LE OPERE PUBBLICHE - TEATRI, BASILICHE, PORTICI!
LA CARICA DEL CENSORE!
La magistratura del Censore fu istituita nel 443 a.C sulla base di una proposta presentata al Senato, per ovviare al
problema sempre più pressante, del ritardo con cui venivano tenuti i censimenti, fino ad allora di responsabilità dei
consoli.!
« La censura si era resa necessaria non solo perché non si poteva più rimandare il censimento che da anni non
veniva più fatto, ma anche perché i consoli, incalzati dall'incombere di tante guerre, non avevano il tempo per
dedicarsi a questo ufficio. Fu presentata in senato una proposta: l'operazione, laboriosa e poco pertinente ai
consoli, richiedeva una magistratura apposita, alla quale affidare i compiti di cancelleria e la custodia dei registri e
che doveva stabilire le modalità del censimento. »(Tito Livio, Ab urbe condita, IV, 8 )!
Primi a ricoprire la carica, ad appannaggio dei patrizi, furono i consoli del 444 a.C., Lucio Papirio Mugillano e Lucio
Sempronio Atratino, quasi a risarcimento del fatto che il loro consolato durò meno dell'anno normalmente previsto
per la carica.!
Tale carica in origine poteva essere ricoperta solo dai patrizi, ma dal 3339 a.C. le Leges Publiliae stabilirono che
uno dei censori dovesse essere di estrazione plebea. A contraddistinguere l'atto della loro elezione era la
cosiddetta cerimonia della Lustratio, la purificazione della città (il termine Lustrum, da allora, designa un periodo di
cinque anni, ovvero il lasso di tempo che intercorreva tra un'elezione e la successiva). I censori erano una delle più
alte magistrature della Roma antica assieme ai consoli, ai pretori, agli edili e ai tribuni della plebe. !
Erano sempre in numero di due ma, pur avendo funzioni importanti, erano privi di imperium (questo è tuttavia un
dato incerto; alcune fonti sostengono infatti che ne fossero dotati). Venivano eletti direttamente dai comizi centuriati.
All'inizio la durata in carica era di cinque anni, ma già dal 433 a.C., su proposta di Mamerco Emilio Mamercino alla
sua seconda dittatura, il periodo fu diminuito in modo da non superare i 18 mesi. L'elezione rimase comunque a
cadenza quinquennale. I censori si occupavano principalmente del censimento della popolazione, della cura
morum (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della lectio senatus. Con il declino e la
caduta della Repubblica Romana la carica venne poi assunta direttamente dagli imperatori spesso in chiave antisenatoria.!
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IL CAMPO MARZIO!
Sin dall'epoca regia, l'area fu consacrata al dio Marte, e adibita ad esercizi militari. Si racconta che qui, presso la palus
Caprae (palude della Capra; una depressione o palude nella parte meridionale del campo Marzio dove oggi sorge il
Pantheon l), fu assunto al cielo il primo re di Roma, Romolo. Tarquinio il Superbo se ne appropriò e lo fece coltivare a
grano. Secondo una leggenda, durante la rivolta che causò la cacciata del re, i covoni di quel grano furono gettati nel
fiume dando origine all' Isola Tiberina. Con l'inizio dell'epoca repubblicana, il Campo Marzio ritornò area pubblica e fu
riconsacrato al dio. Fu sede dei comitia centuriata, assemblee del popolo in armi.!
La parte più meridionale della piana, a partire dalle pendici del Campidoglio (dove attualmente sono visibili i resti del
Teatro Marcello e del portico di Ottavia) era distinta dal Campo Marzio vero e proprio, con il toponimo di Circo Flaminio.
L'area fu attraversata dalla Via Flaminia, la cui parte urbana prese il nome di via Lata (attuale via del Corso).!
Le fondazioni di edifici sacri partono dal primo dei re di Roma, Romolo e proseguono fino a tutto il II secolo a.C. Vi
vennero inoltre edificati portici e edifici privati e vi ebbero dei possedimenti Publio Cornelio Scipione e Pompeo.!
Inizialmente la zona, poiché era al di fuori dei confini ufficiali della città (pomerio), venne utilizzata per dare udienza ad
ambasciatori stranieri e vi venivano più facilmente eretti luoghi di culto per le divinità orientali.!
L'inizio della monumentalizzazione dell'area si ebbe con il Teatro di Pompeo nel 55 a.C. Con Cesare furono sistemati gli
edifici legati alle elezioni, i Saepta Iulia (completati da Augusto) e la Villa publica.!
In epoca augustea, Marco Vispanio Agrippa, inserì i giardini, la Basilica di Nettuno, le terme con il suo nome e il
Pantheon. Vi fu costruito anche il primo anfiteatro permanente di Roma (l'anfiteatro di Statilio Tauro), un teatro (il teatro
di Balbo), un'immensa meridiana (la meridiana di Augusto) a fianco della quale sorgeva l Ara Pacis.!
La zona non edificata verso nord era dominata dal mausoleo di Augusto e dall'orologio solare (Horologium Augusti )
formato da una estesa platea in marmo, i cui resti sono oggi visibili negli scavi a s. Lorenzo in Lucina. Probabilmente a
Caligola si deve la prima costruzione del tempio dedicato a Iside. Sotto Nerone furono costruite altre terme a suo nome
e un ponte.!
Dopo il grande incendio di Roma dell'anno 80 Domiziano ricostruì i monumenti aggiungendo uno stadio (che diverrà poi
piazza Navona) e un odeion (piccolo edificio per spettacoli coperto, in forma di piccolo teatro). Adriano trasformò il
complesso del Pantheon e collocò nella parte settentrionale, legata ai funerali imperiali, i templi di Matidia e Marciane.
Successivamente vi furono costruiti il tempio di Adriano, e vi furono innalzate una colonna dedicata ad Antonino Pio e la
Colonna Antonina, dedicata a Marco Aurelio, che traeva ispirazione dalla Colonna Traiana.!
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IL CAMPO MARZIO!
IL TEATRO DI POMPEO!
Fu eretto per volere del console Pompeo tra il 61, anno del terzo
trionfo e il 55 a.C. anno del suo secondo consolato, e fu per Roma
una innovazione straordinaria: la legge romana vietava infatti la
costruzione di teatri in muratura, per mantenere il carattere
religioso che il teatro possedeva dalla tradizione greca; teatri
provvisori in legno venivano eretti soltanto in prossimità di luoghi
di culto.!
Pompeo, per aggirare la legge, costruì su un podio rialzato un
tempio dedicato a Venere vincitrice. Una gradinata d'accesso
nell'area antistante fu edificata in forma semicircolare di esedra:
questa cavea fu completata da una scena monumentale lunga
circa 90 metri, ed ecco sorto e legittimato il teatro. Tale sistema
venne utilizzato successivamente dai romani per la costruzione di
altri teatri in muratura.!
Era una struttura di grandi dimensioni: la cavea aveva un diametro
di circa 150 metri, arricchita da un monumentale quadriportico con
colonne di granito (Hecatostylum) che si stendeva fino all'area
sacra di largo Argentina. Qui, (all'incirca in corrispondenza
dell'attuale Teatro Argentina) era la grande aula detta Curia
Pompeii, dove si tenevano riunioni del Senato.!
Benché Augusto avesse fatto murare la Curia come locus
sceleratus, il teatro rimase in uso e venne restaurato dagli
imperatori fino al V secolo (ancora al tempo del re goto Teodorico,
un suo cancelliere romano ricordava con parole piene di
ammirazione il Teatro di Pompeo, ricco di marmi, sculture ed
affreschi, con caverne coperte a volta con pietre pendenti
collegate in forme bellissime ).!
TEATRO DI MARCELLO!
Giulio Cesare progettò la costruzione di un teatro, destinato a rivaleggiare con quello edificato nel
Campo Marzio da Pompeo. A questo scopo venne espropriata una vasta area, demolendo anche
alcuni edifici sacri, come un tempio dedicato alla dea Pietas e uno forse da identificare col tempio di
Diana. Alla morte del dittatore tuttavia erano solo state gettate le fondazioni e i lavori furono ripresi da
Augusto, che riscattò con il proprio denaro un'area ancora più vasta e fece innalzare un edificio di
dimensioni maggiori di quello originariamente previsto. Questo allargamento comportò probabilmente
l'occupazione della parte curva del Circo Flaminio, che da allora divenne una semplice piazza, e lo
spostamento e la ricostruzione degli edifici sacri circostanti, come l'antico tempio di Apollo e il tempio di
Bellona.!
Il primo utilizzo del nuovo edificio per spettacoli risale all'anno 17 a.C., durante i ludi saeculares ("ludi
secolari"). Nel 13 a.C. il nuovo edificio venne ufficialmente inaugurato con giochi sontuosi e dedicato a
Marco Claudio Marcello, il nipote, figlio della sorella Ottavia, che Augusto aveva designato come
erede, dandogli in moglie la propria figlia Giulia, ma che era morto prematuramente. In questa
occasione sulla scena del teatro furono collocate quattro colonne di marmo africano, prese dalla casa
di Marco Emilio Scauro sul Palatino e una statua di Marcello in bronzo dorato.!
Un primo restauro della scena si ebbe sotto Vespasiano e altri restauri si ebbero sotto Alessandro
Severo. Nonostante il possibile reimpiego di alcuni blocchi di travertino provenienti dalla facciata nel
restauro del 370 del Ponte Cestio, il teatro sembra fosse ancora utilizzato e nel 421 si ebbe un
restauro delle statue collocate nell'edificio a cura di Petronio Massimo, praefectus urbi.!
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La Basilica Emilia (Basilica Aemilia) è una basilica civile, edificata nel Foro Romano, è l'unica sopravvissuta dell'epoca
repubblicana anche se il suo aspetto odierno è influenzato dai numerosi restauri e rifacimenti di epoca imperiale.!
Sul lato nord-orientale della piazza del Foro erano attestate nel V secolo a.C. le tabernae lanienae, che ospitavano la
vendita delle carni e furono sostituite alla fine del IV secolo a.C. dalle tabernae argentariae, sede dei banchieri, precedute
dai maeniana o ballatoi di legno; la facciata fu adornata in varie riprese con gli scudi sottratti ai nemici vinti. Ricostruite
dopo la distruzione subita nell'incendio del 210 a.C. presero il nome di tabernae novae (mentre quelle sul lato opposto
della piazza, non toccate dall'incendio, erano chiamate tabernae veteres).!
Una prima basilica alle spalle delle tabernae argentariae fu costruita probabilmente tra il 210 a.C. e il 195-191 a.C., data in
cui Plauto sembra attestarne l'esistenza. Dai resti visti negli scavi la basilica sembra fosse suddivisa in quattro navate
pavimentate in tufo di Grotta Oscura, con la facciata sul retro preceduta da un portico che si affacciava verso il Forum
Piscatorium e il Macellum (nella parte in seguito occupata dal Foro di Nerva).!
In una seconda fase un nuovo edificio fu costruito dal censore del 179 a.C. Marco Fulvio Nobiliore con il nome di Basilica
Fulvia. In seguito alla morte del censore fu forse completata ad opera del suo collega Marco Emilio Lepido. A partire da lui,
numerosi esponenti della gens Aemilia ne curarono i restauri, prendendo così anche il nome di Basilica Aemilia. In questa
fase la navata centrale fu allargata a spese del portico posteriore, che fu ristretto, e doveva avere tre navate con architravi
in legno, pavimentate in travertino. La navata centrale doveva essere rialzata, secondo la consuetudine, per permettervi
l'apertura di finestre nella parte alta, che garantissero l'illuminazione all'edificio.!
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Un saggio di scavo della parte più antica, sul lato ovest, permette di vedere
come la pianta dell'edificio non sia sostanzialmente mutata nel corso delle
ricostruzioni (a parte l'aumento di una navata sul lato nord, in modo da
sfruttare più spazio possibile). Il lato sud era il lato maggiore che dava sulla
piazza del Foro. Qui la facciata era composta da due ordini sovrapposti di
sedici arcate, sostenute da pilastri con semicolonne, che creavano un portico
anteriore. Da tre ingressi si accedeva all'interno, diviso in quattro navate e
ampio circa 70 x 29 metri.!
La Basilica Aemilia fu abbellita dal console del 78 a.C., omonimo del censore
del secolo precedente (Marco Emilio Lepido), che vi appose dei
"clipei" (scudi). Questo intervento fu ricordato da una moneta nel 61 a.C., del
figlio, ancora omonimo, il futuro triumviro Marco Emilio Lepido, nella quale è
raffigurato l'esterno dell'edificio con i clipei, probabilmente il portico a due
piani che precedeva le tabernae verso la piazza del Foro (o secondo alcuni il
portico posteriore).!
Secondo alcuni studiosi, tuttavia, in quest'epoca la Basilica Aemilia costituiva
un edificio separato dalla basilica Fulvia, costruito forse nel 164 a.C. dal
censore Lucio Emilio Paolo e collocato sul lato corto sud-orientale della
piazza, dove poi sorse il Tempio di Divi Giulio. A questo edificio dovrebbe
riferirsi in tal caso l'ornamentazione con i clipei e la raffigurazione della
moneta.!
Moneta di Marco Emilio Lepido!
61 a.C.!
PORTICO DI OTTAVIA!
Quinti Cecilio Metello Macedonico, dopo aver celebrato un trionfo nel 146 a.C. sulla Macedonia, fece erigere
un tempio dedicato a Giove Statore su progetto dell'architetto greco Ermodoro di Salamina: il tempio venne
dedicato entro il 131 a.C., anno in cui Metello rivestiva la carica di censore. Il tempio viene descritto da
Vitruvio come un vero periptero di tipo greco, il primo edificio sacro costruito interamente in marmo a Roma.
Alla costruzione sono legati i nomi di Sauro e Batraco, probabilmente gli scultori incaricati della sua
decorazione, che avrebbero lasciato come firma la rappresentazione di una lucertola (saurus) e di una rana
(batrachus).!
Contemporaneamente venne probabilmente ricostruito anche il precedente tempio di Giunone Regina e i due
edifici vennero inseriti nel "portico di Metello" (porticus Metelli), un recinto con portici sui quattro lati (quelli
laterali a due navate), ornato da opere d'arte greche. Tra queste era celebre la turma Alexandri, ossia le 24
statue equestri dei compagni di Alessandro Magno morti nella battaglia di Granico, opera di Lisippo, che
Metello aveva asportato come bottino di guerra da Dion, in Macedonia . Vi era inoltre esposta la statua in
bronzo di Cornelia, madre dei Gracchi, celebre per essere stata la prima statua femminile esposta in
pubblico a Roma. Le statue di culto dei due templi furono eseguite dagli scultori Dioniso e Policle, figli di
Timarchide.!
Il Circo Flaminio, da cui partivano i cortei trionfali, era già sede di diversi templi, edificati dai trionfatori a
scopi di autocelebrazione. Si tratta tuttavia probabilmente del primo esempio di templi racchiusi da lussuosi
portici, che accentuavano il carattere propagandistico dell'operazione, con modalità successivamente riprese
a scala maggiore nei Fori Imperiali.!
Tra il 27 e il 23 a.C si ebbe una radicale ricostruzione del complesso, finanziata con il bottino della vittoria
sulla Dalmazia da Ottaviano, che lo dedicò a nome della sorella Ottavia (porticus Octaviae). I templi furono
probabilmente rimaneggiati e nuovamente dedicati. A questa fase dovrebbe appartenere un'esedra, visibile
alle spalle dei due templi su un frammento della Forma Urbis, forse identificabile con la curia Octaviae, luogo
di riunione del Senato. Nella ricostruzione il portico venne ampliato verso sud-ovest e vi furono aggiunti l'
ingresso monumentale sporgente al centro del lato verso il Circo Flaminio e forse il portico esterno, che
tuttavia potrebbe essere già stato presente nella fase metelliana.!
Nell' 80 il complesso subì danni in seguito ad un incendio e venne probabilmente restaurato da Domiziano.
Nel 203 il portico e probabilmente anche i templi, vennero ricostruiti, probabilmente con la stessa pianta, e
nuovamente dedicati da Settimio Severo e Caracalla ("portico di Severo" o porticus Severi), dopo le
distruzioni dovute ad un incendio (forse quello del 191). Nel 442 subì i danni di un terremoto, in seguito ai
quali due delle colonne del propileo di ingresso vennero sostituite dall'arcata tuttora esistente. Intorno al 770
a partire dal propileo di ingresso venne edificata la chiesa di S. Paolo in summo circo, poi Sant Angelo in
Pescheria, tuttora esistente.!