Azienda Ospedaliere di Melegnano Divisione di Oculistica
Dott .Simone Reposi
Primario: Dott. A. Pece
1
Anatomia dell’apparato
lacrimale
 Il sistema lacrimale è costituito da due
apparati:
 secretore: ghiandole lacr. Principali e
accessorie
 escretore: p. l., canalicoli, sacco, canale
nasolacrimale.
Apparato secretore
 La gh. Lacrimale principale è situata nell’angolo supero-esterno
dell’orbita nella fossa lacrimale dell’osso frontale,divisa
dall’aponeurosi dell’elevatore, in un lobo superiore, orbitario, più
grande ed in uno inferiore o palpebrale, minore, situato sopra la parte
esterna del fornice superiore, dove sboccano i dotti escretori dei 2 lobi.
Entra in funzione 2 - 3
mesi dopo la nascita
 Provvede alla secrezione
lacrimale riflessa

Ghiandole lacrimali accessorie
 Gh. di Wolfring e Krause ,
nei fornici, secernono la parte
acquosa del film lacrimale.
 Gh. Mucipare e gh.di
Henlè, al canto interno e nel
fornice inferiore, secernono lo
strato mucoso.
 Gh. dell’apparato ciliare : gh. di
Meibomio , intratarsali, di tipo
sebaceo, 30 per palpebra, gh. di
Zeiss , sebacee, accessorie del
sistema ciliare. Gh. di Moll,
sudoripare, del bordo
palpebrale. Queste producono lo
strato lipidico del film lacrimale.
Fisiologia dell’escrezione
lacrimale
Il film lacrimale mantiene una
superficie otticamente piana e
provvede al nutrimento degli strati
superficiali dell’epitelio corneale e
congiuntivale.
Classicamente descritto
in 3 strati:
 anteriore o lipidico
 intermedio o acquoso
 profondo o mucinoso
Anamnesi del paziente





Fattori di predisposizione :età e sesso
Uso di farmaci
Problematiche comportamentali: alcolismo
Malattie sistemiche
Compilazione di questionari (OSDI)
6
anamnesi
alterazioni lacrimali (personali, ambientali)
Secchezza mucose, Sindrome di Sjogren.
Alterazioni dermatologiche (acne, eczemi etc)
Ipertiroidismo
Ipercolesterolemia
Modificazione della secrezione ormonale (gravidanza)
Uso di farmaci: antistaminici, betabloccanti,
tranquillanti,antiacne.
 Uso prolungato di soluzioni oftalmiche contenenti
conservanti o di lenti a contatto
 Fattori ambientali: smog, fumo, aria condizionata, VDT







7










Sintomatologia ( Rolando
Bruciore
2005)
Prurito
Sensazione di sabbia e di corpo estraneo
Fotofobia
Dolore
Sensazione di occhio bagnato
“sentirsi gli occhi”
Sensazione di “punture”
Difficoltà di ammiccamento
Appannamento visivo
8
la sintomatologia
 Bruciore (p.es. ipertonicità del film lacrimale)
 Lacrimazione!?: la rottura del film lacrimale dovuta ad
agenti scatenanti può indurre lacrimazione riflessa
 Difficoltà di apertura delle palpebre al
risveglio(conseguente alla scarsa lubrificazione
notturna)
 Visione offuscata e/o fluttuante (perdita delle qualità
ottiche del film)
 Secrezione mucosa al risveglio con possibile presenza
di filamenti di muco (instabilità dello strato mucoso)
 Iperemia congiuntivale e limbare
9
Quando?
 Se la riduzione della componente acquosa
costituisce la causa dei disturbi oculari, questi
diventano più evidenti nel corso della
giornata con il progressivo affaticamento
oculare(vdt,aria condizionata,scarsa umidità
 Se i sintomi compaiono già al mattino sono
coinvolte le palpebre e il secreto lipidico
10
Osservazione generale del
paziente
 Cute del viso ( dermatite seborroica o rosacea)
 Qualità della cute e del cuoio capelluto
 Presenza di blefariti posteriori o di disfunzioni
delle ghiandole di Meibomio
 Le mani (noduli da A.R)
 Margine palpebrale (presenza di accumuli
lipidici sotto forma di goccioline o di schiuma)
11
meibomite
12
L’ammiccamento
 la funzionalità del film lacrimale, anche in presenza di normali
componenti, dipende dall’ammiccamento, meccanismo
essenziale per garantire una adeguata distribuzione delle lacrime
su tutta la superficie oculare e quindi formare un film stabile.
 Ritmo (15 al minuto)
 Completezza gli ammiccamenti completi non dovrebbero essere
mai inferiori all’ 80%
Il controllo dell’ammiccamento è svolto dalla branca motoria del
nervo faciale (VII motor), mediato da complessi riflessi neuronali
locali dipendenti in pratica dalla sensitività corneale, collegata
alla branca oftalmica del trigemino (V1).
7
L’ammiccamento
 Un altro riflesso, sempre mediato dal V ed
avendo come componente motoria la branca
parasimpatica del nervo facciale, controlla la
ghiandola lacrimale nella produzione della
componente acquosa del film.
Queste due connessioni neuroanatomiche
integrano gli aspetti di composizione ed
idrodinamico del film.
14
Dry eye secondo il DEWS
report
15
Esame obiettivo della
superficie oculare in
lampada a fessura occorre
esaminare:
 il bordo palpebrale (blefarite, MGD)
 la superficie congiuntivale (iperemia, solchi e
staining)
 La superficie corneale (staining e/o detriti)
16
TEST quantitativi per
misurare la secrezione delle
lacrime





Esame dei menischi lacrimali
Test di Schirmer I
Test di Jones
Turn-over lacrimale
TearLab
17
Valutazione
menisco
lacrimale
 E’ la striscia lacrimale
in contatto col
margine palpebrale e
la congiuntiva
bulbare.
 Valore normale:circa
0.5 e 1 mm di
profondità
 Ridotto nella CCS.
18
Menisco Lacrimale Marginale
Inferiore (MLMI)
 Non instillare coloranti
 Reostato della LF al valore più basso
 Usare una fessura orizzontale di circa 2 mm di
ampiezza
 Usare un reticolo appropriato
 Effettuare la misura con lo sfondo corneale nella
porzione centrale
 Attendere almeno tre secondi dall’ultimo
ammiccamento
 Valore limite: 0,1 mm Reticolo
 Proiezione della fessura della stessa ampiezza
19
Test di Schirmer
 Il test è un indicatore della somma delle così
dette secrezioni basale e riflessa. Si esegue in
ambiente poco illuminato, apponendo una
cartina nel fornice inferiore al canto esterno e
se ne misura l’impregnazione dopo 5 minuti,
avendo il paziente tenuto gli occhi chiusi.
 E’ stato proposto nel 1903 ma tuttora è il più
usato come test di I° livello nella pratica
ambulatoriale.
20
Test di Schirmer
 Viene utilizzata carta filtrante standardizzata (Whatman’s 41).
 Il paziente dovrebbe rimanere ad occhi chiusi.
 Il risultato va letto dopo 1’ x 3 = comparato ai 5’.
 Senza l’uso di anestesia : in questo caso misureremo sia la
secrezione basale sia la riflessa.
 Con l’uso di anestesia : misureremo solo la secrezione basale.
 Importante la qualità della carta,il sito di inserimento,non
provocare irritazione.
 Non toccare con le dita l’estremità prossimale per non
contaminarla con sostanze grasse.
21
Procedure standardizzate
 Fornisce certamente informazioni
interessanti sulla capacità di secrezione
lacrimale dell’occhio in esame, tuttavia deve
essere condotto con procedure
standardizzate in quanto esistono molte
variabili che intervengono nel determinare il
valore.
22
variabili
 La più importante variabile deriva dal fatto che
l’assorbimento da parte della striscia di carta bibula e
la lunghezza della porzione bagnata vengono
influenzati dalla forza di capillarità e bagnabilità
proprie delle fibre di cellulosa ; ecco perché è
importante eseguire il test con cartine validate.
 Sebbene il limite dei valori normali sec. Schirmer
fosse una impregnazione superiore ai 15mm, oggi si
è d’accordo nel definire come franca iposecrezione
lacrimale una impregnazione
< 5mm/5’ ma già pre-patologica a 6 -10mm/5’
23
Test di Schirmer II
Il test è un indicatore della così detta secrezione
riflessa.
 Utilizza la consueta striscia di carta bibula,
inserita al fornice inferiore dopo instillazione di
anestetico locale. La secrezione riflessa viene
stimolata mediante un cotton fioc inserito nella
mucosa nasale. Il valore di tale secrezione verrà
letto dopo 2’.
Valori < 15 mm / 2’ sono significativi di una
iposecrezione riflessa.
24
Test di Schirmer III
È simile al test di Schirmer II, da cui differisce
solo per la sorgente di stimolo della secrezione
lacrimale riflessa, che in questo caso è una
sorgente luminosa
Schirmer 1
Sec. Choo (1991)
6-7 mm 1’
Sec. Schirmer
20-25 mm 5’
26
Valori normali
patologici
e
 Convenzionalmente il valore soglia è di 10mm per il test di 5’.
 Tenendo conto che la secrezione varia in funzione dell’età:
11-20anni, 19mm 21-30anni, 20mm
31-40anni, 18mm
41-50anni, 13mm 51-60anni, 13mm
oltre 60anni, 9mm
Considerando tutte le possibili cause di interferenza con i risultati
consideriamo sicuramente normali valori ≥ 15mm e sicuramente
patologici valori ≤ 5mm. Tra i 5 e i 15mm il risultato è dubbio.
27
Test della secrezione
basale (Test di Jones)

Variante del Test di Schirmer I, fa precedere
l’instillazione di una goccia di anestetico
locale all’inserimento della cartina, meglio
previa asciugatura del fornice inferiore, poi le
restanti fasi sono del tutto simili.
Valore del Test di Schirmer I Valore del Test di Jones =
Valore Secrezione riflessa
28
test del Filo di cotone al rosso
fenolo
Meno invasivo dello Schirmer
 Lunghezza: 70 mm (piccolo gancio di 3 mm
all’estremità)
 Spessore: 0,2 mm
 Impregnato di rosso fenolo (sensibile al pH cambia
colore dal giallo al rosso quando viene bagnato)
 Inserimento canto inferiore terzo temporale; Occhi
chiusi. Tempo: 15”
 Valori normali: 15-27 mm
 Secrezione bassa se < 11mm (Occhio secco<7 mm;)
 Occhio secco marginale >16; Normalità=21
29
Turn over lacrimale
 Può essere analizzato in biomicroscopia
utilizzando la luce di Wood e rappresenta il
tempo necessario affinchè la fluoresceina al
2% scompaia dal menisco lacrimale.
 Nei soggetti normali varia da 15’ a 18’.
30
Turn over lacrimale
 L’ipersecrezione velocizza il turn over,
l’iposecrezione lo ritarda.
 Con un Fluorofotometro sono possibili
misurazioni più precise (il turn-over lacrimale
è di circa il 16% al minuto)
31
Test della clearance della
fluoresceina
 Instillazione di 5microlitri di fluoresceina al
2% nel cul-de-sac congiuntivale
 Dopo 15 min con dei bastoncini porosi si
raccolgono le lacrime
 Analisi fluorometrica della concentrazione di
fluoresceina
 Un valore di 274 unità di fluoresceina per
microlit è il valore cut-off di normalità e
anormalità
32
TESTS










QUALITATIVI
Dinamica lacrimale
Ferning
Verde di lissamina
Break-up time ( BUT )
Black line
Morfologia della componente mucosa
Misurazione dell’osmolarità lacrimale
Misurazione del pH lacrimale
Valutazione dello strato lipidico
Citologia ad impressione
33
Dinamica lacrimale
Con la lampada a fessura si
focalizzano le particelle
disperse nel film; si invita il
paziente ad ammiccare e si
osservano i movimenti
ascensionali di queste lenti
se il fluido è viscoso e lo
strato lipidico spesso veloci
se è sottile o in relazione a
un’elevata componente
acquosa
34
Ferning
 Le lacrime lasciate su un vetrino si seccano
formando cristalli a forma di felce.
35
 L’estremità arrotondata di una asticina di vetro
(0.5mm ø ) viene premuta contro il fondo al
centro del fornice inferiore. Il fluido congiuntivale
che vi aderisce viene trasferito su un vetrino.
L’asticina non deve essere strisciata sul vetrino.
La goccia si secca sul vetrino dopo circa 10’ a
temperatura ambiente. Per l’analisi si utilizza un
microscopio a 40-100 ingrandimenti.
 Classificazione secondo Rolando:
1° grado: ferning distribuito uniformemente sull’intera goccia.
2° grado: cristallizzazione con piccole lacune.
3° grado: ferning con grosse lacune.
4° grado: goccia essiccata con granuli sparsi ma senza ferning.
Il ferning diminuisce se c’è contaminazione con
sostanze oleose.
36
Ferning in occhio secco
 L’ipotesi più accreditata propone che il processo di
felcizzazione derivi dalla interazione tra elettroliti (
Na+Cl- e K+Cl-) con materiale globulare costituito da
glicoproteine ad alto peso molecolare del muco
(mucine).

La componente mucinica riveste le molecole di sale
condizionando la forma delle felci; in assenza di
proteine o in presenza di una quantità eccessiva di sali
(es.negli occhi con iperevaporazione) nuove molecole di
sale si depositano intorno al nucleo centrale delle felci,
impedendone la ramificazione.
37
Ferning in occhio normale
 In presenza, invece, di abbondante materiale
glicoproteico, questo si deposita all’apice del
fronte di cristallizzazione impedendone
l’avanzamento e costringendo il sistema a
ramificarsi e a formare le felci.
38
39
Ferning test
 Le persone normali hanno un 1° o 2° grado,
con una tendenza ad avere un ferning ridotto
dopo i 40 anni.
 Nei pazienti con CCS il 92% presenta un 3° o
4° grado.
 Ridotto anche nel pemfigoide e nella S. di
Stevens-Johnson.
 Aumenta nelle persone esposte a intensa
corrente d’aria probabilmente per l’aumento
del flusso lacrimale.
40
Morfologia del muco
 Proposto da Adams nel 1979
 Filtro millipore sulla congiuntiva bulbare previa
anestesia topica
 Colorazione del filtro con metodo Schiff e
ematossilina
 Si fa asciugare il filtro per almeno 1 ora
 Osservazione al microscopio ottico
 Rete uniforme
muco normale
 Presenza di filamenti di muco
film instabile
41
The ocular surface
Il muco
42
Test
del
muco
 Viene prodotto dalle cellule caliciformi e anche dalle
cellule epiteliali della congiuntiva.
 L’alcian blu colora specificamente il muco. Viene usato in
soluzione acquosa all’1%.
 Viene instillata una goccia di 10l e si misura la
colorazione dopo il drenaggio del colorante in eccesso
con il normale ammiccamento per alcuni minuti.
 La colorazione rivela puntini sull’epitelio.
 I soggetti normali hanno solo alcuni punti sparsi specie
nella parte nasale inferiore della congiuntiva bulbare,sulla
caruncola e sul margine palpebrale.
 Nella CCS pronunciata colorazione punteggiata su tutte le
parti esposte della cornea e della congiuntiva.
43
44
.
 Colorazione con miscela di tetrazolio (colora in rosso i leucociti e le
cellule epiteliali leggermente degenerate) e alcian blu (colora in
azzurro il muco).
 Misurazione del filo di muco prodotto da pezzetti di muco che si
staccano dalle lacrime durante l’ammiccamento e si raccoglie nel
fornice inferiore. L’ammiccamento continuo muove i fili
medialmente verso il canto interno. Si valuta con l’ausilio della
lampada a fessura. Dopo la colorazione è possibile rimuovere il filo e
trasferirlo su un vetrino.
Nei soggetti normali il filo di muco misura 3,1  0,16mm² ed è
ricoperto di muco misto a vacuoli.
Nel pemfigoide il filo di muco è completamente assente nel 63% dei
casi.
Nella CCS aumentano le dimensioni del filo di muco.
45
Verde
di
lissamina
 E’ un colorante organico acido prodotto sinteticamente e le sue proprietà
coloranti in soluzione all’1% sono uguali a quelle del rosa bengala; ha però
un migliore contrasto di colore con i vasi e le emorragie ed è indolore. La
graduazione nella colorazione è uguale al rosa bengala.
46
Verde di Lissamina
Colorazione selettiva
di aree epiteliali
abrase o desquamate
e lo stesso muco
47
Rosa Bengala
 Viene impiegato in soluzione all’1%. Si instilla una goccia di 10μl
attraverso una cannula montata sul flacone. Il paziente ammicca
naturalmente e viene posto alla lampada a fessura. Si guarda la
colorazione dopo 1-2’.
 Colorati in rosa si evidenziano le aree epiteliali abrase e desquamate
 La colorazione viene graduata nella CCS ( secondo Bijsterveld) da 1 a
3 (colorazione blanda,moderata, intensa) sulla parte esposta della
cornea,sulla congiuntiva bulbare mediale e su quella laterale. Un
punteggio ≥ 3,5 è patologico.

 Grado Ι (< 10 punti)


Grado ΙΙ (da 10 a 50 punti)
Grado ΙΙΙ (> 50 punti).
48
Rosa bengala
49
Fluoresceina
 Film lacrimale
colorato verso il
giallo se più
concentrato verso il
verde se più diluito
 Evidenzia bene i
menischi lacrimali
 Irregolarità della
superficie oculare e
le soluzioni di
continuo del film
50
Fluoresceina e verde di lissamina
51
Black line
 Colorazione con fluoresceina
 Luce di Wood
 Si evidenzia una linea nera assottigliamento
lineare del film adiacente al menisco che si
sviluppa quando le palpebre si aprono e il
menisco si svuota
52
BUT
 E’ il tempo che intercorre tra un ammiccamento e
la formazione di lacune nel film precorneale e
costituisce la misura della stabilità del film
lacrimale.
 Tutti i tipi di occhio secco possono ridurre il
valore del BUT:occhio secco ambientale (strato
lipidico ridotto), CCS (fase acquosa ridotta),
pemfigoide (muco ridotto) ed epiteliopatia.
53
 Il paziente viene informato del test e viene sistemato
davanti alla lampada a fessura; si abbassa la luce e si
instillano 10μl di fluoresceina allo 0,125%. Il paziente
esegue alcuni normali ammiccamenti dopo di che gli
viene detto di non ammiccare.
 L’osservazione a 10-20x ingrandimenti con fessura di luce
alta, abbastanza ampia con inclinazione a 60°, filtro
azzurro (cobalto) e microscopio ad angolo retto con la
cornea.
 L’osservatore muove orizzontalmente la lampada da un
lato all’altro della cornea fino alla comparsa di una
macchia nera (punto secco) nel film precorneale.
 Si ferma il cronometro nel momento in cui il punto
aumenta di dimensioni.
 La lacuna può apparire ovunque, ma più spesso nella
regione temporale inferiore nei pressi del menisco
lacrimale.
54
 Il test viene di solito eseguito 2-3 volte in ciascun
occhio.
 L’apertura artificiale ampia produce un BUT
incontrollabilmente basso per la perdita del
contatto con il film precorneale.
 Se vi sono diverse interruzioni durante il test,
bisogna reinstillare il colorante.
 Il BUT viene ridotto da olio, pomate, cloruro di
benzalconio, cocaina, cattivo clima interno, test
di Schirmer.
 Il BUT viene aumentato da mucomimetici
(metilcellulosa, alcool polivinilico), destrano 10%.
 Un valore BUT ≥ 10 sec è normale.
 Un valore BUT ≤ 10 sec è patologico e indica
occhio secco.
55
Tempo di break up time
 Tbut
56
Break Up Time
 Secondo Holly il fenomeno è legato al processo di
evaporazione dell’acqua dal film lacrimale precorneale:
lo strato acquoso diminuisce ed i lipidi dello strato
superficiale possono più facilmente contaminare, per
precipitazione, lo strato mucoso che ricopre i microvilli
dell’epitelio corneale.
Ciò comporta l’inattivazione della funzione
“idrofilizzante” della mucina, con conseguente
formazione di zone idrofobe (dry spots).
57
BUT
 La diminuzione del BUT , conseguenza di uno stato di
instabilità del film, pare sia dovuta a:
• Eccessiva concentrazione di lipidi polari sulla
superficie
• Diminuito spessore del film
• Irregolarità della superficie oculare
• Difetto localizzato della quantità/qualità del muco
• Presenza di agenti surfactanti a basso peso
molecolare, tra i quali si possono includere
gli anestetici locali ed i conservanti
58
NIBUT
 Non-invasive BUT.
 Si fa ammiccare il paziente 2 volte e lo si fa
guardare dritto in avanti e si fa partire il
cronometro.
 Si ferma il tempo quando compare il primo
segno di discomfort oculare.
 Sec Mengher et al (1985)cut – off <10 sec
59
The graphical representation of this symptomatic zone may prove useful when explaining to
a patient how and why he experiences ocular discomfort. By better educating a patient
about the severity of his condition with this simple tool, he may be more compliant when
instructed to avoid situations that may exacerbate his signs and symptoms.
60
Misurazione dell’
osmolarità lacrimale
 Rappresenta il risultato dell’equilibrio tra la
secrezione e l’evaporazione.
 Valori normali: 304± 1.4 mOsm./l.
 Nella CCS il suo valore è ≥ 312mOsm./l.
 Test molto utile ma che richiede specifici e
costosi equipaggiamenti.
61
TearLab
 La letteratura dimostra che il test dell’osmolarità
lacrimale,il cui valore cut-off corrisponde a 316.8
mOsm/l è il più sensibile e specifico tra quelli
disponibili.L’introduzione sul mercato di
strumenti come tearlab è di estrema rilevanza:si
tratta di un dispositivo medico per la diagnosi e il
controllo di paziente da sindrome dell’occhio
secco.
 Invasività minima: 50 nl di lacrima
 No dolore
 Velocità
 Sensibilità 90% e specificità 95% (farris,1994)
62
Tear lab
 No anestetico
 Inserimento della lab card nella penna di raccolta
(scheda dotata di microcapillari)
 Appoggio della penna sul menisco lacrimale
 Appoggio della penna nell’apposito lettore con
visualizzazione del valore di osmolarità
 Misura l’impedenza del fluido lacrimale per ottenere
un preciso valore di osmolarità
63
Tear lab
64
Valutazione
lipidico
dello
strato
 Lo spessore dello strato lipidico può essere
misurato per mezzo del suo schema di
interferenza nella lampada a fessura.
 Tear scope
 Nella CCS aumenta di spessore.
 Nell’occhio secco per cause ambientali
diminuisce di spessore.
65
interferometria
 Mc Donald nel 69
 Test misura lo strato lipidico
 Paziente davanti alla lampada a fessura
 Davanti allo specchio del microscopio filtro smerigliato
 Se lo strato lipidico > 134 nm appare simile ad una macchia di
petrolio su una superficie bagnata di acqua
 In una analisi cinetica le immagini di interferenza sono
registrate su un video
66
Immagini del tearscope
 Spessore 13-50nm. Candidato idoneo per l’applicazione di LAC.
67
 Spessore 13-50nm. Strato lipidico sottile e scarso.Sensazione di corpo
estraneo. Non idoneo all’uso di LAC.
68
 Spessore 50-70nm. Strato lipidico normale. Idoneo per LAC
• Spessore 50-70nm. Strato lipidico normale. Idoneo per LAC.
69
• Spessore di 80-90nm. Strato lipidico molto buono.Candidato ideale per LAC
70
TESTS




DI
LABORATORIO
Citologia della lacrima
Citologia a impressione
Lattoferrina
Lisozima
71
Elettroforesi della lacrima
componente acquosa
 Micropipetta capillare
 Il campione va trasferito su un microtubo di vetro
e congelato
 Elettroforesi su tampone barbital-tris a ph 8.6 per
15 ‘ a 220 V su acetato di cellulosa
 1° picco 25-35% proteine totali
 2° picco 4-10 % sieroproteine
 3° picco lattoferrina e transferrina sierica 35-45%
 4° picco lisozima 25%
72

Citologia su spazzolato
congiuntivale ( brush
E’ un test poco traumatico
, sicuro facilmente
cytoloy):
riproducibile :viene anestetizzata la superficie
oculare con qualche goccia di anestetico topico ,
quindi si prelevano delle cellule congiuntivali con
uno spazzolino o una spatola smussa di Kimura a
livello della congiuntiva bulbare superiore in
prossimità delle ore 12 , si strisciano su un vetrino e
poi si fissano con un fissativo, il vetrino deve essere
lasciato asciugare per almeno 1-2 ore e poi in
laboratorio di anatomia patologica viene colorato
con colorazione MaY Grumwald Giemsa .
73
Metaplasia squamosa
cellule
congiuntival
i normali
74
Cellule caliciformi
75
citologia
 Il materiale ottenuto viene graduato in base ad uno
score di TSeng e studiato al microscopio in base a
rapporto Nucleo/citoplasma,morfologia
nucleare,distribuzione o assenza di cellule
caliciformi mucipare, cheratinizzazione e cellule
infiammatorie.
 Il sistema semiquantitativo a punteggio indica la
eventuale presenza di una condizione di flogosi e
graduandola da modica a intensa. E’ importante per
la valutazione clinica, in quanto consente una più
accurata monitorizzazione del paziente in corso di
terapia.
76
Citologia per impressione
congiuntivale
 E’ simile alla precedente l’unica differenza è
che il materiale cellulare viene prelevato con
di filtri di acetato di cellulosa che vengono
appoggiati sulla superficie congiuntivale
77
Biopsia congiuntivale
 Esame istologico cioè di studio dei tessuti
della congiuntiva , praticabile in anestesia
locale alla lampada fessura si esegue un
prelievo della congiuntiva che poi in
laboratorio viene analizzato.
78
Preparato istologico
79
80
Garbagnate milanese 24 marzo 2010
81