Antropologia Molecolare 6 CFU (4+2) Prof.ssa Carla M. Calò Tel.: 070 6754154 E-mail: [email protected] Cos’è l’Antropologia Paleontologia Antropos: uomo Logos: discorso Demografia Antropologia Antropometria Antropologia molecolare Auxologia What society thinks I do What my mother thinks I do What my friends think I do Antropologia: Lo studio dell’uomo in rapporto al suo contesto biologico, demografico e storico-culturale. Antropologia molecolare: L’introduzione di nuovi strumenti basati sulla variabilità del DNA ha permesso di affrontare queste problematiche da un ulteriore punto di vista e creando una nuova branca dell’antropologia “L’ Antropologia molecolare”. Programma Introduzione all’antropologia molecolare: nascita, sviluppi e finalità. Dall'analisi dei marcatori classici alla NGS. Variabilità inter e intra-popolazionistica: significato e come verificarla. Le forze evolutive. I processi microevolutivi nelle popolazioni umane. I marcatori molecolari nello studio delle popolazioni umane (marcatori biallelici, VNTRs, STRs, SNPs): origine, tassi di mutazione e applicazioni. Vantaggi nell’utilizzo dei marcatori a trasmissione uniparentale (mtDNA e porzione non ricombinante del cromosoma Y). Richiami sulle teorie dell’evoluzione umana. Origine e diffusione dell’uomo anatomicamente moderno: le diverse teorie analizzate da un punto di vista molecolare. La posizione dell’uomo di Neanderthal. La posizione dei nuragici. Il popolamento dei vari continenti da parte di Homo sapiens ricostruito attraverso i dati molecolari. Caratteristiche del DNA antico. Le Metodologie di analisi. Il problema delle contaminazioni: precauzioni e protocolli di lavoro. Marcatori utilizzati nello studio del DNA antico. Analisi bioinformatiche per la ricostruzione e l’analisi delle sequenze di DNA. Esempi di evoluzione recente: la persistenza della lattasi. Variabilità genetica e suscettibilità individuale verso patologie complesse o fenotipi multifattoriali. La fallacità del concetto di “razza umana” secondo gli studi sul DNA. Cenni su DNA e analisi forensi. I marcatori utilizzati nell’analisi forense e negli studi di associazione. Metodi di analisi della variabilità genetica: allineamento e confronto di sequenze, distanze genetiche, alberi genetici, metodi per la ricostruzione degli alberi. L'orologio molecolare e la datazione dell'ancestore comune. Esercitazioni Prelievo campione buccale per estrazione: confronto tra diverse metodiche (spazzolino tradizionale, spazzolino in etanolo, raccolta di saliva e sciacqui con colluttorio). Estrazione DNA, quantificazione con fluorimetro e spettrofotometro. PCR Digestione enzimatica per il riconoscimento di polimorfismi SNPs Vari tipi di elettroforesi (in agarosio e in poliacrilamide) per il riconoscimento e l'identificazione di polimorfismi. Polimorfismi analizzati: ACTN3 (SNPs), ACE (indel), amilogenina per la determinazione del sesso. Testi consigliati: Antropologia Molecolare – D. Caramelli Ed. Firenze University Press Genetica delle popolazioni umane . J.H. Relethford. Casa Ed. Ambrosiana (no i primi 3 capitoli). Materiale e Articoli scientifici forniti dalla docente Prima della sua definizione formale (1962) 1901 Landsteiner scopre i gruppi sanguigni ABO, Vienna (Nobel nel 1930) gli studi sulle reazioni tra diversi tipi di sangue sono i primi a mettere in luce l’esistenza di una variabilità molecolare tra individui 1919 primo studio di popolazione sul sitema ABO successivamente Rh, MNS, etc... sempre con tecniche immunologiche 1949 introduzione della tecnica dell’elettroforesi per separare diverse varianti dell’emoglobina questo permette di allargare il numero di varianti, si iniziano a descrivere le popolazioni in termini di frequenze alleliche (1954 primo libro ad opera di Mourant) contemporaneamente nasce la genetica di popolazioni e si vanno delineando le linee guida della teoria sintetica dell’evoluzione (la selezione come elemento chiave nella distribuzione della variabilità – Fisher, Haldane, Wright) Distribuzione geografica dell’allele 0 Distribuzione degli alleli A e B nei vari continenti Gli anni ‘60 Cavalli-Sforza e Edwards sono i primi ad introdurre il concetto di distanza genetica (1964), sulla base delle frequenze alleliche, ripreso poi da Nei (1972) 1962 Zuckerkandl e Pauling / 1963 Margoliash introduzione del concetto di orologio molecolare (se il tempo trascorso è la variabile principale che determina il numero delle sostituzioni accumulate, dovrebbe essere possibile stimare approssimativamente in quale periodo due linee evolutive, che hanno portato a due specie qualsiasi, cominciarono a divergere) rappresentazione delle relazioni fra le popolazioni tramite alberi ABO, MN, RH, Diego e Duffy caratteri antropometrici 34 VARIABILI 28 LOCALITÀ PIAZZA ET AL. 1988 Mappe sintetiche delle 3 prime componenti principali •Chiaro gradiente Nord-Sud (più evidente per l’Italia meridionale) Relazione con differenze morfologiche tra Centro-Nord e Sud Italia •Gradiente Est-Ovest in Sicilia Popolamento preistorico Dominazione Normanna Componente principale 1 (27% variabilità) Gli anni ‘70 inizio ’70 scoperta degli enzimi di restrizione di E.coli – nel 1978 Nathans, Arber e Smith ricevono il Nobel per la Medicina 1974 Cohen e Boyer - tecnica del DNA ricombinante 1977 Maxam e Gilbert – sequenziamento del DNA tramite il metodo della degradazione chimica 1977 Sanger – sequenziamento del DNA tramite metodo della terminazione della catena (che si usa ancora oggi) contemporaneamente Kimura propone la teoria neutrale dell’evoluzione molecolare (la deriva come elemento chiave nella distribuzione della variabilità) quindi siamo passati da… antigeni proteine DNA bassa risoluzione (enzimi di restrizione) DNA alta risoluzione (sequenze) Next generation sequences aumenta la risoluzione molecolare, la precisione e l’informazione ottenuta diminuiscono le costrizioni funzionali sul polimorfismo analizzato Ricordiamo che: tutte le cellule di un individuo recano il medesimo patrimonio genetico (DNA nucleare, DNA mitocondriale citoplasmatico) il 99,9% della sequenza di DNA è identica in tutti gli esseri umani nel restante 0,1% sono possibili delle differenze interindividuali (polimorfismi) Le popolazioni naturali possiedono una notevole variabilità genetica (fattore determinante per l’evoluzione della specie e l’adattamento all’ambiente) Variabilità: il punto di partenza per ogni analisi genetica o evoluzionistica è l’osservazione che un certo carattere, o complesso di caratteri, è variabile o polimorfico nei diversi individui Variabilità Discontinua: due o più forme (fenotipi distinti) il mutante e il wild type, es. albinismo. Variabilità continua: gamma ininterrotta di fenotipi (es. altezza, colore della pelle). Forte influenza ambientale. Studio della variabilità • A livello morfologico •A livello di proteine – Elettroforesi su gel •A livello di DNA – polimorfismi Fattori che influiscono sulla variazione della struttura genetica di una popolazione • Mutazione • Migrazione (flusso genico) • Dimensioni della popolazione e deriva genetica casuale • Selezione • Sistema di accoppiamento la mutazione Una differenza fra 2 sequenze umane può essere considerata un polimorfismo se l’allele a minore frequenza ha nella popolazione una frequenze >1%. Mutazione se patogena Variante Cambia la costituzione genetica delle popolazioni con un tasso molto basso Tasso di mutazione La mutazione è un evento raro: 2.3x10-8 Ma varia a seconda della regione genomica del tipo di mutazione. Siamo tutti portatori di alleli mutanti, ogni persona porta circa 147 mutazioni (22-529 miliardi di nuove mutazioni per generazione) Tipi di mutazioni: •Mutazioni puntiformi (sostituzioni singoli nucleotidi) •Inserzioni o delezioni •Cambiamenti cromosomici Mutazioni in cellule somatiche Mutazioni in cellule germinali : ereditarie. Su di esse agisce la selezione A seconda dell’effetto fenotipico: Silenti: la mutazione cambia il codone per un aa in un altro codone per lo stesso aa (es CUA e UUA specificano entrambi per Leucina) Nonsenso: la mutazione cambia il codone per un aa in un codone di stop Missenso: la mutazione cambia il codone per un aa in un codone per un altro aa Possono essere classificate in sottogruppi: - Sostituzione conservativa: l’aa sostituito ha caratteristiche chimiche simili al residuo fisiologico, con conseguenze spesso non gravi sulla funzione proteica. - Sostituzione NON-conservativa: l’aa sostituito ha caratteristiche chimiche diverse dal residuo fisiologico, con conseguenze spesso gravi sulla funzione proteica. - Sostituzione Read-through: un codone di stop viene sostituto da un codone che specifica per un aa con conseguente allungamento del prodotto proteico Frameshift: Inserzioni o delezioni di 1, 2, 4, 5… nucleotidi provocano la lettura errata di tutto il tratto di DNA a valle. Inserzioni o delezioni di 3, 6… nucleotidi hanno conseguenze più limitate sulla proteina L’impatto evolutivo della mutazione 1) La mutazione è una causa di evoluzione necessaria (non sufficiente) 2) La mutazione è un evento casuale 3) La mutazione deve manifestarsi nelle cellule sessuali Con le mutazioni si possono calcolare delle date Più tempo passa, più mutazioni si accumulano Il numero di mutazioni che separa due specie è proporzionale al tempo intercorso dall’antenato comune L’orologio molecolare Conoscendo (p.e.s., sulla base di dati fossili) il tempo di separazione fra la specie A e la specie B, possiamo calcolare un tasso di differenziazione molecolare, che poi ci permetterà di stimare i tempi di separazione fra A e C, D, E, ecc. Uomo e scimpanzè si sono separati fra 8 e 6 milioni di anni fa (diciamo 6). Se per un certo tratto di DNA troviamo fra loro 15 differenze Tasso di divergenza = TD = 15/6milioni = 2,5 per milione di anni Se fra uomo e gorilla ci sono 17 differenze, l’antenato comune fra uomo e gorilla sarà vissuto 17 / 2,5 ≅ 7 milioni di anni fa Tre modelli di mutazione Alleli infiniti: ogni evento mutazionale genera un allele diverso Siti infiniti: ogni evento mutazionale colpisce un sito diverso Stepwise: ogni evento mutazionale allunga o accorcia di un repeat un locus STR o VNTR Vediamo se ci siamo capiti Associare a ciascuna definizione il termine corrispondente. 1. Sostituzione nucleotidica che genera un codone di stop 2. Perdita o acquisto di un tratto di DNA 3. Sostituzione nucleotidica che provoca il cambio di un codone in un altro codone per lo stesso amminoacido 4. Sostituzione nucleotidica che provoca il cambio di un codone in un codone per un altro amminoacido 5. Perdita o acquisto di pochi nucleotidi, che alterano la lettura della sequenza in tutto il tratto a valle 6. Sostituzione, perdita o acquisto di un singolo nucleotide a. Indel e. Nonsenso c. Puntiforme f. Missenso d. Silente g. Frameshift La migrazione e flusso genico Si ha quando individui si spostano da una popolazione ad un’altra, con la quale si accoppiano Determina un cambiamento locale delle frequenze alleliche Dipende dal tasso della migrazione migrazione La migrazione tende a rendere omogenee le frequenze alleliche tra diverse popolazioni e determina quindi una diminuzione della variabilità interpopolazioni (FST tende a zero). Allo stesso tempo introduce nuova variazione nelle popolazioni, determinando un aumento medio della variabilità intrapopolazioni (H aumenta) 1. Migrazione unidirezionale 2. Modello a isole 3. Modello a stepping-stone 4. Modello a isolamento per distanza Modello: migrazione unidirezionale Popolazione 1 N grande trascurabile X Popolazione 2 N piccolo migrazione Freq. A = r Freq. A = p m = tasso di migrazione (proporzione di migranti da pop1 in pop2 ad ogni generazione) Dopo una generazione di migrazione: r1 = r (1-m) + p (m) Dopo t generazioni di migrazione: rt= p + (r – p) (1-m)t da cui, per t= ∞ r=p Variazione delle frequenze alleliche nella popolazione 2 in seguito a migrazione dalla popolazione 1 Popolazione 1 p = 0,9 Popolazione 2 r iniziale = 0,1 m = 0.1 m = 0.01 m = 0.001 m = 0.0001 MODELLO DELL’ISOLA 150/200 = 0.75 50/200 = 0.25 3/12 = 0.25 9/12 = 0.75 m = 0.33 4 alleli escono 4 alleli entrano con stesse freq della popolazione di partenza 150/200 = 0.75 50/200 = 0.25 3/12 = 0.25 9/12 = 0.75 m = 0.33 (150-3+1)/200 = 148/200 ≅ 0.75 (50-1+3)/200 = 52/200 ≅ 0.25 (3-1+3)/12 = 5/12 ≅ 0.42 (9-3+1)/12 = 7/12 ≅ 0.58 … dopo molte generazioni m = 0.33 ~ 150/200 = 0.75 ~ 50/200 = 0.25 9/12 = 0.75 3/12 = 0.25 MIGRAZIONE: modello dell’isola Esempio: l’aplotipo R0 del sistema Rh ha una frequenza molto bassa negli europei (3%), del 63% negli africani e del 45% negli afroamericani degli USA Isola: africani che migrano verso il continente (USA) Dopo n generazioni quale è stato l’effetto nella popolazione europea degli USA (continente) della migrazione dei geni africani? E l’effetto negli africani dei geni europei? Qual è il tasso di migrazione genica (allelica) media dagli europei (E) agli africani (A) nell’attuale popolazione afroamericana (AA) degli USA? pA= 0.63 (frequenza di R0 negli africani occidentali attuali, cioè freq. allelica iniziale nell’isola) pE = 0.03 (frequenza di R0 negli europei attuali, cioè freq. allelica nel continente) rAA = 0.45 (frequenza di R0 negli afroamericani attuali, cioè freq. allelica dopo n generazioni) rt= p + (r – p) (1-m)t rAA - pE = (1 − m)t (pA - pE) 0,45 - 0,03 = (1 − m)t (0,63 - 0,03) 0,42 ----- = (1 − m)t 0,60 n = 10 (n. generazioni di immigrazione di africani negli USA a partire da circa 250-300 anni fa con la schiavitù) 0,42 ----- = (1 − m)10 0,60 -0,3567 = 10 ln (1-m) ln (1-m) = -0,03567 m = 0.035 E’ il tasso di migrazione genica dagli europei agli africani nella popolazione afroamericana degli USA, cioè a ogni generazione il 3,5% di geni europei è entrato a far parte del pool di geni della popolazione degli afroamericani degli USA. Stima dell’admixture Sistema sanguigno Duffy negli Afroamericani Fya nei bianchi: 0.43 (px) Fya negli Africani: 0 (py) Nella popolazione nera dell’Oklaoma Fya: 0.0941 (ry) M= (ry-py)/(px-py)= (0.0941-0)/(0.43-0)=0.21 Il contributo dei geni bianchi al pool genico della popolazione nera dell’Oklaoma (dovuto agli schiavi) risulta circa il 21%. Tenendo conto che dall’arrivo dei neri negli USA sono passati circa 300 anni, cioè 10 generazioni, il flusso genico è di circa il 2% (21/10) Modello ad isole Un gruppo di popolazioni, ben delimitate nello spazio, che si scambiano migranti a ogni generazione m m m m N costante, migrazione simmetrica e indipendente dalla posizione nello spazio Meglio parlare per le popolazioni umane di modello ad arcipelago m 3 m 2 m m m m m 1 m 4 q̂ = Σqi n MIGRAZIONE tra popolazioni Le 4 popolazioni inizialmente differenziate convergono a p medio che si avvicinerà alla media ponderata delle frequenze Modello a stepping-stone Motoo Kimura N costante, migrazione simmetrica da e verso le sottopopolazioni adiacenti •Decremento esponenziale della somiglianza genetica in funzione del numero di passi che separano due popolazioni •Decremento più rapido in una che in due dimensioni, in due che in tre Modello a isolamento per distanza N costante, migrazione simmetrica in funzione della distanza geografica fra popolazioni, deriva Decremento esponenziale della somiglianza genetica (kinship) in funzione della distanza geografica ln φ Kinship = φij = (pi-pmed) (pj-pmed) φ(d) = a + e-bd + L (Malécot-Morton) d Diffusion of Neolithic artifacts in Europe (Balaresque et al. 2010; interpolated from data by Pinhasi et al. 2005) Spiegazione per la diffusione demica del Neolitico (e non culturale) La diversità genetica europea è distribuita secondo un gradiente est-ovest . Solo il flusso genico può generare un simile pattern su scala continentale. Le tecnologie neolitiche si devono essere diffuse per contatto tra le popolazioni o per migrazione Il parallelismo tra il gradiente genico e la diffusione delle culture non può essere il risultato della sola espansione culturale La deriva genetica La deriva genetica agisce nelle popolazioni naturali (di dimensione finita) e consiste nella fluttuazione casuale delle frequenze alleliche di generazione in generazione La variazione delle frequenze alleliche è tanto maggiore quanto più piccola è la popolazione Con il passare del tempo, un allele ha due sole possibilità: estinguersi o fissarsi (si estingue l’altro allele) La probabilità che ha un allele di andare incontro a fissazione è pari alla sua frequenza iniziale Il tempo medio di fissazione di un allele è proporzionale alla dimensione della popolazione N = 1000 N = 1000 N = 10000 p = 0.2 N = 100 Simulazione di deriva genetica in popolazioni diploidi di 10000 e 4 individui La deriva riduce la variabilità entro popolazioni e aumenta quella fra popolazioni Effetti della deriva Le conseguenze della deriva genetica sul grado di variabilità intra- ed interpopolazioni (1) La deriva genetica determina una diminuzione MEDIA del grado di var. intrapopolazione (diminuzione della eterozigosità), ad esempio determinando la fissazione di alleli (loci monomorfici). Può anche determinare un aumento della variabilità stessa (es. una freq. allelica passa da 0.6 a 0.5 per effetto della deriva maggiore eterozigosità) agisce in modo casuale, quindi determinerà un aumento MEDIO del grado di diversità interpopolazioni (FST), portando le popolazioni a divergere in relazione alle frequenze alleliche di un determinato locus. Ciò non toglie che (come sopra) possa verificarsi una diminuzione di FST, con popolazioni inizialmente differenti che vengono, per caso (per effetto della deriva), ad avere le stesse frequenze alleliche Le conseguenze della deriva genetica sul grado di variabilità intra- ed interpopolazioni (2) Considerando tuttavia più loci contemporaneamente avremo sempre: Diminuzione della eterozigosità (var. intra) Aumento di FST (var. inter) Entrambi gli effetti si accentuano con il passare delle generazioni conseguenze Gli effetti della deriva genetica sulla variabilità interpopolazioni + +++ ++++ Flusso genico e deriva hanno effetti opposti Il flusso genico introduce nuovi alleli nelle sottopopolazioni e riduce le differenze fra loro Flusso genico deriva Vediamo se ci siamo capiti Nei tre grafici abbiamo la variazione di frequenze alleliche nel tempo per effetto della deriva, in tre serie di esperimenti, ciascuno effettuato su popolazioni di dimensioni uguali. In quale serie le popolazioni erano più grandi, e in quale più piccole? Perché è importante la deriva genetica? Importanza evolutiva: cambiamento non adattativo, specie in piccole popolazioni Importanza per la conservazione: perdita di diversità genetica, specie in piccole popolazioni Importanza biomedica: alleli patologici altrove rari possono essere comuni in piccole popolazioni Deriva genetica: due casi particolari (e comuni) Collo di bottiglia Effetto del fondatore Colori diversi indicano alleli diversi ad un ipotetico locus multiallelico Effetto del fondatore Si ha quando una nuova popolazione viene stabilita da un numero limitato di individui. Es. Situazioni di isolamento ecologico Esempio dell’Effetto del Fondatore Donna Amish con il figlio portatore della sindrome Ellis–van Creveld: arti corti, dita sopranumerarie e difetti cardiaci. L’ effetto fondatore spiega la prevalenza della sindrome tra gli Amish residenti di Lancaster County, Pennsylvania. Effetto fondatore la malattia di Tay-Sachs negli Askenaziti è 100 volte più frequente che in altri gruppi etnici Effetto del fondatore Isola di Tristan da Cuna Colonizzata da W. Glass nel 1817 Arrivo di marinai scampati a naufragio e donne trasferite da S. Elena Popolazione di 100 abitanti nel 1855 1856, Morte di Glass. Emigrazione e riduzione popolazione a 33 abitanti 1885, dopo espansione, nuova riduzione per morte di 15 uomini ed emigrazione delle vedove Attualmente, 300 abitanti. Elevata incidenza di asma. Effetto fondatore Nel Maracaibo (Venezuela): alta frequenza della Corea di Huntington's. L’origne della malattia si fa risalire ai primi del 19° secolo, quando una donna, Maria Concepción Soto, si trasferì nella zona. Lei (affetta da tale patologie) ha avuto numerosi figli ("founder“). Effetto fondatore Un altro esempio: Gli Amish della Pennsylvania sono discendenti di una dozzina di individui Battisti Tedeschi e migrati in Pennsylvania nel 1700. Negli ultimi 40 anni del 20° secolo, 61 bambini con microcefalia sono nati in 23 famiglie Amish (tutte discendenti di una singola coppia datata 9 generazioni indietro). “Collo di bottiglia” (Bottleneck) Si ha quando una popolazione si trova in condizioni sfavorevoli che riducono drasticamente il numero di individui Determina variazioni casuali nelle frequenze alleliche simili a quelle dovute all’effetto del fondatore La selezione naturale E’ il solo fattore evolutivo che permette alle popolazioni di adattarsi al loro ambiente Può mantenere inalterate le frequenze alleliche o causare il loro cambiamento nel tempo La selezione naturale Insieme dei fattori che tendono a favorire, o a sfavorire, la tendenza a riprodursi di un dato genotipo. L'effetto della selezione è l'adattamento; in termini evolutivi indica una variazione delle caratteristiche di un organismo in relazione all'ambiente. In senso darwiniano la selezione naturale può essere definita come la riproduzione differenziale di varianti genetiche alternative. FITNESS (w) Misura l’efficienza riproduttiva di un dato genotipo Componenti della fitness: sopravvivenza tasso di sviluppo successo nell’accoppiamento fertilità (n. gameti) Coefficiente di selezione (s) La fitness viene espressa anche in termini di coefficiente di selezione: s = 1-w Misura la riduzione di fitness di un dato genotipo rispetto a quello migliore. Ad es. s = 0,01 indica che un dato genotipo ha una probabilità di sopravvivere inferiore dell’1% rispetto al genotipo migliore. Effetto della selezione naturale • Selezione contro l’allele recessivo • Selezione contro l’allele dominante • Selezione in favore dell’eterozigote • Selezione contro l’eterozigote La selezione naturale Può essere: Stabilizzante, divergente, direzionale, frequenza dipendente e sessuale La selezione cambia la distribuzione dei fenotipi Selezione stabilizzante: eliminazione di individui che possiedono caratteri estremi, favorendo il genotipo medio. Si oppone ai cambiamenti (polimorfismo bilanciato, es. vantaggio dell’eterozigote) Selezione in favore dell’eterozigote Detta anche sovradominanza Porta ad un equilibrio polimorfico stabile (polimorfismo bilanciato) Es. l’anemia falciforme Anemia falciforme e malaria Distribuzione della malaria Distribuzione dell’allele HbS Un esempio di vantaggio dell’eterozigote è quello che ha causato l’espansione dell’anemia falciforme nelle zone in cui la malaria è endemica Il sistema sanguigno Duffy e la malaria Selezione divergente: eliminazione caratteri intermedi, incremento degli estremi, formazione di due pop. Divergenti. Si crea in un ambiente non uniforme. Promuove la speciazione. Selezione contro l’eterozigote Si ha quando l’eterozigote ha una fitness minore di entrambi gli omozigoti Selezione direzionale: aumento individui con una caratteristica estrema, che determina un aumento di fitness. Selezione verso l’allele recessivo L’eterozigote ha fenotipo e fitness uguale all’omozigote dominante Gli omozigoti recessivi hanno fitness molto ridotta Effetto: diminuzione della frequenza dell’allele recessivo La selezione verso il recessivo richiede un grande numero di generazioni La selezione verso il dominante è più efficiente Selezione frequenza-dipendente: riduzione frequenza fenotipi più diffusi, aumento di quelli meno frequenti, poiché la competizione tra i fenotipi più frequenti ridurrà le possibilità di sopravvivenza di quei fenotipi aumentando quella dei fenotipi rari, soggetti a minore competizione. Un esempio analogo è il mancinismo negli umani: dato che la maggioranza delle persone è destrimane, i mancini godono di notevoli vantaggi nella lotta e negli sport come il tennis. Questo vantaggio diminuisce con la maggiore diffusione del mancinismo; di conseguenza, la percentuale di mancini nella popolazione umana si è attestata ad un livello ottimale pari a circa il 5% Selezione sessuale: (è una selezione direzionale) opera sulle caratteristiche che hanno come conseguenza la conquista del partner: la frequenza di alcuni fenotipi può aumentare o diminuire in base all’attrattiva esercitata dall’individuo che possiede una determinata caratteristica. Avviene in due forme: intersessuale (es. combattimento maschio contro maschio) e intersessuale (es. scelta preferenziale del partner) Distribuzione del colore della pelle nelle Americhe verso il 1492 d.C. Distribuzione del colore della pelle nel Vecchio Mondo ed Australia verso il 1492 d.C. La non perfetta corrispondenza tra latitudine e pigmentazione ha fatto ipotizzare che la variazione geografica del colore della pelle nelle popolazioni umane sia frutto di un compromesso selettivo tra due forze controbilanciantesi: •selezione naturale, che ha favorito gli individui meno suscettibili al cancro della pelle, alle scottature solari, al deficit di vitamina D, ed al surriscaldamento. Riguardo a quest’ultimo punto ricordiamo che i melanodermi assorbono circa un 30% in più di irradiazione solare rispetto ai leucodermi, e corrono pertanto soprattutto nei tropici dei rischi di surriscaldamento. •selezione sessuale, che avrebbe favorito nelle latitudine elevate una selezione sessuale in favore delle femmine più chiare, mentre nell’Africa sub-Sahariana la selezione sessuale sarebbe stata positiva per i maschi più scuri. La teoria della selezione sessuale si basa sull’ipotesi: •che nelle zone artiche ci sia stato un surplus di femmine in seguito ad un’elevata mortalità maschile attribuita ai rischi conseguenti alle modalità dell’attività di caccia (Frost, 1994). Inoltre, date le particolari condizioni climatiche, ci sarebbe stato uno scarso contributo alla sussistenza da parte della raccolta effettuata dalla componente femminile della comunità, il che avrebbe scoraggiato la poligamia; •che nell’Africa sub-Sahariana in un regime matrimoniale di tipo poligamico ci sia stato un surplus di maschi, per una ridotta mortalità maschile, pertanto i maschi con aspetto maggiormente maschile sarebbero stati favoriti nella scelta sessuale. Ciò giustificherebbe il fatto che le popolazioni africane sub-Sahariani siano più scure delle altre popolazioni umane situate nei tropici (Frost, 1994). Accoppiamento assortativo Individui con un dato genotipo hanno più probabilità di accoppiarsi con individui di un altro genotipo di quanto atteso in base alle loro frequenze L’accoppiamento assortativo cambia le frequenze genotipiche • Se la probabilità di accoppiamento fra genotipi simili è maggiore rispetto a quanto atteso in base al caso, la frequenza degli omozigoti tenderà ad aumentare • Se tale probabilità è minore, la frequenza degli omozigoti tenderà a diminuire Selezione e mutazione • Il risultato finale della selezione è l’eliminazione dell’allele • La mutazione fa sì che questi alleli rimangano nella popolazione • Selezione e mutazione hanno effetti opposti Effetti della selezione sul genoma L’azione della selezione naturale si manifesta solo in regioni limitate del genoma. L’azione esercitata su un sito genomico ha degli effetti anche sui siti adiacenti (in relazione al tasso di ricombinazione). Possiamo avere un aumento di frequenza di una mutazione e quindi anche delle mutazioni neutrali legate a quel sito (genetic hitchhiking). Al contrario le varianti non associate all’allele vantaggioso saranno perse, determinando una diminuzione della variabilità (selective sweep). Invece si parla di background selection in caso di pressione selettiva negativa: viene eliminato l’allele svantaggioso e tutta la variabilità ad esso associata. Esempi nell’uomo Persistenza della lattasi. A selective sweep occurred for the Europeans and the ability to get nutrition from milk and milk products was highly positively selected. Therefore, the majority of Europeans possessed the ability to make lactase. Other genes hitchhiked along with this selection. In fact, researchers estimate that about a million base pairs of DNA hitchhiked along with the sequence that coded for the lactase enzyme. Colore della pelle. As human ancestors moved from Africa (where dark skin is a necessary protection against the direct ultraviolet rays of the sun), to Europe and Asia, gradually lost the dark pigmentation in favor of a lighter coloring for the skin. Nearby alleles that controlled the rate of metabolism hitchhiked along. It is proposed that the skin pigmentation gene and the metabolic rate gene were involved in the same selective sweep in the early human ancestors.