Avete letto la scheda sulla genetica e non vi è bastata una semplice infarinatura? Volete approfondire i meccanismi che stanno dietro alla trasmissione degli alleli e capire come costruire un quadrato di Punnett? Se si, e soprattutto se avete pazienza, questa è la pagina che fa per voi. Poiché essa tratta argomenti che non è facile spiegare - e capire soprattutto - tramite un semplice sito web, si consiglia una lettura attenta e non frettolosa. E perché no, lo dicevano anche i latini: repetita iuvant! Dato l’alto numero di esemplari aberranti - ovvero che si discostano da quelli ancestrali - che ogni anno vengono alla luce si è stabilito che ogni variazione, per essere dichiarata un vero morph, debba possedere due requisiti: deve discostarsi inequivocabilmente dal fenotipo ancestrale e deve essere “provata” geneticamente, ovvero bisogna dimostrare che questa caratteristica sarà trasferita, secondo le leggi dell’ereditarietà mendeliane e quindi con risultati prevedibili, alla prole. Come avviene questo trasferimento? Ecco i concetti chiave: I caratteri di un essere vivente vengono determinati dai geni, ognuno dei quali occupa un preciso locus sul DNA. Negli esseri viventi diploidi, ogni singolo gene consiste in una coppia di alleli, di cui uno viene passato dal padre e uno dalla madre: la coppia di alleli determinerà il fenotipo dell'animale. Esistono alleli dominanti e recessivi: i primi manifestano il loro carattere a prescindere dall’altro, i secondi manifestano la mutazione solo quando entrambi gli alleli sono uguali. Da qui due concetti importantissimi per comprendere i meccanismi che stanno dietro ai morph: quelli di omozigosi (entrambi gli alleli sono uguali) e eterozigosi (gli alleli sono diversi). In definitiva, un morph è definito dominante quando esprime fenotipicamente la sua mutazione sia in omozigosi sia in eterozigosi, codominante (o più precisamente dominante incompleto) quando la mutazione in omozigosi è diversa da quella in eterozigosi e recessivo quando la mutazione si manifesta solo ed unicamente in omozigosi. Facciamo qualche esempio, prendendo in considerazione i pitoni reali: Un morph dominante come lo Spider, sarà fenotipicamente uguale sia se figlio di Spider e ancestrale, rimanendo perciò eterozigote, sia se figlio omozigote di Spider e Spider. Pitone reale Spider, morph dominante, fenotipicamente uguale in eterozigosi e omozigosi Un codominante come il Pastel, se figlio di Pastel e ancestrale rimarrà fenotipicamente uguale, ma se figlio omozigote di Pastel e Pastel manifesterà la sua forma super perché in omozigosi. Pitone reale Pastel, morph codominante, in forma eterozigote ed in forma omozigote (super) Un recessivo come l'albino, infine, se figlio di Albino e ancestrale sarà fenotipicamente uguale a quest'ultimo poiché in eterozigosi, ma, se figlio di Albino e Albino, manifesterà la mutazione essendo in omozigosi. Pitone reale Albino, morph recessivo, in forma het o eterozigote (fenotipicamente uguale all’ancestrale) e omozigote La questione non è però così semplice, in quanto al momento della fecondazione l'allele che il genitore passa al figlio viene scelto in modo casuale. Accoppiando uno Spider con un Ancestrale, infatti, non tutta la prole avrà il gene mutato del padre, ma, per ogni uovo, la possibilità che questo si trasferisca al figlio sarà del 50%. Per comprendere completamente i meccanismi dell’ereditarietà ed arrivare a pianificare le nascite, occorre aver chiaro il funzionamento del cosiddetto quadrato di Punnett. Possiamo descrivere il quadrato di Punnett come una griglia su cui disporre i singoli alleli dei genitori per calcolare le modalità in cui si riscontreranno nella prole. Facciamo un esempio con un morph codominante come il Pastel (il cui allele sarà d’ora in poi rappresentato da una P). Per l’ancestrale useremo una p minuscola, che indica l'assenza dell'allele Pastel. Ricordiamo che il Pastel si manifesta sia in eterozigosi sia in omozigosi ma, essendo un codominante, in quest’ultimo caso la mutazione sarà differente. Accoppiando un Pastel con un ancestrale, il quadrato di Punnett sarà costruito nel modo seguente: Come possiamo vedere, il Pastel (Pp) accoppiato con un ancestrale (pp) darà, per ogni uovo, il 50% di possibilità che nascano ancestrali (pp) e il 50% di possibilità che nascano Pastel (Pp). Ripetiamo il procedimento, questa volta accoppiando un Pastel ad un Pastel: Qui avremo 25% ancestrale pp, 50% Pastel Pp ed 25% Pastel omozigote PP, fenotipicamente diverso dall'eterozigote. Facendo un ultimo esempio, possiamo accoppiare il Superpastel ad un altro Pastel, e ormai il meccanismo del quadrato di Punnett dovrebbe essere chiaro: Gli alleli vengono combinati in modo tale che, per ogni uovo, si abbia una probabilità del 50% che nasca un Pastel (Pp) e del 50% che nasca un Superpastel (PP). Ulteriori esempi potrebbero essere fatti, come ad esempio Super Pastel x ancestrale o Super Pastel x Super Pastel, ma, dato che il meccanismo è sempre lo stesso, non c'è motivo di dilungarsi oltre. Ovviamente le stesse regole valgono per gli altri tipi di morph, ricordando che i dominanti non esprimono nessuna nuova mutazione in omozigosi e che i recessivi la esprimono solo ed unicamente in questo caso. Il discorso, ahinoi, diventa più complesso quando si vogliono combinare due o più morph. Per un esempio di combo tra morph, possiamo prendere in considerazione il bellissimo Bumblebee, risultato dell'accoppiamento tra Spider e Pastel: Esemplare di Bumblebee, che unisce in sé i geni dello Spider e del Pastel. Per ottenere un Bumblebee è necessario fare in modo che un genitore trasmetta al figlio l'allele Pastel e che l'altro trasmetta quello Spider. I due alleli mutati devono quindi trovarsi assieme, nei rispettivi loci, nel DNA dell'animale. Organizzare un quadrato di Punnett come i precedenti, con solo un allele a casella, non basta più. Adesso dobbiamo riportare sul quadrato sia i geni che il genitore porta (in maiuscolo) sia quelli che porta l'altro (in minuscolo). Sul quadrato riporteremo una coppia di alleli a casella. Le coppie rappresenteranno le possibili combinazione tra i singoli alleli. Facciamo un esempio: Probabilmente noterete che le combinazioni possibili sono quattro, mentre il quadrato più giù ne utilizza soltanto due. Questo perché, come vedete, si ripetono. Ripetendosi darebbero risultati uguali ai fini del calcolo della prole, per cui è possibile semplificare riducendo a due le combinazioni possibili. Sia chiaro che tale semplificazione viene usata solo ed esclusivamente in casi come questo. Ora che abbiamo trovato le combinazioni possibili possiamo costruire il quadrato in questo modo: Come vedete,abbiamo il 25% di possibilità che nello stesso embrione coesistano gli alleli Pastel e Spider, che daranno vita ad un Bumblebee (PpSs). Avremo inoltre un 25% di possibilità che nascano Spider eterozigoti con geni Pastel assenti (ppSs) - e viceversa (Ppss), e il restante 25% che nascano ancestrali senza alcun allele mutato (ppss). Concludo la scheda facendo un ultimo esempio di incrocio tra morph. Questa volta ne utilizzeremo tre: Pastel, Spider e Lesser platinum. Il risultato di questa tripla combo è il bellissimo Queenbee: Esemplare di Queenbee, combo tra Pastel, Spider e Lesser platinum Per ottenerlo accoppieremo un Bumblebee e un Lesser platinum, i cui genotipi da cui trarre le possibili combinazioni saranno rispettivamente PpSsll e ppssLl (P per l'allele Pastel, S per l'allele Spider e L per l'allele Lesser platinum). Ecco come trovare i trii di alleli da inserire nel quadrato: Anche qui, eliminando i doppioni e quindi semplificando, otterremo i trii di alleli che troverete nel quadrato seguente: Dal quadrato si evince che otterremo Queenbee (PpSsLl), Bumblebee (PpSsLl), Lesserbee (ppSsLl), Pastel lesser (PpssLl), Pastel (PpssLl), Spider (ppSsll), Lesser (ppssLl) e ancestrali (ppssll) con uguale probabilità per ogni uovo, ovvero il 12,5% (una possibilità su otto). Questa scheda è stata senza dubbio la più ostica da scrivere, soprattutto a causa della difficoltà di spiegare dei concetti che, nonostante siano facili da capire e ricordare, sono quasi impossibili da insegnare con delle parole su un sito web e non in prima persona. Spero comunque che le immagini abbiano aiutato a comprendere come si costruisce un quadrato di Punnett e che la spiegazione sui geni e gli alleli sia chiara: questi concetti sono la base per chi volesse studiare i morph di pitone reale (e degli altri esseri viventi in generale). Per cui vi consiglio di leggere più volte, magari esercitandosi con carta e penna costruendo i propri quadrati, dopo qualche esercizio imparerete a memoria la procedura. Se comunque avete ancora qualche dubbio, non esitate a contattarmi su [email protected]