COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Area “Programmazione e Gestione del Territorio” Accordo quadro con un unico operatore economico per l’affidamento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde di proprietà comunale per il periodo 01/09/2015 – 31/08/2017 Ufficio Tecnico Comunale Il Direttore d’Area: Arch. Elena Chiarelli DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI San Giorgio di Piano, maggio 2015 INDICE DEFINIZIONI MANUTENZIONE ORDINARIA DEL VERDE PUBBLICO Sfalcio dei prati Cespugli e siepi Operazioni d’impianto Alberature Pulizia e tutela igienica aree verdi COLTIVAZIONI E CURE COLTURALI Lavorazioni e cure colturali Semina o trasemina di prati Potatura alberi Abbattimento alberi Irrigazioni Trattamenti fitosanitari e di lotta preventiva Monitoraggio dei parassiti e delle fitopatie Verifica statica strumentale (metodo VTA) delle alberature Aggiornamento anagrafica alberature ATTREZZATURE LUDICHE E SPORTIVE Censimento ed anagrafica Monitoraggio LAVORAZIONI E DIVERSI SERVIZI COMPLEMENTARI Lavorazioni e servizi diversi e complementari Utilizzi di prodotti Fitosanitari ad uso Diserbante Specifiche tecniche di dettaglio per l’esecuzione delle prestazioni PRESCRIZIONI TECNICHE DI SICUREZZA PER INTERVENTI SU STRADA Schede tipo delle strutture a verde impiegabili sul territorio comunale DEFINIZIONI Area verde: area territoriale, o insieme delle aree, di proprietà pubblica o privata, destinata a parco, giardino o comunque rivestita, attualmente o in progetto, da vegetazione di origine artificiale o naturale. Albero (o esemplare arboreo): pianta legnosa che a pieno sviluppo presenta un’altezza di almeno 5 metri, ed un asse principale, detto fusto o tronco, perenne, ben definito e prevalente sulla massa delle ramificazioni, il quale raggiunga, sempre a pieno sviluppo, un diametro di almeno 5 centimetri. A tal riguardo si definiscono: - alberi di Ia grandezza = altezza a maturità > 18 metri - alberi di IIa grandezza = altezza a maturità 10-18 metri - alberi di IIIa grandezza = altezza a maturità < 10 metri Arbusto (o esemplare arbustivo): pianta legnosa priva anche di uno solo dei requisiti necessari per la definizione di “albero”, così come stabilita al punto precedente. Diametro del fusto: diametro della sezione di un fusto legnoso di un esemplare arboreo, misurato, ortogonalmente all’asse del fusto stesso, ad un’altezza di m 1,30 dal terreno. Circonferenza del fusto: circonferenza della sezione del fusto come descritta alla definizione del “diametro” di esso. Diametro dei rami o branche: diametro della sezione dei rami o branche misurata al termine distale della loro svasatura di raccordo con il fusto o con il ramo di ordine superiore. Latifoglie: specie a foglia larga. Si dividono usualmente in: - Specie decidue. Durante il periodo di riposo vegetativo perdono le foglie. - Specie decidue semipersistenti. Parte dell’apparato fogliare persiste, secco ed attaccato ai rami, durante il periodo invernale. - Specie sempreverdi. Durante il periodo di riposo vegetativo non perdono le foglie. Conifere: specie con foglia aghiforme o a scaglia. Si dividono usualmente in: - Specie sempreverdi. Durante il periodo di riposo vegetativo non perdono le foglie. - Specie decidue. Durante il periodo di riposo vegetativo perdono le foglie. Portamento: esprime la forma e densità della chioma della pianta. Si divide in: - Colonnare (anche fastigiato). Caratteristiche: La chioma ed i rami aderiscono al tronco formando angoli molto stretti, minori di 30°. Es. specie: Cupressus sempervirens, Populus nigra, Thuya ssp. var., Carpinus betulus var. - Espanso. Caratteristiche: I rami sono divaricati rispetto al tronco con il quale formano angoli di circa 90°, con andamento orizzontale. Es. specie: Catalpa ssp., Pinus pinea, Cedrus libani. - Ovoidale. Caratteristiche: Predominanza dei rami centrali sui laterali, che formano con il tronco angoli da 40° a 70°, con andamento verso l’alto. Es. specie: Betula alba, Quercus ssp., Tilia ssp., Prunus ssp., Platanus ssp., Fraxinus ssp., Ulmus ssp. - Globoso. Caratteristiche: Rami inseriti sul fusto con il quale formano angoli da 40° a 70°. Es. specie: Aesculus ssp., Olea, Sophora ssp., - Piramidale. Caratteristiche: I rami si estendono progressivamente e simmetricamente dall’asse principale formando angoli di 90°. Es. specie: Carpinus ssp., tutte le Conifere, Magnolia grandiflora. - Piangente. Caratteristiche: I rami sono rivolti verso il basso. Es. specie: Salix babylonica, Betula pendula, Fraxinus pendula. Potatura: taglio di parti vive della chioma di esemplare arboreo o arbustivo. CLASSIFICAZIONE DEL VERDE PUBBLICO Il verde pubblico è classificato nelle seguenti tipologie manutentive e colturali: a) Tip. 1 - piccole aiuole, giardinetti urbani pubblici estremamente intensivi e ad elevatissima utenza, con superficie massima di ogni singola area di mq. 1.000, verde monumentale; b) Tip. 2 - giardini urbani di media ampiezza, meno intensivi, aiuole molto ampie, con superficie di ogni area compresa fra 1.001 e 10.000 mq., verde cimiteriale. c) Tip. 3 - parchi urbani pubblici e scolastici estensivi, aree urbane semi-allestite con superficie di ogni singola area superiore ai 10.000 mq. MANUTENZIONE ORDINARIA DEL VERDE PUBBLICO Sfalcio dei prati Periodicità: numero di interventi variabili lungo la stagione vegetativa dei prati (da marzo a ottobre), programmati in base all'andamento climatico e indicativamente stabiliti, ma in modo esclusivamente orientativo e non vincolante per la Stazione Appaltante, nelle quantità individuate nel programma delle Manutenzioni Ordinarie. Modalità operativa: L'intervento comporta la tradizionale operazione di taglio dell'erba che deve porsi come obiettivo la conservazione e l'infittimento del cotico erboso, in modo tale da garantire sia la protezione e conservazione del suolo, sia l'agevole fruizione delle aree verdi, nonché le funzioni estetiche, igieniche e di decoro delle medesime, in rapporto al contesto specifico di ciascun’area. Tale operazione deve perciò essere eseguita con le modalità dettate dalla buona tecnica agraria, in modo tale da favorire l'accestimento delle erbe ed il giusto equilibrio fra le specie che costituiscono la popolazione erbacea costituente il prato. Tempi e periodicità delle operazioni di sfalcio verranno definiti, in accordo con il Direttore dei Lavori, dall'Appaltatore, che avrà cura di effettuare la programmazione di massima annuale e quella di dettaglio mensile. Indicativamente ogni intervento non dovrà superare le dieci (10) giornate lavorative. Ogni intervento di sfalcio dovrà essere sempre integrato con la pulizia preventiva dell’area, con controllo successivo, dai rifiuti abbandonati. In linea generale, il materiale di risulta dello sfalcio medesimo, dovrà essere asportato, salvo aree con particolare tipologia di fruizione, ove sussista diversa prescrizione del Direttore dei Lavori. L'intervento dovrà effettuarsi esclusivamente con macchine operatrici ad asse rotante (verticale od orizzontale), con esclusione dell’impiego di barre falcianti. L'Appaltatore, qualora in alcuni interventi non sia prevista la raccolta della risulta di sfalcio, dovrà verificare che queste siano finemente sminuzzate (steli inferiori a centimetri cinque) e che, ad operazione ultimata, il materiale risulti uniformemente distribuito su tutta la superficie di intervento. Non dovranno perciò ritrovarsi, al termine di ogni intervento di sfalcio, andane, cumuli, depositi di materiale vegetale né sui prati né nelle zone a copertura inerte. Per completare lo sfalcio occorre effettuare: - rifilatura di bordi, scoline, scarpate e simili; - rifilatura degli spazi circostanti eventuali (panchine, attrezzature ludiche/sportive, ecc.); - eliminazione delle erbe infestanti in superfici a copertura inerte (percorsi, piazzali, marciapiedi) compresi nelle aree verdi appaltate e ad esse prospicienti sulle pubbliche vie. Il materiale di risulta dovrà essere prontamente allontanato in ottemperanza alle normative vigenti in materia presso il Centro di Raccolta dei Rifiuti del Comune di San Giorgio di Piano con le prescrizioni e le modalità indicate dalla Direzione dei lavori. Il lavoro di sfalcio verrà compensato a misura in base all'elenco prezzi contrattuale. Particolare attenzione dovrà essere prestata per non arrecare danni alla base dei fusti delle piante legnose, adottando opportune modalità operative ed adeguati attrezzi e macchine operatrici, con massima cautela nell'uso del decespugliatore. Le strutture e le piante danneggiate saranno ripristinate a cura della ditta appaltatrice ed ogni danno deve essere tempestivamente segnalato all’Ufficio Tecnico Comunale ai fini della valutazione economica del danno medesimo che sarà posto a carico della ditta appaltatrice. L’importo corrispondente alle aree adottate dai cittadini (circa 3.000 mq. di piccole dimensioni) dovrà essere convertito in manutenzioni e/o forniture in base alle voci dell’elenco prezzi. Cespugli e siepi Potatura La potatura di siepi e cespugli avverrà secondo forme obbligate per particolari necessità e secondo forme più naturali in tutti gli altri casi. Potranno essere previsti interventi di manutenzione per il rinnovo e per la riduzione straordinaria di determinate siepi senza diritto a maggiori compensi. Dovranno essere impiegati macchinari che permettano interventi rispettosi della pianta e che provochino il minimo di lesioni; i tosasiepi a pettine o idraulici dovranno essere impiegati solo in casi particolari e previa autorizzazione dell’Ufficio Tecnico Comunale. Durante tali operazioni la ditta appaltatrice dovrà provvedere alla rimonda dei rami secchi ed irrimediabilmente ammalati. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Asportazione delle infestanti In occasione di ogni intervento di lavorazione del terreno o di potatura, la ditta appaltatrice avrà cura di asportare anche a mano tutte le specie erbacee o sarmentose che nel tempo abbiano proliferato all’interno delle siepi. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Modalità operative: Le eventuali operazioni di impianto, secondo la qualità dei materiali impiegati, di specie arboree ed arbustive e/o di formazione di coperture erbose dovranno avvenire nel rispetto delle singole voci indicate nel presente elaborato tecnico estesamente riportate nelle corrispondenti voci dell’Elenco Prezzi. Fatta salva la facoltà dell’Appaltatore di proporre, su richiesta del Direttore dei Lavori o su necessità ravvisate in corso di monitoraggio, attraverso specifica segnalazione o richiesta di lavorazione/prestazione, proprie soluzioni progettuali e metodologiche, apportando il valore della propria specifica competenza settoriale, il Direttore dei Lavori ha facoltà di impartire ogni prescrizione progettuale e metodologica che ritenga necessaria al compimento delle operazioni d’impianto a regola d’arte, nonché di controllare e valutare con ogni effetto la qualità dei materiali e delle operazioni. Le operazioni d’impianto potranno prevedere forniture di materiali vegetali o inerti da parte dell’Appaltatore, le cui specifiche di fornitura si considerano esaustivamente riportate nelle corrispondenti voci dell’Elenco Prezzi. I prezzi di elenco sono altresì considerati integralmente comprensivi di spese generali e utili d’impresa, per materiali consegnati franco cantiere su autocarro, riferiti a materiale di buona qualità rispondente alle caratteristiche stabilite per consuetudine commerciale. Alberature Spollonatura Per spollonatura deve intendersi l’eliminazione dei giovani rami al piede e sul tronco degli alberi (non a portamento piramidale) fino all’inserimento delle branche primarie. L’intervento è da effettuarsi avendo cura di non danneggiare i tessuti corticali del tronco. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Abbattimenti Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro 24 ore e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Se il conferimento avverrà al Centro Raccolta Rifiuti di san Giorgio di Piano dovrà essere quantificata una somma di €. 300 ad intervento da convertire in manutenzioni e/o forniture in base alle voci dell’elenco prezzi. Potatura di rimonda dal seccume In linea di massima se vengono rispettati i criteri d’impianto, l’albero non necessita di essere potato; l’intervento cesoreo è limitato solo ai casi di emergenza come schianto di rami e branche malate e pericolose. L’intervento di rimonda dal seccume prevede il costante controllo delle alberature e l’immediata soppressione di branche e rami a qualunque altezza situati, non più vegeti, gravemente lesi e potenzialmente pericolosi, ed è eseguito tramite corretti interventi di potatura che prevedano anche la disinfezione e protezione delle superfici di taglio. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Piantagioni 1 - Le dimensioni degli alberi dovranno essere misurate come indicato di seguito: - circonferenza del fusto: misurata a 100 cm di altezza oltre il colletto non inferiore a cm. 18; - altezza dell’albero: distanza tra il colletto e l’apice della pianta (altezza non inferiore a 3,50 metri); - altezza di impalcatura: distanza intercorrente tra il colletto e il punto di emergenza del ramo maestro più basso. Per gli alberi richiesti impalcati, l’altezza di impalcatura dovrà essere di 1,80 – 2 m, per gli alberi che andranno a costituire viali, dovranno avere un altezza di impalcatura di almeno 2,5 m. - diametro della chioma: diametro rilevato alla prima impalcatura per le conifere e a due terzi dell’altezza per gli altri alberi, dovrà essere proporzionata al diametro del tronco. Gli alberi devono essere stati specificatamente allevati per il tipo di impiego previsto (alberature stradali, macchie, esemplari isolati, ecc...). In riferimento alla Legge Regionale n. 3 del 20/01/2004 il vivaista deve rilasciare il passaporto della pianta se rientrante nell’elenco di cui si chiede l’accreditamento. Il fusto dovrà essere diritto ed assurgente. Le piante dovranno essere esenti da deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi natura, grosse cicatrici, o segni conseguenti a urti, grandine, legature, ustioni da sole, gelo o altro tipo di scortecciamento garantite sotto il profilo fitopatologico (es. non affette da funghi patogeni, ecc.) La chioma dovrà essere a forma libera, correttamente ramificata, uniforme ed equilibrata per simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie all’interno della stessa. Gli alberi dovranno presentare una “freccia “ centrale, sana e vitale, fatta eccezione per le varietà pendule o con forma globosa, salvo quanto diversamente specificato nel progetto o richiesto dalla Direzione Lavori. Nel caso siano richieste piante ramificate dalla base, queste dovranno presentare un fusto centrale diritto, con ramificazioni inserite a partire dal colletto. Tali ramificazioni dovranno essere inserite uniformemente sul fusto in tutta la sua circonferenza e altezza. Nel caso in cui siano richieste piante a più fusti, questi dovranno essere almeno tre ed equivalenti come diametro, distribuiti in maniera equilibrata. Le piante devono avere subito i necessari trapianti in vivaio (l’ultimo da non più di due anni e da almeno uno) in base alle seguenti indicazioni: specie a foglia caduca, fino alla circonferenza di 12-15 cm almeno un trapianto, fino a 20-25 almeno due trapianti, fino a 30-35 almeno tre trapianti; sempreverdi: fino all’altezza di 2-2,5 m almeno un trapianto, fino a 3-3,5 m almeno due trapianti, fino a 5 m almeno 3 trapianti. L’apparato radicale dovrà presentarsi ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane e privo di tagli con diametro superiore a 1 cm. Gli alberi dovranno essere forniti in contenitore o in zolla a seconda delle disposizioni progettuali, se richiesto, potranno essere fornite a radice nuda, purché si tratti di piante caducifoglie e di piccole dimensioni in fase di riposo vegetativo. Per le piante in zolla, questa dovrà avere le seguenti dimensioni: diametro pari a dieci volte quello del tronco, misurato a 100 cm dal colletto, con un altezza della zolla di almeno 4/5 del suo diametro. Per quanto riguarda le conifere, la zolla dovrà avere diametro pari al 15% dell’altezza totale della pianta e altezza pari a 3/4 del dimetro della zolla. Se il progetto richiede piante in zolla e l’Appaltatore per suo interesse dispone di piante in contenitore, queste potranno essere accettate dalla Direzione Lavori purché abbiano le caratteristiche indicate nell’elenco prezzi, senza però aver diritto ad alcun maggior compenso. Nel caso vengano richieste dal progetto piante forestali, queste devono provenire da produzioni specializzate poste nelle vicinanze dell’area di impianto, realizzate con seme di provenienza locale, con un minimo di 3 anni di età, essere ben conformate, avere subito almeno un trapianto, essere poste in contenitori per le conifere, a radice nuda o contenitore per le caducifoglie. Per “esemplari” si intendono quegli alberi di grandi dimensioni, in relazione alla specie di appartenenza, che presentino un particolare valore ornamentale. Dovranno essere stati allevati isolatamente per questo scopo Le norme a cui attenersi per la messa a dimora di alberi a foglia caduca o persistente in area verde, posti a piè d’opera dall’impresa, comprendono: - la chioma deve presentare una freccia apicale ben sviluppata ed una ramificazione ben distribuita lungo il tronco (vedi esempio); - il reinterro uniforme; - la formazione della conca di compluvio (formella); - la protezione del fusto con arelle in canne fino a minimo due metri di altezza dal colletto; - la fornitura ed il collocamento di n°2/3 pali tutori in legno trattato o castagno con un diametro non inferiore di cm. 6; - la legatura con corde idonee in materiale plastico ed elastico e degradabile con il tempo; - la fornitura e la distribuzione di ammendanti organici (terriccio) e di concimi organico minerale; - una bagnatura iniziale con almeno 50/200 litri di acqua a secondo le dimensioni dell’albero; - la fornitura di tubo dreno interrato per irrigazione; - telo pacciamante in fibra biodegradabile di 1 mq ; - colletto di protezione contro danni da decespugliatore per una larghezza minima di cm 10; - gli oneri di manutenzione totale e la garanzia di attecchimento per anni due. 2 - Per una corretta piantagione si deve: - Scavo della buca (vedi esempio) che deve essere 1.5 volte le dimensioni del pane di terra da contenere, si dovrà fare attenzione a non costipare il terreno circostante le pareti o il fondo della stessa buca, in particolare occorrerà smuovere il terreno sulle pareti e sul fondo della buca per evitare l’effetto vaso (asfissia e ristagno acqua). Nei terreni argillosi si deve procedere al riempimento parziale della buca con terra e torba e lapillo, predisponendo in modo che le piante poggino la zolla su uno strato idoneo di miscuglio terra-torba-lapillo ben assestato. - Mantenere il colletto della pianta a livello della superficie del terreno, nei casi di terreni tendenzialmente argillosi, opzionarlo alcuni centimetri al disopra del terreno preesistente; - Posizionare il tubo drenante forato doppia parete, attorno alla zolla; l’estremità che rimane nel terreno viene otturata, mentre l’altra estremità viene fissata all’esterno della buca a un palo tutore. Questa tecnica permette di mantenere areato il terreno nel tempo e di poter irrigare manualmente più facilmente innestando il tubo di irrigazione nel tubo drenante; - Prima della messa a dimora eseguire potature per armonizzare la chioma (fatta eccezione per il taglio degli eventuali rami secchi o danneggiati durante il trapianto). dovranno essere eliminati quei rami che l’albero non ha scelto per il proprio sviluppo strutturale (es. doppie cime). - Procedere con il posizionamento di arelle in canne, sui fusti degli alberi già posti in posizione verticale, per un altezza di mt 2, questo per evitare l’eccessiva traspirazione delle piante ed eventuali “scottatura da sole” dei tessuti del fusto. - Posizionare pali tutori (vedi esempi allegati) in legno trattato o castagno che devono sorreggere la pianta nei primi anni di vita (generalmente in numero da 2 a 3), non devono superare il metro e mezzo di altezza fuori terreno collocati o in diagonale rispetto all’asse della pianta o a forma di castello (U rovesciato). In questo modo l’albero può muoversi liberamente sotto l’azione del vento; - Assicurarsi prima di chiudere la buca che la pianta sia in posizione verticale da tutti i lati - Chiusura buca con terreno idoneo, il quale non deve superare il livello del terreno circostante ed eventualmente formare la conca di compluvio; - Collocare Biostuoia in fibra biodegradabile intorno al albero avente misure non inferiori ad un mq, questo per evitare la crescita delle erbe infestanti e mantenere fresco il terreno sottostante. - Collare protezione in gomma, da posizionare attorno colletto della pianta, per proteggerla da eventuali danni da decespugliatore, deve essere in materiale plastico ed elastico di dimensioni in larghezza non inferiori ai cm 10 e coprire l’intero colletto. - Irrigazione d’impianto al termine della messa a dimora eseguire un irrigazione della pianta con almeno 50/200 lt d’acqua secondo le dimensioni della pianta. Nel caso di presenza di un impianto d’irrigazione a goccia formare anello con valvole auto compensanti (no gocciolatori), che può essere anche immerso nel materiale pacciamante( corteccia, lapillo, macinato ligneo) o posto sotto il telo pacciamante in fibra biodegradabile, tutto ciò per evitare vandalismi all’ impianto irrigazione o danni da morsi di animali - Garanzie di attecchimento importante assicurare almeno un paio di anni solari di garanzia di attecchimento della pianta. Pulizia e tutela igienica aree verdi Sui prati non dovranno trovarsi e permanere per alcun motivo rifiuti di alcun genere in quanto l’intervento di pulizia delle aree verdi è specifico oggetto di manutenzione ordinaria. Pertanto la ditta appaltatrice provvederà: 1) alla raccolta di ogni materiale presente sui prati catalogabile come rifiuto (carta, lattine, bottiglie di vetro e di plastica, detriti di varia origine, ecc.) ed al conferimento dello stesso in ottemperanza alle normative vigenti in materia; 2) allo svuotamento dei cestini porta rifiuti e di eventuali altri contenitori, raccolta del materiale e conferimento dello stesso in ottemperanza alle normative vigenti in materia; 3) alla raccolta di foglie e al conferimento delle stesse in ottemperanza alle normative vigenti. La ditta appaltatrice dovrà garantire la completa e sollecita raccolta del fogliame caduto dalle chiome nel periodo autunnale ed eventualmente da ripetersi a fine inverno per le specie a foglia “marcescente” sul ramo quali carpini, platani ecc. La raccolta foglie dovrà essere completata in tutte le aree entro il 31 dicembre, dovrà riguardare anche i materiali vegetali (fiori, frutti, semi, ramaglia sottile, ecc.) caduti a terra con le foglie e dovrà effettuarsi anche in più interventi a seconda dell’andamento stagionale, delle caratteristiche delle specie presenti e /o delle esigenze espresse dall’Ufficio Tecnico Comunale. Tali interventi dovranno essere eseguiti sia sui manti erbosi che sul terreno, nonché sulle superfici a copertura inerte (percorsi, piazzali, marciapiedi) compresi nelle aree verdi e ad esse prospicienti sulle pubbliche vie. Particolare cura sarà posta alle aree verdi ad intensa utenza, ai giardini scolastici, alle superfici di gioco e sosta e nel prevenire l’intasamento di caditoie stradali e non, adiacenti alle aree oggetto dell’intervento. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro 24 ore e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Se il conferimento avverrà al Centro Raccolta Rifiuti di san Giorgio di Piano dovrà essere quantificata una somma di €. 300 ad intervento da convertire in manutenzioni e/o forniture in base alle voci dell’elenco prezzi. COLTIVAZIONI E CURE COLTURALI Lavorazioni e cure colturali Scasso profondo, rippatura, aratura e vangatura Le lavorazioni dovranno essere eseguite secondo corretti criteri agronomici alla profondità indicata dall’Ufficio Tecnico Comunale. La vangatura avrà profondità di lavoro di almeno cm 30; durante il lavoro si curerà di far pervenire in superficie sassi ed erbe infestanti che dovranno sempre essere asportati, comprendendo anche e totalmente le parti ipogee. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Fresatura e sarchiatura La fresatura dovrà avvenire ad una profondità di lavoro da cm 5/8 a cm 15/20. L’intervento dovrà sminuzzare accuratamente il terreno in superficie anche per assicurare una buona penetrazione alle acque meteoriche. Intorno agli alberi, arbusti, manufatti, recinzioni, siepi ed impianti irrigui il lavoro dovrà essere completato a mano. Durante i lavori di preparazione del terreno e nelle successive lavorazioni, la ditta appaltatrice provvederà ad eliminare dalle aree di impianto sassi e materiali che con la lavorazione venissero portati in superficie. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. La sarchiatura del terreno deve essere fatta in particolare per impianti fino a 3 anni, nel periodo autunnale, a mano o meccanicamente. Contemporaneamente dovranno essere estirpate le erbe infestanti. L’eventuale concimazione dovrà avvenire con prodotti organici. Il materiale di risulta dovrà essere raccolto entro due giorni e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Diserbo dei prati E’ un’operazione da farsi solo meccanicamente e non con uso di prodotti chimici, provvedendo successivamente alla risemina delle chiazze eventualmente formatesi. Per l’uso di eventuali prodotti, che comunque dovranno essere a basso impatto ambientale, la ditta appaltatrice dovrà richiedere il consenso dell’Amministrazione Comunale. Trattamenti antiparassitari I trattamenti antiparassitari, effettuati su indicazione dell’Ufficio Tecnico Comunale, devono essere previsti in casi in cui venga interessata la salute e la sopravvivenza della pianta o in casi in cui determinate fitopatologie possano creare disturbo o interferenze con le attività antropiche. Tranne che per interventi particolari, i trattamenti devono essere eseguiti in modo da irrorare tutta la chioma delle piante interessate. In ogni modo l’uso di prodotti di sintesi va limitata a casi estremi e concordata con l’Ufficio Tecnico Comunale. Semina o trasemina di prati Nelle aree da sistemare a verde verranno seminate specie erbacee idonee a costituire prati calpestabili perenni. La composizione dei miscugli verrà indicata dall’Ufficio Tecnico Comunale. Prima della semina, da effettuarsi in epoca opportuna, il terreno dovrà essere adeguatamente sminuzzato mediante interventi previsti nel precedente paragrafo B1. La semina dovrà essere effettuata sempre in giornate senza vento, a spaglio, prestando attenzione onde evitare la stratificazione di sementi aventi pesi e volumi diversi. Dopo la semina il terreno dovrà essere rullato ed analoga operazione sarà effettuata a germinazione avvenuta. Potatura alberi La potatura, quale intervento che riveste un carattere di straordinarietà può essere effettuata esclusivamente per: o eliminare rami secchi, lesionati o ammalati, o per motivi di difesa fitosanitaria, o per problemi di pubblica incolumità, o per rimuovere elementi di ostacolo alla circolazione stradale, o nei casi di interferenza con elettrodotti od altre reti tecnologiche preesistenti. In tutti gli altri casi è preferibile lasciare la pianta al suo libero sviluppo morfologico. Sono vietati in ambito urbano gli interventi di capitozzatura, cioè i tagli che interrompono la crescita apicale del fusto e quelli praticati su branche aventi diametro superiore a cm. 20. Fanno eccezione al divieto di cui sopra gli interventi necessari a garantire la pubblica incolumità. Sono comunque da evitare le potature drastiche. Non va asportato mai più del 30% di massa (volume fogliare) della chioma, preferibilmente è bene non superare il 15-20%. Taglio corretto Taglio non corretto Risultati Taglio non corretto Vi sono differenti tipologie di potatura: a) potatura di allevamento: effettuata su giovani piante con l’obiettivo di raggiungere il più velocemente possibile l’habitus voluto. Si tratta in genere di interventi molto leggeri per correggere, eventualmente, alcuni difetti di habitus. b) Potatura di mantenimento: viene esercitata su quelle specie allevate in forme obbligate. I tagli vengono effettuati con notevole frequenza per intervenire su rami molti piccoli. c) Potatura di risanamento: si tratta di operazioni a carattere straordinario, con lo scopo di eliminare branche secche o deperenti, di stimolare l’attività vegetativa di piante senescenti, o di conferire una forma più razionale a piante precedentemente potate in maniera errata. Sono possibili i seguenti interventi cesori: diradamenti, con l’asportazione totale di branche o di rami, e raccorciamenti, con l’asportazione parziale dei suddetti. Ai fini dell’applicazione del presente Disciplinare Tecnico si definiscono differenti tipologie di intervento e taglio sulla compagine vegetale. Taglio: Il taglio: va eseguito il più basso possibile ed in modo da garantire lo sgrondo delle acque (a falda inclinata o a cupola). Il punto ottimale di taglio è il colletto della pianta ovvero la prima porzione del fusto fuori terra. Il normale taglio è pertanto detto anche taglio al colletto. Estirpo: eliminazione di una pianta, con taglio ed asportazione dell’apparato radicale. Estirpo di ceppaia. La pianta muore. Taglio raso: taglio di tutti gli alberi di un soprassuolo, sia esso strutturato a siepe o a macchia boscata, con rilascio unicamente delle ceppaie. Se applicato a specie che non hanno la capacità di rigetto (es. conifere) produce lo stesso effetto dell’estirpo, con morte della pianta. Tutte le piante sono tagliate e i nuovi polloni avranno tutti la stessa età. Taglio di ringiovanimento: con tale termine si definisce un taglio di abbassamento delle vecchie ceppaie di latifoglie quasi esaurite (con scarsa capacità vegetativa) che comporta l’eliminazione della residua porzione legnosa fuori terra, allo scopo di stimolare la capacità pollonifera. Taglio annuale o poliannuale: taglio periodico tipicamente eseguito su siepi campestri di latifoglie con lo scopo di ridurre la massa legnosa, prelevando i soggetti di maggiori dimensioni e rilasciando almeno 2-3 polloni per ciascuna ceppaia. Può essere eseguito annualmente o ad intervalli di alcuni anni. Attuando tale tipologia di taglio si attua la forma di gestione Diradamento prevista nelle schede di rilievo. Gli interventi di potatura degli alberi e delle siepi devono essere effettuati nel rispetto dei periodi di nidificazione dell’avifauna e delle norme di riferimento; in linea generale non vanno effettuati nel periodo 1 Marzo – 15 Agosto. Modalità operativa: La potatura, da eseguire indicativamente nel periodo di riposo vegetativo e secondo i contenuti del vigente “Regolamento Comunale del Verde Pubblico e Privato”, dovrà essere effettuata in modo da conservare il portamento naturale della pianta utilizzando di massima le modalità previste dalla tecnica del "taglio di ritorno". L'accorciamento dei rami dovrà avvenire in corrispondenza di un ramo secondario di adeguate dimensioni. Nel caso di asporto di branche, i tagli dovranno essere effettuati in modo obliquo immediatamente al di sopra del collare e dovranno risultare netti e ben definiti ed effettuati senza provocare scosciature alle branche o al tronco. Si dovrà evitare di effettuare tagli su rami con circonferenza non superiore a cm 20. I tagli dovranno essere netti e rispettare il collare sulla parte residua, senza lasciare monconi. Una potatura corretta comporta di: o non effettuare tagli “a filo tronco”, ma di rispettare la zona del “collare” alla base del ramo; o mantenere una chioma formata da almeno il 60% dei rami, distribuiti in modo regolare; o effettuare tagli inclinati rispetto al piano orizzontale. Ciò evita il ristagno dell’acqua meteorica sulla ferita. Nel caso di contenimento/rimonda della chioma, dovranno essere eliminati i rami morti o ammalati e i rami in sovrannumero o sovrapposti. Il volume del contenimento, complessivamente, non dovrà superare il 30% della chioma. Gli operatori addetti alle operazioni di potatura dovranno essere specializzati ed aver maturato adeguata esperienza nella potatura di piante ornamentali in ambito urbano. Il materiale di risulta dovrà essere prontamente allontanato dal cantiere, in particolare se su strada, entro le 24 ore successive alla produzione e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Sono a carico dell’Appaltatore tutte le opere provvisorie occorrenti per quanto riguarda la sicurezza delle persone, degli stabili e del traffico. Il lavoro di potatura verrà compensato a misura sulla base dell'elenco prezzi contrattuale. Abbattimento alberi Modalità operativa: L'abbattimento di alberi fortemente senescenti, afflitti da patologie, deperiti o instabili, dovrà avvenire avendo l'accortezza di non danneggiare manufatti o l'attigua vegetazione. Per le piante di notevole dimensione, situate in prossimità di edifici, l'abbattimento dovrà essere effettuato con la tecnica della “sbrancatura progressiva” per poi procedere con la “depezzatura graduale” del fusto dall'alto verso il basso, al fine di ridurre il pericolo di danni derivanti dall’impatto del fusto in caduta. Il materiale di risulta dovrà essere prontamente allontanato dal cantiere, in particolare se su strada, entro le 24 ore successive alla produzione e smaltito in ottemperanza alle normative vigenti in materia, con spese a totale carico della ditta appaltatrice, nessuna esclusa. Sono a carico dell’Appaltatore tutte le opere provvisorie occorrenti per quanto riguarda la sicurezza delle persone, degli stabili e del traffico. Inoltre si dovrà provvedere all'eliminazione della ceppaia e della maggior quantità di radici. Gli operatori addetti alle operazioni di abbattimento di alberi dovranno essere specializzati ed aver maturato adeguata esperienza nell'esecuzione di tale lavorazione in ambito urbano. In presenza di alberate stradali, l’Appaltatore dovrà attuare tutte le misure preventive previste dal Codice della Strada ed operare in piena sicurezza, avendo cura di arrecare il minimo intralcio alla circolazione dei mezzi, compatibilmente con le operazioni. Sarà altresì cura ed onere dell’appaltatore provvedere alle necessarie autorizzazioni degli Enti proprietari e gestori della viabilità. Il lavoro di abbattimento verrà compensato a misura in base all'elenco prezzi contrattuale. Irrigazioni Modalità operative: Gli interventi, eseguibili indicativamente da maggio a settembre, possono interessare tutti gli alberi posti a dimora da non oltre tre anni presenti sul territorio, che attraversino fasi di stress idrico o si preveda ragionevolmente vadano ad attraversarle. Si dovrà prevedere un minimo di 5 interventi in rapporto all’andamento stagionale. La parte di terreno da inumidire dovrà corrispondere all’estensione dell’apparato radicale e la profondità della parte bagnata dovrà essere minimo di 25 cm. Per far fronte a stagioni particolarmente siccitose potranno essere richiesti, da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale, interventi straordinari di annaffiatura. A tal fine l'appaltatore dovrà redigere: - l'elenco delle piante che necessitano d'irrigazione, a seguito dei monitoraggi periodici, anche semplicemente inserendo le lavorazioni relative nella programmazione annuale; - l’elenco e l’ubicazione (via, fotografia, ecc.) dei contatori utilizzati e n. 2 letture/anno (all’apertura e alla chiusura impianti). L'intervento d’irrigazione di esemplari arborei/arbustivi comporta: 1. apertura primaverile di formelle circolari a forma concava, tali da consentire la raccolta delle acque meteoriche di precipitazione, con particolare cautela a non scoprire o ledere gli apparati radicali. Tali formelle andranno mantenute libere dalle erbe infestanti e l’intervento deve porre particolare attenzione nel non ledere il tessuto corticale delle piante. Ogni danno comunque sarà ripristinato a carico della ditta appaltatore e deve essere prontamente segnalato all’Ufficio Tecnico Comunale. Queste formelle dovranno essere eliminate (e colmate) durante il periodo invernale in modo da non favorire il ristagno idrico. 2. annaffiatura degli esemplari arborei, in modo tale da inumidire il terreno fino a cm. 30 di profondità. Ciò si otterrà riempiendo una seconda volta le conche formate, ad assorbimento avvenuto della prima distribuzione dell'acqua; 3. eliminazione delle cavità di invaso al termine del periodo di annaffiatura mediante colmatura a forma convessa tale da garantire, nel periodo invernale, l'eliminazione dei ristagni e la protezione dal gelo per gli apparati radicali. Ove sia posto apposito tubo di adduzione ciò non risulta ovviamente necessario. Trattamenti fitosanitari e di lotta preventiva Per la lotta contro i parassiti sono privilegiate le misure indirette, ovvero di tipo preventivo, da attuarsi attraverso: o scelta di specie adeguate e impiego di piante sane nel caso di nuove piantumazioni; o difesa delle piante da danneggiamenti; o adeguata preparazione dei siti di impianto; o rispetto delle aree di pertinenza; o protezione delle superfici adiacenti alle piante da costipazione, calpestio, etc.; o eliminazione o riduzione al minimo degli interventi di potatura; o frequenti monitoraggi della presenza di parassiti. Qualora si renda opportuno intervenire in maniera diretta a difesa della pianta sono preferite le metodologie agronomiche o biologiche, adottando gli interventi riportati in seguito; solo in caso di necessità è consentito l’uso di prodotti antiparassitari, con l’esplicito divieto di loro utilizzo nel periodo della fioritura. Le dosi di impiego, l’epoca e le modalità di distribuzione dei prodotti antiparassitari devono limitare la dispersione dei principi attivi nell’ambiente, con obbligo di delimitare in maniera evidente le zone di intervento, prevenire l’accesso ai non addetti ai lavori ed effettuare per quanto possibile i trattamenti nelle ore di minore transito, previa tempestiva informazione agli abitanti della zona interessata. In applicazione delle disposizioni nazionali in materia di difesa antiparassitaria è fissato altresì l’obbligo di rispettare le norme di Lotta Obbligatoria. Modalità operative: La lavorazione riguarda i trattamenti fitosanitari di lotta ad agenti patogeni o parassiti delle piante, che si debba o intenda combattere, su esemplari arborei mediante l'utilizzo di principi attivi specifici, autorizzati dal Ministero della Sanità, secondo le prescritte modalità tecniche di somministrazione, privilegiando, quando possibile, l'intervento di tipo endoterapico e privilegiando impieghi di principi attivo in prodotto registrati dal Ministero della Sanità in soluzione acquosa. I trattamenti fitosanitari verranno compensati a misura in base all'elenco prezzi contrattuale. Monitoraggio dei parassiti e delle fitopatie Al fine di individuare tempestivamente la presenza di parassiti sulle piante e di stimarne il rischio di danno, dovranno essere effettuati frequenti monitoraggi, soprattutto nei periodi critici dal punto di vista fitosanitario, secondo le modalità indicate di seguito. Insetti e acari • Afidi e psille (Cynara cupressi, Cynara cedri, Eucallipterus tiliae, Lachnus longipes, Phylloxera ilicis - Acizzia sp. ecc.): i rilievi visivi vanno eseguitisulla chioma durante il periodo vegetativo e sono rivolti all’individuazione delle colonie; nel corso dei controlli va verificata la presenza di nemici naturali (in particolare Coccinellidi, Crisopidi, Sirfidi e Antocoridi). • Tingide del platano (Corythuca ciliata): l’insetto sverna come adulto sotto le placche della corteccia; in primavera gli adulti escono e vanno a deporre le uova sulla pagina inferiore delle foglie dalle quali nasceranno le neanidi; dalla ripresa vegetativa in poi osservare la pagina inferiore delle foglie di platano per rilevare la presenza delle prime neanidi; la tingide svolge tre generazioni all’anno. • Tripide delle ornamentali (Heliothrips haemorrhoidalis): colonizza la pagina inferiore dei viburni, del lauroceraso, delle azalee, ecc.; sulla pagina superiore si evidenzia uno scolorimento del lembo e in seguito può defogliare completamente la pianta causandone un forte deperimento; a questi danni si sommano quelli derivanti dalla presenza delle numerosissime macchie escrementizie nerastre che imbrattano e deturpano le parti infestate; sverna come adulto sulle piante infestate, fra i detriti superficiali del suolo; svolge più generazioni all’anno con deposizione delle uova a scalare e pertanto sulle piante possiamo trovare contemporaneamente i diversi stadi di sviluppo dell’insetto. • Cocciniglie (Eupulvinaria hydrangeae, Icerya purchasi, Ceroplastes rusci, Pulvinaria vitis, Coccus esperidium, ecc.): i rilievi visivi vanno eseguiti durante il periodo vegetativo, al fine di individuare le forme giovanili su foglie, rami e tronchi e i sintomi attribuibili al loro attacco (crescita stentata, disseccamenti generalizzati) e durante l’inverno, per individuare le forme svernanti sugli organi legnosi. • Metcalfa (Metcalfa pruinosa): a partire dal mese di maggio va controllata la vegetazione delle piante particolarmente infestate negli anni precedenti; lametcalfa trascorre l’inverno come uovo posto nelle screpolature della corteccia e nella seconda metà di maggio nascono le neanidi che, attraverso alcuni stadi e la fase di ninfa, si trasformano in adulti verso la fine di giugnoluglio; svolge una sola generazione all’anno. • Lepidotteri defogliatori: i controlli visivi hanno lo scopo di individuare le giovani larve e vanno condotti in particolare sulle piante maggiormente attaccate negli anni precedenti; il monitoraggio degli adulti si effettua attraverso l’impiego di trappole a feromoni, da installare sulle piante in posizione medio-alta, prima dell’inizio del volo degli adulti. • Ifantria americana (Hyphantria cunea): se non vengono collocate trappole innescate con feromone specifico è necessario, ai primi di giugno e alla fine di uglio, in corrispondenza cioè delle due generazioni all’anno che compie, verificare l’eventuale presenza dei caratteristici nidi sericei sulle foglie più giovani, soprattutto di gelso e acero negundo; • Limantria (Lymantria dispar): i controlli vanno effettuati in maggio, sulla chioma delle querce e di altre latifoglie. • Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa): i rilievi vanno effettuati a partire da agosto, principalmente su pino nero, pino silvestre e pino marittimo; ulteriori controlli devono essere effettuati nei mesi invernali alla ricerca dei caratteristici nidi entro i quali svernano le larve (queste sono provviste di peli urticanti che, liberati nell’ambiente, possono provocare gravi irritazioni). • Minatrice fogliare dell’ippocastano (Cameraria ohridella): installare a fine marzo-inizio aprile trappole di tipo trap-test, innescate con il feromone sessuale specifico, a 2-3 metri di altezza da terra; il controllo delle trappole va effettuato tutte le settimane, annotando anche la eventuale presenza di mine fogliari, e il feromone va sostituito ogni 4-5 settimane; non bisogna confondere le mine con le necrosi fogliari causate da Guignardia aesculi o da fisiopatie: è quindi utile guardare la foglia controluce per identificare la larva o la crisalide al suo interno; la Cameraria svolge 3 – 4 generazioni all’anno. • Lepidotteri xilofagi (Cossus cossus, Zeuzera pyrina): le trappole a feromoni, posizionate dall’inizio di maggio alla fine di settembre, permettono il monitoraggio e la cattura di massa degli adulti; le trappole possono essere innescate con i feromoni di entrambe le specie, avendo cura di collocarle nella parte alta della chioma e di sostituire periodicamente i dispenser; occorre verificare la presenza delle larve, evidenziata da fori con fuoriuscita di rosura nel colletto, nella parte inferiore del fusto e nei rami. • Coleotteri xilofagi (Cerambix cerdo, Saperda carcharias, ecc.): su tronco e rami infestati controllare la presenza di fori di sfarfallamento degli adulti che, a seconda della specie, possono misurare da poco più di un millimetro ad oltre un centimetro di diametro; in molti casi, la presenza di larve o adulti all’interno delle piante è evidenziata dalla fuoriuscita di rosura dai fori. • Ragnetto rosso (Tetranychus urticae): i rilievi visivi vanno eseguiti sulle foglie, in particolare sulla pagina inferiore, durante il periodo vegetativo, soprattutto in estate. Funghi La presenza di malattie sulle piante deve essere ricercata in particolare per i seguenti patogeni: • Cancro colorato del platano (Ceratocystis fimbriata): importante risulta una ispezione generale delle alberate verificando la presenza di individui morti, il disseccamento di alcune branche, uno sviluppo generale stentato della pianta e l’eventuale emissione di polloni alla base; in caso di infezione sul fusto si notano dei cancri più o meno estesi sui quali si formano depressioni e fessurazioni; la corteccia assume una colorazione caffelatte, si screpola e il legno sottostante imbrunisce fino a raggiungere un colore bluastro; la diffusione degli imbrunimenti è spesso a “macchia di leopardo” e non continua. • Antracnosi del platano (Apignomonia platani): provoca a fine inverno la formazione di cancretti sui rametti dell’anno precedente, quindi la necrosi delle gemme o la successiva necrosi di germogli e foglioline; il disseccamento delle foglie adulte parte tipicamente dalle nervature, per poi espandersi a tutta la lamina; si può avere pertanto una defoliazione più o meno marcata a cui segue una riemissione vegetativa estiva con formazione di scopazzi; nel caso di elevata sensibilità varietale e di attacchi ripetuti negli anni, il patogeno può portare la pianta ad un evidente deperimento. • Oidio o mal bianco. i controlli vanno effettuati da maggio fino ad agosto settembre su tutte le parti verdi delle piante, in particolare su rosa, lauroceraso, maonia, evonimo. • Cancri corticali e rameali: i controlli sulle parti legnose vanno effettuati in autunno, su piante ove è stata accertata la presenza della malattia, in particolare modo su siepi di lauroceraso. Verifica statica strumentale (metodo VTA) delle alberature Modalità operativa e specificazioni: L'Appaltatore deve impiegare nell'attività di verifica scientifica della stabilità delle piante arboree addetti aventi la qualificazione necessaria (agronomi o forestali abilitati all'esercizio della professione), con consolidata esperienza nella verifica della stabilità delle piante arboree in ambito urbano. L'Appaltatore assume la responsabilità di propria competenza per quanto attiene la statica arborea e i relativi danni a terzi, nessuno escluso, a partire dal primo giorno successivo alla conclusione, con elaborazione definitiva degli esiti, entro le scadenze previste, del primo ciclo di operazioni di monitoraggio ordinato dalla Stazione Appaltante secondo quanto al precedente Art. 37, fatto salvo il rispetto della frequenza minima annuale di verifica e il rispetto degli esiti prescrittivi delle analisi. L’Appaltatore individuerà le piante che, per sintomatologia o rischio potenziale necessitano di ulteriore indagine. Tale verifica dovrà essere effettuata mediante le più recenti metodologie quali l'applicazione del metodo VTA (Visual Tree Assessment). Tale attività di verifica scientifica della stabilità degli alberi dovrà essere documentata attraverso la compilazione di specifici moduli relativi alle singole piante esaminate. L'Appaltatore deve impiegare, nell'attività di verifica scientifica della stabilità delle piante arboree, addetti specializzati aventi la qualificazione necessaria (agronomi o forestali abilitati all'esercizio della professione) ed aventi consolidata esperienza nella verifica della stabilità delle piante arboree in ambito urbano. Nei casi in cui la staticità delle piante arboree verificate risultasse pericolosa per la pubblica incolumità, tale da prevedere la necessità di interventi immediati, l'Appaltatore è tenuto a: - mettere in sicurezza la zona interessata; - adottare tempestivamente i necessari provvedimenti, compreso l'abbattimento della pianta instabile se immediatamente necessario, anche in assenza di un riscontro da parte dell'Amministrazione. L’Appaltatore dovrà assicurare, per tutti gli esemplari arborei oggetto di verifica statica strumentale, la redazione e/o aggiornamento completo delle schede anagrafiche, corredata da apposita relazione tecnica, entro 30 giorni a partire dalla data dell’attuata rilevazione o secondo eventuali diverse scadenze espressamente disposte dal Direttore dei Lavori. Il Direttore dei Lavori può segnalare, in qualsiasi momento, piante arboree, non facenti parte dell'elenco di piante oggetto di appalto, da verificare scientificamente sotto l'aspetto della stabilità meccanica; in conseguenza di simile segnalazione, l'Appaltatore è tenuto ad effettuare la verifica entro 7 giorni dalla data di ricevimento della stessa. Sono intese a carico dell’appaltatore almeno 20 (venti) indagini strumentali annuali, mediante metodo VTA, su altrettante piante individuate secondo le modalità sopra descritte. Aggiornamento anagrafica alberature Modalità operativa e specificazioni: L’obiettivo principale è la manutenzione e l’adeguamento costante per tutto il periodo contrattuale, su supporto informatico, delle anagrafi esistenti degli esemplari arborei oggetto di appalto. Relativamente agli alberi viene richiesta la verifica periodica sulla presenza delle targhette identificative, di cui deve essere assicurato il tempestivo reintegro sia in caso di scomparsa che di non lettura dovuta alla crescita della pianta. L’Appaltatore deve assicurare il continuo e tempestivo aggiornamento (al massimo entro 60 giorni dal verificarsi degli eventi) delle schede tecniche anagrafiche in possesso dell’Amministrazione, durante il corso di tutto il periodo contrattuale, in conseguenza di: - aumento del patrimonio comunale attraverso l’acquisizione o la costruzione di nuove aree verdi, alberate, etc. che implichino la presa in carico di nuovi esemplari arborei; - interventi costruttivi o modificativi che determinano variazioni quantitative o dimensionali dell’esistente (nuovi impianti, abbattimenti, sostituzioni, etc.); Tale aggiornamento dovrà essere assicurato in conseguenza di interventi eseguiti sia dallo stesso Appaltatore, sia da personale dipendente della Stazione Appaltante o da altre imprese o da altri soggetti, purché segnalati, in tali casi, dalla Stazione Appaltante. L’Appaltatore dovrà assicurare, per tutti gli esemplari arborei oggetto d’appalto la redazione e/o aggiornamento delle schede anagrafiche entro 60 giorni a partire dalla data dell’attuata modificazione o della ricevuta segnalazione dal Direttore dei Lavori. Al termine del rapporto contrattuale tutte le informazioni gestite rimarranno di esclusiva proprietà dell’Amministrazione comunale. L’Appaltatore all’inizio di ogni anno deve predisporre ed inviare al Comune di San Giorgio di Piano il bilancio arboreo (numero totale degli alberi di proprietà Comunale suddiviso per tipologia ed ubicazione e alberi abbattuti e piatumati dell’anno precedente). ATTREZZATURE LUDICHE E SPORTIVE Censimento ed anagrafica Dovrà essere redatto un censimento completo, su supporto informatico, di tutte le attrezzature ludiche e sportive, comprese le relative pavimentazioni di sicurezza, presenti sulle aree oggetto dell’appalto. Il rilievo dovrà essere funzionale al monitoraggio delle condizioni di sicurezza di tali dotazioni e ad un’efficiente valutazione e programmazione economica delle attività di manutenzione sugli stessi oggetti. I dati di censimento dovranno pertanto essere necessari e sufficienti al completo ottenimento degli obiettivi sopra citati. Annualmente dovrà essere aggiornata la banca dati anagrafica del censimento delle attrezzature ed inviatane al Comune una copia completa su supporto informatico. In caso di posizionamento di nuovi giochi si richiede l’aggiornamento delle schede del censimento e di cartellinatura con apposite targhette in metallo atte alla definizione dei fruitori (età consentita di utilizzo), all’anno di posa, ecc. Monitoraggio Modalità operative: È richiesta una prima ispezione mirata a valutare lo stato di sicurezza del gioco in riferimento al gioco stesso (stabilità e funzionalità) e all’ambiente circostante. Sono quindi da eseguire: - ispezioni trimestrali, a seguito delle quali è da prodursi una relazione contenente la segnalazione di eventuali rotture o situazioni di pericolosità. - aggiornamento delle schede di anagrafica delle singole attrezzature, con invio alla Stazione Appaltante delle schede variate. - i preventivi dovranno essere redatti in base all’elenco prezzi e dettagliati in ogni loro componente. In caso di necessità di rimozione di un gioco è richiesta una relazione tecnica in cui si specificano dettagliatamente le motivazioni della suddetta segnalazione e richiesta rimozione. In caso di segnalazione di rottura di parti del gioco, ecc. da parte del Comune o degli operatori, è richiesto l’intervento entro 3 giorni per la messa in sicurezza con la fornitura di un preventivo per la riparazione, comprensivo della specificazione dei tempi di consegna. Il successivo intervento di riparazione verrà eventualmente realizzato solo su disposizione della Stazione Appaltante. LAVORAZIONI E DIVERSI SERVIZI COMPLEMENTARI Lavorazioni e servizi diversi e complementari A complemento di servizi e lavorazioni principali di cui agli articoli precedenti, il presente Appalto ha per oggetto l’esecuzione di prestazioni complementari strettamente inerenti la manutenzione delle Aree Verdi. Sono da intendersi tali i servizi e lavorazioni su oggetti ed elementi di pertinenza di tali aree, quali viabilità pedonale, arredi esterni e giochi, pavimentazioni, opere di drenaggio superficiale e di consolidamento geomorfologico su piccola scala. Per quanto concerne modalità operative ed esecutive relative alle manutenzioni, installazioni e lavorazioni su detti oggetti, si rinvia esplicitamente al dettaglio delle specifiche voci riportate nelle corrispondenti sezioni dell’Elenco Prezzi. Utilizzi di prodotti Fitosanitari ad uso Diserbante In base alla Delibera Regionale n. 1469/2008 chiunque, per sé o per conto terzi, distribuisce prodotti fitosanitari, contenenti sostanze ad azione diserbante su aree extragricole da eseguirsi in zone pavimentate (quali strade, marciapiedi, piste ciclabili e similari), deve darne preventiva comunicazione (almeno 5 giorni prima del trattamento) al Servizio di Prevenzione dell’Azienda U.S.L., all’A.R.P.A. e al Comune. La comunicazione va fatta utilizzando i modelli predisposti e contenuti nel D.G.R. n. 1469/2008. La Direzione Lavori autorizzerà gli interventi di diserbo chimico, con erbicida registrato ed autorizzato per tale impiego che comprenderanno: - per ogni prodotto distribuito deve essere rispettato il campo d’impiego e le modalità di applicazione approvati con il decreto di registrazione del Ministero della Sanità, riportato in etichetta; - non deve essere prelevata acqua per diluire i formulati direttamente dai corsi d’acqua superficiali o dalle falde utilizzando l’eiettore collegato al mezzo irrorante; - è vietato lavare, a fine trattamento, le attrezzature impiegate direttamente o in prossimità di acque superficiali (naturali o artificiali) e di scaricare nelle acque di falda e nei terreni circostanti, le acque di lavaggio, gli eventuali residui di miscela e quant’altro possa costituire fonte di inquinamento; - la distribuzione mediante apposite pompe, manuali o meccaniche, di erbicidi registrati e autorizzati, nel rispetto di tutte le normative vigenti e con sistemi che consentano il trattamento localizzato; - la posa della necessaria segnaletica nel caso di ingombro delle sedi stradali; - nel caso che il trattamento venga effettuato in aree con possibilità di accesso ai non addetti le stesse devono essere delimitate. - i trattamenti in tali aree si devono effettuare in orari in cui vi è la minore possibilità di transito; - il personale operativo deve essere dotato di idonei mezzi di protezione individuale; - le macchine impiegate per la distribuzione di diserbanti devono essere revisionate almeno una volta all’anno, in modo da garantire la perfetta tenuta dei raccordi, dei tubi, delle guarnizioni, dei rubinetti ed impedire gocciolamenti; - è vietato distribuire diserbanti con mezzo aereo sia ad ala fissa che rotante. Gli interventi di diserbo saranno individuati nel programma mensile in accordo con la Direzione Lavori e, indicativamente, come segue: 1° - entro il 30 giugno; 2° - entro il 30 settembre. Specifiche tecniche di dettaglio per l’esecuzione delle prestazioni Per quanto non riportato negli articoli precedenti, che recano prescrizioni e princìpi generali di esecuzione, si rinvia esplicitamente al dettaglio delle voci estesamente riportate nell’Elenco Prezzi, per ogni specifica prestazione (es. mano d’opera, noli, trasporti, ecc.), al Regolamento del verde ed alla normative vigenti. PRESCRIZIONI TECNICHE DI SICUREZZA PER INTERVENTI SU STRADA In generale tutti i cantieri (fissi o mobili) andranno adeguatamente DELIMITATI e SEGNALATI con segnaletica, barriere, parapetti, o altri tipi di recinzioni colorate in rosso o arancione fissate stabilmente ed all’occorrenza segnalate con luci rosse fisse e/o dispositivi rifrangenti, al fine di evitare il verificarsi di incidenti per interferenze tra possibile circolazione veicolare e/o pedonale concomitante allo svolgersi delle lavorazioni previste e per garantire la sicurezza sia degli addetti ai lavori sia di tutti gli utenti della strada. Le lavorazioni interessate dal presente paragrafo sono generalmente gli interventi di potatura e/o abbattimento svolte su strada di grande percorrenza (es. Strade Provinciali). Il personale a terra della ditta appaltatrice dovrà indossare vestiti di tessuto di base fluorescente di colore arancio o giallo o rosso con applicazione di fasce fluorescenti di colore bianco-argento. Dovrà porre particolare attenzione nel posizionare correttamente la segnaletica temporanea di cantiere e di preavviso di lavori al fine di evitare il verificarsi di incidenti. Per lo stesso motivo ultimati i lavori andranno rimossi tempestivamente materiali e segnali temporanei. I lavori e gli eventuali depositi di materiali su strada nonché i relativi cantieri dovranno essere dotati di sistemi di segnalamento temporaneo mediante l’impiego di specifici segnali previsti dalla vigente normativa (D.Lgs. n. 285/1992 “Nuovo codice della strada”, D.P.R. n. 495/92 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada” e ss.ms.ii.). Presegnalamento Il presegnalamento deve essere disposto sulla banchina e spostato in avanti in maniera coordinata all’avanzamento dei lavori. La segnaletica di preavviso posta sulla banchina dovrà essere in generale costituita da un cartello composito contenente: il segnale LAVORI, il segnale CORSIE DISPONIBILI, il pannello integrativo indicante la distanza del cantiere ed eventuali luci lampeggianti. Il segnale LAVORI deve essere posto anche sulle strade intersecanti, se il cantiere mobile può presentarsi all’improvviso ai veicoli che svoltano. Esempio di presegnale di cantiere mobile Segnalamento di localizzazione Il segnalamento di localizzazione deve essere posto a terra e spostato in maniera coordinata all’avanzamento dei lavori. Il segnale assume la configurazione di SEGNALE MOBILE DI PROTEZIONE, costituito da un pannello a strisce bianche e rosse contenente un segnale di passaggio obbligatorio con freccia orientata verso il lato dove può essere superata la zona del cantiere, integrato all’occorrenza da luci gialle lampeggianti. Il segnale mobile di protezione può essere sistemato su un veicolo di lavoro oppure su un carrello trainato dal veicolo stesso ovvero posto su un veicolo di accompagnamento. Esempio di segnale di localizzazione Segnali temporanei verticali In prossimità di cantieri fissi o mobili, deve essere installato il segnale LAVORI corredato da pannello integrativo indicante l’estensione del cantiere, quando il tratto di strada interessato dal cantiere sia più lungo di 100 metri. Il solo segnale lavori non può sostituire gli altri mezzi segnaletici riguardanti la sicurezza della circolazione in presenza di cantieri stradali. Non devono essere posti in opera segnali temporanei e segnali permanenti in contrasto tra loro. Per i segnali temporanei possono essere utilizzati supporti e sostegni o basi mobili di tipo trasportabile e ripiegabile, che devono assicurare la stabilità del segnale in qualsiasi condizione stradale ed atmosferica. I segnali di pericolo o di indicazione da utilizzare per il segnalamento temporaneo dovranno avere il fondo di colore giallo. Sempre in prossimità di cantieri fissi o mobili devono essere utilizzati i seguenti segnali: - lavori; - divieto di sorpasso; - limite massimo di velocità; - segnali di obbligo; - strettoia; - doppio senso di circolazione; - segnali di prescrizione. Ultimati i lavori, i segnali temporanei devono essere immediatamente rimossi. Segnali temporanei verticali Segnaletica integrativa Qualora si renda necessario delimitare una zona di un cantiere, occorrerà utilizzare i dispositivi seguenti: - Barriere: colorate a strisce alternate bianche e rosse, sono disposte parallelamente al piano stradale e sostenute da cavalletti o da altri sostegni idonei. Sono da utilizzarsi per segnalare il limite del cantiere stradale. Di notte ed in casi di scarsa visibilità devono essere integrate da lanterne a luci rosse. - Coni: sono da utilizzarsi quando occorre delimitare lavori di durata non superiore a 2 giorni, per indicare aree interessate da incidenti o per la separazione dei sensi di marcia. Il cono deve essere di gomma o di plastica e deve essere posto ogni 12 metri in rettilineo e ogni 5 metri in curva. - Delineatori flessibili: qualora occorra delimitare zone di lavoro con durata superiore a 2 giorni, si utilizzeranno i delineatori flessibili, di gomma o di plastica, da porsi con la stessa frequenza dei coni. Barriera direzionale Cono Delineatore flessibile SCHEDE TIPO delle strutture a verde impiegabili sul territorio comunale Spazi urbani Schede FILARE ARBOREO prima grandezza FILARE ARBOREO seconda grandezza FILARE ARBOREO terza grandezza FILARE PARCHEGGI SIEPE MONOFILARE arboreo-arbustiva SIEPE MONOFILARE arbustiva SIEPE INERME arboreo-arbustiva SIEPE SCHERMANTE arboreo-arbustiva SIEPE SCHERMANTE arbustiva ALBERI ISOLATI parcheggi ALBERI ISOLATI verde cimiteriale Spazi aperti Schede FILARE ARBOREO prima grandezza FILARE ARBOREO seconda grandezza FILARE ARBOREO terza grandezza SIEPE MONOFILARE arboreo-arbustiva planiziale SIEPE BIFILARE arboreo-arbustiva planiziale SIEPE MONOFILARE arbustiva SIEPE SCHERMANTE arboreo-arbustiva SIEPE RIPARIALE arboreo-arbustiva BOSCO PLANIZIALE ALBERI ISOLATI VEGETAZIONE ACQUATICA Trattasi di schemi tipologici che hanno carattere orientativo, finalizzate ad una progettazione appropriata degli spazi urbani ed aperti, secondo le caratteristiche ecologiche, strutturali, di adattabilità delle singole specie, nonché di guida allo sviluppo di un arredo verde con valenza anche paesaggistica ed ambientale. Scostamenti dalle tipologie e composizioni indicate sono sempre possibili in ragione di specifiche esigenze progettuali e/o gestionali dell’elemento vegetazionale, da motivare adeguatamente in sede di richiesta di autorizzazione. Descrizione FILARE ARBOREO prima grandezza Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 8 metri Specie preferibili Arboree: - Platano (Platanus acerifolia) - Tiglio (Tilia x vulgaris) - Frassino del Caucaso (Fraxinus angustifolia) - Bagolaro (Celtis australis) - Acero riccio (Acer platanoides) - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) - Ginkgo (Ginkgo biloba “fastigiata”) (maschio) - Sofora (Sophora japonica) Note tecniche Unità d’intervento: • Parco urbano, • Pertinenza sportiva, • Viabilità di previsione, • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Percorsi ciclopedonali. Governo: alto fusto Distanze: dalla carreggiata = 1,5 metri dagli edifici = 7 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 2,5 metri (mq 7). Sezione Tipo Descrizione FILARE ARBOREO seconda grandezza Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 6 metri Specie preferibili Arboree: - Ontano napoletano (Alnus cordata) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Liquidambar (Liquidambar styraciflua) - Farnia fastigiata (Quercus robur “fastigiata”) - Acero americano (Acer negundo) - Sorbo (Sorbus intermedia) Note tecniche Unità d’intervento: • Parco urbano, • Pertinenza sportiva, • Viabilità di previsione, • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Percorsi ciclopedonali. Governo: alto fusto Distanze: dalla carreggiata = 1,2 metri dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 2 metri (mq 4). Sezione Tipo Descrizione FILARE ARBOREO terza grandezza Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 4,5 metri Specie preferibili Arboree: - Sorbo di Svezia (Sorbus intermedia) - Robinia (Robinia pseudoacacia “umbraculifera”) - Lagerstroemia (Lagerstroemia indica) - Frassino maggiore (Fraxinus excelsior “globosum”) - Acero riccio (Acer platanoides “globosum”, A. p. “leopoldii) - Gelso nero (Morus nigra) Note tecniche Unità d’intervento: • Pertinenza sportiva, • Viabilità di previsione, • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Percorsi ciclopedonali. Governo: alto fusto Distanze: dalla carreggiata = 1 metri dagli edifici = 4 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 1,5 metri (mq 3). Sezione Tipo Descrizione FILARE PARCHEGGI Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 4 metri Specie preferibili Arboree: - Acacia di Costantinopoli (Albizia julibrissin) - Acero riccio (Acer platanoides “globosum”, A. p. “leopoldii) - Acero rosso (Acer rubrum) - Liquidambar (Liquidambar styraciflua) - Lagerstroemia (Lagerstroemia indica) - Acero americano (Acer negundo) - Corniolo (Cornus florida) Note tecniche Unità d’intervento: • Parcheggi Governo: alto fusto Distanze: dalla piazzola = 1 metri dagli edifici = 4 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: Va mantenuta un’area circostante la pianta non pavimentata e drenante larga almeno 1,5 metri. Lo spazio va protetto da idonei dispositivi atti ad evitarel’urto con i veicoli in sosta. Al fine di migliorare la permeabilità delle superfici è preferibile l’impiego di piazzole con sistemi a verde (es. “celle a nido d’ape” in materiale plastico o in cls). Descrizione Siepe monofilare: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 8 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree Ia grandezza (A): - Platano (Platanus acerifolia) - Tiglio (Tilia x vulgaris) - Frassino del Caucaso (Fraxinus angustifolia) - Acero riccio (Acer platanoides) - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) Arboree IIa grandezza (B): - Ontano napoletano (Alnus cordata) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Farnia fastigiata (Quercus robur “fastigiata”) - Acero americano (Acer negundo) - Sorbo (Sorbus intermedia) Arbustive (C): - Ligustro (Ligustrum vulgaris) - Ligustro del Giappone (Ligustrum japonicum) - Ibisco (Hibiscus syriacus) - Agrifoglio (Ilex aquifolium) - Kerria (Kerria japonica) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Lonicera (Lonicera nitida) Arbustive (D): - Berberis ssp. - Deutzia (Deutzia gracilis) - Ligustro a foglie ovali (Ligustrum ovalifolium) - Mahonia (Mahonia aquifolium) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) Note tecniche Unità d’intervento: • Parco urbano, • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard, • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard, • Pertinenza sportiva, • Viabilità di previsione, • Percorsi ciclopedonali. Governo: alto fusto (A e B) – ceduo (C e D) Distanze: dalla carreggiata = 1,5 metri dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: Area non pavimentata drenante larga almeno 2 metri (mq. 4). Descrizione Siepe monofilare: ARBUSTIVA Distanza tra Piante A) Arbusti: minimo 1,5 metri B) Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arbustive alte (A): - Ligustro (Ligustrum vulgaris) - Ligustro del Giappone (Ligustrum japonicum) - Ibisco (Hibiscus syriacus) - Olivo di Boemia (Elaeagnus angustifolia) - Nocciolo (Corylus avellana) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Lonicera (Lonicera nitida) Note tecniche Unità d’intervento: • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard, • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard, • Pertinenza sportiva, • Percorsi ciclopedonali. Arbustive basse (B): - Berberis ssp. - Deutzia (Deutzia gracilis) - Ligustro a foglie ovali (Ligustrum ovalifolium) - Mahonia (Mahonia aquifolium) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) - Oleandro (Nerium oleander) - Piracanta (Pyracantha coccinea) - Hebe (Hebe buxifolia) Governo: ceduo Distanze: dalla superficie pavimentata = 1 metri dagli edifici = 3 metri dai confini = 1,5 metri (A) e 0,5 metri (B) da impianti tecnologici = 1,5 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: Area non pavimentata drenante larga almeno 1 metro. Descrizione Siepe inerme: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 8 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree IIa grandezza (A): - Ontano napoletano (Alnus cordata) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Farnia fastigiata (Quercus robur “fastigiata”) - Acero americano (Acer negundo) - Sorbo (Sorbus intermedia) Arbustive (B): - Ibisco (Hibiscus syriacus) - Kerria (Kerria japonica) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Lonicera (Lonicera nitida) Arbustive (C): - Deutzia (Deutzia gracilis) - Ligustro a foglie ovali (Ligustrum ovalifolium) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) Note tecniche Unità d’intervento: • Pertinenza scolastica, • Pertinenza sportiva, • Pertinenza sanitaria, • Aree attrezzate a verde gioco e sport. Governo: alto fusto (A, B) – ceduo (C, D) Distanze: dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 2 metri (mq 4). Specie da evitare mortalmente velenose: Ligustro (Ligustrum vulgare) Lauroceraso (Prunus laurocerasus) Vitalba (Clematis vitalba) Specie da evitare altamente velenose: Faggio (Fagus sylvatica) Oleandro (Nerium oleander) Azalea (Rhododendron azalea) Tasso (Taxus baccata) Maggiociondolo (Laburnum anagyroides) Area non pavimentata drenante larga almeno 1 metro. Descrizione Siepe schermante: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 8 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree IIa grandezza (A): - Ontano napoletano (Alnus cordata) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Leccio (Quercus ilex) - Acero americano (Acer negundo) - Sorbo (Sorbus intermedia) Arbustive (B): - Oleandro (Nerium oleander) - Ligustro del Giappone (Ligustrum japonicum) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Alloro (Laurus nobilis) Arbustive (C): - Lonicera (Lonicera nitida) - Berberis ssp. - Nandina (Nandina domestica) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) - Cotognastro (Cotoneaster franchetti) - Fotinia (Photinia x fraseri) Note tecniche Unità d’intervento: • Parco urbano, • Aree soggette a PUA, • Aree soggette a PUA, • Pertinenza cimiteriale, • Pertinenza sanitaria, • Viabilità generatrice d’inquinamento. Governo: alto fusto (A) – ceduo (B, C) Distanze: dalla carreggiata = 1,5 metri dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 2 metri (mq 4). Descrizione Siepe schermante: ARBUSTIVA Distanza tra Piante A) Arbusti: minimo 1,5 metri B) Arbusti: minimo 1 metro Specie preferibili Arbustive alte (A): - Oleandro (Nerium oleander) - Ligustro lucido (Ligustrum lucidum) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Alloro (Laurus nobilis) - Lauroceraso (Prunus laurocerasus) Arbustive basse (B): - Lonicera (Lonicera nitida, L. pileata) - Berberis ssp. - Nandina (Nandina domestica) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) - Cotognastro (Cotoneaster franchetti) - Fotinia (Photinia x fraseri) - Piracanta (Pyracantha coccinea) - Lauroceraso (Prunus laurocerasus) - Pittosporo (Pittosporum tobira Note tecniche Unità d’intervento: • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Parcheggi, • Pertinenza cimiteriale, • Pertinenza sanitaria, • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard, • Aree soggette a PUA, • Aree consolidate, • Aree a standard. Governo: ceduo Distanze: dalla carreggiata = 1,5 metri dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 1,5 metri (A), 0,5 metri (B) da impianti tecnologici = 1,5 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: area non pavimentata drenante larga almeno 1 metro. Descrizione Alberi isolati: PARCHEGGI Distanza tra Piante / Specie preferibili Note tecniche Arboree: Unità d’intervento: - Acero riccio (Acer platanoides) • Parcheggi. - Platano (Platanus acerifolia) Governo: altofusto - Farnia fastigiata (Quercus robur “fastigiata”) Distanze: - Frassino del Caucaso (Fraxinus angustifolia) dalla piazzola = 1,5 metri - Frassino maggiore (Fraxinus exclesior) dagli edifici = 6 metri - Bagolaro (Celtis australis) dai confini = 3 metri - Ginkgo (Ginkgo biloba “fastigiata”) da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta (maschio) Accorgimenti tecnici: - Sofora (Sophora japonica) Va mantenuta un’area circostante la pianta non pavimentata e drenante con raggio di almeno 1,5 metri dall’asse pianta. Lo spazio va protetto da idonei dispositivi atti ad evitare l’urto con i veicoli in sosta. Descrizione Alberi isolati: VERDE CIMITERIALE Distanza tra Piante / Specie preferibili Note tecniche Arboree: Unità d’intervento: - Leccio (Quercus ilex) • Pertinenza cimiteriale. - Cipresso comune (Cupressus sempervirens) Governo: altofusto - Cipresso dell’Arizona (Cupressus arizonica) Distanze: - Tasso (Taxus baccata) dagli edifici = 6 metri - Ginkgo (Ginkgo biloba “fastigiata”) dai confini = 3 metri (maschio) da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta - Sofora (Sophora japonica) Accorgimenti tecnici: - Criptomeria (Cryptomeria japonica) Va mantenuta un’area circostante la pianta non -Tuia (Thuja occidentalis) pavimentata e drenante con raggio di almeno 1,5 metri dall’asse pianta. Lo spazio va protetto da idonei dispositivi atti ad evitare costipamento o l’urto con eventuali veicoli. Descrizione Filare Arboreo: PRIMA GRANDEZZA Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 8 metri Specie preferibili Note tecniche Arboree: Unità d’intervento: - Platano (Platanus acerifolia) • Viabilità di previsione, - Tiglio (Tilia x vulgaris) • Viabilità generatrice d’inquinamento, - Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) • Greenway (Percorsi naturalistici), - Bagolaro (Celtis australis) • Frange periurbane. - Acero riccio (Acer platanoides) Governo: altofusto - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) Distanze: - Pioppo nero (Populus nigra) dalla carreggiata = 1,5 metri Pioppo cipressino (Populus nigra dagli edifici = 7 metri “pyramidalis”) dai confini = 3 metri - Pioppo bianco (Populus alba) da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta - Noce nero (Juglans regia) Accorgimenti tecnici: Nessuno in particolare. Descrizione Filare Arboreo: SECONDA GRANDEZZA Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 6 metri Specie preferibili Arboree: - Ontano napoletano (Alnus cordata) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Tiglio selvatico (Tilia cordata) - Farnia fastigiata (Quercus robur “fastigiata”) - Ciliegio (Prunus avium) - Pado (Prunus padus) Note tecniche Unità d’intervento: • Viabilità di previsione, • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Greenway (Percorsi naturalistici), • Frange periurbane. Governo: altofusto Distanze: dalla carreggiata = 1,2 metri dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: Nessuno in particolare. Descrizione Filare Arboreo: TERZA GRANDEZZA Distanza tra Piante Maggiore o uguale a 4,5 metri Specie preferibili Arboree: - Gelso nero (Morus nigra) - Gelso bianco (Morus alba) - Mirabolano (Prunus cerasi fera) - Melo da fiore (Malus floribunda) Note tecniche Unità d’intervento: • Viabilità di previsione, • Viabilità generatrice d’inquinamento, • Greenway (Percorsi naturalistici), • Frange periurbane. Governo: altofusto Distanze: dalla carreggiata = 1 metri dagli edifici = 4 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta Accorgimenti tecnici: Nessuno in particolare. Descrizione Siepe Monofilare: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 2,6 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree Ia grandezza (A): - Platano (Platanus acerifolia) - Frassino del Caucaso (Fraxinus angustifolia) - Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) - Farnia (Quercus robur) - Olmo (Ulmus minor) - Pioppo bianco (Populus alba) - Pioppo nero (Populus nigra) Arboree IIa grandezza (B): - Ontano nero (Alnus glutinosa) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Tiglio selvatico (Tilia cordata) - Ciliegio (Prunus avium) - Orniello (Fraxinus ornus) - Acero campestre (Acer campestre) Arbustive (C): - Ligustro (Ligustrum vulgaris) - Nocciolo (Corylus avellana) - Corniolo (Cornus mas) - Biancospino (Crataegus monogyna) - Prugnolo (Prunus spinosa) Arbustive (D): - Fusaggine (Euonymus europaeus) - Sanguinella (Cornus sanguinea) - Lantana (Viburnum lantana) -Crespino (Berberis vulgaris) Note tecniche Unità d’intervento: • Corridoio ecologico, • Aree di connessione naturalistica, • Varchi, • Ambiti di cava, • Ambiti di cava con falda affiorante, • Siepi degli spazi aperti, • Frange periurbane, • Greenway (Percorsi naturalistici). Governo: alto fusto (A, B) – ceduo (C, D) Distanze: dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 1,5 metri da impianti tecnologici = 1,5 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: Nessuno in particolare. Descrizione Siepe Bifilare: ARBOREO-ARBUSTIVA PLANIZIALE Distanza tra Piante Alberi: minimo 2,6 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree Ia grandezza (A): - Platano (Platanus acerifolia) - Frassino del Caucaso (Fraxinus angustifolia) - Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) - Farnia (Quercus robur) - Olmo (Ulmus minor) - Pioppo bianco (Populus alba) - Pioppo nero (Populus nigra) Arboree IIa grandezza (B): - Ontano nero (Alnus glutinosa) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Tiglio selvatico (Tilia cordata) - Ciliegio (Prunus avium) - Orniello (Fraxinus ornus) - Acero campestre (Acer campestre) Arbustive (C): - Ligustro (Ligustrum vulgaris) - Nocciolo (Corylus avellana) - Corniolo (Cornus mas) - Biancospino (Crataegus monogyna) - Prugnolo (Prunus spinosa) Arbustive (D): - Fusaggine (Euonymus europaeus) - Sanguinella (Cornus sanguinea) - Lantana (Viburnum lantana) -Crespino (Berberis vulgaris) Note tecniche Unità d’intervento: • Corridoio ecologico, • Aree di connessione naturalistica, • Varchi, • Ambiti di cava, • Ambiti di cava con falda affiorante, • Siepi degli spazi aperti, • Frange periurbane. Governo: alto fusto (A, B) – ceduo (C, D) Distanze: dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 1,5 metri da impianti tecnologici = 1,5 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: La seconda fila deve essere sfalsata rispetto alla prima di 2 metri per permettere la massima occupazione del spazio vitale alle chiome dei soggetti arborei. La composizione può variare con le condizioni microstazionali: - Es. stazione più umida: prediligere maggiormente Pioppi e Platano. - Es. stazione più asciutta: prediligere Frassini e Farnia. Descrizione Siepe Monofilare: ARBUSTIVA Distanza tra Piante A) Arbusti: minimo 1,5 metri B) Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arbustive alte (A): - Ligustro (Ligustrum vulgaris) - Nocciolo (Corylus avellana) - Carpino bianco (Carpinus betulus) - Acero campestre (Acer campestre) - Corniolo (Cornus mas) - Biancospino (Crataegus monogyna) - Spincervino (Rhamnus catarticus) Arbustive basse (B): - Fusaggine (Euonymus europaeus) - Sanguinella (Cornus sanguinea) - Lantana (Viburnum lantana) - Crespino (Berberis vulgaris) - Pallon di Maggio (Viburnum opulus) Note tecniche Unità d’intervento: • Aree di connessione naturalistica, • Varchi, • Siepi degli spazi aperti, • Greenway (Percorsi naturalistici). Governo: ceduo Distanze: dal ciglio percorso = 1 metro dagli edifici = 3 metri dai confini = 1,5 metri (A), 0,5 metri (B) da impianti tecnologici = 1,5 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: Nessuno in particolare. Descrizione Siepe Schermante: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 2,6 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree IIa grandezza (A): - Ontano nero (Alnus glutinosa) - Tiglio selvatico (Tilia cordata) - Ciliegio (Prunus avium) - Orniello (Fraxinus ornus) - Acero campestre (Acer campestre) Arbustive (B): - Nocciolo (Corylus avellana) - Corniolo (Cornus mas) - Biancospino (Crataegus monogyna) - Alloro (Laurus nobilis) - Ligustro lucido (Ligustrum lucidum) - Oleandro (Nerium oleander) - Spincervino (Rhamnus catarticus) - Salicone (Salix caprea) Arbustive (C): - Fusaggine (Euonymus europaeus) - Sanguinella (Cornus sanguinea) - Lantana (Viburnum lantana) - Crespino (Berberis vulgaris) - Ligustro a foglie ovali (Ligustrum ovalifolium) Note tecniche Unità d’intervento: • Aree di connessione naturalistica, • Varchi, • Ambiti di cava, • Ambiti di cava con falda affiorante, • Siepi degli spazi aperti, • Frange periurbane. Governo: alto fusto (A) – ceduo (B, C) Distanze: dagli edifici = 5,5 metri dai confini = 3 metri da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse siepe Accorgimenti tecnici: La composizione può variare con le condizioni microstazionali: - Es. stazione più umida: prediligere maggiormente Ontano nero, Tiglio e Salicone. - Es. stazione più asciutta: prediligere Acero campestre, Orniello e Nocciolo. Descrizione Siepe Ripariale: ARBOREO-ARBUSTIVA Distanza tra Piante Alberi: minimo 2,6 metri Arbusti: minimo 1 metri Specie preferibili Arboree Ia grandezza (A): - Platano (Platanus acerifolia) - Salice bianco (Salix alba) - Pioppo bianco (Populus alba) - Pioppo nero (Populus nigra) Arbustive (B): - Ontano nero (Alnus glutinosa) - Ontano bianco (Alnus incana) - Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) - Salice ripaiolo (Salix eleagnos) - Salice rosso (Salix purpurea) Arbustive (C): - Frangola (Frangula alnus) - Salice da vimini (Salix viminalis) - Sanguinella (Cornus sanguinea) Note tecniche Unità d’intervento: • Ambiti di cava con falda affiorante, • Siepi degli spazi aperti (in presenza di acqua), • Greenway (Percorsi naturalistici) (in presenza di acqua). Governo: alto fusto (A) – ceduo (B, C) Distanze: dai confini = 3-1,5 metri Accorgimenti tecnici: Nelle unità D5 è preferibile utilizzare un modulo doppio, sfalsato di 4 metri. La siepe più esterna dal bacino potrà annoverare anche qualche soggetto planiziale della scheda 4A (A). Descrizione BOSCO PLANIZIALE Premessa Il querco-carpineto è unanimemente considerato l’associazione climax della pianura padano-veneta. Trattasi di una formazione mesofila a dominanza di farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus). La composizione di queste formazioni deve indicativamente seguire le percentuali complessive di seguito riportate. Specie preferibili Note tecniche Unità d’intervento: Arboree dominanti e frequenza: - Farnia (Quercus robur) 50% • Parco urbano, • Pertinenza scolastica (con superficie adeguata), - Carpino bianco (Carpinus betulus) 25% • Pertinenza sanitaria (con superficie adeguata), - Olmo (Ulmus minor) 15% • Aree di connessione naturalistica, - Ciliegio (Prunus avium) 10% • Varchi, Accessorie - Pioppo bianco (Populus alba) • Ambiti di cava. - Pioppo nero (Populus nigra) Governo: alto fusto (Arboree) – ceduo (Arbustive) - Ontano nero (Alnus glutinosa) Note tecniche: Distanza media tra i soggetti arborei 4-5 m. Arboree dominate e frequenza: Distanza media tra i soggetti arbustivi 2 m. - Acero campestre (Acer campestre) 15% L’impianto va eseguito in raggruppamenti poli e Accessorie monospecifici (3–7 individui), con schema non geometrico. - Pioppo tremolo (Populus tremula) - Melo selvatico (Malus sylvestris) Le piantine, fornite in vaso o fitocella, devono essere messe a dimora con sviluppo contenuto (80-100 cm) - Orniello (Fraxinus ornus) - Tiglio selvatico (Tilia cordata) per facilitare l’attecchimento. La composizione specifica dell’impianto dovrà presentare una buona variabilità, disponendo le Arboree occasionali: - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) piantine in file sinusoidali (non rettilinee) - Tiglio (Tilia platyphyllos) plurispecifiche. Nell’impianto, ove le dimensioni lo rendano possibile - Sorbo selvatico (Sorbus torminalis) (almeno un ettaro), è opportuno prevedere un - Pero selvatico (Pyrus pyraster) andamento seriale della vegetazione che ricalchi le situazioni naturali. Trattasi di porre al centro della Arbustive dominanti e frequenza: macchia con maggiore frequenza le specie arboree e - Nocciolo (Corylus avellana) 25% - Fusaggine (Euonymus europaeus) 20% gradualmente accentuare la presenza delle arbustive - Corniolo (Cornus mas) 20% verso l’esterno del bosco. - Biancospino (Crataegus monogyna) 15% - Sambuco (Sambucus nigra) 10% - Ligustro (Ligustrum vulgare) 10% Descrizione ALBERI ISOLATI Distanza tra Piante / Specie preferibili Note tecniche Arboree Ia grandezza: Unità d’intervento: - Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) • Corridoio ecologico, • Aree di connessione naturalistica, - Acero di monte (Acer pseudoplatanus) • Varchi, - Acero riccio (Acer platanoides) • Ambiti di cava, - Farnia (Quercus robur) - Olmo (Ulmus minor) • Ambiti di cava con falda affiorante, • Siepi degli spazi aperti, - Pioppo bianco (Populus alba) • Frange periurbane. - Pioppo nero (Populus nigra) - Pioppo cipressino (Populus nigra Governo: altofusto “pyramidalis”) Distanze: - Tiglio (Tilia x vulgaris) dagli edifici = 6 metri - Bagolaro (Celtis australis) dai confini = 3 metri Arboree IIa grandezza: da impianti tecnologici = 2 metri dall’asse pianta - Ontano nero (Alnus glutinosa) Accorgimenti tecnici: - Carpino bianco (Carpinus betulus) Nessuno in particolare. - Tiglio selvatico (Tilia cordata) - Ciliegio (Prunus avium) - Orniello (Fraxinus ornus) - Acero campestre (Acer campestre) Descrizione VEGETAZIONE ACQUATICA Premessa La vegetazione acquatica è costituita da un insieme di fitocenosi specifiche disposte in una determinata successione vegetazionale direttamente influenzata dal gradiente d’acqua. Si colloca nella porzione più interna della serie di vegetazione presente lungo i corsi ed i bacini d’acqua naturali costituita usualmente da 4 fasce di vegetazione tipo: 1) boscaglia igrofila (vegetazione ripariale arboreo-arbustiva)(scheda 8A), 2) prati umidi, si sviluppano sul bordo esterno degli specchi lacustri, in terreni che per buona parte dell’anno sono imbevuti d’acqua. Sono costituiti soprattutto da specie del genere Carex (cariceti), 3) canneto, con vegetazione costituita da elofite (piante perenni con apparato radicale sommerso e la parte superiore del fusto perennemente emersa), tipicamente da cannuccia di palude (Phragmites australis) e piccole idrofite natanti (piante perenni acquatiche che hanno le foglie galleggianti sul pelo dell’acqua), 4) lamineto, costituito da vegetazione idrofite emergenti, su acque con profondità variabile tra 1,5 e 3 metri, e da idrofite sommerse (piante perenni acquatiche che vivono sommerse, talvolta senza apparato radicale). La difficoltà di sviluppo di queste cenosi, soprattutto ai margini degli specchi d’acqua artificiali (cave), sono imputabili primariamente alla mancanza di una graduale diminuzione della profondità dalla sponda verso il centro del bacino (eccessiva verticalizzazione delle scarpe di scavo). Specie preferibili 3) Canneto: - Cannuccia di palude (Phragmites australis) 80% Ai margini - Tifa (Typha angustifolia) 5% - Mazzasorda maggiore (Typha latifolia) 5% - Giunco da stuoie (Schoenoplectus lacustris) 5% - Mazza d’oro (Lysimachia vulgaris) 3% - Iris giallo (Iris pseudacorus) 2% 3) Idrofite natanti: - Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) - Lenticchia d’acqua (Lemna minor) - Lenticchia d’acqua maggiore (Spirodela polyrrhiza) - Erba pesce (Salvinia natans) - Erba-vescica comune (Utricolaria vulgaris) 4) Idrofite emergenti: - Brasca comune (Potamogeton natans) - Brasca trasparente (Potamogeton lucens) - Brasca nodosa (Potamogeton nodosus) - Brasca delle lagune (Potamogeton pectinatus) - Ninfea bianca (Nimphaea alba) 4) Idrofite sommerse: - Ceratofillo (Ceratophyllum demersi) - Brasca arrotondata (Potamogeton perfoliatus) - Ranuncolo d'acqua (Ranunculus aquatilis) Note tecniche Unità d’intervento (rif. art. 10 Reg.): • D5 - Ambiti di cava con falda affiorante Note tecniche: Massima diversificazione morfologica delle scarpate, con creazione di profilo sinusoidale. Risagomatura soprattutto nella porzione di contatto con l’acqua, nella fascia di escursione tra i due livelli (massimo e minimo). La pendenza massima in tale fascia non deve superare il 25%. SEZIONI TIPO