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IL PUZZLE DELLA TERRA
Lo sai che circa 200 milioni di anni fa esisteva un solo
continente, un’unica terra, la Pangea?
Esso si è fratturato in più parti che, pochi centimetri alla
volta, si sono staccate fino a occupare il posto che hanno
oggi, ma non si sono fermate e tra 50 milioni di anni…
Polizia Locale Associata
Tenente Giancarlo Sociali
LA TERRA È UN UOVO SODO
Se prendi un uovo sodo e lo batti con una forchetta, come si fa per
sgusciarlo, avrai la terra… in mano. Il guscio incrinato è la
crosta, molto rigida, che forma i continenti e il fondo marino, ed è
rotta in vari pezzi. Questi enormi pezzi (i più grossi sono otto) si
chiamano placche (o zolle).
Sembrano ferme, ma si spostano piano piano.
Ora taglia la terra, pardon, l’uovo a metà. L’albume è uno strato
interno più tenero di roccia incandescente e densa (mantello) e al
centro c’è il nucleo duro caldissimo. Le placche, con i continenti e
i mari, poggiano sul mantello, che sembra una plastilina calda. Il
calore provoca dei movimenti nel mantello, così anche le placche
si muovono
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Tenente Giancarlo Sociali
TRAMPOLINO DI LANCIO TERREMOTI
Le rocce della crosta terrestre sono soggette a continui
movimenti, orizzontali e verticali. Sottoposte a queste spinte,
possono comportarsi come un trampolino (essere abbastanza
elastiche da recuperare la forma originale, esaurite le forze che
agiscono su di esse).
Oppure rimangono deformate, mostrando pieghe e corrugamenti.
Altre volte, invece, quando non sono più in grado di sopportare il
carico, crac! come un trampolino su cui è salito un elefante, si
rompono, liberando in modo improvviso l’energia accumulata
lentamente durante il processo di deformazione: il terremoto!
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Tenente Giancarlo Sociali
LA PAROLA GIUSTAMENTE TERREMOTATA
QUALE DI QUESTE PAROLE HA A CHE FARE CON IL TERREMOTO? FOGLIA,
FAGLIA, FIGLIA.
Si tratta della rottura in due blocchi della roccia e nei terremoti
più forti può raggiungere anche centinaia di chilometri.
Può essere normale, inversa o trascorrente.
A volte è visibile in superficie e permette di osservare gli
spostamenti tra i due blocchi di terreno
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Tenente Giancarlo Sociali
DOVE AVVENGONO I TERREMOTI?
Lungo le spaccature della crosta terrestre, dove le rocce,
scontrandosi e allontanandosi, provocano i terremoti. I paesi che
più ne risentono sono quelli che stanno lungo i margini di una
placca, come la California e il Giappone, mentre l’Australia, che
sta nel bel mezzo, lontana dai margini, non sa quasi cosa siano.
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Tenente Giancarlo Sociali
CHI FA TREMARE LA TERRA?
Oggi noi rispondiamo facendo riferimento a placche, faglie e vulcani. Gli antichi,
che non sapevano di queste cose, avevano comunque trovato una spiegazione a un
fenomeno che li spaventava tanto.
ABBINA OGNI MITO AL SUO POPOLO, CON L’AIUTO DELL’INSEGNANTE O
DI INTERNET.
(1) Ritenevano che
fosse Ru, il figlio
della Madre Terra, a
provocare i
terremoti tirando calci
nella pancia
della mamma.
(2) Davano la colpa al
dio
del mare, Poseidone.
(6) Pensavano che il
mondo fosse sostenuto
da
elefanti, che
poggiavano su
un’enorme tartaruga
galleggiante sul mare,
e che, quando uno di
loro
si stancava, causasse il
terremoto, scuotendo
la
testa.
(3) Davano la
colpa a un
enorme pesce
che non voleva
stare fermo.
(4) Pensavano
che la terra
poggiasse sulla
testa di una
grande rana.
(5) Pensavano che i
passi del loro dio,
quando visitava la terra
per contare gli
uomini presenti,
facessero tremare il
suolo. Per abbreviarne
il compito, le
persone uscivano di
corsa dalle case
gridando: “Sono qui,
sono qui!”,
introducendo nella
mitologia il buon
senso di abbandonare
le fragili
abitazioni in caso di
terremoto.
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Tenente Giancarlo Sociali
SOTTOSOPRA
I terremoti nascono sottoterra.
L’ipocentro è il punto in cui ha origine la frattura della crosta.
L’epicentro è, invece, il punto della superficie terrestre, posto
direttamente sopra l’ipocentro, dove, in genere, abbiamo i danni
maggiori alle cose e alle persone.
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Tenente Giancarlo Sociali
GIOCHIAMO CON LE PAROLE CHE SCUOTONO (E COME
SCUOTONO!)
Molte delle parole che hanno a che fare con il terremoto
contengono la voce sisma/o, che vuol dire scossa. Bella scoperta!
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Tenente Giancarlo Sociali
PRENDERE LE MISURE
Oggi il terremoto si misura con sensori elettronici, ma fino a poco tempo fa si usava
il sismografo meccanico.
IL SISMOGRAFO PIÙ ANTICO
Mentre Greci e Romani credevano che i terremoti fossero causati
dall'ira degli dei, in Cina già si studiavano scientificamente. Fu
uno studioso cinese, Zhang Heng, a inventare nel 132 d.C. il
primo sismografo. L’originale, chiamato Houfeng Didong Yi (che
in cinese significa “strumento per indicare il vento e le scosse
della terra”), è andato perso. È documentato però che abbia
registrato un terremoto nel febbraio del 138 a circa 600 chilometri
di distanza da Luoyang, l’allora capitale della Cina.
Quella che vedi qui è una riproduzione, ma il suo aspetto è in tutto
simile all’originale descritto nei libri di storia. Gli scienziati hanno
testato il suo meccanismo interno e verificato la sua accuratezza.
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Tenente Giancarlo Sociali
SMETTILA DI FARE IL TERREMOTO!
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Tenente Giancarlo Sociali
SMALL, MEDIUM, LARGE, EXTRA LARGE?
I segni tracciati dal pennino del sismografo sul rullo di carta ci dicono
quanta energia è stata scatenata dal terremoto: la magnitudo. Più le onde
del grafico sono ampie, più la magnitudo è forte. Ci sono terremoti S, M,
L, XL, XXL.
Sono stati due sismologi americani,Richter e Gutenberg, a inventare nel
1935 un sistema per misurare la magnitudo, impropriamente definito
“Scala Richter”, perché a ogni passaggio (1, 2…) l’energia liberata dal
terremoto è circa trenta volte superiore (in una vera scala i gradini sono
tutti uguali!).
I due assegnarono il valore 0 ai terremoti che venivano appena percepiti
dai sismografi di quell’epoca (oggi, strumenti più moderni possono
misurare terremoti anche più deboli di 0).
Per fare danni consistenti nella zona dell’epicentro, un terremoto
superficiale deve essere almeno di magnitudo 5: l’energia liberata è la
stessa della bomba atomica esplosa per esperimento sull’atollo di Bikini
nel 1946.
Fortunatamente nessun terremoto ha mai superato la magnitudo 9.
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Tenente Giancarlo Sociali
PAROLE TREMANTI IN RIMA
La paura accompagna sempre il terremoto come altre calamità naturali.
Ma non devi vergognarti di avere paura (è normale!), devi solo imparare a
tenerla sotto controllo perché non si trasformi in panico e ti impedisca di
fare le cose giuste.
PER ESORCIZZARLA, RECITA QUESTA FILASTROCCA CONTRO LA PAURA DI
YANEZ.
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Tenente Giancarlo Sociali
LA CARTA D’ITALIA
Non tutta l’Italia corre lo stesso rischio sismico.
Pericolo lieve: zone in cui i
terremoti avvengono spesso,
ma con poca potenza (Val di Taro e il
Reggiano, Cuneese, Colli Albani).
Pericolo moderato:
zone che, oltre a un certo
numero di terremoti deboli, ma
frequenti, producono in media ogni
secolo un terremoto più violento, i cui
effetti possono raggiungere o superare
il IX grado della scala Mercalli (lungo
la costa adriatica tra Rimini e Ancona,
Appennino centro-settentrionale, Alpi
occidentali, Lunigiana, Molise e
Irpinia, Calabria e Sicilia
settentrionale).
Pericolo elevato:
zone in cui i terremoti non sono
frequenti, ma molto forti (Prealpi dal Garda al
Friuli, Liguria occidentale, Garfagnana,
Mugello, Abruzzo, Gargano, Appennino
meridionale, Calabria e Sicilia orientale).
Sono i
terremoti più gravi perché l’energia
accumulata
per lungo tempo viene rilasciata tutta insieme
LA SCALA MERCALLI
Non c’è solo la “scala Richter” per misurare i terremoti. Un altro “metro” si basa
sull’osservazione degli effetti su territorio, oggetti, edifici. In Europa si usa la scala
Mercalli, che prende il nome dal suo inventore,
un sacerdote italiano appassionato di geologia. Nel 1902 inventò la scala, divisa in 12 gradi,
di intensità crescente, espressi in numeri romani, partendo da I a XII. In realtà, magnitudo e
intensità descrivono grandezze del tutto diverse e non direttamente confrontabili: si possono
avere terremoti con la stessa magnitudo, che danno luogo a effetti diversi a seconda di dove
avvengono
I Non sentito dalle persone, ma registrato solo dagli strumenti.
II. Sentito ai piani alti solo da pochi.
III. Sentito in casa solo da pochi come tremolio leggero: oscillazione leggera dei lampadari.
IV. Avvertito in casa da molti: tintinnio e scricchiolio degli oggetti, oscillazione dei
lampadari.
V. Avvertito da molti anche all’aperto e in casa anche da chi dorme: le porte e finestre
sbattono e si rompono alcuni vetri, i quadri si spostano e gli oggetti instabili si ribaltano.
VI. Leggeri danni alle case: caduta di intonaco, piccole crepe sui muri. Tutti sentono il
terremoto e hanno paura.
VII. Cadono cornicioni e camini.
VIII. Crollano gli edifici vecchi e malandati, molti altri sono seriamente danneggiati.
IX. Metà delle case in muratura crolla, quasi tutte le altre diventano inagibili.
X. Danni gravissimi a tre quarti delle case.
XII. Crollano quasi tutti gli edifici in muratura e i ponti. Vistosi effetti sul territorio.
XII. Tutte le opere dell’uomo vengono distrutte. Nel terreno si aprono crepacci, i fiumi
vengono deviati.
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Tenente Giancarlo Sociali
IN SU, IN GIÙ, DI QUA E DI LÀ, TUTTO ONDEGGIA!
L’energia liberata dal terremoto viaggia attraverso la terra sotto forma di
onde che investono le persone, le costruzioni e tutto il territorio con effetti
più o meno gravi.
Ci sono tre tipi di onde, diversamente pericolose
Le più veloci sono le longitudinali (P, perché
sono le prime ad essere avvertite): quando
attraversano la roccia, essa si comprime e si
dilata continuamente. Il terreno balla in su e
in giù. Si diffondono anche attraverso l’acqua;
nell’aria, come onde sonore, possono dare
origine a un boato
Le onde trasversali fanno ballare il terreno in
orizzontale (S, perché, essendo più lente,
arrivano seconde). Si trasmettono solo nei
solidi, quindi il loro passaggio è ostacolato
dagli oceani. Possono fare molti più danni
delle P.
Quando le Onde P e le S raggiungono un
qualsiasi punto della superficie terrestre,
originano onde superficiali più lente delle
precedenti, che si propagano solo lungo la
superficie terrestre e non attraverso i liquidi.
Arrivano per ultime, perché molto più lente.
Sono responsabili dei danni più rilevanti.
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Tenente Giancarlo Sociali
EFFETTI A CATENA
Un forte terremoto crea danni che provocano altri danni: più forte è la
scossa, più danni a catena possiamo avere.
COMPLETA IL DISEGNO CON I …DANNI MANCANTI, SCEGLIENDOLI FRA:
ALLAGAMENTI, DERAGLIAMENTO TRENI, INTERRUZIONE DELLE LINEE
ELETTRICHE E TELEFONICHE.
Questi danni, per fortuna, non arrivano mai tutti insieme!
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Tenente Giancarlo Sociali
L’ITALIA CHE SUSSULTA
Il 70% del territorio italiano è a rischio di terremoti, perché tutto il
bacino del Mediterraneo si trova vicino alla frattura tra due
placche, l’africana e l’eurasiatica.
L’Italia è caratterizzata da frequenti terremoti, ma di magnitudo
relativamente modesta. La massima osservata è 7.2 del terremoto
di Messina del 1908, abbastanza piccola rispetto a quella dei
terremoti di California e Giappone che rilasciano un’energia 20/30
volte superiore, avendo magnitudo maggiore di 8.
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Tenente Giancarlo Sociali
UN PO’ DI STORIA TERREMOTATA
In Italia, uno dei terremoti più forti è stato quello del 5 dicembre
1456, che ha interessato una vastissima area dell'Appennino
meridionale, tra l’Abruzzo, la Basilicata e la Campania, causando
circa 30.000 vittime. Forse si è trattato più terremoti insieme.
Polizia Locale Associata
Tenente Giancarlo Sociali
ANCHE IL MARE FLUTTUA
Molti terremoti sono localizzati in mare e in qualche caso
producono, che fantasia!, maremoti.
Maremoti, frane o eruzioni vulcaniche, provocando un movimento
del fondo marino, generano una serie di onde. Queste, in mare
aperto, si notano poco, perché molto basse (30/60 cm) e molto
lunghe, ma, quando raggiungono la costa, viaggiando anche a 800
km all’ora, possono assumere altezze enormi (oltre 50 m) e
provocare danni catastrofici.
QUAL È IL TERMINE GIAPPONESE CON CUI SI INDICANO I MAREMOTI?
RISOLVI QUESTO FACILE REBUS E LO SCOPRIRAI.
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Tenente Giancarlo Sociali
GAMBE IN SPALLA
Se dovesse capitarti, trovandoti su una spiaggia, di vedere l’acqua
del mare ritirarsi rapidamente per parecchi metri, scappa nella
direzione opposta e fai in fretta. Prima o poi un’onda gigantesca si
rovescerà sulla costa, come è successo nel 2004 nell’Oceano
Indiano.
Però, non confondere questo fenomeno con quello delle maree,
dove l’acqua può ritirarsi anche per molti chilometri, ma in modo
lento e continuo (bassa marea), come, ad esempio, lungo le coste
della Bretagna e della Normandia, regioni a nord ovest della
Francia.
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Tenente Giancarlo Sociali
COSTRUZIONI CHE CROLLANO…
Il terremoto di per sé non uccide: è il crollo di edifici, ponti e
strade che causa tanti morti e feriti.
Gli elementi della casa che resistono meglio sono solai e travi
(orizzontali), pilastri e muri portanti (verticali), tutti collegati tra
loro.
 Le case, soprattutto le più vecchie, sono state costruite per
resistere a pesi e spinte verticali: il proprio peso, quello delle
persone che vi abitano, vento forte e nevicate.
 Ma il terremoto scuote le case anche in senso orizzontale,
così possono crollare. In Italia, la maggior parte dei crolli e
delle vittime si verifica di solito nei vecchi edifici dei centri
storici.

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Tenente Giancarlo Sociali
…E COSTRUZIONI CHE RESISTONO
Le nuove case, nelle zone a rischio sismico, devono essere
costruite rispettando le regole antisismiche che indicano come
rendere gli edifici elastici, in modo che si scuotano, ma non
crollino sugli abitanti.
E con le vecchie case, solide, bellissime, ma per niente elastiche?
Renderle più robuste è difficile, ma qualcosa si può fare,
adottando sistemi per collegare le pareti tra loro e con i solai,
rinforzando i punti più deboli e intervenendo sui muri che
presentano crepe.
Ma gli edifici che devono essere più a prova di terremoto degli
altri sono gli ospedali, le scuole, le caserme dei vigili del fuoco, le
centrali che producono energia.
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Tenente Giancarlo Sociali
CHE FARE CON I TERREMOTI?
Prima di tutto informarsi sulla storia sismica della località in cui si vive.
TU ABITI IN UNA ZONA NON PERICOLOSA, A BASSA PERICOLOSITÀ
O PERICOLOSA?
Non esistono metodi per eliminare completamente i pericoli
dovuti al terremoto, tuttavia i danni alle cose e alle persone
possono essere drasticamente ridotti seguendo semplici
suggerimenti sperimentati da anni in California, Giappone e
Nuova Zelanda, che di terremoti se ne intendono…
CHE FARE PRIMA DEL TERREMOTO?
Se scopri che la zona in cui vivi è a rischio sismico, ecco alcune
misure preventive da attuare e qualche oggetto da tenere a portata
di mano.
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Tenente Giancarlo Sociali
CHE FARE SE UN TERREMOTO TI SORPRENDE IN
CASA?
La cosa che più spaventa durante un terremoto è non sapere cosa
fare, ma anche credere che non ci sia più niente da fare.
Se sei in una casa solida, rimani in casa! Non temere di aver
paura.
Se sei in una casa poco sicura, è meglio uscire subito, senza
aspettare la fine della scossa, ma facendo molta attenzione.
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Tenente Giancarlo Sociali
CHE FARE SE UN TERREMOTO TI SORPRENDE FUORI
CASA ?
Se ti trovi fuori dalla tua abitazione, restaci.
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Tenente Giancarlo Sociali
E DOPO?
Finita la scossa, finito il terremoto? Chi può dirlo.
Il terremoto non è mai un fatto isolato: è sovente preceduto da
piccole scosse ed è molto spesso seguito da numerose repliche che
si succedono nel tempo con un’evoluzione caratteristica della zona
da cui sono generate. Quindi, passata la scossa...
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Tenente Giancarlo Sociali
SI POSSONO PREVEDERE I TERREMOTI?
Purtroppo, per ora no. Possiamo conoscere con una certa
precisione dove avverranno quelli futuri e anche la loro massima
energia fisica, ma non quando arriveranno.
Non è vero, anche se è credenza diffusa,che i terremoti siano
preceduti da uno strano “tempo da terremoto” (come vento caldo o
nebbie diffuse).
E nessuno studio scientifico ha potuto ancora interpretare la
relazione tra gli strani comportamenti degli animali e i terremoti.
Polizia Locale Associata
Tenente Giancarlo Sociali
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