La strategia di marketing nel quadro della pianificazione strategica generale Cap. 5 La strategia di marketing nel quadro della pianificazione strategica generale 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. SCHEMA DI SINTESI Che cos’è la pianificazione strategica Il processo di pianificazione strategica Le strategie aziendali Il portafoglio di attività aziendali La relazione tra strategia aziendale e strategia di marketing La strategia di marketing L’implementazione e il controllo della strategia di marketing 1. La pianificazione strategica e il marketing management • E’ la pianificazione dell’intera organizzazione che parte da un contesto generale per poter poi effettuare uno “zoom” su aspetti specifici • Comprende tutte quelle attività (dalla definizione della missione aziendale all’individuazione della strategia più appropriata) che permettono il conseguimento degli obiettivi dell’intera organizzazione. • La strategia aziendale deve essere il riflesso di un ambiente in continua evoluzione e la missione dell’Impresa deve essere quella di creare valore per gli stakeholder dell’impresa assicurando equilibrio tra logiche gestionali di breve e lungo termine. 2. Il processo di pianificazione strategica Le 4 componenti del piano • Missione aziendale • Obiettivi aziendali • Strategie aziendali • Portafoglio attività aziendali 2.1. La missione •La definizione della missione di un’organizzazione è costituita dalla descrizione delle ragioni della sua esistenza. •Costituisce la visione di ciò che l’azienda tende ad essere. •Nel definirla la Direzione deve tenere in considerazione tre elementi chiave: 1.La storia dell’organizzazione 2.Le sue competenze distintive 3.L’ambiente di riferimento 2.1. La missione Caratteristiche di una Mission ben definita: 1.Focalizzata sui mercati e sui prodotti (che bisogno soddisfo sul mercato?) 2.Realizzabile 3.Motivante (per il personale) 4.Specifica (in modo da fornire orientamenti specifici) 2.2. Gli obiettivi aziendali Sono il punto d’arrivo della missione aziendale e rappresentano, in concreto, ciò che essa pensa di realizzare in un tempo determinato. Tali obiettivi devono essere (SMART): specifici, quantificabili e coinvolgenti, al fine di: - essere convertiti in azioni specifiche - fornire un orientamento per tutti - stabilire le priorità - facilitare il controllo Il Management deve tradurre la Mission aziendale in quegli obiettivi specifici che ne permettono la realizzazione STRATEGIA DI MARKETING STRATEGIA AZIENDALE Segmenti Targeting Tecnologie Identificazione ASA Selezione ASA Posizionamento Funzioni d’uso Definizione di strategia •Il termine strategia* nasce in ambito militare ed è “La branca dell’arte militare che tratta della condotta della guerra” E’ “l’arte del generale” *Le radici di questo concetto risalgono al 500 a.c., all'epoca del cinese Sun Tzu, il quale, nel suo trattato "l'Arte della Guerra" afferma che un buon condottiero non dovrebbe mai affrontare una contesa senza prima avere ben chiara la strategia da adottare. Strategia generale La strategia aziendale o generale: un insieme di decisioni atte a consentire all’impresa di evolvere da una situazione data a una diversa situazione di equilibrio rispetto all’ambiente futuro. Decisione critica sul piano strategico generale è l’individuazione delle Aree strategiche di affari (ASA) individuate analizzate e selezionate tra quelle a maggior potenziale di sviluppo e più coerenti con le risorse, le competenze e le capacità dell’azienda. Tattica Tattica, anch’esso un termine militare, significa “Branca dell’arte militare che tratta i principi generali, i criteri e le modalità di impiego delle unità e dei mezzi nel combattimento” Per esteso “Complesso di azioni, accorgimenti, manovre dirette al conseguimento di uno scopo” La tattica è conseguenza della strategia ed è ad essa legata da un rapporto di causa-effetto E‘ fondamentale distinguere tra momento strategico e momento tattico Differenza tra Strategia e Tattica In un'azienda la strategia riguarda i seguenti obiettivi: •La prosperità e la sopravvivenza •La remunerazione del capitale investito e dei fattori produttivi •La scelta dei mercati •La scelta dei bisogni da soddisfare •La scelta del business su cui concentrarsi La tattica è il percorso organizzativo con il quale si raggiungeranno gli obiettivi strategici, come: •La definizione delle infrastrutture •La costruzione della rete commerciale •Lo sviluppo della funzione Ricerca e Sviluppo 3. Le strategie aziendali La strategia comporta la scelta delle principali direttive che l’organizzazione dovrà seguire nel perseguimento dei propri obiettivi.* A questo fine è importante che le strategie siano coerenti con la missione e gli obiettivi proposti. Le strategie sono riportabili a 3 principali tipologie, basate su : 1.prodotti/ mercati 2.vantaggio competitivo 3.valore 3.1. Strategie basate su prodotti/mercati 1. Penetrazione del mercato (aumentare le vendite presso la clientela già acquisita con le stesse marche) 2. Sviluppo del mercato (nuovi mkt per marche già commercializzati) 3. Sviluppo del prodotto (nuovi marche per i mkt attuali) 4. Diversificazione (nuovi marche, nuovi mkt) 3.1 Strategie basate su prodotti mercati: La matrice di Ansoff o matrice prodotto mercato Markets/Category Present New Products/Brand Present New Market penetration Product Development Market Development Diversification 3.2. Strategie basate sul vantaggio competitivo 1. Leadership di “costo” per il cliente( Ryanair) 2. Differenziazione (aziende cercano di diventare “uniche” nel proprio settore o segmento di riferimento sviluppando quelle caratteristiche dell’offerta alle quali la clientela dà maggior valore. Rolex, Ferrari ecc.) Le strategie basate sul valore per il cliente 3.3. Strategie basate sul valore (per il cliente) 1. Il miglior prezzo (Dell Computers, Virgin Express) 2. Il miglior prodotto (Nike, Illicaffè) 3. Il miglior servizio al cliente (Singapore Airlines, Mercedes) 3. 4 La scelta della strategia appropriata In linea di massima vanno selezionate strategie coerenti con la missione che valorizzino le competenze distintive garantendo un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo. Occorre una costante attenzione alla focalizzazione e valorizzazione delle capacità e delle risorse tenendo conto dei continui cambiamenti del mercato mirando ad una buona redditività di lungo periodo e garantendo la soddisfazione del cliente. 4. Il portafoglio delle attività aziendali La maggior parte delle Organizzazioni non offre al mercato un solo prodotto o servizio. Al contrario spesso ha un vero e proprio portafoglio di attività. Un’azienda che produce elettrodomestici può avere più linee di produzione di beni affini come lavatrici, televisori, frigoriferi ecc oppure anche ampiamente diversificate come per es la General Electric che fabbrica dagli elettrodomestici ai prodotti di intrattenimento, ai motori d’aeroplano ecc. Diversi prodotti richiedono differente impegno di risorse e “rendono in modo diverso”. Inoltre risorse e reddito mutano nel tempo. Ciclo di vita dei prodotti Vendite Prodotto A Prodotto B Tempo 4. Il portafoglio delle attività aziendali Decisione critica sul piano strategico generale è l’individuazione delle Aree strategiche di affari (ASA) individuate analizzate e selezionate tra quelle a maggior potenziale di sviluppo e più coerenti con le risorse, le competenze e le capacità dell’azienda. A seconda del tipo d’impresa, una SBU può essere rappresentata da un singolo prodotto, una linea di prodotti o una divisione dell’azienda. Le Asa o SBU caratteristiche: Strategic Business Unit - hanno le seguenti - una missione distinta - dei concorrenti specifici - sono costituite da un’attività singola o da un gruppo di attività correlate - possono essere oggetto di pianificazione separata rispetto a quelle della intera organizzazione. 4.1 Il portafoglio delle attività aziendali Come si individuano le ASA? Il modello più utilizzato per individuare le varie ASA è quello di Abel che utilizza 3 variabili: funzioni d’uso, gruppi di clienti tecnologie). Il modello di Abell per la definizione dei Business (ASA) Funzioni d’uso ASA 1 Gruppi ASA 2 Tecnologie di clienti 4.1 Caratteristiche ASA • La combinazione delle 3 variabili (funzioni d’uso, gruppi di clienti e tecnologie) consente di individuare un’ASA e cioè un business con caratteristiche peculiari da servire con un’offerta appositamente concepita, che viene considerata un’opportunità di sviluppo per l’Azienda • Nell’individuare le Asa si devono evitare sia eccessive generalizzazioni che iperframmentazionI in modo che il Business potenziale presenti contorni precisi e differenziati. • Un’ASA non è quindi solo uno schema concettuale teorico ma al contrario è il frutto di uno sforzo creativo che dovrebbe servire a identificare nuovi mercati con bisogni non soddisfatti, tali da offrire all’azienda nuove opportunità di business. 4.2 La teoria del portafoglio di attività I modelli di portafoglio •La matrice Boston Counsalting Group •La matrice General Electric- McKinsey La matrice Boston Consulting Group R&S Alta Tasso di sviluppo del mercato 10% Bassa Stars Question Marks Cash Cows Alta Dogs 1 Bassa Quota di mercato relativa Il flusso va dai “question marks” alle “stars” ai “cash cows” e infine ai “dogs” Quota di mkt • E’ IL RAPPORTO PERCENTUALE TRA LE VENDITE AZIENDALI E LE VENDITE DELL’INTERO MKT Es. Se l’azienda vende 150 prodotti e nel mkt si vendono 600 prodotti, qual è la QdM? QdM= (150/600)*100 =25% • LA QdM PUO’ ESSERE CALCOLATA A QUANTITA’ E A VALORE Es. L’azeinda X fattura 200ml, nel Mkt si vendono 2000ml di prodotti, qual è la QdM dell’azienda X? QdM=(200/2000)*100=10% • LA QdM “RELATIVA” SI CALCOLA RAPPORTANDO LA PROPRIA QdM CON QUELLA “MEDIA” DEL MKT O CON QUELLA DEL COMPETITOR PRINCIPALE • Es. L’azienda X ha una QdM del 10%, la QdM “media” è pari al 15%, qual è la QdM “Relativa? QdM “relativa= 10/15 =0,66 4.2 La matrice Boston Una volta analizzate le varie Asa, la dirigenza deve decidere il ruolo che ciascuna dovrà avere nel complesso disegno strategico dell’impresa. Per ogni ASA sarà possibile scegliere tra quattro tipi di obiettivi •Sviluppo o build share •Mantenimento o hold share •Mietitura o harvest •Disinvestimento o disinvest 4.2 La matrice Boston Limiti del modello: •Si basa sull’assunto che il mercato sia incontrollabile •La quota di mercato non sempre è determinante per il rendimento dell’Azienda •Non è vero che la fonte di finanziamento dell’Impresa sia solo interna •Non viene presa in considerazione l’interdipendenza sinergica tra le varie Sbu •Non viene presa in considerazione la soddisfazione del cliente •La strategia aziendale sembra essere solo di tipo reattivo basandosi sull’analisi della posizione competitiva 4.2 La matrice Mckinsey E’ un modello più complesso della Boston che prende in considerazione due parametri fondamentali: • attrattività del settore •competitività nel settore Tali parametri sono tuttavia un indice composito che tiene in considerazione tutti gli elementi. Per es. l’attrattività è determinata da valori ponderati della dimensione, della crescita, della redditività ecc. La competitività è anch’essa un indice composito al quale concorrono vari fattori quali la quota di mercato, qualità del prodotto ecc. LA MATRICE McKINSEY – GENERAL ELECTRIC ATTRATTIVITA’ DEL BUSINESS C o e f f ic ie n t e d i p o n d e r a z io n e V a lu t a z io n e d e l se tto re P u n t e g g io D im e n s io n e g lo b a le d e l m e rca to T a s s o a n n u o d i c r e s c it a d e l m e rca to 0 .2 0 4 .0 0 0 .8 0 0 .2 0 5 .0 0 1 .0 0 M a r g in i d i p r o f it t o 0 .1 5 4 .0 0 0 .6 0 ………………………… ……… ……… ……… COMPETITIVITA’ DELL’AZIENDA NEL BUSINESS C o e ffic ie n t e d i p o n d e r a z io n e V a lu t a z io n e d e lla B .U . P u n t e g g io Q u o ta d i m e rca to 0 .1 0 4 .0 0 0 .4 0 Q u a lit à d e l p r o d o t t o 0 .1 5 4 .0 0 0 .6 0 R e p u t a z io n e d e lla m a r c a 0 .1 0 5 .0 0 0 .5 0 ………………………… ……… ……… ……… 4. La matrice Mckinsey Si delineano in tal modo 3 aree ( indicate con diversi colori) 1. Area di forte attrattività e bassa competitività dove è opportuno investire 2. Area di media attrattività e competitività dove è opportuno mantenere la quota di mercato 3. Area di bassa attrattività e alta competitività dove è opportuno mietere più che possibile o disinvestire ATTRATTIVITA’ DEL SETTORE LA MATRICE McKINSEY - GENERAL ELECTRIC COMPETITIVITA’ Alta Media Bassa Alta Costruire Media Mantenere Bassa Mietere Nella matrice McKinsey-GE le posizioni sulle due dimensioni vengono calcolate ponderando i punteggi di valutazioni su singole sotto-variabili mediante un peso di importanza rispetto agli specifici obiettivi di marketing. Il portafoglio delle attività aziendali Un’Azienda ha 3 clienti e fattura su base annua con 3 clienti 100.000 euro. Ha 70.000 euro di costo. Il conto economico evidenzia un margine di utile, tasse escluse, del 30 % . I 3 prodotti assicurano quindi un margine di utile soddisfacente del 30% . A B C TOT Ricavi 60.000 20.000 20.000 100.000 Costi 40.000 8.000 22.000 70.000 Margine 20.000 33,33% 12.000 60% -2.000 -10% 30.000 % su ricavo tot. 60,00% % di margine 66,66% 20% 40% -0,02 % -0,06% Caso ancora più grave è quello in cui in un’Azienda in attivo una parte consistente del margine assicurato da x prodotti venga fortemente eroso da y prodotti 5. Relazione tra strategia aziendale e strategia di marketing I piani elaborati dalle diverse aree funzionali devono tutti discendere dal piano strategico ed essere con questo in sintonia. STRATEGIA DI MARKETING STRATEGIA AZIENDALE Segmenti Targeting Tecnologie Identificazione ASA Selezione ASA Posizionamento Funzioni d’uso SEGMENTAZIONE TARGETING POSIZIONAMENTO BVLGARI Discreti Classici Emulatori Vistosi 1. Identificare le variabili di segmentazione del mercato 2. Definire i profili dei segmenti 3. Stabilire l’importanza dei segmenti individuati 4. Selezionare i segmenti obiettivo (targeting) 5. Posizionare il prodotto in ogni segmento target 6. Definizione il marketing mix del prodotto per i segmenti target Analitico-Strategico-Operativo SWOT A Studio cliente Segmenti Concorrenza scenario S O 6.1 L’analisi SWOT e le sue fasi 1.Definizione di forze e debolezze che caratterizzano l’Azienda 2.Esplorazione dell’ambiente per individuare minacce e opportunità 3.Graduazione dell’importanza di minacce/opportunità e forze/debolezze 4.Combinazione dei fattori interni con quelli esterni per verificare la presenza di elementi di criticità 5.Individuazione di possibili alternative d’intervento Sono le caratteristiche del singolo sistema competitivo di business in esame a permettere di stabilire se determinati attributi o eventi costituiscano rispettivamente punti di forza/debolezza o opportunità/minacce L’analisi SWOT SWOT Strenghts Weaknesses Opportunities Threats I due vantaggi dell’analisi Swot • il contributo in chiave di conoscenza fornito dall’esame combinato di variabili interne ed esterne • l’insieme di valutazioni in chiave strategica che il processo consente di delineare 6.1 Analisi Swot - parametri di misurazione Forze e debolezze vengono misurate rispetto a due parametri fondamentali Le forze rispetto a : • la performance e cioè la capacità dell’azienda rispetto alla variabile osservata • l’importanza e cioè quanto il possesso di capacità rispetto alla variabile osservata risulti critica per l’acquisizione di un vantaggio competitivo. Stabiliti i punteggi di performance e importanza si moltiplicano tra di loro per individuare la priorità di ciascuno. Si possono configurare in tal modo 4 diverse ipotesi: 1.Alta performance e alta importanza = l’azienda ha una forza da valorizzare e mantenere 2.Alta performance e bassa importanza = l’azienda possiede una forza che non ha particolare rilevanza nell’Area strategica di riferimento 3.Bassa performance e alta importanza = l’azienda ha un punto di debolezza in un ambito importante 4.Bassa performance e bassa importanza = l’azienda ha una debolezza che ha un rilievo marginale A IMPORT. DEBOLEZZA ECCELLENZA ASSISTENZA IMMAGINE PREZZO QUALITà DISTRIB B B PERFORMANCE A O/M A NUOVI TREND NUOVE REGOLE PROBA BILITA’ ICT B OPP MINACCIA PERFORMANCE 6.1 Analisi Swot - parametri di misurazione Per le minacce e le opportunità i parametri fanno riferimento • alla gravità o all’attrattività/PERFORMANCE dell’evento • alla probabilità che l’evento si verifichi Anche in tal caso possono risultare 4 diverse soluzioni 1.Alta gravità/attrattività e alta probabilità = si è in presenza di una minaccia/opportunità da fronteggiare/sfruttare 2.Alta gravità/attrattività e bassa probabilità = evento da monitorare adeguatamente che non richiede azioni nell’immediato 3.Bassa gravità/attrattività e alta probabilità = evento non si prefigura come particolarmente pericoloso o interessante 4.Bassa gravità/attrattività e bassa probabilità = evento privo di ripercussioni sull’azienda 6.1 Limiti analisi Swot La staticità. Forze/debolezze e minacce/opportunità sono dinamiche per definizione. Occorre pertanto ripeterla con regolarità. 6.Strategia di marketing • Nel sviluppare la strategia di marketing i responsabili effettuano un’analisi preliminare denominata “analisi Swot” • Si definiscono gli obiettivi di mktg • La strategia viene poi posta in atto tramite targeting posizionamento definizione del marketing mix 6.2 Gli obiettivi di Mktg Il Marketing Manager fissa gli obiettivi di Marketing che guideranno la strategia nell’ambito di una determinata ASA. Stabiliscono ciò che la funzione Marketing è chiamata a realizzare perché possano essere realizzati gli obiettivi generali dell’Azienda. Vengono di norma formalizzati in modo che tutta l’Azienda ne sia a conoscenza. Caratteristiche degli obiettivi (SMART): • sono di norma quantitativi e puntuali • hanno una declinazione rispetto al tempo e allo spazio • hanno a che fare con risultati economici e di mercato • devono essere realistici ma al tempo stesso sfidanti 6.3 Il Targeting Avendo già portato a termine il processo di segmentazione occorre selezionare i segmenti ai quali l’Azienda intende rivolgersi con la propria offerta. Questa operazione viene definita Targeting. I principali criteri che vengono considerati per effettuare il targeting: 1. capacità Azienda di offrire un prodotto di successo 2. andamento crescente della Domanda 3. possibilità di alti profitti 4. intensità competitiva bassa 6. 3 Strategie di raggiungimento e gestione dei target Per essere presenti nei rispettivi mercati le Aziende adottano diverse strategie di copertura: 1. marketing indifferenziato: si propone un unico prodotto valido per tutti i mercati serviti 2. marketing differenziato: si adegua la propria offerta a seconda della diversa tipologia di acquirenti 3. marketing concentrato: l’azienda decide di specializzarsi puntando a servire in via esclusiva pochi o addirittura un unico segmento di domanda 6.4 Il posizionamento Dopo il targeting il passo successivo è il posizionamento e cioè “posizionare il prodotto nella mente dei consumatori in maniera distinta e in contrapposizione ai prodotti della concorrenza” Per posizionamento si intende quindi il modo in cui i consumatori percepiscono un certo prodotto, in rapporto a tutti gli altri prodotti concorrenti. L’obiettivo dell’Azienda è di riuscire a: • realizzare il prodotto che i consumatori desiderano • accrescerne il valore percepito e la “personalità” • valorizzare l forza della marca rispetto ai concorrenti • massimizzare le performance economiche •Importanza della ricerca sul consumatore 6.4 Il posizionamento Analizziamo 5 aspetti fondamentali del posizionamento a. A cosa mira b. Quali regole da seguire c. I quesiti a cui rispondere d. Le caratteristiche al termine del processo e. Le strategie a) A cosa mira uno studio di posizionamento? Mira a 3 obiettivi primari: - definire i punti di forza e debolezza di ogni offerta - misurare le distanze tra concorrenti ed eventuali ambiti inesplorati - favorire la realizzazione di prodotti “mirati” sul target. 6.4 Il posizionamento: le regole b) Le regole fondamentali per realizzare un posizionamento: • il posizionamento è riferito alla percezione dei clienti • perché sia efficace deve essere memorizzato dai clienti • per posizionare il nuovo prodotto meglio degli altri concorrenti si deve cercare di riempire spazi vuoti nella mente dei consumatori 6.4 Il posizionamento: i quesiti c) I quesiti a cui è necessario rispondere prima di effettuare il posizionamento • esistono prodotti concorrenti con un posizionamento analogo a quello che l’azienda intenderebbe adottare? • gli attributi utilizzati per posizionare il prodotto sono realmente importanti per i consumatori di riferimento? • il prodotto è effettivamente in grado di mantenere le promesse che saranno veicolate attraverso la comunicazione? 6.4 Il posizionamento:l’output d) Il posizionamento al termine del processo dovrebbe essere 1. 2. 3. 4. semplice rilevante credibile coerente 6.4 Il posizionamento: le strategie Le strategie di posizionamento superiorità nei confronti della concorrenza per uno o più attributi (velocità, airbag, ecc.) enfatizzando benefici unici (es. sbianca i denti) in base all’utilizzo o funzione d’uso (aceto balsamico) in funzione di un particolare segmento di utenti (es shampoo Johnson’s Baby non esclusivo per bambini ma esteso anche a chi effettua lavaggi frequenti) in base alla classe di appartenenza del prodotto (HAG) in antitesi ad uno specifico concorrente (Acque minerali, Pepsi contro Coca Cola) Misto (Actimel tra gli alimenti probiotici e non negli yogurt) Posizionamento comparativo Mappa di posizionamento La mappa di posizionamento è una raffigurazione della percezione dei clienti che traduce in forma visiva e sinottica le analisi svolte sulle preferenze dei consumatori rispetto a prodotti e marche di un certo mercato. Abbiamo due approcci differenti: Tecniche statistiche: : - individuazione attributi qualificanti il prodotto/marca richiesta al consumatore di due ordini di valutazione (importanza degli attributi e assegnazione di un punteggio di valore del prodotto rispetto all’attributo). - ponderazione di ciascun attributo - confronto con marche concorrenti - Metodo empirico: individuando i FRA ( fattori rilevanti d’acquisto), il loro peso e i giudizi presumibilmente espressi dai consumatori. Mappa di posizionamento (ipotesi) Tenuta di cottura commesse massaie raffinate Esclusività della marca Prezzo conveniente appartate delfini Naturalità degli ingredienti Mappa di posizionamento (ipotesi) Marca innovativa Bella pubblicità Vasta gamma Promozioni Aroma intenso Miscela qualità Buon sapore Prezzo economico Buon prezzo/qualità Tostato napoletano Regalo Gusto amaro Marca locale Come quello al bar 7. Implementazione e controllo della strategia di marketing Definito il posizionamento l’Azienda può ora procedere a disegnare “il” o “i” Marketing mix* per ciascuno dei segmenti ai quali intende rivolgersi concentrandosi su 4 variabili fondamentali, le 4 Ps •Prodotto (product) •comunicazione (promotion) •Prezzo (price) •punto vendita (distribuzione)