Gran teatro italiano di Davide Rondoni Gran teatro italiano di Davide Rondoni Direttore del Centro di poesia contemporanea dell'Università degli Studi di Bologna Questa rubrica su Atlantide, in mezzo a tanti impegnativi gulag, notava che la lingua italiana è tutta parlata “in fuori”, saggi e ragionamenti sui grandi temi sociali e civili, potrà si forma sulle labbra, con il battere della lingua sui denti, con sembrare strana. In genere i poeti vengono considerati una performance delle labbra. È come un bacio e un saluto. A creature bizzarre, forse inutili. Si suppone che uno che scriva differenza della lingua tedesca, notava Osip Mandels’tam, poesie abbia da dire qualcosa forse ai cuori in pena o l’italiano ha dunque una natura affettiva, di saluto e di bacio. innamorati. Ma che poco possa indicare sui grandi dibattiti Non a caso i ragazzi negli Stati Uniti e in molte parti del sociali. In realtà, da Virgilio a Pasolini, passando per Dante, la mondo hanno adottato il nostro saluto: “ciao”, il quale come nostra tradizione è ricca di poeti che hanno indicato il noto viene da una crasi del saluto che in dialetto veneziano nocciolo dei problemi della convivenza sociale più di tanti era già una piccola sceneggiata: “schiavo vostro”. Il carattere altri. Se questa rubrichetta servirà a qualcosa del genere, avrà italiano che non riusciamo e forse nemmeno dobbiamo realizzato il suo compito. Altrimenti, scusate il disturbo. Però scrollarci di dosso è dunque teatrale. La cosa più buffa un paio di idee a proposito dello sviluppo ce le ho. La prima (quando non ridicola) sono gli italiani che recitano da è che l’Italia deve puntare sulla sua capacità di messa in americani (cfr Albero Sordi) o peggio da inglesi. Il fatto che il scena. La seconda è che la scena italiana è uno spettacolo teatro come “industria” o anche il cinema italiani non godano popolare. In Italia tutti recitano, i peggiori sono gli attori. Così buona salute non c’entra. La natura teatrale degli italiani trova ammoniva Oscar Wilde. La natura dell’italiano è teatrale. infatti espressione nei rioni, nei cortili, nella politica (altro che Dell’italiano inteso come individuo e anche come lingua. Un teatrino! teatrone!) e in molti altri momenti della vita grande poeta russo degli inizi del Novecento, “svanito” nei collettiva. Ad esempio nel fiorire degli ultimi anni di festival 101 Gran teatro italiano di Davide Rondoni 102 di filosofia, di scienza, di poesia etc. Abbiamo filosofi che teatralizzazioni. In una certa misura, gli stessi grandi ormai sono conferenzieri-attori in servizio permanente movimenti giovanili degli anni ’60 rispondevano a una effettivo (e ciò spiega a volte la vanità del loro pensiero). C’è esigenza, a volte ottusa ma comunque importante, di “teatro del teatro ovunque. E, a dispetto di molte analisi della gioventù”. Oggi, la teatralizzazione della giovinezza è apparentemente più evolute, ritengo che il successo di Silvio lasciata alle finzioni televisive alla De Filippi o a raduni Berlusconi sia nell’aver interpretato meglio di altri questa musicali sempre più legati a logiche di sponsorizzazione. natura teatrale dell’animo italiano. Privato di un nesso con l’impegno ideale, il valore della Molti considerano questa propensione alla recita (o addirittura giovinezza si è ridotto a target specifico di consumo. Unica alla farsa) un difetto, addirittura una sventura per noi italiani. grande messa in scena - se si eccettuano alcuni ritrovi come Che, grazie ad essa, ci facciamo sempre “notare”. Ma siamo il Meeting di Rimini e pochi altri- sono state le giornate della sicuri che sia così ? È proprio vero che tale vocazione a gioventù volute da Giovanni Paolo II. Il rischio che oggi si costruire sul particolare una messa in scena più ampia sia da corre in Italia è la teatralizzazione del nulla. Ovvero, il disprezzare? Ce la portiamo dietro da Dante, che per parlare prevalere - in sede pratica - di logiche di consumo e - in sede di Beatrice e del significato del suo amore per lei, mise in di riflessione - di un pensiero nichilista, provvede a svuotare scena addirittura Inferno, Purgatorio e Paradiso. E poi da di valore i desideri e il lavoro umani. Boccaccio, il cui Decamerone è una scena per esorcizzare la La conseguenza è la sciatteria - più o meno visibile, morte, e da Ariosto, Tasso e su fino a Manzoni e oltre, anche esistenziale e oggettuale - in cui versano i luoghi dove si attraverso i nostri grandi pittori, da Giotto a Michelangelo fino lavora, siano esse scuole o uffici. Assitiamo troppo spesso nei alle scene metafisiche di De Chirico e alle grandi sceneggiate luoghi dove si condivide la vita e si formano il gusto e il futuriste. Non appartiene a questa capacità di messa in scena pensiero del domani a sceneggiate piene solo di retorica e di anche il successo di settori della nostra industria come la trucchi. Occorrono dunque autori teatrali, cioè gente che moda o i motori? Occorre dunque intendere bene. Il segreto indichi quale sia il nocciolo di realtà che esistendo nei di una grande messa in scena non è la capacità di finzione. desideri della persona e nelle sue azioni, possa dar vita a una Prima della finzione, viene l’individuazione di un elemento di scena. E che tale scena sappia coinvolgere con il suo valore e della sua necessaria condivisione. Ogni grande linguaggio e la sua autenticità più persone possibili. Perché il finzione può crescere solo intorno a un nocciolo duro di teatro popolare è quello dove non esiste la categoria di realtà, a cui si riconosce un valore infinito e una dignità. Quali “pubblico”, ma tutti si viene coinvolti in un’azione comune. sono dunque le cose e i valori riconosciuti come valevoli? Ad Lo sviluppo degli italiani si vedrà più che dalla loro capacità di esempio. La giovinezza è sempre stata oggetto di grandi fare sistema, dalla loro capacità di fare teatro.