duemila15 - Campus Internazionale di Musica

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CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
duemila15
CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
I SALUTI DEL PRESIDENTE DEL CAMPUS
È completamente coperta di note la figurina di carta che accorda il suo violino d’oro.
Forse Benaglia l’ha ritagliata dal foglio di uno spartito.
Ha appena finito di suonare e sta per iniziare un nuovo pezzo.
La giovane musicista ha un’aria intenta e concentrata, il gesto è veloce e teso.
Ha l’archetto infilato sotto il braccio, le labbra serrate. Eppure mentre vive il suo
piccolo spasimo di perfezionismo, quello che accade intorno è pura meraviglia.
Un riverbero azzurro, una nebbia pulsante di note l’avvolge come una scia.
L’aria riecheggia ancora di ineffabile armonia. Tutto si trasfigura in una galassia di
emozioni, quando il cuore vola nell’onda della musica.
enricobenaglia.net
Alida Maria Sessa
Questa 51a edizione del Festival Pontino è carica di
significati anche per le scelte che il Campus ha dovuto
affrontare in un momento contraddistinto da profonda
incertezza. Ma nelle circostanze più difficili esso ha la
fortuna di trovare al proprio interno ragioni forti, confortato
dal sostegno straordinario dei soci, dalla disponibilità
della Fondazione “Roffredo Caetani”, dei Conservatori
“Respighi” di Latina e “Verdi” di Milano, dall’amicizia di
artisti, docenti e consulenti. A tutti va il mio pensiero grato.
Grazie a questo idem sentire abbiamo potuto proseguire gli
Incontri di Musica Contemporanea che saranno avviati
dall’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio di Milano con uno sguardo alla musica
italiana del Novecento; poi l’attenzione tornerà, come già
nelle ultime edizioni, sulla giovane musica europea con
esecuzioni affidate all’Ensemble Tema, per chiudere con
un omaggio al presidente onorario del Festival, Luis de
Pablo, di cui il duo Moretti-Ravelli presenterà la prima
esecuzione assoluta di Amable Sombra, per due pianoforti.
Dal 4 luglio il Pontino proseguirà nelle tradizionali cornici
di Sermoneta, Fossanova e Fondi, a cui si aggiunge
quest’anno la corte comunale di Sabaudia, città di cui
salutiamo l’ingresso nella platea del Festival.
In programma belle pagine di musica con gli Archi
dell’Accademia di Santa Cecilia, diretti da Luigi Piovano,
l’Alessandro Carbonare Trio, Elissò Virsaladze, Mariana
Sirbu con Bruno Giuranna e le pianiste Linda Di Carlo e
Clara Dutto, la Camerata du Léman con Roberto Prosseda
e Fabrizio von Arx, in qualità di solisti. Con affetto mi
soffermo a sottolineare la loro presenza insieme a quella di
altri interpreti ex allievi di lungo corso di Sermoneta, come
il Duo Gazzana, Piero Cardarelli, Luisa Prayer e - tra i
compositori eseguiti - Federico Gardella e Clara Iannotta:
il Festival sarà dunque animato da un cospicuo drappello di
musicisti che amano il Festival, hanno condiviso segmenti
della sua storia e si sentiranno certamente a casa. Ma è un
piacere anche la presenza dei più giovani Emanuel Rimoldi
e Vitaly Pisarenko, che suoneranno rispettivamente a Fondi
e Sabaudia sotto l’egida del Keyboard Trust di Londra, con
il quale collaboriamo già da alcuni anni; così come quella
della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, che allieterà Sermoneta con una bella giornata di
musica e il suono di tanti giovani a cui si aggiungeranno,
per tutto il mese di luglio e oltre, i “Giovani artisti dal
mondo” che parteciperanno all’edizione 2015 dei Corsi di
Sermoneta. Giovani artisti che hanno molto da esprimere,
come testimonia il testo “Il senso e il suono”, di Martina
Santarone (allieva del corso di viola di Bruno Giuranna)
che abbiamo voluto pubblicare nelle pagine di questo
catalogo. Sono certo infine che sarà apprezzata anche
la piccola incursione nel jazz, con i concerti del Roberto
Gatto Perfectrio e i Melodies in Jazz. L’attenzione che il
Campus rivolge al territorio quest’anno si esprimerà anche
attraverso il ricordo di Aldo Manuzio - editore e poliedrico
intellettuale rinascimentale nato a Bassiano - nel V
centenario della scomparsa, con una serie di momenti che
intendono far incontrare le due arti della scrittura e della
musica: una breve presenza scenica di registi e attori che
ringrazio per aver accolto il mio invito amichevole, i quali
con un “tocco” personale apriranno alcune delle nostre
serate a Sermoneta. Tra questi vi sono Clara Galante,
Selene Gandini, Melania Giglio, Giorgio Maulucci, Daniele
Salvo. Quest’ultimo, il 25 luglio renderà un suo particolare
omaggio a Pier Paolo Pasolini, di cui cadono quarant’anni
dalla scomparsa. Il mio sentito ringraziamento va a tutti
coloro che hanno collaborato alla formazione di questo
programma, agli Enti e alle Istituzioni che mi auguro
non faranno mancare il loro sostegno, non ancora certo
nel momento in cui scrivo. Sono perciò maggiormente
grato agli sponsors e ai sostenitori senza i quali non
avremmo potuto completare questo programma; al
Presidente dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia, Michele
dall’Ongaro; a Riccardo Cerocchi, Tilde Lucchetti,
Giovanni Brignola, Gianfranco Pitton, che hanno aderito,
generosamente alla richiesta di contribuire a un fondo
per borse di studio per i Corsi di Sermoneta. Ringrazio
infine Enrico Benaglia per l’immagine suggestiva e bella
riportata in copertina: il suo titolo Armonia evoca non solo
quanto ritroviamo in musica ma anche quanto ricerchiamo
altrove: la nostra vita è ricerca di armonia. A nome mio e
del Comitato Esecutivo un grazie ancora una volta a tutti
coloro che a diverso titolo consentono a questa bella storia
di scrivere una nuova pagina.
Il Presidente
Buon ascolto
Luigi Ferdinando Giannini
ALDO PIO MANUZIO DI BASSIANO
E LA CULTURA DIFFUSA DALLA STAMPA
L’anno 2015 è un anno speciale per l’area pontino-lepina.
Ricorre, difatti, il 500° anniversario della morte di Aldo
Pio Manuzio, detto il Vecchio per distinguerlo dal Giovane,
che era il nipote. A Manuzio il Campus Internazionale
di Musica ha deciso di dedicare un ricordo speciale,
raccordandosi con la iniziativa assunta dalla Fondazione
Roffredo Caetani, della quale il Campus condivide tutte le
maggiori iniziative culturali e con la quale elabora spesso
iniziative congiunte.
Per questo anno speciale, la prevalenza dell’interesse
verso la figura di Aldo Manuzio è decisa, quando si pensi
al fatto che, dopo la invenzione dei caratteri a stampa
mobili introdotta da Johannes Gutenberg di Magonza
(Germania), Manuzio sfruttò genialmente questo nuovo
mezzo di diffusione della cultura, in un duplice modo:
riducendo l’ampiezza del folio sul quale stampare a torchio,
piegandolo 16 volte (il sedicesimo) e rendendolo maneggevole,
anzi “tascabile”; e, soprattutto, attraverso la maggiore
diffusione garantita dal nuovo formato, stampando e
così salvando centinaia di manoscritti classici altrimenti
soggetti a perdita, da Aristotele ai classici latini ed ebraici.
Manuzio, inoltre, ha lasciato la sua impronta anche nello
stile di scrittura, facendo realizzare i caratteri che dal
suo nome si chiamano aldini. Di Manuzio si è disputato a
lungo se fosse romano, parmigiano, di Carpi o veneziano.
Manuzio è Uomo Lepino, nato a Bassiano.
E un libro di metà Settecento lo afferma con dovizia di
testimonianze. Èdito proprio a Venezia nel 1759, il libro
di Domenico Maria Manni, bibliotecario della Biblioteca
Strozzi di Firenze, è una autorevole conferma di quella
sua provenienza, nonché del racconto della Vita di Aldo
Pio Manuzio Insigne Restauratore delle Lettere Greche e Latine in
Venezia, come recita il titolo. L’importanza di questo libro ha
avuto una indiretta conferma, in modo del tutto autonomo,
grazie ad un ampio servizio giornalistico che il New York
Times ha dedicato a Manuzio nella edizione di Venerdì 27
IL SENSO E IL SUONO
febbraio 2015, quando su una intera pagina a lui dedicata,
ha pubblicato la foto del bel frontespizio del libro del quale
la Fondazione Roffredo Caetani ha curato la ristampa
anastatica, e che ora il Campus di Musica propone anche
nel ricordo colto e complessivo agli amanti della musica.
Musica che in modo evidente si è avvalsa delle nuove
tecniche introdotte da Manuzio, per vedere diffusi spartiti
un tempo riservati a poche persone.
Pier Giacomo Sottoriva
Presidente della Fondazione Roffredo Caetani
Impercettibile alla vista e al tatto, il suono rimanda ad una
dimensione immateriale, ineffabile. Dante lo percepisce
nell’armonia delle sfere celesti del Paradiso, trovando in
esso lo stimolo della conoscenza:
“La novità del suono e ‘l grande lume
di lor cagion m’accesero un disio
mai non sentito di cotanto acume.”
Paradiso, I, vv. 82-84
Quale migliore orizzonte se non la profondità nel
capire, nel trascendere l’apparenza. Così il liutaio come
il compositore, il maestro come l’allievo, il filologo come
l’interprete continuamente ricercano quella perfezione che
permette di raggiungere la propria idea del vero, il proprio
ideale. Levigare, scolpire il suono per dare vita a una goccia
che cade con perfetta determinazione. Attende fremente
l’attimo in cui abbandonarsi alla sua stessa forza centrifuga
e partire verso il cuore della Terra che la richiama a sé.
Così la mano non si lancia ciecamente verso il tasto, ma
raccoglie le dita cariche di energia, per lasciarle andare
solo quando l’attimo è maturato. Poiché chi genera suoni si
astrae dalla frenesia del tempo, lo domina. Interminabili i
secondi che precedono l’esecuzione, i silenzi, i respiri. Cosa
significa fraseggiare se non plasmare il tempo, dargli una
forma? Ma è proprio nel momento dell’interpretazione che
nasce la dialettica intrinseca nella musica: razionalità ed
emozione. La ricerca dell’equilibrio perfetto che permette
lo slancio appassionato all’interno dei confini dello stile,
l’abbandono ai sensi necessariamente dominati dalla sfera
razionale, quella fedeltà espressiva che poco ha a che
vedere con l’esasperazione del virtuosismo o con l’estro
del momento. All’interno di questa concezione propria del
pensiero e della maturità artistica, lo strumento in sé non è
il fine, bensì un mezzo espressivo. Mezzo attraverso il quale
il musicista si dedica all’intenso studio delle sfumature e
delle peculiarità del suono come cristallo. La cui origine
è nel termine greco krýstallos: ghiaccio. Il paradosso per
eccellenza poiché in grado di essere incredibilmente solido
e compatto, ma nello stesso tempo, se sciolto, fluido come
l’acqua: percepibile ma inafferrabile. Così la limpidezza e
la trasparenza di un suono pulito rispecchiano il cristallo
e la regolarità del suo reticolo. Nella ricerca verso questa
purezza del suono è l’unicità dell’interpretazione che
sa bilanciare essenzialità e completezza. La memoria
del Maestro Arturo Benedetti Michelangeli torna viva
nell’indirizzarci, secondo le sue parole, al “lavoro, lavoro,
lavoro. E pazienza, umiltà, sacrificio. L’interprete è
soltanto un lettore della musica. Ma deve saper leggere
bene, perché nella musica c’è già scritto tutto”.
Martina Santarone*
*Studentessa del Liceo Farnesina di Roma, con il testo “Il senso e il
suono” ha vinto lo scorso mese di maggio il concorso nazionale indetto
dal MIUR dedicato alla memoria di Arturo Benedetti Michelangeli.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
> 30 giugno Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
MUSICA ITALIANA DA DALLAPICCOLA AD OGGI
Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio G. Verdi di Milano
Sara Caneva, direttore - Mauro Bonifacio, coordinatore
> 1 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 1
Ensemble Tema
> 2 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 2
Ensemble Tema
> 3 luglio Sermoneta, Castello Caetani
OMAGGIO A LUIS DE PABLO
PER I SUOI 85 ANNI
Duo pianistico: Antonella Moretti e Mauro Ravelli
CONCERTI DEL CICLO TRADIZIONALE
> 4 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Archi dell’Accademia S. Cecilia - Luigi Piovano, direttore
> 25 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Duo Gazzana: violino e pianoforte
> 5 luglio Fossanova, Infermeria
Alessandro Carbonare Trio
> 26 luglio Fossanova, Infermeria
Mariana Sirbu, violino - Bruno Giuranna, viola
Clara Dutto/Linda Di Carlo, pianoforte
> 6 luglio Sermoneta, Scuderie Castello Caetani
Workshop Classe di Composizione di Alessandro Solbiati
Maria Grazia Bellocchio, pianoforte
> 10 luglio Fondi, Palazzo Baronale
Emanuel Rimoldi, pianoforte
> 11 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Melodies in Jazz
> 12 luglio Fossanova, Infermeria
Elissò Virsaladze, pianoforte
> 13 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
> 15 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
> 27 luglio Sabaudia, Corte Comunale
Vitaly Pisarenko, pianoforte
> 29 luglio Sermoneta, Castello Caetani
JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia Simone Genuini, direttore
> 1 agosto Sermoneta, Castello Caetani
Camerata Du Léman - Roberto Prosseda, pianoforte
> 2 agosto Fossanova, Infermeria
Camerata Du Léman - Fabrizio von Arx, violino
Roberto Prosseda, pianoforte
> 3 agosto Sermoneta, Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
> 18 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Roberto Gatto Perfectrio
> 19 luglio Fossanova, Infermeria
Valentina Coladonato, soprano - Luisa Prayer, pianoforte
> 24 luglio Sermoneta, Castello Caetani
Giovani artisti dal mondo
Su RADIOLUNA dal 29 giugno, per tutta la durata del Festival, dal
lunedì al sabato, alle ore 11.00 andrà in onda Buongiorno, Festival!
rubrica di informazioni e aggiornamenti sul 51° Festival Pontino.
INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI MUSICA
CONTEMPORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
MARTEDÌ 30 Giugno ore 20.00
Sermoneta
Scuderie Castello Caetani
ENSEMBLE DEL LABORATORIO DI
MUSICA CONTEMPORANEA DEL
CONSERVATORIO DI
MUSICA G. VERDI DI MILANO
Alice Mafessoni ottavino
Viola Brambilla flauto, fl. sol, ottavino
Stella Chissotti flauto
Daniele Arzuffi oboe
Fabio Busetto clarinetto
Daniela Fiorentino clarinetto, cl. basso
Rebecca Mellano arpa
Valentina Valente chitarra
Paolo Gorini pianoforte, celesta
Salvatore Scucces percussioni
Gabriele Segantini percussioni
Alessio Cavalazzi violino
Pietro Molteni viola
Matteo Vercelloni violoncello
Sara Caneva direttore
Mauro Bonifacio coordinatore
MUSICA ITALIANA DA DALLAPICCOLA AD OGGI
Luigi Dallapiccola (1904-1975)
Piccola musica notturna (1961)
per complesso da camera - 9’
Franco Donatoni (1927-2000)
Lumen (1975)
per sei strumenti - 6’
Federico Gardella (1979)
Nebbiæ (2009)
per ensemble - 10’
Fausto Romitelli (1963-2004)
Nell’alto dei giorni immobili (1990)
per sei esecutori 11’
Bruno Maderna (1920-1973)
Serenata per un satellite (1969)
per ensemble - 10’
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Il concerto di questa sera propone un viaggio attraverso diverse generazioni di compositori italiani, disegnando una
traiettoria complessiva che abbraccia quasi tutto il Novecento. Nell’anno di Expo 2015 è parso naturale che il Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di
Milano, formato da giovani musicisti, potesse riflettere su
alcuni aspetti centrali della musica italiana ripercorrendo
un importante tratto del cammino compiuto nell’ultimo
secolo fino al nostro tempo. Il punto di partenza è rappresentato da Luigi Dallapiccola (classe 1904): una scelta simbolica, per molte ragioni. La bellezza della sua musica e la
purezza del gesto tecnico, anzitutto, che ci appaiono oggi
inscindibili dal senso profondo del messaggio in esse custodito. L’impegno che ha sempre contraddistinto le sue scelte
e le sue idee contro ogni forma di tirannia è infatti riassumibile in poche parole-chiave: le principali sono speranza e
libertà, parole elevabili a emblema dell’intera, sofferta storia del secolo scorso, il cui valore possiamo orgogliosamente
consegnare alle nuove generazioni. All’estremità cronologicamente più vicina del nostro percorso troviamo Federico
Gardella (classe 1979), proveniente dalla scuola di Composizione del Conservatorio di Milano, un autore giovane
già molto eseguito e stimato a livello internazionale, che
possiede un tocco espressivo molto personale, di raffinata
eleganza.
Insieme all’evoluzione degli stili e delle tecniche, il programma evidenzia due linee tematiche principali, due
direzioni di ricerca nelle quali possiamo leggere segni di
continuità, connotativi di un’identità della musica italiana
del Novecento: qualcosa che non si perde, ma tende a riemergere trasformandosi di generazione in generazione. La
prima riguarda la natura del suono, il mondo timbrico che
ciascun compositore inventa, qui sospeso in un’opposizione
dialettica tra primo piano e sfondo, tra presenza ed evanescenza (comporre ‘il suono’ anziché ‘con il suono’, scriveva
Fausto Romitelli), tra natura e artificio. Elementi, questi,
che diventano – in tutti i brani presentati – sintassi e narrazione. Di conseguenza, il secondo tema proposto si riferisce
al lavoro sul tempo che questi materiali musicali innescano
nella nostra percezione: un tempo ciclico, spesso incantatorio, ove le figure appaiono, spariscono e nuovamente
riappaiono in un inestricabile, metaforico contrappunto
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duemila15
sospeso tra premonizione e ricordo. Tre delle composizioni
in programma appartengono a una linea estetica di ispirazione notturna: Piccola musica notturna, Lumen e Serenata per un satellite sono di fatto ‘musiche della notte’, con
le loro specifiche caratteristiche, ormai storicizzate, aperte
in una gamma di caratteri che va dal segno meditativo e
drammatico di Dallapiccola allo spirito anarchico-giocoso
di Maderna, passando attraverso l’astrazione inafferrabile
di Donatoni. Sono, questi, tre piccoli grandi capolavori ormai diventati classici del Novecento. Fausto Romitelli (nato
nei primi anni ’60) e Federico Gardella (nato alla fine degli
anni ‘70) hanno studiato presso il Conservatorio di Milano.
Tra loro c’è però una differenza anagrafica di sedici anni
che da sola potrebbe spiegare le personalissime – per molti
aspetti opposte – concezioni del suono, le differenti gradazioni di tensione, di densità o di temperatura emotiva che
leggiamo nei loro brani. Volendo semplificare, limitandoci
all’essenziale, potremmo sottolineare i tratti di aggressività
‘elettronica’ in Romitelli contrapposti all’apparente sospensione contemplativa di Gardella. In entrambi i compositori, tuttavia, riconosciamo il desiderio di muoversi lungo
il confine che separa (o unisce) suono e rumore, mettendo
in gioco una dialettica tra ciò che è armonico e ciò che è
inarmonico, valorizzando i momenti di transizione tra l’immagine pura e il filtro che vi si sovrappone. Esiste allora
un aspetto comune, riguardante sia il dato formale sia il
contenuto estetico, e si tratta del medesimo filo che lega le
loro composizioni ai brani ‘storici’ in programma: ha a che
fare con una logica narrativa (o temporale tout-court) fatta
di veri e propri oggetti sonori, ripetuti e riconoscibili, che
appaiono dal nulla e nel nulla scompaiono. Se a nascondere
‘ciò che c’è dietro’ può essere di volta in volta il buio della
notte, il velo di una nebbia reale o metaforica oppure l’urlo
distorto di una chitarra elettrica, dovremo essere disposti ad
acuire i nostri sensi provando a cercare oltre le convenzioni
e le apparenze, nella nostra ‘libertà’ dell’ascolto. Potrebbero
allora svelarsi le qualità espressive della natura rituale del
suono, qualcosa in grado di (ri)avvicinarci – superando le
specificità dei linguaggi, delle tecniche, dei contesti – alla
dimensione poetica, indicibile con le parole, nascosta nel
suo nascere e nel suo perpetuo scomparire nel mistero del
silenzio.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Luigi Dallapiccola
Piccola musica notturna (1961)
per complesso da camera
NOCHE DE VERANO
Es una hermosa noche de verano
Tienen las altas casas
abiertos los balcones
del viejo pueblo a la anchurosa plaza.
En el amplio rectángulo desierto,
bancos de piedra, evónimos y acacias
simiétricos dibujan
sus negras sombras en la arena blanca.
En el cenit, la luna, y en la torre
la esfera del reloj iluminada.
Yo en este viejo pueblo paseando
solo, como un fantasma.
Antonio Machado
NOTTE D’ESTATE
È una bella notte d’estate.
Hanno le case alte
le finestre aperte
sull’ampia piazza del paese.
Nel largo rettangolo deserto
panche di pietra, siepi e acacie
simmetriche disegnano
le loro nere ombre sull’arena bianca.
Nello zenit, la luna, e sulla torre
la sfera, l’orologio; illuminata.
Io passeggio in questo vecchio paese
solo, come un fantasma.
(traduzione di Carlo Bo)
La poesia di Antonio Machado riportata sul frontespizio
della partitura evoca un clima sospeso, enigmatico, desolato: vengono in mente certe atmosfere oniriche delle Piazze
d’Italia di De Chirico. Visioni di spazi architettonici e direzionalità orizzontali/verticali (le ombre, la piazza, le case
alte, la torre-orologio, la luna) si alternano a contrasti buio/
luce (la notte, l’orologio illuminato, la luna, le nere ombre,
l’arena bianca). Un panorama notturno vuoto nel quale la
figura umana appare, negli ultimi due versi, come presenza
duemila15
fantasmatica. Nel brano di Dallapiccola – scritto nel 1954
per orchestra e riproposto nel 1961 in una versione per otto
strumenti – ruotano lenti motivi di tre suoni legati che si
perdono nel nulla, la cui calma linearità è spezzata da brevi,
improvvisi, violenti stati di tensione. Le frasi si espandono e
sembrano aprirsi nel vuoto (ricorrenti sono gli echi, i silenzi, i respiri), mentre il tempo appare chiuso in una ripetitività circolare, spiralica, presentando ciclicità e ritorni variati,
riflessi di frammenti specchiati in contrappunto, come in un
labirinto. Rimangono costanti sia le riprese della sequenza
melodica principale, prevalentemente isocrona, sia gli inserimenti delle improvvise e contrastanti parentesi drammatiche. Non sono, queste ultime, punti culminanti conquistati
gradualmente ma, al contrario, terribili lacerazioni imposte
dall’esterno. O - se vogliamo - create dal soggetto stesso,
dall’io narrante della poesia di Machado: croniche ‘fitte’,
forse proiezioni spaventose di una coscienza individuale, altra faccia o vero volto del senso di solitudine espresso dalla
tenue sequenza melodica.
Franco Donatoni
Lumen (1975) per sei strumenti
Dedicato alla memoria di Luigi Dallapiccola (scritto quindi
nel 1975, anno della morte del grande compositore istriano), Lumen è una breve composizione dal fascino inafferrabile. Riconosciamo la scrittura precisa e contrastata di
Donatoni, con quelle estremità chiaroscurali rappresentate
dall’ottavino e dal clarinetto basso e incorniciate dalle nervose pulsazioni dei due archi. Ma la magia e la sospensione
misteriosa del brano vengono disegnate soprattutto dai due
timbri risonanti del vibrafono e della celesta, che dapprima
ruotano a vuoto, come prigionieri di figure ripetute, segmenti di un tempo bloccato, ipnotico; ma poi si tendono,
poco prima della fine, insieme a tutti gli altri strumenti trascinati dall’ottavino, in uno slancio verso la luce: è questo
l’unico, brevissimo momento di grande sonorità di un brano che si era fin qui mosso in una dinamica tenue, lontana.
Ed è anche il momento ove l’omaggio si fa esplicito, con
l’utilizzo di un frammento di tre suoni ricorrente e simbolico nella musica di Dallapiccola (la libertà e il cielo stellato
vagheggiati dal Prigioniero – nell’opera omonima – o la dolorosa ambiguità della parola “fratello”). Dopo una caduta
negli abissi gravi e scuri del clarinetto basso, si ritorna forse
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
a sperare nella luce, in un’enigmatica quanto smaterializzata atmosfera finale.
Federico Gardella
Nebbiæ (2009) per ensemble
“La natura quasi immateriale della nebbia e al tempo stesso la sua capacità di nascondere il paesaggio, rivelandolo
per frammenti, lascia all’immaginazione di chi osserva il
compito di ricomporre questi frammenti in una visione
unitaria. L’idea iniziale di “Nebbiæ” si sviluppa a partire
da due elementi antitetici, un orizzonte di suoni-rumore e
una sequenza melodica, pensati attraverso un rapporto di
nascondimento/disvelamento reciproco: come avviene nel
caso di un paesaggio osservato attraverso la nebbia, la sequenza melodica emerge inizialmente a tratti dallo sfondo
che la nasconde, ma nel suo progressivo ricomporsi si trasforma a sua volta in un elemento che nasconde il proprio
sfondo. La polarità, rappresentata dal dualismo nebbiapaesaggio, trova il suo correlato compositivo nel rapporto
tra contemplazione e vettorialità: se l’orizzonte di suonirumore non presenta un’evoluzione interna, ma un continuo ritorno delle figure che lo costituiscono, la sequenza
melodica si sviluppa per arcate che, ad ogni riproposizione,
modificano progressivamente il proprio percorso fino ad
arrivare ad un ultimo frammento melodico ormai completamente trasformato”.
Federico Gardella
Fausto Romitelli
Nell’alto dei giorni immobili (1990) per ensemble
L’insofferenza verso gli aspetti più accademici del comporre
e la critica verso gli scopi e gli effetti negativi di “un’industria
culturale” omologante hanno condotto Fausto Romitelli
a prefigurare, come sola via di uscita possibile, il contatto
totale del compositore con le forme di comunicazione del
proprio tempo. Non la fuga nella torre d’avorio, quindi, ma
al contrario un attacco sferrato dall’interno, accettando “la
sfida con il mondo o, piuttosto, con il grande show mediatico sponsorizzato che lo sostituisce” (Romitelli). Un atteggiamento dal quale può scaturire una salvifica reinvenzione
del rapporto tra suono e ascolto, forse dello stesso significato del comporre. Romitelli ha trovato qui la propria dimen14
duemila15
sione tecnica ed estetica, accettando – nel bene e nel male,
disegnando il proprio vocabolario fino ai limiti estremi di
una saturazione sensoriale – il confronto con i media, le tecnologie, il suono elettronico amplificato, il suono ‘sporco’
del rock progressivo, della musica techno fino al rapporto
con l’immagine (ricordiamo il suo ultimo lavoro An Index
of Metals, video-opera per soprano, ensemble, elettronica
e multiproiezione). È utile, a questo proposito, ricordare la
frase di James Ballard citata da Romitelli in un suo ‘manifesto’ programmatico del 2001 (intitolato significativamente
“Il compositore come virus”): “Oggi il paesaggio dei media
offre illimitate opportunità a un’immaginazione ribelle. In
questa situazione ho l’impressione che dovremmo immergerci in questo magma di elementi distruttivi e cominciare
a nuotare”. Nell’alto dei giorni immobili è un lavoro per
sei strumenti del 1990, frutto dell’iniziale interesse verso la
musica spettrale, un interesse che lo porterà, subito dopo gli
studi milanesi e al periodo di perfezionamento con Franco Donatoni, a concludere la propria fase di apprendistato
con l’esperienza francese all’IRCAM. Si tratta di una composizione basata sull’esplorazione, la messa in sequenza e
la convergenza di spettri armonici orchestrati con estrema
energia e, al contempo, grande raffinatezza. Una sorta di
lunga progressione, generatrice di un forte impatto percettivo, ove già si prefigurano gesti, qui solo strumentali (i glissati degli archi che alludono alle chitarre elettriche, la densità
massiva delle sonorità), che lo indirizzeranno in seguito a
sviluppare un percorso di fusione tra gli strumenti acustici
e le qualità artificiali dell’amplificazione e dell’elaborazione elettronica. Un’utopia, quella di Romitelli, che sentiamo
oggi più che mai vicina e coinvolgente. Con essa faremo
bene a confrontarci, poiché il suo vivere pericolosamente
sul filo di varie forme di ricerca musicale (artigianali, sperimentali, alternative e antiaccademiche) passa attraverso
l’idea di un pensiero libero, di una creatività potente e ‘senza dogmi’ che non teme di proporsi come punto di assoluto
riferimento per un futuro possibile della musica.
Bruno Maderna
Serenata per un satellite (1969) per ensemble
“Scritto nel 1969 e dedicato all’amico Umberto Montalenti, Serenata per un satellite è, per certi aspetti, un gioco mu-
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
sicale. La scelta, la distribuzione e la natura degli strumenti
sono aperte, possono cioè essere diverse ad ogni esecuzione. La materia musicale è anch’essa aperta. Gli strumentisti possono scegliere essi stessi quali frammenti suonare
e si possono prevedere rielaborazioni diverse (…) dei dati
originali forniti da Maderna, talvolta in forma puramente
grafica. È il direttore d’orchestra che deve regolare il flusso
di quei frammenti e deve stabilire la densità e la forma dello
sviluppo musicale: spetta cioè a lui ‘mettere in orbita’ questa piacevole e innocente serenata”.
Con queste parole Luciano Berio – che ha condiviso molte
importanti esperienze insieme a Maderna ed è stato fra i
migliori interpreti della Serenata – descrive lo spirito di un
brano felicemente entrato nel repertorio di moltissimi strumentisti e significativo di un momento storico ove la musica
italiana ed europea si aprivano con grande entusiasmo ad
esperienze nuove. La ‘partitura’ di questo brano, quindi,
è poco più di una tavolozza di materiali grezzi: tali materiali richiedono di essere elaborati e calati in un disegno
musicale collettivo che l’autore non definisce, ma delega
agli interpreti. Maderna indica solamente che gli strumenti
“possono suonare tutti insieme o separati o a gruppi – improvvisando insomma, ma! – con le note scritte”.
La stessa durata del brano è lasciata libera, tra 4 e 12 minuti. La versione eseguita in questa occasione si muove lungo
tre livelli di controllo sul materiale musicale originale:
- un livello macro-compositivo deciso a priori, diviso in
cinque sezioni, che mette in luce simmetrie, apparizioni e
ritorni di situazioni e di caratteri nel percorso generale della
forma;
- un livello interpretativo deciso dal direttore, riguardante il
timing degli eventi contenuti in ciascuna sezione (regolando
il rapporto tra le fasi di continuità e di discontinuità) oltre
alla densità e ai colori dell’orchestrazione;
- un livello interpretativo deciso dagli strumentisti, principalmente legato ai modi di elaborare il materiale originale
salvaguardandone la componente improvvisativa, proponendo novità o rispondendo al contesto.
Come in qualsiasi gioco, quindi, regole e libera creatività
coesistono aprendosi a reciproche influenze. L’aspetto grafico della partitura è anticonvenzionale, quasi pittorico: un
solo foglio, con i suoi pentagrammi incrociati e sghembi che
duemila15
alludono forse a una serie di possibili traiettorie (o orbite)
ciclicamente ripercorribili. Il dedicatario Umberto Montalenti (1916-2004), ingegnere e direttore dell’ESOC (European Space Operation Centre), con sede a Darmstadt,
aveva progettato e coordinato il lancio, la notte dell’1 Ottobre 1969, del satellite europeo ESTRO I per lo studio
dei fenomeni connessi alle aurore boreali. Nella stessa data
Maderna ‘accompagnava’ metaforicamente il satellite nello
spazio attraverso il suo giocoso messaggio di libertà musicale, dirigendo la prima esecuzione della Serenata per un
satellite.
Mauro Bonifacio
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
MERCOLEDÌ 1 Luglio
Sermoneta
CASA DEL CARDINALE ore 15.30
LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 1
tavola rotonda presiede: Alfonso Alberti
ENSEMBLE TEMA
Eve Cambreling flauto
Evgeni Orkin clarinetto
Christoph Heeg saxofono
Alexander Schröder percussioni
Olga Zheltikova pianoforte
Tomas Westbrooke violino
Marie Schmit violoncello
Scuderie Castello Caetani ore 20.00
Hèctor Parra (1976)
Klaviertrio Nr. 1 “Wortschatten” (2004) **
per violino, violoncello e pianoforte - 7’30”
Bruno Mantovani (1974)
L’incandescence de la bruine (1997) **
per saxofono soprano e pianoforte - 8’50”
Eunsun Lee (1976)
Dae-Hwa (2006) **
per flauto e violino - 10’
Wolfgang Rihm (1952)
Über die Linie VI (2004)
per flauto contralto, violino e violoncello - 15’
Walter Mobilio
RetroMondo (2015) *
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte - 5’30”
* Prima esecuzione assoluta
(Compositore selezionato al Corso di perfezionamento di Alessandro Solbiati, Sermoneta 2014)
** Prima esecuzione italiana
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Wortschatten
Con il Trio Wortschatten (2004), ho cercato per la
prima volta di approfondire i microspazi timbrici che
emergono dall’integrazione di una dizione ritmica
densa, molto irregolare e articolata, con determinate
tecniche strumentali legate alla produzione di suoni
“non abituali”, come i tremoli di armonici o le sonorità
stridenti dello “sforzato sul ponticello”. La mia idea era
di ottenere che gli impulsi energetici strumentali possano
agire sulla percezione ritmico-temporale dell’ascoltatore
e lo emozionino mediante una “esperienza forte” di flussi
temporali sviluppati dalla musica. Così, nella prima parte di
Wortschatten, due strutture di flusso musicale si oppongono
persistentemente: una è fluida e continua, l’altra sospesa e
statica. Il violino e violoncello agiscono come propulsori del
discorso, con brevi frasi nervose dalle dinamiche cangianti
nel registro centrale, molto ristretto, mentre il pianoforte
si limita a creare spazi armonici di risonanza. Il timido
dialogo che gli archi e il pianoforte intrattengono va
crescendo in ampiezza e intensità per condurci a un finale
di tessiture estreme, dopo aver attraversato due momenti
cruciali caratterizzati da un’espansione pianistica massima.
I ruoli strumentali si sono invertiti: gli attacchi percussivi nel
registro grave del pianoforte strutturano un discorso sempre
più instabile e brusco, mentre il violino e il violoncello si
estinguono a poco a poco nelle note più acute e più gravi
dei loro rispettivi registri, lasciando solo tracce effimere
degli impulsi energetici iniziali; come ombre di parole in
ritardo di un linguaggio sempre in corso di riscrittura…
Hèctor Parra
L’incandescence de la bruine
L’ascoltatore di L’incandescence de la bruine di Bruno
Mantovani viene colto da una tessitura sonora brillante
e fluttuante che richiama gli aggregati armonici glaciali
degli spettralisti francesi (o, più da lontano, le tessiture
accordali fluttuanti tipiche della musica francese a partire
da Debussy). La sostanza musicale è, comunque, piuttosto
differente, con un insieme relativamente minimale e statico
di note perno, centrate attorno al Fa sopra al Do centrale,
che dominano la tessitura in una miriade di ripetizioni di
timbro e intensità variabili. Il Fa centrale avanza e retrocede,
ma è onnipresente fino a che non diminuisce e svanisce
18
duemila15
rapidamente poco dopo la metà della composizione.
L’improvviso e notevolmente ritardato effetto di netto
contrasto è controbilanciato dalla persistenza delle stesse
scintillanti ripetizioni della tessitura che pervadono il resto
del pezzo. Verso la fine, torna il Fa centrale, fornendo
un’impressione quasi classica di simmetria, nonostante la
brevità di questo richiamo all’inizio, più prolungato, della
composizione.
Dae-Hwa
Dae-Hwa potrebbe essere tradotto come “dialogo” o
“conversazione”. L’impulso a scrivere questo pezzo è
derivato dalla mia osservazione delle lingue europee principalmente l’inglese e il tedesco - in quanto immigrata
in Europa dalla Corea. Mentre la maggior parte delle
lingue europee mi sembra siano parlate fluidamente,
sviluppando frasi con minime variazioni tonali, il coreano
tende ad articolarsi in brevi e punteggiate esplosioni nelle
quali la voce sale e scende rapidamente in un brevissimo
lasso di tempo. Di conseguenza, quando parlo in tedesco,
mi sento come se parlassi meno melodiosamente che non
nella mia lingua madre. Questo brano è il mio tentativo di
rendere musicalmente un animato dialogo tra due giovani
donne coreane.
Eunsun Lee
Über die Linie VI
Il brano eseguito, Über die Linie VI (2004), ha un piccolo
organico anomalo (flauto, violino, violoncello); da un lato,
deve essere colto all’interno di una serie programmatica
recente (Über die Linie), dall’altro rinviato, rispetto al
corpus complessivo delle opere dell’autore, alla serie
dei Trios. La serie Über die Linie pare non abbia nulla
a che fare con il famoso, omonimo confronto tra Ernst
Jünger e Martin Heidegger. La linea verrebbe concepita
come interna a un pensiero figurale puramente musicale:
linea melodica, frontiera dell’eseguibile, soglia di
decomposizione strutturale, e così via. Ne deriva che i
brani di questa serie si offrirebbero come una semantica dei
confini che i diversi assetti musicali possono raggiungere.
Tale semantica tensiva (forme sotto tensione) non sfocia
tuttavia in alcuna intensificazione, in alcuna bruciante
affermazione di un termine categoriale, ma piuttosto in una
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
coalescenza di termini negativi, in una neutralizzazione
discriminativa, in un equilibrio sospensivo che s’apre verso
un altrove, un paesaggio di valori puro, non sottoposto
a immediata rubricazione sotto etichette, classi, generi,
epoche d’afferimento. Di fatto, malgrado non sia esplicito
nelle dichiarazioni di poetica recenti di Rihm, la serie Über
die Linie rappresenta una terra di nessuno raggiunta per
trascendenza rispetto all’agonistica del presente musicale,
dove si confrontano stilemi avanguardistici e altri passatisti.
Rispetto alle opere di fine anni Novanta, culminate in Etude
d’apres Seraphin, non vi è dubbio che si assiste con Über
die Linie a un recupero del primo periodo di Rihm, quello
che lo aveva visto protagonista della “Nuova semplicità”
neoromantica. Più che in Über die Linie I per solo violoncello,
è con Musik für Klarinette und Orchester. Über die Linie II
(1999) che si può cogliere in Rihm un’improvvisa torsione
verso stilemi dodecafonici che hanno il sapore di risalire
ben al di qua di Darmstadt (gli anni Cinquanta), e qui è
là rispuntano persino le ombre di passaggi tonali melodici.
Über die Linie VI (2004) è costruito da tre sezioni ciascuna
delle quali tesa da un continuum sonoro levigatissimo e
cromatico. La scrittura è molto meno nervosa dei primi
brani della serie, e il tentativo di viaggiare sulla linea tra
passato e presente musicale è molto più precisa, nitidamente
tratteggiata. Viene il sospetto che l’andare oltre la linea
di Rihm sia meno un compito di tensione formale e più
una posta storica. Musica al “meridiano zero”, Über die
Linie di Rihm si vuole in fondo come esemplificazione di
una dedizione ai valori musicali sospensiva delle tendenze
eversive, così come di quelle conservatrici. In definitiva,
è come se improvvisamente Rihm si trovasse di fronte al
compito di superare un nichilismo bifrontale, un’esaustione
della tradizione così come dell’innovazione. Non c’è dubbio
che questa serie di Rihm ha il pregio di reinterrogare
l’ansia del nuovo della musica contemporanea, senza in
nulla riportare in campo una bieca e irriflessa esigenza
di “comunicatività”. Ma c’è da chiedersi se tale strada sia
in grado di dischiudere un nuovo paesaggio compositivo
o se sia essa stessa “senza salvezza”. Dei brani della serie,
Über die Linie VI resta comunque il più convincente, per
la sua parca tavolozza, e per gli sforamenti prospettici
cui conduce, nel suo continuum inafferrabile. Per quanto
Rihm abbia sostenuto che i Trii sono nati accidentalmente
duemila15
(non sono realizzati in quanto serie programmatica, come i
quartetti), non meno rappresentano uno specifico dialogico
e forse una forma particolare di espressione (“disegno” e
non “quadro”, per usare le parole dello stesso compositore).
Pierluigi Basso Fossali
RetroMondo
Impulsi fantasma stanno dietro a una frenesia degli archi
che conduce verso un confine, superato il quale tutto
viene eroso e svuotato. I vari strumenti si uniscono per
formare un blocco centrale che procede indisturbato e
inesorabile fino all’emergere di un tessuto colorato, in una
sorta di sospensione temporale. Questo tessuto scatena un
improvviso flusso che trascina con sé tutto l’ensemble in un
pulviscolo vivo e frenetico; un semplice soffio spegne con
leggerezza questo breve viaggio attraverso la visione di
possibili luoghi sonori.
Walter Mobilio
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Il colore dell’ombra
Il colore dell’ombra, composto in quasi un anno (tra il 2010 e
il 2011), è il pezzo scritto per il mio Diploma di Composizione
al Conservatorio di Milano ed è stato eseguito nella sua
interezza dai solisti dell’Ensemble Multilatérale (2011).
Ispirato dal trio per pianoforte di Ravel, il titolo si riferisce
all’ombra della nota la, scheletro dei quattro movimenti, e al
profumo della (probabilmente) irriconoscibile citazione della
Passacaille nel terzo movimento.
Clara Iannotta
Dans l’ombre des anges
Dans l’ombre des anges (1999) è stata scritta in memoria
di Gérard Grisey, dopo la morte del compositore. Stavo
lavorando allora a un’opera di grandi dimensioni (Encore
per 17 esecutori, 2 disklavier e elettronica) e Dans l’ombre
des anges si presentò come una sezione supplementare di
questo lavoro, una sezione che si sarebbe poi staccata dalla
sua matrice d’origine e che avrebbe preso la sua autonomia.
La composizione utilizza lo stesso materiale musicale ma in
una tinta più scura: la strumentazione è spinta verso il grave
e il ritmo della frase musicale è rallentato all’estremo.
Jean-Luc Hervé
Díptico
I due movimenti di Díptico sono stati inizialmente pensati
per un’esecuzione tra un movimento e l’altro della Messe
de Notre Dame di Machaut. Il secondo movimento è stato
anche concepito per emergere dall’accordo finale dell’Agnus
dei come una sorta di riverbero acustico. Díptico è tuttavia
concepito anche per esecuzioni autonome e i due movimenti,
quando sono presentati come pezzo da concerto, forniscono
una contrapposta miscela di uniformità e contrasto. Il flusso
quasi costante di figure sotterranee del primo movimento
che si mantengono sulla soglia dell’udibilità, cede il passo
nel secondo a una tessitura più concreta, nella quale gli
impulsi simultanei nei diversi strumenti si combinano con
i toni leggermente oscillanti che emergono dal timbro del
vibrafono. «Queste dualità contrastanti fissano i limiti entro i
quali la compositrice fa le sue scelte, ma non determinano per
se stesse decisioni specifiche; sono regole intenzionalmente
definite di un “gioco” compositivo che si presenta in sé
comprensibile, ma non prevedibile, all’ascoltatore».
Markus Böggemann
Serial toro
Serial toro è enfaticamente un lavoro per duo. Le parti del
saxofono delle percussioni (dominate da un kit di batteria)
20
duemila15
sono in chiara relazione tra loro: a volte si imitano, a
volte si completano e spesso suonano in sincronia, con le
percussioni che fungono da modulatore timbrico per il
saxofono o viceversa. L’enfasi è posta sulla chiarezza e la
sottigliezza della combinazione, piuttosto che sul colore
o sull’effetto. Predominano un’esile tessitura e chiare
strutture quasi reminiscenti di Webern, anche se ciò si
estende considerevolmente da un lato attraverso l’uso di
ripetizioni tendenti al loop, dall’altro attraverso l’impiego
di effetti coloristici come i multifonici e lo slap-tongue nel
saxofono, così come attraverso l’accendersi del virtuosismo
che aumenta man mano che il pezzo progredisce. Questo
virtuosismo è accompagnato da un uso crescente di
ornamentazioni e momenti di ritmo flessibile che, al
termine della composizione, ci trasmettono un senso di
emancipazione rispetto all’inizio piuttosto freddo e distaccato.
Oscar Stasnoy
Di lu me fruttu ci nni desi a tutti
Il brano è costruito sopra ad un canto popolare siciliano
(Cantu di carritteri) all’interno del quale è contenuta la frase
del titolo. Frase (“del mio frutto ne ho dato a tutti”) scelta
come simbolo della generosità che rappresenta: il carrettiere,
che aveva con sé pane, formaggio e vino, lo ha diviso con tutti,
anche se alla bella ragazza di cui si è invaghito ne ha donato
più di tutti. La scelta del materiale popolare nella mia musica
rappresenta una visione del mondo di pasoliniana influenza:
il poeta affermava che il potere consumista ha distrutto le
realtà particolari come neanche il fascismo è riuscito a
fare in vent’anni. Oggi l’omologazione culturale è il verbo
imperante. L’uso di canto popolare, non nuovo nella musica
colta sia storica che contemporanea, è qui il simbolo di un
inconscio collettivo come stratificazione di un mondo che
non esiste più o che resiste ma viene eroso quotidianamente
fino alla sua definitiva, futura, estinzione che è ormai
questione di tempo. Allo stesso tempo la musica orale è la
voce del popolo, quello dimenticato dai libri di storia che ha
sempre raccontato la storia delle nazioni, dei condottieri,
delle classi dirigenti che del popolo si sono serviti per la loro
ricchezza sfruttandoli e mandandoli al macello nelle proprie
guerre. Dal punto di vista formale è un brano duro, in cui gli
strumenti vengono utilizzati in contrapposizione di elementi
forti, con timbri in cui predomina la percussività. La melodia
del canto tenta di farsi strada invano, aggredita da un vortice
di acciaccature. Solo alla fine riesce ad emergere; ma è un
galleggiare sofferto che si sgretola nel silenzio.
Francesco Lipari
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
GIOVEDÌ 2 Luglio
Sermoneta
CASA DEL CARDINALE ore 15.30
LA GIOVANE MUSICA EUROPEA # 2
tavola rotonda presiede: Alfonso Alberti
Scuderie Castello Caetani ore 20.00
ENSEMBLE TEMA
Eve Cambreling flauto
Evgeni Orkin clarinetto
Christoph Heeg saxofono
Alexander Schröder percussioni
Olga Zheltikova pianoforte
Tomas Westbrooke violino
Marie Schmit violoncello
Clara Iannotta (1983)
Il colore dell’ombra (2010)
per violino, violoncello e pianoforte - 11’
Jean-Luc Hervé (1960)
Dans l’ombre des anges (1999)
per flauto basso, clarinetto basso, violoncello e percussione - 5’
Elena Mendoza (1973)
Díptico (2003/04)**
per clarinetto, saxofono, violoncello, pianoforte e percussioni - 12’
Oscar Strasnoy (1970)
Serial toro (2003)**
per saxofono contralto e percussione - 9’
Francesco Lipari
Di lu me fruttu ci nni desi a tutti (2015)*
per flauto, clarinetto basso, violino, violoncello, pianoforte - 6’30”
* Prima esecuzione assoluta (Compositore selezionato al Corso di perfezionamento di Alessandro Solbiati, Sermoneta 2014)
** Prima esecuzione italiana
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Amable sombra
Amable sombra, per due pianoforti, è il mio secondo
omaggio a Federico Mompou, compositore che ho sempre
ammirato e della cui amicizia ho avuto la fortuna e l’onore
di godere. Il titolo si riferisce alla sua presenza - alla sua
“ombra” - sempre misteriosa, ma affettuosa, come la sua
stessa persona che s’aggira, per quanto nascostamente, in
molte pagine dell’opera. La composizione risale al 1989 ed
è stata ascoltata una prima volta al Conservatorio di Reims
(Francia), nell’interpretazione di due allievi. Tale versione,
non pubblica, può essere considerata alla stregua di una
semplice lettura. Immediatamente dopo ritirai infatti la
partitura per introdurre alcuni cambiamenti che ritenevo
indispensabili. Questo spiega perché sia stato necessario
attendere tanti anni per la prima ufficiale, che vede ora la
luce nella versione definitiva affidata al duo Moretti-Ravelli
che la interpreta come l’avevo immaginata. Per questo
motivo gliela dedico con amicizia e la mia ammirazione
per il loro lavoro eccellente, minuzioso e profondo.
Luis de Pablo
La trascrizione, la citazione, la dedica allusiva, la
trasfigurazione, l’astrazione: da un brano all’altro, nel
programma di questo concerto, affiora una rete sottile di
nessi e rimandi squisitamente musicali. Dobbiamo a un
Claude Debussy non ancora trentenne e poco conosciuto,
ma già redarguito per eccesso di originalità dagli accademici
più conservatori, l’adattamento per due pianoforti dei sei
Studien für den Pedal-Flügel op. 56 composti in un periodo di
amara disillusione e di ansia per il proprio futuro artistico
da Robert Schumann. Questi, appena trasferitosi da
Lipsia a Dresda, aveva intrapreso con accanimento lo
studio del contrappunto e si era procurato un pianoforte
con pedaliera al quale destinò alcune raccolte di pezzi,
scritti sia per prendere confidenza con tale strumento, sia
per cimentarsi con le tecniche e i procedimenti polifonici
che andava indagando. Dopo lo Schumann “canonico”
trascritto da Debussy, Amable sombra di Luis de Pablo evoca
il compositore catalano Federico Mompou e, nel finale,
lo cita espressamente, aggiungendo una connotazione
delicata e intimistica a un lavoro poderoso, articolato e
virtuosistico, volutamente al centro del recital odierno e di
un’incisione discografica di prossima pubblicazione, che
includerà, dello stesso Maestro, l’integrale delle opere
22
duemila15
per due pianoforti. Ancora Claude Debussy: alla fine
della propria vita, malato gravemente e in ambasce per il
«tragico concerto» della Grande Guerra, tracciò l’ultima,
inattesa e felicissima parte della sua parabola creativa con
alcuni capolavori di «musica pura», scritti «senza alcun
partito preso», in perfetto stato di grazia dopo essersi
rimesso a «studiare da capo la musica». Oltre alle Études
per pianoforte e a tre delle Sonate per diversi strumenti, vide
così la luce En blanc et noir, in tre movimenti caratterizzati
da una scrittura fervida e singolare, che procede per sbalzi
e sorprese anziché per trasformazioni graduali, e che
sventaglia le ampie possibilità timbriche e acustico-spaziali
insite nella apparente “monocromia” dei due pianoforti. Le
dediche, le citazioni musicali, insieme ad alcune suggestioni
pittoriche e poetiche e a riferimenti storici e biografici, solo
accennati o magistralmente sublimati, contribuiscono a
fare di questa composizione quasi un testamento poetico e
profetico. Non è casuale e non si deve solo all’amicizia e alla
stima la dedica dell’ultimo movimento di En blanc et noir a
Igor Stravinskij: il “padre” della musica moderna avrebbe,
più di chiunque altro, compreso e apprezzato la carica
innovativa dell’ultimo pianismo di Debussy. Pianista a sua
volta e compositore che utilizzava il pianoforte quando
scriveva, Stravinskij, mai uguale a se stesso né succube
dei propri mezzi o delle aspettative altrui, trasfigurava
ogni spunto, ogni stile, ogni tecnica: dal folklore russo alle
forme settecentesche, dal teatro di strada a quello d’opera,
dal jazz al balletto “classicheggiante”, dalla polifonia sacra
alla dodecafonia. Con la “virata neoclassica” inaugurò
un nuovo, controverso capitolo creativo, comprendente
numerose opere per organici alquanto diversi. La Sonata
per due pianoforti fu composta a Hollywood, senza
commissione e per puro piacere inventivo. La forme a cui
alludono i tre movimenti sono dichiarate e riconoscibili, ma
l’impianto sonatistico tradizionale risulta completamente
mutato e astratto, rispetto alle origini: è la combinazione
continua e impeccabile di durate e intervalli a generare
e organizzare la forma stessa, che trae la propria forza
propulsiva dal contrappunto, quale gioco inesauribile di
imitazioni, intrecci, specchi, inversioni. E qui il cerchio si
chiude, saldando la più pura geometria novecentesca allo
studio intenso e fecondo che alle regole antiche e severe
della polifonia aveva dedicato il romantico Schumann.
Antonella Moretti - Mauro Ravelli
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
duemila15
venerdÌ 3 Luglio ore 21.00
Sermoneta
Castello Caetani
DUO PIANISTICO
Antonella Moretti
Mauro Ravelli
OMAGGIO A LUIS DE PABLO PER I SUOI 85 ANNI
CONCERTO INAUGURALE DEDICATO AL
PRESIDENTE ONORARIO
DEL FESTIVAL PONTINO DI MUSICA
introduzione di: Gabriele Bonomo
presentazione di: Antonella Moretti e Mauro Ravelli
Robert Schumann (1810-1856)
Studien für den Pedalflügel (6 Studi in forma di canone)
op. 56 (1845)
Adattamento per due pianoforti di Claude Debussy (1891)
Luis de Pablo (1930)
Amable Sombra (1989)*
per due pianoforti - 20’
Claude Debussy (1868-1917)
En blanc et noir (1915)
per due pianoforti
Avec emportement - Lent. Sombre - Scherzando
Igor Stravinskij (1882-1971)
Sonata (1943/44)
per due pianoforti
Moderato - Tema con variazioni - Variazione 1 - Variazione 2 - Variazione 3 Variazione 4 - Allegretto
* Prima esecuzione assoluta
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
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INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Compositori
LUIGI DALLAPICCOLA Uno dei padri della musica italiana
Novecento, Luigi Dallapiccola (Pisino, Istria 1904 - Firenze 1975)
completò la propria formazione a Firenze, dove poi si stabilì, dopo
aver studiato in parte a Graz e in parte a Trieste. Nel capoluogo
toscano ebbe un insegnamento di pianoforte ma, al crescere
della sua fama oltre i confini nazionali, fu ben presto invitato a
tenere corsi di composizione a Tanglewood, New York, Berkeley
e in Michigan. Molto importante è inoltre la sua influenza sui
musicisti italiani dell’Avanguardia, che hanno riconosciuto nella
sua persona un modello etico di artista e nella sua musica un
modello di assoluto rigore formale unito a capacità espressive
e comunicative pienamente inserite nel solco della migliore
tradizione italiana. Due i principali interessi manifestati da
Dallapiccola nell’arco della vita e rintracciabili in pressoché tutta
la sua produzione. In primo luogo, per le tradizioni polifonica
rinascimentale e madrigalistica italiana; in secondo luogo, per
l’atonalità e la dodecafonia viennese, della quale fu il principale
apostolo in Italia. Tra i temi delle sue opere è dominante quello
della libertà, intesa dal musicista istriano come una faticosa
conquista. Il catalogo di Dallapiccola comprende tre opere teatrali
- tra le quali è considerato capolavoro Il Prigioniero (1949), che è
anche la prima opera interamente dodecafonica della storia della
musica italiana - e numerosi lavori sinfonici, da camera e per
pianoforte. La parte preponderante resta comunque quella vocale,
che comprende pezzi per coro - celeberrimi i Canti di prigionia
(1941) - e per voce sola e strumenti. Le sue composizioni sono
pubblicate dalle Edizioni Suvini Zerboni - SugarMusic, Milano.
FRANCO DONATONI (Verona 1927 - Milano 2000) ha
studiato con Desderi, Liviabella e Pizzetti. Dopo aver conosciuto
Maderna si è recato a Darmstadt dove si è specializzato. Ha
insegnato in diversi Conservatori, a Torino, Milano, Bologna,
Roma, e alla Chigiana di Siena, formando una delle più floride
scuole compositive, in seno alla quale si sono specializzati
intere generazioni di compositori. Autore di un ricco catalogo
compositivo, ha scritto anche due enigmatici libri di riflessione
sulla propria arte: Questo (1970) e Antecedente X (1980). I primi
cimenti artistici del veronese riflettono il suo amore per la musica
di Bartók, in particolare per le opere percussive del musicista
ungherese. A tale modello unì poi il radicalismo strutturale della
scuola di Darmstadt e la serialità post-weberniana connessa a
24
duemila15
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
tale scuola. L’originalità dell’arte di Donatoni deriva tuttavia da
una posizione estetica che lo ha presto portato, all’indomani delle
prime affermazioni come Puppenspiel I (1961), ad affermare
un rapporto del tutto artigianale con la materia, smitizzando
completamente la figura dell’artista “creatore”. Di fronte alla
materia, il musicista può solo “abbandonarsi”, automatizzando
una serie di trasformazioni del medesimo quali gli consentono
la diretta conoscenza delle pratiche compositive e la propria
sensibilità. Il “comporre” diviene così una sorta di teatro fatto
di gesti artigianali per così dire interiorizzati e sublimati in una
“tecnica”. Puppenspiel II (1966), Duo pour Bruno (1975), In cauda
(1982), Puppenspiel III (1985): questi sono solo alcuni dei lavori più
conosciuti e apprezzati del compositore, figura di riferimento tra
le più limpide della musica italiana di fine secolo.
di Venezia; di particolare rilievo è inoltre la sua collaborazione
con gruppi da camera e ensemble dedicati al repertorio
contemporaneo quali il Trio di Parma, il Quatuor Diotima,
l’Hilliard Ensemble, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, il Vertixe
Sonora Ensemble e il Divertimento Ensemble. Federico Gardella
ha studiato composizione al Conservatorio di Milano con Sonia Bo
e si è perfezionato con Azio Corghi presso l’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia a Roma e l’Accademia Musicale Chigiana di
Siena e con Alessandro Solbiati ai Corsi di Perfezionamento di
Sermoneta e al Conservatorio di Milano, dove si è laureato con il
massimo dei voti e la lode; particolarmente importanti per la sua
formazione sono stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough
e Toshio Hosokawa. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni
Suvini Zerboni-SugarMusic S.p.A. di Milano.
FEDERICO GARDELLA è nato a Milano nel 1979. La
sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni
concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival
Milano Musica, Rondò/Divertimento Ensemble, Teatro Dal
Verme, Sala Verdi del Conservatorio), Royaumont (Voix
Nouvelles), Firenze (Maggio Musicale Fiorentino, Festival Play
It!), Riga (Festival Arena/Great Guild Concert Hall), Torino
(MiTo SettembreMusica, Unione Musicale, Rai NuovaMusica/
Auditorium Rai “Arturo Toscanini”), Lodz (Lodz Philharmonic
Hall), Bologna (Accademia Filarmonica), New York (Columbia
University, IKIF/Mannes College of Music), Parma (Festival
Traiettorie), Takefu (Takefu International Music Festival), Venezia
(La Biennale di Venezia, Teatro Malibran), Losanna (Société de
Musique Contemporaine), Latina (Festival Pontino), Boston
(Harvard University, Boston University), Roma (Auditorium
Parco della Musica), Bruxelles (Flagey) e Madrid (Auditorio
Nacional de Música). È stato premiato in numerosi concorsi
internazionali di composizione tra cui il Tansman International
Competition of Musical Personalities di Lodz e nel 2009 gli è stato
assegnato il Takefu International Composition Award. Nel 2012
gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu
Composition Award e nel 2014 gli è stato assegnato il Premio
Speciale “Una Vita nella Musica – Giovani” al Teatro la Fenice
di Venezia. Sue composizioni sono state interpretate da orchestre
quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la Latvian
National Symphony Orchestra, l’Orchestra della Toscana, la Lodz
Philharmonic Orchestra, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, la
Tokyo Philharmonic Orchestra e l’Orchestra del Teatro La Fenice
JEAN-LUC HERVÉ nato nel 1960, ha studiato orchestrazione
e musica elettroacustica al C.N.R. di Boulogne-Billancourt,
continuando gli studi con Emmanuel Nunes e Gérard Grisey
al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi, dove
ha vinto il Premier Prix di composizione. È stato premiato dal
“comitato di lettura Ircam/Eic” del 1996, e nel 1997 ha ottenuto
il premio “Goffredo Petrassi” con la composizione per orchestra
Ciels. Ha completato la propria formazione sulle nuove tecnologie
all’Ircam con una ricerca nell’ambito della composizione assistita
dal computer, ed è stato associato come compositeur en recherche per
l’anno 2001. È stato ospite della Fondation des Treilles (1997), a
Villa Kujoyama a Kyoto (2001) e ha partecipato al programma
artistico del DAAD a Berlino (2003). Dal 2001 insegna
composizione al Conservatorio di Nanterre; ha insegnato alla
sessione di composizione della Fondation Royaumont nel settembre
del 2000 e del 2005, oltre ad aver tenuto vari seminari: all’interno
del corso di composizione del Conservatorio Nazionale Superiore
di Musica di Parigi, nel corso di composizione dell’Ircam (19982000), all’Istituto Musicale “A. Peri” di Reggio Emilia, all’Istituto
Francese di Bilbao (Spagna). L’incontro con Gérard Grisey è stato
determinante nell’orientare la sua attività; la tesi di dottorato in
estetica e la ricerca condotta all’Ircam sono stati l’occasione per
una riflessione teorica sul proprio lavoro di compositore, mentre la
residenza a Villa Kujoyama a Kyoto ha rappresentato un grande
choc estetico e una svolta decisiva nella sua attività. Ha ricevuto
numerose commissioni, in particolare dallo Stato Francese, da
Radio France, dall’Ircam, dall’Ensemble Intercontemporain,
dall’Ensemble L’Itinéraire, dalla Fondation Royaumont, dalla
Radio della Svizzera Romanda, dalla Konzerthaus di Berlino. I
duemila15
suoi lavori sono eseguiti in Francia e in altri paesi stranieri, da
gruppi musicali quali l’Ensemble Intercontemporain, L’Itinéraire,
Court-Circuit, Contrechamps, 2e2m, Sillages, Aleph, Fa,
L’Instant Donné, Musique Croisée, Caliopé, Les Pleiades, S.I.C.,
Icarus Ensemble, United Berlin, Phorminx, KNM Berlin, oltre
che dall’Orchestra Nazionale di Francia, l’Orchestra Sinfonica
dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, la Berliner Sinfonie
Orchester, l’Orchestra Filarmonica di Radio France, l’Orchestra
della Toscana, e in occasione di numerosi Festival quali Danse
Musique (Auch), Sons d’Hivers (Haÿ-Les-Roses), Musicavoix
(Evreux), Présences (Radio France, Parigi), Musica (Strasburgo),
Nuove Sincronie (Milano), I.S.C.M. Sofia (Bulgaria), Musica
Nova (Sofia, Bulgaria), Nordlyd ’97 (Trondheim, Norvegia),
Agora (Ircam, Parigi), Archipel (Ginevra), Ars Musica (Bruxelles),
Why Note? (Digione), Biennale di Venezia, UltraSchall (Berlino),
Weimarer Frühjahrstage für zeitgenössische Musik (Weimar),
Traiettorie (Parma). Le sue composizioni sono pubblicate dalle
Edizioni Suvini Zerboni - SugarMusic, Milano.
CLARA IANNOTTA nata a Roma nel 1983 studia composizione
al Conservatorio di Milano con Alessandro Solbiati, al
Conservatoire National Supérieur di Parigi con F. Durieux e
all’Università di Harvard con Chaya Czernowin. Ha ricevuto
commissioni da importanti istituzioni (WDR, Festival d’Automne,
Ensemble Intercontemporain, Neue Vocalsolisten Stuttgart,
Ministero della Cultura in Francia, Radio France, L’Auditori
Barcelona, etc.) e vinto concorsi e residenze internazionali. Nel
2013 è stata scelta come compositore in residenza del Berliner
Küstlerprogramm des DAAD e dal 2014 è anche direttore
artistico del festival di musica contemporanea Bludenzer Tage
zeitgemäßer Musik, in Austria. Vive e lavora tra Berlino e Boston.
EUNSUN LEE è nata nel 1976 a Seoul e ha studiato composizione
con Sueyoun Hong presso la Sook-Myung Women’s University.
Dal 2000 al 2007 ha proseguito gli studi di composizione e
teoria musicale alla Hochschule für Musik di Dresda sotto la
guida di Wilfried Krätzschmar, e dei Prof. Wenzel e Herchet.
Dal 2008 al 2010 ha perfezionato gli studi post-diploma con
Wolfgang Rihm a Karlsruhe. Ha preso parte a varie masterclass
e corsi estivi studiando inoltre con Brian Ferneyhough, Georg
Friedrich Haas, Toshio Hosokawa, Helmut Lachenmann, ClausSteffen Mahnkopf, Isabel Mundry, Gerhard Stäbler, Vladimir
Tarnopolski, Manos Tsangaris and Nils Vigeland, e ha seguito
con regolarità i Darmstadt Summer Courses for New Music dal
25
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
2000 al 2008. La musica di Eunsun Lee è stata eseguita al Daegu
Contemporary Music Festival, al Fesdtival “next_generation” di
Karlsruhe, agli International Summer Courses for New Music
di Darmstadt e al Summer Seminar for New Music di Vienna.
In anni recenti, Eunsun Lee ha ottenuto un significativo successo
nell’ambito del teatro musicale sperimentale con l’opera Vorfall
in Kwangju rappresentata alla Semper Opera di Dresda, alla
quale sono seguite Innenleben (Francoforte, 2010) e Bye-Bye Blondie
(Berlino, 2012). Eunsun Lee è stata insignita del primo premio
al 41st Seoul Composition Competition, e ha ricevuto il secondo
premio al Dresden Chamber Choir’s Inaugural Composition
Competition e al 12th Composition Competition of the Summer
Seminar for New Music di Vienna, è laureata alla Academy for
the Music Theatre of Today in Germania, e ha ricevuto borse
di studio dal German Academic Exchange Service, dal Hanna
Johannes Arras Trust di Dresda, e dal Free State of Saxony
FRANCESCO LIPARI nato nel 1982, è un compositore
e percussionista siciliano. Dopo il diploma in strumenti a
percussione, conseguito nel 2005 con il massimo dei voti sotto la
guida di Maria Grazia Armaleo, si dedica pienamente allo studio
della composizione, verso la quale nutre, da sempre, una passione
viscerale. Dopo un primo periodo, caratterizzato da uno stile
tradizionale, con richiami al minimal e alla musica etnica, rimane
folgorato dalla didattica compositiva di Alessandro Solbiati.
Grazie al compositore milanese conosce e analizza le tecniche e il
repertorio contemporaneo, con particolare attenzione ai giovani
compositori agli inizi della loro carriera. Contemporaneamente
si dedica allo studio di perfezionamento dell’armonia, del
contrappunto e dell’analisi del repertorio storico con il M° Dario
Tindaro Pino. Si avvicina successivamente alla musica elettronica,
da autodidatta. Ha preso parte a svariati seminari e masterclass,
sia per percussioni che per composizione, tra i quali “Il mondo
della percussione” tenutosi a Perugia nell’ambito di Perugia
Classico, seguendo i seminari dei più grandi esponenti del mondo
della percussione (Mike Mainieri, Mike Quinn, Frederic Macarez,
Trilok Gurtu, Saverio Tasca); il masterclass per percussioni
al Mozarteum di Salisburgo (Austria) tenuto da Peter Sadlo e
Bogdan Bacanu nel 2005; il corso di composizione organizzato
dal GAMO di Firenze nel 2009 con Alessandro Solbiati e con
lo stesso compositore cinque corsi annuali di composizione e
analisi tenuti a Catania dal 2009 al 2013. Nel 2011 ha partecipato
all’incontro con il M° Luis de Pablo svoltosi al conservatorio
“Cantelli” di Novara. Nel 2009 ha vinto il 2° premio al 12°
26
duemila15
Concorso di Composizione “Rosolino Toscano” con il brano
Quasar per clarinetto solo.
BRUNO MADERNA nacque a Venezia il 21 aprile 1920.
Diplomatosi in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia in
Roma sotto la guida di Alessandro Bustini (1940), si perfezionò a
Venezia con Gianfrancesco Malipiero (1942/43); per la direzione
d’orchestra seguì i corsi di Antonio Guarnieri (Siena, 1941)
e Hermann Scherchen (Venezia, 1948). Fra il 1948 e il 1952
insegnò al Conservatorio di Venezia. Nel 1949, con le B.A.C.H.
Variationen per due pianoforti, partecipò per la prima volta agli
Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstdt, di cui
divenne docente a partire dal 1956. Nel 1950 diresse i suoi primi
concerti all’estero: a Parigi (25 gennaio) e a Monaco (28 febbraio),
invitato da Karl Amadeus Hartmann; ebbe così inizio una faticosa
ma incessante carriera che lo vide attivo, oltre che in Italia, in
Germania, Svezia, Belgio e Austria. In collaborazione con
Luciano Berio fondò nel 1955 lo Studio di Fonologia Musicale
presso la Rai di Milano e promosse dal 1956 al 1960 una serie
di manifestazioni, gli “Incontri Musicali”, per la diffusione della
musica contemporanea. Nel 1957/58 tenne, su invito di Ghedini,
un corso libero di tecnica dodecafonica presso il Conservatorio di
Milano. Tra il 1960 e il 1962 svolse attività didattica e concertistica
alla Summer School of Music del Dartington College di Devon
(Gran Bretagna). Dal 1961 al 1966 fu direttore stabile, con Pierre
Boulez, dell’Internationales Kranichsteiner Kammerensemble;
diresse concerti a Tokyo (1961) e Buenos Aires (1964). Negli
anni Sessanta svolse un’intensa attività didattica e concertstica
in Olanda e nel 1967 divenne insegnante al Conservatorio di
Rotterdam. Tenne corsi di direzione d’orchestra al Mozarteum
di Salisburgo (1967, 1968, 1969) e a Darmstadt (1969), tra i suoi
allievi figurano Lucas Vis, Yves Prin, Gustav Kuhn. Negli anni
Settanta venne spesso invitato negli Stati Uniti a dirigere il Juilliard
Ensemble e le Orchestre di Chigago, Boston, Philadelphia,
Miami, New York, Cleveland, Washington, Detroit; nel 1971/72
fu direttore del Berkshire Music Center di Tanglewood. Nel 1971
assunse la direzione stabile dell’Orchestra Sinfonica della Rai
di Milano. Nel 1972 vinse il “Premio Italia” con “l’invenzione
radiofonica” Ages. Nell’aprile del 1973, durante le prove della sua
opera Satyricon ad Amsterdam, gli venne diagnosticato un cancro
ai polmoni, ma continuò ugualmente a comporre e a dirigere fino
a pochi giorni prima della sua morte. Si spense a Darmstadt il 13
novembre 1973.
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
BRUNO MANTOVANI è nato l’8 ottobre 1974. Dopo avere
conseguito cinque primi premi al Conservatoire National
Supérieur de Musique et de Danse di Parig (analisi, estetica,
orchestrazione, composizione, storia della musica) e partecipato
al Cursus di Informatica musicale dell’Ircam, inizia una carriera
internazionale e le sue opere sono presentate al Concertgebouw
di Amsterdam, alla Philharmonie di Colonia, al KKL de
Lucerna, alla Scala di Milano, al Carnegie Hall et al Lincoln
Center di New York, alla Cité de la Musique e alla Salle Pleyel
di Paris, al Musikverein di Vienna. Fedele ai suoi interpreti di
elezione, collabora con prestigiosi solisti (Jean-Efflam Bavouzet,
Alain Billard, Jean-Guihen Queyras, Antoine Tamestit, Tabea
Zimmermann), direttori d’orchestra (Pierre Boulez, Riccardo
Chailly, Sir Andrew Davis, Peter Eötvös, Laurence Equilbey,
Gunter Herbig, Emmanuel Krivine, Susanna Mälkki, Jonathan
Nott, Pascal Rophé François-Xavier Roth, Ilan Volkov), ensemble
(Accentus, intercontemporain, TM+) e orchestre (Symphonique
di Bamberg, BBC di Cardiff, Chicago Symphony, WDR di
Colonia, La Chambre Philharmonique, Radio di Francoforte,
Gewandhaus di Lipsia, Philharmonique de Liège, BBC di Londres,
Académie di Lucerna, Orchestre de Paris, Orchestre de l’Opéra
de Paris, Philharmonique de Radio France, NHK di Tokyo, OSN
Rai di Torino, Sinfonia Varsovia, RSO di Vienne). Ha ricevuto
numerosi riconoscimenti in concorsi internazionali (Stuttgart nel
999, Tribuna Internazionale dei Compositori dell’Unesco nel
2001), i premi Hervé Dugardin, Georges Enesco e il Grand Prix
della Sacem nel 2000, 2005 e 2009, il premio André Caplet nel
2005, il premio del miglior talento della SACD nel 2007, il premio
Belmont della Fondazione Forberg-Schneider nello steso anno, la
Victoire de la Musique come “compositore dell’anno” nel 2009,
e il premio Claudio Abbado della Philharmonie di Berlino nel
2010. È stato nominato Chevalier des Arts et Lettres nel gennaio
2010. È stato in residenza alla Herrenhaus d’Edenkoben nel 1999,
al Festival Octobre en Normandie nel 2001, a Bologna nel quadro
del programma “Villa Médicis hors les murs” dell’AFAA nel 2002,
all’Accademia di Francia (Villa Medici) a Roma, nel 2004/05, al
Festival di Besançon nel 2006 e 2008, presso l’Orchestre National
de Lille dal 2008 al 2011, poi dell’Orchestre National du Capitole
de Toulouse a partire dal 2010. Le Festival Musica, dove è
invitato regolarmente dal 2011, gli ha consacrato un ritratto nel
2006. Bruno Mantovani è anche un direttore d’orchestra e dirige
regolarmente ensemble di musica contemporanea (Accentus,
Alternance, Intercontemporain, Sospeso, TM+), come le
orchestre di Lille et del Capitole de Toulouse. Ha debuttato con
duemila15
l’Orchestre National di Lione e l’Orchestre de Paris nella stagione
2011/12. Dal settembre del 2010 Bruno Mantovani è Direttore
del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse
di Parigi.
ELENA MENDOZA nata a Siviglia nel 1973 ha conseguito
studi di filologia tedesca a Siviglia e di pianoforte e composizione
nel Conservatorio Superiore di Musica di Saragozza con Teresa
Catalán, ad Augsburg con John Van Buren, nella RobertSchumann Hochschule Düsseldorf con Manfred Trojahn e nella
Hochschule für Musik Hanns Eisler Berlin con Hanspeter Kyburz.
Attualmente vive e lavora a Berlino. Il suo catalogo comprende
musica da camera e per orchestra. Ha inoltre un particolare
interesse per il tetro, il lavoro con lo spazio e la musicalizzazione del
linguaggio. Il miglior esempio di questo aspetto multidisciplinare
è l’opera di teatro musicale Niebla (basata sull’omonima opera
di Miguel de Unamuno), realizzata in stretta collaborazione
con il regista Matthias Rebstock. Con lo stesso regista è in
corso di realizzazione l’opera di teatro musicale La ciudad de las
mentiras, basata su testi di Juan Carlos Onetti, commissionata
da Gerard Mortier per il Teatro Real de Madrid. La prima
rappresentazione si terrà nel febbraio 2017. La sua musica è stata
interpretata, tra altri, da formazioni quali Ensemble Recherche,
Klangforum Wien, Ensemble Modern, Neue Vocalsolisten
Stuttgart, Ensemble Mosaik, Taller Sonoro, Ensemble emex,
Ensemble Ascolta, KNM Berlin, Ensemble Espai Sonor, Oper
Nürnberg, Philharmonisches Orchester Freiburg, e ha preso
parte in numerosi festival e stagioni di concerti internazionali
(Wittener Tage für Neue Kammermusik, Ars Musica Bruxelles,
Ultraschall Berlin, World New Music Festival, Steirischer Herbst
Graz, Nous Sons Barcelona, MärzMusik Berlin, Eclat Stuttgart,
Acanthes Metz, Musica Viva München, Musicadhoy Madrid). Ha
ricevuto numerose borse di studio, come ad esempio la fellowship
nella Akademie Schloß Solitude (2008) ed è stata premiata con
numerosi premi, come il Premio Nacional de Música 2010 in
Spagna e il Musikpreis Salzburg 2011 (Förderungspreis) in Austria.
È stata professore di composizione nel Conservatorio Superiore di
Musica di Saragozza e ha collaborato come docente in numerosi
laboratori di composizione e progetti di diffusione della musica
contemporanea. Attualmente detiene la cattedra di composizione
pèresso la Universität der Künste Berlin.
WALTER MOBILIO dopo anni di intensa attività come
chitarrista in varie formazioni, si avvicina alla composizione
27
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
affascinato dalla musica contemporanea. Dopo un primo
periodo di studio di armonia e contrappunto e di pianoforte,
inizia lo studio della composizione con Alberto Giraldi e Daniele
Bravi. Successivamente fondamentale per la sua formazione è
l’incontro con Vittorio Montalti. Partecipa a masterclass con
Stefano Gervasoni, Francesco Filidei e Alessandro Solbiati. Con
Alessandro Solbiati partecipa al workshop estivo in Sermoneta
vincendo con il brano Switch una commissione per il Festival
Pontino 2015. Nello stesso anno vince il primo premio al Concorso
di Composizione “Giampaolo Coral Award” nell’ambito
del 15° Concorso Internazionale “Premio Trio di Trieste”.
Attualmente sta approfondendo le sue conoscenze in ambito
elettroacustico frequentando il triennio di Musica Elettronica
presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone sotto la guida di
Alessandro Cipriani.
LUIS DE PABLO nasce a Bilbao (Spagna, Paese Basco) il 28
gennaio 1930. Inizia gli studi musicali a partire dai 7 anni di età
a Fuenterrabía. Li prosegue privatamente a Madrid, con Max
Deutsch a Parigi e nei corsi di Darmstadt. Fonda a Madrid “Tiempo
y Música” e “Alea” (1959-1972), gruppi che hanno dato modo al
pubblico spagnolo di conoscere la musica contemporanea e diverse
culture musicali non occidentali. Fonda anche il primo laboratorio
elettroacustico spagnolo. È stato docente al Conservatorio di
Madrid, presso le Università di Buffalo, Ottawa, Montreal,
etc.; corsi in Francia, Italia, Belgio, USA, Giappone, Argentina,
Messico, etc.; Direttore di “Encuentros” (Pamplona), Biennale
Musicale (Madrid), Festival di Lille, etc.; Laurea “honoris causa”
presso l’Università Complutense (Madrid), Accademico di Belle
Arti (Madrid, Granada, Belgio). Ha conseguito numerosi premi,
spagnoli e internazionali (Premio Guerrero, Medaglia d’Oro del
Re di Spagna per le Belle Arti, Medaglia d’Oro del Círculo de Bellas
Artes di Madrid, “Officier des Arts et des Lettres” su nomina del
Ministero della Cultura francese, Premio della Fondation Prince
Pierre di Monaco, Premio Honegger, etc.). La sua produzione
musicale comprende oltre un centinaio di titoli: quattro opere,
quattro quartetti per archi, vari concerti solistici (tre concerti
per pianoforte, altri concerti per violino, violoncello, chitarra,
flauto, clarinetto, sax), molta musica da camera, orchestrale
e vocale, etc. Nel 1968 Claude Rostand ha scritto di lui nel
“Dizionario della Musica Contemporanea” (Ed. Larousse): «Luis
de Pablo è oggi non soltanto la personalità dominante della scuola
spagnola nonché uno dei primi compositori ad avere percorso la
strada per farla uscire dal suo stretto nazionalismo e conferirle
28
duemila15
un’intonazione universale, ma anche una delle personalità più
prominenti dell’attuale panorama musicale internazionale, grazie
all’impulso che egli ha saputo conferire alle tecniche innovative e
alle soluzioni personali e originali che ha trovato, per esprimere
un temperamento inventivo e poetico eccezionale. Perché in
tutta questa ricerca, è l’uomo a restare sempre dietro alla propria
musica: è una presenza che gli è naturale e alla quale lui tiene».
Dal 2010 è Presidente onorario del Festival Pontino di Musica.
HÈCTOR PARRA dopo gli studi al Conservatorio Superiore
di Musica di Barcellona, segue il Cursus di Composizione e di
Informatica musicale dell’Ircam proseguendo la sua formazione
a Royaumont, al Centre Royaumont, al Centre Acanthes, a
Takefu in Giappone e alla Haute École de Musique di Ginevra
con Brian Ferneyhough, Jonathan Harvey, Michael Jarrell, Beat
Furrer, Philippe Leroux, Philippe Manoury e Brice Pauset.
Ha ricevuto numerose commissioni da istituzioni come il
Ministero della Cultura francese e spagnolo, l’Ircam, l’Ensemble
Intercontemporain, l’Akademie der Künste di Berlina, la Biennale
di Teatro di Monaco, il WDR, l’Ensemble Contrechamps o il
Klangforum Wien. Ha sviluppato inoltre un rapporto privilegiato
con interpreti come l’Ensemble Intercontemporain, l’Ensemble
Recherche, che gli consacrerà un CD monografico, o il Quartetto
Arditti. Le sue composizioni sono programmate nei Festival
internazionali di Lucerna, Avignone, Warsaw Autumn, Wien
Modern, Donaueschingen, Witten, Wien Konzerthaus, Tokyo
Suntory Hall, Agora-Ircam, Ars Musica (Bruxelles), Musica
(Strasbourg), Opéra de Stuttgart, Gran Teatre del Liceu di
Barcellona, San Sebastián, Traiettorie Parma, Steirischer Herbst
de Graz, Muziekgebouw Amsterdam, Auditorio Nacional di
Madrid e Auditorio di Barcellona, Opera de Hoy e Muso Reina
Sofía di Madrid, Huddersfield, Guggenheim di New York.
Sue opere sono state eseguite da numerose orchestre come
la Tokyo Philharmonic, Brussels Philharmonic, l’Orchestre
Philharmonique de Liège, L’Orquestra Simfònica de Barcelona
i Nacional de Catalunya (OBC), l’Orchestre National de l’Île
de France o la Holland Symfonia, e da prestigiosi solisti come
comme Arne Deforce, Nicolas Hodges o Pierre Strauch. Le sue
opere hanno ricevuto numeroisi riconoscimenti, tra i quali il
Premio di Composizione Ernst von Siemens nel 2011. Hèctor
Parra è stato professore di composizione al Cursus dell’Ircam,
e di composizione elettroacustica al Conservatorio Superiore di
Musica di Aragona tra il 2005 et il 2011, ha assunto la Cattedra
di Composizione Manuel de Falla di Cadige nel 2010 e nel 2011
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
dell’atelier di composizione Voix Nouvelles della Fondation
Royaumont.
WOLFGANG RIHM (Karlsruhe 1952) è stato allievo di Werner,
Stockhausen e Huber ed è emerso verso la metà degli anni
settanta come l’esponente più noto di quel movimento di giovani
compositori tedeschi polemici verso l’accademismo della Nuova
Musica, allora ironicamente definito “Neue Einfachkeit” (Nuova
Semplicità). Tra gli ideali di tale movimento, profondamente
antiadorniano, vi era il tentativo del recupero di quei modelli
del passato (Mahler, Strauss, Berg) che apparivano come gli
ultimi baluardi di una poetica soggettiva, capace di comprendere
il coinvolgimento autobiografico. Dopo una prima opera da
camera Faust und Yorik, (1977) l’opera Jakob Lenz (1979), da
Büchner, gli diede notorietà internazionale: era la riscoperta di
una drammaturgia narrativa dall’eloquio musicale fluente e di
sanguigna partecipazione emotiva, ai confini della tonalità. Il
successo di quest’opera è stato successivamente replicato con le
successive Die Hamletsmachine (1983/86) e Die Eroberung von Mexico
(da Artaud, 1990/92). Il vastissimo catalogo di Rihm comprende
tuttavia molti altri lavori sinfonici, da camera, sinfonico-corali e
vocali. Nel 2001 Rihm è stato nominato Cavaliere dell’Ordine
delle Arti e delle Lettere dal Governo francese. È a capo
dell’Istituto di Musica Moderna del Conservatorio di Karlsruhe ed
è stato compositore residente dei Festival di Lucerna, Strasburgo
e Salisburgo. Nel 2003 gli è stato assegnato il Premio Siemens
e l’iscrizione nel Libro d’Oro della città di Karlsruhe. Nel 2004
ha ricevuto la Medaglia al Merito della Baden-Wurttemberg/
Germany.
FAUSTO ROMITELLI nato a Gorizia nel 1963, si diploma
in composizione al Conservatorio di Milano e prosegue la sua
formazione studiando con Franco Donatoni a Milano e a Siena.
Nel 1991 si trasferisce a Parigi per studiare nuove tecnologie al
corso di informatica musicale dell’Ircam, dove successivamente
collabora come “compositeur en recherche” dal 1993 al 1995.
Le sue composizioni sono state premiate in numerosi concorsi
internazionali ed eseguite nei principali festival da prestigiosi
ensemble. Romitelli ha ricevuto commissioni, tra gli altri, dal
Ministero della cultura francese, da Radio France, dall’Ensemble
Intercontemporain di Parigi, dalla Biennale di Venezia, da Milano
Musica, dai Ferienkurse di Darmstadt. Tra i progetti futuri vi
erano commissioni da parte dell’Orchestra Filarmonica di Radio
France, dell’Orchestra Torscanini, dell’Orchestre de Chambre de
duemila15
Walonie, del centro Agon di Milano, del Festival Manca di Nizza
e del Festival di Royaumont: tutti lavori rimasti sulla carta per
l’improvvisa quanto prematura scomparsa avvenuta il 27 giugno
del 2004. La musica di Romitelli è caratterizzata da un materismo
acceso e tellurico, dal contributo funzionale dell’elettronica live
e da agganci ai molteplici aspetti sociali e artistici del mondo
contemporaneo, filtrati in strutture assai meditate e complesse.
Spiccata la predilezione del compositore per la musica strumentale
sinfonica e da camera, spesso caratterizzata da un impatto sonoro
violento, oltre che assai articolato sul piano della forma. La sua
musica sprigiona, perciò, un contenuto espressivo piuttosto
esplicito ed eloquente e recupera, in questo, una concezione della
musica come mezzo non solo estetico ma anche comunicativo.
Tra le ultime, importanti composizioni si segnalano il ciclo Professor
Bad Trip, Lessons I-III (2001/03) per ensemble, ispirato all’idea del
viaggio psichedelico proprio di certa cultura giovanile, e la videoopera An Index of Metals, nella quale è oggetto di ricerca il rapporto
tra una musica incandescente, violenta, distorta, e la videografica.
Quest’ultimo lavoro gli è valso il riconoscimento postumo del
“Premio Abbiati” della critica musicale italiana. Sincronie ha
organizzato a Milano un omaggio alla figura di Fausto Romitelli
al Padiglione d’Arte Contemporanea il 27 novembre 2004.
OSCAR STRASNOY nato a Buenos Aires nel 1970, è un
compositore, direttore d’orchestra e pianista franco-argentino
di origine russa. Ha studiato pianoforte, direzione d’orchestra e
composizione al Conservatorio di Buenos Aires, nel Conservatoire
de Paris e alla Hochschule für Musik Frankfurt con Guillermo
Scarabino, Guy Reibel, Michael Levinas, Gérard Grisey e
Hans Zender. Ha vinto il Primo Premio di composizione al
Conservatoire de Paris. Le sue composizioni sono state eseguite in
Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna, Russia, Svizzera,
Ungheria, Romania, Stati Uniti, Messico, Australia, Giappone,
Argentina (tra altri all’Opéra Comique, Parigi), Festival d’Aixen-Provence, Théâtre du Châtelet, Opera d’Amburgo, Teatro
Colón di Buenos Aires, Philharmonie di Berlino, Conservatorio
di Mosca, Theaterhaus Stuttgart, Opera di Roma, Opera di
Lille, Biennale di Venezia, Wigmore Hall di Londra, Festival
Cervantino di Guanajuato, Opera di Rennes). Inoltre è stato nel
2001 Compositore in residenza all’Akademie Schloß Solitude di
Stoccarda. Nel 2003 ha fatto una residenza per sei mese alla “Villa
Kujoyama” a Kyoto. Nel 2006 ha fatto una residenza a Civitella
Ranieri in Umbria. È stato scelto come borsista dalla Fondazione
29
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
Grüneisen (Mozarteum Argentino) e dalla Fondation Nadia et
Lili Boulanger. Si è laureato alla “Villa médicis hors les murs”
ed è stato invitato da Peter Eötvös alla Herrenhaus-Edenkoben
in Germania. Luciano Berio gli ha assegnato il Premio Orpheus
2000 per l’opera MIDEA, allestita al Teatro Caio Melisso di
Spoleto (2000) e al Teatro dell’Opera di Roma (2001). Nel 2007
ha ricevuto un Guggenheim Memorial Foundation Fellowship
for Music Composition. È stato direttore musicale dell’Orchestre
du Crous di Parigi (1996-1998). Ha diretto l’Ensemble 2e2m,
l’Orchestre National d’Ile de France, l’Orchestre Philharmonique
de Radio France, l’Orchestre de l’Opéra de Nice. Nel 2005/06 è
stato compositore in residenza nella stagione dell’Ensemble 2e2m.
Nel 2011/12, Strasnoy è compositore in residenza del Théâtre
de Cornouaille, Quimper, Francia. Il Festival Présences 2012 di
Radio France ha proposto una retrospettiva delle sue opere in
quattordici concerti nel Théâtre du Châtelet di Parigi. Vive a
Berlino.
Esecutori
Ensemble TEMA è stato fondato nella città tedesca di
Karlsruhe nel 2010 da un gruppo di musicisti provenienti da
tutto il mondo, fortemente interessati a promuovere e eseguire
musica contemporanea. Sin dai suoi esordi, l’Ensemble Tema
è stato regolarmente ospite dell’ARD Radio Play Festival e del
Festival del Cinema Muto di Karlsruhe, e costituisce un punto
di riferimento costante per il Festival di musica contemporanea
ZeitGenuss di recente fondazione. L’Ensemble Tema ha
collaborato con rinomati compositori quali Pascal Dusapin,
Helmut Lachenmann, Olga Neuwirth, Peter Ruzicka, Rebecca
Saunders e Alessandro Solbiati. Un particolare impegno mirato a
promuovere le opere di giovani compositori emergenti ha portato
l’Ensemble a proporre prime esecuzioni assolute di opere di Luis
Codera-Puzo, Eunsun Lee, Vito Zuraj, Heera Kim, Caterina Di
Cecca e Birke Bertelsmeier. L’Ensemble Tema predilige esibizioni
che vanno oltre i confini del tradizionale concerto, impegnandosi
in performance di teatro musicale, in improvvisazioni con live
electronics, nell’accompagnamento di film muti e in letture
letterarie, arricchendo cosi le proprie presenze concertistiche in
Germania e nel resto d’Europa.
ANTONELLA MORETTI - MAURO RAVELLI si sono
conosciuti nel 1989 e, all’insegna della comune passione per la
musica da camera, hanno costituito un Duo pianistico dedito sia
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al pianoforte a quattro mani sia ai due pianoforti. La loro ricerca
musicale comprende, oltre ai classici, autori poco frequentati nei
normali programmi concertistici e autori contemporanei, prime
esecuzioni assolute ed esperienze artistiche interdisciplinari, in cui
la musica si associa e interagisce con altre forme di espressione
(poesia, teatro, arti visive, cinema, video). Si sono formati e
perfezionati con illustri maestri, tra cui Leonardo Leonardi,
il Duo pianistico Chiaralberta Pastorelli ed Eli Perrotta, Bruno
Canino, Marian Mika e Jean Pierre Armengaud. Hanno, inoltre,
approfondito le prassi esecutive settecentesche con Emilia
Fadini, il repertorio moderno e contemporaneo con Bernard
Wambach e Renato Rivolta, la pratica improvvisativa sotto
la guida di Christiane Montandon, Vinko Globokar e Misha
Mengelberg. Il Duo ha al proprio attivo numerosi concerti, con
lusinghieri apprezzamenti di critica e di pubblico. Tra le Stagioni
concertistiche e gli Enti per cui ha suonato figurano l’Ensemble
Europeo Antidogma Musica di Torino, il Festival Pianistico Città
di Lucca, il Teatro Carlo Felice di Genova, l’AGiMus, l’Oratorio
S. Filippo di Torino, il Teatro Chiabrera di Savona, la Camerata
Strumentale A. Casella di Torino, la Rassegna MetroPoli della
Provincia di Milano, l’Internationales Musikinstitut di Darmstadt,
l’Eurofestival di Camerino, l’Unione Musicale di Torino, l’Istituto
Italiano di Cultura di Stoccarda, la Radio di Stoccarda, il Festival
Notturni in Villa di Milano, il Teatro Comunale di Modena,
l’Università La Sapienza di Roma, il Teatro S. Barnaba di Brescia,
la Rassegna Suono Immagine presso il Conservatorio G. Verdi di
Milano, l’Università degli Studi di Udine, la Fondazione Mudima
di Milano, il Teatro Stabile di Verona, il Teatro Comunale di
Bologna, il Festival Piano City di Milano, l’Associazione Musicale
Orphée di Roma, il Teatro Bibiena di Mantova. Per l’etichetta “La
Bottega Discantica”, ha inciso l’opera omnia per duo pianistico
di Paolo Castaldi e “Storie di fantasmi” di Carlo Galante, lavori
molto ben recensiti, oltre a una registrazione monografica
dedicata a Jean Françaix, che la rivista MUSICA ha segnalato
tra i migliori dischi del 2013. A breve, sarà pubblicato un CD
contenente le opere per due pianoforti di Luis de Pablo.
LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA
DEL CONSERVATORIO DI MILANO è un luogo di
approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative
riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea.
Il LMC promuove progetti differenziati, rivolgendosi a giovani
musicisti interessati ad ampliare la propria personalità, aprendola
compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo,
INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA
infatti, uno degli obiettivi principali del LMC: l’inserimento
dei progetti di studio e performance in realtà produttive di alto
livello, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la
professionalità dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli
ultimi anni figurano la Finale del III Concorso Internazionale di
Composizione del Conservatorio di Milano; la collaborazione
con il CNSMDP di Parigi per la formazione di un ensemble italofrancese; i concerti per i Festival Suona Italiano e Suona Francese,
per il Festival Milano Musica e il Festival Pontino. Molti concerti
dell’Ensemble LMC sono stati registrati e trasmessi da RAI
Radiotre.
SARA CANEVA nata nel 1991, è diplomata in Composizione
e in Pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il
Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove ha conseguito anche
il diploma di II livello in Composizione con 110 e lode sotto
la guida del M° Luciano Pelosi. Dallo stesso Conservatorio è
stata premiata due volte: con una borsa di studio riservata alle
migliori allieve e tra i migliori diplomati all’interno del Premio
Via Vittoria 2013. Ha approfondito la Direzione d’Orchestra con
i maestri Ennio Nicotra, Piero Bellugi, Gianluigi Gelmetti e Colin
Metters, maturando un importante impegno artistico. Frequenta
il biennio di II livello in Direzione d’Orchestra con il M° Vittorio
Parisi presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Nell’agosto
2014 ha debuttato come direttore d’opera con L’elisir d’amore
di G. Donizetti al Teatro Mancinelli di Orvieto, per la regia di
Gabriella Ravazzi. Nel 150° anniversario della nascita di Richard
Strauss, ha inaugurato la stagione in corso del Teatro San Babila
di Milano con l’Orchestra d’Archi del Conservatorio G. Verdi. Ha
collaborato, inoltre, con l’Orchestra Berlin Sinfonietta, l’Orchestra
Sinfonica Tiberina e l’Orchestra della Fondazione Bulgaria
Classic, che ha diretto in concerto nell’ambito dell’83a Estate
Musicale Chigiana in Siena. Si dedica con particolare attenzione
anche al repertorio dei secoli XX e XXI e ai compositori d’oggi
di varia provenienza; in uno tra gli ultimi concerti ha curato
un’esecuzione del Concerto per Pianoforte e 14 strumenti di
John Cage. Recentemente è stata selezionata da Paavo e Neeme
Järvi e Leonid Grin come partecipante attiva alla Järvi Summer
Academy for Conductors 2015. Alcune sue composizioni sono
state eseguite in Italia (PMCE Ensemble, Quartetto Eco, et al.),
Germania e Argentina, trasmesse dalla televisione Sky Classica
(Il rubinetto) e registrate per la casa discografica Sheva (Primo Die
Vivus). Ha collaborato con solisti come Maurizio Ben Omar e
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Alda Caiello. Ha partecipato a masterclass di Composizione con
il M° Giorgio Battistelli, ricevendo diploma di merito nel 2012
presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, poi con Sir
Peter Maxwell-Davies, Christopher Austin e Giovanni Verrando;
con quest’ultimo si perfeziona tuttora a Milano presso la Scuola
Civica di Musica Claudio Abbado. Come pianista ha partecipato
a masterclass con Carlo Guaitoli, Aldo Ciccolini, Gloria Lanni; ha
tenuto concerti come solista con orchestra e in duo pianistico e ha
lavorato come accompagnatore al pianoforte, maestro del coro e
tutor in vari progetti.
PARTECIPANO:
Alfonso Alberti
Gabriele Bonomo
Mauro Bonifacio
Eve Cambreling
Federico Gardella
Clara Iannotta
Francesco Lipari
Walter Mobilio
Luis de Pablo
Amparo Piñol Galicia
Vittorio Montalti
Antonella Moretti
Mauro Ravelli
Paolo Rotili
Alessandro Solbiati
Tomas Westbrooke
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i concerti del Festival Pontino di Musica si svolgono sia nel castello Caetani di Sermoneta che nell’infermeria del Borgo di Fossanova
2015
ARCHI DELL’ACCADEMIA
DI SANTA CECILIA
Luigi Piovano direttore
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SABATO 4 Luglio ore 21.00
DOMENICA 5 Luglio ore 19.30
Castello Caetani
Infermeria
Sermoneta
Fossanova
Antonin Dvořák
Serenata in Mi maggiore per archi op. 22
- Moderato Menuetto: Allegro con moto - Trio
- Scherzo: Vivace
- Larghetto
- Finale: Allegro vivace
Petr Ilic Čajkovskij
Serenata in Do maggiore per archi op. 48
- Pezzo in forma di Sonatina. Andante non troppo (Do maggiore)
- Valse. Tempo di valse. Moderato (Sol maggiore)
- Elegia. Larghetto elegiaco (Re maggiore)
- Finale. Tema russo. Andante (Re maggiore)
FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
“Abbiamo deciso di dedicare tutta la vita
al vantaggio dell’umanità” A.M.
a cura di Giorgio Maulucci
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ALESSANDRO CARBONARE TRIO
Elisa Eleonora Papandrea violino
Alessandro Carbonare clarinetto
Monaldo Braconi pianoforte
Dmitri SHOSTAKOVICH
5 Danze
- Preludio
- Gavotta
- Elegia
- Valzer
- Polka
Anton Giulio PRIOLO
Threepenny in the dark - Fantasia su un Tema di Kurt Weill
Alexander ARUTIUNIAN
Suite for Trio
- Introduction
- Scherzo
- Dialog
- Final
Bèla BARTOK
Contrasts
- Verbunkos
- Pihenö
- Sebes
Reiner KUTTENBERGER
Habdala - Blitspost
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lunedì 6 Luglio ore 21.00
venerdì 10 Luglio ore 21.30
Castello Caetani, Scuderie
Palazzo Baronale
Sermoneta
Workshop Classe di Composizione
di Alessandro Solbiati
Maria Grazia Bellocchio, pianoforte
Fondi
Emanuel Rimoldi pianoforte
Johann Sebastian Bach
Preludio e Fuga in Si bemolle minore Libro I
Petr Ilic Čajkovskij
Tema e variazioni op.19 n.6
Franz Liszt
Studio Trascendentale n.12 S. 139 (Chasse-neige)
Il corso di composizione tenuto a Sermoneta da Alessandro Solbiati si è
concentrato nel 2015 sulla scrittura pianistica.
Fryderyk Chopin
Studio op. 25 n.10
Di conseguenza il workshop finale consisterà quest’anno in un recital della
pianista Maria Grazia Bellocchio, da anni interprete dei brani dei giovani
compositori, in cui verranno eseguiti i brani presentati, completati o composti
durante il corso.
Alexander Scrijabin
Fantasia in Si minore op. 28
Al termine del concerto, una giuria sceglierà come ogni anno a suo insindacabile
giudizio uno o più giovani compositori cui verrà chiesto di comporre un brano
da eseguirsi alle Giornate di Musica Contemporanea del Festival Pontino 2016.
Robert Schumann
Humoreske op. 20
in collaborazione con
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Piero Cardarelli contrabbasso*
direzione, composizioni e arrangiamenti
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SABATO 11 Luglio ore 21.00
DOMENICA 12 Luglio ore 19.30
Castello Caetani
Infermeria
Sermoneta
Fossanova
MELODIES IN Jazz
Cantabile
Wolfgang Amadeus Mozart
Sonata in Si bemolle maggiore KV 333
- Allegro
- Andante cantabile
- Allegretto grazioso
Natalino Marchetti fisarmonica**
Simone Alessandrini sax contralto,
sax soprano
Claudio Camilletti sax tenore
Mattia Sibilia batteria
Elissò Virsaladze pianoforte
L’aspetto fondamentale del concerto è la cantabilità, supportata da una grossa
carica di swing, groove, contrappunti e improvvisazioni con i colori della
fisarmonica che vanno ad integrarsi con le due voci dei sassofoni.
Il programma è composto di brani originali e standarts della tradizione jazz.
Musiche di H. Warren, T. Dameron, P. Cardarelli, J. Mandel, H. Villa Lobos
* Piero Cardarelli suona Contrabbasso “O.Martini” fecit in Mantova 1937
** Natalino Marchetti suona “K One Plus” by Borsini Accordeon
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 23 in Fa minore, op. 57 “Appassionata”
- Allegro assai
- Andante con moto
- Allegro, ma non troppo. Presto
Wolfgang Amadeus Mozart
Sonata in La minore KV 310
- Allegro maestoso
- Andante cantabile con espressione
- Presto
FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
Frammenti dai discorsi di Charles
Chaplin
Fryderyk Chopin
Sonata n. 3 in Si minore op. 58
- Allegro maestoso
- Scherzo (Molto vivace)
- Largo
- Finale (Presto, ma non tanto)
a cura di Selene Gandini
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Lunedì 13 Luglio ore 21.00
sabato 18 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Castello Caetani
Sermoneta
Sermoneta
Giovani artisti dal mondo
concerto a cura di Franco Petracchi e Mirela Vedeva
ROBERTO GATTO PERFECTRIO
Alfonso Santimone piano
Danilo Gallo basso elettrico
Roberto Gatto batteria
Concerto JAzz
mercoledÌ 15 Luglio ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Giovani artisti dal mondo
concerto a cura di Elissò Virsaladze
per Massimo Negri
FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
Shakespeare in jazz !
a cura di Melania Giglio
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Valentina Coladonato soprano
Luisa Prayer pianoforte
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DOMENICA 19 Luglio ore 19.30
venerdì 24 Luglio ore 21.00
Infermeria
Castello Caetani
Fossanova
Sermoneta
Anima Mundi
Maurice Ravel
Cinq Mélodies populaires Grecques
Le réveil de la mariée - Là-bas, vers l’église - Quel galant m’est comparable?
Chanson des cueilleuses de lentisques - Tout gai!
OTTORINO Respighi
dalle Sei Liriche
Giovani artisti dal mondo
concerto a cura di Mariana Sirbu e Bruno Giuranna
per Domenico Brignola primo presidente del Campus
Au milieu du jardin (Jean Morèas) Serenata Indiana (da P. B. Shelley)
Le Funtanelle (Canto popolare abruzzese)
Maurice Ravel
Kaddish - Mélodie hébraïque
Kurt Weill
da Marie Galante
Youkali - Tango-habanera
Francis Poulenc
Chemins de l‘Amour
Benjamin Britten
Folksongs
Fileuse - La belle est au jardin d’amour - Il est quelq’un sur terre - O Waly Waly
Greensleaves - The foggy foggy dew
Joaquin Rodrigo
Cuatro Madrigales amatorios
Con qué la lavaré? - Vos me matásteis - De dónde venís, amore? - De los álamos vengo, madre
LUCIANO Berio
Quattro Canzoni popolari
Dolce Cominciamento (anonimo siciliano, sec. XIV) - La Donna Ideale (ignoto genovese)
Avendo gran Disio (Jacopo da Lentini) - Ballo (ignoto siciliano)
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sabato 25 Luglio ore 21.00
domenica 26 Luglio ore 19.30
Castello Caetani
Infermeria
Sermoneta
DUO GAZZANA
Natascia Gazzana violino
Raffaella Gazzana pianoforte
Francis Poulenc
Sonata per violino e pianoforte
- Allegro con fuoco
- Intermezzo Très lent et calme
- Presto tragico
Bruno Canino
Piccolo Rondò Ostinato
Camille Saint-Saëns
Danse Macabre
FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
Edvard Grieg
Sonata op. 45 in Do minore
Lettera Luterana di Pier Paolo Pasolini
a cura di Daniele Salvo
- Allegro molto ed appassionato
- Allegretto espressivo alla Romanza
- Allegro animato
Fossanova
Mariana Sirbu violino
Bruno Giuranna viola
Clara Dutto pianoforte
Linda Di Carlo pianoforte
Johannes Brahms
Sonata n. 2 in La maggiore op.100 per violino e pianoforte
- Allegro amabile
- Andante tranquillo. Vivace di qui andante
- Allegretto grazioso quasi andante
Sonata n. 2 in Mi bemolle maggiore op. 120 per viola e pianoforte
- Allegro amabile
- Allegro appassionato
- Andante con moto
Trio per violino, viola e pianoforte in Mi bemolle maggiore op. 40
- Andante
- Scherzo
- Adagio mesto
- Finale. Allegro con brio
Béla Bartók
Danze rumene
(Pasolini) David Parenti
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LUNEDì 27 Luglio ore 21.00
MERCOLEDì 29 Luglio ore 21.00
Corte Comunale
Castello Caetani
Sabaudia
Vitaly Pisarenko pianoforte
J. S. Bach/A. Siloti
Preludio in Si minore BWV 855a
Ludwig van Beethoven
Sonata n.8 in Do minore op 13 (Grande sonate Pathetique)
Sermoneta
JUNIORCHESTRA dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia
Simone Genuini direttore
- Grave. Allegro di molto e con brio
- Adagio cantabile
- Rondo. Allegro
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GIUSEPPE Verdi
Ouverture da Nabucco
GIoachino Rossini
Ouverture da “Semiramide”
Sergej V. Rachmaninov
3 Etudes Tableaux op.39
PIETRO Mascagni
Intermezzo da Cavalleria Rusticana
Benjamin Britten
Notturno
Aleksandr Borodin
Danze Polovesiane n. 1 - n. 3
Sergej S. Prokofiev
Sonata n.6 in La maggiore op. 82
Johannes Brahms
Danza ungherese n. 5
- Allegro inquieto
- Allegretto
- Tempo di valzer lentissimo
- Vivace
in collaborazione con
Wolfgang Amadeus Mozart
Ouverture da il Flauto Magico
George Gershwin/Jerry Brubaker
Rapsodia in blue (riduz. per sola orchestra)
JOHN Williams
Tribute to John Williams
in collaborazione con
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sabato 1 Agosto ore 21.00
DOMENICA 2 Agosto ore 19.30
Scuderie Castello Caetani
Infermeria
Sermoneta
CAMERATA DU LÉMAN
violini I
Simon Bouveret
Camille Criton
Romain Geeraert
Anouk Lapaire
violini II
Anne-Flore Krumeich
Jeanne Mathieu
Aurianne Philippe
viole
Jeanne Camus
Anais Renard
Irénée Krumenacker
violoncelli
Raphael Abeille
Carine Balit
Gaelle Fabiani
contrabbasso
Isabelle Kuss-Bildstein
ROBERTO PROSSEDA pianoforte
Fossanova
PETER Warlock
Capriol Suite
CAMERATA DU LÉMAN
- Basse-Danse, Allegro Moderato
- Pavane, Allegretto ma un poco lento
- Tordion, Con moto
- Bransles, Presto
- Pieds-en-l’air, Andante Tranquillo
- Mattachins, Allegro con brio
Simon Bouveret
Camille Criton
Romain Geeraert
Anouk Lapaire
Edvard Grieg
Holdberg Suite
- Prélude
- Sarabande
- Gavotte
- Air (Andante religioso)
- Rigaudon
Ludwig van Beethoven
Concerto per piano n. 5 “Emperor”
- Allegro
- Adagio un poco mosso
- Rondo, Allegro ma non troppo
violini I
violini II
Anne-Flore Krumeich
Jeanne Mathieu
Aurianne Philippe
viole
Jeanne Camus
Anais Renard
Irénée Krumenacker
violoncelli
ARCANGELO Corelli
Concerto Grosso op. 6 n. 4
- Adagio- Allegro
- Adagio
- Vivace
- Allegro - Giga: Presto
Felix Mendelssohn
Sinfonia per archi n. 2 in Re maggiore
- Allegro
- Andante
- Allegro Vivace
Felix Mendelssohn
Doppio concerto per violino e pianoforte
- Allegro
- Adagio
- Finale - Allegro ma non troppo
Raphael Abeille
Carine Balit
Gaelle Fabiani
contrabbasso
Isabelle Kuss-Bildstein
FABRIZIO VON ARX violino
ROBERTO PROSSEDA pianoforte
FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
Clara Galante interpreta Virginia Woolf,
dal romanzo Una stanza tutta per sé
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Lunedì 3 Agosto ore 21.00
Castello Caetani
Sermoneta
Giovani artisti dal mondo
concerto a cura di Roberto Prosseda
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ALESSANDRO CARBONARE TRIO Elisa Eleonora
Papandrea, violino - Alessandro Carbonare, clarinetto - Monaldo
Braconi, pianoforte. Il Trio si riunisce attorno alla figura del
clarinettista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia oltre che collaboratore
storico del M° Claudio Abbado. Il grande direttore d’orchestra
è stato anche il trait d’union per l’incontro con Elisa Eleonora
Papandrea, per anni nei primi violini dell’Orchestra Mozart da lui
fondata e diretta. Monaldo Braconi è invece da oltre un decennio
pianista di riferimento di Carbonare. Il Trio ha riscoperto un
ampio e vario repertorio che valorizza le timbriche e gli stili più
differenti del multiforme panorama musicale novecentesco. La
scelta dei programmi sempre particolari e molto ricercati spazia
dalle opere di grandi compositori come Stravinsky e Bartók a
composizioni quasi sconosciute di Francis Poulenc, passando
attraverso il fascino delle melodie di Gershwin. Non facendo
mancare incursioni nella musica contemporanea, espressamente
scritta per i tre cameristi, e nella travolgente intensità propria
musica Kletzmercon cui i nostri musicisti amano chiudere i loro
concerti. L’originalità del repertorio ha subito attirato l’attenzione
del pubblico nazionale ed internazionale, portando il Trio ad
esibirsi per le più prestigiose Stagioni Concertistiche in Italia:
Amici della Musica di Firenze, Cappella Paolina del Quirinale per
i Concerti di Radio3, Accademia Chigiana di Siena e molte altre.
E all’estero: Budapest, Bratislava, senza dimenticare la recente
tournée del Trio in Giappone. La critica ha scritto: “La modernità,
l’eclettismo e la ricercatezza delle proposte musicali unitamente
all’affiatamento dei tre fuoriclasse ne fanno la ricetta per un Trio
musicalmente eccellente e di grande impatto comunicativo, che
coinvolge gli spettatori in un magnifico viaggio attraverso gli stili
musicali più diversi”.
MARIA GRAZIA BELLOCCHIO ha compiuto gli studi
musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano con Antonio
Beltrami e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo
dei voti, la lode e la menzione d’onore, e ha proseguito gli studi
alla Hochschule di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco
Gei. Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il
Concerto di Scriabin con l’Orchestra della RAI di Milano e il
Primo Concerto di Beethoven con l’Orchestra del Conservatorio
di Milano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di
Strawinsky al Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente
per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo
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repertorio spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei.
Collabora stabilmente con il Divertimento Ensemble diretto
da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival
italiani ed europei. Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius
con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli,
Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano
Gervasoni. Insegna pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi
Musicali “G. Donizetti” di Bergamo e tiene regolarmente corsi
di perfezionamento pianistico dedicati al repertorio classico e
contemporaneo.
CAMERATA DU LÉMAN fondata nel 2012 sulle rive del lago
di Ginevra la camerata riunisce giovani musicisti di nazionalità
diverse, provenienti dalle classi dei più importanti e prestigiosi
conservatori d’Europa. Riunendo quindici archi, la Camerata du
Léman trova uno dei punti di forza nel suo organico a geometria
variabile: i solisti della Camerata si propongono in varie formazioni,
ampliando l’effetivo a secondo dei singoli progetti, coinvolgendo
anche fiati, ottoni e percussioni. La Camerata du Léman è stata
cosi acclamata nella sua interpretazione del Sogno di una Notte
di Mezza Estate di Mendelssohn, in collaborazione con il studio
di danza FlayBallet di Ginevra al Bâtiment des Forces Motrices
nel maggio 2013. Dal suo debutto, la Camerata ha riscontrato
grande entusiasmo di pubblico e di critica. Pur suonando senza
direttore, la profonda sintonia tra i suoi componenti è tesa al
totale coinvolgimento dell’ascoltatore. La Camerata costruisce il
suo repertorio e le sue attività professionali affrontando brani che
si estendono dal periodo barocco al XXI secolo. Nel luglio 2013
viene invitata al Festival Pontino con Franco Petracchi e Fabrizio
von Arx. Dal 2014, la Camerata du Léman è invitata ad essere
la formazione di residenza del Festival Musicales de Compesières
per le prossime tre stagioni, progetto che si estende in vari Tour
europei e la proietta ad un attività concertistica internazionale.
Nel 2014 il suo debutto in diretta Radio Espace2 è stato premiato
con il Coup de Cœur della città di Ginevra per la Festa della
Musica.
PIERO F. CARDARELLI contrabbassista, compositore,
arrangiatore, direttore d’orchestra. Diplomato in contrabbasso
e laureato in discipline musicali con massimo dei voti e lode, ha
studiato con F. Petracchi, presso il Conservatorio di Frosinone.
Musicista poliedrico, svolge fin dall’inizio della sua carriera
un’intensa attività concertistica nel campo della musica jazz,
classica, contemporanea. Tra il 1976 e il 1983 suona con molti
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jazzisti come Alvin Queen, Leo Mitchel, Chet Baker, George
Masso, Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Mario Raia,
Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Paolo Damiani, Roberto Gatto,
Ettore Fioravanti, Giampaolo e Michele Ascolese, Ole Jorgensen,
Picci Mazzei, Gegè Munari, LilianTerry, Puccio Sboto, Marcello
Rosa, Al Corvin, Carlo Pes, Eddy Palermo, Gianni Oddi, Baldo
Maestri, Gerardo Iacoucci, Patrizia Scascitelli, Dario La Penna,
Nicola Stilo, Alessandro Bonanno, Roberto Ciotti, Testaccio Blues
Band, Roman New Orleans Jazz Band. Nel 1983 si diploma e
sotto consiglio del suo maestro si dedica al contrabbasso classico.
Dal 1984 al 1988 è docente presso i conservatori di Frosinone e
Cagliari. Nel 1985 viene chiamato dal conservatorio di S. Cecilia
come primo contrabbasso per suonare sotto la direzione del
grande Herbert von Karajan. Nel 1987 suona come solista con
Gary Karr e Franco Petracchi (tra i più grandi contrabbassisti del
mondo) in una importante tournée italiana suonando nelle più
prestigiose istituzioni musicali. Nel 1989 vince il concorso presso
l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
dove tutt’ora suona. Nel 1991entra a far parte de “I Filarmonici di
Roma” (già orchestra da camera di S. Cecilia) diretta da Uto Ughi
dove attualmente suona come primo contrabbasso solista. Ha
fatto parte per un lungo periodo dell’Ensamble Orpheus di Roma
con cui ha inciso un CD di sonate di A.Vivaldi. Nel 1990 inizia
una creativa collaborazione con Rino Vernizzi già primo fagotto
solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia,
collaborazione che dura fino ad oggi spaziando da Bach fino al
“free jazz”. Un CD del 1991 “Dancing in 2030”rimane ancora
un punto di riferimento della NEW AGE. Collabora abitualmente
come primo contrabbasso nell’orchestra “Roma Sinphonietta”.
Con quest’ultima ha registrato buona parte delle colonne
sonore del cinema italiano ed internazionale collaborando con
i compositori più importanti come Moricone, Bacalov, Piovani.
Con l’Orchestra dell’ Accademia Nazionale di S. Cecilia ha
suonato con i più grandi direttori d’orchestra e effettuato tornées
in tutto il mondo. Ha registrato per DECCA, DDG, e attualmente
con la “EMI Classic”. Si dedica alla composizione, direzione e
arrangiamento per musiche per il teatro. Importanti sono state
le collaborazioni con Arnoldo Foà, Enrico Montesano. Porta
avanti vari progetti che spaziano dalla musica classica al jazz
tra questi “MELODIES IN JAZZ”, progetto basato su musiche
originali e standard per “combo jazz” e orchestra sinfonica, in
cui è impegnato come direttore, compositore, arrangiatore e
contrabbassista.
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VALENTINA COLADONATO soprano, nata a Chieti,
laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università G.
D’Annunzio di Pescara e diplomata in Canto con il massimo dei
voti e la lode, si forma e perfeziona con Donato Martorella, Claudio
Desderi, Edith Wiens, Renata Scotto, Regina Resnik. Vincitrice
dei concorsi internazionali “Valentino Bucchi”, “G. Di Stefano”,
“Toti Dal Monte”, “Maria Caniglia”, il suo ampio repertorio
spazia dal Seicento barocco al Settecento classico dell’opera, della
musica sacra e profana,fino agli autori contemporanei, per molti
dei quali ha curato la prima esecuzione aasoluta delle opere. Voce
prediletta di Ivan Fedele si è esibita con gruppi specialistici quali
La Venexiana, Accademia Bizantina, La Stagione Armonica,
Sentieri Selvaggi, Algoritmo, Ensemble Confluenze, Fontanamix
Ensemble, Musikfabrik. Ha cantato in contesti prestigiosi quali
Teatro alla Scala di Milano, Opéra National de Paris, Salzburger
Festspiele, Musikverein di Vienna, Concertgebow di Amsterdam,
De Singel di Antwerpen, Festival delle Fiandre, Filarmonica di
S. Pietroburgo, Southbank Centre di Londra, Frick Collection di
New York, Philarmonie Köln, Festival George Enescu, Ravenna
Festival, Festival Pergolesi Spontini, WDR Radio, RAI di Torino,
MiTo, Sala Sinopoli di Roma e presso altri enti europei, americani
e asiatici. E’ stata diretta da R. Muti, D. Robertson, L. Shambadal,
P. Eötvos, J. Axelrod, M. Tabachnik, P. Rundel, A. Pinzauti, M.
Panni, C. Scimone, C. Desderi, O. Dantone, C. Rovaris e da
registi quali M. Scaparro, C. Graham, C. Lievi, F. Micheli, P.
Pacini, A. Pizzech, M. Cappelletti.
LINDA DI CARLO pianista e clavicembalista, ha al suo attivo
un’intensa attività concertistica che l’ha portata ad esibirsi per
importanti festival e società concertistiche in Italia e all’estero
(Brasile, Spagna, Tunisia, Turchia, Kosovo, Cechia, Germania,
Svizzera, Giappon). Con il Quintetto Bottesini, che ha fondato nel
2005, ha effettuato con successo tournées in Polonia, Giordania,
Ecuador, USA, Brasile, Venezuela, Turchia, Francia, Paesi
Bassi; con tale formazione ha partecipato nel 2008 e nel 2011
alla rassegna “I concerti del Quirinale di RadioTre” in diretta
radiofonica nazionale, alla trasmissione “Stanza della Musica”
e alla Festa Europea della Musica di Radio Tre 2014. La sua
spiccata inclinazione per la musica da camera l’ha portata a
esibirsi con musicisti di fama internazionale quali Ciro Scarponi,
Richard Stoltzman, Alessandro Carbonare, Corrado Giuffredi, I
Fiati di S.Cecilia, Danilo Rossi, Massimo Mercelli, il Quartetto di
Cremona, il Quartetto Bernini, Quartetto Savinio, il Quartetto
Fonè, le cantanti Laura Brioli, Gemma Bertagnolli, Daniela
Bruera, Marina Comparato, Maura Menghini, il basso Stefano
Rinaldi Miliani, l’Odikon Vocal Quartet. Ha collaborato come
accompagnatore al pf a molti corsi di perfezionamento con
A.Carbonare, C.Giuffredi, R.Stoltzman, C. Scarponi, P.L.Graf,
C. Gonzales, M.Sirbu. Ha effettuato registrazioni per la Sagra
Musicale Umbra, la Casa discografica Camerata Tokyo e, con il
Quintetto Bottesini, un cd per la rivista “Amadeus” con musiche di
Schubert e Goetz e un cd per Brilliant Classics con i due quintetti
di Louise Farrenc (1804-1875) che è stato presentato lo scorso
ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Clavicembalista
e continuista dell’Orchestra da Camera di Perugia, è docente
di accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “F.
Morlacchi” di Perugia.
DUO GAZZANA costituito dalle sorelle Natascia, violinista, e
Raffaella, pianista. Una solida formazione musicale, acquisita con
l’assidua frequentazione di Maestri di chiara fama (B. Canino,
il Trio di Milano, Y. Menuhin, C. Romano, U. Ughi, P. Farulli,
P. Amoyal, P. Gililov, I. Ozim, R. Ricci…) tra Roma, Ginevra,
Bruxelles, Siena, Losanna, Fiesole, Salisburgo, ne ha evidenziato
le naturali doti musicali, affinato la tecnica e le capacità espressive.
La ricchezza culturale e umana acquisita con gli studi umanistici,
avvalorati dalle Lauree in Lettere conseguite presso l’Università
«La Sapienza» di Roma, permette al Duo di arricchire le
proprie performance di rigore filologico, bellezza di suono,
carica emozionale. Il Duo Gazzana ha ricevuto premi e ambiti
riconoscimenti, diplomi di onore e di merito sia in Italia che
all’estero. Abitualmente tiene concerti a livello internazionale per
le maggiori istituzioni concertistiche e festival, in prestigiose sale,
presso ambasciate, fondazioni, gallerie d’arte, associazioni culturali
pubbliche e private, università e per emittenti radiofoniche.
Ovunque si esibisce nel mondo, il Duo si fa apprezzare per la
scelta dei programmi, il calore delle interpretazioni, la presenza
scenica e la sintonia che stabilisce con il pubblico. Nel 2002 il Duo
ha avuto l’onore di esibirsi per il Principe Carlo di Inghilterra
in occasione della visita ufficiale in Italia. Nel 2004 ha tenuto
un concerto al Quirinale in diretta euroradio per Rai-Radio3.
Nel 2008, nell’ambito di una tournée in Oriente, il Duo è stato
“Government guest” in Giappone; si è esibito anche in qualità di
“Ambasciatore del Comune di Firenze” a Kyoto e a Gifu nel 30°
anniversario del patto di amicizia tra Firenze e Gifu. Il Duo ha
inciso nel 2011 il CD “Five Pieces” e nel 2013 un secondo cd con
musiche di Poulenc, Walton, Dallapiccola, Silvestrov, Schnittke
per la prestigiosa etichetta tedesca ECM. Nel 2014 ha debuttato
a NY con un concerto presso la Robert Miller Gallery per il
festival Look and Listen e a Tokyo presso l’Hakuju Healthron
Hall. L’ultimo cd del Duo Gazzana per ECM Records è stato
classificato tra i migliori 10 cd del 2014 dal Sunday Times.
CLARA DUTTO nata a Cuneo, ha studiato pianoforte nel
Conservatorio della sua città diplomandosi nel 1997 con il massimo
dei voti. Ha poi proseguito la propria formazione perfezionandosi
con Bruno Canino, Franco Scala, Giovanni Valentini e Andrea
Lucchesini. Sin da giovanissima si è dedicata allo studio del
repertorio cameristico, seguendo le masterclass di Pier Narciso
Masi, dell’Altenberg Trio Wien e del Trio Debussy. Premiata
ai Concorsi di Pinerolo, Bordighera, Ravenna, Racconigi,
svolge attività concertistica sia come solista che in formazioni
cameristiche. Ha suonato in tutta Italia con vivo successo per
importanti Associazioni e Festival (Festival Pontino, Orchestra
Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, Orchestra Filarmonica di
Torino, Amici Nuovo Carlo Felice, Agimus, Festival delle Alpi
Marittime, Festival di Musica da Camera “Città di Lucca”). Nel
1999 ha conseguito il diploma in Didattica della Musica con il
massimo dei voti presso il Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo
e, l’anno successivo, la laurea a pieni voti in giurisprudenza presso
l’Università degli Studi di Torino.
SIMONE GENUINI direttore d’orchestra e pianista è diplomato
in Direzione d’Orchestra e in Pianoforte col massimo dei voti e
la lode; ha inoltre conseguito i diplomi in Composizione, Musica
corale, Direzione di Coro, Strumentazione per Banda. Ha
studiato direzione d’orchestra perfezionandosi con i maestri Carlo
Maria Giulini, Lu Jia, Daniele Gatti, Dorel Pascu. È direttore
della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di
Roma. È stato direttore ospite delle seguenti orchestre: Orchestra
Sinfonica Abruzzese, Orchestra dell’Accademia Nazionale
di Bucarest, Orchestra di Stato della Città di Vidin, Orchestra
Roma Sinfonietta, I Solisti Aquilani, Orchestra del Conservatorio
di L’Aquila, del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Orchestra
Giovanile di Fiesole, Orchestra Benedetto Marcello, Orchestra
Prometeo di Roma. In veste di pianista, sia come solista che in
formazioni da camera, si è esibito per l’Accademia Nazionale di
S. Cecilia, per la Filarmonica Umbra, RAI Radio 3, l’Accademia
di Danimarca, per il ciclo “Concerti al Quirinale”. Numerosi i
concerti effettuati in formazione di duo, trio, quartetto.
Collabora con la Blue Note Chamber Orchestra, di cui è pianista
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duemila15
solista, e con cui ha partecipato alla registrazione del primo
CD. Parallelamente all’attività concertistica ha svolto numerose
esperienze in ambito didattico, occupandosi di problematiche
relative all’educazione musicale, nonché curando la formazione
e dirigendo cori e orchestre giovanili. È autore delle musiche
di scena per le rappresentazioni teatrali Le tante parole di me,
Cassandra e La tempesta di W. Shakespeare. Ha insegnato presso i
Conservatori di Verona, Rodi Garganico; attualmente è docente
presso il Conservatorio di Musica “U. Giordano” di Foggia.
BRUNO GIURANNA nato in una famiglia di musicisti, è stato
tra i fondatori de I Musici, membro del Quartetto di Roma, e del
Trio Italiano d’Archi. Ha iniziato la carriera solistica presentando
in prima esecuzione assoluta la Musica da Concerto per viola e
orchestra d’archi dedicatagli da Giorgio Federico Ghedini sotto
la direzione di Herbert von Karajan. Ha suonato con orchestre
quali Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam,
Teatro alla Scala di Milano, e direttori come Claudio Abbado,
Sir John Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini
e Riccardo Muti. Titolare fino al 1998 della cattedra di viola
presso la Hochschule der Künste di Berlino, ha insegnato nella
Musik-Akademie di Detmold, nel Conservatorio S. Cecilia di
Roma, nel Royal College e nella Royal Academy di Londra ed
in master classes in tutto il mondo. Frequentemente invitato al
Festival di Marlboro negli Stati Uniti, insegna attualmente nei
corsi della Fondazione Stauffer di Cremona, dell’Università di
Limerick in Irlanda, dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal
1983 al 1992 è stato direttore artistico dell’Orchestra da Camera
di Padova e del Veneto e nel 1988 ha presieduto la giuria della
First International Bruno Giuranna Viola Competition in Brasile.
La sua vasta discografia comprende registrazioni per Philips,
Deutsche Grammophon, EMI. Come violista ha ottenuto una
Grammy Award Nomination e come direttore ha vinto un Grand
Prix du Disque dell’Académie Charles Cros di Parigi. Attuale
Principal Guest Conductor della Irish Chamber Orchestra è
anche presidente di ESTA-Italia (European String Teachers
Association). Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica
Italiana, ha ricevuto nel 2003 una laurea in lettere honoris causa
dall’Univerità di Limerick.
JUNIORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
è la prima orchestra di ragazzi creata in Italia nell’ambito delle
14 fondazioni lirico sinfoniche presenti sul territorio. Fin dalla sua
nascita, avvenuta nel 2006, la JuniOrchestra si è esibita in molti
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duemila15
importanti eventi in Italia, come al Quirinale per il Presidente
della Repubblica Italiana, al Campidoglio per il Sindaco della
Città di Roma, presso la Camera dei Deputati in occasione del
concerto di Natale. La JuniOrchestra si è Esibita anche in Vaticano
per il sommo Pontefice Nel 2009 la JuniOrchestra ha ricevuto
il “Premio anima” grazie al suo coinvolgimento nel sociale.
Nel settembre 2013 la JuniOrchestra ha ricevuto il prestigioso
Praemium Imperiale Grant for Young Artist, dalla Japan Art
Association. La JuniOrchestra è stata diretta importanti direttori
come Sir Antonio Pappano, Steven Mercurio, Mario Brunello,
Fabio Biondi, Nicola Piovani, Joel Levi. Il suo direttore principale
è il M° Simone Genuini.
ORCHESTRA NAZIONALE ACCADEMIA DI SANTA
CECILIA è stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente
al repertorio sinfonico. Dal 1908 ha tenuto circa 15.000 concerti
collaborando con i maggiori musicisti del secolo. I suoi direttori
stabili sono stati Molinari, Ferrara, Previtali, Markevitch,
Schippers, Sinopoli, Gatti e Chung. Dal 1983 al 1990 Leonard
Bernstein ne è stato il Presidente Onorario. Da quando, nel 2005,
Sir Antonio Pappano ha assunto la carica di Direttore Musicale
il prestigio dell’Orchestra ha avuto uno slancio straordinario. Da
sempre la musica da camera è una delle attività dell’Orchestra e
negli ultimi anni ha acquisito ancora maggior rilevanza. Dopo il
grande successo ottenuto con un concerto nel 2013, l’Orchestra
d’Archi di Santa Cecilia ha avviato una collaborazione stabile
con Luigi Piovano: nel 2014 la Eloquentia ha pubblicato il primo
CD del gruppo e si sono avuti i primi concerti in Italia, accolti
da un successo straordinario che si è ripetuto quest’anno con un
concerto all’Auditorium di Roma. In programma le Serenate di
Dvořák e Čajkovskij subito registrate per un CD Eloquentia.
LUIGI PIOVANO primo violoncello solista dell’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, si è diplomato in
violoncello a 17 anni col massimo dei voti e la lode sotto la guida
di Radu Aldulescu, con cui in seguito si è diplomato in violoncello
e musica da camera anche al Conservatorio Europeo di Parigi.
Premiato in diversi concorsi internazionali, è stato borsista della
“International Menuhin Music Academy” di Gstaad e membro
della “Camerata Lysy” e si è esibito, anche come solista, sotto la
direzione di Yehudi Menuhin. Per diversi anni ha fatto parte del
Quartetto Michelangelo ed è stato primo violoncello del gruppo
Concerto Italiano, diretto da Rinaldo Alessandrini, suonando
nelle più prestigiose sedi internazionali e registrando numerosi
CD. Nel 1999 è stato scelto da Maurizio Pollini per partecipare
al “Progetto Pollini” al Festival di Salisburgo, ripreso nel 2001 alla
Carnegie Hall di New York, a Tokyo nel 2002 e a Roma nel 2003.
Dal 2000 è regolarmente ospite del Festival di Newport (USA).
Ha tenuto concerti di musica da camera con Wolfgang Sawallisch,
Myung-Whun Chung, Alexander Lonquich, Dmitry Sitkovetsky,
Leonidas Kavakos, Katia e Marielle Labeque, Malcolm Bilson.
Dal 2007 suona regolarmente in duo con Antonio Pappano e
dal 2009 fa parte del trio “Latitude 41”. Ha suonato come solista
con prestigiose orchestre - Tokyo Philharmonic, New Japan
Philharmonic, Accademia Nazionale di Santa Cecilia - sotto la
direzione di Chung, Pletnev, Boreyko, Menuhin, Bellugi. Fra i suoi
dischi più recenti, le Sei Suites di Bach (2010) per la Eloquentia
che nel 2011 ha pubblicato anche l’integrale per violoncello di
Saint-Saëns e un CD di musiche di Schubert con Latitude 41. Nel
2012 la Nimbus ha pubblicato le Variazioni Goldberg di Bach
registrate in trio con Dmitry Sitkovetsky e Yuri Zhislin. Suona un
Alessandro Gagliano del 1710 e un violoncello a cinque corde
William Forster III del 1795. Dal 2002, fondata l’Orchestra da
Camera della Campania - che nel 2010 ha mutato il proprio
nome in quello di “Musici Aurei” -, Piovano si dedica sempre più
anche alla direzione. Ha registrato per la Naxos tre Concerti per
pianoforte e orchestra di Paisiello (2009, solista Francesco Nicolosi)
e per la Eloquentia le Quattro Stagioni di Vivaldi (2010, solista
Grazia Raimondi), e ha collaborato con solisti come Luis Bacalov,
Maurizio Baglini, Gemma Bertagnolli, Stefano Bollani, Michele
Campanella, Sara Mingardo, François-Joël Thiollier. Nel 2012 la
Eloquentia ha pubblicato un CD in cui dirige i Kindertotenlieder
e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler con Sara Mingardo
e Musici Aurei, premiato in Francia dalla Académie du disque
lyrique come miglior CD di Lieder dell’anno. Di recente uscita,
sempre per Eloquentia, il Concerto per violino di Britten con
Livia Sohn come solista. Dal 2008 è direttore artistico dell’Estate
Musicale Frentana in Lanciano. Nel 2010 ha ricevuto a L’Aquila
il Premio Carloni “Premio Speciale Abruzzo Musica”. Nel 2011,
dopo il suo debutto come direttore e solista con l’Istituzione
Sinfonica Abruzzese, è stato invitato da quest’orchestra a tornare
ogni anno in stagione come solista-direttore fino a tutto il 2014.
Nel 2012 è stato nominato direttore musicale dell’Orchestra
della Magna Grecia di Taranto. Dal 2013 è il nuovo direttore
musicale di Roma Tre Orchestra. Dopo il grande successo
ottenuto nel 2013 dirigendo il gruppo degli Archi dell’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in un concerto di
musiche di Schubert al Parco della Musica di Roma e l’immediata
registrazione del medesimo programma per un CD in uscita nel
2014 per la Eloquentia, Piovano ha avviato una collaborazione
stabile triennale alla testa degli Archi di Santa Cecilia.
VITALY PISARENKO pianista russo nato nel 1987, ha eseguito
il suo primo concerto pubblico all’età di 6 anni. Dopo una
prima formazione musicale con Natalia Romenskaya e Garry
Gelfgat, ha iniziato il suo iter studiorum a Mosca con il professor
Yuri Slesarev presso la Scuola Centrale di Musica (1999-2005)
ed il Conservatorio Tchaikovsky (dal 2005 al 2010 e un corso
post-laurea dal 2010 al luglio 2013) con lo stesso insegnante.
Successivamente ha studiato con Aquiles Delle Vigne al
Rotterdam’s Codarts Conservatory e con Oxana Yablonskaya in
Italia. Dal Settembre 2012 Vitaly è uno studente Master al Royal
College of Music di Londra, dove studia con il professor Dmitri
Alexeev, e all’ Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di
Imola con il professor Boris Petrushansky. Nel 2008, dopo aver
vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale “Franz Liszt”
di Utrecht, Vitaly Pisarenko si è esibito in più di 25 paesi e festival,
tra cui il Berlin International Music Festival e il Festival Busoni di
Bolzano. Dal 2009 ha suonato con numerosissime orchestre tra cui
la Brno Philharmonic Orchestra, la Nord Symphony Orchestra,
la National Philharmonic Orchestra al Festival Beethoven di
Varsavia e la Moscow Symphony Orchestra in Argentina. Ha
inoltre eseguito la “Rapsodia di Paganini” di Rachmaninov
alla cerimonia di riapertura del “De Doelen Concert Hall” di
Rotterdam e il Concerto No. 4 di Rachmaninov con la Gelders
Orkest. Nel 2013 ha debuttato in Corea del Sud esibendosi al
Seoul Arts Centre con l’Orchestra Sinfonica KBS O e in diversi
prestigiosi festival tra cui il F. Chopin Piano Festival a Duszniki
(Polonia), il Festival Diaghilev (San Pietroburgo) e l’ Euro Music
Festival ad Halle (Germania).
LUISA PRAYER pianista, ha al suo attivo una estesa attività
concertistica, come solista, camerista e accompagnatrice del
repertorio liederistico. Ha tenuto concerti in molti paesi europei,
negli Stati Uniti, in Giappone, Cina, Taiwan. Ha partecipato al
Newport Music Festival (USA), al Festival Orlando di Kerkrade
(Olanda) al Moon Beach Okinawa Music Festival (Giappone), ai
festival Pontino e di Ravello, ai Mendelssohn Tage di Cracovia.
Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche e discografiche
in Italia, Austria, Francia, Taiwan, Stati Uniti. Docente di musica
da camera al Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila.
Nel 2000 ha fondato in Abruzzo il Festival Internazionale di
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duemila15
Musica “Pietre che cantano”, di cui cura la programmazione.
Nata a Roma, si è diplomata al Conservatorio di Santa Cecilia
sotto la guida di Annamaria e Sergio Cafaro e alla Hochschule
Mozarteum di Salisburgo con Gilbert Schuchter. Ha conseguito il
diploma di perfezionamento in musica da camera dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, nella classe del violinista Riccardo
Brengola. Si è perfezionata con Bruno Canino, Valentin Berlinsky
del Quartetto Borodin, e ha seguito all’Accademia Chigiana di
Siena le masterclass di Riccardo Brengola, Paul Badura Skoda
e Rudolph Buchbinder. È stata invitata dal pianista Gerhard
Oppitz ai corsi di interpretazione beethoveniana della Fondazione
Kempff di Positano.
ROBERTO PROSSEDA nato a Latina ha guadagnato una
notorietà internazionale in seguito alle sue incisioni Decca
dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con
il Concerto in mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus
Orchester. Nel 2013 ha completato, sempre per Decca, la prima
integrale completa della musica pianistica di Mendelssohn, in 9
CD. Ha suonato come solista con la London Philharmonic, la
Gewandhaus Orchester, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra
Santa Cecilia di Roma, la New Japan Philharmonic, la Royal
Liverpool Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la
Bruxelles Philharmonic, e ha tenuto concerti alla Wigmore Hall di
Londra, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al
Teatro alla Scala di Milano. Dodici sue incisioni sono state incluse
nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche
Grammophon (2010). Attivo nella promozione della musica
italiana del Novecento e contemporanea, ha inciso l’integrale
pianistica di Petrassi, Dallapiccola e Aldo Clementi. Dal 2011 suona
in pubblico anche il piano-pédalier, avendo riscoperto e presentato
in prima esecuzione moderna il Concerto di Charles Gounod per
piano-pédalier e orchestra con la Filarmonica Toscanini di Parma,
e che ha rieseguito con i Berliner Symphoniker, la Staatskapelle di
Weimar, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana, la Netherlands
Symphony Orchestra, la Lahti Symphony Orchestra. Nel 2012
ha inciso l’integrale di Gounod per piano-pédalier e orchestra per
l’etichetta Hyperion con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana
diretta da Howard Shelley. Roberto Prosseda è anche attivo come
saggista e autore televisivo. Ospite regolare di Radiotre, ha curato
alcune delle “Lezioni di Musica”, dedicate a Mozart, Mendelssohn,
Schumann, Chopin. È autore e coproduttore di tre documentari
per RAI Educational, dedicati rispettivamente a Mendelssohn,
Chopin e Liszt, pubblicati in DVD per Euroarts. È autore del
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duemila15
volume “Guida all’ascolto del repertorio pianistico”, in uscita per
le Edizioni Curci. È coideatore e coordinatore artistico della rete
di musicisti “Donatori di Musica”, presidente dell’Associazione
Curci. È coideatore e coordinatore artistico della rete di musicisti
“Donatori di Musica”, presidente dell’Associazione Mendelssohn
Italia e consulente artistico di Cremona Pianoforte e Cremona
Mondomusica.
EMANUEL RIMOLDI MARGARITESCU nato nel 1986 ha
studiato pianoforte sotto la guida di Riccardo Risaliti e Vincenzo
Balzani, conseguendo la laurea specialistica con 110 e lode e
menzione d’onore al Conservatorio di Milano. Ha studiato
inoltre composizione con Fabio Vacchi. Dal 2004 al 2007 ha
studiato all’Accademia Pianistica di Imola con Boris Petrushansky.
Ha seguito masterclass in importanti istituzioni e con maestri di
chiara fama quali W. Grant Naborè, Benedetto Lupo,Dario De
Rosa. Dal 2009 studia al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca
nella classe di pianoforte di Elissò Virsaladze e in quella di musica
da camera di Scanavi. Ha suonato per varie manifestazioni e
società sia in Italia che all’estero quali il Festival Pontino nel 2009,
il Klavier e il Kammer Musik Festival di Monaco di Baviera in
diretta radio Ard, l’associazione Art-Vita di San Pietroburgo
e in altre città della Russia. Nel 2004 ha suonato al Teatro
dell’Opera di Roma per l’Ambasciata di Romania in diretta
televisiva debuttando per la prima volta in programma con una
propria composizione. Nel 2005 ha suonato insieme al pianista
russo Oleg Marshev per la Società Milanese dei Concerti. Nel
2007 ha vinto una borsa di studio che gli ha offerto la possibilità
di tenere un recital all’Università Statale di Milano, in seguito
al quale è stato richiamato a collaborare con questa università
tenendo un nuovo recital nel 2008 ed una serie di lezioni-concerto
per il dipartimento di Filosofia. A marzo del 2008, insieme
all’orchestra AOZ ,ha suonato per i 170 anni dell’Università di
Zurigo. Si è esibito, sempre con l’Orchestra Accademica della
città elvetica, all’Auditorium di Milano, all’Accademia di Imola
e a Roma all’area archeologica del teatro Marcello eseguendo il
secondo Concerto di Rachmaninov. In seguito alla vittoria di un
concorso, ha eseguito e registrato in dvd live il secondo Concerto
di Rachmaninov con l’orchestra Jupiter della Brianza. Nel giugno
2009 ha tenuto un recital al Gasteig di Monaco per la stagione
Winners and Masters. Nel giugno 2010 ha suonato alla Steinway
Hall di Londra per la Keyboard Trust, concerto registrato per
l’etichetta dell’ononima organizzazione e recensito dalle riviste
Musikwebinternational e Music & Vision.
ROBERTO GATTO PERFECTRIO “Una formazione
veramente speciale. Ha colpito soprattutto la caratura
dell’improvvisazione (a ben vedere quanto e difficile oggi
ascoltarne di autentica); una concentrata ricerca di vari gradi di
tensione e di diversi mood e stata espressa istantaneamente dai
tre, tutti bravissimi. Situazioni puntillistiche o rumoristiche sono
cresciute gradualmente per sfociare nei temi di vari autori, esposti
mai pedissequamente ma in modo obliquo e armonicamente
deformato” Libero Farnè, Allaboutjazz.com - 2013.
Nel corso di una lunga e fortunata carriera che lo ha portato
al vertice del jazz Italiano, del quale e uno dei musicisti piu
rappresentativi, Roberto Gatto ha iniziato a spostarsi dal
ruolo di sideman di lusso a quello di leader, creando una serie
di gruppi che, c’era da aspettarselo, hanno raccolto sempre un
immediato successo. Senza smettere di arricchire un curriculum
di collaborazioni nel quale spiccano i nomi di Johnny Griffin,
George Coleman, Curtis Fuller, Joe Zawinul, Pat Metheny, oltre
che i principali musicisti Italiani, ora Roberto vive fra Roma e
New York e coltiva innanzitutto la propria musica. Dopo una
serie di situazioni piu legate alla tradizione jazzistica (come gli
omaggi in quintetto a Miles Davis e Shelly Manne), si rivolge
ora a esplorare nuove sonorita, richiamando alla memoria
un suo altro recente progetto che ripercorreva il repertorio del
progressive rock. Senza dimenticare il legame con la tradizione,
questo trio si muove all’insegna della sperimentazione legata alle
nuove sonorita e conduce il pubblico nel mondo dell’elettronica e
dell’improvvisazione, dando vita ad una performance multiforme.
Momenti di grande energia e groove si alternano a momenti di
alto lirismo e sonorita progressive. Il suono del trio e connotato
dal piano Fender, dai synth analogici, dai loops, dall’utilizzo di live
electronics da parte di tutti e tre. Roberto Gatto ha dato a questo
gruppo il nome di “trio perfetto”, a indicare la formazione in cui
attualmente si trova piu a suo agio e che gli permette di suonare
tutta la musica in assoluta libertà.
MARIANA SIRBU nata a Iasi, in Romania, ha compiuto i
suoi studi all’Accademia di Musica di Bucarest nella classe di
violino di Stefan Gheorghiu. Ha iniziato giovanissima la carriera
concertistica ottenendo numerosi premi internazionali ed ha
suonato come solista nelle più importanti sale da concerto di
tutto il mondo. Nel 1968 è stata tra i fondatori del Quartetto
Academica. Nel 1985 entra a far parte del Trio di Milano con
il pianista Bruno Canino ed il violoncellista Rocco Filippini, con
il quale ha partecipato a numerose tournées in Europa, USA,
Canada e Australia. Nel 1992 Mariana Sirbu è divenuta il leader
del gruppo I Musici. Dal 1994 è anche membro fondatore e
primo violino del Quartetto Stradivari. Ha inciso per la Philips,
Dynamic, Schwann - Harmonia Mundi, UNICEF e Decca.
Ha insegnato all’Accademia di Musica di Bucarest, alla Scuola
di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, all’Accademia
Europea di Musica di Erba-Como e ai Corsi di Perfezionamento
di Sermoneta. Attualmente è docente alla Scuola di Musica di
Fiesole e all’University of Limerick in Irlanda. Mariana Sirbu
suona un violino A. Stradivari del 1702, soprannominato “Conte
de Fontana”.
ELISSÒ VIRSALADZE è cresciuta a Tiblisi. Dopo aver
frequentato il Conservatorio, ha lasciato la citta natale e si e
trasferita a Mosca. A vent’anni si è aggiudicata il terzo premio
nel famoso Concorso Čajkovskij. A Mosca ha proseguito gli
studi con Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti di
grande talento l’hanno immersa nella rinomata tradizione russa
della pedagogia del pianoforte. Non sorprende pertanto che sia
considerata un’insegnante di eccezionale bravura e che i suoi
studenti abbiano ottenuto straordinari riconoscimenti, alcuni dei
quali allievi anche ai Corsi che dal 2003 tiene a Sermoneta per il
Campus Internazionale di Musica. Elissò Virsaladze insegna al
Conservatorio di Mosca e alla Munich Musikhochschulee ed ha
partecipato come membro della giuria nei più importanti concorsi
internazionali. A ventiquattro anni ha vinto il primo premio al
Concorso Schumann di Zwickau. La pianista è altresì nota per il
vasto repertorio che si estende fino a comprendere i compositori
russi moderni. Elissò Virsaladze si esibisce regolarmente come
solista e in duo con Natalia Gutman nelle principali citta europee.
Con il repertorio di musica da camera e con orchestre quali la
Petersburg Philharmonic e la Royal Philharmonia London ha
effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa.
Elissò Virsaladze appare inoltre regolarmente con prestigiose
orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati
Uniti e in altri paesi, collaborando con direttori d’orchestra
quali Rudolf Barschai, Kyril Kondraschin, Riccardo Muti,
Kurt Sanderling, Wolfgang Sawallisch, Evgeny Svetlanov, Juri
Temirkanov o Antoni Wit. Incide per l’etichetta Live Classics.
FABRIZIO VON ARX nato a Napoli, ha intrapreso lo studio
del violino all’età di cinque anni sotto la guida di Giovanni
Leone e a soli dieci anni é risultato vincitore al concorso di
Vittorio Veneto ed in vari concorsi nazionali per giovani talenti.
Diplomatosi nella città natale al Conservatorio di S. Pietro
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duemila15
a Majella,ha intrapreso studi di perfezionamento all’estero,
ottenendo prestigiosi riconoscimenti : il diploma di Virtuosité
(1°classificato) a Ginevra sotto la guida di Corrado Romano,
quello di Performer negli USA, seguito da Franco Gulli e Nelli
Skolnikova, presso la prestigiosa School of Music dell’Università
Indiana a Bloomington, a Berlino con Ruggiero Ricci e a
Cremona con Salvatore Accardo. Il debutto a sedici anni con
l’orchestra della Rai di Napoli, lo proietta in un’intensa attività
concertistica a livello nazionale ed internazionale; è ospite nelle
principali stagioni concertistiche italiane e d’oltralpe come Le
Serate Musicali di Milano, Associazione Scarlatti di Napoli, al
Ravenna Festival, Concerti in diretta RadioRai 3 dal Quirinale,
Filarmonica Romana, Lucca in Musica, La Cité de la Musique
de Paris, il Festival di Bellerive, Les Grands Interprètes de
Neuchâtel e la Tonhalle di Zurigo (Svizzera), alla WienerSaal
di Salisburgo e alla Philharmonie di Berlino. Ha suonato come
solista con prestigiose orchestre quali l’Orchestra da Camera di
Praga, l’Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti di Mosca, la
Japan Royal Chamber Orchestra, la Wiener Kammerorchester, i
Berliner Simphoniker e la Symphonisches Orchester di Zurigo. È
stato diretto da artisti del calibro di Franco Petracchi, Alexander
Vedernikov, Shunsaku Tsutsumi, Yuri Bashmet, Peter Maag e Lior
Shambadal. Ha al suo attivo tournée negli Stati Uniti, Francia,
Germania, Belgio, China, Svizzera. Il debutto discografico per
l’etichetta Nuova Era di Torino, con la registrazione dell’integrale
delle composizioni per violino e piano di Sergej Prokoviev (in duo
con Antonio Valentino) ha ricevuto le massime lodi della critica
specializzata. È da sottolineare il successo dell’ormai pluriennale
e consolidata collaborazione con Bruno Canino con il quale ha
registrato per la Dynamic le Sonate di Schumann, premiate dalla
critica con le prestigiose cinque stelle della rivista «Musica». Il CD
è stato presentato dal duo con concerti alla Kammermusiksaal
della Philarmonie di Berlino, alle Serate Musicali di Milano, e
alla Wigmore Hall di Londra. Nel 2013, l’etichetta Sony-RCA
Red Seal pubblica le sue due nuove incisioni. Il primo CD liverecording del Concerto di Bruch e della Carmen-Fantasy di
Sarasate con la Prague Sinfonia Orchestra diretta da C. Benda
ed il secondo con il pianista Julien Quentin delle sonate francese.
Fabrizio von Arx suona un prezioso violino di G. B. Guadagnini
del 1754.
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FESTINA LENTE
Omaggio ad Aldo Manuzio
inteventi di:
Clara Galante
ESERCIZI CONVENZIONATI
• Fondazione Roffredo Caetani
sconto del 10% sul contributo d’ingresso del Giardino di
Ninfa, Castello Caetani di Sermoneta e Parco Pantanello.
• Gioielleria De Vitis - Latina
Via Eugenio di Savoia, 12 - tel. 0773 474261
Riduzione del 15%
• Idea di Pina Sorrentino - Latina
Via Sisto V, 17/15 - tel. 0773 474460
Riduzione del 15%
• Fattoria Prato di Coppola - Latina
Via del Lido Km. 4.200 - tel. 0773 273411
Riduzione del 15%
• Egidio Gran Caffè Tavola Calda - Latina
S.S. 148 Pontina Km 80.300 - tel. 0773 255640
Riduzione del 15%
• Punto Einaudi - Sermoneta scalo
Centro Comm. Sermoneta Shopping - Sermoneta Scalo
Riduzione del 15%
• Hotel Principe Serrone - Sermoneta
Via del Serrone
Riduzione del 10%
Melania Giglio
Giorgio Maulucci
• Locanda Borgo Antico - Borgo di Fossanova
Via dei Guitti - tel. 0773 1875674
Riduzione del 10%
• Dal Lago Dream Destination - Latina
Via Duca del Mare, 48 - tel. 0773 666804
Esenzione diritti di agenzia per i servizi acquistati
Daniele Salvo
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Selene Gandini
AGEVOLAZIONI CAMPUS CARD
La Campus card dà diritto alla riduzione
sull’acquisto del biglietto delle iniziative organizzate dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica nell’anno solare di validità e ad uno
sconto negli esercizi convenzionati. Essa è strettamente personale e va sempre esibita per poter usufruire
delle agevolazioni previste, che sono accordate unicamente al titolare della Card.
Su RADIOLUNA dal 29 giugno, per tutta la durata del Festival, dal
lunedì al sabato, alle ore 11.00 andrà in onda Buongiorno, Festival!
rubrica di informazioni e aggiornamenti sul 51° Festival Pontino.
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CORSI 2015 di PERFEZIONAMENTO e di
INTERPRETAZIONE MUSICALE
CONTRIBUTI E
PATROCINI
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e del Turismo - Direzione
Generale per lo Spettacolo dal vivo
Regione Lazio - Assessorato Cultura
e Politiche giovanili
Provincia di Latina
Comuni di Latina, Sermoneta,
Priverno, Fondi, Sabaudia
Fondazione Roffredo Caetani
Fondazione Camillo Caetani
COLLABORAZIONI
Istituto di Studi Musicali
Goffredo Petrassi
Conservatorio Statale di Musica
Ottorino Respighi di Latina
Conservatorio Statale di Musica
Giuseppe Verdi di Milano
Keyboard Charitable Trust
di Londra
Abbazia e Borgo di Fossanova
Parco Naturale Regionale Monti
Ausoni e Lago di Fondi
segui fondazione
campus internazionale di musica
COMPOSIZIONE
Organizzazione e realizzazione
Fondazione Campus Internazionale di Musica
Via Varsavia, 31 - 04100 Latina
Tel. 0773 605551 (dal 30 giugno anche 0773 30250)
[email protected] www.campusmusica.it
Biglietto dei concerti del sabato a Sermoneta e
della domenica a Fossanova
Intero € 15,00
Ridotto € 10,00 (under 25, over 65, possessori card-Feltrinelli, studenti del Conservatorio e
30 giugno - 6 luglio ALESSANDRO SOLBIATI
CONTRABBASSO
13 luglio FRANCO PETRACCHI
TECNICA del CONTRABBASSO
8-13 luglio MIRELA VEDEVA
PIANOFORTE
9-15 luglio ELISSÒ VIRSALADZE
PERCUSSIONI
16-18 luglio ROBERTO GATTO
dell’Università di Latina, insegnanti, beneficiari di convenzioni)
VIOLONCELLO e MUSICA DA CAMERA
Ridotto € 8,00 (titolari della CampusCard)
Ingresso coppia € 20,00
17-23 luglio ROCCO FILIPPINI
VIOLINO e MUSICA DA CAMERA
18-25 luglio MARIANA SIRBU
Biglietto altri concerti
Biglietto unico € 5,00
VIOLA e MUSICA DA CAMERA
22-27 luglio BRUNO GIURANNA
Biglietto Serenate
Biglietto unico € 2,00
Ingresso gratuito (titolari CampusCard)
LABORATORI SPERIMENTALE Play & Rec
27 luglio - 1 agosto FABRIZIO VON ARX Violino
Costo CampusCard € 20,00
27 luglio - 3 agosto MATTEO COSTA Elettroacustica e Registrazione Sonora
Le riduzioni sulle tariffe non sono cumulabili
29 luglio - 3 agosto ROBERTO PROSSEDA Pianoforte
mediapartners
SEMINARI
3-5 luglio VALENTINA LO SURDO
L’arte del successo 2.0
Incontri Internazionali di Musica Contemporanea in diretta streaming su www.buongiornolatina.it
29-31 luglio MAURO BUCCITTI
L’accordatura ad orecchio con vari temperamenti
Si ringraziano: Alfonsi pianoforti, Banca Popolare del Lazio, Villa Meravigliosa ristorante
Assistenti
La direzione del Campus si riserva il diritto di apportare modifiche al programma per cause di forza maggiore.
CLARA DUTTO, ROBERTO PARUZZO, LINDA DI CARLO,
CHIARA SARCHINI
immagine di copertina: Armonia, olio su tela di Enrico Benaglia www.enricobenaglia.net
progetto grafico e impaginazione: studio grafico_Pietro Contento. www.pietrocontento.it
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ORGANI STATUTARI DEL CAMPUS
Presidente Onorario
Riccardo Cerocchi
Presidente
Luigi Ferdinando Giannini
Vice Presidente
Clotilde Lucchetti
Comitato esecutivo
Luigi Ferdinando Giannini
Renzo Calzati
Elisa Cerocchi
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Consiglio Generale
Regione Lazio
Comune di Latina
Comune di Sermoneta
Fondazione Roffredo Caetani
Federlazio Latina
Francesco Acuto
Vanda Bellini
Bruno Borsari
Renzo Calzati
Antonietta Centra
Elisa Cerocchi
Paola Cerocchi
Riccardo Cerocchi
Eliana D’Alessandro
Carolina De Cuia
Luigi Ferdinando Giannini
Alessandro Iucci
Clotilde Lucchetti
Marco Pandozi
Tommaso Parascandolo
Gabriele Pezone
Gianfranco Pitton
Umberto Redi
Vera Russo
Fausto Tasciotti
Francesco Tescione
Collegio dei Partecipanti
Comune di Priverno
Comune di Fondi
Franco Accorinti
Ugo Berardi
Claudio Buccarella
Vincenzo Calabresi
Maria Teresa Censi
Costanzo Galileo
Eligio De Biaggio
Ermelinda De Feo
Carlo Dell’Agli
Maria Del Sapio Garbero
Maria Antonietta De Vitis
Giuseppe Falconi
Gabriella Franzellitti Lucchetti
Giovanni Lungarella
Vincenzo Luppino
Giancarlo Macali
Maria Olga Manzo
Lauro Marchetti
Giorgio Maulucci
Teresa Palombelli
Alessandro Pontecorvi
Cherubina Ramacci
Leonardo Rizzo
Gaetano Salvagni
Silvia Sitzia
FONDAZIONE
ROFFREDO
CAETANI
CONSULENTI ARTISTICI
DEL CAMPUS
Gabriele Bonomo
Franco Petracchi
Alessandro Solbiati
Fabrizio von Arx
COORDINATORE ARTISTICO
Luigi Ferdinando Giannini
PRESIDENTE ONORARIO
DEL FESTIVAL PONTINO
Luis de Pablo
CAMPUS
INTERNAZIONALE
DI MUSICA
Fondazione
Organizzazione e realizzazione
Fondazione Campus Internazionale di Musica
Via Varsavia, 31 - 04100 Latina
Tel. 0773 605551 - [email protected]
www.campusmusica.it
Collegio dei Revisori dei
Conti
Ugo Berardi (Presidente)
Giuseppe Di Trento
Maria Olga Manzo
Segretario generale
Tiziana Cherubini
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