Da Harvard a Torino per seguire i geni

V I TA D I R I C E R C AT O R E
Da Harvard a Torino
per seguire i GENI
di Nicla Panciera
Enzo Medico, responsabile della Piattaforma
di oncogenomica finanziata da AIRC presso
l’IRCC di Candiolo, studia l’espressione
genetica nelle cellule maligne
Enzo Medico e i suoi collaboratori dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino)
ra che conosciamo la se- dopo pezzo, oggi cerchiamo di
quenza delle basi nei comprendere sia il ruolo dei
geni umani, ovvero il geni e delle singole parti di
“codice” del nostro DNA, DNA sia il modo in cui queste
dobbiamo scoprire a cosa serve funzionano insieme. In questa
ogni singolo gene. E questo è fase, detta postgenomica, stuil lavoro di Enzo Medico, do- diamo il funzionamento norcente all’Università di Torino male dei vari componenti del
genoma e, nel caso
e responsabile della
Piattaforma di onIl genoma della ricerca oncocogenomica delè questione logica, le alterazioni
che avvengono in
l’AIRC presso l’Istituto per la ricer- di interazione corrispondenza di
tra le parti un’evoluzione tuca e la cura del
morale” spiega
cancro (IRCC) di
Candiolo (Torino). Il suo Enzo Medico con precisione
campo di indagine si chiama tutta piemontese.
Il centro di Candiolo dove
genomica funzionale, perché va
alla ricerca di ruoli e funzioni lavora è uno dei fiori all’ocassociati a singole porzioni di chiello dell’oncologia italiana:
materiale genetico. “Se i nostri quindici gruppi di ricerca e più
primi passi sono stati del tutto di sessanta scienziati intenti a
simili a quelli dei bambini, che potenziare la competitività itaper scoprire come funziona liana nelle tecnologie postgel’oggetto lo smontano pezzo nomiche applicate all’oncolo-
O
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gia. Il controllo sistematico di
tutti i geni non è, infatti, impresa semplice e non può fare a
meno di una grande competenza nelle biotecnologie e
nella bioinformatica.
ALLA RICERCA
DEI GENI SOSPETTI
La genomica funzionale è
una linea di ricerca recente,
sulla quale però si punta
molto per i possibili risvolti
diagnostici e terapeutici nella
lotta al cancro. Scoprire quali
geni sono alterati nella malattia è infatti un modo per individuare nuovi potenziali bersagli terapeutici per i nuovi
farmaci intelligenti.
E una volta sequenziati e
catalogati i 25.000 geni del
DNA umano, è possibile indagarne il comportamento
normale e comfrontarlo con
quello patologico. “Per capire
a cosa servono dobbiamo disattivarli uno alla volta. Per studiare una funzione, quindi, si
procede riducendo al silenzio
un gene (infatti la tecnica si
chiama ‘silenziamento’) grazie
all’RNA a interferenza (RNAi,
in pratica un pezzo di RNA costruito in laboratorio che blocca il gene che si vuole studiare)”.
Il gruppo di Medico è partiocolarmente esperto in questa
tecnica, grazie alla quale ha ottenuto già importanti risultati.
L’analisi dello stato di attivazione dei singoli geni quando una
cellula diventa maligna viene
effettuata con uno strumento,
il DNA microarray, molto
complesso e costoso, grazie al
quale è stato possibile identificare un gruppo ristretto (alcune
centinaia) di ‘sospetti’, tutti ap-
IL CIRCOLO VIRTUOSO
RICERCA-IMPRENDITORIA
“Per ottenere i successi sperati servono però investimenti
adeguati” avverte il ricercatore
torinese.
Considerata una spesa e
non un investimento, la ricerca soffre in Italia per la scarsità dei finanziamenti. Nel nostro Paese si investe una percentuale del PIL pari all’1,1
per cento, cifra ben lontana
da quel 3 per cento per il
quale si era impegnato con gli
altri Paesi UE nel 2000 firmando il Trattato di Lisbona.
“Meno male che possiamo
contare sui preziosi finanziamenti dell’AIRC” afferma
Medico con un sorriso, per il
quale non è comunque questa
la parte più dolente, almeno
nel suo settore. “Quello che
manca nel nostro Paese è un
sistema imprenditoriale nel
campo delle biotecnologie in
grado di finanziare la ricerca a
scopo applicativo. Un investimento di questo tipo renderebbe fruibile a livello mondiale tecnologie all’avanguardia, come quelle che noi sviluppiamo e usiamo per le nostre ricerche”.
Per tradurre le nuove conoscenze in test diagnostici più
accurati e in terapie sono essenziali tecniche innovative e
costose; ed è necessario che
queste non rimangano confinate solo ai laboratori che dispongono di sufficienti risorse per
svilupparle in proprio.
“Finanziare la ricerca è un
investimento che può fruttare di un futuro inserimento nel
non solo in termini di pubbli- mondo imprenditoriale. Chi,
cazioni scientifiche, ma anche malpagato, precario e scontendi denaro. E può mettere in to, sarebbe disposto a fare samoto meccanismi virtuosi di crifici, magari dedicandosi ad
tipo imprenditoriale. Oltre al attività necessarie per la ricerca
valore scientifico delle scoperte ma poco interessanti? Perché lo
dovrebbe fare?
della genomica, vi
Conseguenza di
è quello tecnologiL’Italia
queste condizioni
co; nuove metodomanca di
estreme è talvolta
logie che sono poi
di interesse poten- imprenditori un atteggiamento
ziale per altri” spie- interessati alle dilettantesco”.
E lo dice uno
ga Medico.
biotecnologie
scienziato che è
Secondo
il
pragmatismo tipico di chi da quotidianamente impegnato
anni si trova a governare un la- nelle sue varie attività di doboratorio sia dal punto di vista cenza, ricerca e formazione.
scientifico sia da quello manageriale, la visione romantica LA SCOPERTA CHIAVE
della ricerca tanto diffusa in
La tecnica di silenziamento
Italia è negativa e controprodu- genico RNAi, senza la quale
cente, tanto più se è esagerata.
probabilmente non saremmo
“Quella del ricercatore ancora in grado di scoprire le
mosso unicamente da una funzioni dei geni, è considerata
grande passione e disinteressato la scoperta di biologia molecoalle condizioni materiali in cui lare più importante degli ultisi trova a realizzare la sua voca- mi dieci anni.
zione è una favola, che si traSi tratta di un processo naduce spesso in scarsa professio- turale presente in tutti gli organalità” dice il professore torine- nismi. Individuato per la prima
se. “Sono necessari meccanismi volta nel piccolo invertebrato
di gratificazione di tipo econoCaenorhabditis elegans, è
mico e professionarisultato funle, anche in
zionare
termini
Armando Rotoletti
Armando Rotoletti
parentemente essenziali alla
progressione tumorale.
Scoprire con sicurezza quali
geni si attivano quando una
cellula tumorale inizia a proliferare e il loro ruolo nella formazione di metastasi permette
anche di capire se sono diversi
da tumore a tumore oppure,
viceversa, se sono comuni a più
tumori. Inoltre è utile per individuare i meccanismi alla base
della resistenza alle terapie, che
col tempo rende inefficaci le
cure. I geni, infatti, influenzano anche la risposta ai farmaci .
La scoperta dei geni delle
metastasi, invece, consentirà di
prevedere se e dove un tumore
andrà a distribuirsi nell’organismo. “Dato che le metastasi
sono oggi la principale causa di
morte per cancro, trovare queste ‘firme molecolari’ è importantissimo” spiega Medico, che
è anche responsabile del progetto europeo di ricerca postgenomica TransFOG (Translational and Functional OncoGenomics) che coinvolge 18 centri europei di ricerca applicata
sul cancro.
Armando Rotoletti
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Enzo Medico con la moglie e i tre figli
anche nelle cellule dei mam- ricerca che raggiungano una
miferi. La grande potenza massa critica di scienziati di
della postgenomica, dunque, è discipline diverse”.
stata resa possibile dall’interazione tra discipline di base, L’INCONTRO CON
totalmente slegate dall’onco- LA GENOMICA
logia, e la ricerca biomedica.
Primo nella sua famiglia,
“La specializzazione estre- Enzo Medico si è laureato in
ma andrebbe superata in favo- medicina a Torino con una tesi
re di un nuovo approccio sperimentale in oncologia.
multidisciplinare. Possedere
“Per quanto sperassero in
uno strumento così potente un figlio ingegnere, hanno accome la conoscenza dell’intero cettato di buon grado che digenoma ha rivitaventassi medico;
lizzato una visione
La ricerca più difficile è
della ricerca di sulle staminali stato convincerli
tipo olistico. Abdella mia passione
porterà
biamo bisogno di
per la ricerca”
a farmaci
competenze di calscherza. Dopo
colo (matematica),
più efficaci aver conseguito il
computazionali
dottorato in bio(informatica e bioinformatica) logia cellulare e molecolare a
e biologiche, per l’analisi su Roma, lavorando però nei laorganismi più semplici. È as- boratori di Torino, il passagsolutamente necessario che la gio alla genomica è stato,
società intera promuova l’in- come spesso accade, frutto di
novazione e spinga per la crea- un incontro casuale con il gezione di grandi poli e centri di netista Phil Soriano del Fred
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Hutchinson Cancer Research
Center di Seattle. Soriano lavorava su una tecnologia chiamata trappola genica (gene
trapping) in grado di spegnere
a caso i geni. “La mia esigenza
di allora era capire quali geni
si attivavano nelle cellule invasive e pensai di poter usare la
trappola genica come strumento di test”.
In pochi mesi di lavoro a
Seattle, Enzo Medico è riuscito
a creare la tecnica necessaria
alle sue esigenze. Pochi anni
dopo, con il parziale compimento del Progetto Genoma,
ha programmato un nuovo
soggiorno negli Stati Uniti, nel
dipartimento di genetica dell’Università di Harvard per lavorare con il celebre genetista
molecolare George Church e
sviluppare la tecnologia applicata al DNA microarray. I
primi risultati della sua attività
sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Research.
IL LAVORO STA FUORI
DALLA PORTA
Giovanni e Alessandro,
11 e 9 anni, e Huyen di 3
anni sono i tre figli di Enzo
Medico ed Elisa Griseri. Una
famiglia che è stata fin dall’inizio in grado di coniugare
gli impegni di due genitori
di successo e la vita quotidiana, l’amore e l’accoglienza, tanto da decidere di dare
il proprio contributo affrontando l’esperienza dell’adozione. Hanno una bella casa
nella immediata periferia di
Torino, e infatti la sera Enzo
Medico preferisce lasciare il
lavoro fuori dal portone.
“Quando siamo tutti insieme in genere affrontiamo
argomenti che interessano ai
bimbi: non parlo di lavoro,
a meno che non siano loro a
stimolarmi a farlo”. Pur
avendo una grande passione
per il suo lavoro, questo atteggiamento è esteso anche
agli amici e ai conoscenti.
“Non parlo tutto il tempo
di quello, forse è una sensibilità sviluppata da bambino, sull’esempio dei miei genitori”. La sua bella moglie
non è una scienziata, ma fa
un lavoro del tutto diverso:
“La non esclusività della ricerca nella mia vita si manifesta anche in questo. Grazie
alla mia famiglia, lo ammetto, riesco ad affrontare in
modo positivo le difficoltà
che incontro quotidianamente".
Le ultime parole sono per
il suo gruppo: “I miei collaboratori sono persone eccezionali. Credo sia importante stabilire anche con loro
un rapporto non solo professionale ma umano, fatto
di vicinanza e progettualità
comune”.