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Egitto
scheda
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5.0 – 2015
LA LINGUA
La scrittura egiziana nacque presumibilmente nella regione del Delta del Nilo, in un’epoca all’incirca contemporanea a quella in cui si
affermò la scrittura cuneiforme in Mesopotamia. I primi esempi di scrittura geroglifica risalgono al 3000 a.C. circa, nel periodo anteriore
all’unificazione del Paese sotto un unico sovrano, mentre gli ultimi appartengono al III secolo quando progressivamente la scrittura
geroglifica fu sostituita da quella copta, il cui alfabeto era derivato da quello greco.
Il linguaggio parlato e quello letterario erano nell'Antico Egitto notevolmente diversi. La maggior parte delle iscrizioni su tombe, templi,
colonne e statue era scritta in stile arcaico, mentre al linguaggio parlato si avvicinavano solo alcuni documenti, come registrazioni di
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transazioni e lettere. Sulla base della lingua letteraria prevalente, la lingua egiziana è stata suddivisa in cinque periodi. L'Antico
Egiziano (da prima del 3000 al 2200 a.C. circa) è la lingua scritta del Periodo Predinastico e dell'Antico Regno (I-VI dinastia).
Il Medio Egiziano (dal 2200 al 1600 a.C.) è la lingua letteraria classica, che si ritiene rispecchi la lingua parlata intorno al 2200 a.C.: il
suo periodo di massimo splendore coincise con il Medio Regno e i periodi di transizione che lo precedettero e seguirono (VII-XVII
dinastia); inoltre, essa continuò a esistere come lingua letteraria (come avvenne molto più tardi per il latino in Europa) fino verso il 500
a.C.. Intorno al 1380 a.C., all'inizio del Nuovo Regno (XVIII-XXVI dinastia), il Faraone Akhenaton oltre alle innovazioni religiose
introdusse il tardo egiziano (dal 1550 al 700 a.C. circa) come nuovo modello per la lingua letteraria. Probabilmente basato sulla lingua
parlata intorno al 1550 a.C., esso mostra notevoli cambiamenti grammaticali e fonetici rispetto alla lingua precedente.
Poco prima che il Nuovo Regno cedesse alla dominazione persiana, l'egiziano demotico, cioè "popolare" (dal 700 a.C. al 400 d.C.
circa), divenne la lingua letteraria di uso, e così rimase attraverso la dominazione persiana, greca e romana. Questa lingua letteraria
aveva una particolare forma di scrittura, detta anch'essa demotica, e sembra rappresentare la lingua parlata intorno al 700 a.C.
Le Scritture
Gli Egizi svilupparono tre forme di scrittura: i geroglifici (usati per le iscrizioni formali) e due derivazioni corsive, la scrittura ieratica
(fino al 650 a.C. circa) e quella demotica (dal 650 a.C. al 450 d.C. circa). In tutti e tre i sistemi, i segni potevano rappresentare
ideogrammi, sillabe (solo consonanti), lettere singole, e determinativi (ausili interpretativi per segni dotati di più di un significato). La
scrittura non rappresentava le vocali, e pertanto (tranne che per il copto) gli studiosi possono ricostruire l'evoluzione fonetica della
lingua solo attraverso le consonanti.
Il dio Thot e l'alfabeto
L’autore di questo mito è Platone, un filosofo greco del IV secolo a.C. Il mito esprime la realtà sociale dell’Antico Egitto, dove i potenti
ostacolarono la diffusione dell’alfabeto. Infatti, la scrittura alfabetica è semplice: se tutti l’avessero imparata, non sarebbe più rimasta
una conoscenza riservata ai sacerdoti a agli scribi, come al tempo dei geroglifici.
Udii che presso Naucrati, in Egitto, visse un tempo uno dei loro vecchi dei, a cui è sacro l’uccello che chiamano ibis; questo dio aveva
nome Thot. E aggiungono che egli inventò i numeri, il calcolo, la geometria, l’astronomia e anche i giochi del tavoliere e dei dadi e per
di più la scrittura. Faraone dell’Egitto era allora Thamus. Thot venne a trovare costui, gli mostrò le arti e disse che conveniva farne
dono agli altri Egiziani. Il sovrano s’informò dell’utilità di ciascuna arte, e mentre l’altro gliene faceva l’esposizione, egli approvava ciò
che gli pareva ben detto e disapprovava ciò che gli pareva negativo. Così Thamus fece a Thot, per quel che si narra, pro e contro
ciascun’arte molte osservazioni che sarebbe troppo lungo ripetere. Il dio Thot fu anche un dio creatore. La leggenda dice che sotto
forma di babbuino, stava originariamente seduto su uno sperone di roccia che emergeva dalle acque primordiali. Le lacrime che
scendevano dai suoi occhi caddero ai quattro angoli del mondo e formarono quattro coppie di divinità che aiutarono a popolare la
Terra.
I Geroglifici
La parola significa ''sacra incisione''. Si conoscono circa 3000 caratteri di scrittura in uso nell'antico Egitto, in parte ideografici o
pittografici (ossia rappresentanti simbolicamente l'idea o l'oggetto), in parte fonetici (ossia rappresentati sottoforma di sillaba o lettera).
L'oggetto che si voleva significare veniva rappresentato in forma stilizzata (il sole per esempio, era indicato da un disco). Se ne
trovano impressi sui muri dei templi o sullo zoccolo delle statue, oppure possono essere scritti con l'inchiostro sui papiri.
Queste figure vengono ancora oggi chiamate impropriamente geroglifici, dal nome greco dato da Clemente Alessandrino "grammata
ieroglifica", cioè lettere sacre incise; mentre in realtà non avevano nulla di sacro infatti erano impiegate per qualunque argomento e
non limitate al linguaggio religioso. Ma la scrittura geroglifica, pur avendo un numero notevole di ideogrammi, permetteva una limitata
capacità espressiva; non era per esempio possibile trovare un segno che esprimesse parole astratte come bontà o pensiero, nè verbi
come attendere o meditare. Per sopperire alla necessità di una più ampia espressione scritta fu adottato un sistema acrofonico di
scrittura.
Ogni rappresentazione ideogrammatica possibile aveva un suono corrispondente, per esempio: l'ideogramma della parola casa
corrispondeva al suono "per". Questo suono acquistò il valore di una sillaba e fu usato per comporre parole che non potevano avere
un'espressione ideogrammatica, in cui appunto ricorresse il suono "per". Si estendevano così le possibilità di espressione della
scrittura ideogrammatica. La scrittura ieratica, usata nei manoscritti, è una abbreviazione corsiva dei geroglifici. Ulteriormente
abbreviata e facilitata ad uso popolare è la scrittura demotica. La chiave per decifrare i geroglifici fu trovata dal francese J-F
Champollion nel XIX secolo in seguito alla scoperta di una iscrizione (Stele di Rosetta) redatta in tre alfabeti: geroglifico, demotico e
greco.
Il geroglifico è la più antica delle tre scritture egiziane. Clemente Alessandrino fu il primo a chiamare le sue lettere "hyerogliphica" ossia
lettere sacre incise. Nome errato visto che i geroglifici non hanno nulla di sacro, salvo per il fatto che furono inventati dal dio Thot. Si
cominciò ad utilizzarla pressappoco 3200 anni prima di Cristo ed è una delle più antiche scritture della Terra.
Ma i segni e i disegni non erano adatti per raffigurare parole astratte come i sentimenti; molti verbi come aspettare, vivere, pensare e
molti altri erano difficili da esprimere. Nel corso dei secoli gli Egiziani modificarono la loro scrittura in modo tale da ovviare a tali
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difficoltà dando ad ogni figura un valore fonetico. Il geroglifico può essere letto sia da sinistra verso destra, che da destra verso sinistra
a seconda della parte verso cui sono voltati gli uccelli. Se ad esempio gli uccelli sono girati verso destra, la lettura inizierà da destra,
mentre se essi sono voltati a sinistra si comincerà da sinistra. Accanto a quella geroglifica esisteva un’altra scrittura chiamata dai greci
ieratica, che significa "sacra" anche se in questo caso non aveva niente di sacro.
Lo ieratico era un geroglifico corsivo e più sbrigativo utilizzato per tutto ciò che non dovesse esser inciso su pietra, né avere carattere
ufficiale. Contrariamente a quanto si possa pensare, era questa la grafia ordinariamente impiegata dalle persone colte in epoca
tolemaica romana. Con successive semplificazioni la scrittura ieratica sfocerà in quella chiamata dai Greci, ancora una volta
erroneamente, demotica, cioè "popolare" in uso dall’VIII secolo a.C., alla fine dell’Impero Romano, così detta per distinguerla dalla
scrittura precedente, propria della casta sacerdotale.
Il copto, invece, era un insieme di dialetti, con aggiunte di grecismi e di parole orientali, scritti con i caratteri greci, con l’aggiunta di
sette segni in più per indicare suoni che il greco non aveva. Era la lingua tardo-egizia adottata dai cristiani indigeni che non amavano
usare il greco perché "lingua dei pagani" e nella quale si conservano moltissime traduzioni di testi sacri. In ogni caso è una lingua che
presenta legami abbastanza stretti con l’antico egizio per la facilità di comprensione grazie alla presenza di vocali.
In alcuni cartigli come ad esempio quello di Cleopatra nella serie di geroglifici che compongono il nome c'è anche un leone accucciato
che corrisponde alla nostra L. Questo segno geroglifico non è menzionato nell'alfabeto qui sopra in quanto comparirà nella scrittura
egizia soltanto nel periodo tolemaico.
Forma Ieratica
Nella scrittura egiziana lo ieratico era uno sviluppo corsivo della scrittura geroglifica, quindi una semplificazione dei segni originali per
poter aumentare la velocità durante la scrittura. Questo tipo di scrittura appare durante la III Dinastia e regolarmente usata fino alla fine
del Nuovo Regno. Veniva usata specialmente per redigere tutti i documenti che riguardavano la vita pubblica e religiosa : quindi testi,
romanzi, canzoni, prescrizioni mediche, lettere private, rapporti diplomatici e così via.
All'inizio il suo utilizzo prevedeva una tipo di scrittura sviluppato su colonne verticale ma successivamente lo ieratico tende ad essere
scritto orizzontalmente da destra verso sinistra.
Con il passare del tempo questa forma abbreviata di scrittura si allontanò sempre più dai segni originari sviluppando un proprio stile
rendendo sempre più difficile la lettura. Esiste anche una forma tarda dello ieratico chiamata "ieratico anormale" che è molte distante e
molto diverso dal tipo originario ed estremamente difficile da comprendere. In epoca tarda lo ieratico fu usato solo in campo religioso e
Clemente di Alessandria lo chiamò lingua "Sacerdotale".
Forma Demotica
Come lingua scritta il demotico ebbe origine intorno alla XVI Dinastia e deriva da un'ulteriore semplificazione dello ieratico solo che, in
questo caso, anzichè semplificare e abbreviare singoli segni, venivano abbreviati dei gruppi interi che in demotico appaiono come un
unico segno.
Questa tipo di scrittura fu la sola forma che venne ampiamente usata per i successivi mille anni. Il termine demotico va riferito alla
lingua scritta che traduceva la parlata in uso dalla XV Dinastia alla fine del periodo romano. Spesso legato a elementi classici, il
demotico riflettè sempre più la lingua popolare ed era il tipo di scrittura favorito dal Governo e dagli scribi legali. Proprio per questo
motivo la scrittura demotica è "letteralmente" identificata come la scrittura "popolare" con un proprio vocabolario, una propria struttura
grammaticale e molti nuovi segni addizionali ed abbreviazioni. E' molto più difficile da leggere rispetto al geroglifico o allo ieratico.
Forma Copta
In ambito linguistico il termine "copto" viene generalmente applicato alla lingua parlata e scritta utilizzata in Egitto sin dall'epoca
cristiana dalla popolazione copta. Questa scrittura non è altro che la trascrizione dell'egiziano in greco elaborata dai cristiani egiziani i
cui segni vennero trascritti in un alfabeto che utilizzava delle lettere greche con l'aggiunta di alcune nuove lettere per rendere suoni
dell'egizio che non esistono in greco. Questo alfabeto venne adottato per ovviare alla mancanza di vocali nell'egizio.
Questo alfabeto fu utilizzato per scrivere moltissimi documenti su papiro o su altri supporti e ci hanno permesso di ricostruire un chiaro
quadro dell'Egitto post-faraonico. Dal III secolo d.C. il copto rimane la scrittura ufficiale e nel 391 quando l'imperatore Teodosio rende il
Cristianesimo culto ufficiale dello stato, viene proibita l'antica religione e quindi con la scomparsa degli ultimi sacerdoti la possibilità di
leggere l'antica sacra scrittura viene persa per millenni.
Nel 640 d.C. l'Egitto passa sotto il dominio Musulmano e alle soglie del XVII secolo, l’Arabo sostituira' completamente l'egiziano.
L'arte dei papiri
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Egitto
La scrittura geroglifica
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La scrittura egiziana nacque presumibilmente nella regione del Delta del Nilo, in un’epoca all’incirca contemporanea a quella
in cui si affermò la scrittura cuneiforme in Mesopotamia. I primi esempi di scrittura geroglifica risalgono al 3000 a.C. circa, nel
periodo anteriore all’unificazione del Paese sotto un unico sovrano, mentre gli ultimi appartengono al III secolo quando
progressivamente la scrittura geroglifica fu sostituita da quella copta, il cui alfabeto era derivato da quello greco.
Il linguaggio parlato e quello letterario erano nell'Antico Egitto notevolmente diversi. La maggior parte delle iscrizioni su
tombe, templi, colonne e statue era scritta in stile arcaico, mentre al linguaggio parlato si avvicinavano solo alcuni documenti,
come registrazioni di transazioni e lettere. Sulla base della lingua letteraria prevalente, la lingua egiziana è stata suddivisa in
cinque periodi. L'Antico Egiziano (da prima del 3000 al 2200 a.C. circa) è la lingua scritta del Periodo Predinastico e dell'Antico
Regno (I-VI dinastia).
Il Medio Egiziano (dal 2200 al 1600 a.C.) è la lingua letteraria classica, che si ritiene rispecchi la lingua parlata intorno al 2200
a.C.: il suo periodo di massimo splendore coincise con il Medio Regno e i periodi di transizione che lo precedettero e
seguirono (VII-XVII dinastia); inoltre, essa continuò a esistere come lingua letteraria (come avvenne molto più tardi per il
latino in Europa) fino verso il 500 a.C.. Intorno al 1380 a.C., all'inizio del Nuovo Regno (XVIII-XXVI dinastia), il Faraone
Akhenaton oltre alle innovazioni religiose introdusse il tardo egiziano (dal 1550 al 700 a.C. circa) come nuovo modello per la
lingua letteraria. Probabilmente basato sulla lingua parlata intorno al 1550 a.C., esso mostra notevoli cambiamenti
grammaticali e fonetici rispetto alla lingua precedente.
Poco prima che il Nuovo Regno cedesse alla dominazione persiana, l'egiziano demotico, cioè "popolare" (dal 700 a.C. al 400
d.C. circa), divenne la lingua letteraria di uso, e così rimase attraverso la dominazione persiana, greca e romana. Questa lingua
letteraria aveva una particolare forma di scrittura, detta anch'essa demotica, e sembra rappresentare la lingua parlata intorno
al 700 a.C.
Gli Egizi svilupparono tre forme di scrittura: i geroglifici (usati per le iscrizioni formali) e due derivazioni corsive, la scrittura
ieratica (fino al 650 a.C. circa) e quella demotica (dal 650 a.C. al 450 d.C. circa). In tutti e tre i sistemi, i segni potevano
rappresentare ideogrammi, sillabe (solo consonanti), lettere singole, e determinativi (ausili interpretativi per segni dotati di
più di un significato). La scrittura non rappresentava le vocali, e pertanto (tranne che per il copto) gli studiosi possono
ricostruire l'evoluzione fonetica della lingua solo attraverso le consonanti.
I Geroglifici: La parola significa ''sacra incisione''. Si conoscono circa 3000 caratteri di scrittura in uso nell'antico Egitto, in
parte ideografici o pittografici (ossia rappresentanti simbolicamente l'idea o l'oggetto), in parte fonetici (ossia rappresentati
sottoforma di sillaba o lettera). L'oggetto che si voleva significare veniva rappresentato in forma stilizzata (il sole per esempio,
era indicato da un disco). Se ne trovano impressi sui muri dei templi o sullo zoccolo delle statue, oppure possono essere scritti
con l'inchiostro sui papiri. Queste figure vengono ancora oggi chiamate impropriamente geroglifici, dal nome greco dato da
Clemente Alessandrino "grammata ieroglifica", cioè lettere sacre incise; mentre in realtà non avevano nulla di sacro infatti
erano impiegate per qualunque argomento e non limitate al linguaggio religioso. Ma la scrittura geroglifica, pur avendo un
numero notevole di ideogrammi, permetteva una limitata capacità espressiva; non era per esempio possibile trovare un
segno che esprimesse parole astratte come bontà o pensiero, nè verbi come attendere o meditare. Per sopperire alla
necessità di una più ampia espressione scritta fu adottato un sistema acrofonico di scrittura.
Ogni rappresentazione ideogrammatica possibile aveva un suono corrispondente, per esempio: l'ideogramma della parola
casa corrispondeva al suono "per". Questo suono acquistò il valore di una sillaba e fu usato per comporre parole che non
potevano avere un'espressione ideogrammatica, in cui appunto ricorresse il suono "per". Si estendevano così le possibilità di
espressione della scrittura ideogrammatica. La scrittura ieratica, usata nei manoscritti, è una abbreviazione corsiva dei
geroglifici. Ulteriormente abbreviata e facilitata ad uso popolare è la scrittura demotica. La chiave per decifrare i geroglifici fu
trovata dal francese J-F Champollion nel XIX secolo in seguito alla scoperta di una iscrizione (Stele di Rosetta) redatta in tre
alfabeti: geroglifico, demotico e greco.
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Ma i segni e i disegni non erano adatti per raffigurare parole astratte come i sentimenti; molti verbi come aspettare, vivere,
pensare e molti altri erano difficili da esprimere. Nel corso dei secoli gli Egiziani modificarono la loro scrittura in modo tale da
ovviare a tali difficoltà dando ad ogni figura un valore fonetico. Il geroglifico può essere letto sia da sinistra verso destra, che
da destra verso sinistra a seconda della parte verso cui sono voltati gli uccelli. Se ad esempio gli uccelli sono girati verso
destra, la lettura inizierà da destra, mentre se essi sono voltati a sinistra si comincerà da sinistra. Accanto a quella geroglifica
esisteva un’altra scrittura chiamata dai greci ieratica, che significa "sacra" anche se in questo caso non aveva niente di sacro.
Lo ieratico era un geroglifico corsivo e più sbrigativo utilizzato per tutto ciò che non dovesse esser inciso su pietra, né avere
carattere ufficiale. Contrariamente a quanto si possa pensare, era questa la grafia ordinariamente impiegata dalle persone
colte in epoca tolemaica romana. Con successive semplificazioni la scrittura ieratica sfocerà in quella chiamata dai Greci,
ancora una volta erroneamente, demotica, cioè "popolare" in uso dall’VIII secolo a.C., alla fine dell’Impero Romano, così detta
per distinguerla dalla scrittura precedente, propria della casta sacerdotale.
Il copto, invece, era un insieme di dialetti, con aggiunte di grecismi e di parole orientali, scritti con i caratteri greci, con
l’aggiunta di sette segni in più per indicare suoni che il greco non aveva. Era la lingua tardo-egizia adottata dai cristiani
indigeni che non amavano usare il greco perché "lingua dei pagani" e nella quale si conservano moltissime traduzioni di testi
sacri. In ogni caso è una lingua che presenta legami abbastanza stretti con l’antico egizio per la facilità di comprensione grazie
alla presenza di vocali.
Forma Ieratica Nella scrittura egiziana lo ieratico era uno sviluppo corsivo della scrittura geroglifica, quindi una
semplificazione dei segni originali per poter aumentare la velocità durante la scrittura. Questo tipo di scrittura appare durante
la III Dinastia e regolarmente usata fino alla fine del Nuovo Regno. Veniva usata specialmente per redigere tutti i documenti
che riguardavano la vita pubblica e religiosa : quindi testi, romanzi, canzoni, prescrizioni mediche, lettere private, rapporti
diplomatici e così via.
All'inizio il suo utilizzo prevedeva una tipo di scrittura sviluppato su colonne verticale ma successivamente lo ieratico tende ad
essere scritto orizzontalmente da destra verso sinistra.
Con il passare del tempo questa forma abbreviata di scrittura si allontanò sempre più dai segni originari sviluppando un
proprio stile rendendo sempre più difficile la lettura. Esiste anche una forma tarda dello ieratico chiamata "ieratico anormale"
che è molte distante e molto diverso dal tipo originario ed estremamente difficile da comprendere. In epoca tarda lo ieratico
fu usato solo in campo religioso e Clemente di Alessandria lo chiamò lingua "Sacerdotale".
Forma Demotica Come lingua scritta il demotico ebbe origine intorno alla XVI Dinastia e deriva da un'ulteriore semplificazione
dello ieratico solo che, in questo caso, anzichè semplificare e abbreviare singoli segni, venivano abbreviati dei gruppi interi
che in demotico appaiono come un unico segno.
Questa tipo di scrittura fu la sola forma che venne ampiamente usata per i successivi mille anni. Il termine demotico va riferito
alla lingua scritta che traduceva la parlata in uso dalla XV Dinastia alla fine del periodo romano. Spesso legato a elementi
classici, il demotico riflettè sempre più la lingua popolare ed era il tipo di scrittura favorito dal Governo e dagli scribi legali.
Proprio per questo motivo la scrittura demotica è "letteralmente" identificata come la scrittura "popolare" con un proprio
vocabolario, una propria struttura grammaticale e molti nuovi segni addizionali ed abbreviazioni. E' molto più difficile da
leggere rispetto al geroglifico o allo ieratico.
Forma Copta In ambito linguistico il termine "copto" viene generalmente applicato alla lingua parlata e scritta utilizzata in
Egitto sin dall'epoca cristiana dalla popolazione copta. Questa scrittura non è altro che la trascrizione dell'egiziano in greco
elaborata dai cristiani egiziani i cui segni vennero trascritti in un alfabeto che utilizzava delle lettere greche con l'aggiunta di
alcune nuove lettere per rendere suoni dell'egizio che non esistono in greco. Questo alfabeto venne adottato per ovviare alla
mancanza di vocali nell'egizio.
Questo alfabeto fu utilizzato per scrivere moltissimi documenti su papiro o su altri supporti e ci hanno permesso di ricostruire
un chiaro quadro dell'Egitto post-faraonico. Dal III secolo d.C. il copto rimane la scrittura ufficiale e nel 391 quando
l'imperatore Teodosio rende il Cristianesimo culto ufficiale dello stato, viene proibita l'antica religione e quindi con la
scomparsa degli ultimi sacerdoti la possibilità di leggere l'antica sacra scrittura viene persa per millenni.
Nel 640 d.C. l'Egitto passa sotto il dominio Musulmano e alle soglie del XVII secolo, l’Arabo sostituirà completamente
l'egiziano.
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