16 Musica 17 La voce del violino Lorenza Borrani Gabriele Carcano venerdì 17 marzo Lorenza Borrani Gabriele Carcano Lorenza Borrani violino Gabriele Carcano pianoforte introduzione di Stefano Catucci programma Johannes Brahms (1833 – 1897) Sonata per violino e pianoforte n.2 op. 100 1. Allegro amabile 2. Andante tranquillo. Vivace. Andante. Vivace di più 3. Allegretto grazioso (quasi Andante) Béla Bartók (1881 – 1945) Sonata per violino e pianoforte n. 2, Sz76/BB 85 1. Molto moderato 2. Allegretto Hans Werner Henze (1926 – 2012) Fünf Nachtstücke Elegie Capriccio Hirtenlied 1 Hirtenlied 2 Ode Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) Sonata per violino e pianoforte n.10 op. 96 partner “Le voci del violino” Amici del Teatro Giampaolo Zuzzi Giulia Tamai Zacchi 1. Allegro moderato 2. Adagio espressivo 3. Scherzo. Allegro 4. Poco Allegretto Tutti i compositori in programma stasera sono stati pianisti, anche se Hans Werner Henze non ha mai svolto un’attività concertistica e l’unico incarico significativo, in questa veste, è stato il lavoro come accompagnatore al teatro di Bielefeld, in Germania, subito dopo la fine della guerra, fra il 1945 e il 1946. Un concerto per pianoforte, flauto e archi fu il lavoro che per primo attirò su di lui l’attenzione della critica, proprio in quegli anni, e nel 1950 il primo successo internazionale fu proprio il Concerto per pianoforte n. 1. Henze appartiene però a quelle figure moderne di compositore la cui posizione ideale, sulla scena, è quella del direttore d’orchestra, non quella del performer. Diverso era il caso di Bartók, di Brahms e di Beethoven, per i quali l’attività di pianista era stata fondamentale in una lunga parte della carriera. Beethoven si era affermato a Vienna proprio come il pianista prediletto dell’aristocrazia, Brahms aveva attraversato la Germania in tournée in duo con il violinista Joseph Joachim, Bartók fece ricorso alle sue doti di concertista per affrontare le difficoltà economiche del suo trasferimento negli Stati Uniti, deciso allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Per Henze, dunque, scrivere per violino e pianoforte significava scegliere sostanzialmente un modulo compositivo, un mezzo espressivo con caratteristiche precise: più rapido ed essenziale del trio o del quartetto, con un principio di dialogo strumentale ridotto al minimo, non secco come la scrittura solistica ma neppure ridondante come il suono orchestrale. I 5 Nachtstücken del 1990 sono, anche per la rarefazione del linguaggio e la delicatezza del fraseggio, tipici del tardo stile di Henze, che si interrogava sull’origine della musica e del canto facendo arrivare talvolta la sua scrittura ai limiti del silenzio. Per Beethoven il duo significava invece scrivere per un violinista con il quale probabilmente avrebbe lui stesso eseguito la composizione, anche se nel caso della prima esecuzione della Sonata in sol maggiore op. 10, nel 1812, non fu lui a sedersi al 1 La voce del violino 2 pianoforte ma un suo allievo e mecenate, l’Arciduca Rodolfo. Il violinista era Pierre Rode, e non c’è dubbio che Beethoven abbia scritto questa pagina per lui, cioè pensando al suo modo sia dal punto di vista tecnico, sia da quello espressivo. Per molto tempo questa Sonata sarebbe stata la preferita dai violinisti, fra quelle di Beethoven, anteposta anche alla celebre Sonata a Kreutzer, e fra coloro che la eseguivano regolarmente in concerto c’era Joseph Joachim, figura centrale nella musica del Romanticismo tedesco e a lungo partner in duo di Johannes Brahms e di Clara Schumann. Brahms non conservò nulla delle composizioni scritte per le tournées con Joachim, probabilmente per la consueta severità della sua autocritica. Scrisse invece tre Sonate per violino e pianoforte nella sua piena maturità e la seconda di queste, l’op. 100, è un capolavoro di delicatezza e di intimismo. Brahms non rinuncia al controllo della forma, ai dettagli dell’architettura, ma tornando a un genere per lui così familiare guarda più al mondo del Lied che a quello della musica da camera. Bartók eseguì invece la sua Sonata n. 2 nel 1923, a Berlino, in duo con Jelly d’Arányi, la talentuosissima violinista per cui l’aveva scritta e che era nipote proprio di Joseph Joachim. Bartók stesso riteneva che la parte del violino fosse eccezionalmente difficile e che anche un violinista di primo piano avrebbe dovuto spendere del tempo a studiarla. Il tono popolare, gitano che si coglie nei passaggi ritmicamente più animati è certamente un portato degli studi effettuati da Bartók sul materiale etnomusicologico ma è del tutto originale, conio del compositore e non rielaborazione di spunti già esistenti. Stefano Catucci Lorenza Borrani Lorenza Borrani si esibisce in veste di primo violino, direttore, solista e camerista nelle sale e nelle stagioni più importanti del mondo. Quando nel 2008 è stata nominata solista della Chamber Orchestra of Europe (Abbado, Harnoncourt, Haitink) la sua attività è definitivamente uscita dai confini nazionali. La Philharmonie di Berlino (Berlin Musikfest 2013), il Festival di Edimburgo (con trasmissione radiofonica dei concerti per la BBC) e di Aldeburgo, la Philharmonie di Colonia, la Citè de la Musique di Parigi, la Cadogan Hall di Londra, la Herculessaal di Monaco l’hanno ospitata in veste di solista negli ultimi anni. In occasione del venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino è stata invitata a preparare e dirigere, nel ruolo di ‘Konzertmeiseter’, l’Orchestra Giovanile Europea che, presso la Haus der Kulturen di Berlino, rappresentava i 28 paesi aderenti all’Unione Europea a cui si rivolgeva il discorso del Presidente Martin Schulz. Dal 2005 al 2008 ha suonato nell’Orchestra Mozart. Claudio Abbado l’ha diretta nel novembre 2006 presso il Teatro Comunale di Ferrara nel Concerto per violino n.7 di Mozart, raramente eseguito. Nel 2003, l’invito a ricoprire il ruolo di primo violino da parte della Filarmonica Toscanini diretta da Lorin Maazel 5 4 violino ha rappresentato un importantissimo arricchimento nel percorso artistico di Lorenza Borrani, già vincitrice di numerosi premi nazionali ed internazionali ed impegnata, fin da giovanissima, in una intensa attività concertistica solistica e cameristica (in duo con il pianista Matteo Fossi e in quartetto) iniziata con il debutto fiorentino del 1995 al Teatro alla Pergola di Firenze e l’esecuzione del Concerto per due violini di Bach in duo con il Maestro Pavel Vernikov e l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Emmanuel Krivine. I maestri Alina Company, Piero Farulli, Zinaida Gilels e Pavel Vernikov l’hanno guidata fin dai primi passi nella sua crescita artistica e strumentale alla Scuola di Musica di Fiesole. Dopo il diploma, avvenuto nel 2000 con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Firenze, e conseguita la maturità scientifica, Lorenza Borrani si è perfezionata alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Graz con Boris Kushnir e in molte master-class solistiche e di musica da camera con Pier Narciso Masi, Alexander Lonquich, Mstislav Rostropovich, Ana Chumachenko, Maya Glezarova, Ilya Grubert. Collabora o ha collaborato in veste di solista con direttori del calibro di Yuri Ahronovich, Gyorgy Gyorivany Rath, Claudio Abbado, Trevor Pinnock, Yannick Nezet-Seguin e di camerista con artisti di chiara fama quali Isabel Faust, Pier Narciso Masi, Andrea Lucchesini, Gabriele Carcano 6 pianoforte Helene Grimaud, Daniel Hope, Andras Shiff, Pierre Laurent Aimard, Irina Schnittke, Pier Narciso Masi, Tabea Zimmermann, Janine Jansen, Mario Brunello, Christan Tetzlaff, Alexander Lonquich, Lilya Zilberstein, Pavel Gililov e Bernard Haitink. Nel novembre del 2016 ha tenuto un tour con l’Australian Chamber orchestra, in qualità di direttore/solista. Nel 2007 ha fondato il progetto Spira Mirabilis, un laboratorio di studio per musicisti professionisti (www. spiramirabilis.com) che ha ispirato anche la realizzazione DVD del film documentario “La Spira” diretto dal regista francese Geràld Caillat. Grazie a questo progetto e all’incontro con Lorenzo Coppola, in Lorenza Borrani sono nate la curiosità e passione nei confronti dell’esecuzione del repertorio classico su strumenti originali. Grande estimatrice dei dischi degli altri artisti, Lorenza Borrani non ha mai molto amato farne di suoi. Tuttavia esistono incisioni che la vedono co-solista/direttore o camerista per Deutsche Grammophon e Mirare Label. Lorenza Borrani insegna violino per i corsi di base e perfezionamento presso la Scuola di Musica di Fiesole e suona un violino Santo Serafino del 1745, offerto dalla Fondazione Pro Canale di Milano. Nato a Torino, inizia lo studio del pianoforte a 7 anni e si diploma con il massimo dei voti a 17 anni, al Conservatorio G. Verdi della sua città, proseguendo poi gli studi sotto la guida di Andrea Lucchesini all’Accademia di Musica di Pinerolo. Dal 2006, grazie al sostegno dell’Associazione De Sono, della Fondazione CRT e del premio Banques Populaires – Natexis, si stabilisce prima a Parigi, dove frequenta i corsi di Nicholas Angelich presso il Conservatoire National Supérieur de Musique, perfezionandosi con Aldo Ciccolini, Marie Françoise Bucquet, e quindi a Berlino. Riceve anche i consigli di pianisti quali Leon Fleisher, Richard Goode, Mitsuko Uchida. Nel 2004 vince il Premio Casella al Concorso “Premio Venezia” , e dopo il debutto al Teatro La Fenice, viene invitato da prestigiose istituzioni italiane, quali il Teatro Regio di Torino, l’Accademia Filarmonica di Verona, MiTo - Settembre Musica e Unione Musicale. La sua carriera l’ha poi portato ad esibirsi in sale e stagioni quali la Tonhalle di Zurigo, la Salle Pleyel, Theatre des Champs Elysées e Cité de la Musique di Parigi, Herkulessaal di Monaco, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro la Pergola - Amici della Musica di Firenze, IUC di Roma, Lingotto di Torino, Auditorium du Louvre; o per il Festival Radio France - Montpellier, French May di Hong Kong, Fundacion Scherzo di Madrid, Kissinger Sommer Festival. 8 Nel gennaio 2010 è proclamato vincitore del Borletti Buitoni Trust Fellowship, riconoscimento prestigioso che lo inserisce tra i migliori giovani talenti della scena musicale internazionale, ottenendo un immediato invito da parte di Mitsuko Uchida al festival di Marlboro nel 2010, 2011 e 2012. Ha poi partecipato ad una prima tournée americana di Musicians from Marlboro nella primavera del 2012, in città quali New York, Boston, Philadelphia, Washington DC, Toronto ed è stato invitato per una seconda nel Novembre 2013. Gabriele Carcano ha suonato con orchestre quali Orchestre National de Montpellier, Orchestra da Camera di Mantova, Staatskapelle Weimar, Orchestra Verdi, Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra di Padova e del Veneto, collaborando con direttori come Lawrence Foster, Alain Altinoglu, Stephan Solyom, Federico Maria Sardelli. Svolge anche intensa attività cameristica, collaborando con artisti quali MarieElisabeth Hecker, Quartetto Hermes, Viviane Hagner, Andrea Lucchesini, Lorenza Borrani, Peter Wiley, Colin Carr. Tra gli impegni più recenti figurano il debutto alla Sala Verdi di Milano per la Società del Quartetto, Teatro Mariinsky, Mecklenburg Vorpommern e Rheingau Festival, Musashino Hall a Tokyo, Jerusalem Theatre. Nella stagione 2016-‘17 ha programmato concerti alla Società del Quartetto di Milano, Amici della Musica di Firenze e Padova, Tonhalle di Zurigo, e poi a Berlino, Francoforte, Corea del Sud, in Italia a Perugia, Pordenone, Teatro Petruzzelli di Bari e un nuovo Marlboro tour negli Stati Uniti. Dall’autunno 2015 Gabriele Carcano insegna all’Accademia di Musica di Pinerolo. Il suo primo album, interamente dedicato a lavori giovanili di Brahms, è apparso nell’estate 2016 per l’etichetta Oehms Classics ricevendo recensioni entusiastiche e il Supersonic Award dalla rivista Pizzicato. Prossimi appuntamenti 19 marzo A misura di famiglia Nuova Barberia Carloni di Mario Gumina e Teatro Necessario regia di Mario Gumina 20 marzo Music Corner — jazz Gianni Bardaro & Pierluigi Villani 6et Next Stop in collaborazione con Universal Music Italia 21 marzo Storytellers Qui e ora con Paolo Calabresi, Valerio Aprea Comune di Pordenone Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Provincia di Pordenone comunale giuseppeverdi.it Delicata Vivida Diversa Tutta un’altra stagione 16 Musica 17