ATBV NEWS, 16 agosto 2016 Prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale: perché l’ASA è ancora usato? A cura di Marta F. Brancati Hsu JC, Maddox TM, Kennedy K, et al. Aspirin Instead of Oral Anticoagulant Prescription in Atrial Fibrillation Patients at Risk for Stroke. J Am Coll Cardiol 2016;67:2913-23. Sebbene la terapia anticoagulante sia preferibile all’ASA nella prevenzione tromboembolica di pazienti con fibrillazione atriale, nel mondo reale l’ASA è ancora usato. Perché? Questo studio ha cercato di analizzare il fenomeno e i possibili fattori responsabili. Il registro PINNACLE ha identificato 2 coorti di pazienti con FA e rischio tromboembolico intermedio-alto, quantificato mediante CHADS2 score o CHA2DS2-VASc ≥2. Su 210.380 pazienti con CHADS2 ≥2, il 38% era in trattamento con ASA, il 62% con warfarin o altri anticoagulanti; nella coorte di 294.642 pazienti con CHA2DS2-VASc ≥2, il 40% era in terapia con ASA, il 60% con anticoagulanti. Di fatto, più di 1 paziente su 3 con FA, nel cosiddetto “real world”, è trattato con ASA anziché con un anticoagulante. Attraverso l’analisi multivariata è stato possibile identificare i predittori della scelta dell’ASA, che sono connessi sostanzialmente con la presenza di elevato rischio cardiovascolare (ipertensione, dislipidemia, malattia coronarica nota, angina, vasculopatia periferica); viceversa, la presenza di fattori di rischio tromboembolico (pregresso stroke/TIA, pregresso embolismo sistemico, scompenso cardiaco) ha condizionato più facilmente la scelta di un anticoagulante. 1