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DISPENSA CONFERENZE
PSICOLOGIA PER IL BENESSERE
OTTOBRE-DICEMBRE 2006
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ELENCO ARGOMENTI
PSICOLOGIA PER IL BENESSERE
CONFERENZE AUTUNNO 2006
IL BENESSERE COME PROGETTO. CONOSCERE PER STARE MEGLIO
SALA INFORMAGIOVANI CONEGLIANO
Ingresso libero senza prenotazione
Giovedì 12 Ottobre 2006 ore 20.30
ANGOSCIA DI SOLITUDINE E PAURA DI ABBANDONO.
Patrizia Furlan, Psicologa Psicoterapeuta, Direttrice Centro di Psicologia Limens. Conegliano.
Giovedì 19 Ottobre 2006 ore 20.30
COSTRUIRE LA CAPACITÀ DI SVILUPPARE RELAZIONI UTILI E POSITIVE
ATTRAVERSO UNA COMUNICAZIONE EFFICACE.
Nello Bosco, Master in Comunicazione Neurolinguistica. Montebelluna
Giovedì 26 ottobre 2006ore 20.30
STRATEGIE PER PRENDERE DECISIONI E STRUTTURARE OBIETTIVI.
Franca Da Re , Psicologa Psicopedagogista, Dirigente Scolastico. Conegliano.
Giovedì 9 Novembre ore 20.30
DISTURBI DELL’UMORE: TRA FARMACOTERAPIA E PSICOTERAPIA
Ettore D’Antonio, Medico Psichiatra DSM ulss 7, Conegliano.
Giovedì 16 Novembre ore 20.30
AI CONFINI TRA MENTE E CORPO. ANATOMIA DI UN DOLORE SPOSTATO.
Patrizia Furlan, Psicologa Psicoterapeuta, Direttrice Centro di Psicologia Limens. Conegliano.
ANGOSCIA DI SOLITUDINE PAURA DI ABBANDONO
DOTT.SSA PATRIZIA FURLAN
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
Centro di psicologia Limens
Conegliano Treviso
SOLITUDINE
Rimanda al termine Separare composta da “se” che significa divisione e “parare” parto.
Quindi solitudine come separazione dalla madre,
passaggio da un vissuto
indifferenziato ad una percezione di separatezza.
SOLITUDINE E SOLITUDINI
Esiste forse una solitudine diversa per ognuno di noi?
“Dagli uomini” disse il Piccolo Principe coltivano cinquemila rose nel loro giardino.. e non
trovano quello che cercano” “E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in
una sola rosa o in un po’ d’acqua… “Ma gli occhi sono ciechi bisogna cercare col cuore”
(Saint- Exupery 1943)
NON SIAMO NATI PER STARE SOLI
“Questo andare verso l’altro serba una connotazione molto precisa poiché ciò a cui la
nostra ricerca dà forma equivale in termini psicologici, alla nostalgia fusionale esperita
nel rapporto primario”.
(Aldo Carorenuto Amare Tradire, 2005).
PAURA DELLA SOLITUDINE
Generalmente non attribuiamo un significato positivo alla solitudine, ma uno stato di
malessere.
L’uomo contrappone alla solitudine un mondo costellato di relazioni disseminato di
immagini ed affastellato da azioni nel tentativo perenne di placare la solitudine.
SFUGGIRE ALLA SOLITUDINE?
•
PERSEVERANDO IN SITUAZIONI SVILENTI E FRUSTRANTI
•
RIEMPIRE IL TEMPO DI VUOTO
NEGANDOLA ILLUSORIAMENTE (chat,sms)
Il telefono non ravvicina, anzi, conferma le distanze” (S. de Beauvoir)
•
LA NOSTRA PERCEZIONE
Essere soli
Sentirsi soli
Viviamo in una cultura che favorisce la solitudine e la addita come qualcosa da evitare
ad ogni costo.
ASPIRAZIONI DIVERGENTI
SOLITUDINE CERCATA
Ci sono solitudini cercate quella del creativo dell’asceta e di chi nella quotidianità
sente il bisogno di ricercare un momento suo..
SOLITUDINE SUBITA
Nella prigionia, nella malattia (fisica, mentale) nell’handicap,
In alcune infanzie, in certe vecchiaie, nell’abbandono di una persona cara..
VISSUTI DI SOLITUDINE
SOLITUDINE SANA
SOLITUDINE PATOLOGICA
“Ogni volta che qualcosa ci ferisce anche noi costruiamo una fortezza intorno alla
ferita e ci isoliamo, per paura di soffrire ancora. La solidità delle mura dipende dalla
gravità della ferita”.
(Mira Rothemberg children with esmerald eyes, 1997)
(Frances Tustin Intervista sull’autismo,1994)
SOLITUDINE PER PAURA DI ESSERE ABBANDONATI
“PERCHE’ QUANDO SONO SOLA MI SENTO IN PRIGIONE E QUANDO SONO
CON ALTRE PERSONE MI PARE CHE SIANO LORO AD IMPRIGIONARMI?”
Perdita ed abbandono
E’ dimostrato oggi che i sentimenti più disturbanti ed intensi a cui dà luogo una
perdita sono il timore di essere abbandonati, lo struggimento per la figura persa e la
collera per l’impossibilità di ritrovarla… lungi dall’affrontare la realtà di adattarvisi,
una persona colpita da una perdita ingaggia una lotta con il passato.
(John bolby costruzione e rottura dei lagmi affettivi, 1979)
LA PERSONALITA’ ABBANDONICA
Insicurezza oceanica e fantasie d’assoluto
“Tradita, abbandonata, sì. Una ferita che sanguina troppo”.
(S.de Beauvoir “Donna Spezzata”)
Da un passato lontano, i traumi subiti si amalgamano con le attuali sofferenze, così
l’abbandonico in assenza dell’altro si precipita nell’angoscia poiché gli viene a mancare
quella rassicurazione e quell’accoglienza elettiva che annulla spazio e tempo e
stabilisce la simbiosi.
IL PRINCIPE AZZURRO
Si tratta d’un sogno antico che ha radici profondissime nella storia di ciascuno di
noi:tutti possiamo riconoscerci nella fantasia del principe azzurro, di un fantasma
onnipotente e salvifico che porrà fine alla nostra angoscia di separazione. Restiamo a
lungo in attesa di tale incontro.
(Aldo Carotenuto Amare Tradire 2005)
ACCETTARE COSTRUTTIVAMENTE GLI EVENTI DELLA VITA
Può capitare di essere soli di fronte ad una scelta, ad una responsabilità, di essere
stati lasciati.
Possiamo soccombere o reagire, la solitudine può essere uno strumento di crescita, di
realizzazione e di incontro con il proprio sé.

GUARDARSI DENTRO, GUARDARSI INTORNO
Siamo abituati a respingere/ controllare i nostri vissuti dolorosi non li sperimentiamo
così come non vediamo, per difesa, il dolore dell’altro. Dovremmo guardarci dentro ed
intorno per scoprire davvero chi siamo e dove siamo, per integrare la nostra
esperienza e viverla.

GESTIRE LA SOLITUDINE

RIEDUCARCI ALLA SOLITUDINE RENDENDOLA UNO STRUMENTO CHE
PERMETTE DI REALIZZARE UN VERO INCONTRO CON IL PROPRIO SE'

FAR GERMOGLIARE LE EMOZIONI
CHE PROVIAMO, LEGGIAMO,
SENTIAMO, COMPIAMO

RIDARE VALORE AL SILENZIO, COME ATTO PREPARATORIO AL
COMUNICARE CON GLI ALTRI

RECUPERARE/SVILUPPARE LA CAPACITA’ DI STARE ANCHE DA SOLI

IL PICCOLO PRINCIPE INCONTRA LA VOLPE
In quel momento apparve la volpe
“buon giorno disse la volpe”
“buon giorno” disse il piccolo principe, voltandosi, ma non vide nessuno.
“Chi sei?” domandò il piccolo principe ”sei molto carino”…..
Non si conoscono che le cose che si addomesticano.
COSTRUIRE LA CAPACITA' DI SVILUPPARE RELAZIONI
UTILI E POSITIVE ATTRAVERSO UNA COMUNICAZIONE
EFFICACE
Nello Bosco
Costruire la capacita’ di sviluppare relazioni utili e positive attraverso una
comunicazione efficace
Sviluppare le proprie abilità di comunicazione e di influenza
Nel rapporto one-to-one o verso un’organizzazione
La comunicazione è qualsiasi elemento di interazione che possa provocare una
“modifica” nell’altra persona
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE E PARAVERBALE
LA ROTTURA DELLA COERENZA INTERIORE
ROTTURA DELLA COERENZA INTERIORE
I FILTRI DELLA COMUNICAZIONE
I PRINCIPI DELLA PROGRAMMAZIONE NEURO-LINGUISTICA
PROGRAMMAZIONE: E’ possibile ottenere il risultato voluto
NEURO: Ogni comportamento ha origine da processi neurologici
LINGUISTICA: I processi neurologici sono stimolati e provocati dal linguaggio
I PRINCIPI DELLA PROGRAMMAZIONE NEURO-LINGUISTICA
RAPPORT:
Capacità di penetrare nel mondo di qualcun altro, facendogli sentire che lo capite, che
avete un forte legame comune. Capacità di passare dalla vostra alla sua mappa del
mondo, ed è questa l’essenza della comunicazione efficace
➢
Si crea mediante la CALIBRAZIONE e il RICALCO

CIO’ CHE E’ ATTESO TENDE A REALIZZARSI
L’IMMAGINAZIONE E’ PIU’ POTENTE
QUANDO SI
HA A CHE FARE CON LA MENTE

DELLA
CONOSCENZA

IDEE OPPOSTE NON POSSONO ESSERE MANTENUTE
CONTEMPORANEAMENTE SENZA INCONGRUENZA

UNA VOLTA CHE UN’IDEA E’ STATA ACCETTATA, RIMANE TALE
A QUANDO NON VIENE SOSTITUITA CON UN’ALTRA
FINO

CREA

CREA
OGNI IDEA ALLA QUALE SI RISPONDE IN MANIERA POSITIVA
MENO OPPOSIZIONE ALLA SUCCESSIVA
OGNI IDEA ALLA QUALE SI RISPONDE IN MANIERA POSITIVA
MENO OPPOSIZIONE ALLA SUCCESSIVA
ALTRE REGOLE DELLA PNL

Il significato della comunicazione sta nel risultato che se ne ottiene

Non esistono fallimenti, ma solo risultati

Nessun evento è totalmente positivo o totalmente negativo

Se c’è una sola persona al mondo capace di fare una certa cosa, si può
impararne la strategia ed insegnarla ad altre persone

Le persone funzionano perfettamente

Le persone possiedono già le risorse di cui hanno bisogno, o comunque sanno
dove reperirle

Dietro ogni comportamento c’è un’intenzione positiva

Ogni comportamento è utile in qualche contesto

Se non stai ottenendo quello che vuoi, fai qualcosa di diverso

Tutto quello che accade in un sistema di relazioni influenza tutte le parti del
sistema

Qualunque comportamento è comunicazione

Ogni comportamento è l’espressione di un processo e dà informazioni sul
processo stesso

Qualunque comportamento o processo è schematizzabile e riproducibile
I SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’:
 VISIVO (Observer)
 AUDITIVO (Auditor)
 CINESTESICO (Actioner)
RISOLVERE PROBLEMI E PRENDERE DECISIONI
Franca Da Re
Psicologa psicopedagogista
PIANIFICAZIONE E PROBLEM SOLVING

il nostro cervello attua due grandi classi di strategie per fare fronte ai
problemi, alle azioni da compiere, alle decisioni:
PIANIFICAZIONE (innata)
PROBLEM SOLVING (che si apprende)
per potere agire consapevolmente e in maniera ottimale, bisogna conoscere le
modalita’ di funzionamento di queste due classi per poterle anche migliorare

PIANIFICAZIONE E PROBLEM SOLVING A CONFRONTO
PIANIFICAZIONE:
•
E’ una funzione cerebrale mediata dai lobi frontali
•
E’ un meccanismo di controllo esecutivo
•
E’ un attivatore di problem solving
•
E’ mirato all’azione e alla realizzazione pratica
•
Riguarda azioni future
•
E’ costituita da piani generali
•
E’ guidato dall’esame sistematico delle informazioni che entrano nel sistema
PROBLEM SOLVING:
•
E’ un sistema di apprendimento (un approccio euristico)
•
E’ basato su regole e su sistemi di simboli che vanno appresi
•
Consiste nell’attivazione di processi cognitivi
•
Riguarda contenuti e conoscenze
•
Riguarda il presente
•
Consiste nell’esecuzione di piani specifici
•
E’ una procedura che può essere insegnata
PROBLEM SOLVING
FASI
•
•
•
•
•
•
•
•
Riconoscere il problema
Definire il problema
Ipotizzare diverse soluzioni e analizzarle
Scegliere le soluzioni ritenute migliori per costo/beneficio
Applicare le soluzioni
Verificarne gli esiti
Modificare e/o generalizzare la procedura
Estendere la procedura
RISOLVERE PROBLEMI QUOTIDIANI
Molto spesso non siamo buoni solutori di problemi e quindi buoni decisori
PRINCIPI FONDAMENTALI ED OSTACOLI QUOTIDIANI

Riconoscere che esiste un problema
Definire bene il problema: generalmente i problemi quotidiani si presentano mal
strutturati; allenare abilità a risolvere problemi mal strutturati è fondamentale

Disporre delle informazioni necessarie o sapere procurarsele; oppure prendere
decisioni valutando il rischio della carenza di informazioni


I problemi quotidiani generalmente sono inseriti in un contesto
I problemi non hanno mai una sola soluzione e spesso neanche le soluzioni
“giuste”

Le soluzioni ai problemi quotidiani dipendono sia dalle conoscenze formali che
da quelle informali


Le soluzioni ai problemi quotidiani hanno conseguenze importanti

La soluzione ai problemi quotidiani spesso avviene in gruppo

I problemi quotidiani possono essere complicati, confusi e persistenti
FASI E STRATEGIE
1. RICONOSCERE IL PROBLEMA: il problema può presentarsi come

Ostacolo

Imprevisto

Scostamento dalla norma
2. DEFINIRE IL PROBLEMA: stabilire: chi, che cosa, come, dove, quando. Sul perché,
per la ricerca delle cause, si può utilizzare il diagramma di Ishikawa
3. IPOTIZZARE SOLUZIONI: brain storming
4. VAGLIARE SOLUZIONI: eliminare quelle palesemente inattuabili, antieconomiche,
inefficaci; analizzare le rimanenti.
Strategie possibili secondo la complessità e la rilevanza:

Tabella pro/contro;

Tabella di confronto criteriale;

Tecnica dei sei cappelli
2. DEFINIRE IL PROBLEMA:
STABILIRE CHI, CHE COSA, DOVE, QUANDO
ES: PROBLEMA: la macchina non parte
Chi?: il problema si presenta con più utenti?
Che cosa? Che tipo di segnali dà? (spie accese, rumori …
Quando? Quanto spesso? In che condizioni di temperatura? A motore freddo …
ES. DOTTORE, MI SENTO POCO BENE …
Che cosa: che cosa si sente? Quali sintomi?
Come: come si presenta il malessere? Intermittente? Continuo? Lancinante? Sordo?
Dove: quale parte del corpo è interessata?
Quando: quanto spesso? in quali momenti della giornata? In corrispondenza di quali
eventi?
IL METODO DI KEPNER E TREGOE, 1965
RICERCARE LE CAUSE
IL DIAGRAMMA DI ISHIKAWA
4. VAGLIARE SOLUZIONI E DECISIONI
LA TABELLA DEL PIU’ E DEL MENO
Molto semplice, molto usata
VAGLIARE SOLUZIONI E DECISIONI
LA TABELLA DI CONFRONTO CRITERIALE
ANALIZZARE PROBLEMI E DECISIONI
La tecnica dei sei cappelli, elaborata da Edward De Bono, è un’ educazione al pensiero
riflessivo e sistematico e alla decisione ponderata
Infatti, alcuni errori nella soluzione sono dettati da:
•
scarsi elementi presi in considerazione
•
insufficiente esame dei fatti
•
trascurare alcuni aspetti
•
conformismo di gruppo
•
eccessivo pessimismo
•
irragionevole ottimismo
ALTRI FATTORI DI FALLIMENTO DEL PROBLEM SOLVING E DELLA PRESA DI
DECISIONI:


mancanza di motivazione
mancanza di controllo dell’impulsivita’

















mancanza di costanza e perseverazione
uso delle abilita’ sbagliate
incapacita’ di tradurre il pensiero in azione
mancanza di orientamento produttivo
incapacita’ di portare a termine un compito
rimandare l’inizio
paura del fallimento
dilazione
attribuzione di responsabilita’ alla persona sbagliata
eccessivo autocompatimento
eccessiva dipendenza
affondare nelle difficolta’ personali
distrazione e mancanza di concentrazione
impegnarsi in troppe o troppo poche cose
incapacita’ a rinviare le gratificazioni
eccessiva analiticita’ o eccessiva sintesi (alberi vs. foresta)
troppa o troppo poca fiducia nelle proprie capacita’
BIBLIOGRAFIA
Edward De Bono, Sei cappelli per pensare, Rizzoli
Edward De Bono, Il pensiero laterale, Rizzoli
Andrew Leigh, Decisioni, decisioni, Franco Angeli
Dario Truini, Gli strumenti del pensiero, F. Angeli
Sternberg – Spear-Swerling, Le tre intelligenze, Erickson
Ashman – Conway, Guida alla didattica metacognitiva, Erickson
DISTURBI DELL’UMORE
TRA FARMACOTERAPIA PSICOTERAPIA
Dott. Ettore D’Antonio – Psichiatra
DSM ULSS 7 - Conegliano
ANSIA NORMALE
•
Emozione caratterizzata da uno stato di tensione, apprensione ed allarme per
un imminente pericolo o per eventi dannosi, associata a sentimenti di disforia (umore
mutevole) o a sintomi somatici sgradevoli.
ANSIA PATOLOGICA
•
Le manifestazioni su descritte si verificano per eventi temuti che possono
essere estremamente improbabili o addirittura impossibili, ma vengono in ogni caso
avvertiti e temuti in modo abnorme e del tutto sproporzionato rispetto alla loro reale
entità.
STRESS
•
Per stress s’intende la risposta di un sistema ad una sollecitazione ambientale
che tende a portare il sistema stesso lontano dal suo intervallo di funzionamento
ottimale.
ANSIA STRUTTURANTE
BASSO LIVELLO D’ANSIA:
•
Aumento della velocità associativa
•
Aumento della velocità d’apprendimento
•
Migliore capacità di formare giudizi validi sulla realtà
•
Miglioramento dell’efficienza fisica
•
Diminuzione del tempo di reazione agli stimoli fisici
Miglioramento della performance
ANSIA DESTRUTTURANTE
ALTO LIVELLO D’ANSIA:
•
Rallentamento della velocità associativa: BLOCCO
•
Apprendimento difficoltoso o impossibile: BLOCCO
•
Restringimento del campo di coscienza: MONOIDEISMO
•
Sfaldamento della coscienza:STATO CONFUSIONALE/STUPORE
•
Impossibilità di comunicazione tra soggetto ansioso e mondo esterno
Scadimento della Performance/Patologia
L’ansia può essere individuata da una triade di pattern sintomatologici
riferibili rispettivamente alla TENSIONE MOTORIA, all’IPERATTIVITA’ DEL
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO e della VIGILANZA ed ATTENZIONE
•
•
•
•
•
•
•
TENSIONE MOTORIA
Tremori, mioclonie
Sensazione di instabilità
Tensione muscolare
Dolore
Irrequietezza motoria
Facile affaticabilità
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
IPERATTIVITA’ DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Dispnea
P alpitazioni o tachicardia
Sudorazione o mani fredde ed umide
Secchezza delle fauci
Vertigini o sensazione di testa vuota
Nausea, diarrea o altri disturbi addominali
Vampate di calore o brividi
Minzione frequente
Difficoltà a deglutire
•
IPERATTIVITA’ DI VIGILANZA ED ATTENZIONE
LE NEVROSI D’ANSIA
•
DISTURBO D’ANSIA DOVUTO AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE
•
DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE
•
DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO (CON E SENZA AGORAFOBIA)
•
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA
•
FOBIA SOCIALE
•
FOBIA SPECIFICA
•
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
•
DISTURBO ACUTO DA STRESS
•
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
•
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CON ANSIA
TERAPIE DELL’ANSIA
•
TERAPIE FARMACOLOGICHE:
•
BENZODIAZEPINE
•
NEUROLETTICI TIPICI ED ATIPICI
•
ANTIDEPRESSIVI
•
•
•
•
•
BETABLOCCANTI
INOINDUCENTI
PSICOTERAPIE:
PSICODINAMICHE
COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
DEPRESSIONE
Calo del tono dell’umore, che si manifesta sotto forma di una coloritura
negativa, cupa, che assumono i sentimenti che l’individuo prova nei confronti delle
situazioni quotidiane.
•
Definiamo umore un “clima” emozionale stabile, pervasivo e duraturo.
•
Naturalmente, mutamenti di stati d’animo con caratteristiche di maggiore
fluttuazione non configurano necessariamente condizioni di patologia affettiva.
•
I DISTURBI DELL’UMORE
Molti dei disturbi dell'umore si manifestano con modalita‘ episodiche, con periodi di
umore disturbato che si alternano a periodi piuttosto prolungati di funzionamento
normale.
vi sono quattro tipi di episodio dell'umore definiti nel dsm iv:
- disturbo depressivo maggiore: almeno 2 settimane di umore depressoaccompagnato
da un andamento caratteristico dei sintomi depressivi
- episodio maniacale: almeno 1 settimana di umore esaltato, euforico irritabile,
accompagnato da un andamento caratteristico dei sintomi maniacali;
- episodio misto: almeno 1 settimana di sintomi maniacali e depressivi misti;
- episodio ipomaniacale: almeno 4 giorni di umore esaltato, euforico irritabile, che
risulta meno grave rispetto ad un episodio maniacale.
In passato si e‘ fatta un po‘ di confusione circa i termini “umore” ed “affetto”.
Il termine affettivo e‘ infatti anch'esso stato usato per denominare questa classe di
disturbi.
E' comprensibile pertanto che umore ed affetto siano spesso stati usati uno in
sostituzione dell'altro.
Il glossario DSM IV definisce come affetto "l'esperienza 0 l'espressione soggettiva
di uno stato di sentimento-emozione"; al contrario, umore va riferito ad un "clima
emozionale piu' pervasivo e piu' prolungato", mentre affetto va riferito a
“modificazioni piu‘ fluttuanti dell'atmosfera emozionale”.
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’ UMORE:
DISTURBI UNIPOLARI
 disturbo depressivo maggiore
 episodio singolo 0 ricorrente
 disturbo distimico
 disturbo depressivo N.A.S.
DISTURBI BIPOLARI
 disturbo bipolare I
• episodio maniacale singolo
• piu’ recente episodio ipomaniacale
• piu’ recente episodio maniacale
• piu’ recente episodio misto
• piu’ recente episodio depressivo
 disturbo bipolare ii°
 disturbo ciclotimico
 disturbo bipolare N.A.S.
ALTRI DISTURBI DELL’ UMORE:
DISTURBI DELL'UMORE DOVUTI AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE
•
•
•
•
•
•
•
malattie neurologiche degenerative (es. Parkinson, malattia di Huntington)
malattie cerebrovascolari (es. depressione dopo un episodio di ictus)
condizioni metaboliche (es. deficienza di vitamina b 12)
condizioni endocrine (es. iper- 0 ipo-tiroidismo)
condizioni autoimmuni (es. lupus erythematosus sistemico)
infezioni virali 0 di altro tipo (es. epatite, mononucleosi, hiv)
neoplasie (es. carcinoma del pancreas).
DISTURBI DELL' UMORE INDOTTI DA SOSTANZE
sostanze che possono indurre disturbi dell'umore clinicamente significativi:
 intossicazione da sostanze: alcool, allucinogeni, amfetamine e sostanze orrelate,
cocaina, fencicl1dfna e sostanze correlate, inalanti, oppiacei, sedativi, ipnotici ed
ansiolitici.



astinenza da sostanze: alcool, amfetamine e sostanze correlate,cocaina ocaina,
sedativi, ipnotici ed ansiolitici.
farmaci: analgesici, anestetici, anticolinergici, anticonvulsivanti, antiipertensivi,
contraccettivi orali, farmaci antiparkinsoniani, farmaci anti ulcera, farmaci cardiaci
e psicotropi (antidepressivi, benzodiazepine, antipsicotici, disulfiram), miorilassanti,
steroidi, sulfonamidi.
metalli pesanti e tossine: biossido di carbonio, gas nervini, insetticidi
organofosforici, monossido di carbonio, sostanze volatili come benzine e vernici.
DISTURBI UNIPOLARI (DEPRESSIONI)












prevalenza: 5.8 %
incidenza: 3% (f); 1% (m)
rapporto m/f: 1:2
familiarita’: rischio 2-3 volte piu‘ elevato nei parenti di i° grado; rischio 2 volte piu‘
elevato nei gemelli monozigoti rispetto a quelli dizigoti.
eta d'esordio: 30-40 aa. (nel 10% dei casi dopo i 60 anni).
sintomi prodromici: labilita'emotiva, tensione, astenia, iporessia, difficolta’ di
concentrazione, ansia insonnia, cefalea.
sintomi di stato: umore depresso, anedonia, ansia, rallentamento 0 agitazione
psicomotoria, difficolta‘ di concentrazione, diminuzione dell'autostima, indecisione,
ruminazione mono - od oligoideica; in alcuni casi deliri olotimici (di colpa, di
indegnita', di dannazione, di poverta', di rovina, ipocondriaci, nichilistici), piu'
raramente deliri incongrui all’ umore (di persecuzione, di influenzamento, di
veneficio, di inserzione/trasmissione del pensiero); nei casi piu' gravi fenomeni
dispercettivi (illusioni ed allucinazioni visive ed uditive); alternanza diurna con
peggioramento al mattino, sintomi neurovegetativi (insonnia piu' spesso terminale 0
ipersonnia, iporessia 0 iperfagia, diminuzione della libido).
decorso: decorso episodico, piu' raramente cronico. si distingue: depressione
maggiore episodio singolo con 0 senza manifestazioni psicotiche, depressione
maggiore ricorrente con 0 senza sintomi psicotici, distimia (sintomi depressivi
cronici attenuati).
complicazioni: suicidio,abuso di alcol ed uso di droghe.
prognosi: risoluzione in 3 mesi nelle forme trattate, in 6-9 mesi in quelle non
trattate. meno favorevole nelle forme croniche ed in quelle a ricorrenza elevata
comorbidita’: disturbi d'ansia, abuso di alcol, uso di droghe, disturbi somatoformi,
disturbi dell'alimentazione.
diagnosi differenziale:, disturbi bipolari in fase depressiva, disturbi dello spettro
schizofrenico (nelle forme psicotiche), disturbi affettivi organici,demenze, disturbi
di personalita' antisociale 0 borderline, disturbo dell'adattamento con umore
depresso, disturbo d'ansia generalizzata, lutto non complicato.

trattamento:
farmacoterapia: antidepressivi (triciclici, ssri, inibitori delle m.a.0); regolatori del
tono dell'umore nelle forme ricorrenti ed in quelle croniche (augmentation),neurolettici nelle forme con sintomi psicotici.
terapia elettroconvulsivante: nelle forme con arresto psicomotorio ed in quelle con
evoluzione amenziale, in caso di grave decadimento fisico, rischio elevato di
suicidio, mancata risposta alla terapia farmacologica, controindicazione all’ uso degli
antidepressivi.
psicoterapie e riabiilitazione: psicoterapie cognitive ed interpersonali (nelle forme
con marcato disadattamento sociale).
TEMPERAMENTI AFFETTIVI
La predisposizione genetica al disturbi dell'umore si rivela non solo attraverso lo
sviluppo di episodi depressivi e/o maniacali parziali 0 completi, ma anche attraverso
sfumate caratteristiche temperamentali della personalita' premorbosa ed
intercritica.
Le caratteristiche temperamentali, che si manifestano in genere fin dall'infanzia,
condizionano, insieme al complesso delle inclinazioni e disposizioni innate, le
esperienze relazionali piu' antiche e, con queste, determinano successivamente le
modalita' di rapporto con l'ambiente esterno da cui, a loro volta, finiscono spesso con
l'essere alimentate e favorite.
I temperamenti affettivi rappresentano quindi un anello intermedio tra stato di
benessere e di “malattia” ma possono costituire anche, delle forme subcliniche di
disturbo dell'umore, riscontrabili nei soggetti che hanno gia' manifestato 0 sono a
rischio di sviluppare un episodio depressivo 0 maniacale franco e nei loro familiari. in
questi casi non vengono in genere considerati da chi ne soffre un fenomeno patologico,
ma piuttosto come uno "stile di vita”; le caratteristiche fenomeniche sono attenuate
ma persistenti e possono presentare aspetti disadattativi sul piano lavorativo e
familiare ma anche adattativi e produttivi, non di rado socialmente approvati e
desiderabili.
In base alle tipologie, descritte originariamente da Kraepelin e da Kretschmer ed ai
criteri diagnostici piu' recentemente messi a punto da Akiskal e Koukopoulos, vengono
distinti 4 differenti temperamenti affettivi:

temperamento ciclotimico



temperamento ipertimico
temperamento depressivo (0 distimico)
temperamento irritabile
TEMPERAMENTO DEPRESSIVO:
umore e livello di energie abitualmente bassi, con:
* tristezza, malinconia, pessimismo, incapacita‘ di gioire, scarsa fiducia in se stessi,
autocritica, sentimenti di inadeguatezza e di colpa.
* paura di sbagliare, tendenza a preoccuparsi, a rimurginare sugli
eventi negativi
* insicurezza, indecisione, scrupolosita', coscienza, autodisciplina
* tranquillita', passivita‘, introversione, riservatezza
* scetticismo, ipercritica, sarcasmo, aumentato bisogno di sonno (piu‘ di 9 ore per
notte)
GIORNI LAVORATIVI PERSI IN UN ANNO
45
1 Diabete
40
2 Ipertensione arteriosa
35
30
3 Altri disturbi mentali
25
20
4 Dolori lombari
15
10
5 Malattie cardiache
5
6 Disturbi depressivi
0
1
2
3
4
5
6
COSTI DELLA DEPRESSIONE (rewiew realizzata da Rosenbaum e Hylan)
COSTI DEL TRATTAMENTO
SPECIFICO
50 / 75 DOLLARI AL MESE
USO ECCESSIVO DI RISORSE
MEDICHE GENERALI
100 / 150 DOLLARI AL MESE
3 – 5 GIORNI LAVORATIVI PERSI
AL MESE
300 DOLLARI AL MESE
TOTALE
450 / 525 DOLLARI AL MESE
L’ETA’ PRESCOLARE: la Depressione Maggiore tra i 3 e i 5 anni
CARATTERISTICHE CLINICHE:
Si manifesta tramite espressione triste, seria, labilità
UMORE DISFORICO
emotiva ed irritabilità.
Può esserci una perdita di interesse nei confronti delle
abilità motorie recentemente acquisite, quali correre,
MOTRICITA’
arrampicarsi, abbottonarsi i vestiti, mettersi le scarpe
ed andare in bicicletta.
CONTROLLO
Si può presentare enuresi ed encopresi.
SFINTERICO
Possibile riduzione dell’interesse per la lettura, la
SVILUPPO COGNITIVO
scrittura e il disegno.
Si riduce significativamente il gioco con i coetanei;
GIOCO
aumentano i sogni ad occhi aperti e la tendenza
all’isolamento
Aumentano i capricci, il bambino perde il gusto di
mangiare. Può esserci una cospicua perdita di peso fino
all’anoressia e talvolta il bambino si abbuffa.
Può essere disturbato da frequenti incubi, tremori
SONNO
notturni, difficoltà di addormentamento o risvegli
durante la notte.
Il piacere e l’allegria nell’andare all’asilo o al parco
ASILO
giochi diminuiscono o scompaiono.
SINTOMI
Comunemente i bambini lamentano cefalea, gastralgie,
PSICOSOMATICI
nausea.
Contrariamente a quanto si pensava fino a poco tempo
COMPORTAMENTO
fa, possono verbalizzare idee suicidarie e a volte
SUICIDARIO E
tentare
il
suicidio
tramite
impiccagione
e
AUTODISTRUTTIVO
defenestrazione.
VIOLENZA FISICA E È frequente la scoperta di bambini depressi che hanno
TRASCURATEZZA
subito violenze fisiche e/o abusi.
COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
L’ETA’ SCOLARE: La Depressione Maggiore tra i 6 e i 12 anni.
CARATTERISTICHE CLINICHE:
L’umore disforico e l’affettività depressa si esprimono in
UMORE DISFORICO
genere mediante fantasie di morte.
I disturbi nel rendimento scolastico e nelle relazioni con
SVILUPPO COGNITIVO i compagni di scuola sono tra i più precoci segni di
E RENDIMENTO
depressione in questa fascia d’età, che manifestano
SCOLASTICO
perdita di interessi, demotivazione e compromissione
delle funzioni cognitive.
MOTRICITA’
Nella maggior parte dei bambini depressi la riduzione
della motilità, l’irrequietezza, l’agitazione, la goffaggine,
la predisposizione agli incidenti sono comuni.
SENTIMENTI DI
COLPA
Il bambino depresso diventa estremamente critico nei
confronti di se stesso: può profondersi in scuse,
diventare
eccessivamente
sollecito,
ricercando
rassicurazioni ed elogi.
Gli impulsi aggressivi e di ostilità vengono repressi e
MANIFESTAZIONI DI rivolti contro di sé. Incoraggiare l’attività fisica e
OSTILITA’ E
stimolare canali di comunicazione corporea convertono le
AGGRESSIVITA’
tendenze aggressive secondo una possibile efficace
modalità di sublimazione.
COMPORTAMENTO
SUICIDARIO
L’ideazione suicidaria ed i tentativi di suicidio sono
frequenti, in aumento e vanno presi molto sul serio
La Depressione Maggiore nell’adolescenza: 13 -18 anni
CARATTERISTICHE CLINICHE:
UMORE
DISFORICO E
DEPRESSO
Le normali oscillazioni dell’umore tipiche dell’adolescente
sono, in questo caso, più intense, con sentimenti di
tristezza ed instabilità.
PUBERTA’
L’adolescente depresso può avere grandi difficoltà ad
accettare o comprendere i segni dalla pubertà, arrivando
a manifestare dubbi sulla propria identità.
SVILUPPO
COGNITIVO
Tra i primi segni di depressione possono comparire la
tendenza a marinare la scuola, procrastinare il termine
dei compiti, essere irrequieti in classe durante le lezioni,
non preoccuparsi del futuro e degli obiettivi professionali.
AUTOSTIMA
COMPORTAMENTO
ANTISOCIALE
La depressione peggiora l’autostima già
sentimenti di impotenza e di disperazione
ulteriormente.
Può essere indicativa di depressione la
comportamenti quali provocare risse e/o
rubare, avere frequenti incidenti.
bassa ed i
la intaccano
presenza di
parteciparvi,
Un gran numero di adolescenti depressi abusa di alcool o
di droghe. È comune l’utilizzo di marijuana, stimolanti,
ABUSO DI ALCOOL E
sostanze sedative e, in particolare, di alcool. Alcuni
DI DROGHE
adolescenti fanno uso di cocaina, di eroina, di altri
oppiacei o allucinogeni.
COMPORTAMENTO
SESSUALE
Alcuni adolescenti possono essere coinvolti in acting-outs
sessuali o comportamenti promiscui, come per un
meccanismo di difesa contro la depressione.
CONCLUSIONI
•
E’ necessario riconoscere precocemente una depressione, anche (o soprattutto)
in un bambino o in un adolescente.
E’ importante curare “bene” una depressione (ossia per il tempo necessario e
con gli idonei strumenti farmacologici e psicoterapici).
•
E’ utile, in caso di comparsa di segni prodromici di una “ricaduta” depressiva,
non attendere molto tempo prima di rivolgersi allo specialista.
•
AI CONFINI TRA MENTE E CORPO. ANATOMIA DI UN
DOLORE SPOSTATO
Relazione della Dott.ssa Patrizia Furlan
Psicologa Psicoterapeuta
“Il cuore allegro è un’ottima medicina e uno spirito abbattuto essica le
ossa” (Salomone)

“I grandi turbamenti passionali ed i forti patemi d’animo possono essere la
causa di molti malanni fisici” (Pitagora)

La bellezza fisica per i Greci dipendeva da una giusta associazione tra la
piena salute del corpo e la completa serenità dello spirito.

“L’anima ha atomi leggeri come il fuoco per cui essa entra in tutti gli
organi” (Asclepiade)

MENTE – CORPO
SISTEMA INTEGRATO
PSICOSOMATICA = fenomeni vegetativi che accompagnano le emozioni. studia
i rapporti tra psiche e malattie del corpo

IL MOVIMENTO PSICOSOMATISTA nasce in America con la costituzione
dell’American Psicosomatic Society (1938)
MALATTIE PSICOSOMATICHE

sono stati di malattia in cui le componenti psicologiche determinano e aggravano
le patologie organiche.

i sintomi vanno interpretati per quello che “rappresentano”

LA PSICOSOMATICA
Trova nel contributo di S. Freud una spiegazione attraverso i meccanismi inconsci.
CONCETTI DI BASE DELLA PSICOANALISI: la struttura della psiche
“IO”
E’ organizzato e cosciente. su di esso premono gli aspetti istintivi ed irrazionali dell’
Es
“ES”
E’ la parte istintiva che insegue il principio del piacere, non ha limiti. e’ la parte
irrazionale ed infantile
“SUPER-IO”
Insieme delle regole e proibizioni apprese in epoca infantile, in particolare i divieti
imposti dai genitori
SECONDO FREUD, I DATI PSICHICI SI DIVIDONO IN:

CONSCI

INCONSCI
LA “RIMOZIONE” regola la trasformazione dei dati da consci ad inconsci
CONVERSIONE: Trasposizione di un conflitto psichico al corpo con il tentativo di
risolverlo in sintomi somatici
Come si crea il sintomo psicosomatico:
Quando una tendenza emotiva non riesce a trovare un canale di uscita, il corpo trova
un modo di esprimere questa tensione mediante il linguaggio degli organi.
RUOLO DELLO STRESS
Eventi stressanti possono trasferirsi al corpo dando luogo a fenomeni patologici
stress, attivazione/tensione


EUSTRESS: attivazione che aumenta la performance
DISTRESS: attivazione che limita la performance
Possiamo non essere consapevoli degli eventi stressanti: sull’individuo possono
agire per lunghi periodi di tempo MICROSTIMOLI EMOZIONALI con effetto
sommatorio inducendo un’attivazione emozionale cronica, non coscientemente
percepita.
In alcuni casi lo stressors è di natura così mediata da non poter essere valutato
cognitivamente come tale.
Gli eventi stressanti esistenziali maggiormente studiati nei loro rapporti con le
malattie psicosomatiche sono gli eventi di perdita (anche perché sono eventi più
facilmente rilevabili)
QUALI PARAMETRI POSSONO INFLUIRE SULLO SVILUPPO DI UNA
MALATTIAPSICOSOMATICA?
•
•
•
capacità individuale di far fronte agli stressors
la capacita’ di esprimere le emozioni
stile di vita
MALATTIA PSICOSOMATICA
- Eventi stressanti che inducono sintomi in assenza di malattia (ad esame obiettivo)
- Eventi stressanti che inducono malattia (oggettivamente riscontrabile)
QUALI MALATTIE?
LA PSICHE ESERCITA MAGGIOR INFLUENZA SULLA PELLE CHE SU QUALSIASI
ALTRO ORGANO. Essa divide il mondo interno da quello esterno, diventando spesso la
valvola di scarico di conflitti psichici.
Malattie gastrointestinali, cardiocircolatorie, cefalee… tumori…
CHE COSA RENDE LE PERSONE PIU' CAPACI DI FAR FRONTE AGLI STIMOLI
STRESSANTI?
Il modo in cui i bambini sono allevati influisce enormemente sul loro sviluppo e su come
saranno in futuro, plasma inoltre la risposta da stress ed alle malattie degenerative. I
bambini devono avere la possibilità di costruirsi delle sicurezze interne.