Data Oggetto Settore 06/02/2006 Informazione RISeT 3 – 6 – 14 - 16 - 20 Redazione Posta elettronica Sede Terenzio Scapolla [email protected] IIC San Francisco UNA NUOVA TECNICA PER LA PRODUZIONE DI OSSA ARTIFICIALI Osservando il modo in cui l’acqua marina congela, un gruppo di ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL) è riuscito a sviluppare un materiale poroso quattro volte più resistente del materiale attualmente impiegato per la produzione dell’osso artificiale. Anche se ancora in fase iniziale, varianti di questa sostanza potranno essere usate in molte applicazioni in cui sono richieste resistenza e leggerezza, come materiale dentale e costruzioni aeronautiche. La ricerca è stata guidata da Antoni Tomsia, Materials Sciences Division. Un gruppo LBNL è da tempo impegnato nella costruzione di ossa artificiali in grado di adattarsi bene nel tempo a diverse condizioni fisiologiche. L’impiego di leghe di metallo e ceramica porta a materiali che generano infiammazioni e problemi immunitari, a volte richiedendo interventi correttivi dopo pochi anni. I ricercatori hanno sviluppato un materiale che imita la struttura della madreperla. Per lungo tempo si è cercato di replicarne le proprietà in materiali ceramici, ma la complessa architettura della madreperla, con scale dal micrometro al manometro, non ne consentiva la riproduzione sintetica. I ricercatori hanno preso spunto dall’oceano. Quando l’acqua marina congela, i cristalli di puro ghiaccio formano strati, mentre le impurità quali sale e microrganismi sono espulse dal ghiaccio in formazione e intrappolate in canali tra i cristalli. Il risultato è una struttura stratificata che ricorda quella della madreperla. Il team LBNL ha ritenuto che lo stesso processo di congelamento potesse essere usato per dar forma a un materiale in grado di imitare resistenza e leggerezza della madreperla. Hanno creato una sospensione acquosa di hydroxyapatite (un fosfato di calcio nanostrutturato), il componente minerale dell’osso, che hanno poi congelato. Come le impurità nel ghiaccio marino, l’ hydroxyapatite si concentra negli interstizi tra i cristalli di ghiaccio, creando diversi starti dai materiale simili alla madreperla. Aumentando la velocità di congelamento la struttura a strati si riduce in scala. Si è ottenuta una microstruttura che misura un micron (la madreperla mezzo micron). Eliminando il ghiaccio con un processo di sublimazione, resta un materiale poroso composto di hydroxyapatite che dimostra sorprendenti somiglianze alla madreperla. La superficie di ciascun strato è ruvida, aiutando gli strati a mantenere qualunque sostanza do riempimento. Tra gli strati si formano ponti, che aumentano la resistenza alla frattura. Il materiale è quattro volte più resistente dell’hydroxyapatite che si impiega attualmente per osso artificiale. La ricerca è stata finanziata dal programma Basic Energy Sciences (BES) dell’Office of Science del Department of Energy e dal National Institutes of Health. Il Lawrence Berkeley National Laboratory è un centro di ricerca del Department of Energy. Si trova a Berkeley, California, ed è gestito dalla University of California. Antoni Tomsia, LBNL [email protected] 112