“L’identità di genere in tv: la donna nella pubblicità” Direttore Co.Re.Com. Puglia- Dott. Domenico Giotta Responsabili di ricerca: Dott.ssa Fabrizia Fiore Responsabile del progettoDott.ssa Fabrizia Fiore Dott.ssa Rosanna Responsabile del progettoDott.ssa RosannaCiminelli Ciminelli Consulente Psicologa- Dott.ssa Maria Giovanna Tomasino IlCoordinatore progetto è stato coordinato dal Gruppo di Monitoraggio della rilevazioneDott. Alessandro Lofanodel Co.Re.Com. Puglia: Dott. Domenico Giotta, Dott. Alessandro Lofano, Dott.ssa Elena Mazzei, Dott.ssa Maria Giovanna Tomasino, Ing. Giuseppe Pascazio, Ing. Martino Triggiani Indice Introduzione pag. 3 PARTE PRIMA pag. 7 Obiettivi della ricerca pag. 8 Campione della ricerca pag. 9 Metodologia della ricerca pag. 10 PARTE SECONDA pag. 14 Analisi delle singole sezioni pag. 15 Contesto di vendita pag. 18 Setting pag. 23 Banda sonora pag. 27 Stile comunicativo e linguaggio pag. 28 Presenza femminile pag.34 Conclusioni pag.48 Bibliografia pag. 53 Sitografia Appendice pag.54 pag.55 2 Introduzione I media, offrendo nuove opportunità di comunicazione, che sormontano distanze geografiche, differenze temporali e culturali, creano anche nuove occasioni di estendere i repertori di posizionamenti. Attualmente stiamo vivendo quella che nella giovane storia dei Media Studies si chiama “la quarta fase”, che viene definita “l‟influenza negoziata dei media”. Questa teoria si fonda sull‟idea che la comunicazione di massa produca effetti sulla società a partire dalla capacità di fornire significati socioculturali che, comunque, devono essere interpretati, e spesso ristrutturati, dal pubblico1. Molte sono le persone che subiscono il fascino degli strumenti di comunicazione, non tanto per accedere ad informazioni o per comunicare con altri a distanza, ma per poter usufruire di spazi entro cui raccontarsi e definirsi progressivamente attraverso un processo, senza soluzione di continuità, di costruzione e de-costruzione collettiva. L‟individuo comune, dietro l‟oculata sollecitazione della produzione televisiva, diviene il testimone sociale di un argomento. Nell‟ambito della pubblicità, con gli studi sulla donna iniziati negli anni „70 del Novecento, i cosiddetti “Women Studies”, è emersa una forte discriminazione tra la rappresentazione dei sessi, che vedeva le donne mostrate spesso come meno intelligenti e più emotive degli uomini, oltreché valorizzate per essere quasi sempre attraenti e giovani. 1 M. Sorice, I Media, La prospettiva sociologica, Carocci, 2006, pag.102. 3 A questo punto occorre riflettere su un paradosso, o almeno quello che in prima istanza sembra apparire tale: da un lato la comunicazione mediata e la cultura digitale sostengono la moltiplicazione dei Sé, dall‟altro sono ritenute responsabili del fenomeno di globalizzazione, sinonimo di omologazione culturale, standardizzazione dei costumi e livellamento degli orientamenti. I mezzi di comunicazione di massa, e la televisione in particolare, costituiscono un piano di indagine estremamente utile, sia perché rappresentano profili di donne e uomini reali (nell‟informazione) e fittizi (nella pubblicità e nelle televendite), sia perché riconsegnano l‟immagine della società in cui viviamo, registrandone mutamenti, evoluzioni e tendenze. I media, inoltre, veicolano modelli identitari e comportamentali, individuali e collettivi, e contribuiscono a fertilizzare o rendere sterile il terreno su cui può crescere una cultura di genere paritaria e rispettosa della dignità femminile. A tale proposito, si ritiene che la pubblicità possa essere uno strumento di modernizzazione della società, in quanto promuove nuovi modelli sociali. Infatti, grazie alla continua ripetizione dei suoi messaggi riesce ad influenzare gli individui, diventando in questo modo una parte importante della vita sociale. E‟ quindi lecito sostenere che oltre ad essere una guida per l‟acquisto di un prodotto essa assume anche la funzione di generatrice di modelli sociali da seguire. Questo processo di socializzazione operato dai mass media, avviene tramite due procedimenti. Il primo procedimento spiega l‟influenza indiretta e a lungo termine dei mass media sull‟azione individuale. 4 Lo spettatore osserva una persona all‟interno del contenuto mediale e la prende come modello. Identificandosi con esso, egli lo ritiene degno di imitazione, e riconosce il comportamento osservato funzionale in quanto produce effetti desiderabili se limitato in una determinata situazione. Egli ricorda e riproduce così il comportamento del modello da lui osservato (risposta) nel momento in cui si trova in circostanze pertinenti (stimolo). Questo produce un effetto di gratificazione che rende possibile che l‟individuo risponda sempre in questo modo a stimoli simili. Il secondo procedimento riguarda l‟influenza indiretta e a lungo termine sull‟azione collettiva e cioè sulla società. In questo caso, i mass media danno delle rappresentazioni affidabili o meno dei modelli consolidati di vita di gruppo, rappresentazioni che affermano le aspettative sociali riguardo al modo in cui agiscono i membri dei vari gruppi che compongono la società. Queste aspettative forniscono dunque sia delle indicazioni sul comportamento da tenere verso gli altri membri del proprio gruppo, sia delle conoscenze sul comportamento dei membri degli altri gruppi. I modelli pubblicitari funzionano quindi come fonti credibili ed attraenti e, in questo modo, essi non sono utili solo a vendere i prodotti ma rafforzano anche valori e stili di vita. In riferimento a quest‟ultimo aspetto, ciò che sembra più utile evidenziare ai fini del presente lavoro, è il modo in cui la pubblicità rappresenta le differenze di genere2. 2 Tonolla, “Donna e pubblicità”, dal sito http://www.library.lu.usi.ch/cerca/bul/memorie/com/pdf/0506Tonolla, consultato il 02/01/2011 alle ore 12:00:00. 5 In virtù di quanto finora considerato, si è scelta la pubblicità come veicolo di analisi e la donna come “oggetto” d‟ indagine, perché la pubblicità è tre volte donna: si rivolge alla donna essendo ella statisticamente il principale responsabile degli acquisti per la famiglia, è abitata da un‟infinità di personaggi femminili e possiede una forte componente emotiva. La ricerca svolta per il Co.Re.Com Puglia, mette in evidenza quanto il modello di donna presente all‟interno dello scenario pubblicitario locale si discosti dall‟unico modello femminile emerso da altre ricerche sulle differenze di genere, in cui prevalgono gli stereotipi originati da una cultura che assegna, oggi, alle donne, ruoli legati principalmente alla sfera della seduzione. 6 PARTE PRIMA 7 Obiettivi della ricerca La ricerca si è posta l‟obiettivo di indagare la rappresentazione femminile da parte delle televisioni locali pugliesi, concentrandosi su due aspetti: 1) focalizzare l‟attenzione sulle profonde trasformazioni dei ruoli sociali, che emergono nell‟evoluzione dell‟immagine femminile nella pubblicità; 2) rilevare come le emittenti pugliesi riescano, attraverso la pubblicità, a trasmettere modelli femminili coerenti con la nuova identità di genere. Gli obiettivi, dunque, si distinguono in due tipologie riconducibili alle tecniche di indagine quantitativa e qualitativa. Rientrano negli obiettivi quantitativi il dimensionamento del fenomeno di presenza della figura femminile e il delineamento delle differenti tipologie di donna, attraverso la creazione di classificazioni e categorizzazioni (chart). Gli obiettivi qualitativi, invece, sono: cogliere e spiegare le profonde trasformazioni nell‟evoluzione dei dell‟immagine ruoli sociali femminile che nella emergono pubblicità; comprendere il processo di creazione di significati riguardo i modelli femminili da parte delle emittenti televisive pugliesi; individuare e profilare le tipologie di donne che appaiono nelle pubblicità trasmesse; elaborare nella maniera più articolata possibile la percezione e la valutazione del messaggio pubblicitario presente nelle tv locali; infine, per il totale degli spot analizzati, individuare valori, significati, evocazioni e tipologia di stile comunicativo. 8 Campione della ricerca L‟indagine è stata svolta su un campione di sette emittenti televisive pugliesi, regionali e provinciali: Tele Radio Erre, Tele Dehon, TBM, Codiva, Telesveva, Telenorba8, Teleblu, per un totale di 158 unità. Il periodo considerato è quello inerente alla seconda campagna di monitoraggio televisivo svolta dal Co.Re.Com. Puglia, dal 02/06/2010 all‟11/06/2010, dopo averne verificato il carattere “tipico”, ovvero che si trattasse di un intervallo di tempo di programmazione normale, non caratterizzata da eventi in grado di modificare i palinsesti e le abitudini di ascolto dei telespettatori. Al fine di rilevare l‟immagine della donna sono stati analizzati spot pubblicitari e televendite, raccolti attraverso la metodologia del campionamento casuale semplice. Tale forma di rilevazione costituisce il metodo di campionamento per unità più elementare e può avere una valenza autonoma. L‟assenza di ripetizione sta a significare che l‟unità non può entrare a far parte dello stesso campione più di una volta. Il CCS si caratterizza per i seguenti elementi: 1) le unità statistiche coincidono con le unità di rilevazione; 2) ciascuna unità possiede la stessa probabilità di inclusione nel campione (ciò darà luogo ad un metodo autoponderante, nel senso che le determinazioni campionarie vengono combinate utilizzando il medesimo peso).3 3 D. G. Horvitz and D.J. Thompson, Estimator and estimates of its variance, Journal of the American Statistical Association, 1988. 9 Metodologia della ricerca Per rispondere agli obiettivi conoscitivi dell‟indagine sono state realizzate più opzioni di rilevazione, basate su un disegno di ricerca integrata quali-quantitativa, in modo tale da dimensionare i fenomeni pubblicitari e coglierne in profondità i significati, i sistemi valoriali veicolati e lo stile comunicativo. La prospettiva d‟indagine è utile anche al fine della comparazione della rappresentazione televisiva femminile con quella maschile. Sia le televendite, sia gli spot pubblicitari sono stati sottoposti ad un‟analisi qualitativa. Per “fare ricerca qualitativa” si intende utilizzare una o più metodologie/tecniche proprie di questa disciplina per comprendere dei fenomeni allo scopo di scoprirne le motivazioni. Gli ambiti di applicazione della ricerca qualitativa sono molteplici: per analizzare gli elementi del marketing mix (l‟analisi di un concetto, di un pack, di uno spot); per una Brand Image (e capire come la gente percepisce una marca); per comprendere uno scenario di riferimento; per produrre nuove idee. Si evince che non è tanto importante ciò che si vuole studiare (il tema), quanto piuttosto la natura delle informazioni che si vogliono ottenere: la ricerca qualitativa è funzionale alla rilevazione dei bisogni, degli atteggiamenti, dei vissuti e delle attese delle persone senza però dare risposte di tipo statistico, che sono invece appannaggio della ricerca quantitativa. Gli strumenti principali per fare ricerca qualitativa permettono di esplorare in modo approfondito e dettagliato i temi in cui la 10 dimensione sociale ha importanza maggiore. Ogni ricerca qualitativa è costituita da tre momenti o fasi, consequenziali l‟una all‟altra, ovvero: pre-field, field, post-field. Il pre-field è il primo passo di ogni ricerca. Con questo termine si fa riferimento al momento della pianificazione condivisa. E‟ fondamentale perché getta le basi di tutto il lavoro che si farà in seguito: maggiori sono la chiarezza e la ricchezza di informazioni sul tema, più efficace sarà il disegno di ricerca ipotizzabile. Con field si intende l‟effettivo momento della raccolta dati. Il post-field è il terzo ed ultimo momento. Questa parte è da considerare a tutti gli effetti come il cuore della ricerca: le informazioni che sono state raccolte/ scoperte nella fase precedente vengono ora sistematizzate, analizzate ed infine rielaborate in modo da poter essere una risposta agli interrogativi iniziali (ovvero gli obiettivi di ricerca). In definitiva è il momento del confronto tra i professionisti della ricerca coinvolti e dell‟analisi dei dati per la produzione dei risultati (sotto forma di un “rapporto di ricerca” in Power Piont, chiamato più semplicemente “report”). In concreto, questo momento serve per comprendere appieno i fenomeni oggetto della ricerca e generare risposta in forma intellegibile e funzionale. Tale analisi, utilizzata prevalentemente all‟interno dei Cultural Studies, è di matrice semiotica (volta ad approfondire i contenuti più significativi emersi nella struttura delle pubblicità), sociologica (per comprendere che cosa si cela dietro la costruzione del messaggio pubblicitario e i modelli femminili da catalogare) e psicologica (attraverso l‟analisi dei comportamenti linguistici e non). 11 Per la raccolta dei dati, in fase di analisi del contenuto qualitativa, è stata utilizzata una scheda di rilevazione appositamente creata, contenente una maschera di categorie a voci aperte, da analizzare descrittivamente in fase di monitoraggio, i cui contenuti sono stati post- codificati. Tale tecnica di etichettatura (labeling) ha permesso la categorizzazione dei fenomeni oggetto di analisi. Si è scelto di focalizzare l‟attenzione sul contenuto e sul contesto di produzione del messaggio pubblicitario, per indagarne le motivazioni esterne, e i suoi caratteri distintivi per scoprirne le motivazioni interne. Tali caratteristiche si distinguono in: setting del messaggio pubblicitario, stile comunicativo, linguaggio utilizzato, banda sonora, presenze femminili. L‟impiego del labeling ha permesso l‟individuazione di sottocategorie per ciascuna di quelle elencate. Generalmente non si assegnano frequenze alle caratteristiche individuate nei dati, e i fenomeni “rari” ricevono la stesa attenzione di fenomeni più “frequentati”. Per questo motivo è parso opportuno procedere al dimensionamento dei fenomeni qualitativi evidenziati, attraverso una analisi quantitativa. Il rapporto di ricerca quantitativo si è basato su tutti i risultati, partendo dai più significativi ed esplorando anche i fenomeni minori. In campo sociologico la ricerca sui media ha adottato diverse metodologie, tra cui quella quantitativa, che è un tipo di ricerca basata essenzialmente su dati statistici attraverso cui è possibile indagare i fatti sociali che hanno una realtà oggettiva (Paradigma Positivista). 12 Se le metodologie quantitative hanno goduto a lungo del favore degli studiosi lo si deve a diversi fattori: il valore generalizzante del “numero” e la più agevole “vendibilità” e “notiziabilità” di ricerche in cui i dati percentuali producono una percezione della realtà facilmente interpretabile. I dati sono stati inseriti in un database elettronico, e sono state effettuate le relative operazioni di cleaning ed elaborazione, mediante il software di calcolo di dati statistici S.P.S.S. versione 15.0, verificando la distribuzione delle frequenze semplici e le possibili associazioni tra variabili. Ai fini della valutazione della significatività delle relazioni nelle tabelle a doppia entrata è stato adottato il test del Chi Quadrato di Pearson, fissando il valore di p<0.05. In allegato si riporta la scheda di analisi a matrice dati su file Excel, utilizzata per la rilevazione qualitativa4. 4 Allegato 1: scheda di analisi a matrice dati su file Excel. 13 PARTE SECONDA 14 Analisi delle singole sezioni Il carattere esplorativo e le necessità poste dagli obiettivi generali della ricerca hanno determinato il ricorso ad un approccio metodologico qualitativo multi-disciplinare, fondato su tre macroaree e motivato dal fatto che esso è certamente lo strumento più idoneo a favorire una eccellente profondità dei dati ottenuti, permettendo la contemporanea analisi di essi da punti di vista differenti. L‟indagine qualitativa si è sviluppata attraverso la scelta metodologica di tre livelli di analisi: approccio sociologico, analisi semiotica, approccio psicologico. La sociologia interviene nella costruzione del messaggio pubblicitario e ha reso possibile, in una fase successiva a quella di analisi, la costruzione di modelli femminili ben catalogati, come la donna professionista (medico, esperta in chirurgia estetica, libera professionista, imprenditrice), la donna oggetto (seduttiva, con una forte carica erotica, anche esplicita), la madre-moglie (intesa anche come sposa), la donna giovane (onnicomprensiva di donne appartenenti ad una fascia di età non afferente a quella adulta), istintiva (decisa e determinata, donna con i connotati della leader), elegante (riesce a mostrarsi al pubblico come femminile, pur senza mettere in evidenza caratteristiche comportamentali o fisiche tipiche dello stereotipo della donna seduttiva), adulta (la cui maturità è resa evidente da caratteristiche vocali e/o estetiche, tratti distintivi di esperienza e stabilità). La psicologia culturale, invece, attraverso l‟analisi dello stile comunicativo, del linguaggio verbale e non, e delle tipologie di donna 15 emerse, contribuisce a rendere chiaro, seduttivo e persuasivo il contenuto della pubblicità. La semiotica permette di comprendere il linguaggio iconico del messaggio pubblicitario: l‟immagine è, infatti, un segno, riconoscibile ed analizzabile all‟interno di spot e televendite, in termini di setting, contesto, stile comunicativo e linguaggio. La metodologia di ricerca utilizzata ha visto in una prima fase il monitoraggio degli spot pubblicitari e delle televendite, e successivamente l‟individuazione dei diversi aspetti che li caratterizzano. Questi ultimi sono stati inseriti all‟interno di un file di analisi qualitativa, dalla quale è emerso il modo in cui il contenuto pubblicitario è strutturato. Per la ricerca sono stati monitorati 158 contenuti, comprensivi di spot pubblicitari e televendite. 131 sono gli spot pubblicitari e 27 le televendite, corrispondenti rispettivamente all‟82,9% e al 17,1% del campione analizzato. Il periodo cui questi dati si riferiscono parte dal 02/06/2010 e si conclude l‟11/06/2010 e afferisce alla seconda campagna di monitoraggio Co.Re.Com. Puglia. Spot o televendita? Frequenza spot pubblicitari televendite Totale V. Percentuale 131 27 158 82,9 17,1 100 (Tab. 1: Spot o televendita?) 16 (Graf.1: Spot o televendita?) Gli spot e le televendite trasmessi hanno interessato la vendita di prodotti per il 72,2% dei casi (114 unità) e la vendita di servizi per il 27,8% (44 unità). Nello specifico, nella categoria prodotti sono proposti prodotti di uso domestico e quotidiano, quali materassi, stoviglie, arredi, abbigliamento, generi alimentari. Per la categoria dei servizi, invece, è stata rilevata la presenza di offerta di cura e benessere della persona, servizi legati alla ristorazione, al settore energetico, al mondo della formazione, allo svago e al tempo libero. 17 Contesto di vendita Tipi di prodotti/servizi cura del corpo/benessere Frequenza V. Percentuale 36 22,8 abbigliamento 12 7,6 arredamento 21 13,3 oggettistica varia 20 12,7 5 3,2 prodotti per la casa 22 11,4 alimentari 21 15,2 ristorazione 9 6,3 editoria 5 3,2 automobili 7 4,4 158 100 gioielli Totale (Tab.2 : Tipi di prodotti/servizi) (Graf.2 : Tipi di prodotti/servizi) 18 Tabella con incrocio di variabili: Spot/Televendita e Prodotti/Servizi Spot V. Percentuale Televendite cura del corpo/benessere abbigliamento arredamento oggettistica varia Gioielli prodotti per la casa Alimentari Ristorazione Editoria Automobili Totale 28 12 19 12 5 13 21 9 5 7 131 21,4 9,2 14,5 9,2 3,8 9,9 16 6,8 3,9 5,3 100 V.Percentuale Totale 8 0 2 8 0 9 0 0 0 0 27 29,6 0 7,5 29,6 0 33,3 0 0 0 0 100 V.Percentuale 36 12 21 20 5 22 21 9 5 7 158 22,8 7,6 13,3 12,6 3,2 13,9 13,3 5,7 3,2 4,4 100 (Tab.3 : Incrocio di varianili: spot/televendita e prodotti/servizi) Grafico con incrocio di variabili: Spot/Televendita e Prodotti/Servizi tipi di prodotti/servizi? 30 cura del corpo/benessere abbigliamento arredamento oggettistica varia gioielli prodotti per la casa alimentari ristorazione editoria automobili 20 10 0 spot televendita spot o televendita? (Graf.3 : Incrocio di spot/televendita e prodotti/servizi) 19 Suddividendo ulteriormente le tipologie di prodotti e servizi proposti nelle televendite è emerso che il 33,3% concerne prodotti per la casa, il 29,6% riguarda la cura del corpo e il benessere in generale, al pari dell‟oggettistica varia. Al 7,5% si registra invece la presenza di televendite che propongono arredamento. Per quanto riguarda invece l‟offerta degli spot pubblicitari si evince che il 21,4% riguarda la cura del copro e il benessere, il 16% i prodotti alimentari, il 14,5% l‟arredamento, il 9,9% prodotti per la casa, il 9,2% sia per l‟abbigliamento che per l‟oggettistica varia, il 6,8% la ristorazione, il 5,3% automobili, il 3,9% l‟editoria e infine il 3,8% i gioielli. Il contesto di vendita è determinante per spiegare lo scenario in cui è proposto l‟oggetto reclamizzato, che si è rivelato appartenere a due macrocategorie: prodotti e servizi. Quindi un altro elemento importante ai fini della ricerca è risultato il contesto di vendita. Il settore dei servizi è quello che più investe in pubblicità televisiva e lo fa per portare a conoscenza i telespettatori della varietà di opportunità legate al mondo della cura del corpo nelle sue più svariate declinazioni e alla ristorazione. I servizi legati alla cura del corpo afferiscono alla macroarea del benessere, della cura della persona, intesa sia in senso strettamente medico, come nel caso di cure termali, che più semplicemente estetico, con l‟offerta di innumerevoli occasioni di relax e svago. Contestualmente sono proposti anche contenuti pubblicitari riguardanti la formazione in campo estetico, evidentemente un settore in forte espansione. 20 C‟è quindi attenzione anche al mercato del lavoro che offre ai giovani possibilità ben remunerate e occasioni di formazione direttamente spendibili sul territorio. Esiste dunque una forte correlazione tra l‟offerta formativa in campo estetico e la radicata presenza di centri benessere che operano nel settore, rivolgendosi direttamente all‟utente finale. La vendita dei prodotti, invece, è caratterizzata dall‟offerta di generi alimentari, quali pasta e prodotti caseari. In primo piano è messa la tradizione della produzione quando questa è sul mercato da diversi anni, per sottolineare la continuità e l‟affidabilità dell‟azienda. La produzione di alimenti tipici della tradizionale dieta mediterranea è legata proprio alle specialità del territorio. Spesso il contenuto di questi messaggi pubblicitari è inserito in contesti di produzione agricola, seguito da quello semi-industriale, e di consumo domestico. Altra tipologia di prodotti è quella dell‟industria del mobile. I mobilifici, e quindi la lavorazione del legno, rientrano in quelle attività facenti parte dell‟artigianato, che ancora connotano il territorio regionale, per le quali sono necessarie misure di tutela e protezione, rispetto al rischio di una eccessiva industrializzazione. Per quanto concerne la ristorazione a farla da padrone sono le sale ricevimenti, che nel mostrarsi al possibile cliente puntano l‟accento sulle cerimonie che è possibile festeggiare. Battesimi, cresime, comunioni sono espressamente menzionate, ma il matrimonio è il festeggiamento cui più volentieri si fa preciso riferimento. Nonostante il calo delle celebrazioni rilevato sul territorio nazionale negli ultimi anni (come confermano i dati Istat aggiornati al 2009), in favore di nuove unioni come le coppie di fatto che si basano su 21 convivenze, si registra una tendenza nel Meridione che lascia intendere come in Puglia questa celebrazione sia tutt‟altro che in disuso. Il matrimonio era ed è ancora una tappa fondamentale della vita dei giovani del sud e nel contesto pubblicitario locale non stupisce la forte presenza di continui riferimenti al matrimonio come vincolo di unione e sacralità, alla formazione della famiglia e alla celebrazione di ricorrenze legate alla sfera personale in genere, rispetto ad esempio alla possibilità per le sale ricevimenti di lavorare (e quindi pubblicizzare) altri tipi di eventi come meeting, convegni, congressi, legati più a un contesto professionale elevato e simboli di innovazione, più che di tradizione. Un riferimento costante e appartenente a ciascun settore di analisi è quello alla famiglia. Essa è vista come unità sociale basilare della vita dell‟individuo, del consumo dei prodotti del territorio, come riferimento principale cui indirizzare il messaggio pubblicitario e agisce da rinforzo sullo spettatore, che vede così la sua realtà rappresentata sullo schermo. Esigua è la presenza di contesti religiosi. Inoltre, i contesti professionali che riguardano le donne sono talmente pochi, che evidentemente la donna pugliese non è ancora percepita nell‟immaginario dello spettatore come un individuo passibile di alta specializzazione e responsabilità. 22 Setting Il setting è il luogo in cui è ambientata una situazione. Ne sono stati individuati di tre tipi: interno, esterno e la tipologia dello studio televisivo. Setting Frequenza V. Percentuale ambienti interni 88 55,7 ambienti esterni 39 24,7 31 19,6 158 100 studio televisivo Totale (Tab.4 :Setting) (Graf.4 : Setting) 23 Gli spot pubblicitari e le televendite presentano setting interni nel 55,7% dei casi. Essi sono espressione del desiderio delle attività commerciali di non nascondersi al proprio pubblico televisivo, di voler mostrare i luoghi di produzione dei prodotti e di erogazione dei servizi, probabilmente anche spinti, nel compiere tale scelta, da fattori di ordine economico, circa la disponibilità di esigui investimenti in campo pubblicitario. E‟ necessario ricordare, infatti, che il tessuto economico e commerciale pugliese è costituito da piccole-medie imprese, e i non esosi investimenti in ambito pubblicitario spiegano la tipologia di spot più ricorrente, che è quella potremmo definire “fatta in casa”. Vengono mostrati capannoni industriali, affiancati a immagini della campagna coltivata, per dare l‟idea di continuità natura-uomo nel caso della produzione di prodotti alimentari (pasta), come si evidenzia nella tabella n.5, che mostra la presenza di setting interno in 11 casi e di setting esterno in 10 casi. Interni di negozi, uffici e sale di centri che operano nel campo della salute, della bellezza e del benessere (21 casi su 36) vengono direttamente utilizzati per dare la possibilità all‟utente finale di proiettarsi già all‟interno dell‟ambiente di acquisto, veicolando curiosità, desideri e bisogni. Gli interni delle case, per lo più cucine e salotti, vengono mostrati per ricreare nell‟immaginario del telespettatore quel microclima familiare che appartiene alla cultura mediterranea, legata a valori e tradizioni basati sulla famiglia e sulla vita che si svolge intorno al focolare domestico, contrariamente alla possibilità di utilizzare studi televisivi, più asettici e meno rappresentativi. Il setting interno analizzato, si riferisce alle categorie “arredamento” in 14 casi su 21, e “prodotti per la casa” in 9 casi su 18. 24 Le riprese degli esterni (24,7%) hanno ad oggetto la campagna, coltivata e non, e giardini (giardini delle sale per ricevimenti). La mancanza di paesaggi urbani è da segnalare. La lettura di questo dato trova una duplice spiegazione: da un lato la mancanza di forti investimenti nel settore pubblicitario, che lascia supporre come nell‟ideazione del setting del messaggio pubblicitario, si tenda a sfruttare più ciò che il territorio gratuitamente offre; e dall‟altro il fatto che sicuramente la regione Puglia si connota più come caratterizzata dal territorio in termini di natura e campi, dai quali trarre eventualmente profitto, che come luogo urbano ad elevata industrializzazione. L‟utilizzo di studi televisivi, che si attesta al 19,6%, rappresenta lo scenario prediletto per le riprese delle televendite, che per la natura stessa del messaggio commerciale che veicolano, necessitano di grandi spazi per lo più chiusi, all‟interno dei quali vengono comunque riproposti ambienti che evocano la casa, mostrando arredi di stanze da letto, cucine e salotti. Nei casi in cui il setting è assente ci si trova dinanzi a spot che si caratterizzano, per scelta, solo di fotogrammi o fermi immagine sovrapposti, con effetti di dissolvenza e giochi di fotografia. 25 setting tipi di prodotti/servizi ambienti interni 21 ambienti esterni 10 abbigliamento 8 4 0 12 arredamento 14 3 4 21 oggettistica varia 9 5 6 20 gioielli 3 0 2 5 prodotti per la casa 9 1 8 18 cura del corpo/benessere alimentari Totale studio televisivo 5 Totale 36 11 10 3 24 ristorazione 8 2 0 10 editoria 1 3 1 5 automobili 4 1 2 7 88 39 31 158 (Tab.5: Tavola di contingenza Setting- Tipi di prodotti e servizi) 26 Banda sonora La presenza di colonna sonora è stata rilevata come una caratteristica quasi costante di ogni spot pubblicitario o televendita. Essa è stata rilevata come sottofondo musicale lieve e utile allo scorrimento del contenuto propagandistico nel 49,4% dei casi. Nel 36,7% dei contenuti analizzati la musica è invece una componente di rilievo, al punto da essere una caratterizzante dello spot o televendita. Nel 13,9% dei casi è invece assente. Banda sonora Frequenza sottofondo musicale musica caratterizzante assente Totale V. Percentuale 78 58 22 158 49,4 36,7 13,9 100 (Tab. 6: Banda sonora) (Graf.6: Banda sonora) 27 Stile comunicativo e linguaggio L‟apporto della psicologia è stato fondamentale per profilare lo stretto rapporto tra l‟approccio narrativo e quello dialogico in pubblicità5. La dimensione temporale della narrazione rappresenta una dimensione fondamentale, in quanto, senza tempo, non c‟è storia. In ogni caso, le storie devono essere raccontate; necessitano, quindi, di un narratore e di qualcuno che le ascolti. Lo stile comunicativo che prende forma all‟interno dei nuovi media permette al pensiero di essere espresso in diversi modi. I media, e la televisione in particolare, permettono alle persone di comunicare, senza la necessità di una prossimità fisica; inoltre, funzionano come “macchine di significato” in grado di distribuire nuove idee e modi di pensare, rapidamente e tra un numero elevato di persone6. Per questo, lo stile comunicativo si sviluppa in diverse modalità: da un lato può derivare dalla fiction ed è, in questo caso, molto impersonale, lanciato da una voce fuori campo, perché il ruolo principale è giocato dai personaggi che recitano una parte; dall‟altro si può confondere con programmi di intrattenimento ed essere più libero e personale. 5 Hermans H.J.M., The construcion and reconstruction of a dialogical self, “Journal of Constructivist Psychology”, vol. 16, pp.89-130, 2003. 6 Ferri P., Teoria e tecnica dei nuovi media. Pensare, formare, lavorare nell’epoca della rivoluzione digitale, Milano, Guerini Studio, 2002. 28 Stile comunicativo e linguaggio Frequenza colloquiale formale persuasivo empatico specialistico assenza del parlato Totale V. Percentuale 42 35 38 28 4 11 158 26,6 22,2 24,1 17,7 2,5 7 100 (Tab. 7 : Stile comunicativo e linguaggio) (Graf. 7: Stile comunicativo e linguaggio) Lo stile comunicativo appare colloquiale, amichevole, diretto, familiare, in un messaggio pubblicitario che vuole entrare in sintonia con il telespettatore, nel 26,6% delle volte. La pubblicità è vista dallo spettatore come un possibile alleato per le proprie scelte economiche e comportamentali, e come tale si pone. Il linguaggio utilizzato che connota questo stile comunicativo è improntato alla familiarità, alla semplicità, all‟immediatezza ed è di facile comprensione per tutti. 29 stile comunicativo/linguaggio colloquiale formale tipi di cura del corpo/benessere 11 8 prodotti/servizi abbigliamento 5 2 arredamento 1 5 oggettistica varia 8 2 gioielli 0 1 prodotti per la casa 5 2 alimentari 8 7 ristorazione 1 5 editoria 1 1 automobili 2 2 Totale 42 35 assenza persuasivo empatico specialistico del parlato 8 7 1 1 2 1 0 2 9 5 0 1 4 5 1 0 2 1 0 1 8 3 0 0 3 1 0 5 0 1 2 1 1 2 0 0 1 2 0 0 38 28 4 11 (Tab. 8: Tavola di contingenza Stile comunicativo e linguaggio- Tipi di prodotti e servizi) La scelta di apparire, invece, formale ed elegante (22,2%) va di pari passo con la tipologia di prodotti/servizi offerti: per esempio, nelle pubblicità delle sale ricevimenti (in 5 casi su 10), l‟abbigliamento utilizzato è soprattutto da cerimonia. Anche le aziende alimentari presenti da diversi anni sul mercato, con l‟utilizzo di toni formali e pacati (in 8 casi su 24), riescono a trasmettere un segnale di affidabilità e antica sapienza dell‟arte della produzione. Qui il linguaggio è orientato verso scelte di pacatezza, di toni di voce sicuri e ben impostati, delle volte addirittura distaccati. Oltre ad informare, il vero significato del messaggio pubblicitario, soprattutto di quello televisivo è coinvolgere, convincere; sempre più spesso ci si ritrova davanti a un messaggio dal contenuto verbale ironico, canzonatorio, divertente e allo stesso tempo anche persuasivo ed empatico, nel 17,7% dei casi, soprattutto per le categorie di articoli di arredamento e servizi legati alla cura del corpo e al benessere. 30 Totale 36 12 21 20 5 18 24 10 5 7 158 In primo luogo, infatti, l‟obiettivo del linguaggio pubblicitario, è quello di motivare il comportamento del consumatore al fine di vendere un oggetto, un servizio, un‟idea. Tramite il linguaggio pubblicitario si tende dunque a spostare l‟attenzione del soggetto da aspetti concreti a dimensioni simboliche e astratte. Attraverso questo genere di astrazioni il soggetto associa al messaggio un valore aggiunto, attraverso cui si esplica l‟intento persuasivo, che è il vero fine del messaggio pubblicitario. Accenti che cadono su determinate parole (a sottolinearne l‟incidenza) e continui e precisi riferimenti a situazioni di vita quotidiana rendono lo spot più accattivante. Altra tecnica utilizzata è quella di rivolgere chiari ed espliciti inviti al telespettatore, invitandolo a “recarsi presso il punto vendita”, a “non perdere tempo” , a “non aspettare”, sottolineando che “questa è la soluzione giusta” per tutte le occasioni che si presentano, o che quella sala è “il luogo giusto per festeggiare il tuo giorno più importante”. Tale linguaggio è altamente persuasivo (24,1%); la persuasività è data dal fatto che ciò che viene detto è in apparenza colloquiale e formale, ma non dimentica mai di coinvolgere direttamente lo spettatore richiamando a gran voce la sua attenzione. Il linguaggio è, invece, specialistico (2,5%) negli spot e televendite di centri benessere e di prodotti per la salute, la cura del corpo e della bellezza. In questi casi la terminologia medica pervade lo stile comunicativo, con lo scopo di offrire un‟immagine del centro benessere competente e seria, intervallata però, a tratti, da un linguaggio più colloquiale e di facile comprensione. 31 Si presenta lo stile comunicativo brillante, poi, quando i toni utilizzati e il linguaggio fanno ricorso a tecniche dialogiche con “botta e risposta” che nel complesso risultano essere ironiche e divertenti. Per quanto riguarda il linguaggio, gli appellativi che più di frequente denotano un pubblico femminile sono sostantivi che propongono una certa confidenza; tra i più ricorrenti “amica” e “amiche”, spesso preceduti da aggettivi come “cara/e”,“carissima/e”, registrate in moltissime televendite, termini che concorrono a impostare il rapporto con il pubblico sul piano confidenziale, intimo e amicale. Sebbene questi termini qualche volta siano riferiti anche a un pubblico maschile, perseguendo il medesimo scopo di conquistarne la fiducia, più sovente si riferiscono soltanto alle donne; per gli uomini si registra un uso più frequente dell‟impersonale e rispettoso“signori”. La correlazione tra il modo in cui ci si rivolge a un interlocutore (informale o formale) e il rapporto che si ha con esso (personale, amicale, familiare, intimo oppure impersonale, non confidenziale, ufficiale, gerarchico) è stata studiata in una prospettiva di genere da Deborah Cameron7, che ha messo in rilievo come vi sia una maggior tendenza a rivolgersi alle donne dando loro del tu e ricorrendo a vezzeggiativi come “amore” e “cara” per affermare nei loro confronti familiarità o una certa superiorità. Nel linguaggio pubblicitario sono perciò utilizzati precisi codici non verbali per esprimere seduzione, benessere, sicurezza e per persuadere l‟individuo ad acquistare il prodotto. Ad esempio, la testa un po‟ girata da un lato rende lo sguardo accattivante, il completo 7 D. Cameron, Feminism and Linguistic Theory, Macmillan, Basingstoke 1992, in V. Burr, trad. it. p. 127 32 rilassamento di ogni muscolo della faccia, il volto sorridente indica uno stato di benessere. Ma è soprattutto la figura femminile a stimolare la dimensione del sogno della seduzione, dell‟emotività e della sensualità. Ecco allora come l‟immagine della donna attraverso i media, come emerge anche dalla ricerca, si fonda su due elementi quali la bellezza del viso e del corpo, la sessualità espressa da questa bellezza, l‟interesse per la dimensione sensuale rispetto a quella razionale e sentimentale. 33 Presenza femminile La donna è presente all‟interno di 145 spot e televendite, su un totale di 158 unità analizzate, con una percentuale corrispondente al 91,8%. Tale dato rileva come, essendo il campione analizzato di tipo casuale, sia stato monitorato anche un numero, seppur esiguo, di contenuti pubblicitari all‟interno dei quali la figura femminile non è presente. Presenza femminile Frequenza presente assente Totale V. Percentuale 145 13 158 91,8 8,2 100 (Tab.9 : Presenza femminile) (Graf.9: Presenza femminile) 34 La presenza della donna nella pubblicità è tale da dimostrare quanto la pubblicità può essere considerata come uno specchio del nostro tempo, della società, dei nostri valori e delle nostre aspettative: essa rispecchia i valori e le norme di una società. Pertanto, in pubblicità, la donna è presente in quanto espressione di seduzione più che di informazione, essendo connessa più al sogno che al bisogno e possedendo un carattere emotivo e sensuale. I legami esistenti tra il progredire della pubblicità e lo sviluppo dell‟ambiente economico e sociale in cui questa è chiamata ad operare sono forti. La pubblicità è, infatti, un aspetto e allo stesso tempo un fattore di tale ambiente, poiché deriva e concorre alla sua evoluzione. Per quanto concerne la distribuzione della presenza femminile evidenziata in spot pubblicitari e televendite, è importante sottolineare come la donna sia presente in 118 spot analizzati su un totale di 131, e dunque assente solo in 13 spot. Lo scenario delle televendite, invece, si delinea come popolato esclusivamente dall‟universo femminile, essendo esso presente nella totalità delle televendite analizzate, che sono 27. La presenza femminile divisa per spot pubblicitari e televendite presenza femminile si spot o televendita? spot televendita Totale no 118 13 Totale 131 27 0 27 145 13 158 (Tab.10 : La presenza femminile divisa per spot e televendite) 35 presenza femminile 120 si no 100 80 60 40 20 0 spot televendita spot o televendita? (Graf.10 : Incrocio di spot/televendita con presenza femminile) Nel campione analizzato si registra una assoluta presenza di televendite condotte in video da donne, che espongono la propria dimensione privata e sollecitano il pubblico a fare altrettanto. La televendita possiede, dunque, due peculiarità: è una modalità del commercio (perché non si limita a promuovere un prodotto o un servizio, ma ha lo scopo di venderlo direttamente), ed è anche una modalità di comunicazione televisiva. La correlazione tra il sesso dei conduttori e il formato pubblicitario (spot o televendita), consente di approfondire le dinamiche attraverso cui la conduzione dello stesso assume una forma asimmetrica tra i generi. 36 Il fatto che il contenuto pubblicitario si caratterizzi per la presenza così massiccia di figure femminili, corrisponde alla precisa volontà del messaggio di raggiungere un‟utenza altrettanto femminile (fatta eccezione per quei prodotti tipicamente maschili come rasoi e accessori auto che sono interessati dalla presenza di un conduttore uomo). Si attua, così, un duplice gioco di rimandi di significanti e significati, che vedono la donna da un lato come principale acquirente dei prodotti/servizi pubblicizzati, tale che la stessa si identifichi con la sponsorizzatrice del messaggio; dall‟altro, invece, si sviluppa un processo di personalizzazione del prodotto/servizio, ricordato anche per l‟associazione con colei che lo promuove, oltre che per le sue caratteristiche intrinseche. A termine del monitoraggio dei 158 contenuti pubblicitari analizzati, è emerso come le tipologie di donne presenti fossero inquadrabili all‟interno di alcune categorie ben definite. La metodologia utilizzata per giungere a tale risultato possiede un impianto squisitamente qualitativo. In seguito alla visione dei messaggi pubblicitari si è proceduto al raggruppamento in categorie di tutte le presenze femminili che presentavano caratteristiche simili, sulla base di un procedimento di tipo deduttivo. Categorie di donne Frequenze V. percentuale assente 13 8,2 professionista donna oggetto 13 37 8,2 23,4 moglie-madre elegante 56 6 35,4 3,8 istintiva 1 0,6 adulta giovane 3 29 1,9 18,5 158 100 Totale (Tab. 11: Categorie di donne) 37 (Graf.11: Categorie di donne) Dalle categorie di donne individuate, di rilievo è la percentuale (35,4%) della moglie-madre, seguita dalla donna oggetto- riassuntiva delle tipologie di seducente ed erotica (23,4%) e dalla giovane e sportiva (18,4%). Si segnalano, invece, con valori inferiori: la professionista (8,2%), al pari dell‟assenza di donna; la donna elegante (3,8%), la donna adulta (1,9%) e la donna istintiva (0,6%). Rispetto allo stile comunicativo e al linguaggio utilizzati, la donna moglie-madre parla in modo colloquiale (in 14 casi), persuasivo (14 casi), empatico (12 casi); la donna oggetto si esprime, invece, in modo colloquiale (in 11 casi), persuasivo (11 casi) e formale (8 casi). 38 stile comunicativo/linguaggio categoria neutrale- non presente di donna professionale-intellettuale seducente-erotica-donna oggetto moglie-madre giovane-sportiva istintiva adulta elegante Totale colloquiale 1 formale 3 assenza persuasivoivoempatico specialistico del parlato 3 3 2 2 Totale 14 4 4 2 1 0 1 12 11 8 11 5 0 2 37 14 8 0 1 3 42 11 8 0 0 1 35 14 7 0 1 0 38 12 4 0 1 2 28 1 1 0 0 0 4 4 1 1 0 0 11 56 29 1 3 6 158 (Tab. 12: Tavola di contingenza Stile comunicativo e linguaggio-Categoria di donna) Per spiegare ed esplorare le tipologie di figure femminili rilevate nella ricerca qualitativamente e quantitativamente parlando, è utile fare riferimento alla teoria del Posizionamento. Tale teoria si riferisce al recente tentativo della psicologia di articolare un modo alternativo di leggere e comprendere la dinamica delle relazioni umane nell‟ambito del paradigma socio-costruttivista8. Generalmente, il concetto di “posizione” è inteso come luogo occupato nello spazio del sistema identitario, e di “posizionamento” inteso, invece, come il processo dinamico attraverso cui ci si muove da una posizione all‟altra o si creano nuove posizioni, è utilizzato per rimpiazzare la nozione metaforica di “ruolo”9. La teoria del Posizionamento propone la metafora più dinamica di “posizione”. Volendo estendere questa metafora nel sociale, ci si accorge che le posizioni possono essere assunte anche esclusivamente da un punto di vista linguistico. Internet, telefono, televisione, offrono 8 Varisco B.M., Costruttivismo socio-culturale,Roma, Carocci, 2002. Davies B. e Harré R., Positioning: the discorsive production of selves,”Journal for the Theory of Social Behavoiur”, vol. 20, pp.43-63, 1990. 9 39 agli utenti specifici apparati con cui nuove posizioni possono essere sperimentate o potenziate e, al tempo stesso, vecchie posizioni possono essere distrutte o modificate. Le differenti tipologie di donne identificate nella ricerca, si coniugano perfettamente con le teorizzazioni circa la dialogicità di posizioni identitarie situate in contesti di diversa natura e distribuite nello spazio e nel tempo, nello specifico in ambito pubblicitario. Vengono di seguito illustrate le categorie di donne individuate, suddivise per spot e televendite. categorie di donne 50 neutrale- non presente professionale-intellettuale seducente-erotica-donna oggetto moglie-madre giovane-sportiva istintiva adulta elegante 40 30 20 10 0 spot televendita Spot/ televendita (Graf.12 : Incrocio variabili: spot/televendita e categorie di donna) Analizziamo ora le diverse tipologie di donne emerse, in base alle loro caratteristiche salienti. 40 L‟immagine di donna che viene proposta inerente alla sfera della seduzione pare concentrarsi solo sull‟apparato visuale e non su quello linguistico. Sono assenti riferimenti verbali alla sfera della sensualità femminile; sono presenti, invece, solo quelli visuali. Si susseguono così immagini di donne, sempre più spesso giovani, molto curate nell‟abbigliamento e nei dettagli. Ciò che colpisce è l‟accostamento della figura sensuale della donna anche a quei contesti di offerte commerciali che non sembrano necessitarne. E‟ il caso della tipologia di televendita di materassi che, oltre ad avere una presentatrice, spesso donna per l‟appunto, e generalmente molto curata nell‟abbigliamento, a volte, poi, è accompagnata da una valletta, quasi discinta, che nel mostrare i prodotti in vendita ammicca all‟obiettivo della telecamera. Non solo: la telecamera stessa indugia in questi casi su dettagli fisici della valletta, evidenziati dall‟abbigliamento che generalmente è inerente al contesto notturno dei prodotti offerti. Si tratta di vestaglie, camice da notte e simili. Altri atteggiamenti che simboleggiano la sottomissione della donna all‟uomo all‟interno di questo tipo di messaggi pubblicitari sono l‟espressione maliziosa assunta dai soggetti o l‟atteggiare il corpo in pose improbabili o l‟utilizzare le dita e le mani per tracciare i contorni di un oggetto o accarezzarne la superficie. Questo atteggiamento “tattile” si differenzia da quello utilitaristico maschile che invece manipola, tiene, afferra l‟oggetto. In questo caso anche un semplice “tocco” può essere espressione significante dell‟identità di genere all‟interno di una raffigurazione10. 10 Tonolla, “Donna e pubblicità”, dal sito http://www.library.lu.usi.ch/cerca/bul/memorie/com/pdf/0506Tonolla, consultato il 02/01/2011 alle ore 12:00:00. 41 Sguardi e movenze ammiccanti sono un altro elemento caratteristico di questa tipologia di donna proposta. Occhi e labbra ne sono i protagonisti. In tutti questi casi è evidente e chiaro il riferimento alla sfera sessuale, anche quando a variare sono i contesti e i contenuti, ma il comportamento che assume la donna in questi messaggi pubblicitari resta invariato. Finché poi, addirittura, vengono trasmessi spot che contengono esplicite immagini di donne senza vestiti, in pose inequivocabilmente spinte. Anche quando i connotati della presenza femminile non mostrano caratteristiche salienti ci troviamo di fronte a donne prevalentemente giovani. La giovane età è desumibile dalla freschezza e acutezza della voce, quando si tratta di linguaggio verbale privo di accompagnamento visivo, o dall‟aspetto. Anche nel caso di donne giovani spesso ci si trova davanti a riprese di dettagli del corpo che potrebbero lasciar pensare a riferimenti sessuali, come glutei, gambe, seni, ma in questi casi a rendere la lettura dell‟immagine differente è il contesto e il modo in cui avvengono queste riprese. Glutei e gambe mostrati durante delle sedute curative alle terme possono avere infatti un effetto ben diverso a seconda della tipologia di ripresa effettuata, che in alcuni casi si mostra senza alcun tipo di comportamento allusivo. In questa categoria ci troviamo di fronte ad un altro tipo di donna, che è la sportiva. Una donna giovane, che mostra il proprio corpo solo con finalità legate alla sfera della salute. Viene spesso mostrato il corpo nel suo complesso e senza indugiare su particolari dettagli, in quanto emblema di buono stato fisico. 42 Tavola di contingenza categoria di donna? * tipi di prodotti/servizi? Conteggio tipi di prodotti/servizi? categoria di donna? neutrale- non presente professionale-intellettuale seducente-erotica-donna oggetto moglie-madre giovane-sportiva istintiva adulta elegante Totale cura del corpo/ben essere 1 abbigliam ento arredamento 0 0 oggettistica varia 2 1 prodotti per la casa 2 gioielli alimentari ristorazione 2 1 editoria 2 automobili 3 Totale 14 5 0 3 0 1 1 2 0 0 0 12 12 5 3 7 0 2 5 1 1 1 37 11 6 0 0 1 36 2 2 1 0 2 12 8 4 0 2 1 21 9 1 0 0 1 20 1 2 0 0 0 5 8 5 0 0 0 18 10 3 0 1 1 24 5 3 0 0 0 10 1 1 0 0 0 5 1 2 0 0 0 7 56 29 1 3 6 158 (Tab. 13: Tavola di contingenza Tipi di prodotti e servizi- Categoria di donna) Colei che ricopre un ruolo professionale o intellettuale in ambito lavorativo, è presente in 5 casi su 12 per la vendita di servizi afferenti la cura del corpo e il benessere, che vedono protagonista anche la donna sensuale-erotica-oggetto in 12 casi su 37, e la donna giovane e sportiva in 6 casi su 29. La moglie-madre, poi, è altrettanto presente in spot e televendita che promuovono la cura del corpo (11 casi su 56), alimentari (10 casi), oggettistica varia (9 casi) e prodotti per la casa (8 casi). La donna adulta come rappresentazione visiva è, invece, irrisoria. Essa è presente come voce fuori campo in brevi spot o in televendite che possono trarre giovamento della rassicurante presenza di una donna matura, più in là con gli anni, in grado di dare consigli e sembrare più affidabile agli occhi del pubblico. La donna-specialista in discipline mediche è un‟altra importante presenza rilevata durante l‟analisi eseguita. Seppure in misura esigua, la donna che viene mostrata in contesti afferenti la sfera medica e 43 della bellezza, è tale per precise scelte di comunicazione: è destinata a diventare riferimento, amica e consigliera di tutte quelle donne che le si rivolgeranno per risolvere problemi che richiedono interventi mirati sul proprio corpo. E‟ netta la prevalenza della presenza delle donne in questo settore, rispetto alla compagine maschile, che appare, invece, ben radicata nel settore della cura dei capelli. Il linguaggio che le donne impegnate nel campo della cura e della bellezza utilizzano, è tecnico, specialistico, pur mantenendosi colloquiale e amichevole. L‟aspetto di queste donne è dignitoso e più autorevole; si tratta di donne che indossano camici e divise, mostrandosi non provocanti, e puntando l‟attenzione solo ed esclusivamente sul contenuto che intendono trasmettere, pur risultando nel complesso presenze gradevoli sullo schermo. Questa categoria è svincolata dallo stereotipo di genere che vede la donna solo come modella in tv. Pure totalmente svincolato da logiche basate sull‟apparenza appare lo stile comunicativo, il linguaggio e l‟aspetto di quelle donne che compaiono in associazione a messaggi religiosi, seppure presente in misura marginale rispetto alle altre tipologie di donne presentate in tv. All‟immagine di donna giovane e sensuale è affiancata come tipologia anche quella dell‟eleganza, che viene mostrata come connotato inscindibile dal contesto delle sale ricevimenti, della celebrazione di eventi significativi e di esposizione di abiti da sera. Questa donna viene definita elegante con soli riferimenti all‟artefatto visuale, in quanto non interviene a livello verbale, figurando spesso solo come indossatrice e quindi, in quanto tale, solo come esposizione di una presunta eleganza esterna, che nulla ha a che vedere con modi di vivere e abitudini. E‟ necessario, in questa sede, segnalare la presenza 44 prevalente di una donna a noi più familiare, e cioè quella inquadrabile nella tipologia “moglie-madre”. La donna mostrata anche come moglie-madre appare da subito abbigliata in modo più semplice, meno curato nei dettagli e più casalingo di quello della donna che punta più sulla fisicità, senza tuttavia apparire trasandato. La donna-moglie è una donna giovane, che viene mostrata nel momento stesso in cui si appresta a ricoprire questo nuovo status, nel momento cioè del matrimonio. Mano nella mano con il proprio marito, alle prese con i primi esperimenti culinari, la donna moglie che viene mostrata nelle televendite e negli spot analizzati offre un‟immagine serena, soddisfatta, in perfetta sintonia con la tipologia di prodotto/sevizio maggiormente pubblicizzato e in armonia con il contesto culturale di riferimento. La donna-madre è sia giovane che meno giovane, riproposta in momenti di vita quotidiana (in cucina, mentre si appresta a svolgere le faccende domestiche, ai fornelli). Oltre ad essere direttamente protagonista degli spot, ella è spesso riferimento indiretto. Anche quando la voce narrante è quella di un uomo, o il contenuto del messaggio sembra essere rivolto a tutti, è alla donnamadre che si fa un chiaro richiamo o un esplicito riferimento (“care amiche, ai vostri bambini” oppure “alle donne che vogliono risparmiare e avere ottime cose in casa”, “tu che ti occupi della casa”). Sebbene infatti, da un‟analisi iniziale, potrebbe sembrare che si siano abbandonati i vecchi stereotipi utilizzati per rappresentare l‟uomo, la donna e le loro differenze, osservando più attentamente, si può notare invece come la pubblicità tenda a ripetere i vecchi concetti stereotipati di femminilità e mascolinità. Il ruolo della donna nelle pubblicità analizzate, infatti, rimane quello di moglie-madre e di “femmina” che 45 seduce, donna-oggetto, bella e affascinante, che vuole piacere, soprattutto all‟uomo. In entrambi i casi si tratta di un ruolo passivo, in cui la donna dipende dall‟uomo e acquista la sua identità sociale non per se stessa, ma attraverso la visione dell‟uomo. Tale immagine si riconosce spesso anche nei casi in cui nella pubblicità la donna apparentemente ricopre altri ruoli (ad esempio donna sportiva, donna elegante, ecc.), se poniamo attenzione a particolari codici non verbali. Ad esempio, talvolta gli uomini possono essere rappresentati come più alti rispetto alle donne, con il corpo eretto e la testa alta, in atteggiamento di fierezza e superiorità; sono sempre in piedi, vestiti e sorridono raramente; le donne, invece, il più delle volte sono rappresentate come semplici corpi, in posizione curva, rannicchiata o sdraiata, sorridono frequentemente e indossano abiti succinti. Spesso quando i conduttori sono uomini, nella storia della televisione, le donne tendono a rimanere in silenzio o hanno piccole battute. La superiorità dell‟uomo si identifica anche attraverso il fatto che lui guarda la donna, che a sua volta volge lo sguardo altrove con modestia. Di conseguenza sembra sempre il maschio ad avere il potere di sorveglianza. In sintesi, si delineano i contorni di una nuova figura femminile, dalla duplice lettura. Essa è legata alla tradizione culturale del luogo di produzione del messaggio pubblicitario da un lato e veicolo di perpetrazione dello stereotipo femminile di donna oggetto dall‟altro. La sintesi di questa immagine è riassumibile all‟interno della cosiddetta “Casalinga di Manhattan”, nuovo profilo di donna emerso nelle maggiori ricerche nazionali sul tema della differenza di genere. 46 Questa donna si divide tra la comunicazione del modello di donna tradizionale e il modello, per così dire “aggiornato” della casalinga. E cioè una donna che è entrata a pieno titolo nel mondo del lavoro, e quindi nella vita pubblica, che non rappresenta più un luogo periferico della socialità e della cultura ma che amplia lo spazio dinamico delle relazioni sociali e degli interessi culturali (Manhattan e non più Voghera), che rimane moglie ma che non ha ancora ripartito con il marito le incombenze domestiche, rimaste una sua prerogativa. Questo tipo di donna è però evocato soprattutto dalle promozioni di articoli per il fitness e il dimagrimento, che spesso ricorrono all‟uso di immagini di donne imbustate in improbabili guaine dimagranti ritratte davanti a un computer, oppure ai fornelli, al mobile da spolverare, o con una scopa in mano11. Casalinga di Manhattan lavora si prende cura di sé, o meglio del proprio corpo, della propria immagine è giovane o ambisce a mantenersi tale è madre è moglie si occupa dei lavori domestici si occupa della cura dei figli, marito e anziani è addetta alla spesa ordinaria è perennemente alla rincorsa del tempo (Tab.14: La casalinga di Manhattan) 11 Osservatorio di Pavia, Tv locale e rappresentazione di genere. La rappresentazione femminile nelle emittenti televisive lombarde, Centro Stampa del Consiglio Regionale, 2007, pag.45. 47 Conclusioni La presenza della donna nella pubblicità è tale da dimostrare quanto la pubblicità può essere considerata come uno specchio del nostro tempo, della società, dei nostri valori e delle nostre aspettative: essa rispecchia i valori e le norme di una società. Pertanto, in pubblicità, la donna è presente in quanto espressione di seduzione più che di informazione, essendo connessa più al sogno che al bisogno e possedendo un carattere emotivo e sensuale. La donna analizzata risulta, nella maggior parte dei casi, rappresentata all‟interno di stereotipi. Ma che cosa sono gli stereotipi? Con questo termine si fa riferimento a raffigurazioni di gruppi o categorie sociali, presenti nella mente di ogni individuo. Sono caratterizzati da alcuni elementi, come l‟organicità e la schematicità. Uno stereotipo non è un semplice elenco di caratteristiche. Anche se può avere gradi diversi di elaborazione, e non sempre i suoi contenuti sono chiari ed espliciti, costituisce un pensiero organizzato, una vera e propria concezione del gruppo cui appartiene. C‟è un bersaglio, con un nome, un‟etichetta linguistica che lo designa, come per le categorie di donna individuate nella ricerca. Al bersaglio viene attribuito un insieme di caratteristiche di vario genere (dall‟aspetto esteriore ai comportamenti, all‟aspetto privato, pubblico e sociale). La correlazione tra caratteristiche e bersaglio si può fare in base a ragionamenti statistici. Tutto ciò che si pensa del gruppo bersaglio è inserito in un entroterra di linguaggio e conoscenze. Caratteristiche, collegamenti, ragionamenti retrostanti sono espressi in formule consolidate, che 48 circolano nella comunità e vengono tramandate. Perciò lo stereotipo risente del linguaggio del gruppo che lo ha elaborato. Uno stereotipo (ad esempio quello della “casalinga di Manhattan”) semplifica e fissa in una immagine statica la realtà complessa e in continua evoluzione del gruppo bersaglio (le categorie di donne esaminate). I ricercatori che, negli anni ‟20 e „30, condussero le prime indagini empiriche sugli stereotipi, furono colpiti dalla evidente rozzezza, dalla disarmante ingenuità e dalla rigidità di certi stereotipi. Non sempre è così. Oggi è facile trovarne di ricchi ed elaborati, adoperati con elasticità e prudenza. In ogni caso, che siano banali o sofisticati, gli stereotipi sono schematici. Rispetto alla realtà che raffigurano, risultano comunque riduttivi. In questo non vi è nulla di strano, né di preoccupante, perché il pensiero umano, procede normalmente per schemi, nella comprensione della realtà sociale, come di qualsiasi realtà. Gli stereotipi sono importanti strumenti per districarsi nella vita sociale: senza di essi si resterebbe disorientati. Funzionano come schemi di cui ci si serve correntemente nella conoscenza della realtà sociale. Essi vengono adoperati, innanzitutto, per capire gli altri, in questo caso per studiare la rappresentazione della donna nella pubblicità. Ci si accosta alla ricerca tendendo a vedere nello stereotipo non una specie di malattia da cui gli uomini devono guarire, ma un procedimento mentale e umano del tutto razionale, non infondato e che, assieme a molti elementi falsi, contiene un nocciolo di verità. Per quanto concerne la distribuzione della presenza femminile evidenziata in spot pubblicitari e televendite, è importante sottolineare come la donna sia presente in 118 spot analizzati su un totale di 131, e 49 dunque assente solo in 13 spot. Lo scenario delle televendite, invece, si delinea come popolato esclusivamente dall‟universo femminile, essendo esso presente nella totalità delle televendite analizzate, che sono 27. A termine del monitoraggio dei 158 contenuti pubblicitari analizzati, è emerso come le tipologie di donne presenti fossero inquadrabili all‟interno di alcune categorie ben definite. Dalle categorie di donne individuate, di rilievo è la percentuale (35,4%) della moglie-madre, seguita dalla donna oggetto- riassuntiva delle tipologie di seducente ed erotica (23,4%) e dalla giovane e sportiva (18,4%). Si segnalano, invece, con valori inferiori: la professionista (8,2%), al pari dell‟assenza di donna; la donna elegante (3,8%), la donna adulta (1,9%) e l‟istintiva (0,6%). La donna adulta come rappresentazione visiva è irrisoria. E‟ presente come voce fuori campo in brevi spot o in televendite, che possono trovare giovamento nella rassicurante presenza di una donna più matura. La donna elegante viene mostrata sempre in abbinamento al contesto delle sale ricevimenti, della celebrazione di eventi significativi e di esposizione di abiti da sera. La professionista, specialista in discipline mediche, è destinata a diventare riferimento, amica e consigliera di tutte le donne che le si rivolgeranno per risolvere problemi che richiedono interventi mirati sul proprio corpo. Anche quando i connotati della presenza femminile non mostrano caratteristiche salienti, ci si trova di fronte a donne prevalentemente 50 giovani. La giovane età è desumibile dalla freschezza e dalla acutezza della voce, quando si tratta di linguaggio verbale privo di accompagnamento visivo, o dall‟aspetto: ecco le caratteristiche della donna giovane e sportiva. L‟immagine della donna seducente ed erotica si concentra solo sull‟apparato visuale e non su quello linguistico: si susseguono riprese di donne giovani, sensuali, curate nell‟abbigliamento e nei dettagli, con sguardi, pose e movenze ammiccanti, che fanno esplicito riferimento alla sfera sessuale. Prevalente, è la presenza della donna inquadrabile nella tipologia di moglie-madre. È una donna giovane, che viene mostrata nel momento stesso in cui si appresta a ricoprire questo nuovo status, nel momento cioè del matrimonio; oppure, viene riproposta in momenti di vita quotidiana (in cucina, mentre svolge le faccende domestiche, o ai fornelli). Da tale analisi si può desumere in sintesi che l‟immagine della donna appare tutt‟ora imprigionata all‟interno di stereotipi, che la vedono ricoprire per lo più ruoli marginali nel teleschermo, gli stessi che nella vita reale non si è ancora finito di combattere. Negli ultimi anni vi è stata una moltiplicazione degli stereotipi illustrati che, non relegano più la donna al ruolo di involucro fatto di sola immagine e privo di contenuti: accanto a questo ne emergono altri. La somma di questi nuovi modelli lascia intravedere la chiara lettura di una nuova tipologia di donna, di accresciuta complessità, riassumibile nella definizione “Casalinga di Manhattan”: si presenta così la nuova donna, giovane, moglie e madre, che ha fatto il suo 51 pieno ingresso nella vita sociale e culturale, ma che ancora non divide con il marito le incombenze domestiche, tanto da doversi dividere per ciascuna delle “posizioni” che la vita sociale impone. La comprensione e la conoscenza di questi elementi impone riflessioni sui messaggi della comunicazione in generale, e della pubblicità in particolare, con l‟obiettivo non già di eradicarne il contenuto stereotipato, quanto di renderne noti i processi, al fine di elaborare delle alternative, in un‟ottica di dinamiche di genere, maggiormente formative e costruttive. Tale finalità sarebbe raggiungibile attraverso un uso costante della raffigurazione multiforme delle caratteristiche del genere femminile, che sebbene possa presentare un maggiore grado di complessità, in quanto meno riassuntiva e generalizzante, darebbe voce anche a quelli che oggi sembrano essere aspetti minoritari per la loro rappresentazione sul piccolo schermo, ma più equi e dotati di quella dignità che appartiene ad entrambi i generi. 52 Bibliografia Cameron D., Feminism and Linguistic Theory, Macmillan, Basingstoke 1992. Codeluppi V., Che cosa è la pubblicità, Roma, Carocci, 2001. Davies B. e Harré R., Positioning: the discorsive production of selves,”Journal for the Theory of Social Behavoiur”, vol. 20, 1990. Ferri P., Teoria e tecnica dei nuovi media. Pensare, formare, lavorare nell’epoca della rivoluzione digitale, Milano, Guerini Studio, 2002. Goffman E., Gender Advertisements: ritualità ed espressione tra i gender, Roma, Armando Editore, 2009. Hermans H.J.M., The construcion and reconstruction of a dialogical self, “Journal of Constructivist Psychology”, vol. 16, 2003. Horvitz D.G. and Thompson D.J., Estimator and estimates of its variance, Journal of the American Statistical Association, 1988. Osservatorio di Pavia, Tv locale e rappresentazione di genere. La rappresentazione femminile nelle emittenti televisive lombarde, Centro Stampa del Consiglio Regionale, 2007. 53 Puggelli F. R., L’occulto del linguaggio: psicologia della pubblicità, Milano, Franco Angeli, 2002. Sorice M., I Media, La prospettiva sociologica,Roma, Carocci, 2006. Varisco B.M., Costruttivismo socio-culturale,Roma, Carocci, 2002. Zecchini M., Oltre lo stereotipo nei media e nella società, Roma, Armando Editore, 2005. Sitografia http://www.library.lu.usi.ch/cerca/bul/memorie/com/pdf/0506Tonolla http://www.maella.it/Download/Tec%2020Linguaggio%20del%20cor po%20in%20pubblicit%C3%A0 54 Appendice 1) Si riporta in allegato il modello di scheda di rilevazione dati a matrice Excel utilizzato per l‟ analisi qualitativa. 55 GRIGLIA DI RILEVAZIONE ID spot (nr progressivo Contenuto ) messaggio id 1 esempio di contenuto , previsto in una o più righe della stessa colonna Setting Contesto Stile comunicativo esempio di esempio di setting previsto contesto esempio di stili in una o più previsto in una comunicativi in una o più righe della o più righe della righe della stessa stessa colonna stessa colonna colonna Linguaggi o Immagini Banda sonora Presenze femminili esempio di di linguaggio in una o più righe della stessa colonna note decrizione descrizione e metodolog immagini/banda descrizione enumerazione iche, di video nei dettagli banda sonora: presenze ricerca, delle scene di rumori, suoni, altri femminili tecniche, interesse della dialoghi all'interno dello di ricerca contemporanei.. spot esaminato reminder Note 56 57