Etica, competenze e responsabilità nel Wound Care

Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Master in Diagnosi e cura del Piede Diabetico, Basato sull’Evidenza
Dipartimento Universitario di Scienze Chirurgiche, Ortopediche, Traumatologiche ed Emergenze
Consulenza e prescrizione
in Wound Care
Gaetano Di Stasio
Coordinatore e Tutor Master Diagnosi e cura piede diabetico, FedericoII
Fondatore e Co-moderatore Mailing List PODOLOGIA
Responsabile Servizio di Podologia PODOS LOGO, Napoli
Mailing List PODOLOGIA
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PODOLOGIA Basata sull’Evidenza
Dal mansionario… ad oggi
„
Nonostante l’abolizione del “mansionario”
(DPR 265/74) e la più recente legge sulle
professioni sanitarie (DPR 251/2000), la
consuetudine vorrebbe ancor oggi che il
professionista sanitario sia subordinato al
medico.
„
Oggi invece (… dal 1994) esiste una pari
dignità fra le professioni sanitarie, ma ruoli e
competenze diverse.
Con qualche differenza fra le professioni
Dall’art. 1 della 251/2000 leggiamo
«Gli operatori delle professioni
sanitarie dell’area delle scienze
infermieristiche e della professione
sanitaria ostetrica
svolgono con
autonomia
professionale
„
Dall’art. 2 della 251/2000 leggiamo
«Gli operatori delle professioni
sanitarie dell’area della riabilitazione
„
„
attività dirette alla prevenzione, alla
cura e salvaguardia della salute
„
„
individuale e collettiva, espletando
le funzioni individuate dalle norme
istitutive dei relativi profili
professionali nonché dagli
specifici codici deontologici ed
utilizzando metodologie di
pianificazione per obiettivi
dell’assistenza.»
„
svolgono con titolarità e autonomia
professionale, nei confronti dei
singoli individui e della collettività,
attività dirette alla prevenzione, alla
cura, alla riabilitazione e a
procedure di valutazione
funzionale,
al fine di espletare le competenze
proprie previste dai relativi profili
professionali.»
„
„
… ma siamo in ritardo
„
„
„
“I cambiamenti che dagli anni novanta si sono susseguiti nel
panorama sanitario, sono stati rapidi e profondi, mentre, al
contrario, il processo di adattamento degli operatori continua ad
essere lento e faticoso.” […]
“Quello che stiamo vivendo, infatti, è un momento culturalmente
decisivo, per un definitivo riconoscimento della sfera d’azione e
di competenze che portano l’infermiere ad essere identificato
come un soggetto con spiccata capacità critica e riflessiva, come
un attore responsabile della scena sanitaria e come punto
centrale nella razionalizzazione dell’organizzazione.”
A. Peghetti, G. Baccilieri “La responsabilità infermieristica nel Wound care”
Professione Infermiere Gennaio 2007
Dignità, coscienza e consapevolezza
„
E' dovere di chi svolge una professione
sanitaria, difendere la propria dignità
professionale con autorevolezza.
„
A tal scopo abbiamo bisogno di far crescere
la nostra coscienza professionale, la
consapevolezza della nostra forza, delle
nostre conoscenze, delle nostre capacità.
Cartella podologica
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PODOLOGIA Basata sull’Evidenza
Autonomia è potere se c’è competenza
„
Da ciò deriva che la professionalità e la sua
crescita è l’area entro cui il sanitario può e
deve muoversi, col dovere di garantire il
risultato migliore (Mongardi, 2008).
„
L’autonomia è un potere che può essere
esercitato avendo competenze.
Importanza della cartella podologica
„
„
„
„
In giurisprudenza v’è un continuo fervore sui temi della
malasanità e si annoverano sempre più denunce e contenziosi
su presunti errori e malpractice.
Oggi il professionista in sanità si vede costretto a difendere la
qualità del proprio lavoro, sempre più spesso da richieste
informative e risarcitorie (Barbieri 2008).
Una cartella podologica ben redatta può evitare tanti errori e
contestazioni, supportando l’attività diagnostica e terapeutica del
podologo.
A riguardo alcune Aziende hanno messo a disposizione
strumenti informatici per semplificarne la scrittura, la
conservazione, la ricerca dei dati e la loro consultazione.
Diagnosi e Prescrizione:
responsabilità di conoscere
e di saper fare
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PODOLOGIA Basata sull’Evidenza
Diagnosi e Prescrizione podologica 1/2
„
Nuovi scenari si affacciano sulla diagnosi e sulla prescrizione
podologica, e di ogni altra professione sanitaria.
„
La ratio della norma che punisce l’esercizio abusivo della
professione consiste nell’esigenza di evitare quei danni che
potrebbero conseguire dall’esercizio di attività da parte di chi è
privo delle necessarie cognizioni tecnico scientifiche.
„
Ma il podologo (o più in generale il professionista sanitario) che è
in possesso di conoscenze specifiche e di competenze, è in
grado di mettere al servizio tali risorse agli altri professionisti in
sanità del team ed al paziente.
Diagnosi e Prescrizione podologica 2/2
„
Nello specifico la prescrizione podologica consiste in
un’azione autonoma del podologo in risposta ad una
diagnosi podologica in relazione ad una patologia
rientrante nel proprio profilo professionale
(modificata da Barbieri 2008).
„
Ad esempio, nel trattare direttamente il piede
doloroso il podologo ha il dovere di fare diagnosi
podologica che individua la causa del dolore prima
di intervenire con una terapia ortesica o demandare
ad altre professioni sanitarie mediche o non.
In questo senso importanza fondamentale ha
l’esame obiettivo.
„
La responsabilità di conoscere e
di saper fare 1/3
„
„
„
Il professionista in sanità deve avere
competenze, acquisite nell’esperienza clinica,
nei corsi di formazione universitari post base
e nei master universitari di primo e secondo
livello (vedi legge 42/99).
Ciò vale per ogni professione sanitaria.
E’ la responsabilità di conoscere e di saper
fare, che la legge ci affida e che dobbiamo
gestire con coscienza e cognizione di causa.
La responsabilità di conoscere e
di saper fare 2/3
„
„
„
Proponiamo alcuni passaggi di un articolo dell’Avv Barbieri (Il Sole 24
Ore Sanità).
«La prescrizione infermieristica consiste in un’azione autonoma del
professionista infermiere in risposta a una diagnosi infermieristica.
Diagnosi che, come è noto da tempo, costituisce la base sulla quale
scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere risultati che
rientrano nella sfera di competenza dell’infermiere.»
«Il terreno della cura delle lesioni cutanee è certamente un terreno che
si presta ad affrontare il tema della prescrizione infermieristica per
quello che concerne, ad esempio, le medicazioni avanzate e gli ausili
anti-decubito che, da una parte, non necessitano necessariamente di
prescrizione medica e dall’altra, tuttavia, necessitano di una qualificata
competenza clinica di tipo specialistico nella loro prescrizione.
L’infermiere esperto in wound care ha gli strumenti professionali e
quindi le competenze per agire come “prescrittore”, ossia come il
professionista sanitario che individua e indica quali azioni di assistenza
infermieristica sono da attuare, con quali strumenti e con quali modalità
applicative.»
La responsabilità di conoscere e
di saper fare 3/3
„
Ci sono dunque norme ed opinioni autorevoli
che legittimano «diagnosi e prescrizione» per
i podologi e per tutte le professione sanitaria
delle classi 1 e 2.
Responsabilità dell’assistenza 1/2
„
Il passaggio da professione ausiliaria a professione
sanitaria, determinato dalla legge 42/1999 e reso
ancora più vigoroso ed energico dalla legge
251/2000, ha indubbiamente fatto in modo da
rendere palese ciò che prima era abbastanza
velato, ossia il grande sapere e le immense
potenzialità delle professioni sanitarie. Sapere e
potenzialità che sono sempre esistite, ma per troppo
tempo lasciate a riposare sotto la coltre del
cosiddetto “mansionario” (Barbieri 2008).
Responsabilità dell’assistenza 2/2
„
„
Oggi il podologo, come ogni altro professionista in
sanità, è davvero responsabile dell’assistenza
podologica erogata, a tutto campo e a tutto campo
si occupa di assistenza riabilitativa podologica, così
come individuata e delineata dal profilo
professionale.
A riguardo il podologo partecipa all’identificazione
dei bisogni di salute della persona, identifica i
bisogni di assistenza podologici e formula i relativi
obiettivi.
Prescrizione 1/3
Ecco che allora in questo contesto trova collocazione il concetto
di “prescrizione podologica o infermieristica”, tanto dal punto di
vista professionale quanto dal punto di vista giuridico.
„ E’ indubbio che il sostantivo “prescrizione”, e così il verbo da cui
deriva, “prescrivere”, sia per ragioni storico-culturali che per
motivi professionali, rimanda, con un forte richiamo, alla
professione medica.
„ Da sempre è il medico che prescrive e da sempre la prescrizione
è stata considerata atto medico. Questo perché probabilmente
sino al 1999, data di entrata in vigore della legge 42, gli atti
sanitari diversi dagli atti medici erano davvero pochi.
(Barbieri 2008)
„
Prescrizione 2/3
„
„
„
All’epoca risultava difficile parlare di autonomia dell’atto podologico (o
infermieristico, o ostetrico o fisioterapico) quando tutta l’attività ad esempio
dell’infermiere (all’epoca ancora definito “professionale”) era fortemente
subordinata all’atto medico mentre il podologo era solo ai primordi dei primi DU.
Una delle definizioni più ricorrenti di “prescrizione” risulta essere la seguente:
«Quanto viene prescritto come terapia e profilassi, dal medico, e in particolare,
nelle ricette, l’indicazione dei farmaci prescritti, delle dosi e delle modalità di
somministrazione» (Vocabolario della lingua italiana Treccani).
In letteratura medico-legale si rinvengono varie definizioni, nonostante la
maggior parte delle quali si riferisca perlopiù alla prescrizione farmacologica:
«La prescrizione è l’autorizzazione scritta dal medico volta a disporre la
consegna al paziente del medicinale da parte del farmacista»; «la ricetta medica
consiste nella prescrizione terapeutica, compilata e firmata dal medico,
contenente consigli dietetici e indicazioni di cure con relativa posologia e
modalità d’uso»; e ancora: «La prescrizione è un istruzione dal prescrittore al
dispensatore». Quest’ultima definizione non fa riferimento in maniera esplicita al
medico ma genericamente a «colui che prescrive» (Barbieri 2008).
Prescrizione 3/3
„
Dunque oggi i tempi sono maturi per
affrontare il tema di una “prescrizione” che
veda non il medico come soggetto
prescrivente ma, ovviamente nell’ambito di
un contesto prettamente assistenziale, il
professionista in sanità. Ma occorre
comprendere il significato della locuzione
“prescrizione” in podologia e quindi di
“prescrizione podologica”.
In Italia siamo indietro 1/3
„
In Italia, si è ancora distanti dall’esperienza inglese, e dalle competenze
degli infermieri e dei podologi del Regno Unito e soprattutto dei
podologi spagnoli.
„
Nel Regno Unito, soprattutto a partire dal 2000 si è allargato
enormemente il dibattito sull’estensione dell’esercizio della prescrizione
da parte di personale non medico e nel maggio del 2006 si è arrivati
all’apertura ai cosiddetti “infermieri prescrittori indipendenti” dell’intero
Formulario nazionale britannico (Barbieri 2008).
„
Ma anche gli infermieri spagnoli sono molto avanti visto che
recentemente una proposta di definizione della prescrizione
infermieristica data dal Consiglio Generale di Infermeria (CGE) parla di
essa come de “la capacità di selezionare, guidati dai criteri di buona
pratica, materiali diversi, prodotti e/o dispositivi atti a soddisfare la
salute dell’utente e della popolazione, appoggiato dal giudizio clinico
infermieristico e somministrato sotto forma di cura”.
In Italia siamo indietro 2/3
„
„
Prossimamente il lavoro di riscrittura del profilo professionale del
podologo italiano, aiutato dalle possibili evoluzioni del profilo
delle altre professioni sanitarie “trainanti” (infermieri e
fisioterapisti in testa) e dal futuro ed auspicato varo dell’ordine
professionale in area riabilitativa, ci offriranno ghiotte occasioni
per ambire alla prescrizione di presidi e per il loro collaudo, alla
chirurgia minimale forti della competenza post base acquisite e
del profilo di alcuni colleghi europei (in particolare dei podologi
spagnoli).
È chiaro che occorre, come per gli infermieri del Regno Unito,
una preparazione e una formazione specifica per poter essere
“prescrittori indipendenti di tutto il formulario nazionale italiano”,
che potrebbe consistere in un ulteriore percorso formativo
universitario di tre anni sviluppato dopo la laurea magistrale
(3+2+3 anni).
In Italia siamo indietro 3/3
„
„
Al di là delle discussioni anche molto accese che questa sfida ha
scatenato oltremanica, sia all’intero della classe medica che di
quella infermieristica, va detto che l’iniziativa è assolutamente
positiva e valorizza e garantisce sicuramente quel processo di
continuità assistenziale su cui il codice deontologico
infermieristico italiano si rivela particolarmente attento.
In questo senso può essere d’aiuto il concetto di «competenza
tecnico-scientifica», ossia il possesso di quelle conoscenze e
abilità professionali che sono peculiari dell’esperto di quel
determinato settore; competenza, quindi, intesa come “saper
agire” e anche come “saper essere responsabile” (Barbieri
2008).
Competenza NON è Esperienza
„
„
La competenza che il professionista è in
grado di dimostrare per il suo percorso di
studi, di base e post-base, può supera ogni
ostacolo se si resta nell’ambito dello specifico
profilo professionale.
Inoltre ciò verrà rafforzato ancor più in area
riabilitativa quando avremo un albo
professionale, tra l’altro garante della
qualifica professionale di ciascuno di noi.
Competenza in podologia
„
„
„
E’ fondamentale avere una Competenza per rispondere
compiutamente ad una consulenza, altrimenti è opportuno
demandare ad altri o rifiutare l’incarico: che sia nel nostro
ambulatorio, al policlinico, all’università, in un Consensus, nella
docenza presso un CdL o un Master.
La parola “competenza” viene dal latino CUM PETERE,
“chiedere insieme” ma evoca anche il verbo italiano “competere”,
cioè far fronte ad una situazione sfidante (Rasero 2008).
Designa cioè la capacità di chi è in grado non solo di applicare
una tecnica ad una situazione problematica, ma anche di sapersi
adattare in un campo, di muovesi con perizia e con impegno
personale verso la soluzione di un problema, di assumersi la
responsabilità di uscire da quella situazione (Leto 2008).
Competenza in podologia
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Possiamo definire 5 tipi di podologi:
-podologi Generalisti: quelli con laurea o titolo equipollente o
equivalente,
-podologi con Master di I livello di 1 anno (Piede Diabetico,
Posturologia, Wound Care, Piede dello sport, ... ),
-podologi con Specialistica (3 anni + 2): Laurea Magistrale in Scienze
della Riabilitazione,
-podologi con Master di II Livello (di 1 o 2 anni) post Specialistica: EBM,
Management, Chirurgia minimale (in Spagna), ...
-podologi con Dottorato di riceca (non ne esistono ancora in Italia) che
apre le porte alla carriera universitaria (Professore Ordinario o
Associato in podologia), come è oggi per le scienze infermieristiche ed
in riabilitazione.
I podologi con Master hanno una competenza riconosciuta che NON
hanno i podologi generalisti.
Competenza in podologia
„
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Ai podologi con Competenza, ovvero con Specialistica ed eventualmente Master di I o II
livello, spetta il compito del:
-Educatore (presso i CdL ed i Master),
-Innovazione,
-Pensiero critico,
-Leadership,
-Manager,
-Ricercatore,
-Consulenza.
Le aspettative del podologo generalista sono:
-Analizzare le situazioni cliniche,
-Porsi quesiti sulla pratica,
-Ricercare nella letteratura,
-Discutere casi clinici,
-Lavorare in team,
-Riuscire a seguire lo sviluppo della disciplina podologica (modificato da Fornaciari 2008).
Competenza in podologia
„
Il podologo Generalista Esperto, Senior, NON ha competenze se
queste NON sono acquisite e riconosciute da un ente terzo, e cioè
acquisite con un Master Univesritario. Cioè le Competenze NON si
acquisicono per vecchiaia, ma solo con lo studio e superando esami
abilitanti: Master Universitari e Specialistica (Laurea Magistrale).
„
Il Collega con Laurea magistrale e Master ha invece l’aspettativa di
sviluppare:
-Percorsi di Ricerca,
-Consulenze,
-Miglioramento della Pratica,
-Conoscenze delle modalità di accertamento,
-Contenuti aggiornati: Evidenze (modificato da Fornaciari 2008).
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Competenza in podologia
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Dobbiamo spingere i colleghi giovani e volenterosi a fare Master e/o
Specialistica. Ne va del nostro futuro, come categoria. E dobbiamo
spingere i colleghi a fare Master di I livello gestiti con dignitosità e con
formatori con competenza: dunque in cui NON ci siano podologi
generalisti come insegnanti ma colleghi anche con cultura EBP (basata
sull’evidenza).
Il collega podologo generalista dovrebbe dedicare infatti l’80% del
proprio tempo alla clinica ed il 20% alla documentazione ed allo
sviluppo professionale. Non dovrebbe formare nè rappresentare la
categoria in un contesto istituzionale.
Il collega podologo con Competenze (con Specialistica e/o Master)
dovrebbe invece dedicare il 50% del proprio tempo alla clinica, il 30%
alle consulenze esterne e ricerca, il 10% alle consulenze interne e
revisione fra pari con supporto al clinical management ed infine il 10%
alla documentazione ed allo sviluppo professionale
(Malone BL, Working with a people. Evaluation of the clinical nurse specialiste activities. American
Journal of Nursing 1986;86:1375-77).
Il Wound Care ed il piano
d’assistenza podologico
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PODOLOGIA Basata sull’Evidenza
Il Wound care 1/2
„
„
Il terreno della cura delle lesioni cutanee e del piede doloroso è
certamente un terreno che si presta ad affrontare il tema della
prescrizione podologica per quello che concerne, ad esempio, le
medicazioni avanzate e gli ausili che, da una parte non
necessitano necessariamente di prescrizione medica e dall’altra,
tuttavia, necessitano di una qualificata competenza clinica di tipo
specialistico nella loro prescrizione: tipo di plantare e materiali
per i presidi, tipo di scarpa, eventuale ortesi al silicone,
medicazione (dressing) ideale.
Il podologo esperto in woundcare o in piede diabetico o in
posturologia o in podologia dello sport ha gli strumenti
professionali e quindi le competenze per agire come prescrittore,
ossia come il professionista sanitario che individua e suggerisce
quali azioni di assistenza sono da attuare, con quali strumenti e
con quali modalità applicative.
Il Wound care 2/2
„
È chiaro che l’attuale assetto legislativo limita, in qualche modo e
per alcuni aspetti, l’agire del podologo nell’ambito prescrittivo, dal
momento che - perlomeno ai fini che possono interessare in
questa sede - il Dm 27 agosto 1999, n. 332, contenente il
«Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza
protesica erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale:
modalità di erogazione e tariffe», dispone che gli aventi diritto per
poter accedere gratuitamente ai vari dispositivi indicati nel
nomenclatore devono essere in possesso di una prescrizione
redatta da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale
competente per tipologia di menomazione o disabilità
(Barbieri 2008).
Piano di assistenza podologica 1/2
„
„
A ciò dovrà seguire la formulazione di un piano di assistenza
podologico che potrà prevedere al suo interno l’attività del
podologo anche come prescrittore autonomo degli interventi e
dei presidi podologici. Ma ciò potrà essere fatto solo con un
Ordine professionale ed un Albo guidato con mano sicura e
responsabilità da uomini e donne con competenza e coscienza
delle problematica e delle potenzialità di questa nostra
professione.
Molti passaggi istituzionali sono stati già eseguiti. Dobbiamo
infatti ricordare che il Consiglio dei Ministri dell’ottobre 2007 ha
approvato il decreto legislativo di recepimento della direttiva n.
36 del 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche
professionali in cui c’è la facoltà per le ostetriche di prescrivere
gli esami utili per seguire la gravidanza fisiologica.
Piano di assistenza podologica 2/2
„
„
Con tale provvedimento – già in essere in altri Paesi
comunitari – l’Italia recupera il ritardo nel
riconoscimento della facoltà di prescrizione
all’ostetrica, che era già stato previsto dalla
precedente direttiva comunitaria n. 155 del 1980 e
conferma l’impegno nella valorizzazione di tutte le
professioni sanitarie per una migliore tutela della
salute dei cittadini.
I podologi, come tutti gli altri colleghi, necessitano di
una qualificata competenza clinica di tipo
specialistico per redarre le loro prescrizioni: tipo di
plantare e materiali per i presidi, tipo di scarpa,
eventuale ortesi al silicone, medicazione ideale.
Consulenza e terapia
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PODOLOGIA Basata sull’Evidenza
Consulenza 1/2
„
La consulenza è parte integrante del concetto di interdisciplinarietà che
a sua volta è un elemento fondante la qualità assistenziale. In
particolare l’integrazione, ovvero il confronto e la collaborazione, con
altri operatori ciascuno con le proprie competenze, portano ad una
risoluzione più mirata e immediata dei bisogni dell’assistito (Fabbri
2008).
„
Il profesionista in sanità che ha competenze e che è presente in un
contesto assistenziale pubblico o privato, può essere chiamato dunque
a fare consulenza nel proprio o in un altro reparto.
Per fornire consulenza è presupposto “avere competenza” e di
vedersela riconosciuta dal gruppo di lavoro e dal team con cui si lavora,
e cioè avere conoscenze specifiche certificate da un ente terzo
(Università) e capacità tecniche e pratiche da mettere a disposizione
degli altri professionisti (medici, infermieri, … ) in situazioni di
particolare complessità.
„
Consulenza 2/2
„
„
Nelle strutture assistenziali esiste un modulo di
richiesta di consulenze specialistiche ed è in quel
contesto che la consulenza podologica /
infermieristica deve essere richiesta. Ciò assicura
un riconoscimento di una competenza ed obbliga il
richiedente (medico o infermiere) a mettere il
risultato della consulenza del podologo nella cartella
medica o infermieristica o in quella podologica.
Ciò già avviene per altre professioni sanitarie come
infermieri, dietiste e fisioterapiste o per i medici
specialisti chiamati a dare il proprio indirizzo
terapeutico.
Evoluzione delle conoscenze
„
„
„
Nella propria vita professionale un podologo passa attraverso
vari livelli di competenza. Dal podologo generalista, ai Master di
primo livello, alla specialistica (Laurea Magistrale) ai Master di
secondo livello. In ognuna di queste fasi di crescita professionale
il podologo acquisisce nuovi livelli di competenze che riconosciuti
dal team o dal gruppo di lavoro possono essere sfruttati nel
percorso diagnostico, terapeutico, riabilitativo, assistenziale.
Nella Legge n° 43/2006 il “professionista specialista” è il
possessore del master di I livello per le funzioni specialistiche
rilasciato dall’Università ai sensi del Decreto MIUR n° 509/99
(art. 1).
Egli svolge attività che richiedono un elevato grado di esperienza
e specializzazione, quali attività didattiche, di coordinamento, di
staff, di studio, di ricerca (art. 2).
… consulenza
„
„
Se poi ricordiamo il codice deontologico del medico del 1998
possiamo ulteriormente supportare questa esigenza. In
particolare nell’Articolo 59 “Consulenza e consulto” leggiamo che
«Il medico curante deve proporre il consulto con altro collega o la
consulenza presso idonee strutture di specifica qualificazione,
ponendo gli adeguati quesiti e fornendo la documentazione in
suo possesso, qualora la complessità del caso clinico o
l’interesse del malato esigano il ricorso a specifiche competenze
specialistiche diagnostiche e/o terapeutiche.»
E nell’Art. 68 “Rapporto con altre professioni sanitarie”, leggiamo
che «Nell’interesse del cittadino il medico deve intrattenere buoni
rapporti di collaborazione con le altre professioni sanitarie
rispettandone le competenze professionali.»
Terapia 1/2
„
„
„
La terapia podologica consiste nello studio, realizzazione,
applicazione, monitoraggio dei presidi sanitari podologici utili ad
affrontare, a risolvere, a ridurre i deficit podalici, di appoggio, le
deformità attraverso protezioni delle zone di conflitto, rieducatori
del passo, riallineatori dei raggi nel trattamento delle deformità
riducibili.
Insieme a questi presidi rientra nella terapia podologica ogni
attività sviluppata dal podologo in termini di trattamento
podologico delle lesioni, escissione di ipercheratosi, curettage,
riduzione ungueale fino al pedicure ed al taglio delle unghie.
Con la terapia podologica si presuppone una diagnosi ed una
cura podologica.
Terapia 2/2
„
„
Gli infermieri e tutte le altre professioni sanitarie stanno da tempo
rimarcando il concetto di professione intellettuale, di autonomia
di giudizio, di diagnosi infermieristica, di terapia infermieristica.
Allo stesso modo anche al podologo spetta la ricerca del proprio
ruolo attivo nella sanità italiana che cambia accrescendo il
proprio bagaglio di conoscenze attraverso percorsi universitari di
approfondimento post-base.
Il nostro profilo ci dà autonomia sul piede doloroso. Questa
autonomia apre spazi enormi sull’azione riabilitativa in un
contesto di diagnosi podologica, di terapia podologica attraverso
trattamenti incruenti ed idromassoterapici. Ma questi spazi
restano piccoli se non si aggiunge alla laurea in podologia cultura
scientifica e clinica fatta di laurea magistrale e di master oltre che
di esperienza.
Ci manca qualcosa…
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Disciplina podologica
„
„
„
La struttura della Disciplina podologica (parafrasando Bruner) è
data dai suoi concetti chiave e dai suoi principi organizzatori che
come tali permettono di inquadrare i vari dati dell’esperienza e le
varie conoscenze in modo organico. Ovvero la struttura della
Disciplina podologica è il principio dell’organizzazione cognitiva,
come mezzo per andare oltre l’informazione, per memorizzare i
dati e trasmettere le abilità apprese in situazioni nuove.
La capacità del podologo di basarsi sulle sue conoscenze per
elaborare strategie cliniche/riabilitative nuove, a nuovi quesiti,
permette di associare alla podologia l’aggettivo Scienza.
Ciò vuol dire che la Disciplina podologica è l’insieme delle
CONOSCENZE e delle METODOLOGIE e degli STRUMENTI
tipici del podologo.
Disciplina podologica
„
„
„
Non c’è Disciplina e non c’è Scienza podologica se le
conoscenze, le metodologie e gli strumenti podologici non
vengono messe insieme elaborate metabolizzate e rese comuni.
Sbaglia chi pensa che il podologo nasce affettando patate o
frutta col bisturi. Sbaglia chi pensa che un podologo si forma
guardando come opera un altro podologo. Non è così che nasce
un podologo, così nasce un callista laureato. Questo è il modo di
tramandare le conoscenze attraverso l’emulazione del gesto
(come fanno le scimmie) ed attraverso la sola parola, come nella
preistoria, e non attraverso l’elaborazione di un percorso
intellettuale e l’analisi critica della letteratura scientifica.
Un podologo nasce dalla creazione di quel background culturale
e metodologico in un continuo approfondimento volto ad
aumentare conoscenze e le competenze.
Disciplina podologica
„
„
„
„
„
“Disciplina” ha dentro di se contenuti anche filosofici che NON
abbiamo la possibilità di far emergere come hanno fatto bene
altre professioni sanitarie sorelle: il concetto di “bisogno di
assistenza” del paziente, per esempio.
Per farlo anche in Italia dobbiamo iniziare a produrre contenuti
intellettuali e ricerca.
Bisogna produrre cultura podologica e competenze basate
sull’evidenza e non solo sulle opinioni.
Questa è l’unica strada da percorrere: scoprire la Evidence
Based Podology ed i suoi misteri per superare i limiti della
podologia attuale dentro e fuori i nostri CdL e dentro e fuori i
nostri studi professionali.
Una sfida che dobbiamo cogliere. E che dobbiamo vincere.
Grazie dell’attenzione
Mailing List PODOLOGIA
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