ISTOENZIMOLOGIA L’istoenzimologia si prefigge di localizzare attività enzimatiche nei tessuti ed all’interno di cellule si utilizzano reazioni chimiche catalizzate dagli enzimi tissutali, Le reazioni enzimatiche danno luogo ad un prodotto insolubile e visibile in microscopia (ottica o elettronica) Con i metodi isto-enzimologici non si mettono in evidenza le molecole stesse degli enzimi, ma la loro attività sui substrati di reazione impiegati nelle indagini I preparati debbono essere allestiti mantenendo il più possibile inalterata l’attività enzimatica e la sua localizzazione A SECONDA DELLA REAZIONE CATALIZZATA, GLI ENZIMI SI SUDDIVIDONO IN SEI CATEGORIE IDROLASI: catalizzano reazioni di idrolisi OSSIDOREDUTTASI: catalizzano reazioni di ossidoriduzione TRANSFERASI: catalizzano il trasferimento di una porzione di una molecola ad un’altra molecola e viceversa LIASI o SINTASI: catalizzano interruzione di legami senza introduzione di molecole di acqua, o sintesi che non comportino dispendio energetico. LIGASI o SINTETASI: catalizzano sintesi con consumo di energia, fornita dalla contemporanea idrolisi di adenosintrifosfato ISOMERASI: catalizzano trasformazioni tra isomeri Le reazioni isto-enzimatiche sono principalmente rivolte allo studio di idrolasi e, in minor misura, di ossidoreduttasi; esistono anche reazioni per altri enzimi (ad esempio per la anidrasi carbonica, una liasi, ma sono reazioni dotate di scarsa specificità Le reazioni enzimatiche si usano frequentemente nella fase di rivelazione delle reazioni immunoistochimiche ESEMPIO DI LIGASI PREPARAZIONE DEL TESSUTO PER INDAGINI ISTO-ENZIMOLOGICHE IN MICROSCOPIA OTTICA si possono verificare tre condizioni: 1) l’attività enzimatica non sopporta alcun tipo di fissazione 2) l’attività enzimatica sopporta la fissazione (effettuata in modo adeguato) ma non la disidratazione né l’inclusione in paraffina 3) l’attività enzimatica tollera anche queste ultime tappe della tecnica istologica 1) Se l’enzima non sopporta la fissazione (ad esempio, la succinodeidrogenasi) occorre sezionare il tessuto congelato e subito dopo eseguire la reazione istochimica; la fissazione del tessuto, contenente il prodotto di reazione, viene condotta successivamente, per ottenere un preparato stabile nel tempo 2) Se l’enzima tollera la fissazione (ad esempio, la fosfatasi acida e la perossidasi) si fissa il tessuto con formaldeide, si seziona mediante congelamento e criotomia e si procede alla reazione istochimica 3) Nel caso infine che l’enzima studiato tolleri anche l’inclusione in paraffina (è il caso della fosfatasi alcalina), si procede alla sua dimostrazione su sezioni di materiale incluso, sparaffinate e idratate come da procedura standard CARATTERISTICHE GENERALI DELLE REAZIONI ISTOENZIMOLOGICHE Per mettere in evidenza l’attività di un enzima si pone in incubazione il tessuto in un medium contenente le molecole sulle quali l’enzima agisce (substrati dell’attività enzimatica) a seguito dell’azione catalitica dell’enzima, i substrati danno luogo a prodotti di reazione che possono essere: n insolubili e quindi subito visibili al microscopio ottico o elettronico n solubili. si tratta di prodotti che non sono immediatamente visibili al microscopio, ma lo possono diventare mediante successive reazioni chimiche Il requisito dell’insolubilità dei prodotti di reazione è essenziale perché si abbia localizzazione dell’attività enzimatica ed essa sia precisa Qualora il prodotto della reazione catalizzata dall’enzima non sia di per sé insolubile, occorre renderlo tale per reazione con una sostanza (“agente di cattura”) il più rapidamente possibile REALIZZAZIONE DELLE REAZIONI ISTOENZIMOLOGICHE Il tessuto è incubato in un medium contenente: 1) il substrato o i substrati della reazione 2) l’eventuale agente di cattura 3) eventuali ioni minerali attivatori dell’enzima 4) ioni, necessari per tamponare il medium al pH idoneo all’attività enzimatica § L’incubazione avviene usualmente a 37° C; § in alcuni casi a temperatura ambiente (20— 22°C) § inferiore (4°C) (è opportuno quando una formazione eccessivamente rapida di gran quantità del prodotto di reazione, solubile, rischi di provocare una conseguente diffusione del prodotto di reazione a distanza dalla sede di formazione; temperature più basse rallentano la reazione) CONTROLLI DELLE REAZIONI ISTOENZIMOLOGICHE In ogni reazione istoenzimologica è opportuno eseguire controlli per garantire la specificità Possibilità: 1) ripetizione della reazione (su un’altra sezione del medesimo tessuto) con un medium di incubazione privo del substrato specifico 2) ripetizione della reazione in un medium privo di fattori attivanti specifici (ad esempio, ioni magnesio nelle reazioni per la fosfatasi alcalina o per la succinodeidrogenasi) 3) controllo con un medium completo di tutti i substrati e gli attivatori, al quale sia aggiunto un inibitore specifico dell’enzima oggetto di studio Nei preparati di controllo non deve essere presente alcun prodotto di reazione: solo in questo caso si può accettare come specifico un risultato positivo nel preparato incubato regolarmente