LA COMUNICAZIONE COME INTERAZIONE SOCIALE Relazione sociale Modo di essere o di agire di un individuo in riferimento ad altri. Per comprendere appieno cosa è la comunicazione occorre tenere distinti due termini: l’informazione e la comunicazione. Per quanto complementari essi si riferiscono a situazioni sociali diverse. L’informazione è data dall’insieme dei saperi, delle conoscenze, delle nozioni di cui tutti noi in qualche modo, anche se in misura diversa, disponiamo, la comunicazione, invece, è un processo messo in moto da un’azione relazionale, con diverso grado di intenzionalità, che ci consente di trasmettere e, nel contempo, di condividere con altre persone le informazioni sui diversi aspetti della realtà sociale, gli stati d’animo e le emozioni, coinvolgendo sia gli elementi oggettivi dell’informazione, seppure rivisitati in una prospettiva soggettiva di rielaborazione cognitiva, sia gli elementi emotivi ed affettivi. In questo modo si comprende l’importanza della comunicazione e la sua centralità per la vita di ogni uomo; è attraverso la comunicazione che si crea una rete di rapporti fra le persone, si determina il senso di appartenenza ad un gruppo, ad una famiglia, ecc., si stabilisce il grado di coinvolgimento intersoggettivo nelle attività quotidiane, dal lavoro al gioco, fino a toccare tutti gli aspetti della vita sociale, con conseguenze importanti in termini di motivazione soggettiva e di efficacia delle azioni quotidiane. La presenza di un’informazione non è ancora comunicazione, se non è accompagnata da atti più o meno intenzionali diretti a farci entrare in relazione con gli altri. I motivi per cui si ha il passaggio dall’informazione alla comunicazione possono essere di diversa natura, è un dato di fatto che, nel momento in cui si stabilisce una relazione comunicativa con gli altri, si avvia un processo interindividuale di progressiva e costante trasformazione dei comportamenti, degli atteggiamenti, delle idee e delle conoscenze sia della persona o delle persone con cui interagiamo sia di noi stessi. In altri termini, quando c’è comunicazione e non mera informazione, si entra nel mondo cognitivo ed affettivo dell’altro, per condividere con l’altro una certa visione del mondo e per dare avvio ad un processo e ad un percorso di modifica e di costruzione della nostra come dell’altrui realtà di riferimento, modellata con contenuti nuovi o certamente diversi di sostanza e di progetto. Ciò accade in modo semplice e banale nell’esempio di una richiesta di informazioni alla biglietteria di una stazione ferroviaria sulla partenza di un treno o su un percorso da seguire per raggiungere una data località. Siano, qui, più nel campo dell’informazione che della comunicazione in senso stretto, ma anche in questo caso modifichiamo il comportamento o il progetto di viaggio in funzione delle indicazioni ricevute. Lo facciamo in relazione all’idea iniziale su dove andare e su quando partire, alle opportunità offerte dai mezzi di trasporto e ai consigli ricevuti dall’addetto al servizio. In modo più complesso ed articolato il processo comunicativo diventa significativamente strutturante della realtà sociale in molti contesti relazionali in cui non si ha bisogno tanto di uno scambio di informazioni quanto di realizzare una condivisione di conoscenze, significati e sentimenti. Pensiamo, ad esempio, alla situazione di innamoramento in cui possiamo decidere di entrare o di non entrare in una relazione comunicativa con l’altra persona da cui siamo attratti. Se decidiamo di non farlo la nostra condizione emotiva interna, ossia ciò che proviamo per l’altra persona, rimane un evento psicologicamente forte e a diverso grado strutturante della nostra personalità, ma socialmente non rilevante. Nel momento in cui decidiamo di entrare in una relazione comunicativa con l’altro iniziamo a trasformare la nostra informazione psicologica interna in messaggi con contenuti di senso di natura emotiva ed affettiva, questi sono oggetto di modifica continua in funzione dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle reazioni che l’altro ha verso di noi come risposta alla nostra azione comunicativa. In questo modo, proprio in relazione all’andamento del processo, costruiamo insieme all’altro il nostro progetto di vita e una comune realtà sociale. Azione sociale Atti intenzionali compiuti da un soggetto, singolo o collettivo, all’interno di una situazione sociale e diretti a conseguire un determinato scopo. Da questi brevi esempi ci si rende conto di come la comunicazione sia un’azione sociale dotata di un potenziale energetico rilevante, un mezzo e uno strumento relazionale mediante il quale insieme agli altri e in funzione del grado di partecipazione degli altri all’interazione, possiamo dare senso e direzione progettuale alla vita quotidiana, dalle situazioni di lavoro individuale o di gruppo, al gioco, allo svago, fino ai rapporti di coppia e familiari. Instaurare una buona comunicazione con gli altri significa non tanto avere con loro un mero positivo rapporto, quanto migliorare noi stessi ottimizzando le nostre capacità di lavoro e di progettazione della nostra vita. Da quanto detto discende che la comunicazione non può essere rappresentata come un semplice atto linguistico, ma va intesa in termini molto più articolati e precisamente come un’azione inserita in un processo dinamico che una persona compie verso un’altra persona determinando, come conseguenza dell’informazione o del messaggio inviato e/o ricevuto, delle trasformazioni o dei cambiamenti, più o meno significativi, nei comportamenti, negli atteggiamenti, negli stati emotivi, nei modi di lavorare o di interagire con il proprio e l’altrui mondo sociale. Il rapporto comunicativo entra a far parte, così, a quel genere di fatti intenzionali dotati di un contenuto relazionale di senso in grado di trasformare, costruendola, la realtà nella quale viviamo e lavoriamo. Il rapporto fra il contenuto di senso dell’azione e la relazione comunicativa è molto stretto, il senso è soggettivo, si struttura in modo complementare al contesto sociale in cui avviene la comunicazione – lavoro, famiglia, gioco, tempo libero, ecc. – la quale ne risulta orientata verso un determinato scopo ed obiettivo. Se questi ultimi, scopo ed obiettivo, sono inizialmente determinati dall’emittente, colui che dà l’impulso iniziale all’azione comunicativa, man mano che prosegue l’interazione essi si vanno modificando strutturandosi in modo tale da risultare la sintesi co-determinata delle due intenzionalità, del parlante e dell’ascoltatore. Ciò si verifica in quanto la comunicazione è un’azione sociale orientata in termini interpersonali in cui entrano in gioco non soltanto gli obiettivi, gli atteggiamenti e le azioni di chi dà avvio alla relazione, ma di pari grado entrano in gioco gli obiettivi, gli atteggiamenti e le azioni di chi è inizialmente oggetto dell’azione comunicativa. Interazione sociale Relazione fra due o più soggetti, singoli o collettivi, che modificano continuamente il proprio comportamento o azione in funzione del comportamento o dell’azione altrui. Per entrambi comunicare significa uscire da se stessi per ridefinirsi, ridefinire gli altri e la situazione che si vive nel confronto interattivo di due o più diversi modi di vedere la realtà, in uno sforzo creativo in cui mettere in comune la propria visione delle cose, i propri atteggiamenti e le proprie emozioni, è nel contempo entrare nell’universo psicosociale dell’altro riducendo le differenze e creando un valore aggiunto relazionale idoneo ad affrontare insieme la realtà sociale e lavorativa. Se ciò è meno evidente nell’esempio della richiesta di informazioni alla stazione ferroviaria è rilevante nell’esempio dell’innamoramento. Il passaggio da uno scambio di informazioni ad un’interazione comunicativa in senso stretto si ha soltanto nelle situazioni in cui entrambi gli interlocutori si sforzano di entrare nel mondo relazionale dell’altro per condividere conoscenze, esperienze e sentimenti, dando vita a realtà cognitive o affettive condivise.