STAGIONE D’OPERA E BALLETTO 2014-2015
DECISIVO E IMPORTANTE AUMENTO DELLA PRODUZIONE
PER SUPERARE LA CRISI E PER LA RINASCITA ECONOMICA
CON UN CARTELLONE DI GRANDE PRESTIGIO INTERNAZIONALE
UN PANORAMA MUSICALE DAL SETTECENTO AI GIORNI NOSTRI:
RUSALKA, WERTHER, RIGOLETTO, TOSCA, LUCIA DI LAMMERMOOR,
LE NOZZE DI FIGARO, LA DAMA DI PICCHE,
I WAS LOOKING AT THE CEILING THEN I SAW THE SKY,
AUFSTIEG UND FALL DER STADT MAHAGONNY
UNA STAGIONE RICCA DI NOMI DI FAMA INTERNAZIONALE
SUL PODIO: EIVIND GULLBERG JENSEN, JESUS LOPEZ-COBOS,
DONATO RENZETTI, ROBERTO ABBADO, JAMES CONLON
REGISTI: DENIS KRIEF, WILLY DECKER, LUCA RONCONI, RICHARD
JONES, GIORGIO BARBERIO CORSETTI, GRAHAM VICK
COREOGRAFIE DI: AMEDEO AMODIO, LEONIDE MASSINE,
MICHA VAN HOECKE, ALVIN AILEY, JOSE LIMON,
PATRICIA RUANNE, ROLAND PETIT
I CLASSICI DEL BALLETTO: LO SCHIACCIANOCI, GISELLE, COPPELIA
Un aumento del numero degli spettacoli senza mai perdere la qualità,
l’eccellenza che il Teatro ha conquistato. Questa è la formula anti crisi che il
sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, Carlo Fuortes,
ha presentato al primo incontro con il pubblico e la stampa. Il disavanzo delle
precedenti gestioni, la crisi economica in atto nel Paese e la conseguente
diminuzione dei finanziamenti pubblici, in Teatro si possono superare con
una decisa crescita della produttività.
Ma l’ultima parola è pur sempre quella dei numeri: nella stagione 2014-2015
andranno in scena 14 spettacoli di opera e balletto, (rispetto ai 12 della
passata stagione), tra questi 5 nuovi allestimenti (3 lo scorso anno); ma
soprattutto è il numero delle recite che cresce con un totale di 115 (sulle
89 della passata stagione); le repliche passano mediamente a 8-10 rispetto
alle 5-7 dell’anno scorso.
La ripresa economica del Teatro dell’Opera passa soprattutto dal
botteghino, cioè dal pubblico, spiega il sovrintendente Carlo Fuortes: "Si può
reagire in due modi alla crisi. Tagliare spettacoli e recite permette certamente
una riduzione dei costi, ma è una strada che porta all'agonia e all'asfissia di
un teatro. È giusto, invece, scommettere sulla produttività, sulla qualità e sul
pubblico aumentando e non riducendo l'attività. Il Teatro deve soprattutto
guardare a sé stesso per trovare nuova forza culturale, musicale ed
economica. La storia ci insegna che le crisi possono diventare opportunità di
sviluppo".
Un rilancio, dunque, un new deal, di cui questa nuova stagione 2014-2015 ne
è chiara, precisa e decisa dimostrazione.
La produzione, la qualità, il futuro del Teatro dell’Opera quindi, ma anche
un richiamo alla memoria, alla Storia di questa Fondazione che tra
Ottocento e Novecento è stata al centro di debutti che hanno fatto la storia
dell’opera, della musica, della cultura. Così nasce l’idea del sovrintendente
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del recupero della memoria con la ripresa (almeno una produzione l’anno) di
allestimenti storici. Uno sguardo filologico, affettuoso, culturale al passato.
La stagione 2014-2015 vola sulla storia della musica dal Settecento al
Novecento, un percorso affascinante da Mozart ad Adams, uno stupendo,
musicalmente avventuroso viaggio da Le nozze di Figaro (1786) a I Was
Looking at the Ceiling Then I Saw the Sky (1995) e così per il balletto da
Adam e Čajkovskij con Giselle e Lo schiaccianoci a Stravinskij e Duke
Ellington con Le chant du rossignol e The River. Titoli di grande repertorio,
ma anche opere che saranno una vera e propria scoperta.
Quel percorso che un teatro d’opera ha il dovere di offrire al proprio pubblico
così da accontentare ogni gusto e far conoscere nuove creazioni, i nuovi
orizzonti della musica, del canto, della danza. Per attirare anche un pubblico
eterogeneo che vada da chi ama l’opera ai turisti che affollano la Capitale,
dai melomani più esigenti ai giovani con tanta voglia di scoprire i diversi
confini della musica.
Un cartellone ricco – che ha pochi confronti in Italia e in Europa - di nomi
prestigiosi, amati dal pubblico, di fama internazionale. Direttori, registi,
cantanti che hanno fatto, e fanno, la storia dell’interpretazione e della messa
in scena.
Il Maestro Eivind Gullberg Jensen aprirà la nuova stagione, in novembre,
con la Rusalka di Antonín Dvořák. Il nuovo allestimento del capolavoro
operistico del compositore ceco porta la firma di Denis Krief per la regia, le
scene e i costumi. Tra gli interpreti Svetla Vassileva, Larissa Diadkova,
Steven Humes. Il Coro del Teatro dell’Opera sarà diretto dal Maestro Roberto
Gabbiani. La Rusalka, considerata l’apogeo musicale di Antonín Dvořák, è
un’opera in tre atti, una favola su libretto di Jaroslav Kvapil e fu rappresentata
per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901. La protagonista è uno spirito
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dell’acqua e la sua storia è tratta dalla mitologia slava, dalla leggenda di
Melusine e dalla famosa Sirenetta di Hans Christian Andersen.
E’ il balletto del Natale, è la favola che si rinnova sempre con grande
successo per la festa più importante dell’anno: Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič
Čajkovskij. Uno spettacolo, è il caso di dirlo con una frase abusata, per
piccoli e grandi. La coreografia è firmata da Amedeo Amodio, favola nella
favola le scene di Emanuele Luzzati, alla direzione Nir Kabaretti. E sempre
con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, in febbraio
arriverà un dittico che unirà Le chant du Rossignol di Stravinskij e i
Carmina burana di Orff, il primo con la coreografia di Leonide Massine e il
secondo con la firma di Micha van Hoecke (Direttore del Corpo di Ballo del
Teatro dell’Opera). Ancora balletto in aprile, ancora coreografi moderni,
geniali, che hanno segnato la storia della danza: su musiche di Ellington e
Purcell, rispettivamente con le coreografie di Ailey e Limón. Si torna al
grande Ottocento tra ottobre e novembre con Giselle di Adam, nella versione
di Patricia Ruanne, e quindi con Coppélia nella mitica, si può ben dire,
edizione di Roland Petit. Le due direzioni d’orchestra sono affidate a David
Garforth.
La stagione 2014-2015 offrirà sempre eccellenza e prestigio sul podio e sul
palcoscenico. In gennaio il Maestro Jesús López-Cobos, raffinato direttore
spagnolo, che debutta a Roma con l’opera lirica, sarà sul podio del Werther
di Massenet, in un allestimento (della Frankfurt Opera) che porta la firma di
Willy Decker. Protagonista Francesco Meli, oggi uno dei più importanti
tenori internazionali: un artista che il pubblico del Costanzi ben conosce per i
successi del Simon Boccanegra e del recente Ernani; accanto a Meli il
prestigio di un astro nascente: Veronica Simeoni.
In febbraio Gaetano d’Espinosa, applaudito nella scorsa stagione alle Terme
di Caracalla, dirigerà il Rigoletto di Verdi, un allestimento del Teatro
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dell’Opera che vede protagonista un baritono di grande forza e capacità
interpretative quale è George Petean, già applaudito protagonista del Simon
Boccanegra. Petean si sta rivelando uno dei più importanti baritoni del
panorama internazionale. Accanto a lui Irina Lungu e Ivan Magrì.
La memoria storica del Teatro dell’Opera tornerà con un nuovo-vecchio
allestimento: la messa in scena, sui bozzetti originali di Adolf Hohenstein,
della prima edizione di Tosca di Giacomo Puccini che debuttò il 14 gennaio
1900 al Teatro Costanzi. Un recupero che non è mera filologia, ma un
omaggio alla memoria per ricordare quanto il Costanzi sia stato fondamentale
per la storia dell’opera lirica. Sul podio Donato Renzetti, cast delle grandi
occasioni con Roberto Frontali, Yonghoon Lee e Oksana Dyka. La Tosca
sarà proposta in marzo e quindi ripresa in giugno.
Un nuovo allestimento firmato da Luca Ronconi - un regista che non smette
mai di meravigliare ed esaltare ad ogni suo spettacolo - e diretto da Roberto
Abbado che porteranno in scena, nel mese di marzo, Lucia di Lammermoor
di Gaetano Donizetti. Il capolavoro del belcanto, la radice del grande
romanticismo italiano d’opera, sarà interpretato da Jessica Pratt, cantante
dalla voce che perfettamente si adatta ai colori e alla “follia” romantica della
protagonista. Accanto a lei il tenore Stefano Secco.
Il sipario del Teatro Costanzi, il 21 maggio, si alzerà per la prima volta su un
allestimento firmato da Giorgio Strehler. Il Sovrintendente Carlo Fuortes ha
deciso di portare a Roma il mitico allestimento de Le nozze di Figaro di
Mozart: “Giorgio Strehler è stato tra i più grandi registi italiani del novecento.
Con le sue Nozze di Figaro il Teatro dell’Opera vuole rendergli omaggio e
offrire agli spettatori uno dei suoi spettacoli più celebri. Ringrazio il Teatro alla
Scala e il suo Sovrintendente Alexander Pereira per la collaborazione e la
grande disponibilità dimostrata verso il nostro teatro”.
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Uno storico allestimento, un classico del teatro mozartiano, con le scene di
Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino, che fu pensato da Strehler
negli Anni Settanta per la reggia di Versailles. Sul podio dell’Orchestra del
Teatro dell’Opera di Roma, il Maestro Roland Böer. Il cast vocale è quanto
di meglio si possa avere su un palcoscenico per tale opera: Eleonora Buratto,
Rosa Feola, Markus Werba, Michaela Selinger e Carlo Lepore.
Sarà James Conlon, il Maestro che si divide con eguale successo tra Stati
Uniti ed Europa, a dirigere in giugno La dama di picche, uno dei capolavori
d’opera di Pëtr Il’ič Čajkovskij. L’allestimento porta la firma di uno dei nomi
più apprezzati nel teatro contemporaneo: Richard Jones. Si è aggiudicato
numerosi riconoscimenti e premi in tutta Europa, tra cui otto Laurence Opera
Awards - sei per le regie liriche e due per la prosa - ed un Opera Award. In
scena Maksim Aksenov e Oksana Dyka.
Un salto nel passato prossimo, al 1995 anno in cui fu composta l’opera I Was
Looking at the Ceiling Then I Saw the Sky (Stavo guardando il soffitto e
poi ho visto il cielo) di John Adams. La storia si svolge all’indomani del
terremoto del 1994 a Los Angeles, e racconta, rivela in musica le reazioni al
sisma di sette giovani, di diversa estrazione sociale ed etnica. Adams, uno
dei più famosi e apprezzati autori contemporanei, crea le proprie opere su
temi forti, legati alla cronaca sociale e politica. Per esempio Nixon in Cina
(1985) oppure La morte di Klinghoffer (1991), quest’ultima tornata
recentemente in scena tra molte polemiche. Per I Was Looking at the Ceiling
Then I Saw the Sky dichiara di essersi ispirato ai musical statunitensi e alle
opere di Kurt Weill. L’allestimento del Théâtre du Châtelet, è diretto da
Alexander Briger e porta la firma del regista Giorgio Barberio Corsetti.
E sarà proprio un’opera di Kurt Weill, su testo di Bertolt Brecht, a chiudere
nell’ottobre del 2015 la stagione lirica: Aufstieg und Fall der Stadt
Mahagonny (Ascesa e caduta della città di Mahagonny), un’opera del 1930
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che – con L’opera da tre soldi – ha fortemente segnato la musica del
Novecento oltre a diventare un simbolo dell’opposizione musicale e politica al
nazismo. Alla direzione d’orchestra John Axelrod. Il nuovo allestimento è
affidato a Graham Vick, regista tra i più inventivi nel panorama odierno. Il
cast conta Willard White, Measha Brueggergosman, Roberto Saccà, Iris
Vermillion.
Quest’anno è stato chiesto a Gianluigi Toccafondo di illustrare, percorrere
con la visione personale di artista, tutti i titoli della nuova stagione. Il risultato
è nei disegni originali che accompagneranno la comunicazione sul cartellone
2014-2015 del Teatro dell’Opera di Roma Capitale.
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