ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE "VINCENZO DANDOLO" SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA LA VITE: STRUTTURA E COLTIVAZIONE Tesina per l'esame di maturità Alunno: Michele Pezzini Classe 5M INDICE • • • • • • • Introduzione Capitolo 1 breve storia della vite....................................................pag.1 Capitolo 2 Fisiologia e cenni botanici............................................pag.3 Capitolo 3 Selezione e lavorazione.................................................pag.10 Capitolo 4 Fitoiatria.......................................................................pag.17 Capitolo 5 Tappa finale: La raccolta..............................................pag.23 Conclusione....................................................................................pag.24 INTRODUZIONE La coltivazione della vite ha radici nella storia sociale, economica e culturale del Mediterraneo. Questa tipologia di pianta è un elemento caratteristico che possiamo trovare in vari territori: montagna, pianura e sopratutto collina. La vite à coltivata in tutti i continenti, ma uno in particolare ne eccelle, essendone maggior produttore e centro della cultura del vino e dell'uva da tavola. In Italia la coltivazione della vite si distingue in base a due categorie: ➢ vite per uva da tavola; ➢ vite per uva da vino; la prima, è destinata al consumo diretto nonchè l'uva fresca che solitamente troviamo sulle nostre tavole, nel secondo caso invece l'uva è destinata alla vinificazione.. La vite da vino è presente in tutte le Regioni, dalle grandi zone viticole ai vigneti specializzati di notevole estensione , da piccole parti di terreno presenti nelle isole ai pendii della riviera ligure. L' Italia è il primo paese produttore al mondo di uva da tavola dove regioni, sopratutto nel meridione (come per esempio Puglia, Sicilia) uniscono tradizione ai vari miglioramenti di coltura ai fini di commerciare ed esportare il prodotto. CAPITOLO 1 Breve storia della vite La vite comune o vite euroasiatica è un arbusto rampicante della famiglia Vitacee, attualmente presente in tutti i continenti ad eccezione dell'Antartide, in Europa è coltivata nelle regioni centrali e meridionali. La storia dei rapporti tra la vite e l'uomo risale ad epoche antichissime, probabilmente alla fine del neolitico, in seguito ad un'accidentale fermentazione di uva conservata in rudimentali recipienti, furono i Greci ad introdurre la vitivinicoltura in Europa, già in epoca minoica. Studi paleontologici hanno dimostrato che la pianta della vite era già diffusa in Italia, ed in particolare in Toscana, dove furono ritrovate impronte fossili risalenti circa a 3.600.000 anni fa. Gli Etruschi perfezionarono notevolmente le tecniche di viticoltura e svilupparono un'intensa attività di esportazione del vino, diffondendolo ben oltre il bacino del Mediterraneo. I Romani perfezionarono ulteriormente le tecniche vitivinicole apprese dagli Etruschi, ma con la crisi dell'Impero romano si crearono instabilità soprattutto nelle campagne e quindi il declino della viticoltura, la superficie viticola faceva registrare un sensibile calo mantenendosi in prevalenza nelle aree vicine alle città e in prossimità delle coste. Tra la fine del Basso Medioevo ed il Rinascimento ripartì in Europa lo sviluppo della viticoltura ''borghese'': lo sviluppo demografico, la concentrazione della popolazione nelle città e le aumentate disponibilità economiche di artigiani e commercianti portarono a grossi investimenti nella viticoltura che tornava ad essere economicamente conveniente. Con la scoperta dell'America la vite fece il suo ingresso nel Nuovo Continente dapprima in Messico e successivamente anche in Sud America grazie ai conquistadores. 1 Nel XIX secolo due malattie e un insetto provenienti dall' America sconvolgono la vite, la Peronospora, l'oidio e la fillossera, che distrussero enormi quantità di vigneti, sui vitigni sopravvissuti i coltivatori furono costretti a utilizzare regolarmente prodotti fitosanitari come lo zolfo e il rame per contrastare l'oidio e la peronospora. Nella seconda metà del XX secolo si è assistito ad un approccio improntato verso la tradizione alla moderna viticoltura basata su precise conoscenze scientifiche in ambito microbiologico e chimico. Tale cambiamento è avvenuto anche grazie a spinte di aspetto economico,culturale,ed a un diverso modello di vita e alimentazione che hanno portato ad una modificazione della richiesta sempre più orientata verso prodotti di qualità. 2 CAPITOLO 2 Fisiologia e cenni botanici La vite coltivata per il vino e l'uva da tavola appartiene alla specie Vitis vinifera, famiglia Ampelidae originaria dell' Europia, Asia occidentale e Africa del Nord. La vite Europea è una pianta legnosa, a radice prima fiottante e poi fascicolata; nelle piante coltivate la radice ha un andamento che dipende dal tipo di portainnesto. Uno degli aspetti importanti della vite è la natura delle sue gemme, in particolare quelle che producono i fiori, le cosiddette gemme miste. La prima parte della loro differenziazione inizia fine maggio; in autunno le grosse gemme contengono gli abbozzi dei grappoli; nell'anno successivo alla loro formazione le gemme si schiudono e danno origine al tralcio uvifero che porta i fiori, quindi l'uva. La morfologia della vite si distingue in: Le radici della vite, che si propaga tramite talee-innesto o talee-semplici innestate a dimora, sono avventizie e fascicolate e si formano vicino al taglio della talea, in corrispondenza del nodo. La parte apicale della radice maggiormente interessata all'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive si presenta così suddivisa: – apice vegetativo protetto dalla cuffia, ove si verifica un'intesa moltiplicazione cellulare; – zona pilifera di distensione cellulare, dove si ha il maggior assorbimento; – zona suberificata, che assume colore dal bianco sporco fino al bruno delle radici adulte. Il fusto, detto anche tronco o ceppo, è verticale e può proseguire orizzontale o inclinato. Su di esso sono inseriti i rami di più anni e quelli di un anno che portano la fruttificazione. I rami, detti tralci, hanno nodi ed internodi con midollo spugnoso. 3 Le foglie, sono ampie, provviste di picciolo e hanno forma palmatolobata, con 3-5 lobi più o meno accentuati e margine segmentato. I fiori, sono ermafroditi ,a grappolo, emessi dalle gemme miste. L'impollinazione è in prevalenza anemofila. I frutti, sono bacche, detti acini, di varie forme, dimensioni e colore. Gli acini sono portati dal respo, possono avere dei semi, i vinaccioli. Il frutto è composto dalle seguenti parti: ➢ epicarpo o buccia ➢ mesocarpo o polta ➢ endocarpo o vinaccioli/semi. L'infiorescenza della vite è un grappolo composto inserito sul nodo dalla parte opposta della foglia. Sul germoglio si trovano 1,2,3 e raramente più grappoli a partire dal secondo, terzo nodo. Il grappolo è composto da un asse centrale detto rachide, su cui inseriscono ramificazioni laterali, i racimoli, che portano i fiori. Il grappolo può essere di varia forma ( rotonda, cilindrico, piramidale, alato). I COSTITUENTI DEL FRUTTO Nell'uva sono presenti due tipi di zuccheri: il glucosio e fruttosio. Oltre a questi vi sono presenti sostanze azotate cioè amminoacidi e ione ammonio( utilizzati dai lieviti per il loro sviluppo durante la fermentazione) , le proteione (non essendo assimilate dai lieviti precipitano sottoforma di fecce). Moscato e Marsala sono aromi particolari che si formano nell'uva. Nel grappolo sono presenti tre acidi organici: tartarico 60%, malico 25%, tartarico 60%, questi diminuiscono fortemente con la maturazione. Altri costituenti sono: sostante peptiche, che vengono idrolizzate e diminuiscono, e le sostante fenoliche, i tannini, che conferiscono i gusto astringente al vino. 4 Infine ci sono i pigementi colorati antociani e flavoni che conferiscono rispettivamente la colorazione all'uva rossa e bianca. ANOMALIE CHE SI VERIFICANO SUL GRAPPOLO ➢ filatura: avviene prima della fioritura, consiste nella trasformazione del grappolo in viticcio; ➢ colatura: fase della caduta dei fiori ➢ acinellatura: si verifica quando le bacche prive di semi rimangono piccole durante la maturazione e può essere acinellatura verde (presenta acini verdi) o acinellatura dolce (si nota quando gli acini pure restando piccoli maturano addirittura risultando più dolci del normale). I FITOREGOLATORI ENDOGENI Sono sostante che modificano e influenzano dei processi naturale delle piante: • auxine: elaborate dall'apice, responsabili dell'accrescimento in lunghezza dei germogli; • giberelline: sono sintetizzate dalle giovani foglie, favoriscono l'accrescimento degli internodi e stimolano la produzione delle auxine; • citochinine: esse favoriscono la sintesi sia delle auxine che delle giberelline; • acido abscissico: viene prodotto dalle foglie adulte, determina il blocco e l'accrescimento dei germogli. AMBIENTE PEDOCLIMATICO La vite trova in Italia le condizioni ideali di clima e terreno, per cui viene coltivata in tutte le regioni dalla Sicilia al Piemonte. Gli aspetti principali del clima sono la temperatura, la piovosità e l'insolazione. ✔ La temperatura: importanti sono le temperature minime e massime che possono danneggiare la vite. Le minime termiche vengono distinte in inverni freddi in brinate autunnali e primaverili. La vite europea resiste ai freddi invernali fino a temperature minime di 15-20° c, mentre la vite americana finoi a -25° c. Vengono considerate più dannose le gelate primaverili piuttosto di quelle autunnali, con lesioni dei germogli, mancato sviluppo della fruttificazione e della gemme secondarie. In presenza di alte temperature invece si possono verificare fenonemi di apoplessia. ✔ Pioggia: la vite è considerata pianta arido-resistente, che si adata ai terrenei 5 ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ piuttosto siccitosi. Molti vigneti italiani sono impiantati in zone collinari soggette a siccità estiva. Le quantità di pioggia per la vite coltivata solo le seguenti -14-15 mm durante il germogliamento -10 mm durante la fioritura -40-115 mm nel periodo successivo fino all'invaiatura -80-100 mm tra l'invaiatura e la maturazione -0-40 mm durante la vendemmia. Luce: la vite è una pianta eliofila e quindi si avvantaggia della luminosità dell'ambiente. Terreno: la vite si adatta a diversi tipi di terreno, prediligendo i quelli a medio impasto, con buone caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche. -terreni calcarei: si ottengono vini con buon grado zuccherino, ma scarsa acidità. -terreni umiferi: troppo ricchi di sostanza organica, sono in genere da scartare per il vigneto, non tanto per la produzione che risulta abbondante, quanto per la qualità scadente, fornendo vini grossolani. -terreni argillosi: associata al calcare potrebbe conferire corpo e colore al vino. Nei terreni argillosi, a parte problemi di smaltimento acque con fenomeni di asfissia e marciumi radicali, si ottengono minori quantità ma migliori qualità di uve. -terreni sabbiosi: quando non risultano siccitosi, consentono un buon sviluppo della vite e produzioni pregiate, in quanto la sabbia conferisce leggerezza e profumo al vino. Giacitura: la vite trova l'habitat ideale in collina. Esposizione: è molto importante nelle zone più a nord dove la vite predilige le esposizioni soleggiate verso sud o sud-ovest. Più indicato l'orientamento nordsud, che consente una buona illuminazione sulle pareti del filare. Altitudine: rappresenta un limite all'areale della vite, in quanto quest'ultima non cresce oltre una certa altezza. Aumentando l'altitudine diminuisce la temperatura e si ritarda la maturazione dell'uva. 6 STADI FENOLOGICI Il ciclo vegetativo annuale è collegato all'andamento climatico colturale. Gli stati fenologici della vite sono i seguenti: I. Riposo vegetativo Si ha quando la pianta ha perso le foglie, non avviene più la fotosintesi, la pianta esposta alle basse temperature entra in riposo vegetativo cioè periodo in cui non circola linfa. II. Germogliamento Ad aprile la gemma si schiude ed esce l'inizio del ramo. La crescita del germoglio è influenzata dalle condizioni climatiche, favorevoli sono i 10°c. Sul germoglio si formano nodi,internodi, gemme, grappoli, cirri e foglie. 7 III. Fioritura Avviene a metà giugno dura da 9 a 21 giorni e sul grappolo il fiore persiste dai 4 agli 8 giorni. IV.Impollinazione o allegagione Il fiore in questa fase è già stato fecondato e si trasforma in frutticino, questa fase avviene a giugno. V. Accrescimento del frutto In questa fase, che termina a metà luglio e inizi di agosto, il frutto assorbe l'acqa del terreno, si ha lo sviluppo e l'accrescimento dell'acino. Ad agosto si verifica il completamento delle strutture dei tralci. 8 VI. Invaiatura Avviene circa a metà agosto, il frutto cambia il colore, da verde diventa rosso, diminuisce la clorofilla e compaiono i colori propri dell'acino. La colorazione dell'acino è dovuta sia agli antociani che conferiscono il colore rosso al vino che ai flavoni che sono responsabili della colorazione delle uve bianche. VII. Maturazione Questa è la fase che interessa maggiormente la vendemmia. I vari tipo di maturazione sono: maturazione tecnologica, si raggiunge quando il rapporto tra acidi e zuccheri diviene costante e l'uva ha le caratteristiche ottimali per vinificazione. Maturazione fenolica, si ha quando i contenuti in antociani e tannini delle bucce sono massimi. Maturazione aromatica, è legata al contenuto in aromi varietali. La fase di maturazione dell'uva inizia con l'invaiatura e prosegue per un periodo di tempo di circa 30-35 giorni per le varietà precoci (Pinot nero, Chardonnay) e di 5055 giorni per le varietà tardive (Sangiovese, e Verdicchio). 9 CAPITOLO 3 Selezione e lavorazione IMPIANTO DEL VIGNETO E CURE COLTURALI -Scelta del portainnesto il portainnesto viene scelto in funzione del tipo di terreno del vitigno da impiantare, dall tipo di forma di allevamento scelto e dell'obiettivo enologico che s'intende percorrere. I portainnesti vengono scelto per due motivi: -resistente alla fillossera -resistente a particolari condizioni del terreno (calcare, secco,argilloso,compatto,ecc..). I portainnesti che hanno conferito resistenza alla follossera sono ottenuti dalla selezione di specie i vitis originarie dall'America. I portainnesti sono pertanto selezioni di incroci delle specie: Vitis berlandieri, Vitis riparia e Vitis rupestris. -Propagazione la propagazione della vite avviene tramite talea,vengono radicare porzioni di ramo provvisto di gemme, ottenendo piante identiche sotto il profilo generico alla pianta madre. La moltiplicazione vegetativa avviene in vivaio in zona chiamata barbatellaio che ospita le talee già radicate chiamate appunto barbatelle. Sulle talee viene l'innesto, per ridurre i costi di manodopera , può avvenire direttamente in vivaio eseguita meccanicamente;oppure viene eseguita direttamente in campo nel periodo di riposo vegetativo o alla fine dell'estate -Scelta del vitigno per i vini che sono riconosciuti per legge, ovvero hanno una denominazione d'origine, i disciplinari di produzione stabiliscono i vitigni e le loro quantità da impiantare sull'unita di superficie. I vitigni si distinguono in : Internazionali come per esempio Merlot e Pinot nero ; Nazionali o Autoctoni: allevati in Italia come per esempio Barbera, Sangiovese , Trebbiano toscano; Locali o autoctoni: sono diffusi in poche provincie come per esempio Sangratino , Albana. 10 LAVORI PREPARATORI -Preparazione del terreno La vite trae beneficio da un tipo di terreno detto ' riposato' e da un terreno ben dotato di sostanza organica. Il terreno deve essere lavorato e bisogna farlo areare , sopratutto nel periodo invernale, per migliorare la struttura, aumentare la capacita idrica, evitare lo sviluppo di funghi dannosi per le radici della vite. Da un punto di vista operativo le operazioni che un viticoltore deve mettere in pratica, una volta che ha individuato il tipo di vitigno, il portainnesto e la forma di allevamento sono: -lo scasso del terreno:che permette un migliore sviluppo radicale della pianta e può essere eseguito su tutta la superficie del terreno . -il livellamento: si livella il terreno per favorire il flusso idrico e agevolare il passaggio con le macchine agricole. -drenaggio: viene effettuato in terreni con scarsa pendenza, con ristagni idrici; un altro sistema è la 'baulatura' si ottiene creando dossi lungo la fila sui quali si piantano le viti in modo che le radici non rimangano in contatto con la zona umida del terreno. -lavorazioni a doppio strato: si effettua una prima operazione chiamata 'ripuntatura' cioè consiste nella rottura degli strati profondi del 70-80 cm, nei quali ristagna l'acqua. Mentre l'altra operazione è chiamata 'scarificatura' cioè nell'esecuzione di tagli verticali del terreno con appositi attrezzi discissori; la differenza riguarda essenzialmente la minor profondità di esecuzione 20-30 cm -Gestione del suolo si possono effettuare tre operazioni che hanno lo scopo di controllare le infestanti e le malerbe, migliorare la porosità e la struttura del terreno, arieggiare il terreno e infine permettere l'infiltrazione dell'acqua. L'inebirmento: consiste del lasciar sviluppare l'erba, effettuando poi degli sfalci periodici, in primavera ogni 15-20 giorni, per evitare una veloce decomposizione con la perdita di elementi nutritivi. Ha il vantaggio di evitare l'erosione del terreno, di apportare sostanza organica e di permettere il passaggio con la macchine operatrici agricole. Inoltre permette alle radici di salire in superficie ed avere uno spazio per recuperare le sostanze nutritive. Lavorazioni meccaniche superficiali: vengono effettuate ogni 15-20 giorni, quando vi e lo sviluppo dell'erba dalla primavera in poi. Diserbo: si effettua utilizzando diserbi che agiscono per contatto ed eliminano qualsiasi infestante. 11 CONCIMAZIONI Concimazione preimpianto Al momento dello scasso viene effettuata una concimazione di fondo a base di letame, per migliorare la struttura e con e con concimi chimici per aumentare la dotazione in elementi nutritivi. Gli elementi minerali che vengono distribuiti sono fosforo e potassio e numerosi microelementi come Mg, Fe, Ca. Concimazione ordinaria la concimazione organica si effettua ogni 4 o 5 anni. La concimazione minerale con microelementi, viene conferita di soccorso all'apparato fogliare e non radicale; mentre i macroelementi vengono distribuiti tutti gli anni, in primavera. Per la concimazione a base di azoto, fosforo, potassio le dosi consigliate sono: N 80-100 kg/ha P2O5 40-60 kg/ha K2O 120-180 kg/ha IRRIGAZIONE viene effettuata dall'allegagione all'invaiatura e si distingue in ordinaria e di soccorso,si effettuano diverse modalità d'irrigazione che sono: -localizzata:non crea umidità, conferisce l'acqua alla singola pianta (l'impianto a goccia); -per scorrimento:l'acqua scorre sulla superficie (come se fosse una rete di scolo) -a pioggia o per aspersione: effettuata con impianti fissi hanno la funzione di portare l'acqua in campo tramite irrigatore mobile. SESTI D'IMPIANTO Nella scelta della distanza d'impianto si deve tener presente che la produzione migliore si ottiene nelle zone maggiormente esposte ad insolazione. Quindi è importante che tutta la pianta sia esposta al sole. Ma dipende dalla forma di allevamento che si vuole attuare 12 11Sesti d'impianto e carica di gemme dei principali sistemi di allevamento della vite. CULTIVAR SESTI IN METRI FRA LE FILE E SULLA FILA PIANTE A Ha GEMME PER PIANTE GEMME PER PIANTA Alberello 1,0-2,0 1,2-2,0 2500-10000 4 – 12 30-50000 Guyot 1.2-2,0 1.0-1,5 2800-8000 8 – 10 30-60000 Doppio capovolto 2,0-3,0 1,5-2,5 1500-2500 20-30 50-80000 Cordone speronato 2,0-3,0 1,5-2,0 1600-3000 20-40 50-80000 Sylvoz 2,5-3,5 1,5-2,5 1600-3000 50-30 880- 120000 Pergola trentina 2,5-3,5 o,8-1.2 2400-5000 30-40 80-130000 Pergola veronese 4.5-5,0 0,9-1,2 1600-2700 60-80 120-160000 Tendone 2,0-3,0 2,0-3,0 1100-2500 40-50 70-100000 Belussi 7,0-8,0 1,0-1,5 830-1400 30-60 80-120000 Doppia cortina 3,8-4,2 1,0-1.5 1600-2500 (GDC) 30-60 80-100000 Cortina semplice 20-30 50-80000 2,5-3,0 1,5-2,0 1500-2500 13 FORME DI ALLEVAMENTO La forma di allevamento può essere definita come l'insieme delle tecniche scelte dal viticoltore per modificare la naturale morfologia della vite e ''guidarla''verso un modello specifico alo scopo di perseguire tre fondamentali obiettivi: ottimizzare la fotosintsi clorofilliana, massimizzare le capacità genetiche del vitigno e rendere attuabile la meccanizzazione dei avori nel vigneto. Guyot: consiste nell'allevare la vie in modo da lasciare un capo al frutto legato al filo di ferro più basso. Da questo tralcio si sviluppano poi germoglio fruttiferi che si ancorano a fili di sostegno superiori. Il sistema guyot viene spesso modificato piegando verso il basso il capo a frutto(guyot capovolto) o lasciando due capi a frutto piegati (doppio capovolto). Cordone:i sistemi a cordone hanno numerose varianti, consistono nell' allevamento della vite fino a sviluppare un cordone permanente orizzontale da cui partono 5-10 capi a frutto di 2-4 gemme con o senza sperone. 14 Cordone speronato: sul cordone sono inseriti 6-10 speroni potati a 2-4 gemme. Sylvoz: Il cordone è appoggiato a un filo posto all'altezza di 120-180 cm e porta 5-8 capi a frutto piegati verso il basso e legati a un filo teso a 80-120 cm da terra; i tralci di sostituzione si sviluppano alla curvatura dei capi a frutto. GDC o cortina doppia: forma simile alla cortina pendente, con uno sdoppiamento dei cordoni. L a vegetazione è libera di ricadere verso il basso, ciò controlla vigoria e consente una buona illuminazione dei grappoli. 15 MESSA A DIMORA Si effettua in autunno nelle zone a clima mite o in primavera in quelle a clima rigido. Il sesto d'impianto è scelto in funzione del clima, del terreno e della varietà, della forma di allevamento e del livello di meccanizzazione. Si esegue il picchettamento dell'appezzamento e si scavano le buche destinate ad accogliere la pianta. Queste vengono sottoposte a una potatura di trapianto che consiste nell'eliminazione dei tralci, a eccezione di uno a cui vengono lasciate 2-4 gemme e nalla riduzione dell'apparato radicale. Le radici vengono spesso immerse in una poltiglia di terra, liquame e acqua per favorire l'attecchimento. POTATURA Nella vite si effettua la potatura di allevamento e la potatura di produzione; con la prima si interviene per costruire la forma voluta; con la seconda, si predispone la pianta alla migliore produzione e si mantiene la forma. Con la potatura di produzione si asportano i tralci che hanno fruttificato, si tagliano,alle adeguate lunghezze, quelli che devono fruttificare e si preparano i cosiddetti ''tralci di sostituzione'' ovvero si preparano gli speroni per la fruttificazione futura. Legata alla potatura è la carica di gemme per ha, cioè n° di gemme presenti nel vigneto dopo la potatura di produzione. Questo dato ha un ruolo importante nello sviluppo del vigneto in termini di qualità e di quantità dell'uva prodotta. In base all'epoca si distingue la potatura secca e la potatura verde. La potatura secca si esegue durante il riposo vegetativo(inverno). La potatura verde ha lo scopo di ridurre un eccessivo sviluppo della chioma che soffoca i grappoli, di favorire il passaggio nell'interfilare delle macchine agricole e rendere più efficace l'azione dei formulati nella difesa fitosanitaria. Un esempio di tipi di potatura è il guyot dove si effettuano tre tagli, 1. il primo di soppressione o tagli o del passato: eliminato il tralcio a frutto che aveva già prodotto l'anno precedente. 2. Taglio del presente o spuntatura: eseguito per predisporre il tralcio dell'anno successivo 3. tagliio del futuro o speronatura, si effettua raccorciano a 2 o 3 gemme, per far rigenerare lo sperone dell'anno successivo. 16 CAPITOLO 4 Fitoiatria In questa sezione sono presentate le fitopatie della vite, classificate in base alla causa dell'insorgenza della malattia. Tra queste sono state scelte e trattate in modo più approfondito, le fitopatie che nelle nostre zone creano un danno economico rilevante e quindi la comparsa degli eventuali sintomi richiede interventi di lotta specifici. ➢ Avversità della vite ➢ Malattie di natura infettiva provocate dai funghi più importanti: – peronospora della vite – oidio o mal bianco – muffa grigia o botrite ➢ Malattie di natura infetiva provocate dai fitoplasmi – flavescenza dorata ➢ Gli insetti che provocano danni alla vite sono - tignoletta della vite - cicalina gialla - cicalina verde - scafoideo o cicalina della flavescenza dorata - filosoffera della vite. DESCRIZIONE DELLE FITOPATIE IMPORTANTI: PERONOSPORA plasmopara Viticola Identificazione e sintomi La Peronospora della vite rappresenta una delle più gravi fitopatie della vite europea coltivata. Il fungo colpisce quasi tutti gli organi erbacei: foglie, germogli, infruttescenze e infiorescenze. • Sintomi sulle foglie che può essere duplice cioè a macchia d'olio che è tipica delle prime infezioni peronosporiche con umidità elevata e temperatura media non troppo alta. Questa sintomatologia si presenza con chiazze tondeggianti prima verdi chiaro poi giallastre, sparse sul lembo. 17 • A mosaico, si manifesta con piccole macchie nevrotiche localizzate vicino alle nervature e sparse, su tutto il lembo. Sintomi sul grappolo: l'attacco peronosporico precoce può avvenire dalla prefioritura e protrarsi a fine fioritura, si evidenzia con una improvvisa deformazione della parte terminale del grappolo che si incurva ad uncino ed assume una colorazione brunastra,come se fosse stato scottato; successivamente in condizioni di eccessiva umidità il grappolo si ricopre della caratteristica muffetta biancastra. Sintomi sui germogli e sui tralci L'attacco si evidenzia nei germogli erbacei con allessature ed imbrunimenti,invece nel giovane tralcio si evidenziano portamenti contorti nella parte terminale. In entrambi i casi compare la muffetta biancastra. Lotta -interventi meccanici: consistono nella distruzione delle foglie con scarsi risultati -intervento agronomico:consistono nell'asportazione delle femminelle della porzione basale dei ceppi. Questi organi erbacei sono molto esposti alle prime infeioni.interveno chimico: uso degli agrofarmaci rameici ed ditiocarbammati. OIDIO Uncinula necator Idendificazione e sintomi L'oidio rappresenta la seconda malattia fungina; esso è un fungo epifita che aggredisce tutti gli organi erbacei della pianta, determinando diverse sintomatologie. Sintomi sul grappolo: gli acini possono essere colpiti subito dopo all'allegagione e fino all'invaiatura. Sulla superficie dell'acino si nota una patina biancastra di spetto polverulento (micelio epifita). Sotto il micelio epifita i tessuti epidermici dell'acino evidenziano vistose reticolature nerastre. Le zone necrotiche tendono a suberificare per cui la buccia si ispessisce ostacolando l'accrescimento dell'acino, di conseguenza l'acino si spacca determinando gravi lesioni. 18 Sintomi sulle foglie In caso di gravi infezioni si notano sul lembo fogliare delle chiazze più chiare di varia estensione, su cui compare una leggera patina bianco grigiastra. In ogni caso si notato reticolature scure, localizzate sopratutto presso le nervature. Sintomi sui tralci e sui germogli. Sui tralci si presentano estese lesioni necrotiche,a ragnatela, che rimangono evidenti anche quando il tralcio significa. I tralci rimangono più deboli, presentano disformità e ritardi di lignificazione. Mentre i germogli nel caso di infezioni precoci da gemme infette risultano atrofiche e deformi. Lotta Intervento chimico: il metodo tradizionale di lotta contro l'oidio della vite, consiste nell'applicare alle piante, zolfo in polvere o bagnabile. BOTRITE Sclerotinia=Botryotinia Identificazione e sintomi è un fungo parassita che colpisce i grappoli e altri organi erbacei, ogni organo colpito forma una''muffa grigia''. Sintomi sul grappolo colpisce gli acini a inizio maturazione , questi degradano in un classico marciume molle su cui si forma quasi sempre la muffa grigia. Sintomi sulle foglie si manifestano in primavera con nevrosi rossastre che successivamente possono estedersi su tutta la pagina fogliare. Sintomi sui germogli e sui tralci sui germogli si possono notare dei marciumi molli che tendono a necrosare e a disseccare, mentre sui tralci si possono notare delle necrosi e degli imbrunimenti diffusi. Lotta lotta chimica simile a quella dell'oidio, la difesa di lotta antibotritica tramite il calendario fenologico si basa su interventi preventivi da effettuarsi a fasi fenologiche fisse. 19 FLAVESCENZA DORATA flavescenza dorata identificazione e sintomi è una malattia provocata dai fitoplasmi, le peculiarità di questa malattia a differenza della altre citate sono • l'arresto improvviso dell'attività vegetativa • mancato ingrossamento del grappolo i ci acini tendono a dissecare • germogli tendono a curvarsi • le foglie presentano degli arrotolamenti • i tralci evidenziano difficoltà di lignificazione e consistenza gommosa. Lotta la lotta non è diretta al patogeno ma tende a controllare e combattere il vettore, in caso di presenza dell'infezione si devono eliminare le piante colpite. TIGNOLETTA DELLA VITE Lobesia Botrana Identificazione e sintomi il danno è determinato dallo stadio larvale. Le larve della prima generazione attaccano i grappolini fiorali, si nutrono dei singoli bottoni fiorali costruendo anche dei nidi sericei, visibili nella parte interna del grappolo. Le larve della seconda generazione sono più pericolose perchè si nutrono degli acini, entrandovi e svuotandoli. L'attacco è evidente in quanto gli acini avvizziscono ed imbruniscono. Lotta la lotta contro la tignoletta si effettua con tecniche di lotta guidata che si basano sul monitoraggio eseguito con tecniche di campionamento o con l'uso di trappole. CICALINA VERDE/GIALLA Empasca vitis identificazione e sintomi sono insetti appartenenti al gruppo dei rincoti, hanno aspetto vario, apparato boccale pungente e succhiante, il danno è determinato appunto dalle punture che si notano sulle nervature delle foglie evidenziando poi dele necrosi marginali. La cicalina verde sverna sulle conifere mentre la cicalina gialla sverna sulle siepi. 20 Lotta Gli interventi chimici sono mirati alla seconda generazione. Si effettua una lotta guidata mediante campionamento delle foglie basali e mediate. La sogli d'intervento è di due forme mobili per foglia. CICALINA DELLA FLASCENZA DORATA scaphoideus titanus Identificazione e sintomi lo schaphoideus titanus è un insetto, il danno è provocato da tutti gli stadi che succhiano la linfa delle nervature fogliari e dai giovani germogli, la reazione della pianta è generalmente blanda, a volte si notano necrosi marginali e alterazioni cromatiche, rapportabili agli attacchi delle altre cicaline. Il danno maggiore è rappresentato dalla possibilità di trasmissione da parte di questa cicalina, della flavescenza dorata (sostenuta da un fitoplasma). Lotta il trattamento va mirato contro le prime forme giovanili (metà giugno), ripetendo l'intervento altre due volte, per combattere le nuove forme giovanili, oppure per abbattere eventuali adulti in migrazione da zone contigue. FILOSSERA DELLA VITE viteus vitifoliae identificazione e sintomi la fillossera è un insetto di origine americana. Il danno determinato dalle punture di questo Afide si riscontra sulle radici: dove provoca la formazione di galle nodose e perdita di capacità assorbente; sulle foglie: dove compaiono galle tondeggianti e rugose che erompono verso la pagina inferiore originando una superficie nodosa e irregolare 21 Il danno si differenzia a seconda della vite attaccata: se si tratta di vite americana il danno radicale è limitato perchè le radici di quesata vite sono poco sensibili e reattive alla puntura della Fillossera, mentre sono meno reattive le foglie che producono una grande quantità galle. Se si tratta di vite europea il danno è più rilevante in quanto le radici di questa vite sono particolarmente sensibili e producono galle vistose se punte dall'insetto. Queste galle degenerano e provocano una disorganizzazione grave dei tessuti radicali compromettendo la funzione assorbente. Lotta la lotta della fillossera da anni viene effettuata mediante una pratica di propagazione: innesto di vite europee su portainnesto di vite americana. 22 CAPITOLO 5 Fase finale: la raccolta La raccolta dell'uva viene effettuata quando si è raggiunta la fase di maturazione completa e sopratutto quando si è raggiunto un certo grado zuccherino, a parità di tutti gli altri elementi (sanità del grappolo, colore degli acini, considerazioni meteorologiche, organizzazione del lavoro di raccolta ecc.) La raccolta dell'uva può essere eseguita a mano, la classica vendemmia oppure a macchina. L'introduzione delle vendemmiatrici è iniziata con qualche difficoltà per problemi strutturali (forme di allevamento non adatte, piccole superfici, pendenza dei terreni ecc.) Attualmente vengono utilizzate vendemmiatrici semoventi scavallatrici, vendemmiatrici trainate a scotimento laterale o verticale. Appena i grappoli sono staccati dalla pianta sono immediatamente trasferiti alla cantina per la vinificazione. 23 CONCLUSIONE Mi sono soffermato nel descrivere 'la coltivazione della vite' , perchè spesso assisto mio nonno mentre si occupa del suo vigneto. Al fine di ogni stagione, il vigneto richiede molta manodopera . Le migliori operazioni che si effettuano,consentono di ottenere un vino di ottima qualità. Il settore vitivinicolo attualmente è in forte crescita. L'Italia è uno dei paesi al mondo esportatori di vini DOC,perchè è favorita dal suo territorio e dal suo clima mediterraneo. La zona bresciana è molto richiesta nel settore vitivinicolo; vi è la presenza di molti appezzamenti che appunto costituiscono un eccesso produttivo. Sono convinto, che rimarrà sempre un settore in forte sviluppo, perchè l'Italia ha un clima adeguato, da consentirne un'ottima qualità molto pregiata 24