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Approfondimenti
Il turismo della memoria
di Carlo Finocchietti
Il turista della memoria storica viaggia nello spazio fisico ma è soprattutto un esploratore del tempo.
Il viaggio è un modo di approfondire la coscienza che il viator ha del tempo. La visita a un luogo
della memoria non ha lo stesso significato di una visita ad una classica destinazione turistica. Un
luogo della memoria non ha un’identità in sé; la sua identità si definisce nello sguardo di chi ricorda
e ricostruisce un passato ancora vivo nella mentalità e nella sensibilità collettiva. Il turismo della
memoria è dunque un rito collettivo di conoscenza del passato e di costruzione dell’identità di un
territorio. La memoria è in realtà un’attitudine morale, un rifare presenti le cose che hanno
impegnato la nostra coscienza. La visita ai siti della storia è un’esperienza pedagogica vissuta
attraverso il viaggio, una forma di coscientizzazione storica del turista. E il turismo della memoria è
un turismo etico, fondato su una morale civile, e come tale soggetto a tutti i rischi e le derive delle
manipolazioni e dei revisionismi storici.
Non si deve tuttavia pensare che il turismo della memoria sia un prodotto di nicchia per un target
minoritario. Il Ministro francese del turismo ha stimato che sono circa 20 milioni i turisti che ogni
anno visitano in Francia fortificazioni, campi di battaglia, memoriali e musei storici militari. Nei siti
più conosciuti la maggioranza dei visitatori è addirittura costituita da turisti stranieri. Se per il
turismo interno la visita ai luoghi della memoria è un mezzo per consolidare l’unità culturale
nazionale e formare l’identità di un popolo, per il turista straniero la visita veicola l’immagine di
una nazione e propone un marchio d’identità culturale.
Una breve rassegna di iniziative aiuta a cogliere, se non le dimensioni quantitative di un fenomeno
che molti osservatori stimano comunque in crescita, quantomeno lo spessore culturale e lo spirito
che innervano il turismo della memoria.
In Francia è operativo un vasto programma di promozione del tourisme de mémoire finalizzato a
valorizzare il vasto patrimonio dei ricordi bellici presente in Francia: forti di montagna, batterie
costiere, cittadelle, città fortificate, campi di battaglia, musei, monumenti alla memoria, cimiteri. Il
programma è promosso dal Ministero della Difesa e ha come partner i ministeri della cultura e del
turismo, e gli enti locali interessati. L’iniziativa ha un evidente valore economico e turistico, ma
integra anche obiettivi di tipo educativo, culturale e civico. Il programma è articolato su “percorsi
della memoria” che collegano siti diversi in una logica turistica. I percorsi si definiscono intorno a
quattro grandi temi unificanti: le fortificazioni militari dal XVI al XX secolo, la guerra francoprussiana del 1870-71, la guerra mondiale 1914-18 e la seconda guerra mondiale. Nei siti di
maggiore notorietà il turista trova punti informativi, risorse informatiche e proposte di itinerari di
visita ai monumenti e ai luoghi della memoria presenti nella zona. Un sito internet
(http://www.cheminsdememoire.gouv.net), ricco, ben strutturato e dedicato specificamente al
turismo della memoria è stato inaugurato nel febbraio 2004: gli internauti vi trovano schede sui
monumenti e luoghi di memoria, proposte di itinerari tematici e un corredo di foto, documenti,
biografie, bibliografie e link.
Cinquanta associazioni ed enti locali di Francia, Italia, Belgio, Germania e Regno Unito hanno
fondato un’associazione dedicata all’Europa della memoria. Obiettivo generale è quello di
perpetuare la memoria dei tanti conflitti, deportazioni, genocidi, persecuzioni e tragedie che hanno
caratterizzato il ventesimo secolo e trarne una lezione per i contemporanei. Più in concreto
l’associazione (http://www.europedelamemoire.org) punta a far circolare in Europa progetti
culturali e artistici legati alla memoria storica e promuove scambi culturali tra le scuole e visite a
luoghi storicamente significativi. Un secondo obiettivo prevede di costituire presso la sede
dell’associazione un giacimento documentario utile all’elaborazione di prodotti didattici scritti e
audiovisivi. Il terzo obiettivo si orienta sulle conferenze e i seminari europei di dibattito storico e di
sensibilizzazione: un’iniziativa avviata in questo campo è la Settimana europea della memoria
contro il razzismo con lo slogan “ricordare per prevenire”. Gli enti locali che aderiscono
all’associazione hanno costituito una rete caratterizzata dal marchio “città europee della memoria”.
Percorsi della memoria è un progetto internazionale, finanziato sui fondi comunitari del
programma Cultura 2000, destinato a fare memoria dei luoghi e delle tracce lasciate dalle guerre del
XX secolo combattute in Europa (in particolare, la prima e la seconda guerra mondiale e la guerra
di Spagna). Il progetto rispetta i diversi e contrastanti punti di vista nazionali e non intende
minimizzare le differenti percezioni degli avvenimenti. Si limita a presentare i fatti storici
accostando semplicemente tra loro le diverse letture e i diversi punti di vista nazionali. Obiettivo del
progetto è gettare uno sguardo incrociato sul luogo, il peso e il ruolo che determinati avvenimenti
hanno giocato e giocano nella memoria collettiva delle nazioni partecipanti. I paesi che partecipano
al progetto sono attualmente sei: la Francia (con il Mémorial de Caen), la Germania (con la Stiftung
Haus der geschichte der Bundesrepublik Deutschland di Bonn), l’Inghilterra (con il D-Day Museum
di Portsmouth), il Belgio (con il Centre Guerre et Societés contemporaires di Bruxelles), la Spagna
(con il Museo de la Paz di Gernika-Lumo) e l’Italia (con Istituto dei Beni culturali della Regione
Emilia Romagna). Ulteriori informazioni sono reperibili nel sito istituzionale del progetto
(http://www.lescheminsdelamemoire.net).
Un’Associazione collega a livello internazionale i Musei di Storia (http://www.iamh-aimh.org).
Attiva dal 1991, ha l’adesione di circa 180 musei di storia contemporanea o di storia sociale e
culturale e si propone di stimolare un dibattito professionale tra gli operatori in rapporto a problemi
di natura teorica ma anche pratica. Organizza una conferenza internazionale biennale, reti di musei
specializzati, mostre ed esposizioni, gruppi di lavoro tematici, una rete di contatti professionali e
pubblicazioni scientifiche. Ha anche promosso il progetto “Euroclio” (http://www.euroclio.eu), che
si sviluppa su scala europea col sostegno finanziario del programma Cultura 2000 e che vuole
incrementare la coscienza del patrimonio e dell’identità culturale europea attraverso quattro
modalità: un censimento dei musei di storia in Europa (Histeuropa), una rivista di storia comparata
(“Comparare”), un progetto museale innovativo (Votre histoire est notre histoire) che invita il
visitatore ad appropriarsi della storia culturale della propria città e delle città partner partendo dai
giovani, dalla cucina e dalla musica, una mostra itinerante sul tema “Chacun est un étranger
quelque part” dedicata al tema dell’alterità in Europa.
Restando nel campo dei Musei storici, merita una segnalazione il portale mondiale dei Musei e dei
Beni culturali (http://www.museumland.com/), forte di 20 mila links in 142 paesi. Al suo interno è
disponibile un “itinerario virtuale” in lingua italiana, tra i musei della guerra sparsi nel mondo. Esso
si articola su sette percorsi:
- i musei nazionali di storia militare come, ad esempio, l’Army Museum di Stoccolma, l’Australian
War Memorial di Canberra, lo Heeresgeschichtliches Museum di Vienna, i War Memorial Museums
degli Stati dell’Indiana, dell’Ohio e della Virginia, il National Army Museum di Londra e, per
l’Italia, il Museo nazionale del Risorgimento di Torino e il Museo storico di Trento;
- i musei delle grandi battaglie, come, ad esempio, il museo della battaglia di Borodino a Mosca, il
Custer Battlefield Museum di Little Big Horn o il Gettysburg National Military Park;
- le collezioni di armi e residuati bellici;
- i musei della marina militare;
- i musei dell’aviazione militare;
- i musei delle due guerre mondiali: l’Anzio Beachhead Museum, il German Resistence Memorial di
Berlino, l’Historial de la Grande Guerre di Péronne in Francia, l’Imperial War Museum di Londra,
il Kobarid Museum di Caporetto in Slovenia, il Mémorial de Caen in Normandia, il National DDay Museum di New Orleans, il Peace Memorial Museum di Hiroshima e il Museo della Guerra
Bianca in Adamello a Temù in Val Camonica;
- i musei dell’Olocausto: i memoriali di Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbruck e AuschwitzBirkenau, lo Yad Vashem’s Historical Museum di Gerusalemme, l’Holocaust Museum di Houston,
l’Holocaust Memorial Museum di Washington e il Museum of Tolerance di Los Angeles.
I turisti della memoria, interessati a visite organizzate ai siti di guerra e ai luoghi delle grandi
battaglie, dispongono di agenzie turistiche specializzate e di pacchetti su misura. Un esempio è
l’agenzia “Battlefield Journeys” (http://www.battlefieldjourney.com/), con sede nel Bedfordshire in
Inghilterra, che si propone come piccola agenzia indipendente specializzata in tour sui luoghi di
guerra in Europa. Il suo pacchetto di proposte comprende visite ai campi di battaglia delle Fiandre
(al centro dell’itinerario c’è Ypres), alla Somme in Francia (luogo della battaglia del 1916), alle
spiagge della Normandia (il D-Day dello sbarco alleato), a Berlino (dal nazismo al Muro), a
Cracovia (con visita al campo di concentramento di Auschwitz) e Londra (sotto le bombe tedesche
e
le
V1
e
V2).
Altro
esempio
è
l’agenzia
“Remembrance
Travel”
(http://www.remembrancetravel.com), anch’essa inglese, con sede nel Kent, che propone
pellegrinaggi a cimiteri di guerra o memoriali e visite sui luoghi di battaglia in Europa, nel nordAfrica e nell’estremo Oriente. Viene anche proposto un pellegrinaggio nel Sud Italia, sui luoghi
della seconda guerra mondiale: il tour di una settimana propone Gaeta, i cimiteri di guerra di
Salerno, Caserta e Minturno, l’abbazia di Montecassino e il cimitero polacco, Anzio e Nettuno,
Bari. L’agenzia ricorda che grazie al Government War Widows Grant-in-Aid Scheme, le vedove di
guerra possono ottenere un aiuto finanziario per visitare la tomba del loro congiunto nei cimiteri di
guerra all’estero. Un terzo esempio, questa volta italiano, è il programma “Sulle orme della Storia”
proposto dal tour operator Caldana (Caldana international tours s.r.l. - Via Domenico Caldana, 4 25088 Toscolano Maderno (Bs) - Tel. 0365 546511 – http://www.caldanainternational.com). Il
catalogo comprende tours specialistici, in Italia e all'estero, inerenti ai teatri di guerra della Prima e
della Seconda Guerra Mondiale, dei luoghi della memoria e del ricordo.
La prima edizione della Fiera del Turismo Storico “Via Historica” (http://www.viahistorica.com) si
è svolta nel 2012 presso il centro fieristico di Ferrara. Via Historica si propone come momento di
incontro tra domanda ed offerta per il comparto turistico che negli ultimi anni ha registrato il
maggior trend di crescita: il turismo storico o "della memoria". Il successo di tale settore, nato
inizialmente come "nicchia", è merito del sempre maggiore interesse verso la storia da parte dei
media e di un pubblico attento e preparato.
Nel 2011, ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia, è stato attivato un progetto di memoria storica
per ricordare luoghi simbolici del risorgimento italiano. Il progetto è corredato dal portale
www.iluoghidellamemoria.it/ e da una mappa interattiva dei luoghi dell'Unità d'Italia con la
timeline cronologica degli eventi del periodo 1820-1870.
Paesaggi della memoria è il coordinamento dei luoghi della seconda guerra mondiale in Italia. Il
progetto è sostenuto da una ventina di realtà locali: l’Associazione “Memoria della Benedicta”, la
Fondazione “Villa Emma”, la Casa della Resistenza di Fondotoce, il Museo della Resistenza di
Sant’Anna di Stazzema, il Comitato “Colle del Lys”, il Museo della Repubblica di Montefiorino,
l’Istituto “Alcide Cervi”, la Scuola di Pace di Montesole, la Fondazione “Ex Campo di Fossoli”, i
Sentieri Partigiani, la Fondazione “Ferramonti di Tarsia”, il Museo Audiovisivo della Resistenza, i
Sentieri della Guerra Partigiana in Valsassina, il Museo della Liberazione di Via Tasso a Roma, i
Sentieri della Libertà, La memoria delle Alpi, Le Colline di Ulisse, il Museo Storico del Senio, il
Museo diffuso della Resistenza, il Parco Storico di Montesole, la Risiera di San Sabba, Torino in
Guerra e nella Resistenza, il Gries Bolzano. Il coordinamento è l’opportunità di mettere in comune
attività e soluzioni operative a problemi di gestione e progettazione, ma risponde anche all’esigenza
di far conoscere ai territori la vastità della “rete della memoria” e di entrare in dialogo con le
istituzioni e gli interlocutori istituzionali. Un primo problema comune è quello delle prospettive
legislative e delle soluzioni normative. Un secondo tema, più complesso è articolato, è la messa in
rete, attraverso una banca dati, delle esperienze e delle proposte didattiche che i singoli luoghi della
memoria hanno prodotto.
L’istituzione di festività e giornate nazionali destinate a celebrazioni e memoriali di avvenimenti
storici è una delle modalità attraverso cui il Parlamento italiano risponde alle sollecitazioni di forze
politiche, interpreti organizzati dell’opinione pubblica e gruppi di pressione. Particolarmente
interessante è l’elenco delle leggi che hanno provveduto all’istituzione di festività o giorni della
memoria.
La legge 27 maggio 1949, n. 260, stabilisce che il giorno 2 giugno, data di fondazione della
Repubblica, sia dichiarato festa nazionale e considera giorni festivi il 25 aprile, anniversario della
liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro e il 4 novembre, giorno dell'unità nazionale Considera
inoltre solennità civili l'11 febbraio, anniversario della stipulazione del Trattato e del Concordato
con la Santa Sede, e il 28 settembre, anniversario della insurrezione popolare di Napoli.
Con la legge 20 luglio 2000, n. 211 - "Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello
sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi
nazisti", la Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di
Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le
leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si
sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e
protetto i perseguitati.
Con la legge 30 marzo 2004, n. 92 - "Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime
delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un
riconoscimento ai congiunti degli infoibati", la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno
del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le
vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo
dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
In base alla legge 15 aprile 2005, n. 61 - "Istituzione del «Giorno della libertà» in data 9 novembre
in ricordo dell'abbattimento del muro di Berlino", la Repubblica italiana dichiara il 9 novembre
«Giorno della libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per
la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al
totalitarismo.
Tra le solennità civili vanno ricordate la festa nazionale dell’unità d’Italia (17 marzo), la giornata
della memoria dei marinai scomparsi in mare (12 novembre), la giornata nazionale della bandiera (7
gennaio), la giornata europea in ricordo delle vittime del terrorismo (11 marzo), la giornata della
memoria per le vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice (9
maggio).
La città di Torino ha realizzato un’esperienza di promozione di itinerari della memoria in un
contesto urbano, dal titolo “Torino 1938-45 Luoghi di memoria delle leggi razziali, della guerra,
della resistenza, della deportazione, della liberazione” (http://www.istoreto.it/torino3845/index.htm). Il progetto propone itinerari che attraversano Torino a partire dal 1938, anno
dell'emanazione delle leggi razziali, e la esplorano negli anni della guerra, della resistenza, della
deportazione, fino alla liberazione nel 1945. I percorsi urbani sono sostenuti documentariamente dal
volume Torino 1938|45. Una guida per la memoria, edito dalla Città di Torino e realizzato
dall'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, che costituisce
un censimento preliminare alla creazione a Torino di un "museo diffuso" della resistenza,
deportazione e guerra, a cura del Settore Musei dell'Assessorato alla Cultura della Città.