Percorso antologico

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pretium sim,
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primordio
urbis
res populi
romani
prescripserim
Livio
Percorso
antologico
La funzione degli exempla
L’attenzione di Livio agli exempla, forniti dalla tradizione quali veri e propri modelli di comportamento per il presente, è qui sviluppata attraverso due figure – quelle di Lucrezia e Camillo –
che riassumono l’universo di valori del mos maiorum nella sua dimensione maschile e femminile.
ITA
TESTO 1
Ab Urbe condita liber I, 57, 4-11
ITA
TESTO 2
Ab Urbe condita liber I, 49, 1-5
© 2009 SEI - Torino
Tito Livio - Percorso antologico
TESTO 1
Gli exempla: Lucrezia
Ab Urbe condita liber I, 57, 4-11
La tecnica degli exempla trova il suo sviluppo in particolare nella narrazione
delle leggende legate all’origine di
Roma e alle sue prime vicende interne
ed esterne. Proponiamo anzitutto un
passo, tratto dal libro I, che presenta la
figura di Lucrezia come modello di onestà, pudicizia e laboriosità, i caratteri
tradizionali della matrona romana.
Il racconto, che ha al suo centro la figura
di Lucrezia, si compone di due parti ed è
costruito con grande abilità narrativa:
nella prima sezione una competizione
sorta per scommessa tra gli ufficiali romani, durante la guerra contro la città di
Ardea, porta a scoprire la donna romana
come figura esemplare, in una scena
notturna tratteggiata con efficacia da
Livio. Lo stesso episodio getta però nel
cuore di Tarquinio – il vero antagonista
di Lucrezia, incarnazione della superbia
e della tracotanza tirannica – il seme
del desiderio e della violenza che, una
volta perpetrata, causerà la cacciata dei
re da Roma.
Rilievo con scena di matrimonio, II secolo d.C. (Londra, British Museum).
In questa vita di accampamento, come suole avvenire nelle guerre più lunghe che aspre, venivano facilmente concesse licenze, agli ufficiali più che ai soldati, e i giovani figli del re
spesso passavano il tempo in banchetti e gozzoviglie. Una volta, mentre stavano bevendo
nella tenda di Sesto Tarquinio, e partecipava al banchetto anche Collatino, figlio di Egerio,
il discorso cadde sulle mogli, e ciascuno celebrava la sua con le maggiori lodi. Essendosi accesa la discussione, Collatino disse che le parole erano vane: in poche ore potevano rendersi conto di quanto la sua Lucrezia fosse superiore alle altre. «Siamo giovani e vigorosi:
perché non montiamo a cavallo e non andiamo a constatare coi nostri occhi la virtù delle
nostre donne? La miglior prova per tutti sarà lo spettacolo che ci offriranno mentre non si
aspettano l’arrivo del marito». Riscaldati dal vino tutti gridano: «Benissimo, andiamo», e
spronati i cavalli volano a Roma. Giunti qua al calar delle tenebre, si dirigono successivamente a Collazia,1 dove trovano Lucrezia non trascorrere il tempo in banchetti e divertimenti con le compagne, come avevano visto fare le nuore del re, ma a notte inoltrata intenta a filare la lana, seduta in mezzo alla casa tra le ancelle veglianti al lume di una
lucerna. La palma di quella gara femminile toccò a Lucrezia. Essa accoglie benevolmente
il marito che giunge in casa e i Tarquini, e Collatino vincitore invita cortesemente i figli del
re a trattenersi. Qui Sesto Tarquinio vien preso dalla brama di far violenza a Lucrezia: sono
stimolo alla libidine sia la bellezza, sia la provata pudicizia. Ma per allora dopo quel notturno svago giovanile ritornano nel campo.
(trad. di L. Perelli)
1. Antica città sabina.
L’età di Augusto
© 2009 SEI - Torino
dentro il testo Ab Urbe condita liber I, 57, 4-11
Leggere il testo
1 Sulla base delle osservazioni iniziali espresse
da Livio, quali caratteristiche ha la guerra contro la città di Ardea?
2 Il testo proposto sulla figura di Lucrezia è
composto da due sequenze narrative, collegate da un breve dialogo: prova a ricostruirne
la struttura sintetizzando il contenuto in tre
brevi passaggi.
Riflettere sul testo
3 Quale immagine offre Livio dei giovani figli
del re, fin dalle prime parole del racconto?
4 Come si comportano le nuore del re in assenza dei loro uomini, lontani per la guerra?
Noti una certa similitudine con il comportamento dei mariti?
5 In quale atteggiamento viene trovata invece
Lucrezia?
Approfondire il testo
6 Il racconto di Livio tende a costruire una
chiara ed esplicita opposizione virtus-vitium:
individua quali virtù tradizionali della matrona romana vengano personificate nella figura di Lucrezia e quali difetti caratterizzino
invece le nuore del re.
7 In questo racconto lo storico introduce i
primi presupposti di quegli eventi che porteranno a un importante cambiamento istituzionale in Roma: sulla base dei tuoi studi storici, sai individuare di quale cambiamento si
tratti?
TESTO 2
Gli exempla: Camillo
Ab Urbe condita liber V, 49, 1-5
Nel libro V dell’opera liviana spicca la figura di Camillo, condottiero integerrimo, capace di affrontare con coraggio le situazioni più drammatiche e di risvegliare l’orgoglio e la virtus romana, fiaccati dall’invasione gallica. Tale figura è legata a uno degli eventi più pericolosi della storia antica di
Roma: nel 390 a.C. i Galli, guidati da Brenno, dopo avere sconfitto l’esercito romano presso il fiume
Allia, occuparono la città e assediarono i pochi resistenti rinchiusi nella rocca del Campidoglio.
Galli che saccheggiano un tempio, urna in tufo del IV secolo a.C. (Volterra, Museo Guarnacci).
© 2009 SEI - Torino
Tito Livio - Percorso antologico
Quando già la fame aveva fiaccato gli assediati e il tribuno Sulpicio era disceso a trattare la pace
per ordine del senato, improvvisamente apparve sulla scena Camillo – nominato dittatore dopo
avere subito un ingiusto esilio – il quale interruppe le trattative e chiamò i Romani alla lotta e alla
vittoria. Tale era il volere degli dèi e così era scritto nel destino, come evidenzia Livio nella battute
iniziali del capitolo.
Ma gli dèi e gli uomini non vollero che i Romani sopravvivessero riscattati. Infatti la
sorte volle che prima che fosse compiuto il vergognoso mercato, mentre ancora si discuteva, non essendo stato pesato tutto l’oro, sopraggiungesse il dittatore: sùbito ordinò che
fosse tolto di mezzo l’oro e che i Galli fossero allontanati. Poiché quelli si rifiutavano dicendo che il patto era già stato conchiuso, egli negò che fosse valido quell’accordo stretto
senza sua autorizzazione da un magistrato inferiore in grado, dopo che egli già era stato
nominato dittatore, ed intimò ai Galli di prepararsi a combattere. Diede ordine ai suoi di
deporre i bagagli, di preparare le armi e di riconquistare la patria col ferro, non con l’oro,
avendo davanti agli occhi i templi degli dèi, le mogli, i figli, il suolo della patria deturpato dai mali della guerra, e tutte le cose che era sacro dovere difendere e riprendere e
vendicare. Schierò poi l’esercito come lo permetteva la natura del luogo, sul suolo della
città semidistrutta, e già di sua natura accidentato, e prese tutte quelle misure che l’arte
militare poteva escogitare e preparare per avvantaggiare i suoi. I Galli sorpresi dal repentino mutamento della situazione prendono le armi, e si gettano contro i Romani più con
ira che con prudenza. Già la fortuna era cambiata, già la protezione degli dèi e l’intelligenza umana appoggiavano le sorti dei Romani; quindi al primo scontro i Galli furono
disfatti con la stessa facilità con cui avevano vinto presso l’Allia.
(trad. di L. Perelli)
riepilogo del percorso
1 Che cosa sono gli exempla evidenziati dallo storico attraverso il suo racconto e quale ruolo giocano in questa peculiare visione della storia romana?
2 Le due figure di Lucrezia e Camillo incarnano alcune tipiche virtù, rispettivamente femminili e
maschili, del mos maiorum: individuale e illustrale, confrontandole con i vizi opposti.
3 Per l’epoca arcaica finora affrontata, la prospettiva di Livio è piuttosto schematica e simbolica: in
quest’ottica, quale funzione assumono, rispettivamente, i due episodi esaminati? (In particolare,
ricorda il cambiamento istituzionale sotteso al primo episodio e la risposta al momento di crisi implicita nel secondo).
L’età di Augusto
© 2009 SEI - Torino
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