Orff-Schulwerk come antropologia della musica

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Andrea Sangiorgio
Orff-Schulwerk
come antropologia della musica
Introduzione .......................................................................................................................................................2
1. Antropologia della musica ed educazione musicale .....................................................................................2
Musicologia comparata, etnomusicologia, antropologia della musica:
evoluzione storica, settori d'indagine e obiettivi .........................................................................................2
Per una prospettiva interculturale sulla musica e sull'educazione musicale ..............................................3
2. Educazione elementare alla musica e alla danza secondo l’Orff-Schulwerk:
una lettura antropologico-musicale ...............................................................................................................4
Il carattere di apertura dell'Orff-Schulwerk .................................................................................................4
Una griglia di osservazione antropologico musicale ..................................................................................5
USI ..............................................................................................................................................................5
CONCETTI .................................................................................................................................................5
La visione dell'uomo ...........................................................................................................................5
Talento e competenza musicale ........................................................................................................6
Il concetto di musica: la musica elementare ......................................................................................6
SUONO / PRODOTTO ...............................................................................................................................7
Inter- e trans-culturalità dell'Orff-Schulwerk .......................................................................................7
Limiti e criteri delle applicazioni interculturali .....................................................................................8
COMPORTAMENTI................................................................................................................................. 10
Forme dell'apprendimento .............................................................................................................. 10
Rapporto oralità / scrittura ............................................................................................................... 10
Gioco ............................................................................................................................................... 10
Interazione nel gruppo .................................................................................................................... 11
Improvvisazione - creatività............................................................................................................. 11
Integrazione di linguaggi ................................................................................................................. 11
PROCESSI PSICOLOGICI ..................................................................................................................... 12
FUNZIONI ................................................................................................................................................ 12
L'INSEGNANTE ...................................................................................................................................... 13
L'Orff-Schulwerk come antropologia della musica "applicata" ................................................................ 13
Bibliografia essenziale .................................................................................................................................... 14
Roma, gennaio 2007
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
2
Introduzione
La mia domanda di partenza: se entrasse un antropologo della musica durante una delle mie
lezioni con i bambini, cosa vedrebbe? Quale griglia di osservazione utilizzerebbe? Che tipo di
"tribù musicale" siamo noi? Qual è la cultura (musicale) che voglio costruire in classe con i miei
gruppi? Qual è l'uomo/il bambino musicale che ho in mente?
Nel 1973 John Blacking affermava che l'etnomusicologia è in grado di provocare una rivoluzione
nel mondo della musica e dell'educazione musicale, purché sviluppi fino in fondo le implicazioni
delle sue scoperte e si costituisca come metodo, e non soltanto come campo, di studi.1 Oggi
l'etnomusicologia non si limita alla ricerca su alcune specifiche musiche, ma allarga la propria
indagine all'analisi sugli aspetti culturali, sociali, comportamentali e psicologici del fare musica. La
sua riflessione è centrata sul come è musicale l'uomo, la sua prospettiva è antropologica, cioè
prende in considerazione l'intero insieme di fattori che caratterizzano la musicalità umana, ben al
di là dei soli aspetti musicologici. L'etnomusicologia – e più ancora l'antropologia della musica guardano alle varie modalità di essere e di esprimersi musicalmente dell'uomo secondo una
prospettiva molto ampia, che può essere utile a ridefinire le finalità, i contenuti e le procedure
dell'educazione musicale.
L'ambito dell'educazione musicale cui si fa qui specifico riferimento è la metodologia OrffSchulwerk, uno dei filoni principali dell'educazione musicale di base, attestato almeno fin dagli
anni '50 e riconosciuto a livello internazionale come un approccio attivo e creativo al fare musica. I
tratti principali di questa concezione pedagogico-musicale sono l'unità di musica-movimentoparola, l'uso dello strumentario, il rilievo dato all'improvvisazione e ai processi produttivi, il
coinvolgimento globale della persona (corporeo, cognitivo, emotivo-relazionale), l'apprendimento
con e attraverso il gruppo. La metodologia Orff-Schulwerk, per genesi storica e per struttura
costitutiva, è molto vicina a una concezione della musica e dell'educazione musicale di ispirazione
antropologica. Nelle formulazioni di principio e nella prassi didattica l'Orff-Schulwerk realizza
alcune delle istanze basilari dell'antropologia della musica. Se ne propone, quindi, una lettura
basata sulle coordinate fondamentali della ricerca antropologico-musicale, prendendo a
riferimento il modello elaborato da Alan P. Merriam.
La prospettiva etnomusicologica, attenta sia ai testi che ai contesti, permette infatti di cogliere la
ricchezza di questa metodologia non solo a livello di contenuti, ma anche a livello di processi e di
concetti di fondo. È questa multidimensionalità dello sguardo antropologico su quanto avviene
nella comunità di apprendimento che consente di apprezzare la globalità dei fattori costituenti
l'esperienza musicale nello Schulwerk.
1. Antropologia della musica ed educazione musicale
MUSICOLOGIA COMPARATA, ETNOMUSICOLOGIA, ANTROPOLOGIA DELLA
MUSICA: EVOLUZIONE STORICA, SETTORI D'INDAGINE E OBIETTIVI
All'inizio del '900 prese avvio in Germania la musicologia comparata: un gruppo di studiosi – la
cosiddetta scuola di Berlino: Curt Sachs, Erich von Hornbostel e altri – trasponendo in ambito
culturale le teorie evoluzioniste darwiniane concepiva la musica nelle sue varie forme come il
risultato di un processo di sviluppo che aveva al suo culmine la musica europea. Le "musiche
primitive" erano da considerare come stadi primordiali di un cammino che la stessa società
occidentale aveva percorso e rispetto alle cui origini esse potevano fornire informazioni utili.
L'obiettivo della comparazione fra gli stili musicali era quello di identificarne i tratti distintivi e di
1
Blacking: 1986, 28
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
3
cogliere, in ultima analisi, gli universali che stanno a fondamento della molteplicità di espressioni
musicali rinvenibili nel mondo. La vergleichende Musikwissenschaft definì un approccio
fortemente innovativo che contribuì a dare dignità alla musica dei "primitivi", a sostenere
l'esistenza di strutture universali della musica, a proporre nuovi metodi di approccio, descrizione e
analisi delle musiche e a fornire una prima classificazione sistematica degli strumenti musicali.
A partire dagli anni '50 la disciplina si ridefinì come etnomusicologia (Jaap Kunst), riorientando
complessivamente il proprio ambito di ricerca: l'interesse si spostò verso gli aspetti etnologici e
verso lo studio sul campo di molte culture musicali fino ad allora mai direttamente indagate.
Oggetto di studio dell'etnomusicologia sono diventate tutte le culture e le pratiche musicali, dalle
culture extraeuropee al folklore, ai fenomeni musicali delle società contemporanee del mondo
occidentale, ivi compresa la stessa musica colta.
A partire dagli anni Sessanta si è profilata in ambito etnomusicologico la corrente antropologicomusicale, che assume particolare valore in ragione del suo possibile apporto all'educazione
musicale e alla formazione degli educatori. In particolare, il significativo contributo di Alan P.
Merriam2 ha aperto una nuova fase degli studi etnomusicologici, in cui il lavoro si è concentrato,
oltre che sullo studio dei sistemi musicali, sulla musica come esperienza umana e culturale. Per
poter prendere in considerazione l'insieme di questi fattori Merriam propone un modello di ricerca
articolato su tre livelli analitici: i concetti associati alla musica, i comportamenti (fisici, verbali e
sociali, nonché le forme di apprendimento), il suono (il sistema musicale e l'insieme dei prodotti
musicali). Oltre agli usi - i modi, i luoghi e i momenti in cui la musica è presente – l'indagine sulle
funzioni della musica riguarda anche le ragioni dell'impiego della musica nelle varie situazioni e
più specificamente i fini generali che si intendono realizzare, esplicitati o meno (ad es.,
espressione delle emozioni, godimento estetico, comunicazione, risposta fisica, supporto delle
istituzioni sociali, integrazione sociale). Il modello di analisi elaborato da Merriam è
particolarmente importante perchè apre una prospettiva integrata sui vari fattori che
trasversalmente alle varie società individuano la musica non solo come prodotto, ma globalmente
come cultura.
PER UNA PROSPETTIVA INTERCULTURALE SULLA MUSICA
E SULL'EDUCAZIONE MUSICALE
L'etnomusicologia afferma oggi con forza che la musica non è un linguaggio universale. La rete di
significati e di vissuti che un determinato brano o una determinata pratica musicale suscitano in
una persona appartenente allo stesso gruppo culturale da cui quella musica proviene non è
necessariamente la stessa di altre persone, estranee a quel contesto. Malgrado ciò, l'ambiguità
semantica della musica consente di sollecitare la sensibilità estetica ed emotiva di individui diversi
e di attivare comunque dei processi di costruzione di senso, costituendosi come un possibile
ponte tra i popoli.3 A confronto con le barriere linguistiche, che approfondiscono la separazione, la
musica come forma di comunicazione non verbale rappresenta uno dei canali più immediati e
praticabili per entrare, in qualche modo, in contatto. Pur entro certi limiti, la musica accomuna.
Se le strutture sonore della musica presentano solo parzialmente degli elementi di universalità, i
tratti unificanti – gli universalia - non vanno cercati tanto a livello musicologico, quanto al livello
antropologico delle concezioni, delle funzioni, delle motivazioni, delle condotte, e al livello
psicologico dei processi motori, cognitivi ed emotivi implicati nel fare musica.
Il dibattito sulla interculturalità in educazione musicale prende avvio già a metà degli anni '70 negli
Stati Uniti, di lì a poco approda anche nei principali paesi europei. Una ricca produzione di
pubblicazioni segna il cambiamento di prospettiva nell'affrontare da una parte le potenzialità della
2
3
Merriam: 1983
Adamo: 2001, 23.
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
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musica nel dialogo tra le culture e dall'altra le possibilità che i nuovi repertori offrono. Il contributo
che l'etnomusicologia – o meglio, l'antropologia della musica - può fornire a una educazione
musicale interculturale è molteplice: essa può mettere a disposizione il proprio patrimonio di
conoscenze e interpretazioni delle forme e dei comportamenti musicali dell'uomo in prospettiva
interculturale; può far crescere la consapevolezza degli aspetti antropologici del fare musica; può
fornire ai docenti un orientamento formativo di fondo e concreti contributi in termini di informazioni,
materiali musicali e suggerimenti metodologici; può indicare nuove direzioni di ricerca e di
applicazione didattica; può aprire prospettive di rinnovamento e di ulteriore sviluppo
nell'insegnamento.
Volendo definire un modello di educazione musicale di tipo interculturale sulla base delle strategie
operative da utilizzare nell'insegnamento, si possono individuare alcuni criteri di fondo:
- usare musiche tratte da una pluralità di culture, sia a livello di ascolti che di imitazione e
reinvenzione dei materiali, con l'obiettivo di coglierne attivamente la logica costruttiva e
ampliare l'orizzonte musicale degli allievi;
- utilizzare forme di trasmissione del sapere e modalità di apprendimento desunte e sviluppate a
partire dalle pratiche di altre culture: oralità, improvvisazione, commistione di musica,
movimento e altri ambiti espressivi, ecc.;
- promuovere lo sviluppo delle identità musicali individuali e collettive, centrando l'azione
educativa non tanto sull'acquisizione di uno specifico sapere musicale, quanto sul rapporto
che intercorre tra la musica e la persona, con le sue motivazioni, interessi, tendenze, stili di
apprendimento.
Passiamo ora a considerare i modi in cui la concezione pedagogico-musicale dell'Orff-Schulwerk,
così come si è storicamente costituita e così come è attualmente praticata in molti paesi del
mondo, incarni e concretizzi molti degli assunti teorici e metodologici fin qui esaminati, ponendosi
come approccio interculturale e antropologicamente fondato all'educazione musicale di base.
2. Educazione elementare alla musica e alla danza secondo
l’Orff-Schulwerk: una lettura antropologico-musicale
IL CARATTERE DI APERTURA DELL'ORFF-SCHULWERK
I fondamenti teorici – storico-musicali, antropologico-culturali, psicologici, pedagogici, didatticometodologici – dello Schulwerk non si sono costituiti come una costruzione consapevole da parte
di Carl Orff; la "teoria" o le "teorie" alla base dell'Orff-Schulwerk sono, piuttosto, il risultato
dell'insieme di contributi di diversi pedagogisti e didatti che hanno lavorato nel tempo a una idea
feconda, di cui Orff fu iniziatore. L'Orff-Schulwerk fu disegnato da un artista e, nella sua intuizione,
geniale pedagogo, ma non da un teorico dell'educazione o da un esperto di metodologia didattica.
Poiché non è stato mai concepito come curriculum per un particolare gruppo o età standard, a
oggi è un modello testato nel tempo, ma che rimane aperto.4 La vitalità dello Schulwerk sta nella
sua capacità di evolvere e di trasformarsi mantenendo il riferimento costante ai fondamenti
antropologici della musicalità umana.
Questa costitutiva apertura, che permette all'idea di essere interpretata da ciascuno secondo la
propria cultura, rende difficile una sua definizione univoca: l'Orff-Schulwerk non è un metodo, nel
senso stretto del termine, ma un approccio metodologico, cioè un insieme di principi e di criteri da
realizzare in molte possibili forme; non ci sono "testi sacri" o "manuali", tutt'al più testi di
riferimento; non ci sono "opere", ma modelli da parafrasare; e non c'è neanche un "caposcuola"
4
Haselbach: 1993, 10
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
5
che abbia rigorosamente definito la materia da un punto di vista teorico-metodologico – anzi,
dicendo "le teorie di Orff" in realtà si può solo intendere il fatto che Orff abbia sempre sottolineato
l'apertura della concezione.5
L'Orff-Schulwerk è, oggi, l'insieme non concluso dei contributi di tanti educatori, un work in
progress, una rete dinamica e diversificata di esperienze sottese da un'idea comune.
UNA GRIGLIA DI OSSERVAZIONE ANTROPOLOGICO MUSICALE
Ogni gruppo di apprendimento costituisce un gruppo culturale e può essere osservato, quindi, in
una prospettiva antropologica, oltre che pedagogica. La figura stessa dell'insegnante può essere
considerata come quella di un antropologo / etnologo che cerca di comprendere, entrare in
contatto e interagire con la comunità di persone che ha di fronte.
Sulla base di questa premessa, si analizza il fare musica di un "gruppo culturale Orff-Schulwerk"
in una ottica antropologico-musicale che ne sappia cogliere tutta la ricchezza di significati, da
quelli strettamente musicali (il testo) a quelli più ampiamente culturali (il contesto). In altri termini,
si vuole evidenziare quali siano i prodotti sonori, le concezioni soggiacenti, i vissuti e le diverse
forme di comportamento di questa "tribù". In questo senso, lo sguardo ampio dell'antropologo
della musica è forse il più adatto per cogliere pienamente i diversi livelli di significato della "cultura
musicale Orff-Schulwerk". Questi aspetti vengono qui presentati sulla falsariga del modello di
ricerca di Merriam.6
I livelli di analisi, nell’ordine, sono:
- gli usi: i contesti e gli attori (chi cosa come quando dove);
- i concetti: la visione dell'uomo / del bambino; il talento e la competenza musicale; il concetto di
musica: la musica elementare;
- il suono/prodotto: le forme e le tipologie di "musiche e danze Orff-Schulwerk"; i limiti e i criteri
delle applicazioni interculturali;
- i comportamenti: le diverse modalità di apprendimento, il rapporto oralità/scrittura, il gioco,
l'interazione nel gruppo, l'improvvisazione e la creatività, l'integrazione di linguaggi;
- i processi psicologici;
- le funzioni della musica: i significati sociali, culturali, antropologici del fare musica;
- la figura dell'insegnante come agente attivo di cultura.
USI
La concezione Orff-Schulwerk è realizzabile in diversi contesti e con diversi destinatari, in ambito
scolastico ed extrascolastico, in ambito pedagogico-sociale e terapeutico, in ambito artistico.
CONCETTI
La visione dell'uomo
È essenziale esplicitare i fondamenti teorici, i paradigmi, la visione dell'uomo (del bambino, del
disabile) che sono alla base della concezione pedagogica dell'Orff-Schulwerk.7 In estrema sintesi
si può affermare che da un punto di vista pedagogico l'Orff-Schulwerk si pone sulla linea che va
da Pestalozzi, a Fröbel, alle scuole attive e a tutta la pedagogia attiva del '9008. Nell'ambito della
psicologia i fondamenti dello Schulwerk possono essere ricondotti al filone della
Gestaltpsychologie (Köhler, Lewin, includendo la Gestalttherapie di Perls e Goodman, la
Gestaltpädagogik di Burow e Petzold, la Themenzentrierte Interaktion di Cohn), della Psicologia
5
Regner: 1993, 7
Merriam: 1983, 50
7
Si vedano in particolare i contributi di Cubasch (1999), Schumacher (1999)
8
La Jungmair (1992) individua con grande ricchezza di informazioni questa linea di sviluppo.
6
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
6
umanistica (con i contributi di Maslow, Rogers e la filiazione pedagogica di Thomas Gordon) e alla
teoria delle intelligenze multiple di Gardner.
I punti essenziali della visione dell'essere umano (bambino, adulto o diverso-abile che sia) nello
Schulwerk possono essere così formulati:
- L'essere umano è più della somma delle sue parti. Ogni persona viene considerata come unità
indissolubile di corporeità, affettività e cognitività (Leib – Seele – Geist). L'approccio educativo
dello Schulwerk può essere definito olistico9, perché si rivolge alla totalità della persona e delle
sue dimensioni antropologiche.
- L'esistenza umana si realizza attraverso le relazioni interpersonali. L'uomo è un essere
eminentemente sociale, che vive e cresce nel rapporto con gli altri. La relazionalità e
l'intenzionalità della persona sono il punto di partenza e la finalità ultima dell'azione
pedagogica.
- L'uomo è cosciente di sé. Al centro dell'attenzione sono l'esperienza soggettiva, l'unicità del
vissuto personale, la crescita come costruzione di significati rilevanti per il soggetto, la positiva
realizzazione di sé. Ognuno è in grado – in una qualche misura - di decidere per sé, di
scegliere fra alternative e di trasformarsi. Ciascun uomo è libero e responsabile.
- L'uomo è creativo. Ogni persona è in grado di scoprire e sviluppare il proprio potenziale
creativo. Creatività è da intendersi come capacità, di cui ogni uomo dispone, di rielaborare le
proprie esperienze in forme nuove e significative per sé.
Talento e competenza musicale
La musica è di tutti e per tutti. Ciascuno può esprimersi attraverso la musica e la danza al proprio
livello. Attraverso una adeguata differenziazione delle consegne da parte dell'insegnante ciascun
membro del gruppo può essere integrato fruttuosamente nel processo di apprendimento, che è
misurato sulle capacità, le motivazioni e le esigenze dei singoli.
Il concetto di musica: la musica elementare
L'Orff-Schulwerk è caratterizzato da una straordinaria ampiezza di vedute su ciò che può essere
considerato "musica". Riguardo alla musica come prodotto / oggetto sonoro, i referenti possibili
sono molteplici: non una musica, ma le musiche, tutte. Ma musica è da intendersi nell'OrffSchulwerk innanzitutto come una esperienza di sé e di incontro con l’altro, uno strumento di
promozione della persona nel gruppo, un processo, un insieme di comportamenti che assolvono
diverse funzioni: musica come cultura.
Uno dei concetti portanti dell'approccio Orff-Schulwerk è quello di "musica elementare": quando
Carl Orff parlava della "idea dello Schulwerk" intendeva "l'elementare".10 Orff mutuò il concetto di
"musica primitiva" – con una connotazione senza dubbio positiva - dalla musicologia comparata
del suo tempo, essenzialmente da Richard Wallaschek e Curt Sachs11, e lo sostituì
successivamente con il termine "elementare". Le fonti della musica primitiva/elementare sono da
cercare, secondo Orff, nelle tradizioni musicali extraeuropee, nella musica popolare europea, così
come nella musica dei bambini, in noi stessi e nel nostro potenziale espressivo e creativo, tutto da
realizzare.12 L'interesse per le musiche altre, e quindi, implicitamente, il principio della ricerca del
9
Si può tradurre così il termine tedesco originario ganzheitlich. Come sinonimi si potrebbero utilizzare anche i termini
"globale" o "integrale". La nozione di Ganzheitlichkeit proviene dall'ambito della Gestaltpsychologie.
10
Regner: 1993, 9
11
Si può considerare Sachs come il principale referente teorico per la nuova idea di educazione alla musica e alla
danza che Orff andava sperimentando nella Güntherschule: un aiuto, un amico, un consigliere, lo definì Orff più tardi,
uno dei mentori che stanno all'origine dello Schulwerk (Orff: 1964, 1976). Fu Sachs già nel 1924 a dischiudere a Orff il
vasto orizzonte di culture e tradizioni musicali in cui la musica, in particolar modo l'uso di strumenti a percussione, era
strettamente legata alla pratica della danza.
12
cfr. Orff: "Pratica elementare della musica, Improvvisazione e educazione musicale per i principianti", in Kugler: 2002,
183-184
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
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nuovo e l'attitudine a espandere il proprio panorama di riferimento, sono connaturati all'OrffSchulwerk fin dalle sue origini. Il carattere di intrinseca apertura e la adattabilità di questo
approccio sono state confermate dalla successiva diffusione internazionale e dalla pluralità di
applicazioni sperimentate nel corso degli anni in diversi paesi.
L'elementare è fusione di diversi linguaggi – musica / movimento / parola, ma anche altri ambiti
espressivo-comunicativi – esperiti nei loro fenomeni basilari; è un processo attivo di crescita a
partire dai fondamenti che passa per l'interiorizzazione, l'elaborazione, la ri-creazione di materiali
ed esperienze. Vogliamo definire la musica elementare come la realizzazione di una originaria e
centrale potenzialità musicale che è in ogni persona [bambino, adulto o disabile].13 La concezione
di Orff, e successivamente di tutta la tradizione Orff-Schulwerk, è quella di una musica che si
potrebbe definire "trans-culturale" e "trans-storica", perché affonda le sue radici nella immediata
musicalità della persona. Così Hermann Regner: La musica elementare è strettamente connessa
al movimento, alla danza e alla parola, nasce dall'improvvisazione, richiede una partecipazione
attiva e non è legata a una epoca o a uno specifico contesto culturale. L'aggettivo "elementare"
indica una prassi estetica che è già presente nel bambino, può essere riattivata in qualsiasi
momento nell'adulto disponibile e, in ultima analisi, fa riferimento a costanti interculturali,
antropologicamente fondate, della espressività umana.14
Riguardo all'approccio metodologico-didattico, quindi, non è tanto quale materiale o quale stile o
genere si scelga ad essere importante, ma le possibilità di costruire esperienze fondanti a partire
da quel materiale. Si definisce "elementarizzazione"15 quella operazione di riduzione didattica che
non costituisce una "semplificazione", ma piuttosto a una proposizione del materiale in termini di
processo, scoperta, sperimentazione, problematizzazione. "Elementarizzare" una certa musica
comporta un processo di "rivitalizzazione" (Verlebendigung)16 del materiale in situazioni aperte e
in divenire: il punto di partenza è l'attivazione delle risorse, dell'immaginazione, della adesione
emotiva e della motivazione degli allievi, messi in grado di ripercorrere la genesi di uno specifico
prodotto musicale. L'esperienza concreta e il linguaggio figurato precedono la concettualizzazione
e la terminologia tecnica; il materiale costituisce un modello, una esemplificazione, uno stimolo
iniziale per l'appropriazione attiva da parte degli allievi.
SUONO / PRODOTTO
Inter- e trans-culturalità dell'Orff-Schulwerk
Lo Schulwerk trae ispirazione dalla antica concezione greca della "musikè", l'unità vitale e globale
di musica, movimento e linguaggio, della espressione sonora, gestuale-motoria e linguistica
dell'uomo. Questa unità sembra essere una costante antropologica dell'espressione umana, al di
là dell'ambiente culturale, della epoca storica, dell'età e dello stadio evolutivo dell'individuo. Sia la
psicologia dello sviluppo che la ricerca etnomusicologica hanno largamente confermato le
intuizioni di Orff.
Si possono suddividere i "materiali Orff-Schulwerk" in una serie di categorie che sono da pensarsi
come reciprocamente integrabili e in costante accostamento / fusione:
- Movimento: sensibilizzazione corporea; giochi e attività di movimento con diverse finalità;
danze popolari e strutturate; movimento creativo; body percussion.
- Voce: giochi e attività per l'educazione della voce: postura, respirazione, fonazione, vocalizzi;
uso informale della voce: giochi sul timbro, onomatopee, sonorizzazioni; voce parlata:
13
Keller: 1980, 18
la definizione è di H.Regner, in Kugler: 2002, 285
15
Jungmair: 1992, 219 e sgg.
16
si veda Jungmair:1992
14
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
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filastrocche, testi, rap, sistemi di sillabe, chants; voce cantata: melodie, canzoni; voce e
movimento: danze cantate, giochi cantati, integrazioni informali di voce e movimento.
Strumenti: attività per lo sviluppo della tecnica strumentale; timbro: effetti sonori,
sonorizzazioni; ostinati ritmico-melodici; strutture tonali di base (bordoni, modi, pattern
armonici fondamentali); brani strumentali; integrazioni di movimento, voce e azione
strumentale. Gli strumenti utilizzati sono in primo luogo gli strumenti a percussione, ma anche
altri strumenti della tradizione colta o delle tradizioni culturali di diversi paesi, oggetti e
strumenti "poveri", così come ogni altro tipo di materiale adoperabile per produrre suoni.
Forme integrate di diversi linguaggi, connessioni interdisciplinari: musica, danza e arti
figurative, realizzazioni di storie, teatro-musica elementare, integrazioni di altri ambiti
disciplinari.
Lo strumentario elementare, costituito prevalentemente da strumenti a percussione desunti da
varie culture, offre numerosi vantaggi: i vari strumenti possono essere padroneggiati con relativa
facilità; consentono, quindi, una immediata possibilità di espressione musicale; sono appropriati
per un'esperienza musicale di gruppo, in cui ciascuno possa partecipare attivamente dando il
proprio contributo e possa arricchirsi nella relazione e interazione con gli altri. Nella sua ricerca di
uno strumentario adatto alla concezione unitaria di musica e danza che aveva in mente, Orff fu
orientato dalle indicazioni dell'etnomusicologo Curt Sachs. Una dimensione interculturale (ante
litteram) dell'Orff-Schulwerk è, in effetti, attestabile fin dagli anni '20.
È, inoltre, importante rilevare che, proprio attraverso le sollecitazioni di Orff a tornare alle fonti
della propria tradizione e identità culturale-musicale, in molti paesi lo Schulwerk ha contribuito
attivamente alla indagine sul patrimonio folclorico – in particolare per bambini - e alla raccolta di
giochi, testi, canti e danze. Da un punto di vista etnomusicologico uno dei punti di forza dell'OrffSchulwerk è quello di dare valore non soltanto conoscitivo e artistico, ma soprattutto educativo
alla ricerca sul repertorio originario del paese. Da tener presente è anche il fatto che, grazie alla
fitta rete di contatti e di scambi a livello mondiale tra educatori Orff-Schulwerk di diversi paesi, si è
facilitata la diffusione di materiali musicali che altrimenti sarebbero rimasti circoscritti nei confini di
un ambito tutt'al più nazionale o linguistico. La possibilità dell'incontro e dello scambio
interculturale è fondata su una idea e su una esperienza, quella dell'elementare.
Nato storicamente in Germania, lo Schulwerk, grazie alla sua costitutiva apertura e all'esperienza
immediata e basilare che offre, è stato in grado di incontrare, di integrarsi e di assumere nuove
forme attraverso altre culture e altre prospettive sull'esperienza della musica. In ciascuna delle
sue fasi lo Schulwerk ha sempre voluto offrire stimoli per l'autonoma rielaborazione; cosicché esso
non è mai risolto e concluso, ma è sempre in evoluzione, in divenire, nel flusso.17 Il compito per i
collaboratori di Orff è stato quello di sviluppare e rinnovare una concezione e una prassi della
musica e del movimento, adattandola di volta in volta alle mutate esigenze culturali, linguisticomusicali, espressive, antropologiche. Ogni insegnante che si orienti secondo la metodologia OrffSchulwerk si vale strutturalmente di uno spazio di autonomia e della libertà / responsabilità di
realizzare questa idea a partire da se stesso e dalla propria cultura.
Limiti e criteri delle applicazioni interculturali
Molti dei procedimenti musicali e delle forme elementari utilizzate da Orff alla Günther-Schule e
nella successiva tradizione Orff-Schulwerk sono simili o analoghi a criteri costruttivi di altri generi e
stili musicali di provenienza extraeuropea. Il parlato, la forte componente ritmica, l'apprendimento
orale, il movimento, l'ensemble di strumenti a percussioni, il gruppo, l'invenzione musicale sono
una serie di caratteristiche che rendono l'Orff-Schulwerk una pedagogia autenticamente
interculturale e un fondamento ideale per crescere nella consapevolezza e nell'apprezzamento
della grande diversità di musiche nel nostro mondo.18 Nonostante l'estrema versatilità che l'Orff17
18
Orff: 1964, 13
Shamrock: 1990, 51
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
9
Schulwerk ha dimostrato nel radicarsi come approccio didattico in numerosissimi paesi, però, è
bene fare alcuni distinguo importanti riguardo ai limiti e ai criteri della sua applicabilità inter- o
trans-culturale e più in generale riguardo all'uso di materiali di altre tradizioni musicali.
I problemi riguardano:
- la riproduzione di musiche proveniente da altre culture. Nonostante lo sforzo che si può fare
per acquisire una "bimusicalità", ossia una competenza linguistica multivalente e consapevole
delle differenze fra i diversi sistemi musicali, si deve tener conto del fatto che è estremamente
difficile riprodurre una determinata musica altra rispettandone esattamente l'espressione
originaria.
- il processo di elementarizzazione a partire da modelli di altre culture. La riduzione didattica –
nelle varie forme che questa può assumere – dovrebbe cercare di mantenere viva l'autenticità
del materiale, filtrarne gli elementi essenziali che esprimono il senso proprio del pezzo
originale, senza banalizzarlo o decontestualizzarlo con superficialità.
- la trasposizione di musiche del mondo mediante l'uso dello strumentario Orff. La
rielaborazione in "stile Orff-Schulwerk"di brani di altri paesi è nel migliore dei casi un
compromesso, in cui ci si potrebbe allontanare anche di molto dallo spirito e dal sound
originario della musica in quella cultura.
- il rapporto tra lingua e ritmo in alcuni contesti culturali. Le lingue basate sulla varianza tonale,
come molte lingue asiatiche, se esplorate per le loro più spiccate potenzialità musicali,
genererebbero delle progressioni melodiche piuttosto che ritmiche. La progressione organica
dal parlato al ritmo che vediamo nel modello originale [dello Schulwerk] non può essere
generalizzato a tutte le lingue.19
- l'utilizzo di tecniche di manipolazione del materiale musicale, ad es. l'improvvisazione. Le
musiche primitive possono richiedere un alto grado di padronanza: il problema
dell'adattamento didattico di procedure musicali complesse – spesso apparentemente libere e
spontanee - rimane aperto.
- il coinvolgimento emotivo e l'espressione attraverso il corpo. In alcune culture la
manifestazione dei sentimenti non è comune o addirittura non è incoraggiata. Altrettanto, la
corporeità può assumere valori molto eterogenei tra i diversi paesi.20
- il contesto di apprendimento aperto e centrato sull'allievo. Gli aspetti creativi dello Schulwerk
richiedono un ambiente di apprendimento disciplinato ma aperto e permissivo. Questo
approccio all'apprendimento può essere difficile da realizzare o addirittura dimostrarsi
inaccettabile in culture in cui la norma è uno stile educativo fortemente direttivo.21
Queste due ultime osservazioni sono riferibili non soltanto ad applicazioni in macroculture, ma
anche in microcontesti culturali – dal gruppo sociale o la fascia di età al singolo individuo con la
sua storia e cultura personale.
Fatte salve queste considerazioni, il fulcro della questione sta nella consapevolezza
dell'insegnante: sta all'insegnante decidere in che maniera rapportarsi con i "materiali etnici" e
dove situarsi sul continuum di possibilità che vanno dalla esecuzione filologica alla rielaborazione
e ridefinizione dei materiali. Ogni insegnante è responsabilmente libero di strutturare i propri
programmi e conseguentemente i propri materiali in modo coerente agli obiettivi educativi che si
prefigge. A seconda delle situazioni può privilegiare un approccio conoscitivo, centrato
sull'oggetto-musica, oppure dare rilievo, più che al prodotto in sé, al processo del fare musica, ai
procedimenti costruttivo-creativi tipici di una tradizione musicale, ai significati culturali che la
musica veicola, alle relazioni e interazioni sociali che si instaurano attraverso di essa,
all'esperienza vissuta dal soggetto.
19
Shamrock: 1990, 51
Robbins: 1997, 43
21
Shamrock: 1990, 51, in riferimento ad alcune culture asiatiche
20
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
10
COMPORTAMENTI
Forme dell'apprendimento
In una lezione Orff-Schulwerk si assiste a una pluralità di forme di comportamento attraverso le
quali si concretizza una concezione multidimensionale e olistica del fare musica. Il principio di
differenziazione e contrasto si applica non solo ai prodotti musicali – si è vista la varietà di risorse
possibili - ma anche ai processi e ai vissuti, alla strutturazione delle attività, agli stati di attivazione
psico-fisica e alle qualità del coinvolgimento degli allievi. Le forme d'azione (Handlungsformen)
impiegate sono estremamente varie: l'Orff-Schulwerk si presenta come metodologia didattica
particolarmente flessibile ed efficace proprio grazie alla ricchezza e all'equilibrio di diverse
modalità di apprendimento.
Nell'Orff-Schulwerk l'apprendimento è di volta in volta trasmissione/acquisizione o costruzione del
sapere; è apprendimento attraverso il corpo, i sensi, la percezione o anche apprendimento di
concetti, mentale, riflessivo, verbale; è apprendimento intanto imitativo e recettivo per diventare
poi produttivo, intuitivo, sperimentale; è apprendimento sequenziale e programmato oppure per
scoperta e problem solving; è apprendimento di specifici contenuti o invece globale, a più livelli
esperienziali; è apprendimento del singolo, individualizzato o di gruppo, cooperativo; è
apprendimento cognitivo o psico-sociale; sempre vuol essere apprendimento significativo e
intenzionale.
Rapporto oralità / scrittura
Si è visto come l'Orff-Schulwerk, analogamente a molte etno-culture musicali, privilegi
l'apprendimento orale, utilizzando vari procedimenti di imitazione, di trasmissione e di
memorizzazione diretta (audio-orale-visiva) dei materiali musicali. L'oralità riguarda più
estesamente, oltre alla trasmissione del sapere, le modalità di concezione e di trattamento dei
contenuti e dei processi musicali. Nella mentalità orale le procedure di elaborazione
improvvisativa o compositiva non contemplano l'uso della scrittura; la teoria musicale, lì dove
viene esplicitata, è direttamente funzionale alla prassi musicale.
Nel caso in cui utilizzi la notazione, l’Orff-Schulwerk non si limita alla sola notazione
convenzionale, ma prima ancora di questa fa uso di una pluralità e gradualità di forme di
rappresentazione/simbolizzazione di eventi e strutture sonore. Non la notazione, quindi, ma le
notazioni: gestuali (basate sulla lettura del movimento), verbali (pattern onomatopeici, frasi
utilizzate come mnemotecnica, sistemi di sillabe e solmisazione), grafiche (rappresentazioni di
parametri musicali, varie tipologie di rappresentazione delle durate, delle altezze e delle strutture
sonore).
Gioco
L'apprendimento è inteso innanzitutto come gioco. L'insistenza sul ruolo centrale del gioco
nell'apprendimento è presente fin dai primi articoli di Orff degli anni '30: L'istruzione musicale per i
bambini non comincia nell'ora di lezione, ma nell'ora di gioco...22 Il gioco – con il movimento, con i
suoni, con l'immaginazione, con le forme – è lo stimolo iniziale, il contesto in cui si svolge l'azione,
il modus operandi, lo strumento e allo stesso tempo il fine dell'apprendimento. Nell'Orff-Schulwerk
il gioco assume diverse forme, complementari o compresenti: nei termini di Delalande (1993) con riferimento a Piaget – è possibile in musica un gioco senso-motorio (l'esplorazione sensoriale
dell'oggetto-strumento e del suono in quanto suono), un gioco simbolico (la rappresentazione o il
riferimento semantico a una realtà altra, ad es. la sonorizzazione di un'immagine o degli eventi di
una trama), un gioco di regole (l'organizzazione delle strutture sonore in base a un sistema
combinatorio, ad es. l'improvvisazione e la composizione di polifonie ritmiche).
22
Orff: "Riflessioni sulla musica con bambini e principianti" (1931/32), in Kugler: 2002, 173
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
11
Interazione nel gruppo
L'Orff-Schulwerk, per quanto applicabile come serie di criteri anche all'insegnamento individuale,
si pensa essenzialmente come educazione musicale di gruppo. Le forme d'interazione sociale
(Sozialformen) sono molteplici e mirano all'incontro, allo scambio e alla comunicazione tra le
persone: attività in coppia, in piccoli gruppi, nel grande gruppo; processi di imitazione in cui il
singolo è confermato e rispecchiato dal gruppo; processi di problem-solving di gruppo che
implicano la negoziazione delle scelte e la cooperazione. Si impara non solo in gruppo, ma anche
attraverso il gruppo.
Un contesto come questo, che equilibra l'apporto del singolo e l'azione strutturata del gruppo,
favorisce il dispiegarsi di processi psicologici di essenziale importanza che spaziano tra le polarità
della individuazione e della socializzazione. Tutta la tradizione Orff-Schulwerk dà grande rilievo
all'acquisizione di abilità psico-sociali e alla integrazione positiva dei singoli nell'insieme, dando
spazio e valorizzando l'apporto di ciascuno.
Improvvisazione - creatività
Nell'Orff-Schulwerk l'apprendimento per imitazione/riproduzione di modelli, basato sulla
trasmissione di informazioni e di abilità che procede dal semplice al complesso, è propedeutico e
complementare all'apprendimento per rielaborazione creativa e produzione di idee, basato sulla
comprensione della sintassi di un linguaggio e sulla riorganizzazione dei suoi elementi.
L'ambiente in cui la creatività si sviluppa è quello del gruppo. Attraverso l'intervento creativo
l'incontro con ciò che è diverso ed estraneo apre agli allievi la possibilità di espandere la propria
esperienza, di appropriarsi del nuovo agganciandolo in maniera significativa al proprio, di costruire
nuova cultura. Il lavoro in coppie o in piccoli gruppi ha un valore educativo enorme, che va dalla
espressione e affermazione di sé alla cooperazione e collaborazione con gli altri: la conoscenza è
costruzione sociale, mediata da relazioni comunicative. Il gruppo è il luogo ideale per la
costruzione di significati compartecipati tra più soggetti che apprendono, esprimono, negoziano e
condividono le proprie personali interpretazioni del mondo. Il primo incontro "interculturale" è
quello che avviene tra i membri del gruppo. Ed è attraverso la creatività di gruppo che si può
creare una cultura comune.23
Integrazione di linguaggi
Fin dalla concezione originale l'Orff-Schulwerk utilizza una varietà di canali espressivocomunicativi. Integrazione di linguaggi significa coesistenza, interazione, fusione,
sovrapposizione, armonizzazione di diversi media: la musica, il movimento-danza, la parola (come
narrazione e come poesia), l'azione drammatica e teatrale, l'immagine… In molta letteratura,
specialmente americana24, si mette in relazione l'uso di una varietà di linguaggi con lo sviluppo di
una pluralità di intelligenze, facendo riferimento alla nota teoria delle intelligenze multiple di
Howard Gardner. L'Orff-Schulwerk, come approccio multi-mediale al movimento e alla musica, si
pone come educazione integrata di diversi tipi di intelligenza: musicale, corporeo-cinestetica,
spaziale, linguistica, intra- e interpersonale, logico-matematica. L'idea soggiacente, che trova un
nuovo aggancio scientifico grazie alle ricerche di Gardner, è quella della interconnessione delle
funzioni mentali.
La molteplicità di linguaggi e quindi di intelligenze offre una vasta gamma di piani di incontro e di
interazione sociale: l'Orff-Schulwerk è "integrativo" non soltanto in riferimento ai media usati, ma
all'esperienza, appunto, di integrazione interculturale tra i membri del gruppo. Il tratto della
integrazione – intesa in una accezione ampia – è uno degli assunti fondamentali dell'OrffSchulwerk e ha una forte valenza sia pedagogica che terapeutica.
23
È significativo a questo riguardo il titolo del Simposio Orff-Schulwerk 1995: Das Eigene – Das Fremde – Das
Gemeinsame, il proprio – l'estraneo – il comune, dedicato al tema della pedagogia interculturale.
24
ad es. Shamrock: 1985, 35
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
12
PROCESSI PSICOLOGICI
Sarebbe interessante dare una lettura esaustiva dell'Orff-Schulwerk in termini di processi
psicologici messi in gioco attraverso questo tipo di attività. Diverse le tematiche da approfondire:
le diverse modalità di apprendimento/insegnamento, gli aspetti psicomotori, cognitivi, emotivorelazionali, il ruolo della motivazione, le forme possibili della metacognizione, il lavoro sulla
formazione della personalità e la costruzione dell'identità individuale e sociale, gli aspetti
psicodinamici della relazione educativa.
Si mette qui sinteticamente in rilievo una nozione – o meglio, un punto di vista - che funge da
orientamento teorico per l'Orff-Schulwerk: il concetto di Ganzheitlichkeit (olismo), derivato dalla
Gestalt e dalla psicologia umanistica. Al centro del processo di apprendimento/insegnamento sta il
soggetto, la persona intera. Il fine ultimo è quello di contribuire alla formazione dell'identità e alla
costruzione della personalità attraverso la stimolazione sensoriale (affinare la percezione uditiva,
visiva, tattile, cinestetica, come fondamento di ogni ulteriore apprendimento), l'attivazione
cognitiva25 (sviluppare nuove competenze e nuove reti di rappresentazioni mentali), il
coinvolgimento emotivo (promuovere un apprendimento soggettivamente significativo perché
profondamente ancorato ai bisogni di crescita e di realizzazione del sé). L'Orff-Schulwerk si
rivolge all'intera persona e stimola il corpo, lo spirito e la mente attraverso un processo creativo in
cui il vissuto, l'azione e la comprensione si condizionano reciprocamente.26 La musica elementare
vuole essere una esperienza umana, nell'accezione più vasta del termine.
FUNZIONI
La funzione riguarda le ragioni dell'impiego della musica in una particolare situazione e più
specificamente il fine generale che s'intende realizzare.27 Le funzioni rispondono alla domanda:
perché? Che finalità si pone un insegnante Orff-Schulwerk per i propri allievi?
- Imparare a conoscere, eseguire e inventare musiche di diversi generi, equilibrando attenzione
al prodotto e all'esperienza del soggetto. Lo sviluppo di un orizzonte conoscitivo più ampio, di
una sensibilità artistica, di un gusto per il bello e lo sviluppo di competenze volte alla
realizzazione di prodotti percepiti come esteticamente validi sono sicuramente una delle
finalità principali dell'educazione musicale, da porre accanto a quella dello sviluppo globale
della persona.
- Sviluppare una corporeità integrata. La pratica della musica elementare mira a sviluppare un
"corpo musicale", un corpo che percepisce in maniera differenziata, che balla, che è voce e
melodia, movimento e ritmo, che è danza delle mani sullo strumento. Un corpo in interazione
con altri corpi attraverso lo sguardo, il contatto, la sincronia. Non un corpo-oggetto, ma un
corpo-soggetto.
- Sviluppare l'intelligenza musicale. Stimolare la crescita del pensiero musicale, nelle sue varie
forme ed espressioni. L'obiettivo è una intelligenza musicale viva e spigliata, dinamica,
flessibile, dialogica, creativa, aperta all'acquisizione del nuovo, ben fondata nella sensorialità e
nella oralità, pronta a svilupparsi verso forme cognitive superiori, integrata armonicamente alle
altre intelligenze.
- Promuovere l'espressione di emozioni. La musica e la danza nell'Orff-Schulwerk sono un
mezzo per l'espressione della persona e dei suoi sentimenti; sono uno strumento potente – la
musicoterapia ne fornisce molti esempi – per manifestare simbolicamente gli stati interni.
25
si veda in particolare il contributo di Brophy (1994), che tematizza le ulteriori possibilità di indagine sull'apprendimento
musicale aperte dalla psicologia cognitiva. In questo ambito, i lavori di E.Gordon costituiscono il principale riferimento
per una concezione e una prassi dell'apprendimento/insegnamento della musica di ispirazione cognitivista. La mia
ricerca personale degli ultimi anni verte sulle possibilità di integrazione di questa prospettiva nel quadro della più ampia
concezione schulwerkiana dell'educazione musicale elementare.
26
Haselbach: 1990:191
27
Merriam: 1983, 213.
Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
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13
Sviluppare l'identità musicale, sviluppare la personalità. Ben al di là dello sviluppo di specifiche
competenze musicali, l'Orff-Schulwerk mira a far maturare la capacità di fruire la musica,
esprimendo attraverso di essa il proprio mondo di significati e di valori, e a sviluppare
globalmente una personalità armonica.
Promuovere la comunicazione, la socializzazione e l'integrazione nel gruppo. L'Orff-Schulwerk
stimola l'incontro, il contatto, la sinergia, la cooperazione fra i membri del gruppo.
Apprendimento musicale e apprendimento psico-sociale procedono di pari passo. Nello
Schulwerk la finalità integrativa delle attività è di centrale importanza.
L'INSEGNANTE
Che tipo di “antropologo della musica” è l'insegnante Orff-Schulwerk? Quali sono le sue
competenze, le sue conoscenze, le sue caratteristiche di fondo - dal saper fare al sapere
all’essere?
In specifico riferimento alla etnomusicologia e alle ricche possibilità di trasposizioni didattiche che
questa offre, è indispensabile che l'insegnante abbia una buona formazione musicale di base e
una buona conoscenza di una molteplicità di generi e stili musicali; è essenziale che abbia una
mente musicale aperta. Nel contesto attuale gli insegnanti necessitano di una esperienza
musicale più ampia di quella prescritta dalla formazione accademica eurocentrica, che vada verso
la polimusicalità, il polistrumentismo. Se, come si è visto, non c'è la musica, un linguaggio
musicale universale, ma le musiche, una pluralità di lingue, sistemi e culture musicali, allora un
requisito fondamentale per insegnare è quello di diventare poliglotti e sapersi orientare nell'ampio
panorama di musiche del mondo.
Nel suo ruolo, per così dire, di "antropologo attivo" della musica, l'insegnante è in grado di
osservare la cultura del gruppo, di entrare in contatto, di mettersi in relazione sul piano musicale e
umano, di cogliere e comprendere le idee, le prospettive, le identità dei propri allievi. Soprattutto,
l'insegnante è un facilitatore, il creatore di una cultura del gruppo, portatore di concezioni e di
valori, agente iniziatore di una esperienza sociale, culturale e umana attraverso/con la musica.
Da un punto di vista più strettamente psico-pedagogico sono numerosi i tratti di personalità e le
competenze rilevanti in un insegnante, che possono essere così sinteticamente (e non
esaustivamente) enunciate: l'insegnante è competente nella propria materia; ha una forte
propensione all'apprendimento e allo sviluppo; è creativo, costruttivo, emotivamente disponibile a
sperimentare il nuovo; sa mettersi in gioco; è dialogico e sa comunicare a molti livelli, utilizzando
diversi media e adeguando il messaggio al destinatario; ha capacità di leadership e di gestione di
gruppi; è motivato e motivante; sa sviluppare un clima di fiducia con il gruppo e nel gruppo; è
empatico; ha uno stile didattico aperto, dinamico, funzionale; sa attivare processi di crescita negli
altri; è in contatto con se stesso e le proprie emozioni; è consapevole degli aspetti psicodinamici
dell'apprendimento e dell'insegnamento.
L'ORFF-SCHULWERK COME ANTROPOLOGIA DELLA MUSICA "APPLICATA"
Grazie al suo intrinseco carattere di dinamicità l'Orff-Schulwerk continua a rinnovarsi in coerenza
con i suoi principi fondamentali. A oggi rimane nell'ambito dell'educazione musicale una delle
concezioni e delle metodologie didattiche più vitali, capace di ampliare le proprie prospettive, di
adattarsi al mutare dei contesti e allo stesso tempo di mantenere forte la propria matrice
umanistica.
Dando una risposta conclusiva al quesito iniziale di questo lavoro, l'etnomusicolo o l'antropologo
della musica che consideri l'idea pedagogica e la prassi didattica dell'Orff-Schulwerk riscontrerà
- la costitutiva apertura a tutte le tradizioni e culture musicali e l'intento di attivare il condivisibile
tra le culture attraverso l'elementare come categoria fondante;
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Andrea Sangiorgio - Orff-Schulwerk come antropologia della musica
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la priorità data, al di là dello specifico apprendimento musicale, all'incontro interculturale nel
gruppo e alla qualità del vissuto psicologico degli allievi, della loro personale esperienza della
musica.
E, dalla sua parte, che cosa può offrire l’Orff-Schulwerk all’antropologia della musica? Può
promuovere come valore e divulgare a livello capillare nelle istituzioni formative una concezione
della musica e dell'educazione musicale che sia antropologicamente fondata; orientare la ricerca
etnomusicologica nella individuazione di ambiti musicali interessanti per la didattica,
“elementarizzabili”; collaborare nella costruzione di percorsi didattici interculturali e
nell'approntamento di materiali e sussidi adatti a vari contesti di apprendimento; valorizzare e
diffondere la conoscenza del patrimonio culturale di un paese e, in generale, di tutte le musiche
del mondo.
Dire "Orff-Schulwerk come antropologia della musica" significa affermare, quindi, la
corrispondenza, l'analogia e la trasponibilità tra l'approccio conoscitivo alla musicalità umana
proprio dell'etnomusicologia / antropologia della musica - lo studio di come interagiscono i fattori
psicologici..., sociali, culturali, insieme a eventuali fattori puramente musicali, nei processi di
produzione e fruizione del suono organizzato28 - e l'approccio pedagogico dell'Orff-Schulwerk, che
quella musicalità e quella umanità vuole sviluppare.
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