44-45.qxp 21/04/2011 20.19 Pagina 1 IRCCS Screening genetico per soggetti ad alto rischio per carcinoma mammario familiare Esperienza dell’IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari R. Lambo, D. Sambiasi, M. Digennaro, C. D’Amico, A. Kardhashi, M. Margaglione I l carcinoma della mammella e dell’ovaio appaiono frequentemente aggregati in forme familiari in una percentuale variabile tra il 15 e il 20%; in percentuali inferiori è possibile dimostrare la loro trasmissione in una forma ereditaria mendeliana. Una serie di alterazioni in geni che conferiscono suscettibilità all’insorgenza della neoplasia sono stati ritenuti alla base di questa ereditarietà. I geni coinvolti sono principalmente BRCA1 e BRCA2, ma anche geni a minore penetranza e varianti poligeniche ancora non identificate. Le mutazioni del gene BRCA1, mappato nella regione cromosomica 17q21, comportano un rischio di sviluppare tumore della mammella del 50-80% e tumore ovarico del 20-40% nel corso della vita. Le mutazioni del gene BRCA2, mappato nella regione cromosomica 13q12, comportano un rischio di sviluppare il tumore della mammella che è simile a quello di BRCA1 ed un rischio per quanto riguarda il tumore all’ovaio del 10-20% nel corso della vita. Sottoporsi ad uno screening genetico consente ad un soggetto affetto di valutare il rischio di recidiva e in un soggetto non affetto ma appartenente ad una famiglia caratterizzata da familiarità per quella patologia oncologica, di valutare il rischio di insorgenza della patologia nel corso della vita. Inoltre, all’interno di una stessa famiglia, l’analisi genetica consente di discriminare soggetti il cui rischio è sovrapponibile a quello della popolazione in generale, da soggetti ad alto rischio, che possono avere necessità di un supporto psicologico, di una sorveglianza clinico-diagnostica o di opzioni di cura differenti, fino alla possibilità di valutare un intervento farmacologico o chirurgico preventivo. Presso il nostro Istituto è attivo dal 2003 un servizio di consulenza genetica oncologica multidisciplinare che, in pieno accordo con le Linee Guida internazionali e nazionali (Nat. Cancer Inst. USA, NH MRC AUS, ISS Italia, FONCAM Italia), fornisce l’intervento integrato e coordinato di differenti figure professionali, quali medico genetista, medico oncologo, chirurgo, biologo e psiconcologo ai pazienti che vi afferiscono. Ad oggi più di 1500 donne hanno avuto accesso al nostro servizio e 350 sono i soggetti studiati per mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2. Durante il primo incontro (prima visita), vengono valutate le motivazioni che hanno portato alla richiesta di consulenza, viene spiegato il significato della consulenza e le sue ricadute cliniche, vengono raccolti dati anagrafici ed anamnestici del consultando, quindi viene ricostruito l’albero genealogico 44 Notiziario aprile 2011 corredato della storia clinica dei vari componenti della famiglia, utile per il calcolo della probabilità di essere portatore di mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2, valutato anche con l’ausilio di software dedicati (BRCAPro, BOADICEA). Dopo aver effettuato tutte le valutazioni necessarie, e se vi sono i requisiti, viene proposto il prelievo per la ricerca di eventuali mutazioni. L’analisi, effettuata in sede presso il laboratorio di Genetica Molecolare, si basa su tecniche altamente sensibili ed accurate quali dHPLC (denaturing highperformance liquid chromatography) e sequenziamento diretto del DNA. La possibilità di sottoporsi al test avviene esclusivamente su base volontaria, previo consenso informato. Al ritiro del test genetico si illustra il significato del risultato del test genetico e tutte le opzioni preventive possibili (seguire un percorso clinico di sorveglianza stretta, sottoporsi a farmaco prevenzione o optare per la chirurgia profilattica). Nel 2010 sono state effettuate presso il nostro Ambulatorio n. 84 prime visite, n. 6 visite successive, n. 40 prelievi per test genetico. Sono state, inoltre, effettuate 72 consulenze con consegna del referto genetico (post-test). L’istogramma riportato in figura 1 mostra i dati suddetti. Figura 1. Prestazioni erogate dall’Ambulatorio di Familiarità dei tumori nell’anno 2010. I 72 referti genetici consegnati nell’anno appena trascorso erano relativi a 32 probandi e 40 familiari. Per probando si intende la prima persona di un nucleo familiare che si sottopone a consulenza e test genetico, preferenzialmente si tratta di un soggetto malato. Nel 31% dei probandi (n= 10), il risultato del test genetico consegnato era positivo, 7 i probandi 44-45.qxp 21/04/2011 20.19 Pagina 2 IRCCS trovati positivi per mutazione nel gene BRCA1 e 2 i probandi risultati positivi per mutazione nel gene BRCA2. In una paziente con doppia neoplasia (mammella e ovaio), è stata identificata la presenza contemporanea di una mutazione in entrambi i geni. Il 69% dei probandi (n=22) ha ricevuto un test dall’esito negativo. Nel 60% dei familiari (n=24) il risultato del test genetico era positivo: in 10 casi era presente una mutazione nel gene BRCA1 e in 14 casi nel gene BRCA2. Sei di loro avevano già contratto patologia neoplastica alla mammella o all’ovaio, mentre 18 erano sani. Il 40% dei familiari (n=16) ha ricevuto un test dall’esito negativo (figura 2). Figura 2. Risultati dei test genetici consegnati nel 2010. Il 31% delle prime visite è stato effettuato in soggetti sani, prevalentemente familiari di probandi con patologia, mentre il 69% in soggetti con patologia conclamata, provenienti dal reparto di Senologia dell’Istituto o da segnalazione di Medici Specialisti (Oncologi, Ginecologi, Senologi) che operano presso altre strutture Ospedaliere distribuite sul territorio regionale o prestanti il loro servizio presso gli Ambulatori della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Le patologie presenti nei 53 pazienti che hanno effettuato la prima visita nell’anno appena trascorso erano distribuite come mostrato nel grafico in figura 3. Figura 3. Distribuzione delle patologie nelle pazienti che hanno effettuato la prima visita. Il 79% era affetto da tumore alla mammella mentre il 3,7% da tumore all’ovaio. Inoltre, nel 9,4% dei soggetti malati erano presenti altri tumori in associazione con quello della mammella. Infine, nel 7,5% dei casi il tumore alla mammella si presentava bilateralmente. Nell’anno appena trascorso, 23 prelievi per test genetico sono stati effettuati in soggetti sani ma appartenenti a famiglie con mutazione genetica già accertata, mentre 17 prelievi per test genetico interessavano persone con patologia già diagno- sticata: 14 erano probandi e 26 erano familiari prevalentemente soggetti non affetti appartenenti a famiglie con probando già positivo al test genetico. Le patologie nei pazienti che hanno effettuato il test genetico sono di seguito indicate: carcinoma mammario 82% dei soggetti con malattia, carcinoma mammario bilaterale 23,5%, carcinoma mammario e ovarico in associazione 12%. Dal 2007 è in atto uno studio volto a creare un network regionale (Bari – centro coordinatore, Foggia e Lecce) per lo screening del carcinoma mammario/ovarico familiare. Tale progetto permetterà di realizzare linee guida standard per quanto riguarda criteri di accesso dei pazienti alla consulenza genetica oncologica e protocolli di analisi genetico molecolari. Si sta inoltre realizzando un data-base che raccoglie i dati anamnestico-familiari, clinico-patologici e genetico –molecolari dei pazienti residenti in Puglia affetti da tumore mammario ereditario e dei loro familiari. Nel novembre dello scorso anno si è concluso l’arruolamento per uno studio di sorveglianza riservato alle famiglie ad alto rischio di tumore familiare mammario/ovarico, promosso dall’ISS. Grazie a questo studio, a cui abbiamo aderito dal 2007, coloro che ricevevano un risultato positivo al test genetico, i loro familiari di primo grado, o i soggetti con una spiccata familiarità (secondo criteri clinici e informatici), hanno avuto la possibilità di effettuare controlli annuali di visita senologica, ecografia, mammografia e risonanza magnetica mammaria gratuiti. Sottoporsi ad uno screening genetico è quindi indicato qualora in famiglia ci sia la presenza o di più casi (almeno 3) di tumore alla mammella in parenti stretti (genitori, sorelle, figli etc.), o di tumore della mammella e dell’ovaio in una stessa donna, o di tumore della mammella bilaterale, o di tumore della mammella in età giovanile (prima dei 36 anni), o di tumore della mammella maschile. L’informazione genetica che si ricava è utile per poter prevenire o curare nel modo più adeguato le forme ereditarie di tumore della mammella e dell’ovaio, usufruendo di tutti i progressi che la ricerca scientifica sta portando in questo ambito. Nell’ottica di fornire un servizio sempre più centrato negli obiettivi che si propone, è stato avviato uno studio volto alla valutazione della conoscenza della possibilità di sottoporsi al test genetico e dell’interesse a sottoporsi in donne sane rispetto a donne malate per identificare i fattori responsabili delle diverse attitudini e migliorare le strategie educative. L’interesse verso la ricerca traslazionale ci ha portato a pubblicare di recente dati relativi alla trasmissione genealogica di varianti polimorfiche, codificanti e non, dei geni BRCA nei diversi membri delle famiglie in studio, per identificare ulteriori marcatori di suscettibilità e per creare la base per una migliore classificazione del cancro basata sull’analisi del DNA. L’Ambulatorio per lo studio dei tumori eredo-familiari è accessibile al pubblico per informazioni il martedì ed il giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00. L’accesso per le visite di consulenza genetica oncologica viene effettuato previa prenotazione telefonica chiamando il lunedì o il venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,00 al seguente recapito telefonico 080/5555331. Direzione Scientifica Dott. Angelo Paradiso (Direttore) Centro per lo studio dei Tumori Familiari Dott. V. Ventrella (Coordinatore) Ambulatorio per lo studio dei tumori eredo-familiari Prof. M. Margaglione, Dott.ssa R. Lambo, Dott.ssa M. Digennaro, Dott. M. Sambiasi Laboratorio di Genetica Molecolare Dott.ssa Stefania Tommasi (Responsabile), Dott.ssa B. Pilato, Dott.ssa S. De Summa, Dott.ssa K. Danza U.O.C. Ginecologia e Prevenzione Ginecologica Prof. V. Trojano (Direttore) Dott.ssa A. Kardhashi U.O.C. Senologia e Prevenzione Chirurgica Dott. C. D’Amico (Direttore). Notiziario aprile 2011 45