la vite: struttura e coltivazione

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE "VINCENZO DANDOLO"
SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA
LA VITE: STRUTTURA E
COLTIVAZIONE
Tesina per l'esame di maturità
Alunno: Michele Pezzini
Classe 5M
INDICE
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Introduzione
Capitolo 1 breve storia della vite....................................................pag.1
Capitolo 2 Fisiologia e cenni botanici............................................pag.3
Capitolo 3 Selezione e lavorazione.................................................pag.10
Capitolo 4 Fitoiatria.......................................................................pag.17
Capitolo 5 Tappa finale: La raccolta..............................................pag.23
Conclusione....................................................................................pag.24
INTRODUZIONE
La coltivazione della vite ha radici nella storia sociale, economica e culturale del
Mediterraneo.
Questa tipologia di pianta è un elemento caratteristico che possiamo trovare in vari
territori: montagna, pianura e sopratutto collina.
La vite à coltivata in tutti i continenti, ma uno in particolare ne eccelle, essendone
maggior produttore e centro della cultura del vino e dell'uva da tavola.
In Italia la coltivazione della vite si distingue in base a due categorie:
➢ vite per uva da tavola;
➢ vite per uva da vino;
la prima, è destinata al consumo diretto nonchè l'uva fresca che solitamente troviamo
sulle nostre tavole, nel secondo caso invece l'uva è destinata alla vinificazione..
La vite da vino è presente in tutte le Regioni,
dalle grandi zone viticole ai
vigneti
specializzati di notevole estensione , da
piccole parti di terreno presenti nelle isole ai
pendii della riviera ligure.
L' Italia è il primo paese produttore al mondo
di uva da tavola dove regioni, sopratutto nel
meridione (come per esempio Puglia, Sicilia)
uniscono tradizione ai vari miglioramenti di
coltura ai fini di commerciare ed esportare il
prodotto.
CAPITOLO 1
Breve storia della vite
La vite comune o vite euroasiatica è un
arbusto rampicante della famiglia Vitacee,
attualmente presente in tutti i continenti ad
eccezione dell'Antartide, in Europa è
coltivata nelle regioni centrali e meridionali.
La storia dei rapporti tra la vite e l'uomo
risale
ad
epoche
antichissime,
probabilmente alla fine del neolitico, in
seguito ad un'accidentale fermentazione di
uva conservata in rudimentali recipienti,
furono i Greci ad introdurre la
vitivinicoltura in Europa, già in epoca
minoica.
Studi paleontologici hanno dimostrato che
la pianta della vite era già diffusa in Italia,
ed in particolare in Toscana, dove furono ritrovate impronte fossili risalenti circa a
3.600.000 anni fa.
Gli Etruschi perfezionarono notevolmente le tecniche di viticoltura e svilupparono
un'intensa attività di esportazione del vino, diffondendolo ben oltre il bacino del
Mediterraneo.
I Romani perfezionarono ulteriormente le tecniche vitivinicole apprese dagli
Etruschi, ma con la crisi dell'Impero romano si crearono instabilità soprattutto nelle
campagne e quindi il declino della viticoltura, la superficie viticola faceva registrare
un sensibile calo mantenendosi in prevalenza nelle aree vicine alle città e in
prossimità delle coste.
Tra la fine del Basso Medioevo ed il Rinascimento
ripartì in Europa lo sviluppo della viticoltura
''borghese'':
lo
sviluppo
demografico,
la
concentrazione della popolazione nelle città e le
aumentate disponibilità economiche di artigiani e
commercianti portarono a grossi investimenti nella
viticoltura che tornava ad essere economicamente
conveniente.
Con la scoperta dell'America la vite fece il suo
ingresso nel Nuovo Continente dapprima in Messico
e successivamente anche in Sud America grazie ai
conquistadores.
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Nel XIX secolo due malattie e un insetto provenienti dall' America sconvolgono la
vite, la Peronospora, l'oidio e la fillossera, che distrussero enormi quantità di vigneti,
sui vitigni
sopravvissuti i coltivatori furono costretti a utilizzare regolarmente prodotti
fitosanitari come lo zolfo e il rame per contrastare l'oidio e la peronospora.
Nella seconda metà del XX secolo si è assistito ad un approccio improntato verso la
tradizione alla moderna viticoltura basata su precise conoscenze scientifiche in
ambito microbiologico e chimico.
Tale cambiamento è avvenuto anche grazie a spinte di aspetto economico,culturale,ed
a un diverso modello di vita e alimentazione che hanno portato ad una modificazione
della richiesta sempre più orientata verso prodotti di qualità.
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CAPITOLO 2
Fisiologia e cenni botanici
La vite coltivata per il vino e l'uva da tavola appartiene alla specie Vitis vinifera,
famiglia Ampelidae originaria dell' Europia, Asia occidentale e Africa del Nord.
La vite Europea è una pianta legnosa, a radice prima fiottante e poi fascicolata; nelle
piante coltivate la radice ha un andamento
che dipende dal tipo di portainnesto.
Uno degli aspetti importanti della vite è la
natura delle sue gemme, in particolare
quelle che producono i fiori, le cosiddette
gemme miste.
La prima parte della loro differenziazione
inizia fine maggio;
in autunno le grosse gemme contengono
gli abbozzi dei grappoli;
nell'anno successivo alla loro formazione
le gemme si schiudono e danno origine al tralcio uvifero che porta i fiori, quindi
l'uva.
La morfologia della vite si distingue in:
Le radici della vite, che si propaga tramite talee-innesto o talee-semplici innestate a
dimora, sono avventizie e fascicolate e si formano vicino al taglio della talea, in
corrispondenza del nodo.
La parte apicale della radice maggiormente interessata all'assorbimento dell'acqua e
delle sostanze nutritive si presenta così suddivisa:
– apice vegetativo protetto dalla cuffia, ove si verifica un'intesa moltiplicazione
cellulare;
– zona pilifera di distensione cellulare, dove si
ha il maggior assorbimento;
– zona suberificata, che assume colore dal
bianco sporco fino al bruno delle radici adulte.
Il fusto, detto anche tronco o ceppo, è verticale e può
proseguire orizzontale o inclinato. Su di esso sono
inseriti i rami di più anni e quelli di un anno che
portano la fruttificazione.
I rami, detti tralci, hanno nodi ed internodi con
midollo spugnoso.
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Le foglie, sono ampie, provviste di picciolo e hanno forma palmatolobata, con 3-5
lobi più o meno accentuati e margine segmentato.
I fiori, sono ermafroditi ,a grappolo, emessi dalle
gemme miste. L'impollinazione è in prevalenza
anemofila.
I frutti, sono bacche, detti acini, di varie forme,
dimensioni e colore. Gli acini sono portati dal
respo, possono avere dei semi, i vinaccioli.
Il frutto è composto dalle seguenti parti:
➢ epicarpo o buccia
➢ mesocarpo o polta
➢ endocarpo o vinaccioli/semi.
L'infiorescenza della vite è un grappolo composto inserito sul nodo dalla parte
opposta della foglia. Sul germoglio si trovano 1,2,3 e raramente più grappoli a partire
dal secondo, terzo nodo.
Il grappolo è composto da un asse centrale detto rachide, su cui inseriscono
ramificazioni laterali, i racimoli, che portano i fiori. Il grappolo può essere di varia
forma ( rotonda, cilindrico, piramidale, alato).
I COSTITUENTI DEL FRUTTO
Nell'uva sono presenti due tipi di zuccheri: il glucosio e fruttosio.
Oltre a questi vi sono presenti sostanze azotate cioè amminoacidi e ione
ammonio( utilizzati dai lieviti per il loro sviluppo durante la fermentazione) , le
proteione (non essendo assimilate dai lieviti precipitano sottoforma di fecce).
Moscato e Marsala sono aromi particolari che si formano nell'uva.
Nel grappolo sono presenti tre acidi organici: tartarico 60%, malico 25%, tartarico
60%, questi diminuiscono fortemente con la maturazione.
Altri costituenti sono: sostante peptiche, che vengono idrolizzate e diminuiscono, e le
sostante fenoliche, i tannini, che conferiscono i gusto astringente al vino.
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Infine ci sono i pigementi colorati antociani e flavoni che conferiscono
rispettivamente la colorazione all'uva rossa e bianca.
ANOMALIE CHE SI VERIFICANO SUL GRAPPOLO
➢ filatura: avviene prima della fioritura, consiste nella trasformazione del
grappolo in viticcio;
➢ colatura: fase della caduta dei fiori
➢ acinellatura: si verifica quando le bacche prive di semi rimangono piccole
durante la maturazione e può essere acinellatura verde (presenta acini verdi) o
acinellatura dolce (si nota quando gli acini pure restando piccoli maturano
addirittura risultando più dolci del normale).
I FITOREGOLATORI ENDOGENI
Sono sostante che modificano e influenzano dei processi naturale delle piante:
• auxine: elaborate dall'apice, responsabili dell'accrescimento in lunghezza dei
germogli;
• giberelline: sono sintetizzate dalle giovani foglie, favoriscono l'accrescimento
degli internodi e stimolano la produzione delle auxine;
• citochinine: esse favoriscono la sintesi sia delle auxine che delle giberelline;
• acido abscissico: viene prodotto dalle foglie adulte, determina il blocco e
l'accrescimento dei germogli.
AMBIENTE PEDOCLIMATICO
La vite trova in Italia le condizioni ideali di clima e terreno, per cui viene coltivata in
tutte le regioni dalla Sicilia al Piemonte.
Gli aspetti principali del clima sono la temperatura, la piovosità e l'insolazione.
✔ La temperatura: importanti sono le temperature minime e massime che
possono danneggiare la vite. Le minime termiche vengono distinte in inverni
freddi in brinate autunnali e primaverili.
La vite europea resiste ai freddi invernali fino a temperature minime di 15-20°
c, mentre la vite americana finoi a -25° c.
Vengono considerate più dannose le gelate primaverili piuttosto di quelle
autunnali, con lesioni dei germogli, mancato sviluppo della fruttificazione e
della gemme secondarie.
In presenza di alte temperature invece si possono verificare fenonemi di
apoplessia.
✔ Pioggia: la vite è considerata pianta arido-resistente, che si adata ai terrenei
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✔
✔
✔
✔
✔
piuttosto siccitosi. Molti vigneti italiani sono impiantati in zone collinari
soggette a siccità estiva.
Le quantità di pioggia per la vite coltivata solo le seguenti
-14-15 mm durante il germogliamento
-10 mm durante la fioritura
-40-115 mm nel periodo successivo fino all'invaiatura
-80-100 mm tra l'invaiatura e la maturazione
-0-40 mm durante la vendemmia.
Luce: la vite è una pianta eliofila e
quindi si avvantaggia della luminosità
dell'ambiente.
Terreno: la vite si adatta a diversi tipi di
terreno, prediligendo i quelli a medio
impasto, con buone caratteristiche
fisiche, chimiche e biologiche.
-terreni calcarei: si ottengono vini con
buon grado zuccherino, ma scarsa
acidità.
-terreni umiferi: troppo ricchi di sostanza organica, sono in genere da scartare
per il vigneto, non tanto per la produzione che risulta abbondante, quanto per la
qualità scadente, fornendo vini grossolani.
-terreni argillosi: associata al calcare potrebbe conferire corpo e colore al vino.
Nei terreni argillosi, a parte problemi di smaltimento acque con fenomeni di
asfissia e marciumi radicali, si ottengono minori quantità ma migliori qualità di
uve.
-terreni sabbiosi: quando non risultano siccitosi, consentono un buon sviluppo
della vite e produzioni pregiate, in quanto la sabbia conferisce leggerezza e
profumo al vino.
Giacitura: la vite trova l'habitat ideale in collina.
Esposizione: è molto importante nelle zone più a nord dove la vite predilige le
esposizioni soleggiate verso sud o sud-ovest. Più indicato l'orientamento nordsud, che consente una buona illuminazione sulle pareti del filare.
Altitudine: rappresenta un limite all'areale della vite, in quanto quest'ultima
non cresce oltre una certa altezza. Aumentando l'altitudine diminuisce la
temperatura e si ritarda la maturazione dell'uva.
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STADI FENOLOGICI
Il ciclo vegetativo annuale è collegato all'andamento climatico colturale.
Gli stati fenologici della vite sono i seguenti:
I. Riposo vegetativo
Si ha quando la pianta ha perso le foglie, non avviene più la fotosintesi, la
pianta esposta alle basse temperature entra in riposo vegetativo cioè periodo in
cui non circola linfa.
II. Germogliamento
Ad aprile la gemma si schiude ed esce l'inizio del ramo.
La crescita del germoglio è influenzata dalle condizioni climatiche, favorevoli
sono i 10°c.
Sul germoglio si formano nodi,internodi, gemme, grappoli, cirri e foglie.
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III.
Fioritura
Avviene a metà giugno dura da 9 a 21 giorni e sul grappolo il fiore persiste dai
4 agli 8 giorni.
IV.Impollinazione o allegagione
Il fiore in questa fase è già stato fecondato e si trasforma in frutticino, questa
fase avviene a giugno.
V. Accrescimento del frutto
In questa fase, che termina a metà luglio e inizi di agosto, il frutto assorbe
l'acqa del terreno, si ha lo sviluppo e l'accrescimento dell'acino.
Ad agosto si verifica il completamento delle strutture dei tralci.
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VI.
Invaiatura
Avviene circa a metà agosto, il frutto cambia il colore, da verde diventa rosso,
diminuisce la clorofilla e compaiono i colori propri dell'acino.
La colorazione dell'acino è dovuta sia agli antociani che conferiscono il colore
rosso al vino che ai flavoni che sono responsabili della colorazione delle uve
bianche.
VII.
Maturazione
Questa è la fase che interessa maggiormente la vendemmia.
I vari tipo di maturazione sono:
maturazione tecnologica, si raggiunge quando il rapporto tra acidi e
zuccheri diviene costante e l'uva ha le caratteristiche ottimali per
vinificazione.
Maturazione fenolica, si ha quando i contenuti in antociani e tannini delle
bucce sono massimi.
Maturazione aromatica, è legata al contenuto in aromi varietali.
La fase di maturazione dell'uva inizia con l'invaiatura e prosegue per un periodo di
tempo di circa 30-35 giorni per le varietà precoci (Pinot nero, Chardonnay) e di 5055 giorni per le varietà tardive (Sangiovese, e Verdicchio).
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CAPITOLO 3
Selezione e lavorazione
IMPIANTO DEL VIGNETO E CURE COLTURALI
-Scelta del portainnesto
il portainnesto viene scelto in funzione del tipo di terreno del vitigno da impiantare,
dall tipo di forma di allevamento scelto e dell'obiettivo enologico che s'intende
percorrere.
I portainnesti vengono scelto per due motivi:
-resistente alla fillossera
-resistente a particolari condizioni del terreno (calcare,
secco,argilloso,compatto,ecc..).
I portainnesti che hanno conferito resistenza alla follossera sono ottenuti dalla
selezione di specie i vitis originarie dall'America. I portainnesti sono pertanto
selezioni di incroci delle specie: Vitis berlandieri, Vitis riparia e Vitis rupestris.
-Propagazione
la propagazione della vite avviene tramite talea,vengono radicare porzioni di ramo
provvisto di gemme, ottenendo piante identiche sotto il profilo generico alla pianta
madre.
La moltiplicazione vegetativa avviene in vivaio in zona chiamata barbatellaio che
ospita le talee già radicate chiamate appunto barbatelle. Sulle talee viene l'innesto, per
ridurre i costi di manodopera , può avvenire direttamente in vivaio eseguita
meccanicamente;oppure viene eseguita direttamente in campo nel periodo di riposo
vegetativo o alla fine dell'estate
-Scelta del vitigno
per i vini che sono riconosciuti per legge, ovvero hanno una denominazione d'origine,
i disciplinari di produzione stabiliscono i vitigni e le loro quantità da impiantare
sull'unita di superficie.
I vitigni si distinguono in :
Internazionali come per esempio Merlot e Pinot nero ;
Nazionali o Autoctoni: allevati in Italia come per esempio Barbera, Sangiovese ,
Trebbiano toscano;
Locali o autoctoni: sono diffusi in poche provincie come per esempio Sangratino ,
Albana.
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LAVORI PREPARATORI
-Preparazione del terreno
La vite trae beneficio da un tipo di terreno detto ' riposato' e da un terreno ben dotato
di sostanza organica.
Il terreno deve essere lavorato e bisogna farlo areare , sopratutto nel periodo
invernale, per migliorare la struttura, aumentare la capacita idrica, evitare lo sviluppo
di funghi dannosi per le radici della vite.
Da un punto di vista operativo le operazioni che un viticoltore deve mettere in
pratica, una volta che ha individuato il tipo di vitigno, il portainnesto e la forma di
allevamento sono:
-lo scasso del terreno:che permette un migliore sviluppo radicale della pianta e può
essere eseguito su tutta la superficie del terreno .
-il livellamento: si livella il terreno per favorire il flusso idrico e agevolare il
passaggio con le macchine agricole.
-drenaggio: viene effettuato in terreni con scarsa pendenza, con ristagni idrici; un
altro sistema è la 'baulatura' si ottiene creando dossi lungo la fila sui quali si piantano
le viti in modo che le radici non rimangano in contatto con la zona umida del terreno.
-lavorazioni a doppio strato: si effettua una prima operazione chiamata 'ripuntatura'
cioè consiste nella rottura degli strati profondi del 70-80 cm, nei quali ristagna
l'acqua. Mentre l'altra operazione è chiamata 'scarificatura' cioè nell'esecuzione di
tagli verticali del terreno con appositi attrezzi discissori; la differenza riguarda
essenzialmente la minor profondità di esecuzione 20-30 cm
-Gestione del suolo
si possono effettuare tre operazioni che hanno lo scopo di controllare le infestanti e le
malerbe, migliorare la porosità e la struttura del terreno, arieggiare il terreno e infine
permettere l'infiltrazione dell'acqua.
L'inebirmento: consiste del lasciar sviluppare l'erba, effettuando poi degli sfalci
periodici, in primavera ogni 15-20 giorni, per evitare una veloce decomposizione con
la perdita di elementi nutritivi.
Ha il vantaggio di evitare l'erosione del terreno, di apportare sostanza organica e di
permettere il passaggio con la macchine operatrici agricole.
Inoltre permette alle radici di salire in superficie ed avere uno spazio per recuperare
le sostanze nutritive.
Lavorazioni meccaniche superficiali: vengono effettuate ogni 15-20 giorni, quando vi
e lo sviluppo dell'erba dalla primavera in poi.
Diserbo: si effettua utilizzando diserbi che agiscono per contatto ed eliminano
qualsiasi infestante.
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CONCIMAZIONI
Concimazione preimpianto
Al momento dello scasso viene effettuata una concimazione di fondo a base di
letame, per migliorare la struttura e con e con concimi chimici per aumentare la
dotazione in elementi nutritivi. Gli elementi minerali che vengono distribuiti sono
fosforo e potassio e numerosi microelementi come Mg, Fe, Ca.
Concimazione ordinaria
la concimazione organica si effettua ogni 4 o 5 anni.
La concimazione minerale con microelementi, viene conferita di soccorso
all'apparato fogliare e non radicale; mentre i macroelementi vengono distribuiti tutti
gli anni, in primavera.
Per la concimazione a base di azoto, fosforo, potassio le dosi consigliate sono:
N 80-100 kg/ha
P2O5 40-60 kg/ha
K2O 120-180 kg/ha
IRRIGAZIONE
viene effettuata dall'allegagione all'invaiatura e si distingue in ordinaria e di
soccorso,si effettuano diverse modalità d'irrigazione che sono:
-localizzata:non crea umidità, conferisce l'acqua alla singola pianta (l'impianto a
goccia);
-per scorrimento:l'acqua scorre sulla superficie (come se fosse una rete di scolo)
-a pioggia o per aspersione: effettuata con impianti fissi hanno la funzione di portare
l'acqua in campo tramite irrigatore mobile.
SESTI D'IMPIANTO
Nella scelta della distanza d'impianto si deve tener presente che la produzione
migliore si ottiene nelle zone maggiormente esposte ad insolazione. Quindi è
importante che tutta la pianta sia esposta al sole. Ma dipende dalla forma di
allevamento che si vuole attuare
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11Sesti d'impianto e carica di gemme dei principali sistemi di allevamento della vite.
CULTIVAR
SESTI IN
METRI FRA
LE FILE E
SULLA FILA
PIANTE A Ha
GEMME PER
PIANTE
GEMME PER
PIANTA
Alberello
1,0-2,0 1,2-2,0 2500-10000
4 – 12
30-50000
Guyot
1.2-2,0 1.0-1,5 2800-8000
8 – 10
30-60000
Doppio
capovolto
2,0-3,0 1,5-2,5 1500-2500
20-30
50-80000
Cordone
speronato
2,0-3,0 1,5-2,0 1600-3000
20-40
50-80000
Sylvoz
2,5-3,5 1,5-2,5 1600-3000
50-30
880- 120000
Pergola trentina 2,5-3,5 o,8-1.2 2400-5000
30-40
80-130000
Pergola
veronese
4.5-5,0 0,9-1,2 1600-2700
60-80
120-160000
Tendone
2,0-3,0 2,0-3,0 1100-2500
40-50
70-100000
Belussi
7,0-8,0 1,0-1,5 830-1400
30-60
80-120000
Doppia cortina 3,8-4,2 1,0-1.5 1600-2500
(GDC)
30-60
80-100000
Cortina
semplice
20-30
50-80000
2,5-3,0 1,5-2,0 1500-2500
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FORME DI ALLEVAMENTO
La forma di allevamento può essere definita come l'insieme delle tecniche scelte dal
viticoltore per modificare la naturale morfologia della vite e ''guidarla''verso un
modello specifico alo scopo di perseguire tre fondamentali obiettivi: ottimizzare la
fotosintsi clorofilliana, massimizzare le capacità genetiche del vitigno e rendere
attuabile la meccanizzazione dei avori nel vigneto.
Guyot: consiste nell'allevare la vie in modo da lasciare un capo al frutto legato
al filo di ferro più basso. Da questo tralcio si sviluppano poi germoglio
fruttiferi che si ancorano a fili di sostegno superiori.
Il sistema guyot viene spesso modificato piegando verso il basso il capo a
frutto(guyot capovolto) o lasciando due capi a frutto piegati (doppio
capovolto).
Cordone:i sistemi a cordone hanno numerose varianti, consistono nell'
allevamento della vite fino a sviluppare un cordone permanente orizzontale da
cui partono 5-10 capi a frutto di 2-4 gemme con o senza sperone.
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Cordone speronato: sul cordone sono inseriti 6-10 speroni potati a 2-4 gemme.
Sylvoz: Il cordone è appoggiato a un filo posto all'altezza di 120-180 cm e
porta 5-8 capi a frutto piegati verso il basso e legati a un filo teso a 80-120 cm
da terra; i tralci di sostituzione si sviluppano alla curvatura dei capi a frutto.
GDC o cortina doppia: forma simile alla cortina pendente, con uno
sdoppiamento dei cordoni. L a vegetazione è libera di ricadere verso il basso,
ciò controlla vigoria e consente una buona illuminazione dei grappoli.
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MESSA A DIMORA
Si effettua in autunno nelle zone a clima mite o in primavera in quelle a clima rigido.
Il sesto d'impianto è scelto in funzione del clima, del terreno e della varietà, della
forma di allevamento e del livello di meccanizzazione.
Si esegue il picchettamento dell'appezzamento e si scavano le buche destinate ad
accogliere la pianta. Queste vengono sottoposte a una potatura di trapianto che
consiste nell'eliminazione dei tralci, a eccezione di uno a cui vengono lasciate 2-4
gemme e nalla riduzione dell'apparato radicale.
Le radici vengono spesso immerse in una poltiglia di terra, liquame e acqua per
favorire l'attecchimento.
POTATURA
Nella vite si effettua la potatura di allevamento e la potatura di produzione; con la
prima si interviene per costruire la forma voluta; con la seconda, si predispone la
pianta alla migliore produzione e si mantiene la forma.
Con la potatura di produzione si asportano i tralci che hanno fruttificato, si
tagliano,alle adeguate lunghezze, quelli che devono fruttificare e si preparano i
cosiddetti ''tralci di sostituzione'' ovvero si preparano gli speroni per la fruttificazione
futura.
Legata alla potatura è la carica di gemme per ha, cioè n° di gemme presenti nel
vigneto dopo la potatura di produzione. Questo dato ha un ruolo importante nello
sviluppo del vigneto in termini di qualità e di quantità dell'uva prodotta.
In base all'epoca si distingue la potatura secca e la potatura verde.
La potatura secca si esegue durante il riposo vegetativo(inverno).
La potatura verde ha lo scopo di ridurre un eccessivo sviluppo della chioma che
soffoca i grappoli, di favorire il passaggio nell'interfilare delle macchine agricole e
rendere più efficace l'azione dei formulati nella difesa fitosanitaria.
Un esempio di tipi di potatura è il guyot dove si effettuano tre tagli,
1. il primo di soppressione o tagli o del passato: eliminato il tralcio a frutto che
aveva già prodotto l'anno precedente.
2. Taglio del presente o spuntatura: eseguito per predisporre il tralcio dell'anno
successivo
3. tagliio del futuro o speronatura, si effettua raccorciano a 2 o 3 gemme, per far
rigenerare lo sperone dell'anno successivo.
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CAPITOLO 4
Fitoiatria
In questa sezione sono presentate le fitopatie della vite, classificate in base alla causa
dell'insorgenza della malattia.
Tra queste sono state scelte e trattate in modo più approfondito, le fitopatie che nelle
nostre zone creano un danno economico rilevante e quindi la comparsa degli
eventuali sintomi richiede interventi di lotta specifici.
➢ Avversità della vite
➢ Malattie di natura infettiva provocate dai funghi più importanti:
– peronospora della vite
– oidio o mal bianco
– muffa grigia o botrite
➢ Malattie di natura infetiva provocate dai fitoplasmi
– flavescenza dorata
➢ Gli insetti che provocano danni alla vite sono
- tignoletta della vite
- cicalina gialla
- cicalina verde
- scafoideo o cicalina della flavescenza dorata
- filosoffera della vite.
DESCRIZIONE DELLE FITOPATIE IMPORTANTI:
PERONOSPORA plasmopara Viticola
Identificazione e sintomi
La Peronospora della vite rappresenta
una delle più gravi fitopatie della vite
europea coltivata. Il fungo colpisce
quasi tutti gli organi erbacei: foglie,
germogli,
infruttescenze
e
infiorescenze.
• Sintomi sulle foglie che può
essere duplice cioè a macchia
d'olio che è tipica delle prime
infezioni peronosporiche con
umidità elevata e temperatura
media non troppo alta. Questa
sintomatologia si presenza con chiazze tondeggianti prima verdi chiaro poi
giallastre, sparse sul lembo.
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• A mosaico, si manifesta con piccole macchie nevrotiche localizzate vicino alle
nervature e sparse, su tutto il lembo.
Sintomi sul grappolo:
l'attacco peronosporico precoce può avvenire dalla prefioritura e protrarsi a fine
fioritura, si evidenzia con una improvvisa deformazione della parte terminale del
grappolo che si incurva ad uncino ed assume una colorazione brunastra,come se fosse
stato scottato;
successivamente in condizioni di eccessiva umidità il grappolo si ricopre della
caratteristica muffetta biancastra.
Sintomi sui germogli e sui tralci
L'attacco si evidenzia nei germogli erbacei con allessature ed imbrunimenti,invece
nel giovane tralcio si evidenziano portamenti contorti nella parte terminale. In
entrambi i casi compare la muffetta biancastra.
Lotta
-interventi meccanici: consistono nella distruzione delle foglie con scarsi risultati
-intervento agronomico:consistono nell'asportazione delle femminelle della porzione
basale dei ceppi. Questi organi erbacei sono molto esposti alle prime
infeioni.interveno chimico: uso degli agrofarmaci rameici ed ditiocarbammati.
OIDIO Uncinula necator
Idendificazione e sintomi
L'oidio rappresenta la seconda malattia fungina; esso è un fungo epifita che
aggredisce tutti gli organi erbacei della pianta, determinando diverse sintomatologie.
Sintomi sul grappolo:
gli acini possono essere colpiti subito dopo
all'allegagione e fino all'invaiatura.
Sulla superficie dell'acino si nota una patina
biancastra di spetto polverulento (micelio epifita).
Sotto il micelio epifita i tessuti epidermici dell'acino
evidenziano vistose reticolature nerastre.
Le zone necrotiche tendono a suberificare per cui la
buccia si ispessisce ostacolando l'accrescimento
dell'acino, di conseguenza l'acino si spacca
determinando gravi lesioni.
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Sintomi sulle foglie
In caso di gravi infezioni si notano sul lembo fogliare delle chiazze più chiare di varia
estensione, su cui compare una leggera patina bianco grigiastra.
In ogni caso si notato reticolature scure, localizzate sopratutto presso le nervature.
Sintomi sui tralci e sui germogli.
Sui tralci si presentano estese lesioni necrotiche,a ragnatela, che rimangono evidenti
anche quando il tralcio significa. I tralci rimangono più deboli, presentano disformità
e ritardi di lignificazione.
Mentre i germogli nel caso di infezioni precoci da gemme infette risultano atrofiche e
deformi.
Lotta
Intervento chimico: il metodo tradizionale di lotta contro l'oidio della vite, consiste
nell'applicare alle piante, zolfo in polvere o bagnabile.
BOTRITE Sclerotinia=Botryotinia
Identificazione e sintomi
è un fungo parassita che colpisce i grappoli e altri organi erbacei, ogni organo colpito
forma una''muffa grigia''.
Sintomi sul grappolo
colpisce gli acini a inizio maturazione , questi degradano in un classico marciume
molle su cui si forma quasi sempre la muffa grigia.
Sintomi sulle foglie
si manifestano in primavera con nevrosi rossastre che
successivamente possono estedersi su tutta la pagina
fogliare.
Sintomi sui germogli e sui tralci
sui germogli si possono notare dei marciumi molli che
tendono a necrosare e a disseccare, mentre sui tralci si
possono notare delle necrosi e degli imbrunimenti diffusi.
Lotta
lotta chimica simile a quella dell'oidio, la difesa di lotta
antibotritica tramite il calendario fenologico si basa su
interventi preventivi da effettuarsi a fasi fenologiche fisse.
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FLAVESCENZA DORATA flavescenza dorata
identificazione e sintomi
è una malattia provocata dai fitoplasmi, le peculiarità di questa malattia a differenza
della altre citate sono
• l'arresto improvviso dell'attività vegetativa
• mancato ingrossamento del grappolo i ci acini tendono a dissecare
• germogli tendono a curvarsi
• le foglie presentano degli arrotolamenti
• i tralci evidenziano difficoltà di lignificazione e
consistenza gommosa.
Lotta
la lotta non è diretta al patogeno ma tende a controllare e
combattere il vettore, in caso di presenza dell'infezione si
devono eliminare le piante colpite.
TIGNOLETTA DELLA VITE Lobesia Botrana
Identificazione e sintomi
il danno è determinato dallo stadio larvale. Le larve della prima generazione
attaccano i grappolini fiorali, si nutrono dei singoli bottoni fiorali costruendo anche
dei nidi sericei, visibili nella parte interna del grappolo.
Le larve della seconda generazione sono più
pericolose perchè si nutrono degli acini,
entrandovi e svuotandoli.
L'attacco è evidente in quanto gli acini
avvizziscono ed imbruniscono.
Lotta
la lotta contro la tignoletta si effettua con tecniche
di lotta guidata che si basano sul monitoraggio
eseguito con tecniche di campionamento o con l'uso di trappole.
CICALINA VERDE/GIALLA Empasca vitis
identificazione e sintomi
sono insetti appartenenti al gruppo dei rincoti, hanno aspetto
vario, apparato boccale pungente e succhiante, il danno è
determinato appunto dalle punture che si notano sulle
nervature delle foglie evidenziando poi dele necrosi marginali.
La cicalina verde sverna sulle conifere mentre la cicalina gialla
sverna sulle siepi.
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Lotta
Gli interventi chimici sono mirati alla seconda
generazione. Si effettua una lotta guidata
mediante campionamento delle foglie basali e
mediate. La sogli d'intervento è di due forme
mobili per foglia.
CICALINA DELLA FLASCENZA DORATA scaphoideus titanus
Identificazione e sintomi
lo schaphoideus titanus è un insetto, il danno è provocato da tutti gli stadi che
succhiano la linfa delle nervature fogliari e dai
giovani germogli, la reazione della pianta è
generalmente blanda, a volte si notano necrosi
marginali e alterazioni cromatiche, rapportabili agli
attacchi delle altre cicaline.
Il danno maggiore è rappresentato dalla possibilità
di trasmissione da parte di questa cicalina, della
flavescenza dorata (sostenuta da un fitoplasma).
Lotta
il trattamento va mirato contro le prime forme giovanili (metà giugno), ripetendo
l'intervento altre due volte, per combattere le nuove forme giovanili, oppure per
abbattere eventuali adulti in migrazione da zone contigue.
FILOSSERA DELLA VITE viteus vitifoliae
identificazione e sintomi
la fillossera è un insetto di origine
americana. Il danno determinato dalle
punture di questo Afide si riscontra
sulle radici: dove provoca la
formazione di galle nodose e
perdita di capacità assorbente;
sulle foglie: dove compaiono galle
tondeggianti
e
rugose
che
erompono verso la pagina inferiore
originando una superficie nodosa e
irregolare
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Il danno si differenzia a seconda della vite attaccata:
se si tratta di vite americana il danno radicale è limitato perchè le radici di
quesata vite sono poco sensibili e reattive alla puntura della Fillossera, mentre
sono meno reattive le foglie che producono una grande quantità galle.
Se si tratta di vite europea il danno è più rilevante in quanto le radici di questa
vite sono particolarmente sensibili e producono galle vistose se punte
dall'insetto. Queste galle degenerano e provocano una disorganizzazione grave
dei tessuti radicali compromettendo la funzione assorbente.
Lotta
la lotta della fillossera da anni viene effettuata mediante una pratica di propagazione:
innesto di vite europee su portainnesto di vite americana.
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CAPITOLO 5
Fase finale: la raccolta
La raccolta dell'uva viene effettuata quando si è raggiunta la fase di maturazione
completa e sopratutto quando si è raggiunto un certo grado zuccherino, a parità di
tutti gli altri elementi (sanità del grappolo, colore degli acini, considerazioni
meteorologiche, organizzazione del lavoro di raccolta ecc.)
La raccolta dell'uva può essere eseguita a mano, la classica vendemmia oppure a
macchina.
L'introduzione delle vendemmiatrici è iniziata con qualche difficoltà per problemi
strutturali (forme di allevamento non adatte, piccole superfici, pendenza dei terreni
ecc.)
Attualmente vengono utilizzate vendemmiatrici semoventi scavallatrici,
vendemmiatrici trainate a scotimento laterale o verticale.
Appena i grappoli sono staccati dalla pianta sono immediatamente trasferiti alla
cantina per la vinificazione.
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CONCLUSIONE
Mi sono soffermato nel descrivere 'la coltivazione della vite' , perchè spesso assisto
mio nonno mentre si occupa del suo vigneto. Al fine di ogni stagione, il vigneto
richiede molta manodopera . Le migliori operazioni che si effettuano,consentono di
ottenere un vino di ottima qualità.
Il settore vitivinicolo attualmente è in forte crescita. L'Italia è uno dei paesi al mondo
esportatori di vini DOC,perchè è favorita dal suo territorio e dal suo clima
mediterraneo.
La zona bresciana è molto richiesta nel settore vitivinicolo; vi è la presenza di molti
appezzamenti che appunto costituiscono un eccesso produttivo. Sono convinto, che
rimarrà sempre un settore in forte sviluppo, perchè l'Italia ha un clima adeguato, da
consentirne un'ottima qualità molto pregiata
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