guida all`informazione sulla profilassi dell`infezioni da virus epatitici

Corso ECM per Farmacisti
“GUIDA ALL’INFORMAZIONE SULLA PROFILASSI DELL’INFEZIONI
DA VIRUS EPATITICI MAGGIORI.”
PROGRAMMA
RAZIONALE
Le epatiti virali rappresentano un importante problema di sanità pubblica. La distribuzione
geografica di tali patologie, presenti in tutto il mondo, è caratterizzato da considerevoli differenze e
da un gradiente nord-sud, con livelli di prevalenza più elevati nelle aree meno sviluppate.
Purtroppo, la scarsa formazione in termini di prevenzione del personale sanitario e della
popolazione non permette di arginare un problema che in date aree geografiche assume contorni
epidemiologici rilevanti ed estremamente preoccupanti.
Le terapie a disposizione con farmaci anti-virali ed immuno-modulanti hanno permesso e
permettono di modificare significativamente la prognosi di forme di infezione cronica, le cui
conseguenze, in caso di mancato trattamento, conducono a gravi scompensi clinici (cirrosi, epatocarcinoma). Oltre ai costi rilevanti, purtroppo, tali interventi terapeutici si associano a frequenti
collateralità inficianti l’aderenza del paziente alla terapia e l’outcome clinico e biologico.
Nella formazione sulla prevenzione e sul management di alcune problematiche clinico-terapeutiche
il farmacista può assumere un ruolo rilevante attraverso la comunicazione sulla importanza di un
intervento di prevenzione generica e specifica, indicando i centri specializzati per tali
problematiche, integrando le necessità di formazione ed informazione che l’utente può acquisire
tramite i centri specialistici di riferimento.
EPATITI
Per epatite si intende uno stato patologico del fegato caratterizzato da infiammazione, di solito
indotta da un agente biologico, e necrosi di una elevata quantità di epatociti.
Gli agenti biologici causa di epatite possono essere di natura batterica, micotica, protozoaria, ma
nella grande maggioranza dei casi sono di natura virale. I virus caratterizzati da epatotropismo
vengono distinti in virus epatitici maggiori, responsabili principalmente di alterazioni epatiche, e
virus epatitici minori, responsabili di infezioni sistemiche con interessamento epatico secondario
(HCMV, EBV, Coxsackie, herpes virus, ecc.).
A seconda delle caratteristiche isto-patologiche le epatiti vengono distinte in acute e croniche;
queste forme sono associate a differenti pattern clinici e temporali.
La maggior parte delle infezioni da virus epatitici è asintomatica; il quadro clinico delle diverse
forme di epatiti acute virali è in genere sovrapponibile; per stabilire l'eziologia è necessario
ricercare i markers virali attraverso un prelievo di sangue.
VIRUS EPATITICI MAGGIORI
I virus epatitici maggiori vengono identificati mediante le lettere dell’alfabeto; allo stato attuale
sono noti il virus dell’epatite A (HAV), dell’epatite B (HBV), dell’epatite C (HCV), dell’epatite D
(HDV), dell’epatite E (HEV). Nel 10-20% dei casi l’agente biologico responsabile non è
identificato. Recentemente, sono stati identificati altri virus caratterizzati da epatotropismo, quali
HGV, TTV, SEN virus, ma il loro ruolo eziologico nelle epatiti è stato messo in dubbio da
numerosi Autori.
Da un punto di vista epidemiologico le epatiti virali vengono classificate sulla base delle modalità
di trasmissione in forme a trasmissione fecale-orale e parenterale (queste ultime a loro volta distinte
in trasmissione apparente ed in apparente).
Al primo gruppo appartengono HAV e HEV; al gruppo a trasmissione parenterale appartengono
HBV, HCV e HDV (virus defettivo che nel proprio ciclo replicativo necessita della presenza del
virus dell’epatite B).
I virus a trasmissione parenterale si associano, in percentuali variabili, a quadri di cronicità, che nel
tempo tendono a complicarsi con la cirrosi, l’epato-carcinoma e l’insufficienza epatica. Le forme di
epatite a trasmissione fecale-orale si associano a quadri di acuzie di gravità variabile in funzione di
alcune variabili legate all’ospite. Tutte le forme di epatite possono condurre a morte e a
compromissione dello stato funzionale del soggetto infetto, con conseguente necessità di adeguato
management diagnostico-terapeutico.
Il sistema immunitario tenta di arginare le complicanze organiche legate alla replicazione virale
mediante le sue componenti umorale e cellulo-mediata; talora, come nel caso di infezioni da HBV e
HCV, non si raggiunge un’eradicazione clinica e biologica. Le moderne tecnologie farmaceutiche
hanno per questo introdotto nell’armamentario terapeutico dello specialista epatologo un
considerevole numero di prodotti che direttamente ed indirettamente possono modificare la storia
naturale dell’infezione (immuno-modulanti –IFN- ed antivirali).
PREVENZIONE SPECIFICA ED ASPECIFICA
L’infezione da HAV può essere prevenuta attraverso un intervento di prevenzione primaria; in Italia
sono disponibili in commercio due vaccini che forniscono una protezione dall’infezione dopo circa
tre settimane dall’inoculazione. La vaccinazione non è obbligatoria ma raccomandata nei soggetti a
rischio di acquisizione dell’infezione e di complicanze legate alla stessa: omosessuali,
tossicodipendenti, viaggiatori in aree caratterizzate da endemia di infezione da HAV, lavoratori in
ambienti a contatto con il virus, soggetti affetti da epatopatia cronica.
Non meno importanti sono le misure di prevenzione generica, ovvero le norme igieniche per la
prevenzione dell’infezioni a trasmissione fecale-orale.
L’infezione da HBV, come nel caso dell’infezione da HAV, può essere prevenuta mediante
interventi di tipo generico e specifico; un vaccino ricombinante si è dimostrato efficace, sicuro, ben
tollerato e immunogeno. In Italia la vaccinazione è obbligatoria dal 1991 per tutti i neonati e per gli
adolescenti al compimento del 12° anno di età per i dodici anni successivi al 1991; tuttavia, essa
viene raccomanadata per i gruppi di popolazione a maggior rischio di acquisire l’infezione
(tossicodipendenti, operatori sanitari, omossessuali maschi, soggetti con comportamenti di
promiscuità sessuale, conviventi di portatori cronici, ecc.).
Il vaccino contro l’epatite B è in grado di proteggere anche contro l’epatite D, alla luce della
defettività di quest’ultimo e della necessità di una co-infezione o super-infezione da HBV.
A tutt’oggi non esiste un vaccino per l’epatite C; le uniche misure realmente efficaci sono
rappresentate dalla osservanza delle norme igieniche, dalla sterilizzazione degli strumenti usati per
gli interventi chirurgici e per i trattamenti estetici, nell’uso di materiali monouso, nella protezione
dei rapporti sessuali a rischio, ecc. Tali indicazioni comportamentali riguardano anche la
prevenzione dell’infezione da HBV.
Il vaccino anti-HEV è attualmente in studio e gli interventi di prevenzione sono di tipo generico
sulla falsariga di quelli messi in atto per l’infezione da HAV.
IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE SCIENTIFICA
La conoscenza di un rischio implica l’acquisizione di opportuni comportamenti e la messa in atto di
differenti interventi preventivi.
Il rischio di acquisizione di infezione da virus epatitici può essere minimizzato attraverso specifici
interventi profilattici generici e specifici, di natura differente in funzione delle caratteristiche del
rischio epidemiologico. D'altra parte, l'identificazione e il trattamento tempestivo di una patologia
da virus epatitici sono fondamentali per evitare che diventi un grave problema per la salute
dell’individuo e della comunità in cui lo stesso si trova a vivere.
Il counselling diventa, quindi, elemento di grande ausilio nel management di un problema che può
essere arginato dopo adeguata formazione focalizzata sull’importanza degli interventi di
prevenzione generica e specifica.
Responsabili scientifici e relatori: dott. Giovanni Sotgiu, prof Lorenzo Minoli
Segreteria Organizzativa: Ufficio ECM del Dipartimento di chimica farmaceutica
Università degli Studi di Pavia
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Responsabile
Prof. Tiziana Modena
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