Trascrizione della trasmissione «Spunti di vista», di Radio24 del 28 agosto 2014, ore 8:15,
condotta da Irene Zerbini.
La conduttrice introduce l'argomento, prima di passare alle 'interviste.
La trasmissione è dedicata a diversi argomenti, uno di questi è il TTIP – acronimo di
Transatlantic Trade and Investment Partnership – il più grande accordo di libero scambio, che
potrebbe essere firmato tra Europa e Stati Uniti D'America.
La conduttrice si domanda :
Se passasse questo TTIP, sarebbe possibile porre delle limitazioni, come chiedono Svezia e
Francia, ma in un futuro prossimo, molto prossimo, nel settore alimentare, alla circolazione di
sostanze nocive per la salute (come il Bisfonolo A1 che sembra avere creato problemi alla
fertilità di molti giovani maschi)?
In futuro, approvato questo trattato, potrebbero essere denunciati quegli stati che pongono
dei divieti alla circolazione di alimenti contenenti sostanze ritenute pericolose, che prendono
misure a tutela della salute, misure alla tutela dell'ambiente, dei consumatori o dei lavoratori.
Da chi potrebbero essere denunciati? Dalle multinazionali che potrebbero reputare che le
regole intraprese dagli stati a tutele dei cittadini, vadano contro i loro interessi.
E queste libertà concesse alle multinazionali è oggetto di dibattito in tutta l'Europa ma non in
Italia.
Per semplificare: perché le bistecche americane e i polli canadesi non vengono importati in
Italia?
Perché hanno una dose di ormoni artificiali consentiti in nordamerica ma vietati in Europa. E
questo è un esempio semplice di una norma che tutela la salute alimentare.
Ora, questo trattato, che potrebbe essere visto di buon occhio da entrambe le economie, sia
degli Stati Uniti che dell'Unione Europea, per quanto riguarda la facilitazione allo scambio,
contiene un nodo molto controverso su come sanare i conflitti. Perché, nell'Unione Europea,
per esempio, non sono vietati solo gli ormoni della crescita che si utilizzano per vitelli, maiali,
ma in Europa è vietato lavare i polli e tacchini con il cloro, come si fa in Canada e Stati Uniti.
3'40''2
Queste pratiche in Europa posso essere adottate solo se si prova che non sono nocive per la
salute.
Dall'altra parte il principio è esattamente il contrario: pesticidi e sostanze chimiche si possono
adottare finché non si dimostra che siano dannosi.
Quindi questo principio che oggi vige nell'Unione Europea, rovina gli affari di grosse aziende
alimentari. Così potremmo vedere in Europa pane pancarré tipico nordamericano, fatto con
grano geneticamente modificato (OGM) e quant'altro...
Insomma parleremo di tutto questo, Perché al di là del TTIP, se sorgessero dei contenziosi,
perché uno stato europeo inserisce normative troppo stringenti... va in tribunale! Con il TTIP
invece no!
16'15''
Il TTIP riguarderebbe un mercato di 850 milioni di persone.
18'13''
Pagina economica insolita, molto dibattuta all'estero, poco in Italia. È stato fatto un sondaggio
su questo trattato, TTIP, e l'ha fatto l'UE, perché voleva sentire gli umori degli abitanti, così
quando ha messo online in marzo questa sorta di consultazione, è stato il sondaggio più
1 http://it.wikipedia.org/wiki/Bisfenolo_A, “[…] sospettato di essere dannoso per l'uomo sin dagli anni trenta, i
dubbi sull'uso del BPA hanno avuto risalto sui media nel 2008, quando molti governi hanno effettuato
studi sulla sua sicurezza e alcuni venditori hanno tolto dal mercato i prodotti che ne contenevano. In
particolare il BPA sembra essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel
feto, e nel calo di fertilità nell'uomo adulto.”
2 Minuti e secondi della trascrizione della trasmissione fruibile sul sito al link
http://connettivopuntozero.altervista.org/stop-ttip-transatlantic-trade-and-investment-partnership/
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di 7
cliccato da quando si fanno questo tipo di consultazione: cioè hanno risposto 150.000
persone.
Dal Regno Unito più di 52.000 persone.
Dall'Austria 33.000.
Dalla Germania 32.000 cittadini.
Qui c'è in ballo la sovranità!
Dalla Francia 9.000.
Spagna 2.500.
E dall'Italia... quasi nessuno (n.d.t. 222 cittadini)!
19'13''
Il punto più controverso è il meccanismo dell'arbitrato, detto ISDS, “Investor-State Dispute
Settlement”. Che sostanzialmente permette alle multinazionale, o alle corporazioni, una
facilità estrema per denunciare l'Europa o gli Stati Uniti, se ritengono che il loro interesse
venga leso.
Di tutto questo ne parliamo con chi ha seguito da molto vicino chi lo ha seguito molto da
vicino, il professore Antonio Cantario, ordinario di diritto costituzionale presso l'università di
Urbino..
I.Z.3 – buongiorno e benvenuto
A.C.4 – buongiorno a voi tutti
I.Z. – è un accordo di cui in Italia si parla poco, ma dovendo ripercorrere quelli che sono,
diciamo così, i tronconi principali di questa bozza di accordo, che tra l'alto non è neanche
resa pubblica, accessibile ai più, come la riassumerebbe professore?
A.C. – beh, intanto quello che avete sottolineato voi, lei, è importantissimo: un accordo
strategico, importantissimo, viene presentato così dai i suoi fautori, i cittadini conoscono
pochissimo, con scarsa attenzione in Italia, mentre in Europa è altissima. Ora, si possono
avere opinioni diverse sulla convenienza e vantaggi, i costi, ma in anzi tutto noi dobbiamo
mettere sul tappeto, per trasparenza democratica, quale è la posta in gioco. Tre i capitoli di
questa posta in gioco. 1) Uno lo ha indicato lei stessa subito, diciamo: è lo STATO
COSTITUZIONALE. Nel momento in cui delle imprese transnazionali possono citare in
giudizio i governi davanti a dei tribunali antitrading, nel caso subissero, a loro giudizio, delle
perdite per atti normativi dei governi che esercitano la sovranità nel fare le leggi, è chiaro che
è in discussione un fondamento dello stato costituzionale, elemento essenziale del patrimonio
costituzionale europeo...
I.Z. – Possiamo fare, mi scusi professore, qualche esempio pratico. In questa trasmissione
abbiamo citato, per esempio, le carni nordamericani, i polli che non possono essere importati
oggi, perché gli standard europei non consentono l'utilizzo massiccio degli ormoni artificiali, o
altre sostanza che metterebbero a repentaglio, secondo la normativa degli stati europei, la
sicurezza alimentare tollerabile, se un domani si aggiungesse una legge aggiuntiva, una
norma a tutela dei consumatori, della loro salute e sicurezza, che va a ledere gli interessi dei
produttori...
A.C. – … possono citare in giudizio sia l'UE che gli stati nazionali, se sono gli stati nazionali
ad introdurre questo tipo di norma. Il problema è che in Europa vige un principio, il principio
di Precauzione. Per cui c'è una alta sicurezza per gli standard alimentari, per quanto
riguarda gli standard sociali, ambientali, legge tutela della privacy, tutte normative diverse da
quelle vigenti dagli Stati Uniti. Nel momento in cui si va a fare un accordo di libero scambio,
fondato non sul principio di Precauzione ma sul principio della Liberalizzazione assoluta,
sulla de-regolazione assoluta, e si attribuisce, e torniamo al punto, alle imprese transnazionali
il diritto di agire in giudizio, tramite questo accordo transatlantico, contro i governi che
emettono o mantengono normative che, dal loro punto di vista, costituisco la barriera alla
libera circolazione, è chiaro che si mette in discussione, da una parte, il primo aspetto, quello
della SICUREZZA, poi lo STATO COSTITUZIONALE, poi, in qualche modo, lo STATO
SOCIALE, con l'apertura amplissima, liberalizzante, sui servizi pubblici, nel campo della
sanità e della istruzione. Purtroppo di questo accordo di cui si conosce poco, si conosce però
3 Irene Zerbini, la conduttrice.
4 Prof. Antonio Cantario, ordinario di diritto costituzionale, presso l'università di Urbino.
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che riguarda tutti i settori economici e specialmente gran parte di tutti i servizi pubblici, e
quindi un accordo che dovrebbe vagliare con molta attenzione, per le sue implicazioni e
conseguenze. Dal mio punto di vista, sono interessato dalle implicazioni costituzionali, poi ci
sono implicazioni geo-economiche e politiche. Ma penso che ne avremo modo di parlarne.
23'53
I.Z. – Beh, speriamo quando non sarà troppo tardi... perché altrove se ne parla ormai da
anni. Soprattutto, si possono essere dei vantaggi ad avere una FREE-ZONE che comprenda
850 milioni di abitanti e i vantaggi potrebbero essere anche dei consumatori, ma quello che
preoccupa le opinioni pubbliche è la scarsa trasparenza. Introduciamo nel discorso un ospite
spagnolo: Rossend Domenech. Buongiorno ciao...
24'28''
R.D. – buongiorno a tutti
I.Z.
– Rossend è un giornalista, inviato in Italia del “el Periodico” 5. Abbiamo visto questa
distrazione, disattenzione degli italiani verso quello che sta accadendo, che avrà ricadute su
ogni cosa che utilizziamo e consumiamo e addirittura su come concepiamo i rapporti di
lavoro, perché anche questo verrà coinvolto da questo accordo, con la possibilità di introdurre
dei principi nel rapporto di lavoro e nei rapporti sindacali. In Spagna, visto tu segui da tanto
tempo questa questione per “el Periodico” e sei un attento osservatore di quanto accade in
Europa ed in UE soprattutto, quanta attenzione c'è?
25'30''
R.D. – I quotidiani, che possiamo definire generalisti, non ne parlano, Ne parlano sul Web,
nei Blog alcune OMG che si occupano di temi ambientali, sanitari, in generale di rispetto dei
consumatori. Credo che qui dietro ci siano due questioni, cause, perché se ne parla poco..
uno, è la perdita della funzione del giornalista, quella di fare da intermediario tra la classe
dirigente, il capitale e i lettori, i cittadini. L'altro è che purtroppo nei nostri paesi ci sono delle
classi politiche abbastanza distratte, per non dire mediocri e incolte. Queste due...
I.Z.
– quindi tu non pensi che, questa è l'accusa che di solito si muovono alle classi
politiche, ci sia corruzione, ma addirittura peggio, la incapacità di leggere la realtà.
R.D. – le due si sommano. In questi giorni gli europarlamentari possono veder il testo della
bozza che si sta trattando, ma la possono vedere, da quando c' è il presidente della
commissione Junker, la possono vedere in una stanza chiusa, senza prendere appunti! Una
cosa molto strana per una cosa che, come ha detto il professore, di un così grande portata.
I.Z.
– Immaginate questo: c'è una reading room, in cui i rappresentanti europei possono
entrare, non possono apprendere appunti, fotografare, copiare e leggono la bozza di questo
accordo! Ora quando manca la trasparenza il sospetto è d'obbligo. Soprattutto se si fa il
giornalista. Dopo di che ben felici di essere smentiti se si rivelasse che questo TTIP facesse
aumentare il benessere in Europa, senza che carni e polli agli ormoni e al cloro sbarchino nei
supermercati. Ciò non è escluso, ma ciò che insospettisce è questa grande segretezza e il
procedimento della risoluzione delle controversie, di cui parleremo tra poco. Perché se anche
una multinazionale citasse in giudizio, diciamo così, uno stato che ha introdotto una
legislazione restrittiva sul livello di arsenico nelle acque, per fare un esempio, o sugli ormoni
che si possono iniettare agli animali, non si andrebbe davanti un tribunale normale, ma le
procedure arbitrali permetterebbero di scavalcare i tribunali nazionali. Questi tribunali arbitrali,
che esistono da decenni per risolvere le dispute commerciali internazionali, hanno sentenze a
porte chiuse, con parti nominate dalle parti in causa e le sentenze sono irrevocabili. Mi
scriveva ieri un giornalista da Washington che ho chiamato per avere più informazioni, che
addirittura si riuniscono nelle hall degli alberghi! Quindi non c'è proprio accesso pubblico a
quello che questi tribunali arbitrali fanno. Ciò preoccupa decisamente. Sono molti quelli di voi
ascoltatori che vogliono parlare, potete telefonare al 800240024. E tra poco tocca a voi
ascoltatori commentare quello che voi avete sentito.
29'33''
I.Z. – Stefano buon giorno e ben venuto, da dove chiama?
Stefano – dalla provincia di Roma. Io come cittadino sono molto stupito che una cosa così
importante non è stata trattata dai media nazionali. Quindi devo pensare soltanto una cosa. A
un accordo ben ordito, tra i nostri politici e i media: ci hanno tenuto all'oscuro come succede
normalmente. L'Italia è un paese che ha un grado i libertà mediatica molto bassa. Lo
5 www.elperiodico.com
3
di 7
sappiamo benissimo e questa è una cosa molto grave perché lei ha parlato dei problemi alla
riproduzione6 della specie. Ma stiamo scherzando!
I.Z. – grazie Stefano, immaginare uno scenario in cui i direttori di multinazionali telefonano
ai direttori dei giornali invocando il silenzio è un po' esagerato. Semplicemente c'è distrazione
rispetto a questo. Ma ne parleremmo con chi rappresenta i consumatori per chiedere perché
di questo silenzio. Anche altrove i giornali non ne parlano troppo, ce lo ha raccontato il nostro
amico giornalista spagnolo esperto di alimentazione. C'è un po' di reticenza e superficialità su
quello che sta per accadere. Diamo parola al movimento dei consumatori. Alessandro
Mostaccio benvenuto e buongiorno.
A.M. – buongiorno
I.Z. – voi siete stati tra i primi a lanciare gli allarmi su ciò che può accadere per il normale
cittadino. Come spiega questo silenzio sul TTIP?
A.M. – il silenzio in Italia è causato, da un lato, dalle caratteristiche del nostro paese, molto
ripiegato su se stesso. Basta vedere i segni lasciati dalla campagna elettorale per il
parlamento europeo. Il TTIP non è entrato nella agenda politica. Ne ha parlato un po' a lista
Tsipras e M5S, a senza una chiara strategia e una chiara comunicazione. Questo rispecchia il
nostro modo di guardarsi l'ombelico. Sempre separati sulla politica interna e andiamo a
discutere per pagine e pagine, ore ore sul prezzo della benzina, e non guardiamo il dito e la
luna. Noi abbiamo deciso di aderire al comitato NOTTIP, fin quando non aumenterà di un
minimo la trasparenza. Questo chiediamo al governo italiano: ci dica almeno su alcuni punti,
come la sicurezza e alimentazione, quale è la posizione dell'Italia. E si faccia portatore
nell'Europa della esigenza della de secretazione di almeno alcuni atti. Perché se non c'è nulla
da temere, lo permettano. Negli Stati Uniti, l'altra parte del trattato, le associazioni dei
consumatori sono molto attive, molto preoccupate e molto più attente di come lo siamo in
Italia. Stanno portando avanti da mesi una campagna su di ciò, stanno approfondendo. In
Italia ci occupiamo del diritto di recesso, della benzina...
I.Z. – siamo ripiegati sulla crisi interna.
A.M. – ognuno ha i suoi problemi...
I.Z.
– ma questo trattato... lei dice che non abbiamo preconcetti in sé, quello che si
preoccupa e la secretazione, la mancanza di trasparenza. Diciamo che questo è il primo
trattato sul commercio e sugli investimenti che vuole essere realizzato per abbattere,
attenzione questa è la novità, non le barriere doganali, non le barriere tariffarie, ma le barriere
legislative
A.M. – esatto. Come è successo ad Alessandria d'Egitto, quando lo stato egiziano ha deciso
di aumentare il salario dei dipendenti di una municipalizzata, una multinazionale aveva in
gestione il servizio, ha citato in giudizio l'Egitto chiedendo la differenza del danno economico
che ha avuto dagli aumenti di stipendi. Un meccanismo con cui ti assicuri che legislazioni, ad
esempio, del campo sanitario delle parti, cioè Ue e Stati Uniti, non creino ingiustificate
barriere al commercio vuol dire proprio quello: non sono barriere doganali ma legislative, che
sono poi la cifra della civiltà di una nazione, che si è assestata nel tempo. Nel nostro
ordinamento le leggi sono sottoposte al vaglio di una legittimità costituzionale. Non possiamo
introdurre di assoggettarci al vaglio di una corporazione di turno, trans-oceanica...
I.Z.
– ma aumenterà i posti di lavoro questo trattato? Lo chiedo al professore Antonio
Cantario.
A.C. – mah... questo è possibile che avvenga in un settore, bisogna valutare l'impatto
complessivo, un argomento che va introdotto. Il convitato di pietra di questo trattato è la Cina
e poi la Russia. L'accordo è fatto per creare un asse economico da contrapporre all'asse
euroasiatico. Tanto è che la Germania è molto timida su questo argomento, come su molti alti
argomenti. Questa alleanza passiva che riduce l'Europa ad essere una provincia
complessivamente dell'impero americano, anche se questa espressione può sembrare
eccessivamente retorica. I costi e i calcoli che vengono fatti sull'aumento della concorrenza,
sui prezzi, sulla tutela dei consumatori, non tengono conto, oltre a ciò che giustamente hanno
sottolineato i suoi ospiti in studio, che questo accordo, e lo vediamo nella vicenda Ucraina, ha
dei costi indiretti e diretti su altri piani, anche difficilmente quantificabili. Fare un accordo di
questo genere, oltre alle cose sottolineate, ha un motivo di fondo in più: il silenzio sulla
integrazione europea, sui valori di civiltà che sono stati citati prima, a cui l'Europa crede
6 Si riferisce al Bisfonolo A. Vedi nota 1 alla prima pagina.
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sempre meno ed è quindi disponibile a rinunciare al suo mercato interno, alla domanda
interna, lo vediamo nella politica di austerità, pur di guadagnare qualcosa, che probabilmente
ci sarà, ma avrà effetti molto limitati r non tiene conto ce viviamo in un mondo dove ci sono
altri mercati, altri accordi da fare con altri partner: Gli altri competitori sicuramente reagiranno
come stanno reagendo.
I.Z.
– l'industria automobilistica è una di quelle che guarda con più favore sicuramente,
mentre industrie come quelle agricole e del cibo di qualità sarebbero sommerse...
A.C. – l'UE rischia di essere massacrata da questo accordo. Naturalmente se l'accordo è
trasparente ci possono avere delle compensazioni, ci possono trovare delle soluzioni, il
problema è che l'accordo non è trasparente e se passasse il principio della liberalizzazione
integrale, tutto verrà visto illegittimo, dal punto di vista di questo accordo.
I.Z. – Ci sono macchine in grado terminare un processo di invecchiamento di un salame in
3 ore, altro che prosciutto stagionato doc.!
I.Z. – Arrivano molti messaggi preoccupatissimi sulla questione del Bisfonolo A, in passato
presente in alcuni imballaggi alimentari, bottiglie... in Europa è vietato usarlo nel biberon. Se
passasse questo trattato, sarebbe possibile introdurre altre limitazioni oltre al biberon? Lo
stanno chiedendo i Svezia e Francia. Poi ci sono degli esempi di multinazionali che hanno
citato in giudizio degli stati nazionali, è già accaduto in Canada, non stiamo parlando di
scenari futuristici dove la dietrologia precede il buon senso. Pensate che in Canada c'è la
pratica del Fracking7, cioè della tecnica di estrarre petrolio 8 con la tecnica che causa dei
riconosciuti danni all'ambiente. Ciò è successo in Quebec, territorio dove la tutela
dell'ambiente, della salute e di consumatori è molto avanzata, contro l'ingordigia delle
multinazionali. Ebbene in Quebec una aienda di fracking ha citato in giudizio la provincia,
condannandola a pagare 250.000 $ per danneggiamenti a quelli che sono gli interessi di
questa azienda. Questo succede perché è stato firmato l'accordo commerciale tra Stati Uniti
e Canda. La Merkel si è dimostrata molto tiepida e ha detto che non è d'accordo nemmeno,
secondo fonti di Bruxelles, che si arrivi alla firma con il Canada. Ora il Canada ha solo 31
milioni di abitanti, dal punto di vista geografico è molto più grande dell'Europa, ma dal punto
di vista demografico ha un peso inferiore della popolazione sempre presente sull'altra sponda
dell'atlantico, cioè degli Stati Uniti. Se il TTIP andasse in porto, si creerebbe questa freezone, che spazzerebbe via molti dei limiti ottenuti da anni di battaglie, in difesa di standard
ambientali e sociali, da questa parte del pianeta, cioè vale dire dell'Europa. Torniamo con i
nostri ascoltatori che si dicono molto preoccupati. Sentiamo cosa avete da dire. Antonio,
pronto buon giorno.
Antonio – vi pregerei di non spegnere i vostri riflettori su questo argomento, perché per quello
che ho capito, perderemo la qualità del Made in Italy! La perderemo! Perché la carne con la
Somatotropina9 accelera l'accrescimento dell'animale in modo esponenziale, in modo
inverosimile. Ma oltre alla produzione della carne anche quella del latte! Noi oggi abbiamo
una qualità che è basata sulla tempistica naturale, noi non possiamo in Italia usare questi
prodotti, perché altrimenti gli animali verrebbero abbattuti dagli organi competenti. Se questo
dovesse passare...
I.Z. – acceleratori della crescita, tanto per semplificare,
Antonio – sono gli stessi ormoni che usano i culturisti per aumentare i muscoli, però sono
anabolizzanti... insomma questi ormoni permettono all'animale di raggiungere in breve il peso
per essere macellati, in poche settimane, invece che mesi. Immaginate quali risparmi per
l'industria che lo deve mantenere. Grazie Antonio per questa segnalazione. Torniamo al
nostro amico giornalista spagnolo specialista di queste pratiche, Rossend Domenech. Si
perderebbe tutta questa enogastronomia di qualità, se dovessero passare queste
liberalizzazioni totali nel campo alimentare.
44'00''
7 Vedi nostro post http://connettivopuntozero.altervista.org/fracking-in-frenata-dagli-uniti-alleuropa-provocaterremoti/
8 Qui la conduttrice si sbaglia, non si estrae petrolio ma il così detto gas di scisto, utilizzabile come il gas metano.
Vedi post sopra citato.
9 Cosa è la Somatotropina?Un ormone della crescita che è stato vietato non per tutelare la salute dell'uomo, su cui
non sembra produrre effetti, ma quella degli animali, sui quali invece e devastante! :-))
http://icoit.wordpress.com/category/somatotropina/
5
di 7
R.D. – possiamo salutarla definitivamente. Già adesso ci sono dei problemi con le
regolamentazioni che ha l'Europa, immaginarsi dopo, quando qui arriva tutto ciò che qui è
proibito i Europa. Questa agricoltura, e non solo agricoltura, di qualità che fa l'Italia, che è
l'unico paese al mondo che si dedica a questo ed è specializzata in questo, va tutto a farsi
benedire, perché cambia il modello con questo trattato, nel caso passasse, il che non è detto.
Cambierebbe il modello di sviluppo. Cambiando modello di sviluppo noi europei ci perdiamo,
perché abbiamo un criterio diverso da quello degli Stati Uniti. Noi qui, quando vogliamo
mettere qualcosa sul mercato, l'Europa ci chiede di dimostrare che è innocuo. Mentre negli
Stati Uniti è al rovescio: sono le autorità che devono dimostrare che...
I.Z.
– fa male! Per toglierlo dall'impiego. Un meccanismo che abbiamo spiegato prima.
Vorrei chiedere al segretario generale del movimento dei consumatori, Alessandro Mostaccio,
se ha notato preoccupazione, in questo senso, da parte di coloro che aderiscono al
movimento. Perché abbiamo visto la distrazione della stampa, la distrazione
dell'informazione, i cittadini che viaggiano, che vengono a conoscenza di queste notizie, vi
hanno contattato, vi hanno chiesto tutela?
A.M. – ma guardi gli sportelli del consumatore vengono subissati di telefonate di telefonate di
cittadini preoccupati ma non su questo tema. Troviamo una attenzione forte delle nuove
generazioni, studenti universitari, intellettuali. Cioè di chi ha più tempo per studiare ed
informarsi. Per adesso un feedback vero delle nostre strutture operative sul territorio, su
questi temi non c'è, telefonano quando hanno un problema, una controversia...
I.Z. – è ancora prematuro. Un ascoltatore: Alessandro buon giorno.
Alessandro – buon giorno. Io volevo dire che sono infastidito da una impostazione, dal tono
che da per scontato che le multinazionali sono belve, hanno sempre torto e che i paesi e le
legislazioni abbiano sempre ragione. Trovo una retorica inaccettabile, non trovo nulla di
strano che una multinazionale faccia una causa a uno stato. Se poi ha torto o ragione... nel
caso del Quebec evidentemente aveva ragione! Quale è il punto? Non capisco perché se le
multinazionali fanno i loro interessi e non sono sempre il diavolo, come ha detto lei: “ sfrenati
interessi delle multinazionali...”! In qualche caso saranno giuste e in altri casi saranno
sbagliati. Punto.
I.Z.
– grazie Alessandro: la visone critica di questa impostazione, come avete sentito, è
chiaro che si mette su un piano diverso quello che è l'interesso pubblico e quello che è
l'interesse privato di una multinazionale. Quando si fanno analisi di questo tipo, ma questo è
lo scopo dell'informazione. Se poi si lavora per le multinazionali, si vede più che legittimo che
esse possano fare fracking anche se questo crea dei danni ambientali terribili... e si sa che
quando si parla di interessi commerciali, i danni ambientali, la storia ci ha insegnato, non si
guardano! È una questione di priorità. Ha ragione Alessandro, una cosa lo abbiamo
sottolineato nel corso della trasmissione, se questo accordo si dovesse dimostrare di
beneficio, portare benessere senza fare approdare polli agli ormoni e cose di questo tipo nei
nostri supermercati, saremo ben contenti, noi che abbiamo sollevato la questione, di
cambiare idea. Professore Cantario, ha sentito l'obiezione?
A.C. – l'obiezione è diciamo ragionevole...
I.Z. – le multinazionali non sono sempre il diavolo.
A.C. – è ragionevole in questo senso, le multinazionali che legittimamente difendono i loro
interessi. Noi stiamo discutendo del silenzio, dell'inerzia degli stati rispetto materia che sono
di interesse pubblico. Interessi commerciali delle multinazionali, delle imprese in genere sono
del tutto legittimi. Però quando sono in discussione assiomi indiscutibili, come la sicurezza
alimentare, ambientale, sul lavoro e addirittura il potere di giudicare sui reati o addirittura sugli
illeciti che vengono fatti, trasferire questo alle società multinazionali, dal loro punto di vista,
chiaramente, è un vantaggio, ma sono in discussione i fondamenti della nostra convivenza. Ci
sono molte preoccupazioni anche negli Stati Unito, non sono solo preoccupazioni europee.
I.Z.
– ci sono molti movimenti anche li. Associazioni dei consumatori hanno lanciato
l'allarme anche dall'altra parte dell'oceano. Grazie professore. Domenech, concluderei con te.
Sei un giornalista che si è occupato di questi temi. Ovviamente i poteri delle lobby portano
avanti i propri interessi, che possono essere più che legittimi, ma che nulla hanno a che fare
con l'interesse collettivo. Quando tu ti sei trovato a discutere, scrivere di quello che sta
accadendo in queste reading – room europee, è soprattutto la mancanza di trasparenza che
ha preoccupato, al di la del trattato. E il tema delle controversie che non verrebbero, lo
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di 7
ripetiamo, in un normale tribunale, ma sono insindacabili. Cioè non c'è possibilità di fare
appello e sono curate da questi tribunali arbitrali. Di cosa si tratta esattamente Domenech?
R.D. – e qui è una risposta all'ascoltatore che prima ha chiamato. Il problema non è che una
multinazionale faccia causa ad un governo per una legge che considera sbagliata, oppure
contro i suoi interessi. Ed è già quello che succede adesso nella pratica. Il problema è che la
giurisdizione si trasferisce dai governi nazionali ad un arbitrato internazionale, un gruppo di
persone, una specie di tribunale, chiamiamolo così, che deciderà, dirimerà una questione che
contrappone una società ad un governo, quello che decideranno questi arbitri prevarrà sulle
leggi nazionali. Il che vuol dire che i governi perdono potere, sulla legislazione su questi
argomenti. Questo il problema! Non che una multinazionale faccia causa al governo.
I.Z.
– questo avviene già. E quindi lo scavalcamento dei tribunali nazionali è il tema di
questo TTIP.
R.D. – la diminuzione della sovranità nazionale che trasforma i cittadini che diventano solo
dei consumatori.
I.Z. – grazie a tutti.
52'28''
La conduttrice prosegue leggendo alcuni messaggi arrivati in redazione, alcuni anche
favorevoli al trattato, sottolineando alcuni aspetti positivi. Essi potrebbero riguardare, ad
esempio gli standard con vengono costruiti i cruscotti per le automobili, sulla sicurezza degli
autoveicoli... temi molto interessanti su cui ci sarà modo di tornare anche su radio24.
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