LEZIONE 5 CONDIZIONI DRENATE E NON DRENATE Terreno come mezzo multifase i carichi applicati ad una massa di terreno vengono sopportati in parte dallo scheletro solido ed in parte dalla fase fluida presente. Cosa succede ad un elemento di terreno a seguito dell’applicazione (o la rimozione) di una sollecitazione esterna? Si consideri ad esempio la realizzazione di una fondazione superficiale o di un rilevato e si consideri un elemento di terreno posto ad uno certa profondità. L’elemento di terreno, essendo poroso, può contenere nei vuoti intergranulari del z fluido che, soggetto ad un aumento della pressione, può allontanarsi dall’elemento. Per comprendere cosa succede a tale elemento soggetto ad una carico aggiuntivo è possibile pensarlo considerandolo chiuso in un contenitore e sovrastato da uno stantuffo poroso che consente, allo stesso tempo, di applicare un carico e la fuoriuscita del fluido interstiziale. 1 Tale situazione può essere schematizzata considerando il contenitore pieno di acqua, idealizzando lo scheletro solido come una molla (che ne rappresenta la resistenza a compressione)e considerando un pistone impermeabile dotato di una valvola (resistenza al moto dell’acqua) che permetta la fuoriuscita del fluido. Situazione 1. Si applichi un carico allo piastra mantenendo la valvola chiusa. Il carico si ripartisce tra la molla ed acqua proporzionalmente alle relative rigidezze. Essendo l’acqua un liquido pressoché incomprimibile (rigidezza elevatissima rispetto allo scheletro solido) l’intero aumento di tensione è equilibrato dall’incremento di pressione dell’acqua. σ v = σ v 0 + ∆σ u = u 0 + ∆σ σ v' = σ v − u = σ v 0 + ∆σ − (u 0 + ∆σ ) = σ v 0 − u 0 = σ v' 0 Le tensioni efficaci NON variano e non si hanno variazioni di volume (CONDIZIONI NON DRENATE) 2 Situazione 2. Se la valvola viene aperta, il fluido comincia a fuoriuscire e la molla, progressivamente, comincia ad accorciarsi sopportando una porzione di carico sempre maggiore. Contemporaneamente la pressione dell’acqua diminuisce. Questo processo continua fino a che l’aumento di carico applicato ∆σ è interamente sopportato dalla molla e la pressione dell’acqua torna ai valori idrostatici iniziali. Raggiunto questo stato cessa il moto di filtrazione dell’acqua. Alla fine del processo si ha: σ v = σ v 0 + ∆σ u = u0 σ v' = σ v − u = σ v 0 + ∆σ − u 0 = σ v' 0 + ∆σ Le tensioni efficaci AUMENTANO e si ha una variazione di volume (CONDIZIONI TRANSITORIE sino a che le SOVRAPRESSIONI ∆u non si annullano. Si passa in questo istante a condizioni DRENATE). 3 Cosa succede nel caso reale? Se l’applicazione (o la rimozione) di sollecitazioni a un terreno provoca una variazione dello stato tensionale efficace, questo è, generalmente accompagnato da una variazione di volume. Tale variazioni di volume sono dovute, non tanto ad una deformazione dei singoli grani, quanto ad una riorganizzazione spaziale delle particelle ed alla conseguente variazione del volume degli spazi interparticellari. Se la pressione dell’interstiziale u0 rimane costante, le variazioni di tensione efficace eguagliano le variazioni di tensione totale. Poiché il volume dei granuli solidi rimane costante, la variazione del volume del terreno ∆V deve essere uguale al volume di acqua espulso dal terreno ∆Vw. 4 In un terreno saturo la variazione di volume avviene a spese dell’espulsione dell’acqua dagli spazi interparticellari. Perché l’acqua contenuta nei pori possa allontanarsi occorrono tempi più o meno lunghi a seconda della struttura del terreno. Se questo non avviene la pressione interstiziale del fluido cambia. Il processo di ridistribuzione dei carichi esterni applicati avviene in condizioni drenate o in condizioni non drenate, per un dato terreno, a seconda della velocità di applicazione dei carichi stessi. 5 Caso 1. Incremento di tensione totale ∆σ applicato LENTAMENTE. L’acqua ha il tempo di allontanarsi dal volume di terreno considerato mentre il carico viene applicato. Non vi sono, quindi, variazioni delle pressioni interstiziali ed i cambiamenti di volume avvengono contemporaneamente all’applicazione del carico. L’incremento di tensione efficace è, in ogni istante, pari all’aumento di tensione totale applicata. PROCESSO DI CARICO IN CONDIZIONI DRENATE: LE PRESSIONI INTERSTIZIALI RIMANGONO COSTANTI E PARI AL VALORE DI REGIME U0. SI HA UN INCREMENTO EFFICACI TENSIONI PARI A TOTALI. DELLE TENSIONI QUELLO AVVIENE DELLE CON VARIAZIONE DI VOLUME. 6 Caso 2. Incremento di tensione totale ∆σ applicato VELOCEMENTE. L’acqua non ha il tempo di allontanarsi dal terreno ed il volume del terreno durante l’applicazione del carico rimane costante. Il carico provoca un aumento della pressione interstiziale (detta SOVRAPPRESSIONE INTERSTIZIALE u ), mentre le tensioni efficaci non variano. PROCESSO NON DI CARICO IN CONDIZIONI DRENATE: INTERSTIZIALI LE PRESSIONI VARIANO MENTRE RIMANGONO COSTANTI LE TENSIONI EFFICACI. AVVIENE A VOLUME COSTANTE. Al temine dell’applicazione del carico in condizioni non drenate la pressione interstiziale è pari alla pressione interstiziale di regime u0 più il valore della sovrappressione interstiziale causata dall’applicazione del carico. Tale sovrappressione innesca un processo di FILTRAZIONE del terreno tale da provocare l’espulsione progressiva dell’acqua. A tale fenomeno è associata una diminuzione delle pressioni interstiziali, che progressivamente tornano al loro valore iniziale con una conseguente e progressiva diminuzione di volume. 7 Tale processo continua fino a che le sovrappressioni non sono completamente dissipate e cioè fino a quando la pressione dell’acqua al contorno del terreno non coincide con le pressioni interstiziali. PROCESSO DI CARICO IN CONSOLIDAZIONE: DISSIPAZIONE DELLE SOVRAPPRESSIONI INTERSTIZIALI ACCOMPAGNATA DA VARIAZIONI DI VOLUME. E’ CIOÈ UN FENOMENO DI COMPRESSIONE ACCOPPIATO AD UNO DI FILTRAZIONE. La variazione di volume finale è la medesima a quella che si otterrebbe ad applicare lo stesso aumento di tensioni totali con velocità tali da rimanere in condizioni drenate. 8 La velocità di applicazione del carico che distingue le condizioni drenate da quelle non drenate varia al variare del tipo di terreno. Infatti la VELOCITA’ di FILTRAZIONE dell’acqua in un terreno è governata dal COEFFICIENTE di PERMEABILITA’ k che varia al variare del tipo di terreno (a differenza del moto dell’acqua in una condotta, quello nel terreno è affetto da una resistenza maggiore dovuta alla presenza dei grani solidi). Il moto dell’acqua in un mezzo è diretto dalle zone aventi valori di pressione maggiori verso quelle a pressione inferiore. Punto B: pressione interstiziale costante pari a u 0 = γ w ⋅ hw 0 Punto A: sovrappressione interstiziale pari a u = γ w ⋅ hw Si definisce gradiente idraulico (o cadente piezometrica) la variazione delle pressione nell’unità di spazio: i= δhw δs 9 La legge che governa il moto di filtrazione dell’acqua in un mezzo poroso (come il terreno) è la legge di DARCY V = k ⋅i La velocità V del fluido è proporzionale al gradiente idraulico e la costante di proporzionalità è il coefficiente di permeabilità k (ha le dimensioni di una velocità). Tale coefficiente dipende essenzialmente dalle dimensioni degli spazi intergranulari e, pertanto, dalle dimensioni dei granuli. In tabella sono riportati valori tipici di tale coefficiente. Tipo di terreno k [m/s] Ghiaia pulita 10-2 - 1 Sabbia pulita, sabbia e ghiaia 10-5 - 10-2 Sabbia molto fine 10-6 - 10-4 Limo 10-8 - 10-6 Argilla omogenea al di sotto della falda < 10-9 Argilla sovraconsolidata fessurata 10-8 - 10-4 La variabilità di tale parametro (anche superiore a 106) è talmente marcata da rendere il comportamento dei terreni a grana grossa, macroscopicamente differente da quello dei terreni a grana fine. I terreni a GRANA GROSSA (GHIAIA-SABBIA) hanno permeabilità altissime (k>10-6 m/s): la eventuale sovrappressione interstiziale si dissipa in tempi brevissimi. Il comportamento di tali materiali può, in generale, analizzarsi in condizioni drenate, trascurando il moto di filtrazione transitorio necessario alla dissipazione delle sovrappressioni dell’acqua interstiziale. 10 I terreni a grana fine (LIMI – ARGILLE), invece, hanno permeabilità ridotte (k<10-6 m/s), e si comportano inizialmente come un sistema chiuso senza moti di filtrazione (condizioni non drenate). Successivamente si instaura un flusso in regime transitorio (processo di consolidazione) durante il quale si hanno variazioni delle caratteristiche di resistenza, deformabilità e dello stato di tensione efficace. Tutto questo fino alla completa dissipazione delle sovrappressioni interstiziali. Quanto detto può essere assunto come corretto quando la velocità di applicazione dei carichi non si avvicina troppo agli estremi dei valori riportati nella tabella sottostante. Carico Durata Impatto (terremoto, battitura pali) <1s Onda marina 10 s Scavo trincee 3h Fondazioni 10 giorni - mesi Scavo grosse dimensioni 3 mesi Rilevati 3 anni Erosione 30 anni Condizioni non drenate anche per sabbia e ghiaia Condizioni drenate anche per argilla 11