Per questa Scheda Formativa, grazie a: Erminia Foti, Valeria Lavano, Annalisa Dalla Mora, Matteo Vasca Indice Introduzione 1) Un’introduzione alla crisi economica 2) Ritornando in Europa Come acquisto 1) pag.3 pag.6 La pubblicità Le multinazionali, queste sconosciute 1) Storia e funzionamento 2) Rischi, problemi e benefici pag.8 Proposta di attività pag.11 Il ruolo della politica nell’economia pag.13 1) Importanti leggi e normative Proposte di attività 2 pag.16 INTRODUZIONE Perché, penserete, nell’anno della partecipazione parlare anche di economia? Sembra un argomento lontano dalla nostra vita quotidiana, troppo “in alto” per dei semplici cittadini; questo, in realtà, è un tema che ci tocca tutti i giorni. Pensiamo semplicemente a quando andiamo a fare la spesa o a quando apriamo un conto corrente presso una banca: ogni giorno facciamo delle scelte economiche e, che ci possiate credere o no, queste scelte possono pesare davvero tanto. Abbiamo scelto di parlare di economia perché se ne parla troppo, forse male, in televisione e sui mass media. Abbiamo scelto di parlare di economia perché poi, in realtà, se ne discute poco. Abbiamo scelto di parlare di economia perché pensiamo sia importante che ogni msacchino si interroghi su come può, nel suo piccolo, contribuire a rendere il nostro un sistema economico più equo. Buona lettura, ma, soprattutto, buona riflessione. 1. Un’introduzione alla crisi economica Da anni ormai sentiamo parlare in tv, sui giornali e tramite i mass media di queste due parole, “crisi economica”, che accostate possono fare un po' paura e creano sicuramente tanti dubbi. Cosa sarà mai questa crisi? È irrisolvibile? Cosa possiamo fare noi? Ecco che le nostre perplessità si infittiscono e i nostri quesiti aumentano notevolmente. Ma non preoccupatevi, cercheremo di presentarvi a grandi linee la crisi economica, cercando di non tralasciare gli aspetti più importanti, avendo un occhio di riguardo non solo alla narrazione degli eventi ma anche alle ripercussioni che tutto ciò ha causato e causa nella nostra vita. Per darvi una idea “minima” di questa ingarbugliata situazione, bisogna iniziare dalle cause scatenanti. Molto è cominciato nel 2006, con la crisi dei mutui subprime. Mutuo subprime: prestito concesso a soggetti con una storia creditizia negativa, ai quali quasi nessuno presterebbe soldi, e che quindi accettano di pagare gli interessi più alti pur di ricevere un prestito. 3 Le banche avevano già da tempo iniziato a concedere prestiti a soggetti che non avrebbero potuto avere accesso al credito, a meno che non avessero pagato interessi più alti (mutuo subprime). concede prestito subprime BANCA paga interessi maggiori CITTADINO Questi “soggetti” quasi sempre ottennero crediti per comprare immobili e questo fece lievitare la domanda sul mercato. Gli investitori, che avevano iniziato a percepire questa domanda di immobili come un'esigenza del mercato, investirono tanto nel settore. Tutto, però, alla fine si rivelò una “bolla”, perché le case erano comprate con i soldi dei prestiti subprime, che, nel frattempo, erano diventati troppo onerosi per chi li aveva ottenuti. Il fatto che i debitori avessero cominciato a non ripagare i prestiti ha fatto sì che tutto crollasse. Le banche si ripresero le case che le persone avevano comprato con i soldi dei prestiti, senza poterci guadagnare niente perché, adesso, nessuno avrebbe comprato le case e se lo avesse fatto, il prezzo sarebbe comunque stato bassissimo. compra immobile CITTADINO non riesce più a rimborsare il prestito, troppo “costoso” 4 tutti cominciano a comprare case: aumenta la domanda e il settore immobiliare cresce, così come i prezzi delle case BANCA CASA la banca si prende la “garanzia” (casa), che però ora non vale più nulla, perché tutti vendono e nessuno compra In realtà, il tutto è stato molto più complesso di così, ma per farla breve ci limiteremo a questi aspetti principali. La catastrofe immobiliare trascinò molti investitori al fallimento. Non solo azionisti o banche d’affari come Lehman Brothers, finite in banca rotta, ma, per effetto domino, tutte le persone impegnate nel settore immobiliare che ormai non “tirava” più come prima: costruttori, venditori, agenti, muratori, produttori di materiali, trasportatori. Il danno quantificato solo per le banche e le istituzioni finanziarie, a livello mondiale, è stato di 4.100 miliardi di dollari. Una quantità enorme di soldi che è come se fosse finita improvvisamente in fumo e sottratta al mercato mondiale. Questo ha avuto ripercussioni su tutta la popolazione. I crediti si sono ridotti e le banche sono diventate sempre più rigide, per cui le imprese e gli investitori non hanno potuto più chiedere soldi come prima e hanno dovuto ridurre le loro attività, il personale e i salari. Questo a sua volta ha ridotto i consumi. 2. Ritornando in Europa Dopo il crollo immobiliare negli Stati Uniti, il resto del mondo si accorse di problemi che si avvertivano già da circa un decennio: a causa dell'alta inflazione, prezzi di materie prime e carburanti aumentarono notevolmente, così come i prezzi degli alimenti e il debito pubblico di molti stati. In Italia alcuni di queste criticità erano già presenti, ma con l'arrivo della crisi l'attenzione per questi temi si fece più forte. Nel frattempo in Grecia il paese si trovava in una situazione finanziaria difficile a causa di una politica per lungo tempo poco attenta al risanamento dei conti pubblici. I Paesi dell’Euro finirono, quindi, in difficoltà a causa della moneta unica: se uno dei Paesi dell’area Euro avesse dichiarato bancarotta, questo avrebbe fatto perdere valore alla moneta, con conseguenze negative per tutti gli altri Stati. Dopo avervi fornito qualche breve cenno sulla crisi, vi sottoponiamo tre approfondimenti, che abbiamo ritenuto fondamentali per avere una visione più completa sul tema dell’economia. In questa scheda formativa abbiamo puntato sull'informazione cercando di snellire al massimo opinioni e riflessioni; abbiamo voluto presentarvi un metodo, perché l'economia non è una scienza “esatta” e quindi non potremmo mai porvi su un piatto d'argento tutte le soluzioni. Abbiamo, quindi, lasciato a voi dei piccoli spunti di riflessione per incrementare la vostra curiosità sull'argomento e delle utili bibliografie per darvi input interessanti. Vi mostreremo, quindi, come possiamo sensibilizzare e sensibilizzarci ai temi dell'economia. 5 COME ACQUISTO Cominciamo dalla parte più difficile: noi stessi. Abbiamo mai pensato che il nostro cellulare, le nostre scarpe, il nostro zaino non siano davvero indispensabili? Siamo sicuri che i prodotti più alla moda e diffusi siano anche sinonimo di qualità? Proviamo, partendo da queste domande, a riflettere un po’. 1. La pubblicità Hai mai sentito parlare di psicologia della pubblicità? Quando guardiamo la televisione o sfogliamo una rivista spesso ci sembra di non dare peso alle pubblicità, molte volte ci pare di non accorgerci neanche della loro presenza. In realtà molti studi confermano che non è affatto così, anzi! Gli “advertisements”, infatti, sono appositamente studiati per attrarci, incuriosirci e persino convincerci. 6 Tra i tanti aspetti su cui potremmo soffermarci nel parlare di psicologia pubblicitaria, vogliamo focalizzarci su uno studio in particolare, in cui lo psicologo sociale statunitense Robert Cialdini individua alcuni principi di persuasione che sono stati applicati alla pubblicità (i link rimandano a degli esempi pratici): la simpatia. È la propensione ad acconsentire alle richieste di persone che conosciamo o ci sono “gradevoli”. Non si parla solo di bellezza, ma di persone piacevoli e attraenti (è il caso dei testimonial, personaggi famosi che pubblicizzano un prodotto); l’autorità. Abbiamo mai fatto caso che nelle pubblicità di prodotti, gli aspetti più scientifici ci vengono presentati da persone che sembrano scienziati? Questo viene fatto perché siamo abituati a rispettare quello che viene detto da chi ci sembra autoritario e istituzionale; amplifica l’impatto emotivo della comunicazione; la scarsità (a volte ne basta anche solo la “paura”). È il caso della “promozione”, che ha il compito di ravvivare la domanda di un prodotto quando questa è scarsa. Essa spinge all’acquisto di un prodotto, presentandoci ad esempio un’offerta straordinaria o una disponibilità limitata (“fino ad esaurimento scorte”, ci dice niente?). La promozione è spesso gridata, accompagnata da grandi scritte e colori vivaci, fa spesso appello a sentimenti infantili e ci spinge a pensare che quel bene sia indispensabile, anche se magari in realtà non ci serve. Di fatto, siamo meno liberi di scegliere. Questi sono solo alcuni degli aspetti su cui si sofferma chi struttura le pubblicità. Tanti e tanti esempi di quello che abbiamo appena detto potremmo trovarli noi stessi, ogni giorno, ovunque. 7 LE MULTINAZIONALI, QUESTE SCONOSCIUTE 1. Storia e funzionamento Poco si trova sul web che spieghi davvero come funziona una multinazionale: molti sono i vantaggi, spesso per chi è ai vertici del potere, tuttavia si possono avere anche delle influenze sulla vivibilità del pianeta e sulla qualità dei prodotti offerti sul mercato (un mercato sempre più libero, a volte, può significare “un mercato meno vincolato da leggi a tutela dei consumatori”). Ma di cosa si occupa effettivamente una multinazionale? Andando sul sito della Treccani, si legge che: “nel linguaggio economico, le multinazionali sono imprese di grandi dimensioni, la cui proprietà e direzione si trovano in un paese, mentre gli impianti di produzione e le strutture di distribuzione sono dislocati in paesi diversi, e le cui decisioni hanno quindi peso politico ed economico anche fuori del paese d’origine”. Esse sorgono spesso in settori oligopolistici, ossia in aree dove un determinato settore di mercato presenta pochi venditori e molti possibili fruitori dei beni che esse propongono. Come abbiamo capito, le imprese multinazionali o producono beni, oppure vendono servizi; ciò che le contraddistingue è che operano in più paesi. Per questo hanno bisogno di espandersi attraverso i cosiddetti Investimenti Diretti Esteri (IDE). L’IDE comporta l’acquisto di attività economiche già esistenti o la creazione di nuove imprese (affiliate alla multinazionale). In questo senso gli IDE sono da distinguersi da investimenti di portafoglio in azioni e obbligazioni; inoltre, vi possono essere anche rapporti di alleanza con altre imprese. Ecco alcune delle caratteristiche delle imprese multinazionali (IMN) e del loro sviluppo nel corso del tempo: • hanno origine e investono prevalentemente nei paesi industrializzati; • è cresciuto molto l’investimento nei paesi in via di sviluppo, a partire dagli anni 1990, ma è ancora complessivamente minoritario. Fra i paesi in via di sviluppo sono pochi i paesi che attirano flussi ingenti di IDE. Fra questi importanti sono Cina, Brasile, Messico; • nel 2001 lo stock globale di IDE era di 6800 miliardi di $; • di questo il 66% era localizzato nei paesi industrializzati – circa il 60% nell’UE e 30% negli USA; 8 • il 32% era invece localizzato nei paesi in via di sviluppo. Di questo il 60% in Asia (HongKong, Cina, Singapore) e il 30% in America Latina e nei paesi del Golfo dei Caraibi. L’Africa aveva una quota minima. Dal 1970 c'è stata una forte espansione del mercato degli Eurodollari (conti correnti contenenti dollari ma aperti presso banche europee) e una espansione all’estero delle banche americane. Si è formato così un mercato dei capitali molto più integrato e globale. A partire dalla metà degli anni '80, si è verificata una forte crescita degli investimenti delle multinazionali; a questo si sono aggiunti altri mutamenti nel settore finanziario quali la minore regolamentazione, l’eliminazione delle barriere al movimento dei capitali e la maggiore velocità dei flussi finanziari. Ad alimentare questi processi di cambiamento vi sono le grandi quantità di denaro dai paesi OPEC (l’Organizzazione dei Paesi accumulate esportatori di petrolio) e la necessità di impiegare questi soldi nell’economia mondiale. Le imprese di grande dimensione, quando diventano multinazionali, passano da una strategia “orizzontale” (produco beni di vario tipo, entrando in più settori, magari anche diversi tra loro) a una strategia “verticale”: per un'impresa multinazionale la verticalizzazione fa sì che molte attività prima fatte tramite altre imprese vengano eseguite internamente e comporta un aumento del coordinamento interno tra i vari rami dell'impresa; questo forma un'unica catena produttiva transnazionale. Il gruppo decide dove produrre, assemblare e commercializzare i propri prodotti, spesso in località diverse fra di loro; le scelte vengono fatte spesso con il fine di eludere barriere o sfruttare il più possibile dei benefici fiscali. Per esempio, un’impresa che produce cereali, se decide di espandersi a livello orizzontale, acquisirà aziende vicine che producono biscotti, yogurt e così via; nel momento in cui passa a una strategia verticale, preferirà specializzarsi nella produzione di cereali, ma ne curerà tutta la catena di produzione: acquisirà un’azienda che produca le confezioni di cereali, un’altra che si occupa di frutta da tagliare a pezzetti, etc; ci sarà una catena che porterà, alla fine, alla produzione della confezione di cereali con pezzetti di frutta la cui intera produzione (dal cibo alla confezione) sarà curata dalla multinazionale. Lo stesso 9 può valere per le automobili (aziende che producono solo un pezzo, per esempio portiere di macchine, verranno acquisite da aziende più grandi che vogliono controllare l’intero processo di produzione dell’auto). Le multinazionali danno vita pertanto a un outsourcing internazionale: dei componenti prodotti in un determinato luogo sono poi assemblati altrove e esportati globalmente, talvolta anche nel paese di origine del gruppo multinazionale. Questo spostamento delle aziende incide fortemente sui flussi commerciali e dei servizi fra i vari paesi e fra i vari continenti. Ultimamente esse però vengono definite, più che multinazionali, transnazionali, poiché quasi tutte possiedono più del 50% delle loro imprese all’interno di un solo stato (e per stato intendiamo USA, UE ecc.). 2. Rischi, problemi e benefici Rischi e problemi: • polemiche sulla delocalizzazione: si tratta di paure in parte fondate, in parte esagerate. La gran parte degli investimenti delle multinazionali non è diretta in paesi poveri o a basso costo del lavoro ma in paesi industrializzati, anche se è vero che spesso si cercano luoghi in cui è più facile operare, o per la manodopera a basso costo perché non tutelata dai sindacati, o per la maggiore permissività delle leggi sull’ambiente; • la perdita di posti di lavoro può essere compensata da un aumento di esportazioni e da una crescita di posti di lavoro in altri settori. La delocalizzazione, comunque, non è una della cause principali della disoccupazione nei paesi occidentali; • perdita di sovranità e di autonomia di paesi poveri di fronte a imprese molto grandi e potenti; • trasferimento in mani straniere di “settori strategici” o di risorse e materie prime; • competizione scorretta rispetto alle imprese nazionali; • imperialismo culturale; • sfruttamento selvaggio. Benefici • Le IMN sono fonte di capitali, tecnologie, e sono importanti anche per la formazione di capitale umano (tecnici, managers, etc.); 10 • le risorse di capitale sono vitali per i paesi in via di sviluppo. I paesi industrializzati beneficiano dei nuovi metodi e dell’elevata produttività che portano molte imprese multinazionali; • le IMN rendono il mercato concorrenziale rispetto a possibili monopoli o oligopoli di imprese nazionali; • le IMN generano esportazioni contabilizzate nella contabilità nazionale. Per saperne di più, vi proponiamo un po’ di siti e libri su cui potete trovare molti approfondimenti. Gilpin Robert, Le insidie del capitalismo globale, Milano, Egea, 2001 (capitoli 3 e 6); Gilpin Robert, Economia Politica Globale. Le relazioni economiche internazionali nel XXI secolo, Milano, Egea, 2003 (capitoli 8 e 11); Legrain Philippe, Un mondo aperto. La verità sulla globalizzazione, Milano, Il Sole 24 Ore, 2003 (capitolo 4, 5); http://doc.studenti.it/vedi_tutto/index.php?h=57b1ae51; http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/04/le-multinazionali-che-dominano-il-mondo/168245/; http://ambientebio.it/nestle-la-storia-di-una-multinazionale-da-incubo/; http://www.miglioverde.eu/multinazionali-e-globalizzazione-le-due-opposte-visioni/; https://it.wikipedia.org/wiki/Multinazionale; https://www.youtube.com/watch?v=Khzb_wJov1o; PROPOSTA DI ATTIVITÀ Consumo critico La classe o il gruppo viene suddiviso in gruppetti da 8 persone massimo. Ciascun gruppo rappresenta un ristorante che partecipa ad una gara culinaria. Ogni gruppo stabilisce, di comune accordo tra i suoi membri, il menù per la gara, fatto di un antipasto, due primi, un secondo, un contorno, frutta, dessert e acqua minerale (il menù può essere ampliato a piacimento). I gruppetti si recano poi in un qualsiasi supermercato per acquistare "virtualmente" i prodotti necessari per realizzare il menù, scrivendo su un foglio la lista delle marche dei prodotti scelti. Tornati in classe, i gruppi, magari consultando la "Guida al Consumo Critico", del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, per ogni prodotto scelto verificano qual è l'impresa titolare di ciascun prodotto e quali sono gli eventuali (non tutte le multinazionali agiscono contro la legge!) comportamenti "distorti" 11 di cui essa si macchia (si possono fotocopiare ed ingrandire le pagine della Guida che si riferiscono alle informazioni sulle imprese che hanno avuto più preferenze dai diversi gruppetti). Da qui può partire una discussione sulle principali violazioni dei diritti e dei più gravi danni ambientali causati dalle multinazionali. Viene quindi spiegato cos'è il consumo critico e come sia possibile scegliere dei "prodotti puliti". Vengono poi introdotti i prodotti del Commercio Equo e Solidale (CEeS), illustrando il significato e il valore di tale proposta. Attraverso i prodotti CEeS e un consumo critico, è possibile fare una spesa intelligente e riproporre, così, il menù di ciascun "ristorante". Si scelgono, quindi, i piatti migliori di ciascun ristorante per la definizione di un menù unico. La gara si conclude con la realizzazione di un pranzo vero, dove ciascun ristorante cucina il piatto prescelto con i prodotti del CEeS e con quelli acquistati criticamente, e con l'elezione del ristorante vincente. Indovina il prezzo Lo scopo del gioco è individuare il prezzo finale di un prodotto qualsiasi di una multinazionale, indovinando i diversi valori che compongono il prezzo (costo della manodopera, del trasporto, della pubblicità, ecc. riportati nell’immagine allegata). Per la squadra che vince, come premio si consigliano dei prodotti del commercio equo e solidale. 12 IL RUOLO DELLA POLITICA NELL’ECONOMIA Dopo aver compiuto un excursus sulle multinazionali e sulle mode, vogliamo proporvi un argomento che potrebbe sembrare un po' ostico, ma cercheremo di essere i più chiari possibili. Il ruolo della politica nell'economia, in modo particolare quali trattati, direttive e leggi hanno gestito l'ambito economico. Vi sottoporremo quindi dei documenti che sono importanti per l'economia italiana, europea e mondiale. 1. Importanti leggi e normative TTIP - Transatlantic Trade and Investment Partnership Negli ultimi mesi si è tanto parlato del TTIP, ma cosa sarà mai? Con questa sigla si intende il “trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti”: TTIP è un acronimo del nome in inglese, Transatlantic Trade and Investment Partnership. È un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America: inizialmente veniva chiamato TAFTA, da “area transatlantica di libero scambio”, riprendendo l’acronimo di altri simili trattati già esistenti (come il NAFTA). Il trattato è ancora in fase di discussione, non solo tra le parti: per alcuni esso «prevede che le legislazioni di Stati Uniti ed Europa si pieghino alle regole del libero scambio stabilite da e per le grandi aziende europee e statunitensi», per altri faciliterebbe i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti portando opportunità economiche, sviluppo, un aumento delle esportazioni e anche dell’occupazione. Il trattato coinvolge i 50 stati degli Stati Uniti d’America e le 28 nazioni dell’Unione Europea, per un totale di circa 820 milioni di cittadini. La somma del PIL di Stati Uniti e Unione Europea, inoltre, corrisponde a circa il 45 per cento del PIL mondiale (i dati sono del Fondo Monetario Internazionale aggiornati al 2013). Si tratta dunque, non fosse altro che per il suo impatto globale potenziale, di un trattato di importanza storica. C'è da dire però che si tratta di negoziati segreti – lo sono ancora, in parte – accessibili solo ai gruppi di tecnici che se ne occupano, al governo degli USA e alla Commissione europea. La questione della segretezza è stata, e continua a essere, uno dei maggiori punti di opposizione al trattato, denunciato da molte organizzazioni. 13 MIFID - Markets in Financial Instruments Directive È un atto normativo emanato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Costituisce un passo importante verso la costruzione di un mercato finanziario integrato, efficace e competitivo all'interno dell'Unione europea. La direttiva risponde all'esigenza di creare un terreno competitivo uniforme (level playing field) tra tutti gli intermediari finanziari dell'Unione europea, senza però dimenticare la necessaria protezione degli investitori e la libertà di svolgimento dei servizi di investimento in tutta la Comunità. MIFID II È considerata una tra le Direttive di maggiore impatto nei confronti degli intermediari finanziari (banche, Società di Gestione del Risparmio, Società di Intermediazione Mobiliare, etc.). Non solo riprende gli obiettivi della direttiva originale (MIFID I), ma ne amplifica il campo di azione. In particolare, dovrebbe ampliare il campo della direttiva agli strumenti finanziari non regolamentati, e includerà operazioni particolari, come quelle che avvengono negli over the counter (mercati caratterizzati dalla minore regolamentazione) e quelle riguardanti le commodities (termine inglese che indica un bene offerto senza differenze qualitative sul mercato e “fungibile”, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio o i metalli). DEF - Documento di Economia e Finanza È un documento all'interno del quale vengono messe per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed imposte dal soggetto emanatore (lo Stato italiano). • Programma di stabilità: contiene gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico e, in particolare, gli obiettivi di politica economica per il triennio successivo; l'aggiornamento delle previsioni per l'anno in corso; l'indicazione dell'evoluzione economico-finanziaria internazionale; gli obiettivi programmatici; • Analisi e tendenze della finanza pubblica 2015 e Nota metodologica: contiene l'analisi dei costi, ricavi e flussi di cassa nell'anno precedente, le previsioni del settore statale e le indicazioni sulle modalità di copertura (dove trovare i finanziamenti). A questa sezione è allegata una Nota metodologica contenente i criteri con cui si sono formulate le previsioni, basate sulla legislazione vigente, per il triennio successivo; 14 • Programma Nazionale di Riforma 2015: contiene l’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare. Glass Steagall Act La legge bancaria del 1933 fu la legge che istituì la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) negli USA e introdusse riforme bancarie, alcune delle quali sono state progettate per controllare la speculazione. La FDIC è nata con lo scopo di garantire i depositi e prevenire eventuali “corse agli sportelli” delle banche e ridurre il rischio di panico bancario. Questa legge introdusse una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. Le due attività non potevano essere esercitate dallo stesso intermediario, portando così alla separazione tra banche commerciali e banche di investimento. Successivamente il Glass Steagall Act è stato abrogato e per questo, durante la crisi del 2007, a causa dell'insolvenza nel mercato dei mutui subprime, si è scatenata una crisi di liquidità che si è trasmessa immediatamente all'attività bancaria tradizionale, in quanto quest'ultima era unita all'attività di investimento, in questo caso immobiliare. Dodd-Frank Act Riforma statunitense del 21 luglio 2010, ha portato a cambiamenti nel contesto normativo finanziario americano che interessano tutte le agenzie di regolamentazione finanziaria federali e quasi ogni parte del settore dei servizi finanziari del paese; ad esempio la maggiore regolamentazione dei mercati finanziari, compresa una maggiore trasparenza dei contratti derivati; le riforme della protezione dei consumatori, compresa una nuova agenzia di protezione dei consumatori. 15 PROPOSTE DI ATTIVITÀ Alla luce di ciò che avete appena letto vi proponiamo un'attività un po' insolita ma totalmente made by MSAC, speriamo che vi piaccia! Obiettivo: capire in che modo nasce una legge in ambito economico e quali sono le forze che spesso si contrappongono. Comprendere il ruolo dei vari personaggi: che succede se uno prende il sopravvento sugli altri? Struttura: si dia ad ogni ragazzo (o gruppo di ragazzi) uno dei profili descritti in seguito, che spiegherà come dovrà comportarsi durante la simulazione. Si utilizzino i link e i testi specifici per ogni profilo (costruiti per basare l’attività sul TTIP), oppure si scelga un’altra delle leggi descritte sopra (o una non descritta, sempre in ambito economico); si approfondisca il contesto in cui è nata, i contenuti della legge e le parti coinvolte. Quello della legge scelta sarà il quadro nel quale si svolgerà il gioco di ruolo. Una volta iniziata la discussione, il politico prenda nota dei punti che, mano a mano, deciderà di inserire nella legge dopo aver ascoltato le parti, soprattutto basandosi su quale è stata più “convincente”. Ogni parte può chiedere di essere ascoltata più volte (quindi non basta un’unica discussione), fino a che il tempo di “legiferare” non è scaduto (si può decidere arbitrariamente). Alla fine, il politico riassumerà il contenuto della legge e si capirà quanto egli sia riuscito a trovare un compromesso tra le parti e se e come una delle parti ha prevalso sulle altre. Si consiglia di far leggere bene e anticipatamente i testi consigliati ai vari personaggi, così che ognuno sia già ben preparato sull’argomento e sul proprio ruolo. Personaggi: si ricorda che i personaggi descritti in seguito sono “generali”. Una volta decisa la legge alla base del gioco bisogna calare ogni personaggio nel proprio contesto, fornendogli degli interessi specifici da difendere e delle informazioni aggiuntive (se si sceglie il TTIP possono essere sufficienti i link suggeriti). Politico. Ascolta tutte le parti, una alla volta. Il suo compito è di mediare tra le varie posizioni; è lui che presenterà la legge e quindi sarà lui a metterci la faccia. Conosce bene i furbi avvocati delle lobby, potrebbero essergli di aiuto per le prossime elezioni e, avendoli contro, sarebbero dei pessimi nemici. Contemporaneamente, però, i sindacati dei lavoratori sono molto vicini a un famoso quotidiano; metterseli contro vorrebbe dire avere una 16 cattiva pubblicità proprio prima delle elezioni: un giornale come nemico non fa mai bene. La legge deve essere emanata a breve. Dovrà trovare una mediazione. Se si sceglie di basare l’attività sul TTIP si possono usare delle utili informazioni per il politico a questo link. Avvocati delle lobby. Sono scaltri, sanno quello che vogliono. Sono pagati profumatamente dalla multinazionale per cui lavorano per ottenerlo. Devono fare in modo che questa legge sia a loro favore, è una opportunità unica. Non sarà un politico qualunque a fermarli, né un sindacato dei lavoratori, né un giornale. La legge deve essere scritta, come dicono loro. Quale obiettivo devono raggiungere (in base alla legge scelta)? Se si sceglie di basare l’attività sul TTIP si possono usare delle utili informazioni per gli avvocati a questi link (1) (2). Sindacati dei lavoratori. Sanno già che la trattativa sarà ardua, ma loro non indietreggeranno neanche di un passo. Le lobby faranno di tutto per influenzare la legge, ma loro non la daranno per vinta. E poi, dietro di loro c’è il grande quotidiano a proteggerli, hanno un’arma mediatica forte e la devono sfruttare. Conoscono i propri diritti e li faranno valere a ogni costo! Quale obiettivo devono raggiungere (in base alla legge scelta)? Se si sceglie di basare l’attività sul TTIP si possono usare delle utili informazioni per i sindacalisti a questo link. Giornalisti. Questa discussione è un’occasione unica per una bella prima pagina! Il politico che presenterà la legge è un tipo furbo, così come gli avvocati delle lobby, ma loro non sono da meno e sapranno come mettere in difficoltà il parlamentare con le loro domande! Possono chiedere quando vogliono di intervistare il politico e possono porgli qualsiasi tipo di interrogativo. Il loro principale interesse è quello di tutelare i lavoratori, anche perché sono quelli che comprano di più il loro giornale, ma quello che conta più di tutto è fare uno scoop! Se si sceglie di basare l’attività sul TTIP si possono usare delle utili informazioni per i giornalisti a questo link. RICORDATE! In base alla legge che avete scelto potete aggiungere o modificare i personaggi sopra descritti; l’importante è che diate a ognuno un obiettivo chiaro in base al tipo di legge sulla quale scegliete di discutere! 17 LINK UTILI: Qui di seguito vi proponiamo dei link, film e video per approfondire meglio l'argomento. Link: http://www.advisoronline.it/guide/mifid-2.action https://it.wikipedia.org/wiki/Troika_(politica_europea) http://www.leggioggi.it/allegati/testo-del-trattato-mes-meccanismo-europeo-di-stabilita/ https://periodi.wordpress.com/2012/01/05/la-crisi-economica-spiegata-facile-facile/ http://www.leggioggi.it/allegati/testo-del-trattato-mes-meccanismo-europeo-di-stabilita/ http://www2.dse.unibo.it/calzolari/web/Economia%20per%20le%20scuole%20medie%20una%20l ezione%20su%20La%20Crisi%20Economica.pdf http://benecomune.net/ http://www.economiaepolitica.it/tag/crisi/ https://www.youtube.com/watch?v=u6-Bl7Aw-p8 https://www.youtube.com/watch?v=Khzb_wJov1o https://www.youtube.com/watch?v=VjBQMo6-AuY https://www.youtube.com/watch?v=UNE66ftblYU Film: INSIDE JOB - Charles Ferguson Libri: Lidia Undiemi, Il ricatto dei mercati; Firenze, Ponte alle Grazie, 2014. Cesarini Francesco Gobbi Giorgio, Le banche e l'economia italiana. Il nostro sistema finanziario tra crisi e mercato globale; Bologna, Il Mulino, 2013. 18