Appunti di meccanizzazione forestale Prof. Andrea Colantoni MECCANICA E MECCANIZZAZIONE MECCANICA ASPETTI ingegneristico qualitativo ambientale FINALITA’ - studio delle macchine in funzione: della destinazione della composizione del principio di funzionamento del modo di operare in campo delle prestazioni MECCANIZZAZIONE PROBLEMATICHE scelta delle macchine utilizzazione delle macchine OBIETTIVI - ottimizzazione dell’impiego in funzione: dell’ambiente della capacità di lavoro della tempestività della manodopera disponibile dell’impegno finanziario della convenienza economica ALFABETO GRECO E SIMBOLOGIA Αα Alfa Ββ Beta Angoli piani Ηη Eta Νν Ni Θθ Teta Ξξ Ιι Iota Κκ Cappa Rendimento Ττ Tau Csi Υυ Ipsilon Οο Omicron Φφ Fi Ππ Pi Χχ Chi Ψψ Psi Ωω Omega Viscos. cinematica Sforzo tangenziale Angoli piani Γγ Gamma ∆δ Delta Peso volumico Incremento finito Increm. infinitesim. Epsilon Εε Ζζ Zeta Angolo di rotazione Angolo piano Λλ Lambda Μ µ Mi Ρρ Ro Σσ Sigma Massa volumica Viscos. dinamica Micro Sommatoria Sforzo normale Ohm Velocità angolare SISTEMA INTERNAZIONALE GRANDEZZE FONDAMENTALI • Angolo piano rad • Angolo solido sr • Lunghezza m • Tempo s • Massa kg • Temperatura °C • Corrente elettrica A • Intensità luminosa cd • Quantità di sostanza mol MULTIPLI da 101 deca h 102 etto k 103 chilo M 106 mega G 109 giga T 1012 Tera P 1015 Peta E 1018 Exa SOTTOMULTIPLI d 10-1 deci c 10-2 centi m 10-3 milli µ 10-6 micro n 10-9 nano p 10-12 pico f 10-15 femto a 10-18 atto Nelle grandezze derivate non deve essere usato l’aggettivo “specifico” ma termini analitici esplicativi: no “massa specifica” o “densità“; sì “massa volumica”; no “calore specifico”; sì “capacità termica massica”. Consentito: t (tonnellata al posto di Mg); ha (ettaro al posto di 10.000 m2); L (litro al posto di dm3); °(grado sessagesimale: 180°= π rad); h (ora); min (minuto). Non consentito nelle unità di misura derivate il grado centigrado (°C) ma il grado assoluto (K) (TA = TC + 273,15). m3°C , per esempio, può generare confusione. RICHIAMI DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE FISICA: lo studio dei fenomeni fisici, quelli che non sono attinenti alla vita (biologia) e che non alterano permanentemente la costituzione dei corpi (chimica). MECCANICA: quella parte della fisica che studia il moto dei corpi (cinematica e dinamica) e il loro equilibrio (statica). GRANDEZZA FISICA: qualsiasi entità misurabile e caratterizzata da un valore numerico e da un’appropriata unità di misura. MISURA: sottintende un metodo e uno strumento adatto e, soprattutto, la riproducibilità della stessa nello spazio e nel tempo. - diametro interno di un cilindro o “alesaggio” d - superficie del cerchio di base S = π d2 /4 - volume del cilindro V = S x h Es.: d=100 mm; h=110 mm. S=7854 mm2; V=864 cm3 GRANDEZZE FISICHE SCALARI: sono caratterizzate solo da un valore numerico e dalla rispettiva unità di misura (lunghezza, superficie, volume, massa, temperatura, viscosità, lavoro, potenza...) Alcune grandezze fisiche sono caratterizzate solo da un valore numerico: NUMERI PURI o GRANDEZZE ADIMENSIONALI (angolo piano o solido, coefficiente di resistenza aerodinamica - Cx -, coefficienti di attrito e di rotolamento...) GRANDEZZE FISICHE VETTORIALI: sono caratterizzate da un valore numerico (“modulo”), da una unità di misura, da una direzione e da un verso (velocità, accelerazione, forza, momento di una forza, coppia...) Es.: FORZA PESO P=mg g=9,806650... m/s2 (a 45°lat. e a l.m.m.) direzione N-S verso da Sud a Nord Vettori applicati: per i corpi deformabili non si può prescindere dal punto di applicazione della forza. In questo caso le forze vanno considerate come vettori applicati ad un punto. Nel caso di corpi rigidi (o assimilabili) questo non è necessario. CINEMATICA Studio del moto indipendentemente dalle cause che lo determinano. VELOCITA’ (tangenziale): in via semplificata è lo spazio percorso nell’unità di tempo. Grandezza vettoriale: direzione tangente alla traiettoria e verso quello di avanzamento. 1 m/s = 3,6 km/h Unità di misura di base: m/s (o ms-1) ACCELERAZIONE: variazione della velocità nell’unità di tempo. Grandezza vettoriale: si decompone in due componenti: - accelerazione tangenziale: come la velocità; - accelerazione normale (o radiale o centripeta): ortogonale alla precedente e “verso” verso il centro di curvatura della traiettoria (in un moto rettilineo si ha solo l’accelerazione tangenziale) Unità di misura di base: m/s2 (o ms-2) Moto circolare uniforme: v (tangenziale) sempre costante in modulo, ma variabile in direzione e verso accelerazione solo normale (centripeta) Si definisce velocità angolare (ω) l’angolo descritto nell’unità di tempo Unità di misura = rad/s Direzione: ortogonale al piano di rotazione Verso: quello da cui si vede avvenire il moto in senso antiorario Accelerazione centripeta: ac = ω2 r = v2/r v=ωr Es.: Orologio v = velocità tangenziale r = raggio velocità angolare lancetta dei minuti: ωm = 2π/h = 6,28 rad/h velocità angolare lancetta delle ore: ωh = 2π/12h = 0,52 rad/h - direzione ortogonale al piano dell’orologio; - verso: quello che va dal quadrante verso l’interno. Es.: Albero motore che ruoti a 2000 giri/min: ω = 2π x 2000 /60 = 209 rad/s DINAMICA Studio delle cause che determinano il moto dei corpi Primo, seconda e terza legge di Newton FORZA = massa x accelerazione F=m.a Grandezza vettoriale: direzione e verso quelli dell’accelerazione risultante Unità di misura: newton (N) (forza che, applicata ad un chilogrammo massa, ne determina l’accelerazione di 1 m/s2) Relazione tra massa e forza peso: Fp = mg (g = accelerazione di gravità) g è variabile, quindi Fp variabile con g Se si considera l’accelerazione di gravità “normale” (g = 9,81 m/s2) il peso di un chilogrammo di massa è: Fp = 1 kg x 9,81 m/s2 = 9,81 N Nel sistema “pratico” di unità di misura (abolito dal Sistema Internazionale) l’unità fondamentale è il chilogrammo peso o forza (kgp o kgf): il peso del chilogrammo massa sottoposto all’accelerazione di gravità “normale”: 1 kgp = 9,81 N ma si può anche affermare che un chilogrammo massa “pesa”, in condizioni “normali”, 1 kgp. MASSA VOLUMICA (ρ): massa dell’unità di volume della sostanza considerata. Grandezza scalare Unità di misura: kg/m3 Per l’acqua: ρ = 1.000 kg/m3 = 1 kg/dm3 = 1 kg/L (anche se ρ varia con la temperatura) PESO VOLUMICO (γ): peso dell’unità di volume della sostanza considerata. γ=ρg (g = accelerazione di gravità) Grandezza scalare Unità di misura: N/m3 Per l’acqua: γ = 1.000 kgp/m3 x 9,81 m/s2 = 9.810 N/m3 PRESSIONE (p): forza esercitata sull’unità di superficie. p = f/S Grandezza scalare Unità di misura: N/m2 = Pa (pascal) 1 kgp/cm2 = 9,81 N x 104 m-2 = 98.100 Pa = 98 kPa 1 atm = 1,033 kgp/cm2 = 101.000 Pa = 101 kPa (N.B.: atm non S.I.) 1 bar = 100 kPa (per definizione) Pressione in un liquido: p = ρgh (h = battente per il punto considerato) - uguale in ogni direzione (distribuzione idrostatica); normale alla superficie considerata; sempre di compressione. COMPOSIZIONE E SCOMPOSIZIONE DI VETTORI MACCHINA Qualsiasi dispositivo fisico in grado di ampliare le capacità umane (orologio; macchina da scrivere; computer; televisore; frigorifero; automobile; trattore). { - come finalità utile Eu - come calore utile (generatori di calore...) - come energia meccanica utile Ei = Energia (o fonte energetica) in ingresso Eu = Finalità o Energia utile Ed = Energia degradata (calore a bassa temperatura) In senso termodinamico o solo meccanico: un qualsiasi dispositivo fisico in grado di convertire una fonte energetica in ENERGIA MECCANICA o solo di trasmettere dell’ENERGIA MECCANICA. MACCHINE MACCHINA SEMPLICE: dispositivo costituito da un solo organo (leva, carrucola - paranco -, cuneo, piano inclinato). Le macchine semplici riducono la forza motrice necessaria a compiere un certo lavoro utile (ma il lavoro rimane sempre uguale). MACCHINA COMPOSTA: dispositivo costituito da un insieme di organi mutualmente vincolati. MACCHINA (COMPOSTA) MOTRICE O MOTORE: quella che fornisce lavoro motore (forza motrice) o prevalentemente lavoro motore (trattore agricolo). MACCHINA (COMPOSTA) OPERATRICE: quella che trasforma lavoro motore in lavoro utile ed è dotata di specifici organi operatori: FISSE: pompe, ventilatori ... - trainate MOBILI: aratri, scavapatate, seminatrici ... - semiportate - portate SEMOVENTI: mietitrebbie, falciatrinciacaricatrici (FTC) ... { 1) MACCHINA (D.Lgs. 17/2010) insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un'applicazione ben determinata; 2) insieme di cui al numero 1), al quale mancano solamente elementi di collegamento al sito di impiego o di allacciamento alle fonti di energia e di movimento; 3) insieme di cui ai numeri 1) e 2), pronto per essere installato e che può funzionare solo dopo essere stato montato su un mezzo di trasporto o installato in un edificio o in una costruzione; 4) insiemi di macchine, di cui ai numeri 1), 2) e 3), o di quasi-macchine, di cui alla lettera g - ) «quasi-macchine»: insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono in grado di garantire un'applicazione ben determinata; un sistema di azionamento è una quasi macchina; le quasi-macchine sono unicamente destinate ad essere incorporate o assemblate ad altre macchine o ad altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina disciplinata dalla presente decreto;), che per raggiungere uno stesso risultato sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento solidale; 5) insieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidalmente e destinati al sollevamento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza umana diretta MACCHINA SEMPLICE: PIANO INCLINATO { Sollevare un peso mg ad una altezza h: peso troppo elevato: come diminuire la forza richiesta? Attr. di rotolamento Piano inclinato + attrito di rotolamento (ruota) Fm > fv mg cosα + mg senα = = mg (cosα fv + senα) Es.: per α = 20°: Fm = (0,0188 + 0,342) mg = = 0,36 mg < mg Lm > (fv mg cosα + mg senα) (h/senα) = fv mg cosα/senα h + mgh = = mgh (1 + fv/tgα) Es.: per α = 20°: Lm = 1,055 mgh > mgh MACCHINA SEMPLICE: PARANCO O TAGLIA RESISTENZE PASSIVE RESISTENZA DI RIGIDEZZA DEGLI ORGANI FLESSIBILI (cinghie, catene, funi, nastri…) a causa della loro non perfetta elasticità (flessibilità) RESISTENZA DI ATTRITO RADENTE nel caso di corpi che strisciano lungo una superficie di contatto e dovuta alla scabrezza e alle forze di adesione lungo la superficie di contatto RESISTENZA DI ROTOLAMENTO (o ATTRITO VOLVENTE) nel caso di un corpo che rotola su una superficie e dovuta alle deformazioni non elastiche dei corpi in contatto e alle asperità (urti) presenti RESISTENZA o ATTRITO DEL MEZZO nel caso dei corpi che si muovono immersi in un fluido (“resistenza aerodinamica” nel caso dell’aria) RESISTENZA DI ATTRITO INTERNO DI UN FLUIDO IN MOVIMENTO resistenza allo scorrimento di un fluido dovuta alla viscosità (lubrificazione) RESISTENZA DI RIGIDEZZA DEGLI ORGANI FLESSIBILI Non perfetta elasticità di catene, cinghie, funi, quando sono avvolte intorno a pulegge (carrucole, tamburi) o ruote dentate. Per funi, cinghie: cr = c1(d2/D) c1 = coefficiente sperimentale (dimensionale) d = diametro o spessore del flessibile D = diametro puleggia = 2 r cr tende a 0 per d2 << D Per catene: Organi perfettamente elastici: Q(r+b) = P1(r+b) Q = P1 Organi anelastici: P2 = [(r+b)/(r-b1)]Q = cr Q P2 > Q cr coefficiente (adimensionale) > 1 Prescrizione di legge per funi metalliche: cr = c2(d/D) d = diametro elemento costituente la maglia c2 = coeff. adimensionale sperimentale pari a 0,2 per catene lubrificate e a 0,3 per catene asciutte D > 25 d e D > 300 φ fili costituenti la fune RESISTENZA DI ATTRITO RADENTE CAUSE: scabrezza delle superfici e forze di adesione. Se il corpo si muove su una superficie a velocità costante (nessuna accelerazione e nessuna forza di inerzia –ma) occorre applicare una forza T: esiste allora una forza di attrito al contatto pari ad A. Per l’equilibrio rispetto alla direzione x: T+A=0 T–A=0 Sperimentalmente risulta: A = fa Fn scalarmente, proiettando su x: T=A con Fn = forza che agisce normalmente alla direzione di moto tra le due superfici in contatto; fd = coefficiente di attrito “dinamico” (o “cinematico” o “radente”) (adimensionale) • fd dipende fortemente dallo stato e natura delle superfici in contatto • fd è indipendente, entro certi limiti, dalla pressione di contatto (p = Fn/S) e dalla velocità RESISTENZA DI ATTRITO RADENTE: coefficiente di primo distacco Se il corpo è inizialmente fermo, occorre applicare una forza T’>T per metterlo in moto T’ = fs Fn fs > fd F senϕ = fs F cosϕ fs = senϕ / cosϕ = tgϕ ESPERIENZA DI GALILEI: piano inclinato –> il corpo rimane fermo finché non si raggiunge una certa inclinazione (ϕ) del piano inclinato. fs è il coefficiente di “attrito statico” o di “primo distacco”. CUSCINETTO DI STRISCIAMENTO: 1 = cuscinetto o boccola o mozzo (fisso) 2 = perno (mobile) r = raggio del perno ρ = r senϕ = raggio di attrito Mp = momento di attrito Rt Mp = Rt r = tgϕ Ri r = senϕ r (Ri / cosϕ) = R ρ La reazione R che agisce sul perno è sempre tangente al cerchio di attrito. COEFFICIENTI DI ATTRITO STATICO E DINAMICO Materiali a contatto Stato delle superfici fs fd 0,30 0,15 ÷ 0,20 - 0,03 Secco 0,8 ÷ 0,9 0,75 Bagnato 0,5 ÷ 0,7 0,45 ÷ 0,60 Secca 0,68 0,65 Bagnata 0,55 0,40 ÷ 0,50 Pneumatico su neve Pressata 0,20 0,15 Pneumatico su ghiaccio - 0,10 0,07 Secche Metallo su metallo Pneumatico su asfalto Pneumatico su terra battuta Levigate e lubrificate RESISTENZA DI ROTOLAMENTO CAUSE: deformazioni al contatto e asperità presenti. Per mantenere in rotolamento una ruota di raggio r a velocità costante v e caricata da una forza G centrata, si deve applicare una forza F nella direzione e nel verso di avanzamento. Per l’equilibrio dinamico (in assenza di accelerazioni) la risultante R applicata alla ruota deve passare per il centro della ruota (stesso punto di applicazione di G e F) e devono valere le relazioni: G = Rn ; F = Ro e, per l’equilibrio dei momenti rispetto a O (centro della ruota): Rn u = Ro r -> Ro = F = (u / r)Rn = fv G con fv coefficiente di attrito di rotolamento = u / r Ro si può interpretare come una resistenza di rotolamento (che si oppone al moto) Per l’attrito di rotolamento la reazione del terreno sulla ruota è spostata in avanti di u e passa per il centro della ruota (deformazioni mutue ruota e terreno con pressioni non simmetriche al contatto). Quanto grande u? -> per fv = 0,02 -> u = 2% del raggio della ruota RESISTENZA DI ROTOLAMENTO L’attrito di rotolamento dipende anche dalla deformabilità del terreno (es.: sabbia…) … dagli urti che avvengono, lungo il percorso, con le asperità presenti. aumenta al diminuire di p): fv = c0 + c1 v2 In questo caso le perdite per urto sono proporzionali al quadrato della velocità. Per rotolamento di pneumatici su strade asfaltate (fv c0 = 0,01 ÷ 0,02 c1 = (6 ÷ 8) 10-6 s2/m2 v in m/s COEFFICIENTI DI RESISTENZA AL ROTOLAMENTO (fv) Tipo di pneumatico Asfalto Calcestruzzo Suolo duro medio Sabbia Autoveicolo 0,015 0,08 0,30 Autocarro 0,012 0,06 0,25 Trattore agricolo 0,02 0,04 0,20 Trattore a cingoli - 0,04 ÷ 0,07 0,08 ÷ 0,13 Questi coefficienti sono assimilabili a quelli globali di “resistenza all’avanzamento” (o di “autodislocamento”) dell’intero veicolo. Prodotto vettoriale dei vettori A e B: vettore prodotto C di modulo C = A B senθ, direzione ortogonale al piano A-B; verso della terna levogira: A come x, B come y, C come z z x y Il moto di rototraslazione di una ruota è somma di due moti componenti: - moto di traslazione con velocità di avanzamento va uguale a vc per tutti i punti della ruota (vc = velocità del centro della ruota) - moto di rotazione intorno al centro della ruota con velocità angolare ω=va/r (r = raggio della ruota) Risulta una velocità nulla al punto di contatto (O): centro di istantanea rotazione. Risulta ancora una velocità 2va in sommità della ruota. PROBLEMI LEGATI AL MOTO DI ROTOTRASLAZIONE Ruota deformabile: pneumatico Slittamento delle ruote motrici PNEUMATICO (Dunlop, 1888: veterinario inglese) camera d’aria (assente nei tubeless) copertura (o copertone) – carcassa (o pacco tele) (diagonale o radiale) – battistrada FUNZIONI: sopportare il peso del veicolo assorbire gli urti per l’asperità del percorso fornire aderenza in trazione e frenata fornire stabilità direzionale al veicolo e adeguato controllo in sterzatura PNEUMATICI: NOMENCLATURA COPERTURE E = larghezza o ingombro trasversale massimo del pneumatico o corda R = raggio senza carico R1 = raggio sotto carico h = altezza di sezione h/E = rapporto nominale d’aspetto in % (100: standard; 80: larghi; 70: extralarghi; 65: min. trattori; 35: Ferrari F40, Lamborghini Diablo) Φ = diametro di calettamento CERCHI F = larghezza interna H = altezza dell’agganciatura Φ = diametro di calettamento R1 < r0 < R r0: raggio di rotolamento: dipende dalla pressione e dal carico normale agente (quello sui cataloghi a pressione e carico nominale) c.d.r.: circonf. di rotolamento (dinamica) PNEUMATICI: DIAGONALI E RADIALI A: tradizionale o diagonale B: radiale VANTAGGI DEL RADIALE: 1. Ottima aderenza: il pneumatico ruota (avanza) come un cingolo, quindi migliore trattamento del terreno, migliore aderenza e minore slittamento 2. Migliore ripartizione della pressione interna che determina una minore compattazione del terreno 3. Riduzione dei tempi di lavoro, produttività in aumento 4. Economia di carburante in ragione della ridotta resistenza all’avanzamento 5. Aumento del rendimento chilometrico (durata anche doppia) 6. Comfort di marcia e maggiore salvaguardia degli organi meccanici per l’elevata flessibilità della carcassa 7. Minore potenza dissipata nel rotolamento (fino a -40% rispetto al diagonale) PNEUMATICI: MARCATURA 16.9/65 R 38 BIB’X M 18 140 A 8 137 B RADIAL 16.9 Larghezza di sezione espressa in pollici (o mm) 65 Rapporto nominale d’aspetto (h/E in %) (se manca si sottintende 80) R Struttura radiale (se manca: diagonale) 38 diametro di calettamento in pollici (o mm) BIB’X Identificazione del pneumatico (proprio di Michelin: X marchio dep.) M 18 Tipo di scultura 140 Indice della capacità di carico: 2500 kg A8 Simbolo categoria di velocità: 40 km/h 137 Indice della capacità di carico (2300 kg) per velocità di 50 km/h (B) RADIAL Indicazione in chiaro della struttura PNEUMATICI PRESSIONE SUL TERRENO = PRESSIONE DI GONFIAGGIO (Vero se il pneumatico fosse costituito da sola camera d’aria: organo completamente flessibile) TIPI DI BATTISTRADA: - per ruote motrici (a centro chiuso; a centro aperto) - per ruote direttrici SLITTAMENTO È difficile realizzare un moto di pura rototraslazione. Una ruota trainata avanza rotolando e strisciando (lo strisciamento non è desiderato). Una ruota motrice che scarica a terra una forza motrice, in generale avanza rotolando e slittando (si ha puro slittamento quando la ruota motrice ruota sul posto senza avanzare). Lo slittamento si risolve in una diminuzione della velocità teorica (vt) di avanzamento. Se la ruota è dotata di una velocità angolare ω la velocità teorica di avanzamento è: vt = ω r (r = raggio della ruota) Se la velocità effettiva di avanzamento è v, si definisce slittamento: vt - v v = 1 s= vt vt In percento: v s% = (1 - vt ) ∗ 100 Risulta complicato misurare lo slittamento mediante le velocità v e vt. Le norme di omologazione dei trattori prescrivono la misura, su una base di lunghezza L (> 100 m), del numero di giri delle ruote motrici sotto carico (n) e a vuoto (n0) e lo slittamento è dato da: n - n0 s = n n0 Rendimento di ηs = 1 - s = n slittamento Sotto carico: con traino del carro freno che realizza varie forze di traino. A vuoto: senza traino. Le prove per i trattori a ruote avvengono su pista di calcestruzzo o asfalto (tarmacadam) e lo slittamento a vuoto si può ritenere trascurabile. Per i trattori a cingoli tutto analogo: tutto riferito alla ruota motrice del cingolo (pista di prova un terreno inerbito piano, secco, orizzontale, falciato o brucato, o su terreno di buona aderenza). Nei trattori 4RM non meccanicamente bloccate o bloccabili insieme, gli slittamenti delle singole ruote possono essere diversi: le norme OCSE prescrivono le singole misure e la segnalazione se i valori differiscono di oltre il 5%. Nel caso di trattori 4RM è conveniente avere gli stessi slittamenti per l’assale anteriore e posteriore: altrimenti si avrebbero sollecitazioni nelle trasmissioni e strisciamenti (un assale frena rispetto all’altro). In trattori 4RM con ruote “isodiametriche” è allora importante che la velocità angolare delle ruote anteriori sia uguale a quella delle ruote posteriori (velocità di avanzamento delle anteriori uguale a quella delle posteriori). È però essenziale che il raggio di rotolamento delle ruote sia uguale, condizione non facile da soddisfare: - non prevedibilità di trasferimento dei carichi in lavoro; - pressioni di gonfiaggio diverse; - diversa usura del battistrada. Nel caso di trattori 4RM con diametro delle ruote anteriori diverso da quello delle posteriori è difficile dare indicazioni. Le case costruttrici “anticipano” (più veloci) le anteriori per fare in modo che queste non siano di freno alle posteriori. PNEUMATICI Le pressioni di gonfiaggio di un pneumatico agricolo variano tra 50 e 300 kPa (0,5 ÷ 3 kgp/cm2). Se il pneumatico fosse un organo completamente flessibile la pressione di scarico a terra sarebbe pari alla pressione di gonfiaggio: all’aumentare del carico verticale agente aumenterebbe l’area di impronta, ma non la pressione di scarico al suolo. Questo non è vero a causa della rigidità del copertone, ed è tanto meno vero quanto sono più elevate le pressioni di gonfiaggio (oltre 2,5 ÷ 3 kgp/cm2 il pneumatico si comporta come un organo rigido). Si ha, quindi, la convenienza ad avere pressioni di gonfiaggio basse per i pneumatici agricoli, in modo da avere basse pressioni al suolo perciò un contenuto costipamento del terreno. Pressione esercitata sul terreno da uomo fermo calzato: circa 0,2 kgp/cm2 = 20 kPa. Se l’uomo cammina: 0,2 ÷ 1,5 kgp/cm2 = 20 ÷ 150 kPa. Una donna con tacchi a spillo determinerebbe delle pressioni sul terreno estremamente più elevate. LAVORO: L = F s = F s cosθ (prodotto scalare della forza (F) e del vettore spostamento considerato (s)). In termini semplici: il prodotto di una forza per lo spostamento del suo punto di applicazione misurato nella direzione e verso della forza. Grandezza scalare Unità di misura di base: Nm = J (joule) POTENZA: P = L / t = (F s cosθ) / t = F v (v = velocità misurata nella direzione e verso della forza) Unità di misura di base: J/s = W (watt) Vecchie unità di misura: CV = 75 kgpm/s = 736 W + 1,4% HP = 550 lbpft/s = 746 W Unità di misura consentita per il lavoro, a partire dal watt: kWh = 3.600 x 103 J = 3,6 MJ POTENZA MEDIA GIORNALIERA DI ALCUNI MOTORI ANIMATI E NO (Carena, 1947) F media di trazione (kgp) V media (m/s) P media (W) - - 70-75 1 CAVALLO 100 0,90 883 12 BUE 120 0,65 765 10 MULO 65 0,90 574 8 ASINO 40 0,70 274 4 - - 574.000 (574 kW) 7.757 UOMO Caterpillar D 11 N Valori indice (uomo vapore) MOTI DI ROTAZIONE MOMENTO DI UNA FORZA rispetto a un punto (o polo) O: M = OP x F F Grandezza vettoriale Modulo = OP F senθ = =bF (b = braccio della forza) O θ P b=OP senθ Direzione: ortogonale al piano OP-F Verso: quello da cui si vede avvenire la rotazione intorno ad O in senso antiorario COPPIA: due forze uguali, con verso contrario e direzioni parallele Il modulo non varia al variare del polo considerato (b = costante) Il momento di una forza misura l’effetto della stessa rispetto ad un asse di rotazione. PRINCIPIO DELLA LEVA: Fm = Fr a / b La forza motrice Fm sarà tanto minore quanto maggiore è il braccio b. LAVORO IN UN MOTO ROTATORIO: L=Mα Prodotto scalare tra vettore momento e vettore spostamento angolare L=+Mα Se lo spostamento angolare è misurato nel piano ortogonale ad M POTENZA IN UN MOTO ROTATORIO: P = L / t = (M α) / t = M ω (ω = velocità angolare misurata nella stessa direzione e verso del momento) Per un albero motore che ruota a 2.500 giri/minuto erogando una coppia (momento) di 300 Nm: P = 300 x (2.500 x 2π) / 60 = 78.540 W = 78,54 kW In un moto rotatorio l’inerzia di un corpo è misurata dal MOMENTO D’INERZIA (I) rispetto all’asse di rotazione. M = Ia ω (Ia = momento d’inerzia rispetto all’asse; ω = accelerazione angolare) 2 2 Ia = ∑i mri i = m∫ r dm Assi principali (o “liberi” o “spontanei”) di rotazione: baricentrici e quelli rispetto ai quali si annulla la risultante e il momento risultante delle forze centrifughe (es.: equilibratura delle ruote). ENERGIA MECCANICA: la capacità di un sistema a compiere lavoro. Ep = m g h energia potenziale Ec = 0,5 m v2 energia cinetica di traslazione Ec = 0,5 I ω2 energia cinetica di rotazione ASSI PRINCIPALI (o liberi o spontanei) DI ROTAZIONE Baricentrici e quelli rispetto ai quali si annulla la risultante ed il momento risultante delle forze centrifughe (m ω2 r) EQUILIBRATURA DINAMICA DELLE RUOTE (m = massa non bilanciata) La ruota tende ad oscillare intorno ad O [(A) e (B)]. Se si bilancia con un’altra massa m, ma non sullo stesso piano, si genera una coppia che tende ugualmente a far oscillare la ruota [(C) e (D)]. STATICA z y Studio dell’equilibrio dei corpi x Nello spazio: Σ Fe = 0 no traslazioni o accelerazioni Σ Me = 0 no rotazioni (neanche intorno ad un asse passante per il corpo) L’indice “e” sta per “esterne” (solo forze esterne). Nel piano xy le condizioni precedenti equivalgono alle tre condizioni scalari: Σ Fx = 0 no traslazioni o accelerazioni lungo x no traslazioni o accelerazioni lungo y Σ Fy = 0 ΣM=0 (rispetto ad un qualsiasi punto del piano) no rotazioni rispetto a un qualsiasi asse perpendicolare al piano xy (parallelo a z) o accelerazione angolare rispetto a z (ωz) CASI PARTICOLARI DI SISTEMI PIANI DI FORZE: - due forze sono equilibrate se costituiscono una coppia di braccio nullo - tre forze sono equilibrate se concorrono tutte in uno stesso punto e la risultante di due qualsiasi costituisce una coppia di braccio nullo con la terza - quattro forze sono equilibrate se la risultante di due qualsiasi costituisce una coppia di braccio nullo con la risultante delle altre due RESISTENZE PASSIVE Sono tutte quelle forze che si oppongono al moto determinando una perdita di energia meccanica in calore. Sembrano avere connotati solo negativi ma sono essenziali affinché il moto stesso possa avvenire e avvenire in sicurezza: • messa in marcia di un veicolo (perché c’è sufficiente “aderenza” tra ruota e terreno; • arresto di un veicolo perché c’è “attrito” ai freni e “aderenza” tra ruota e terreno). Lo stesso fuoco nel paleolitico e neolitico era gestito per “attrito”. La stessa vela ha reso possibile la navigazione per la “resistenza aerodinamica” al vento. RUOTA MOTRICE TRAINANTE 1 2 =0 { ΣF -T - R + F = 0 =0 { ΣF -F + R = 0 x t y n 3 Da 1 Da 2 Da 3 t { Ft = T + Rt Fn = Rn Mm = Ft r = (T + Rt) r = Tr + Rt r Fm = Mm / r = Ft = T + Rt n ΣM = 0 R passa per O Ft r – Mm = 0 …e, dividendo tutto per r…: Fm = forza motrice disponibile alla periferia della ruota e di verso contrario a Ft Fm è la forza che la ruota esercita sul terreno; Ft è la forza di reazione che il terreno esercita sulla ruota ed è quella che agisce nella direzione e verso dell’avanzamento: l’effettiva forza motrice per la ruota. ADERENZA Sotto quali condizioni il terreno può applicare alla ruota la forza Ft (= -Fm)? Ft ≤ fs Fn = ca Fa ca = coefficiente di aderenza (assimilabile in prima approssimazione a fs) Fa = peso aderente: quella parte del peso del veicolo che si scarica sulle ruote motrici Ft = fs Fn = ca Fa -> Forza limite di aderenza ca ADERENZA Ft = ca Fa Valido anche per l’intero veicolo Fa { - stato e natura delle superfici in contatto (pneumatico radiale, cingolo) { - peso aderente (zavorratura; doppia traz.: 2 RM -> 4 RM): - slittamento (cresce, entro certi limiti, al crescere di s) - pressione gonfiaggio (cresce al decrescere di p) l’aumento di Fa con le zavorre aumenta, però, la perdita per autodislocamento È l’aderenza (Ft) che limita il “tiro” di un trattore, non la sua potenza. Una teoria elementare dell’aderenza deve spiegare la dipendenza di ca dallo slittamento (s) ADERENZA Pneumatico su mezzo rigido (es.: asfalto…) v r0 = raggio di rotolamento sotto l’azione del carico verticale nominale e della pressione di gonfiaggio nominale m r 0’ < r 0 r0’ = raggio di rotolamento quando è applicato un momento motore r0’ è tanto minore quanto maggiore Mm e quindi T Fase elastica s = (vt – v) / vt = (ω r0 – ω r0’) / ω r0 = 1 – (r0’ / r0) Fase con slittamenti effettivi ruota-strada ADERENZA Pneumatico su mezzo deformabile (es.: terreno agrario…) Occorre considerare e introdurre le caratteristiche di resistenza del terreno. (Analogia: τ come ca; spostamento come “slittamento”) “Scatola di Casagrande” per la determinazione dei parametri di resistenza del terreno. Applico una forza T per rompere a taglio il provino. La forza T a rottura è funzione di Fn e per vari valori di T e Fn posso ricavare una retta di resistenza: τr = c + σ tgϕ Un terreno è, in generale, un materiale coesivo (c = coesione) e attritivo (ϕ = attrito interno). Argille in condizioni non drenate: solo coesive (cu) ADERENZA La forza limite di aderenza è data da: Ft = ca Fa = S tr = S (c + σ tgϕ) ca Fa = c S + σ S tgϕ = c S + Fn tgϕ ca = c / p + tgϕ * Fa = Fn p = Fa / S (pressione al suolo) S = superficie di appoggio delle ruote motrici (o dei cingoli) In un terreno coesivo e attritivo ca dipende essenzialmente da tgϕ (tgϕ >> c/p) In un’argilla in condizioni non drenate (ϕ ≅ 0) ca dipende da c/p: basse pressioni al suolo sono essenziali. * Il valore di ca che proviene dalla formula è approssimato per eccesso: quando il terreno “si rompe” sotto la ruota (o il cingolo) non “tutto” ha raggiunto le condizioni limite di rottura. CARATTERISTICHE c E ϕ PER VARI TERRENI Terreno c [kPa] cr [kPa] ϕ ϕr Sabbia asciutta 1,07 - 28° - Sabbia limosa 1,72 1,38 29° 38° Argilla drenata 68,95 20,69 34° Neve 1,03 0,62 20° 23° 35÷400 - Argille limose non drenate (cu) - 6° - RESISTENZA AERODINAMICA Ra = ρ Cx Af v2 / 2 Ra = resistenza aerodinamica ρ = massa volumica dell’aria (≅ 1,2 kg/m2) Af = area frontale del veicolo (area proiettata su una superficie ortogonale al moto) v = velocità Cx = coefficiente di resistenza aerodinamica (adimensionale) In un trattore a v = 11,11 m/s (40 km/h), con Af = 4 m2 e Cx = 1,1, con ρ = 1,2 kg/m3 si ha: Ra = 1,2 x 1,1 x 4 x 11,112 / 2 = 326 N Potenza dissipata = P = 11,11 x 326 = 3.622 W ≅ 3,6 kW Se il trattore ha una potenza di 50 kW, la potenza dissipata è pari al 7%. Tipo di veicolo Autovettura Cx 0,3 ÷ 0,6 “ decapottabile 0,4 ÷ 0,65 “ da corsa 0,25 ÷ 0,3 Autobus 0,6 ÷ 0,7 Autocarro 0,8 ÷ 1,0 Trattore - Roulotte 0,8 ÷ 1,3 Motocicletta e motociclista 1,8 ESEMPIO DI CALCOLO DI PERDITE DI AUTODISLOCAMENTO PER UN TRATTORE Trattore a ruote da 50 kW e massa 3.000 kg 1) Se si muove su asfalto con fv = 0,02 a velocità di 11,11 m/s (40 km/h): Resistenza all’avanzamento: Ra = fv m g Ra = 0,02 x 3.000 x 9,81 ≅ 589 N Potenza dissipata: P = Ra v P = 589 x 11,11 = 6.544 W ≅ 6,5 kW in percento della sua potenza: (6,5 / 50) x 100 = 13% 2) Se si muove su sabbia con fv = 0,20 a velocità di 2,78 m/s (10 km/h): Ra = 0,2 x 3.000 x 9,81 = 5.886 N P = 5.866 x 2,78 = 16.363 W ≅ 16,4 kW in percento della sua potenza: (16,4 / 50) x 100 = 33% ESEMPIO DI CALCOLO DELLA FORZA LIMITE DI ADERENZA E DI TRAZIONE (TIRO) Trattore a ruote 4 RM da 50 kW e massa 3.000 kg 1)Se si muove su asfalto con ca = 0,80 Forza limite di aderenza: Ft = ca Fa = ca Fn = 0,8 x 3.000 x 9,81 = 23.544 N≅23,5 kN peso totale trattore (4 RM) Calcolare il tiro massimo T con un coeff. di autodislocamento (fv o ka) di 0,02: T = Ft – fv Fn = 23.544 – 0,02 x 3.000 x 9,81 = 23.544 – 589 = 22.955 N ≅ 23 kN Coefficiente di trazione: CT = T / Fn = 22.955 / (3.000 x 9,81) = 78% Se il trattore ha una velocità di 5 km/h (1,39 m/s) quanto vale la potenza sviluppata (utile) al gancio? Pu = T v = 23 kN x 1,39 m/s ≅ 32 kW Quanto vale il rendimento al gancio? ηg = Pu / Pmax = 32 / 50 = 64% STERZATURA CINEMATICA DI UN VEICOLO A RUOTE DIRETTRICI ANTERIORI (α al massimo = 50°) p = passo (distanza tra gli assi del veicolo) c = carreggiata Affinché le ruote in curva ruotino senza strisciare devono avere uno stesso centro di rotazione. Deve risultare: Po sul prolungamento dell’assale delle ruote (fisse sull’assale); Angoli di sterzo α e β delle ruote direttrici diversi Raggio minimo di sterzata (PoC) del veicolo pari a: PoC = r = p / senβ (β = 35°-> r = 1,7 p) r tanto minore quanto minore p e maggiore α (α ≈ 50°) (per α ≈ 50°-> β ≈ 30°÷ 40°) STERZATURA CINEMATICA DI UN VEICOLO A RUOTE DIRETTRICI ANTERIORI a = distanza tra i perni a snodo ~ carreggiata o scartamento delle ruote anteriori cotα = PoE / ED cotβ = PoF / FC FC = ED = p cotβ – cotα = (PoF – PoE) / p = a / p condizione di sterzatura cinematica esatta affinché tutte le ruote abbiano uno stesso centro di volta. Difficile da realizzare; ci si accontenta di soluzioni approssimate: quadrilatero di sterzo a bracci (A’C e B’D) paralleli (buona fino ad angoli di sterzo di circa 10°) (Lankesperger 1817; Ackermann) quadrilatero di sterzo trapezio con bracci concorrenti sull’asse posteriore o poco davanti (buona fino a circa 20°) (Janteaud 1878) STERZATURA DEI VEICOLI A RUOTE a) veicolo a volta semplice b) veicolo a 4 ruote direttrici con sterzatura in croce (volta corretta) c) veicolo a 4 ruote direttrici con sterzatura in fase (a granchio) d) veicolo a sterzatura articolata (telaio non rigido ma con snodo centrale) (volta corretta) Nel caso a) le ruote interne (e le esterne) percorrono traiettorie in curva diverse (volta semplice). Nei casi b) e d) le ruote interne (e le esterne) percorrono la stessa traiettoria (volta corretta). Trattori (non articolati): ruote sterzanti anteriori. Mietitrebbiatrici: ruote sterzanti posteriori. Nel caso a) con ruote anteriori sterzanti la manovrabilità del veicolo è migliore in retromarcia (raggi di volta ruote posteriori minori rispetto anteriori). STERZATURA DEI VEICOLI A RUOTE: IL DIFFERENZIALE VEICOLI A VOLTA SEMPLICE In curva le ruote motrici posteriori (e nei trattori 4RM anche le anteriori) percorrono traiettorie diverse: devono avere velocità di avanzamento diverse esigenza del differenziale (posteriore e, nei 4RM anche anteriore) In curva comunque l’assale posteriore percorre una traiettoria diversa da quello anteriore: ad alta velocità si ha (nei 4RM) la necessità anche di un differenziale centrale (A) 4RM ≡ 4WD 4 ruote motrici ≡ 4 wheels driven FUNZIONAMENTO IN TRANSITORIO E A REGIME DI UNA MACCHINA Il funzionamento di una macchina presenta: 1. Una fase di avviamento: parte dell’energia in ingresso serve per fornire energia cinetica agli organi; le forze motrici devono inizialmente accelerare gli organi meccanici “vincendo” le forze di inerzia (-ma); Ei>Eu+Ed ∆Ec=Ei-Eu-Ed 2. Una fase a regime: tutti gli organi hanno acquisito un’energia cinetica (media) costante; le prestazioni della macchina rimangono costanti; le forze motrici equilibrano le sole forze resistenti (resistenze utili + resistenze passive); Ei=Eu+Ed 3. Una fase di arresto: viene dissipata in calore tutta l’energia cinetica della macchina che si pone in stato di quiete; Ei<Eu+Ed ∆Ec=Eu+Ed-Ei Fasi 1 e 3: transitori o funzionamento in transitorio Fase 2: a regime o funzionamento a regime A noi interessano, quasi sempre, solo le fasi a regime. Regime assoluto o periodico: quando forze, velocità… variano nel tempo ma assumono gli stessi valori dopo intervalli di tempo costanti (periodo) Ei = energ. o lavoro in ingresso Eu = energ. o lavoro utile Ed = energ. o lavoro passivo Ec = energ. cinetica DEFINIZIONE DI RENDIMENTO A REGIME Ei o Pi: energia o potenza assorbita in ingresso Eu o Pu: energia o potenza utile in uscita Ed o Pd: energia o potenza dissipata (degradata) in calore a bassa temperatura Per il primo principio della termodinamica (l’energia non si crea né si distrugge): Ei = Eu + Ed o Pi = Pu + Pd Rendimento η = Eu/Ei = (Ei-Ed)/Ei = 1-(Ed/Ei) o η = 1-(Pd/Pi) 1) una macchina che trasmette solo energia meccanica (per esempio: un cambio) ha un rendimento teorico ideale (limite) di 1 (100%): basta annullare (lubrificazione ideale) tutte le resistenze passive (Ed o Pd = 0) 2) una macchina termica (un motore che trasforma energia termica o calore in lavoro meccanico utile) ha un rendimento teorico ideale minore di 1 e al limite pari a quello del ciclo di Carnot associato alle temperature estreme del ciclo: η= 1-(T2/T1); T2<T1 e η<1 (condizione matematica, ma non fisica, per η=1: T2=0 K e/o T1 = ∞ K ) RENDIMENTI DI MACCHINE COLLEGATE IN SERIE η = η1 × η2 = Eu Eu' Eu' × = Ei Ei' (= Eu) Ei (Prodotto dei singoli rendimenti) IN PARALLELO Ei = Ei' + Ei'' Eu = Eu' + Eu'' Eu' Eu'' η1 = ; η2 = Ei' Ei'' Eu η Ei' + η2 Ei'' η = = 1 Ei Ei' + Ei'' (Media pesata dei singoli rendimenti, con pesi le singole energie in ingresso) RENDIMENTI PER UN TRATTORE IN “TRAZIONE” Rendimento di trasmissione ηtr = (Pm – Wt)/Pm Rendimento di autodislocamento ηd = (Pm – Wt – Wd)/(Pm – Wt) Rendimento di slittamento ηs = (Pm – Wt – Wd – Ws)/(Pm – Wt - Wd) = 1 – s = (n – (n – n0))/n s = (n – n0)/n n = giri ruote motr. a carico n0 = giri ruote motr. a vuoto Rendimento globale al gancio ηg = Pu / Pm = ηtr ηd ηs = 40 ÷ 70% CLASSIFICAZIONE DEI TRATTORI TRATTORE Gommato Telaio rigido Ruote sterzanti Ruote sterz. anteriori Cingolato Telaio articolato Sterzatura per slittamento (come i cingolati) 4 ruote sterzanti Sterzatura per strisciamento Con freni e frizioni di sterzo (soluzione classica) Differenziale controllato A ruotismi epicicloidali Ruote sterz. posteriori Spesso le parole “slittamento” e “strisciamento” sono impiegate nei testi con lo stesso significato (“skid” in inglese) Ripartizione statica delle masse nei diversi tipi di trattori 2RM DT 4RM 50% ant. 50% post. CINGOLATO Forza peso ripartita tra: RT=ruota tendicingolo RM=ruota motrice rac=rulli appoggio cingolo TRATTORE: PARTI COSTITUENTI 7 6 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1 2 5 4 3 7. Supporto assale anteriore Motore Scatola frizione e cambio di velocità Scatola della trasmissione finale Flangia attacco scatole riduttori laterali Scatola della presa di potenza Sollevatore idraulico MOTORI: CLASSIFICAZIONE Termici Esotermici (o a combust. esterna) Endotermici (o a combust. interna) Volumetrici* Alternativi a vapore (locomotiva...) Alternativi a aria (Stirling) Continui Turbina a vapore Volumetrici* Alternativi Accensione comandata A carburatore A iniezione Continui Rotativi (Wankel) Accensione spontanea A gas *se la “camera” o “spazio” del motore varia di volume durante il ciclo Diesel Semi-Diesel (Testa calda) Turbina a gas Reattore SVILUPPO STORICO Età greco-romana: mulino ad acqua, carrucola, paranco (o taglia), argano, leva, vite di Archimede, pompa a stantuffo, turbina a reaz. di Erone, ruota dentata e ingranaggi. Età medioevale: mulino ad acqua (perfezionato), motori eolici, albero a gomiti 1629: Turbina ad azione (Branca) 1690: Macchina a vapore di Papin 1712: Macchina a vapore di Newcomen 1782: Macchina a vapore a doppio effetto di Watt (Watt: ruot. epicicloidale e regol. centrif.) 1800: Pila di Volta 1862: Ciclo a 4 tempi di Beau de Rochas 1905-’09: Buchi: turbocompressore 1867: Motore Otto 1914-’18: Sovralimentazione meccanica (aereo con mot. asp. a 5500 m -> Pot. X 0,5) 1883: Turbina a vapore ad azione di De Laval 1919: Prima trattrice Fiat 1884: Turbina a vapore a reazione di Parson 1923: Fiat: macchina da gran prix a 1885: Motore elettrico a c.a. di G. Ferraris sovralimentazione meccanica 1889: Pneumatico Dunlop 1928: Cambio sincronizzato (Cadillac) 1892: Trattrice Froelich (John Deere) 1938: Trasmissione automatica (giunto 1893: Ciclo Diesel (motore costruito nel 1897) idraulico) (Crysler Fluid Drive) 1896: Auto Ford 1948: Convertitore di coppia/Giunto 1899: Auto Fiat idraulico (Buick, GM) 1905: Fottinger: amplificatore di coppia (idraulico) 1959: Power Shift totale (trasmissione automatica) (trattrice Ford 681 Select-OSpeed) Miglioramento continuo dei materiali, combustibili, lubrificanti CARATTERISTICHE IDEALI DI UN MOTORE PER AUTOVEICOLI INDUSTRIALI O PER TRAZIONE AGRICOLA Economiche: Basso costo di produzione, manutenzione, riparazione e di funzionamento (anche basso costo combustibile) Servizi di assistenza tecnica rapidi ed efficienti Tecniche: Elevato rendimento (bassi consumi specifici - g/kWh - a tutti i regimi e carichi) Elevata riserva di coppia (Cmax-CPmax)/CPmax Elevata potenza per unità di cilindrata (kW/L cil.) Elevata potenza per unità di massa (peso) (kW/t) Minimo ingombro Lunga durata o vita utile (>10.000 h) Affidabilità (pochi “fuori servizio”) e facilità di riparazione Semplicità, facilità e comfort di conduzione (guida) Ridotte emissioni nocive (motore ecologico ?!?) MOTORE Motore Diesel a 3 cilindri a valvole in testa (valvole “laterali”: architettura del motore più vecchia. Attualmente motori con valvole “in testa” comandate da aste e bilancieri) MOTORE: IL CILINDRO Le “canne” o “camicie cilindri” sono sistemate nel “gruppo cilindri” ricavato nel “basamento motore” (in ghisa). Canne “in umido”: in contatto con l’acqua di raffreddamento. Canne “a secco”: non in contatto con l’acqua di raffreddamento. A: nessuna camicia; B: canna entro il “Testa cilindri” o “testata” in ghisa: cilindro; ospita gli iniettori, le valvole di C: la canna è il aspirazione e scarico e i relativi cilindro. bilancieri. Vi sono collegati i collettori di aspirazione aria e di scarico gas. Guarnizione di tenuta tra testata e basamento. Sistemazione della canna con pressa MOTORE: IL PISTONE (NO nei motori Diesel) } Nel “cielo” del pistone è ricavata la “camera di combustione” MOTORE: ALBERO MOTORE Volano: corona dentata per motore elettrico di avviamento. Ingranaggio per comando: distribuzione, pompa olio, equilibratore a masse controrotanti. Puleggia per: pompa acqua, ventilatore, generatore elettr. In acciaio stampato È sostenuto dai “supporti di banco”. I perni dell’albero motore sono induriti superficialmente e levigati. Ruotano su cuscinetti di strisciamento (“bronzine”) “a guscio sottile” (2 mm) costituiti da un guscio di acciaio ricoperto di una lega antifrizione dello spessore di qualche decimo di mm. MOTORE: DISTRIBUZIONE E VALVOLE Bilancieri VALVOLE Albero di distribuzione (a “camme”) SEDI DELLE VALVOLE CINGHIA DI DISTRIBUZIONE TESTATA MOTORE: DISTRIBUZIONE E VALVOLE MOTORE: ALIMENTAZIONE E INIEZIONE INIEZIONE DIRETTA INIETTORE 1.Meno dispersioni (maggior rendimento) 2.Più elevate pressioni di iniezione (150÷250 kgf/cm2 15÷25 MPa) 3.Migliore partenza a freddo 4.Più difficoltà di miscelazione aria/gasolio 5.La polverizzazione del getto di gasolio deve essere più spinta (vedi punto 2) 6.φ cilindri opportuno per garantire la polverizzazione (φ> 90 mm) INIEZIONE INDIRETTA A: pompa di alimentazione combustib. 1.Pressioni di iniezione più basse B: filtro combustibile (80÷120 kgf/cm2 8÷12 MPa): la camera C: filtro combustibile di carta aggiuntiva facilita la turbolenza e la D: segnalatore intasamento filtro aria miscelazione gasolio/aria E: iniettori 2.Necessità di “candelette” per F: filtro aria a secco avviamento a freddo P: pompa di iniezione S: serbatoio combusibile 1 kgf/cm2 = 100 kPa 1. Recupero trafilamento 2. Disco di registrazione 3. Molla di pressione 4. Luce di ingresso 5. Filtro a barretta 6. Camera a pressione 7. Corpo iniettore 8. Polverizzatore ad ago e foro/i MOTORE: RAFFREDDAMENTO Raffreddamento ad aria (ventilatore + alette di raffreddamento aumento superficie scambio termico). Raffreddamento ad acqua: circuito idraulico, pompa (P), radiatore (R), vaso di espansione (S), termostato (T), ventilatore (V), liquido non gelivo. v MOTORE: LUBRIFICAZIONE Biella Filtro Albero a camme Assi porta-bilancieri comando valvole Sezione di filtro olio Valvola di by-pass Albero motore Coppa dell’olio Pompa a ingranaggi Uscita olio Mezzo filtrante Ingresso olio TERMOLOGIA E TERMODINAMICA • TEMPERATURA: Grandezza scalare intensiva Misura lo stato termico di un corpo Unità di misura di base: K (kelvin) (la frazione 1 / 273,16 della temperatura termodinamica del “punto triplo” dell’acqua -Conf. Gen. Pesi e Misure 1967-). Punto triplo preferito rispetto al (vecchio) punto di fusione, perché più riproducibile. Temperatura centigrada: TC = TK - 273,16 Il grado centigrado può essere definito come la centesima parte tra il punto di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica e la temperatura di ebollizione dell’acqua alla stessa pressione. Punto triplo: TK = 273,16 K TC = 0,01°C Punto di fusione (1 bar): TK = 273,15 K TC = 0,00 °C • CALORE: una forma di ENERGIA (Energia Termica) Grandezza scalare Unità di misura di base: J (joule) Vecchia unità di misura: kcal (1 kcal = quantità di calore necessaria per innalzare di 1 °C - da 14,5 a 15,5 - 1 kg di acqua) 1 kcal = 4.186,8 J = 4,2 kJ (spesso Jt -t = termici-, così kWht -termici- e kWe -elettrici-) • CAPACITA’ TERMICA DI UN CORPO o CALORE SCAMBIATO: Q = Cs x m x (T2 - T1) (m = massa del corpo in kg) T2 <=> T1 (Cs = capacità termica massica in J/kgxK) Per l’acqua Cs = 4,2 kJ/kgxK (0 - 100 °C); acciaio Cs = 0,50 kJ/kgxK; legno Cs 2,42,7 kJ/kgxK; aria (20 °C, 1 bar) Cs = 1,01 kJ/kgxK • TRASMISSIONE DEL CALORE Q = U x S x (T2 - T1) (t = tempo in secondi) (U = coeff. di trasmissione termica termica di un corpo con superficie di scambio S) U = f (λ/l, hc, hr) λ = conduttività termica di un corpo con spessore (lunghezza) l (W/mxK) hc = coeff. di scambio convettivo (W/m2xK) (convezione naturale o forzata) hr = coeff. (linearizzato) di scambio radiativo (W/m2xK) acqua acciaio (+Ni) legno aria (0 - 100 °C) (W/m2xK ) 0,63 29 - 105 0,10 - 0,27 0,0235 - 0,0306 Per un motore a combustione interna circa 1/3 del calore generato dal combustibile è trasformato in lavoro utile, circa 1/3 è perso con i gas di scarico e un altro 1/3 deve essere smaltito dal sistema di raffreddamento (per ogni kW di potenza meccanica deve essere smaltito 1 kWt) TERMODINAMICA • 1°PRINCIPIO: L’energia (interna) non si crea ne si distrugge, può solo essere convertita da una forma in un’altra. Q = ∆U + L (U = energia interna -variabile di stato-) Se si riscalda un sistema termodinamico parte del calore serve per aumentare l’energia interna del corpo (∆U), cioè per aumentare la sua temperatura, parte per compiere un lavoro. ∆U = Q - L Q positivo se assorbito dal sistema L positivo se fatto verso l’esterno L = p x ∆V = (F/S) x S x ∆l L’energia può essere definita come la capacità di un sistema di scambiare lavoro o calore. TERMODINAMICA • 2°PRINCIPIO: L’energia meccanica può essere trasformata totalmente in calore, il calore non può essere trasformato totalmente in energia meccanica. Ciclo di Carnot e macchina ideale η = L Q − Q2 T -T T = 1 = 1 2 = 1- 2 Q1 Q1 T1 T1 T = temperatura assoluta T2<T1 Massimo rendimento per un motore termico con temperatura di combustione di 2.200 °C e T2 = 15 °C (t. ambiente): ηmax = 1- 15 + 273 = 1- 0,12 = 0,88 → 88% 2200 + 273 η reale per motori diesel: 30 - 40 % COMBUSTIBILI • Come fonti energetiche si hanno a disposizione essenzialmente dei COMBUSTIBILI: penalizzati nella conversione in Energia Meccanica (lavoro utile) • POTERE CALORIFICO DI UN COMBUSTIBILE: Potere calorifico inferiore (Pci): nella tecnica è quello più usato; calore svolto in un processo di combustione completa a pressione costante (atmosferica) dall’unità di massa di combustibile quando i fumi (gas) di combustione sono raffreddati fino a 100 °C (H2O formato come fase vapore): CH4 + 2O2 CO2 + 2(H2O)v Pci metano: 48 MJ/kg (8.250 kcal/m3 ; ρ=0,717 kg/m3) p=100 kPa T=100°C Pci petrolio greggio: 10.000 kcal/kg = 42 MJ/kg; Pci benzina: 10.500 kcal/kg = 44 MJ/kg; Pci gasolio: 10.200 kcal/kg = 43 MJ/kg Potere calorifico superiore (Pcs): quando i gas di combustione sono raffreddati con fase H2O come liquido: CO2 + 2(H2O)l Pcs metano: 55 MJ/kg (9.370 kcal/m3) CH4 + 2O2 p=100 kPa Tr=100°C o (più diffusa) 15°C (temp. di riferimento secondo norma) Pcs=Pci + mH2O x Ql + mg x csg(100-Tr) + mH2O x csH2O l (100-Tr) cal.latente cal.sens. (trascur.) cal. sensibile Ql: calore latente di evaporazione dell’acqua a 100 kPa = 539 kcal/kg = 2,26 MJ/kg csg: calore specifico dei fumi di combustione (1,01 kJ/kgxK) pari a quello dell’aria in prima approx. COMBUSTIBILI Distillazione frazionata del greggio: 30°C - 200°C: benzine; 180°C - 360°C: gasolio IDROCARBURI { paraffine (o normal-paraffine): catena lineare (CnH2n+2) isoparaffine: catena lineare ramificata (CnH2n+2) olefine: catena lineare con doppio legame fra C (CnH2n) nafteni: catena chiusa (CnH2n) aromatici: anelli a 6 atomi di C con tre doppi legami (CnH2n-6) N.O. (numero di ottano): misura il potere antidetonante (maggiore per aromatici) benzine con Pb NO > 97; benzine senza Pb NO > 95 N.C. (numero di cetano): misura l’accendibilità (maggiore per paraffine) diesel NC > 48 (empiricamente: NO = 120 - 2NC) Punto di scorrimento: misura la capacità di scorrere a bassa temperatura (maggiore per aromatici) (P.d.S. = P.d. solidific. + 3°C) Indice di viscosità: misura la variazione della viscosità con la temperatura (maggiore per paraffine) MOTORE: GRANDEZZE CARATTERISTICHE PMS = Punto Morto Superiore PMI = Punto Morto Inferiore C = Corsa (distanza tra PMS e PMI = = 2 x raggio manovella) D = Alesaggio (diametro interno cilindro) V2 = Camera di compressione V1/V2 = Rapporto di compressione V1 – V2 = Cilindrata unitaria (volume spazzato nella corsa dello stantuffo) MOTORE: CICLO DI FUNZIONAMENTO A 4 TEMPI 1 2 1. Aspirazione 2. Compressione/Iniezione 4 3 3. Combustione/Espansione (fase attiva) 4. Scarico N.B.: nel motore Diesel la combustione avviene spontaneamente per surriscaldamento della miscela aria-gasolio compressa nella camera di combustione (PV=nRT); nel motore a benzina l’accensione avviene con l’ausilio di una scintilla provocata dalla candela. MOTORE: CICLO DI FUNZIONAMENTO A 4 TEMPI 1 4 2 3 Motosega Motore a 2 tempi: 1 camera di combustione 2 pistone 3 condotto di scarico 4 condotto di aspirazione 5 carter 6 albero a gomiti 7 canale di alimentazione 8 candela Aspirazione - compressione accensione - combustione espansione Scarico - completamento aspirazione MOTORE: CICLO OTTO E CICLO DIESEL Otto ηε=1-(1/rck-1) rc=6÷10 Diesel ηε=1-(1/rck-1)[(τk-1)/(k(τ-1))] ηε=Lteor/Q (rendimento termodinamico ideale) rc=14÷22 rc=V1/V2 (rapporto di compressione) Lteor>Lind>Leff τ = V3/V2 = T3/T2 (rapporto di combustione a pressione costante) k = Cp/Cv ≈ 1,4 (aria) Lteor = lavoro teorico; Lind = lavoro indicato; Leff = lavoro effettivo (perdite per attrito del pistone nel motore) ηe = Lteor/Q = rendim. termodinamico ideale; ηi = Lind/Lteor = rendimento indicato; ηm = Leff/Lind = rendim. meccanico (organico) ητοτ= Leff/Q = ηe ηi ηm = 1/(cs Pci) MOTORE: CICLO OTTO E CICLO DIESEL rc Grazie a maggiori rapporti di compressione il ciclo Diesel consente rendimenti termodinamici ideali maggiori rispetto al ciclo Otto. Il ciclo Sabathè è quello adottato dai motori “Diesel veloci” (quelli che oggi sono impropriamente chiamati “motori Diesel”). TURBOCOMPRESSORE Turbina messa in movimento ad altissima velocità (superiore a 100.000 giri/min) dai gas di scarico del motore + Compressore centrifugo. Turbina: fornisce l’energia necessaria al funzionamento. Compressore: spinge l’aria prelevata dall’esterno verso i cilindri. • Alberino di collegamento tra turbina e compressore: lavora in bagno d’olio, senza elementi meccanici volventi (non sopporterebbero tali regimi di rotazione senza surriscaldamenti). • A pari potenza, un motore turbo pesa dal 20 al 30% in meno di uno normale. • Il turbocompressore è particolarmente indicato per i diesel: scaricano molto gas anche ai carichi parziali; non devono abbassare il rapporto di compressione (non soffrono di detonazione); hanno i gas di scarico piuttosto freddi (300÷500°C contro 500÷1000°C dei benzina). TURBOCOMPRESSORE TURBOCOMPRESSORE a: Chiocciola compressore, b: Supporto, c: Corpo centrale, d: Protezione termica, e: Chioccola turbina, f: Turbina, g: Uscita gas scarico, h: Wastegate, i: Ingresso gas scarico, j: Scarico olio, k: Sede boccola, l: Sede boccola, m: Guida in grafite, n: Compressore, o: Attuatore wastegate, p: Ingresso aria, q: Tubo attuatore, r: Diffusore, s: Chiocciola compressore, t: Ingresso olio, u: Uscita compressore. MOTORE: CURVE CARATTERISTICHE f A: Curva di coppia (curva B: Curva di potenza (curva (M) kW (P) (cs) rpm = round per minute (giri al minuto) (ω) derivata: P = Mω = M(2πn/60) ) C: Curva del consumo specifico (curva rilevata) “Mappa dei consumi” o “Piano quotato dei consumi”: curve di isoconsumo specifico % della coppia di potenza massima g/kWh rilevata al banco prova con freno dinamometrico) della potenza max % del regime di potenza massima MOTORE: CURVE CARATTERISTICHE MOTORE: RISERVA DI COPPIA e STANDARD DI PROVA (Pmax) Parte stabile della curva della coppia (quella con ramo decrescente con ω) Curva della potenza (Cmax) Riserva di coppia = = (Cmax – CPmax) / CPmax (≈ 20%) (CPmax) Indice di elasticità = =(Cmax/CPmax)x(NPmax/NCmax ) (≈ 1,5) (NCmax) (NPmax) Standard di prova: Fendt Serie Favorit (CV) SAE (Society of Automotive Engineers) DIN (Deutsche Industrie Normen) SAE 141 164 186 209 DIN 125 145 165 185 CV SAE/ CV DIN 1,13 1,13 1,13 1,13 MOTORE: FORMULE RELATIVE ALLA POTENZA M = coppia erogata (Nm) ω = velocità angolare (rad/s) n = n.giri albero motore (giri/min) P = M·ω = M·(2πn/60) L = pe·V P = L·(n/(60·c)) = pe·V·(n/(60·c)) L = ηt·Q P = ηt·Q·(n/(60·c)) L = lavoro efficace (J) P = potenza efficace (W) V = cilindrata (m3) pe = pressione media efficace (Pa) c = costante (2 nei motori 4 tempi -> una fase utile ogni 2 giri albero motore; 1 nei motori 2 tempi) ηt = rendimento totale = ηe ηi ηm Q = quantità di calore impiegata in un ciclo (massa di combustibile bruciata per il suo potere calorifico in J) Da si può esplicitare Q in funzione della cilindrata. Si ottiene: P = ηt ηv s V Pci’ (n/(60 c)) ηv = rendimento volumetrico ( meff/mteor = (ρeff V)/(ρteor/V) ) (ρ = massa volumica funzione di p e T) s = rapporto di sovralimentazione in massa ( mteor/m0 = (ρteor V)/(ρ0 V) ) Pci’ = tonalità termica della miscela (J/m3) (= ρ0 Pci) (Pci = potere calorifico della miscela (J/kg)) meff = massa effettiva di miscela che riempie i cilindri; mteor = massa teorica di miscela che dovrebbe riempire i cilindri alle condizioni di mandata e aspirazione; m0 = massa “normale” di miscela a condizioni “normali” (15°C e 100 kPa) (che dovrebbe riempire i cilindri)