di nubi che ricordano la forma di una cattedrale gotica: una immagine pressoché simile a quella creata dagli alberi di conifere nell’ultimo brano del film. Nella sequenza di Bach inoltre c’è un rimando alla vetrata istoriata che cade in frantumi nel brano di Schubert, quando la luce della divinità assume la forma di un rosone gotico. La Fuga termina con un tramonto e delle colonne di luce generate dalle canne di un organo. È questa una prefigurazione del finale dell’Ave Maria, in cui strisce di colore annunciano l’aurora e il sorgere del sole. Nelle intenzioni degli artisti Disney questi due brani possono essere visti come un unicum, riuscendo a creare quasi una ciclicità nel film. Leopold Stokowski mentre dirige il brano di Bach. Il colore dello sfondo cambia in base alle tonalità della musica © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 17 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Lo scopo di Disney era di rendere questo brano, apripista del film, una pura forma di astrazione per “poter vedere la musica e sentire le immagini”4. L’idea da cui nacque la struttura del brano fu quella di visualizzare sullo schermo i diversi movimenti della musica attraverso una loro trasposizione fedele in immagini: così per esempio il contrappunto doveva essere rappresentato attraverso una vera contrapposizione delle immagini rispetto alla musica, ad un accordo lento corrispondeva un’immagine briosa e viceversa. La musica di Bach doveva esprimere chiaramente la sua struttura attraverso delle immagini astratte. L’interesse di Disney per i film astratti prese inizio durante gli anni Trenta, quando vide Colour Box di Len Lye, il quale disegnava e colorava direttamente sulla pellicola le sue immagini non narrative; Stokowski stesso aveva diretto un esperimento di Color Organ, uno strumento ideato da M. H. Greenwalt nel 1921 per realizzare una corrispondenza tra i colori e le tonalità musicali. Disney decise quindi di fare del primo brano di Fantasia un esperimento di interpretazione della musica attraverso i movimenti delle immagini. Il brano scelto ben si prestava a questo scopo per la sua mancanza di narratività e il suo valore di composizione di pura bellezza musicale. Per creare questa sequenza Disney contattò addirittura Oskar Fischinger, artista tedesco conosciuto per i suoi film composti di pure immagini astratte. Egli fu un pioniere nell’animazione di linee e forme geometriche che visualizzassero un tema musicale, come appunto quelle di apertura del film. Nel 1933, due anni prima di Len Lye, Fischinger realizzò un film di forme astratte a colori intitolato Kreise (trad. it. 4 Culhane John, Fantasia. Il capolavoro di Walt Disney, The Walt Disney Company Italia, Milano 1992 © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 18 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Cerchi): la Paramount Pictures gli offrì un contratto nel 1936 ed egli si trasferì negli Stati Uniti. La collaborazione tra Disney e Fischinger ebbe però vita breve: il cineasta lavorò allo Studio Disney solo tra il 28 novembre 1938 e il 31 ottobre 1939. La causa della rottura tra i due è da far risalire al fatto che entrambi erano abituati ad avere il controllo totale dei loro film, ma allo Studio Disney l’ultima parola doveva essere sempre di Walt: all’autore tedesco non rimase che lasciare il lavoro in quanto non poteva realizzare liberamente le proprie idee. Era intenzione di Disney girare la sequenza tratta da Bach con una tecnica innovativa: la stereoscopia a tre dimensioni su schermo di grandi dimensioni. Sarebbero stati dati agli spettatori degli speciali occhialini che grazie ad una lente rossa ed una blu avrebbero permesso la visione a tre dimensioni del brano. Disney infatti per questa prima sequenza voleva creare una vera e propria partecipazione totale del pubblico alla musica, ricorrendo al Fantasound e appunto alla visione 3D su maxischermo. Nel 1940 però i costi altissimi resero impossibile l’utilizzo di queste innovazioni tecniche. La sequenza comunque non riscosse molto successo tra il pubblico, ne parlarono meglio i critici: è difficile oggi, tanti anni dopo il pieno riconoscimento dell’Espressionismo astratto, immaginare quanta resistenza il pubblico del tempo mostrò nei confronti di questo brano. Nell’intenzione di Disney gli spettatori sarebbero stati costretti ad usare occhi ed orecchie simultaneamente per percepire ciò che la musica faceva “vedere” e ciò che le immagini facevano “sentire”: nel brano della Toccata e Fuga è evidente la sorprendente forza espressiva delle figure geometriche messe in movimento dalla musica. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 19 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Capitolo III Suite da “Lo Schiaccianoci” di Piotr Ilyich Tchaikovsky Regia: Samuel Armstrong Sceneggiatura: Sylvia Moberly-Holland, Norman Wright, Albert Heath, Bianca Majolie, Graham Heid Disegno dei personaggi: John Wallbridge, Elmer Plummer, Ethel Kulsar Direzione artistica: Robert Cormack, Al Zinnen, Curtiss D.Perkins, Arthur Byram, Bruce Bushman Fondali: Ethel Kulsar, John Hench, Nino Carbe Animazione: Art Babbitt, Les Clark, Don Lusk, C y Young, Robert Stokes La Suite da “Lo Schiaccianoci” rappresentò il culmine di una decade di sforzi dello Studio Disney nell’utilizzo della natura e dei suoi ritmi come soggetti di un cartone animato. Già negli anni 1929-1930 con la serie delle Silly Symphonies dedicate al ciclo delle quattro stagioni, gli animatori avevano dovuto confrontarsi con la realizzazione di immagini che interpretassero lo spirito della natura adattandosi allo stesso tempo a musiche classiche, quale per esempio la stessa Danza delle Ore presente anche in Fantasia ed usata per il film dedicato alla Primavera (1929). I protagonisti dei balletti di questi cartoons erano quasi esclusivamente animali, uccelli ed insetti. Senza però dimenticare che nel 1932 Flowers and Trees, ambientato nel mondo vegetale, valse un Oscar® allo Studio. I disegnatori e gli animatori Disney avevano quindi già acquisito buone competenze in questo campo e quando il progetto per una Silly Symphony intitolata Ballets des Fleurs confluì nell’originale Concert Feature si decise di continuare con l’idea © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 20 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine di un balletto composto da fiori animati trovando che la musica di Tchaikovsky si adattava perfettamente alle immagini. Il compositore russo creò il balletto Lo Schiaccianoci per il Teatro Marijnskij di San Pietroburgo, dove venne rappresentato per la prima volta nel dicembre del 1892. La parte della Suite comprende otto brevi movimenti, di cui solo sei sono stati utilizzati in Fantasia per visualizzare un balletto della natura nel suo divenire costante, i cui protagonisti sono fatine, fiori, piante e creature marine. Ogni movimento dell’opera originale aveva un tema diverso dagli altri e gli animatori hanno rispettato questa divisione, ecco quindi che nella Danza della Fata Confetto, inizio della Suite ambientato al risveglio della natura, vediamo eteree fatine passare di fiore in fiore spargendo rugiada, muovendosi come dei colibrì; sette simpatici funghetti ballerini animano la Danza Cinese; la Danza degli Zufoli vede come protagoniste delicate campanule che staccandosi dallo stelo si adagiano sull’acqua e cominciano a danzare; la Danza Araba si svolge invece sott’acqua, dove tra una foresta di piante marine agisce una conturbante odalisca - pesciolina rossa; gli interpreti della Danza Russa sono invece degli spinosi cardi trasformati in cosacchi e delle aggraziate orchidee in contadinelle; il Valzer dei fiori, movimento finale della sequenza, è suddiviso in tre parti: l’arrivo delle fatine dell’Autunno e il loro tocco magico che cambia colore alle foglie degli alberi, il balletto dei baccelli di asclepiade Il piccolo Hop Low e i suoi compagni ballerini. simili a delicate danzatrici classiche con tutù, infine la comparsa delle fatine del gelo che © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 21 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net adornano le piante con sottilissimi aghi di ghiaccio e cominciano a scivolare su di uno stagno facendolo gelare sulle ultime note della Suite. Tra i diversi movimenti che compongono la sequenza, il più apprezzato è sicuramente quello interpretato dai funghetti cinesi, il più piccolo dei quali, chiamato Hop Low, non riesce a stare al passo degli altri, esibendosi quindi in una divertente interpretazione personale del brano musicale. In origine avrebbero dovute essere delle lucertole orientali le protagoniste della Danza Cinese, ma Walt non era soddisfatto del risultato. Per caso gli capitarono tra le mani alcuni model sheets, ovvero dei disegni riassuntivi degli atteggiamenti e delle posizioni di un personaggio da animare, di un gruppo di funghetti, creati da John Wallbridge: erano perfetti per essere i protagonisti della sequenza, con i loro modi buffi di muoversi, come se avessero una lunga veste fino ai piedi che impedisce loro il movimento se non a passi molto piccoli. Tra questi funghi spiccava il più piccolino del gruppo, Hop Low, che sebbene senza volto così come i suoi compagni, esprime una grande vitalità e una forte personalità. Questo risultato fu possibile Preliminare a matita di Art Babbitt per la sequenza della Danza Cinese grazie all’abilità di Art Babbitt nell’animare i funghi ballerini e all’apporto tecnico di Jules Engel, coreografo: è forse un esempio emblematico di come allo Studio Disney si fosse capaci di trarre il © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 22 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net massimo dal disegno di un banale fungo. La sequenza è così rimasta nella coscienza di specialisti e pubblico come uno dei capolavori dell'intera filmografia disneyana. Per dare un maggiore effetto di realtà, nella sequenza dei funghetti venne impiegata la tecnica del rodovetro, ovvero i disegni furono copiati su un foglio di celluloide e colorati sul retro, al reparto effetti speciali vennero aggiunte le goccioline di rugiada che cadono sui funghi, infine la scena venne posizionata su di un fondale scuro che incorniciava la luce tonda di un riflettore e ripresa grazie alla Multiplane Camera. Il risultato è in queste immagini. Due fotogrammi dalla Danza cinese Un’altra sequenza di grande successo fu quella della Danza Russa, avente come protagonisti un corpo di ballo composto da cardi, disegnati come cosacchi con tanto di colbacco in testa, formato dai piccoli petali dei loro stessi fiori, e da graziose orchidee dall’aspetto di contadine tipiche di una Russia ancora fortemente rurale. Per i cosacchi i disegnatori si ispirarono a degli esemplari di cardo trovati in un’area di parcheggio vicino allo Studio, trasformati in provetti ballerini russi. La scena del ballo tra i cardi e le orchidee rientra nella migliore tradizione della coreografia di Broadway, con la presenza di © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 23 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net moltissimi ballerini di fila che si muovono al passo con la musica. I cardi vennero fatti danzare su vari fondali, girando vorticosamente come dervisci al ritmo forsennato della musica. Bisogna inoltre ricordare che questa parte della Suite di Tchaikovsky è diventata quasi l’emblema stesso del film, grazie alla sua partitura coinvolgente. Due immagini della Danza Russa. La sequenza da Lo Schiaccianoci si conclude con il Valzer dei fiori e la poesia delle fatine del gelo che con i loro movimenti aggraziati ricoprono di ghiaccio l’ambiente naturale. Per creare l’illusione del gelo i tecnici Disney affrontarono uno dei problemi più complessi di tutto il film. I disegni a matita furono ricalcati con inchiostro colorato su rodovetro, vennero abbelliti con pennellate di colore a secco e arricchiti con incisioni a punta secca e dall’uso dell’aerografo, una speciale vernice trasparente venne infine utilizzata per creare l’effetto delle goccioline che rischiarano la scena. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 24 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Capitolo IV L’Apprendista Stregone di Paul Dukas Regia: James Algar Sceneggiatura: Perce Pearce, Carl Fallberg, Direzione artistica: Tom Codrick, Charles Philippi, Zack Schwartz Fondali: Claude Coats, Stan Spohn, Albert Dempster, Eric Hansen Supervisione all’animazione: Fred Moore, Vladimir Tytla Animazione: Les Clark, Riley Thomson, Marvin Woodward, Preston Blair, Edward Love, Ugo D’Orsi, George Rowley, Cornett Wood Nella prima metà degli anni Trenta un topo di nome Mickey aveva conquistato gli Stati Uniti e il resto del mondo. Topolino era ormai divenuto simbolo stesso di quell’America operosa ed avventurosa raccontata anche al cinema, di una way of life in cui l’uomo è artefice del proprio destino, celebrando il mito del self-made man che attirava sulle coste statunitensi milioni di immigrati. La Società delle Nazioni, antenata del moderno O.N.U., aveva persino definito Topolino come “un simbolo internazionale di buona volontà”. Definizione questa che si rispecchiava anche nel suo creatore, di cui era vero e proprio alter ego. I film di Topolino avevano riscosso un successo senza pari grazie all’utilizzo della musica in funzione narrativa e delle innumerevoli gags che facevano ridere di gusto il pubblico. A partire dal 1934 con l’arrivo di Donald Duck, ribattezzato in Italia Paolino Paperino, il topo più famoso del mondo si trova a dover fare i conti con un calo di popolarità. Se Topolino era considerato un esempio di virtù ed educazione, il “bambino © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 25 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net perfetto”, a Paperino era invece concesso di arrabbiarsi, comportarsi male e quindi di fare il “cattivo bambino”. Ma fu proprio questo modo di agire a conquistare il pubblico. Nel 1937 Disney capì che era giunto il momento di rilanciare in grande stile la sua creatura preferita: decise di acquistare i diritti per un’opera musicale di Paul Dukas e da questa trarre un mediometraggio speciale con Mickey come protagonista. L’Apprendista Stregone fu eseguito per la prima volta in pubblico a Parigi nel 1897 e come Fantasia anche questo brano è la trasposizione di un’opera da un medium artistico ad un altro. Dukas infatti compose questo scherzo sinfonico partendo dalla ballata scritta dal grande poeta tedesco Goethe ed intitolata Der Zauberlehling, in cui racconta le vicissitudini dell’aiutante di un mago che in assenza del suo maestro si impadronisce dei suoi poteri magici, riuscendo però a combinare solo disastri. La trasposizione filmica disneyana è quindi fedele all’originale di Goethe. La collaborazione tra Disney e Stokowski per questo film sarà, come già detto, il punto di partenza per il progetto di Fantasia. In questa sequenza è fondamentale l’unione perfetta tra musica, immagini e narratività: nelle Silly Symphonies era la musica ad avere il sopravvento sulle immagini, mentre il contrario succedeva nei Mickeys, in questo caso invece si fondono queste due tendenze, garantendo allo stesso tempo ottima animazione ed ottima musica. Topolino in un disegno preparatorio per L'Apprendista stregone. Si possono notare i caratteristici occhi "a bottoncino" non ancora sostituiti da quelli con pupilla © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 26 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Per arricchire la mimica facciale di Topolino di una più ampia gamma di espressioni, Fred Moore, supervisore all’animazione della sequenza, venne incaricato di sottoporre il personaggio ad una operazione di restyling: a partire proprio da Fantasia, Mickey venne dotato di pupille, mentre fino ad allora i suoi occhi erano due semplici bottoncini neri. Le espressioni facciali di Topolino divennero così più realistiche e variegate, donandogli una nuova personalità. Il film inizia con l’immagine dello Stregone, poi ribattezzato Yen Sid, praticamente il nome di Disney letto al contrario, che fa uso dei suoi poteri magici per materializzare un pipistrello e trasformarlo in una farfalla, mentre il suo aiutante, stanco per il lavoro Topolino e l’incantesimo sulla scopa compiuto, si asciuga il sudore dalla fronte. Annoiato dai suoi stessi trucchi, lo Stregone sbadiglia, si leva il cappello a cono dalla testa e abbandona la caverna. Rimasto solo, Topolino indossa il cappello magico e ordina ad una scopa di prendere vita, di afferrare dei secchi e dirigersi alla cisterna per trasportare dell’acqua dentro la caverna. Mentre la scopa agisce, lo stanco Mickey si addormenta e comincia a sognare. Al risveglio però scopre che l’acqua ha ormai invaso Yen Sid punisce bonariamente Mickey. L’espressione sul volto dello Stregone è quella tipica di disapprovazione che Walt distribuiva quando qualcosa non andava come voleva lui la caverna, decide quindi di colpire la scopa con un’ascia per porre fine al sortilegio. Ma da ogni pezzetto di legno prende vita una nuova scopa che ricomincia a trasportare acqua. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 27 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Un esercito di scope marcia contro il povero Topolino, ormai impotente di fronte al suo potere. Mickey si aggrappa al libro magico delle formule dello Stregone nel momento in cui sta per essere travolto da un vortice d’acqua. Fortunatamente il ritorno del mago segna la fine dell’incantesimo, tutto torna alla normalità, e al povero apprendista, dopo aver ricevuto un colpo di scopa sul sedere da parte di Yen Sid, non resta che ricominciare a trasportare l’acqua. La sequenza si conclude con l’uscita di scena di Topolino che va a congratularsi con il maestro Stokowski per la direzione del brano, in una scena di animazione mista dove realtà e mondo immaginario perdono i propri confini. Mickey stringe la mano al Maestro Stokowski La creazione del nuovo mediometraggio, poi colonna portante di Fantasia, si colloca in un periodo particolare della vita di Walt Disney, reduce dal successo strepitoso di Biancaneve e i sette nani e con tanti soldi a disposizione quanti non ne aveva mai avuti prima. Il sogno che Topolino fa mentre la scopa da lui animata inonda d’acqua la caverna è significativo della volontà di potere e della potenza che Disney aveva ormai acquisito grazie al suo lavoro. Mickey infatti durante il sogno comanda le stelle ed i pianeti in un delirio di onnipotenza, si sente invincibile ed invulnerabile, il modesto ed umile apprendista è ora in grado di dominare l’universo ed i suoi elementi: attraverso Topolino, Walt riuscì ad esprimere i propri sogni di gloria. Il Topolino de L’Apprendista Stregone continuava ad essere il Walt Disney dell’epoca di © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 28 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Fantasia, passando in pochi anni dalla direzione di un’orchestra in The Band Concert (1935) al controllo sulle stelle dalla vetta di una montagna. Ma così come il sogno di Topolino svanì a contatto con l’acqua, il successo di Fantasia naufragò nella tempesta della Seconda Guerra Mondiale. Invece il successo, seppure tardivo, del brano in questione è fuori discussione, tanto che nel nuovo lungometraggio Fantasia 2000, L’Apprendista Stregone è l’unico brano da Fantasia che viene riproposto insieme alle nuove sequenze create per il film. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 29 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Capitolo V La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky Regia: Bill Roberts, Paul Satterfield Sceneggiatura e ricerche: William Martin, Leo Thiele, Robert Sterner, John Fraser McLeish Direzione artistica: Stewart McLaren, Dick Kelsey, John Hubley Fondali: Ed Starr, Brice Mack, Edward Lewitt Supervisione all’animazione: Wolfgang Reitherman, Joshua Meador Effetti speciali di ripresa: Gail Papineau, Leonard Pickley Animazione: Philip Duncan, John Mc.Manus, Paul Busch, Art Palmer, Don Tobin, Edwin Aardal, Paul B. Kossoff Le Sacre du Printemps, questo il titolo originale del brano, fu composto da Igor Stravinsky come balletto-pantomima nel 1912 e rappresentato a Parigi l’anno successivo dalla Compagnia dei Balletti Russi capeggiata da Serge Diaghilev. La coreografia si rifaceva a danze tribali e rituali della Russia primitiva, in un crescendo di potenza primordiale. Gli artisti dello Studio Disney collegarono questa forza primitiva alla potenza della creazione della vita sulla Terra, raccontando con le immagini la storia del nostro pianeta a partire da circa un miliardo di anni fa. Per poter rendere il più verosimile possibile questa ricostruzione furono contattati scienziati di fama mondiale, tra questi Julian Huxley, biologo, e Edwin P. Hubble, astrofisico. Il brano venne suddiviso in otto sequenze: la prima, Viaggio nel Cosmo, mostra la Terra vista dallo spazio, così come solo nel 1969 la potranno vedere gli astronauti della prima missione sulla Luna; in Vulcani assistiamo a spaventose eruzioni vulcaniche e al © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 30 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net progressivo raffreddamento della crosta terrestre; nella sequenza Sviluppo della vita sottomarina appaiono le prime forme di vita uni e pluricellulare che si sviluppano nel mare, per arrivare all’evoluzione degli organismi da marini ad anfibi ed infine alla comparsa dei primi esseri terrestri; in Pterodattili facciamo conoscenza con i padroni del cielo, i primi vertebrati volanti mentre in Vita familiare vediamo le abitudini dei dinosauri terrestri; nella sequenza intitolata Lotta viene illustrata la selezione naturale attraverso le battaglie tra le varie specie di dinosauri per la sopravvivenza, puntando l’attenzione sullo scontro tra un Tyrannosaurus Rex e uno Stegosaurus; le restanti due sequenze del brano, Migrazione e Terremoti, mostrano le ultime fasi della vita degli esseri viventi più grandi mai apparsi sul nostro pianeta, attraverso la loro agonia in seguito agli sconvolgimenti climatici che ne hanno determinato l’estinzione, e le successive devastazioni ad opera di terremoti ed eruzioni vulcaniche, fino alla conclusione, in cui il mare torna ad essere il custode della maggior parte delle forme di vita presenti sulla Terra. Due immagini dell’agonia dei dinosauri Walt pensò inoltre di far proseguire le sequenze includendo anche la comparsa dei mammiferi sulla Terra e infine l’arrivo dei primi esseri umani. John Hubley, direttore artistico della sequenza, sconsigliò questa mossa: i rappresentanti religiosi più oltranzisti avrebbero potuto accusare il film di andare contro la visione cristiana della creazione del © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 31 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net mondo e di conseguenza boicottarlo. Disney decise che Fantasia presentava già abbastanza problemi di accettazione da parte del pubblico e rinunciò all’idea. La decisione di utilizzare Le Sacre du Printemps venne sicuramente presa da Walt Disney, ma Leopold Stokowski fu uno dei primi sostenitori dell’opera più osteggiata di Stravinsky. Alla sua prima rappresentazione a Parigi infatti il balletto del compositore russo venne fischiato dagli spettatori, scatenando addirittura una rissa in sala tra i musicisti e alcuni facinorosi del pubblico. Stokowski fu il primo direttore d’orchestra a dirigere l’opera negli Stati Uniti nel 1930 e caldeggiò la scelta della composizione per Fantasia. I rapporti tra Disney e Stravinsky non furono però tra i più facili. Lo Studio era già in contatto col compositore dal 1938, quando si pensava di utilizzare un suo celebre brano, L’Uccello di Fuoco, nel “Concerto Filmato” che allora era in preparazione: l’idea non ebbe però seguito, salvo essere recuperata sessant’anni dopo per il nuovo Fantasia 2000. Strawinsky era un estimatore dell’opera di Disney, non fu quindi difficile in un secondo tempo convincerlo a collaborare e a cedere i diritti de Le Sacre du Printemps. Egli visitò lo Studio con il coreografo Gorge Balanchine, assistendo alla proiezione del brano de L’Apprendista Stregone e apprezzando molto il lavoro in corso per il brano dei dinosauri. La posizione del compositore russo nei confronti del risultato finale non è molto chiara: anni dopo infatti, ricordando la sua collaborazione con Disney, criticò le scelte operate sulla sua musica, che venne ricomposta secondo le esigenze del film non rispettando la scansione cronologica originaria. Certo è che Stravinsky vendette i diritti allo Studio per altre tre sue composizioni, Renard, Fuochi d’artificio e L’Uccello di Fuoco. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 32 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Uno tra i problemi che dovettero affrontare gli artisti Disney fu di rendere con la massima veridicità esseri preistorici vissuti milioni di anni fa, di cui si hanno solo delle ricostruzioni fittizie. I Parte di un model sheet di una famiglia di triceratopi secondo il Disney Style disegnatori erano abituati a trattare con animaletti antropomorfi, dalle grandi pupille e dai visi allegri, ben altra cosa era animare immensi rettili. I primi model sheets mostrano chiaramente dei dinosauri ancora troppo simili ai personaggi delle Silly Symphonies nelle espressioni e nella grafica. Tra l’altro bisogna ricordare che l’unico precedente illustre di animazione di un dinosauro risaliva a Winsor McCay e al suo Gertie the Dinosaur, risalente al lontano 1909. Si pensò allora di contattare paleontologi ed esperti del settore: il risultato finale fu talmente realistico nel presentare scene irrealizzabili nei film dal vero che questo brano venne proiettato addirittura nelle scuole americane come documentario sulla nascita della Terra e sulla vita dei dinosauri. All’alba degli anni quaranta tra gli intellettuali non era più così di moda apprezzare l’opera dello Studio Disney, ma quando Stravinsky firmò il contratto per le sue musiche molti altri compositori contemporanei decisero di seguirne l’esempio e cercarono di mettersi in contatto con Disney: tra questi Sergej Prokofiev. Disney era talmente convinto del successo che avrebbe ottenuto Fantasia che mise in cantiere un sequel, secondo la sua idea che questo film avrebbe dovuto essere un’opera d’arte in costante divenire. In un incontro tra Walt e Prokofiev, il compositore russo disse che “ho composto questa musica © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 33 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net nella speranza che lei ne tragga un film d’animazione”5. Vennero acquisiti i diritti di questa composizione inedita, intitolata Pierino e il Lupo, e si cominciò ad animarla, attribuendo ad ogni personaggio della storia uno strumento musicale ed un tema specifico. Il progetto di un secondo Fantasia venne però abbandonato visti gli esiti sfavorevoli del primo, ma l’animazione di Pierino e il Lupo venne portata a compimento e il risultato finale costituisce parte integrante di Make Mine Music (trad. it. Musica, Maestro!), film musicale ad episodi del 1946, composto soprattutto da brani di musica popolare. Al termine del brano di Stravinsky venne inserito un Intermezzo in cui gli artisti Disney cercarono di dare vita alla Colonna Sonora, ovvero quella stretta banda posta sul lato sinistro della pellicola che con la sua invenzione ha rivoluzionato il modo di fruire i film. Essa riporta le tracce audio registrate che durante la proiezione permettono di ascoltare i dialoghi, le musiche e gli effetti sonori. Venne così animata la “voce” della Colonna Sonora attraverso le immagini create dai suoni da essa prodotti e per la prima volta fu possibile vederla in azione. 5 Culhane John, Fantasia. Il capolavoro di Walt Disney, The Walt Disney Company Italia, Milano 1992 © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 34 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Capitolo VI La Sesta Sinfonia detta “La Pastorale” di Ludwig van Beethoven Regia: Hamilton Luske, Jim Handely, Ford Beebe Sceneggiatura: Otto Englander, Webb Smith, Erdman Penner, Joseph Sabo, Bill Peet, George Stallings Disegno dei personaggi: James Bodrero, John P. Miller, Lorna S. Soderstrom Direzione artistica: Hugh Hennesy, Kenneth Anderson, J. Gordon Legg, Herbert Ryman, Yale Gracey, Lance Nolley Fondali: Claude Coats, Ray Huffine, W. Richard Anthony, Arthur Riley, Gerald Nevius, Roy Forkum Supervisione all’animazione: Fred Moore, Ward Kimball, Eric Larson, Art Babbitt, Oliver M. Johnston Jr.,Don Towsley Animazione: Berny Wolf, Jack Campbell, Jack Bradbury, James Moore, Milt Neil, Bill Justice, John Elliotte, Walt Kelly, Don Lusk, Lynn Karp, Murray McClellan, Robert W. Youngquist, Harry Hamsel Ludwig van Beethoven compose la sua Sesta Sinfonia tra il 1807 e il 1808 e le attribuì il sottotitolo di Ricordi di vita di campagna: il brano diventerà poi celebre come La Pastorale. Rappresentata per la prima volta a Vienna, è composta da cinque movimenti, ognuno dei quali si riferisce ad un preciso momento della giornata di una comunità di contadini e di pastori. Gli artisti Disney pensarono di trasportare l’azione in una dimensione mitica e mitologica quale quella dell’Olimpo nell’Antica Grecia e di utilizzare come protagonisti delle vicende personaggi della mitologia ellenica: ninfe, cavalli alati, centauri, fauni e amorini. Furono persino scomodati gli dei e le dee cantati da Omero: Zeus e Apollo, Diana e Morfeo, dando inoltre una connotazione divertente e caricaturale al © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 35 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine dio Bacco. Tutta la vicenda si svolge nel tempo compreso tra il sorgere del Sole e l’arrivo della notte. Nel ricreare il brano per Fantasia le scansioni di Beethoven vennero assoggettate alle esigenze del film ed ecco che le sequenze sono così ripartite: all’originale Risveglio di piacevoli sensazioni all’arrivo in campagna [Allegro non troppo] corrisponde Monte Olimpo, in cui la campagna del compositore tedesco si trasforma nei Campi Elisi ai piedi del monte sacro per i greci e possiamo assistere L’idilliaco Monte Olimpo, teatro delle vicende narrate nella sequenza al risveglio delle creature mitologiche che li popolano, concentrando l’attenzione sulle vicende del cavallo alato Pegaso e della sua famiglia.Il movimento intitolato Scena presso il ruscello [Andante molto mosso] è diventato Centauri e centaurine, termine quest’ultimo inventato appositamente per l’occasione, in cui troviamo i corteggiamenti amorosi di un gruppo di centauri verso le loro controparti femminili nei dintorni di un ruscello. Il Baccanale ha sostituito l’Allegra riunione di contadini [Allegro], introducendo la figura di Bacco, a cavallo di Jacco, il suo asinello – unicorno, dio delle feste e del divertimento che qui si vede festeggiare la vendemmia insieme alle altre creature dei Campi Elisi. Il bonario dio Bacco insieme all’asinello unicorno Jacco La tempesta [Allegro] mantiene lo stesso titolo anche nel film, qui il cielo diventa improvvisamente cupo e il dio padre Zeus appare tra le nubi, provocando un temporale e © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 36 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net scagliando fulmini e saette, forgiati da Vulcano, verso il malcapitato Bacco, finché stanco ed annoiato non si mette a dormire avvolto in una nuvola che funge da coperta; l’ultimo movimento, il Canto di ringraziamento dei pastori dopo la tempesta [Allegretto], si trasforma in Tramonto e vede protagonisti gli dei dell’Olimpo, ovvero la dea Iride che vola in cielo trasportando l’arcobaleno, Apollo che cavalcando il carro del Sole lo trasporta lontano alla fine di questa giornata, Morfeo che ricopre tutto con il suo manto della notte e infine Diana che scoccando una cometa con l’arco formato dalla falce della Luna riempie il cielo di stelle. La sequenza tratta dalla Sinfonia Pastorale è sicuramente quella che di tutto il film ha avuto più critiche per la sua scelta di utilizzare un mostro sacro come Beethoven e tradurre la sua musica in immagini. I critici più radicali si schierarono contro l’uso di questo brano, ritenendolo impossibile da ridurre ad immagini e accusando Disney di sacrilegio nei confronti del compositore tedesco, soprattutto per le mutilazioni che in Fantasia furono compiute sul brano. In origine le sequenze mitologiche avrebbero dovuto essere accompagnate dalle musiche dell’opera Cydalise di Pierné, ma questo accostamento non convinceva gli animatori. Dopo lunga ricerca si decise che le immagini idilliache dell’Olimpo greco si sarebbero adattate perfettamente alla musica della Sesta Sinfonia di Beethoven. La difficoltà maggiore venne dalla rappresentazione del movimento dei cavalli alati: infatti, benché la più antica rappresentazione di Pegaso risalga al IV secolo a. C., nessuno ne aveva mai mostrato il movimento. I disegni preparatori mostrano come i cavalli alati fossero considerati uccelli in volo, riuscendo a planare sull’acqua come cigni e © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 37 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net muovendosi come questi nobili animali, seppur mantenendo la grazia e il portamento dei cavalli. Anche le altre creature mitologiche però crearono problemi nell’animazione. Le centaurine, inventate per l’occasione, furono oggetto di numerose metamorfosi a causa della difficoltà di rappresentare degli esseri metà donne e metà cavallo a torso nudo: si decise allora di coprire le loro nudità con ghirlande di Un piccolo cavallo alato in compagnia di un fauno fiori. I centauri ed i fauni furono problematici nei movimenti ed infatti il risultato finale non è dei migliori. Gli amorini invece presentarono meno difficoltà e sono il filo conduttore della vicenda, sono spettatori ed attori allo stesso tempo di ciò che accade ai piedi dell’Olimpo, con una funzione quasi coreutica: sono loro infatti ad aprire e chiudere il sipario sulla sequenza, fino ai fotogrammi finali in cui il sederino di uno di loro non si trasforma in un cuore e il brano, sfumando al nero, si conclude. L’elemento comico e caricaturale della vicenda è sicuramente il dio Bacco, qui rappresentato come un gaudente signore di mezza età dalle forme molto rotonde che, in compagnia del suo asinello – unicorno, si ubriaca e balla, in netta antitesi con le forme imponenti del dio padre degli dei, Zeus. I disegni quasi Art Déco della divinità sono mirabilmente animati da Art Babbitt, che riuscì a creare un personaggio austero e simpatico allo stesso tempo, con la gag finale del dio stanco che si addormenta sotto una coperta di nuvole. L’uso del colore in Fantasia è fondamentale: intere sequenze venivano dipinte con i colori fondamentali, una scena dopo l’altra, per favorire l’armonia cromatica non solo © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 38 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net all’interno della stessa scena, ma anche in rapporto a quelle precedenti e seguenti. Per il brano de La Pastorale vennero impiegati tutti i colori possibili, creando i più arditi accostamenti cromatici mai apparsi in un film Disney, grazie alla possibilità di non rispettare il mondo reale per la connotazione mitologica delle scene. Ecco che gli alberi potevano essere di un innaturale colore viola, i ruscelli arancio e l’erba blu: leggenda vuole che non sapendo più che tonalità di colore usare, avendo finito l’intera gamma cromatica a disposizione, un disegnatore dello Studio utilizzò addirittura la marmellata di more preparata dalla moglie per colorare una scena della sequenza. Le scene finali del brano vedono Apollo librarsi in cielo trasportando il carro del Sole e i colori sono più che mai accesi ed intensi, quasi a voler proiettare lo spettatore dentro l’astro nel cielo al tramonto. L’uso della tematica mitologica inoltre sancisce il diritto per lo Studio di trattare i grandi temi che l’umanità vede da secoli attraverso le opere dei grandi artisti del passato, nobilitando così la più giovane tra le arti, l’animazione. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 39 di 53 Ivano Presotto Papersera.net Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Capitolo VII La Danza delle Ore da ”La Gioconda” di Amilcare Ponchielli Regia: Thomas Hee, Norm Ferguson Disegno dei personaggi: Martin Provensen, James Bodrero, Duke Russel, Earl Hurd Direzione artistica: Kendall O’Connor, Harold Doughty, Ernest Nordli Fondali: Charles Conner, Albert Dempster Arthur Riley, Gerald Nevius, Roy Forkum Supervisione all’animazione: Norm Ferguson Animazione: John Lounsbery, Howard Swift, Preston Blair, Hugh Fraser, Harvey Toombs, Norman Tate, Hicks Lokey, Art Elliott, Grant Simmons, Ray Patterson, Franklin Grundeen Tra i vari brani che compongono Fantasia, quello tratto da La Gioconda di Ponchielli è sicuramente il più ricco di sense of humour e ironia. La sequenza è stata concepita infatti come una parodia del balletto classico, in cui la parte delle flessuose ed agili ballerine è ricoperta da animali che nella realtà sono goffi e pesanti: struzzi, ippopotami ed elefanti. Il balletto de La Danza delle Ore venne rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nell’aprile 1876 e Ponchielli ne compose le musiche per illustrare il trascorrere del tempo durante il giorno. Lo Studio L’etoile degli struzzi distribuisce la frutta alle altre ballerine © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Disney mantenne la scansione cronologica dei quattro movimenti, arrivando Anno II Numero 2 Pagina 40 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net quindi alla seguente suddivisione: Il Mattino - Balletto degli Struzzi, in cui un aggraziato struzzo femmina, Madmoiselle Upanova, si sveglia e comincia a piroettare intorno ad un grande colonnato, lanciando da una cornucopia dei frutti verso le altre ballerine di fila, che avidamente li inghiottono, ma le sue ingorde compagne cominciano ad inseguirla per strapparle un grappolo d’uva. In Il Pomeriggio – Balletto degli Ippopotami, la protagonista è Giacinta, una vanitosa femmina di ippopotamo, vestita con un leggero tutù, che si esibisce in un a solo per poi adagiarsi su di un sofà a riposare. Un gruppo di elefantesse è il protagonista de La Sera – Balletto degli Elefanti, creando delle Le due ancelle di Giacinta mentre le portano il suo tutù bolle d’acqua con le proboscidi cominciano a danzare leggiadre; l’ultima sequenza, La Notte – Balletto degli Alligatori, vede l’arrivo di Ben Ali Gator, il capo di una banda di alligatori, il quale si esibisce in un passo a due con Giacinta, nel vano tentativo di rapirla. Tutta la sequenza de La Danza delle Ore venne strutturata secondo uno schema geometrico diverso per ogni fase della giornata: al mattino la predominanza è delle linee verticali e del movimento slanciato verso l’alto degli struzzi; il pomeriggio è caratterizzato dal Giacinta e Ben Ali Gator in un sinuoso abbraccio movimento ellittico degli ippopotami e dalla scenografia tondeggiante; alla sera troviamo la forma sferica delle bolle d’acqua create dalle elefantesse e i loro movimenti circolari; infine © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 41 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net la notte arriva con il movimento serpeggiante degli alligatori e le loro forme appuntite. Anche i colori vengono utilizzati secondo una scansione legata allo scorrere del tempo: dalle tenui tinte pastello del mattino, passiamo ai colori più accesi del pomeriggio, per poi vedere le sfumature del tramonto alla sera e infine il nero della notte. L’ironia delle situazioni è data dall’antitesi tra un’arte armoniosa come il balletto e la goffaggine naturale delle protagoniste, che qui assumono una leggerezza e una grazia assolutamente irreali. Gli artisti dello Studio riuscirono a ricreare i movimenti delle ballerine classiche ricorrendo all’aiuto di una vera professionista del settore, Irina Baronova, la quale indossò un costume ornato di piume di struzzo ed eseguì le cinque posizioni di base del balletto classico, permettendo ai disegnatori di ricreare il suo movimento nelle immagini degli struzzi. La prima ballerina di questo particolare corpo di ballo venne ribattezzata Madmoiselle Upanova in suo onore. L’aspetto parodistico è ancora più forte nelle sequenze degli ippopotami e delle elefantesse, in cui animali così grossi e pesanti sulla terra ferma riescono a sembrare leggeri e agili grazie alla potenza del cinema d’animazione. In questo Bozzetto ad acquerello di Giacinta adagiata sul divano brano troviamo inoltre uno dei pochi personaggi di Fantasia dotato di una forte carica caratteriale: l’ippopotamo Giacinta, vera star del balletto. Il suo incipriarsi è già una caricatura del modo in cui per secoli gli artisti hanno rappresentato la Toeletta di Venere; con quella sua vanità e la sua forte personalità Giacinta supera i complessi legati alla sua mole e si comporta © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 42 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net come ogni donna che cerca di farsi bella. Anche l’adagiarsi sul sofà è una parodia di quadri come la Maya Desnuda, con la sua carica di sensualità e civetteria. Uno tra i momenti più divertenti della sequenza è, nel finale, quello in cui Giacinta, sorpresa nel sonno da Ben Ali Gator, si vorrebbe nascondere dietro qualsiasi cosa, pudica come le star di molti film di Hollywood: solo che non ha indosso nulla tranne il tutù, così cerca di usarlo per nascondersi, lasciando però scoperto tutto il resto. Per La Danza delle Ore vennero utilizzate le trovate comiche dei migliori gag man dello Studio, per ottenere come risultato una sequenza che in quanto a divertimento è sicuramente la migliore di tutto il film. La caricatura delle ballerine e la parodia del balletto classico risultano ancora più incisive grazie all’impiego degli animali, poiché come scrisse Henri Bergson nel celebre saggio intitolato Le rire (trad. it. Il riso) “si può ridere di un animale, ma solo perché vi si ravvisa qualche atteggiamento o espressione dell’uomo”6, ed è proprio su questo concetto che si basa la maggior parte dei film d’animazione prodotti dallo Studio Disney. 6 Henry Bergson, Il riso, Rizzoli, Milano 19915. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 43 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Capitolo VIII Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky e l’Ave Maria di Franz Schubert Regia: Wilfred Jackson Sceneggiatura: Campbell Grant, Arthur Heinemann, Phil Dike Direzione artistica: Kay Nielsen, Terrell Stapp, Charles Payzant, Thor Putnam Fondali: Merle Cox, Ray Lockrem, Robert Storms, W. Richard Anthony, Supervisione all’animazione: Vladimir Tytla Animazione: John McManus, William N. Shull, Robert W. Carlson Jr., Lester Novros, Don Patterson Effetti speciali di ripresa: Gail Papineau, Leonard Pickley Effetti speciali di animazione: Joshua Meador, Miles E.Pikes, John F. Reed, Daniel McManus Coro dell’Ave Maria: Charles Henderson, Direttore Julietta Novis, Solista L’ultimo segmento di Fantasia è composto da due brani completamente diversi l’uno dall’altro, sia per costruzione che per atmosfera. Il loro accostamento vuole però essere simbolo della contrapposizione tra le forze del bene e quelle del male, in un’antitesi che percorre tutta la storia dell’uomo. Una notte sul Monte Calvo, poema sinfonico composto da Modest Mussorgsky per pianoforte e orchestra nel 1860, non venne mai eseguito in pubblico prima della morte dell’artista. Solo nel 1886, grazie all’interessamento di Rimsky-Korsakov, musicista amico di Mussorgsky, il brano venne presentato al pubblico: è proprio questo l’arrangiamento che utilizzò Stokowski per la registrazione del brano. L’Ave Maria di Franz Schubert nasce invece come inno religioso per organo e coro, © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 44 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net le cui parole furono tradotte in tedesco dall’opera La donna del lago dello scrittore inglese Walter Scott. Per Fantasia invece il testo del brano venne appositamente riscritto. Il primo brano della sequenza ha come scenografia il Monte Triglaf, un rilievo presso Kiev, in Ucraina: qui secondo la mitologia slava si riuniscono gli spiriti delle forze del male per adorare il loro signore e padrone, Satana, durante la notte di Valpurga, l’equivalente slava di Il terrificante Chernobog Ognissanti. Dalla sommità del monte, Chernobog, signore del male e della morte, richiama intorno a sé creature malvagie e diaboliche: streghe, demoni, vampiri e scheletri dei dannati. Qui si compie il rito pagano della loro consacrazione al demone del male, ma il sabba infernale si conclude al sorgere del sole. In lontananza si sentono suonare delle campane che annunciano Chernobog alle prese con un gruppo di dannati l’arrivo del mattino e la chiamata a raccolta per il Mattutino, la prima messa della giornata. A questo punto si conclude la prima parte della sequenza e comincia la seconda. Chernobog racchiude la sue ali sulla sommità del Monte Calvo, divenendo parte integrante della sommità fino al prossimo sabba. Allo stesso tempo si raduna ai piedi del monte una processione di monache, che nella bruma del mattino incominciano a camminare attraverso un bosco di conifere. La fila di suore attraversa un ponte e costeggia un fiume, rendendo ancora più suggestive le immagini grazie ai riflessi © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 45 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net sull’acqua delle luci delle candele che tengono in mano. Le forme delle conifere richiamano le grandi cattedrali gotiche con le loro colonne altissime, le volte a sesto acuto e i trafori decorativi marmorei. In lontananza ecco apparire una luce, che vibrando assume la forma di una vetrata gotica, la macchina da presa la attraversa ed esce nel chiarore del mattino: mentre un raggio di sole riempie il cielo di luce, il coro intona gli ultimi accordi dell’Ave Maria. Il conflitto tra il bene e il male è sempre stato uno dei temi più importanti della filmografia disneyana : il contrasto tra la violenza del brano di Mussorgsky e la serenità di quello di Schubert è l’affermazione più ambiziosa di questa La processione delle monache attraverso il bosco di conifere tematica. È certo però che la rappresentazione della parte malvagia in Fantasia è sicuramente più incisiva di quella benevola, questo soprattutto grazie alla grande forza del personaggio di Chernobog – Satana. Vladimir Tytla, supervisore all’animazione e creatore grafico di questo demone, riuscì ad esprimere attraverso le immagini le leggende e le favole che da piccolo ascoltava nella sua nativa Ucraina, rendendo memorabile la sequenza e il suo dinamismo. La figura di Chernobog, il dio del male, deriva direttamente dalla tradizione slava in cui la contrapposizione tra le forze del bene e quelle del male è tutta nelle mani di due dei: Byelbog, letteralmente dall’Ucraino dio (bog) bianco (byely) e Chernobog, ovvero dio nero (cherny). Quindi un dio della luce e del giorno e uno del buio e della notte, che ritroviamo anche in questo film, dove però al © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 46 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net dio Byelbog viene sostituito il Dio cristiano. La sequenza si carica di una sacralità insolita per i film della Disney, nei quali le attitudini religiose non vengono quasi mai messe in scena. La versione disneyana di Una notte sul Monte Calvo segue strettamente le indicazioni stampate in appendice alla partitura originale del poema sinfonico, rispettandone le scansioni temporali e i protagonisti. Wilfred Jackson, regista di The Band Concert, primo Mickey a colori e uno dei più prolifici collaboratori di Disney, fu incaricato della regia della sequenza. Egli ingaggiò persino Bela Lugosi, celeberrimo interprete di Dracula per il grande schermo affinché potesse suggerire ai disegnatori i movimenti del demone. Lo spirito dinamico dell’animazione del demone corrisponde alle intenzioni originali dell’autore del brano: esaltazione della forza e della potenza del male. Già nel 1929 lo Studio Disney aveva affrontato la tematica della notte delle streghe e del macabro con la prima Silly Symphony, The Skeleton Dance: il risultato era però in quel caso più divertente, con la rappresentazione di scheletri, gatti e pipistrelli da fumetto. Qui invece l’uso sapiente del realismo grafico porta ad una maggiore credibilità della sequenza e ad una reazione maggiore da parte dello spettatore. Bozzetto a gesso su cartoncino del demone Chernobog © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 47 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net La seconda parte della sequenza è invece dedicata alle forze del bene, un sollievo emotivo per il pubblico scioccato dalla forza malvagia del brano di Mussorgsky che deriva dalla potenza mistica della musica di Schubert. La sequenza inizia con un dissolvenza incrociata attraverso la nebbia ai piedi del Monte Calvo e prosegue con la macchina da presa che inquadra la processione. Questa scena di raccordo valse un Oscar© per l’uso complesso della Multiplane Camera al film. Il brano richiese molto impegno da parte dello staff degli effetti speciali per la complessità di rendere la nebbia e la foschia sullo schermo, così come le luci tremolanti delle candele delle monache. La scena della processione è strutturata come una lunga panoramica, la più lunga mai realizzata fino ad allora in un film d’animazione. Nel cinema animato più il movimento è lento e più disegni occorrono per rendere al meglio l’immagine, in questo caso poi la processione si muove molto lentamente e le figure delle suore sono piccole. Il risultato era che ogni più leggero tratto di matita non ben fatto rischiava di creare dei tremendi tremolii nella scena. A poche settimane della prima del film non si era ancora riusciti a trovare una soluzione, finché non si pensò di costruire una gru che si muovesse in orizzontale per sostenere una macchina da presa e filmare i disegni che furono realizzati su lastre di vetro. La macchina da presa venne collocata su dei binari, mentre le lastre di vetro su dei cavalletti mobili, cosicché potevano essere spostati al passaggio della macchina da presa. Questo espediente avrebbe permesso di registrare la scena ad una velocità molto bassa, evitando quindi i tremolii. Alla fine di sei giorni e sei notti di ininterrotto lavoro si scoprì però che erano stati ripresi anche gli espedienti tecnici utilizzati, come i cavalletti e i binari. In un primo tempo si decise che il film avrebbe dovuto essere proiettato senza questa sequenza, ma Disney in persona si impose e si ricominciò © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 48 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net a filmare di nuovo la scena. Nonostante una scossa di terremoto che colpì Los Angeles, la sequenza venne ultimata e il giorno stesso della prima di Fantasia al Colony Theater di New York arrivò nelle mani del proiezionista che provvide ad unirla al resto del film, operazione possibile poiché la configurazione del Fantasound permetteva l’aggiunta di una bobina anche all’ultimo momento, grazie al fatto che le immagini e la musica non erano registrate sullo stesso supporto. E fu proprio il particolare sistema di riproduzione del suono del film che accentuò la misticità e la religiosità del brano: le campane risuonavano in fondo alla sala cinematografica e le voci del coro avanzavano verso il pubblico secondo il loro movimento sullo schermo, proiettando quasi gli spettatori nella sequenza stessa. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 49 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net Conclusioni Fantasia, Fantasia 2000 e poi… Fantasia è sicuramente stata l’impresa più ardita che Walt Disney concepì durante tutta la sua carriera di cineasta e fu anche quella che riscosse inizialmente minor successo di pubblico. Ma oggi, a sessantatre anni di distanza da quella sera del 13 novembre 1940 quando venne proiettato per la prima volta al Colony Teather di New York, la stessa sala cinematografica che vide il debutto di Mickey Mouse, questo film è stato riconosciuto come un capolavoro dell’animazione, entrando a far parte dell’Olimpo della Storia del Cinema. Il segreto che sta alla base della grande fortuna che lo Studio Disney ha conquistato negli anni è da ricercare nel rapporto strettissimo che ha saputo creare tra la musica e le immagini. I tentativi e gli esperimenti compiuti dai primi dipendenti dello Studio erano molto rudimentali e improvvisati. Ma il concetto di dare voce e suoni alle immagini in movimento che scorrevano sullo schermo era ben chiaro in loro: la rivoluzione del sonoro era cominciata e nulla sarebbe più stato uguale a prima. Alla base quindi del “successo Disney” possiamo trovare sicuramente la lungimiranza di Walt, la sua curiosità verso le innovazioni tecnologiche che durerà per tutta la vita e una squadra di artisti che hanno saputo trasportare in immagini le idee che il giovane Disney aveva, ma anche un pizzico di fortuna nell’essersi trovati nel posto giusto al momento giusto. La musica e le immagini erano comunque già legate fin dalle origini del Cinema: in sala venivano suonate musiche di sottofondo dal vivo o registrate, dall’andamento diverso a seconda della tematica di film che si proiettava. Il cinema quindi non nasce “muto”, bisognerà però aspettare 30 anni circa perché nasca il cinema “parlato”. Con l’arrivo della © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 50 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net voce anche le musiche si fanno più importanti nel sottolineare lo svolgimento della trama: nasce la colonna sonora in senso moderno. Ed è proprio lavorando sulla colonna sonora che Disney riuscì ad imporre Topolino come star mondiale, era l’uso narrativo della musica che faceva la differenza tra un semplice cartone animato e un Mickey. La musica creata appositamente per i film di Topolino o quella preesistente su cui si basavano le Silly Symphonies avevano come scopo non solo quello di divertire, emozionare e coinvolgere il pubblico, ma anche di narrare le vicende sullo schermo. Una musica può non avere una funzione narrativa, può limitarsi ad essere un bel soprammobile che impreziosisce le immagini, ma il vero segreto della musica dei film Disney è che ha sempre cercato di essere parte attiva nella vicenda: si provi ad immaginare quanto le baruffe di Paperino o le goffaggini di Pippo non avrebbero la stessa intensità, la stessa vena divertente e la stessa efficacia se non fossero sottolineate da un sottofondo musicale o da un rumore. La musica è a tutti gli effetti una protagonista dei film Disney. In Fantasia poi diventa la Protagonista. Walt Disney aveva immaginato il film come uno spettacolo perpetuo, che doveva essere riproposto anno dopo anno, capace di emozionare ogni volta lo spettatore attraverso la riproposizione di brani vecchi e l’aggiunta di nuove sequenze. Il sogno di Disney si dovette scontrare con la realtà di una Guerra Mondiale e la conseguente chiusura di una vasta fetta di mercato all’estero, la tiepida accoglienza di un pubblico impreparato per un’operazione così complessa e l’impossibilità di utilizzare appieno le innovazioni tecnologiche del Fantasound per le restrizioni imposte dalla Guerra. Vennero comunque ideate nuove sequenze, che videro però la luce in una © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 51 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net serie di film minori ad episodi proiettati tra il 1946 e il 1948, come Make Mine Music (trad. it. Musica, Maestro!) e Melody Time (trad. it. Lo scrigno delle sette perle). L’idea di un film senza tempo e confini e la volontà di creare un’opera d’arte in costante crescita e rinnovamento hanno potuto essere attuate solo nel 2000, quando sugli schermi apparve il secondo capitolo di questa avventura nella musica classica: Fantasia 2000. Fortemente voluto da Roy Disney, nipote di Walt e vicepresidente della Walt Disney Company, il film vede l’utilizzo di sette nuovi brani animati e la riproposizione del brano simbolo del primo Fantasia: L’Apprendista Stregone di Paul Dukas. Fantasia 2000 inizia con un’introduzione di Roy Disney che spiega al pubblico come dopo sessant’anni sia stato possibile dare vita al sogno di suo zio. Le varie sequenze sono presentate da personaggi famosi, quali Steve Martin, Bette Midler e Angela Lansbury, mentre la Chigago Symphony Orchestra esegue le musiche, diretta dal Maestro Leopold Levine. I sette nuovi brani scelti per il film sono: la Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven, sequenza astratta della lotta tra il bene e il male, tematica cara alla Disney, tra un gruppo di La locandina di Fantasia 2000 farfalle colorate e dei neri demonietti; I Pini di Roma di Ottorino Respighi, una giornata in compagnia di una famiglia di balene; Rapsodia in Blu racconta sogni e aspirazioni di un gruppo di abitanti di New York; in L’intrepido soldatino di stagno dal Concerto per © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 52 di 53 Ivano Presotto Fantasia di Walt Disney – Quando la musica si fa immagine Papersera.net pianoforte n.2 di Dmitrij Sostakovic assistiamo alle peripezie di un soldatino mutilato ad una gamba che farà di tutto per coronare il suo sogno d’amore con una ballerina di carillon; divertentissimo, Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns vede come protagonisti sette fenicotteri, uno dei quali non riesce a stare a tempo con i compagni a causa della sua passione per lo yo-yo; in Pomp and Circumstances (Marce n.1,2,3,4) di Sir Edward Elgar, un Paperino promosso attore al pari di Topolino diventa aiutante di Noè sull’Arca, qui però non riuscirà ad incontrarsi con la sua amata Paperina fino all’ovvio lieto fine; infine nella Suite da L’Uccello di Fuoco di Igor Strawinsky, brano preso in considerazione già per il primo Fantasia, ritroviamo il tema della vita e della morte, attraverso le vicende di uno Spirito della Primavera alle prese con il terribile Uccello di Fuoco, un vulcano distruttore, che riuscirà però sconfitto dalla potenza della Natura. Anche in questa nuova avventura è stato determinante il connubio perfetto tra musica ed immagini che gli artisti della Disney hanno saputo creare, quella particolare alchimia che ha reso indimenticabili film entrati a pieno titolo nell’immaginario di svariate generazioni di bambini, che seppur diventati grandi continuano ad emozionarsi di fronte a Fantasia. Io sono uno tra quelli. © dell’autore – tutti i diritti riservati © immagini Disney S.p.A. Anno II Numero 2 Pagina 53 di 53