Miguel de Cervantes Saavedra
Nacque nel 1547 da modesta famiglia; condusse vita avventurosa e girovaga; fu cortigiano
poi militare, partecipò alla guerra contro i turchi (Lepanto ecc.) Fu fatto prigioniero dai pirati
turchi durante un viaggio per nave da Napoli a Madrid; restò prigioniero e schiavo per 5 anni.
Tornato a casa, povero, lavora come esattore imposte. Dal 1606 segue la corte di Filippo II e
si dedica all’attività letteraria. Morì nel 1616.
Cervantes è un amalgama unico e universale di cultura e arte. (Come
Omero, Dante o Goethe)
Cultura da autodidatta e per questo ricca di osservazioni non accademiche che rendono fresca la
invenzione e la ricerca poetica e narrativa.
La poesia viene considerata come stile di vita, come mezzo pratico
che si serve anche delle altre discipline non solo per dilettare: serve sempre a qualcosa.
Da Erasmo : 
teologia riformista
ma anche tecniche rinnovate
un concetto ottimista della natura umana
un senso non materiale del messaggio cristiano e
humor (modernità)
uno spirito critico  diventa un dissidente nella Spagna ufficiale dell’epoca.
Cervantes estremizza l’idea erasmiana che nobilita il riso
 considerandolo una pazzia misurata,
che protegge dagli eccessi di una ragione disumanizzata.
Opera:
Don Chisciotte della Mancia
Tipicamente barocco in questo libro è lo scontro tra fantasia e realtà
Flaubert scrisse: Quello che v’è di prodigioso nel "Don Chisciotte" è la perpetua fusione
dell’illusione e della realtà, che fa di questo un libro tanto comico e tanto poetico
E’ una satira brillante che racconta le avventure di don Chisciotte, un anziano gentiluomo di
campagna che rappresenta quella nobiltà decaduta, di fatto esistita nella Spagna del Cinquecento,
economicamente debole, e Sancio Pancia, il suo servitore, contadino e scudiero.
Don Chisciotte, per evadere dalla monotona realtà si rifugia nella lettura dei romanzi
cavallereschi tanto da rimanerne così suggestionato da voler intraprendere una nuova vita da
cavaliere. Presa l’antica armatura, si fa armare Cavaliere della Triste Figura da un volgare oste,
eleva a dama dei suoi pensieri una rozza contadina e, cavalcando in groppa ad un ronzino,
battezzato Ronzinante, intraprende la vita errante.
Inizia un viaggio di avventure in cui la realtà viene trasfigurata dall’ideale del cavaliere:
scambia mulini a vento per smisurati giganti, branchi di montoni per eserciti, osterie per castelli,
una dama per principessa prigioniera.
Coprotagonista decisivo e fondamentale dell’opera è Sancio Panza, che nel romanzo si pone
come elemento di concretezza, che riesce ad equilibrare e a contenere la fantasia troppo
sciolta del cavaliere. Sancio è un istintivo che sente la necessità materiale, è la realtà che
si contrappone al sogno. Contadino rozzo e goffo, ignorante ma non sciocco, è tuttavia
capace di buon senso e ragion pratica che gli impediscono di concepire strane fughe dalla
realtà.
E' proprio dal contrasto tra i due personaggi che scaturiscono:
 la filosofia del romanzo
 la sua comicità.
Don Chisciotte è comunque la guida, una metafora della nostra mente
come Sancio lo è del nostro corpo.