OPUSCOLO LAVORATORI
RUMORE E PATOLOGIE PROFESSIONALI
CORRELATE AL RISCHIO RUMORE
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RUMORE
Circa 60 milioni di lavoratori in Europa sono esposti a livelli di rumore potenzialmente
pericolosi per almeno un quarto della loro giornata lavorativa; inoltre, la perdita dell'udito
causata dal rumore rappresenta ancora circa un terzo di tutte le malattie
professionali".
Che cos’è il rumore?
Il suono è una oscillazione di pressione che si propaga in un mezzo elastico (gassoso,
liquido o solido) senza trasporto di materia, ma solo di energia.
Il suono è in generale una sensazione che nasce nell'uomo quando una perturbazione
meccanica si propaga in un mezzo elastico facendolo vibrare. Per questa ragione molto
spesso abbiamo a che fare con suoni i cui stimoli acustici hanno le componenti in
frequenza multipli della frequenza fondamentale.
Per rumore si intende un suono che presenti caratteristiche tali, sia come qualità, sia,
soprattutto, come intensità, da risultare fastidioso o addirittura dannoso per la salute.
Rumore è quindi un fenomeno acustico, solitamente irregolare, solitamente sgradevole
all'orecchio umano. Tuttavia alcuni studiosi ritengono che la differenza di significato tra
"suono" e "rumore" sia legata alla controllabilità dell'emissione acustica, e non dalla sua
gradevolezza. Ciò che differenzia un suono acuto da un suono grave è la frequenza e cioè
il numero di oscillazioni o vibrazioni nell'unità di tempo [Hertz - Hz], mentre ciò che
differenzia un suono lieve da un suono forte è l'intensità che dipende dalla pressione che
l'onda sonora provoca sul nostro orecchio e che si misura in decibel dB(A)
L'orecchio umano non è ugualmente sensibile a tutte le frequenze, ma è più sensibile nel
campo compreso fra 2 KHz e 5 KHz, ed è molto meno sensibile alle frequenze
estremamente elevate o estremamente basse. Questo fenomeno è molto più pronunciato
ai bassi livelli di pressione sonora che non agli alti livelli. Ad esempio, un segnale a 50 Hz
con un livello di pressione sonora di 85 dB dà luogo alla stessa intensità soggettiva di un
segnale di 70 dB a 1.000 Hz. Pertanto affinché uno strumento per la misura del rumore
reagisca nella stessa maniera dell'orecchio umano, si deve dotarlo di un filtro di
ponderazione che ne simuli la risposta. Questo filtro, definito dalla norma CEI è
denominato "A".
PERCEZIONE DEL SUONO CON L’ORECCHIO UMANO
L'orecchio umano agisce da trasduttore nel trasformare energia acustica, prima in energia
meccanica e successivamente in energia elettrica. Una volta che l'energia è stata
convertita dalla forma meccanica a quella elettrica dall'orecchio, gli impulsi elettrici
arrivano al cervello attraverso delle terminazioni nervose. Qui vengono elaborati
permettendo la percezione del suono e, dulcis in fundo, l'ascolto della musica. L'apparato
uditivo è composto da tre sezioni: l'orecchio esterno, l'orecchio medio e l'orecchio interno.
L'analisi del funzionamento di queste tre sezioni ci permetterà di capire il meccanismo di
percezione del suono e saremo in grado di individuare quali parametri modificare sul
suono che stiamo trattando per ottenere il risultato che vogliamo.
Orecchio esterno
Il primo organo che il suono incontra quando raggiunge l'orecchio è il padiglione
auricolare. Questo offre una vasta superficie al fronte sonoro e permette di raccogliere
un'ampia porzione del fronte d'onda (per ottenere una superficie più ampia si portano le
mani alle orecchie come viene istintivo fare quando si ascolta un suono molto debole). Il
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suono viene riflesso dal padiglione auricolare e concentrato verso il condotto uditivo la
cui lunghezza è mediamente pari a 3 cm.
Frequenza di risonanza del canale uditivo - C'è una formula empirica che restituisce la
frequenza di risonanza [Frequenza di risonanza di un altoparlante ] di un tubo al quale
possiamo senz'altro approssimare il condotto uditivo. La formula in questione dice che un
tubo riempito di aria di lunghezza l ha una frequenza di risonanza circa pari a
(considerando che la lunghezza del canale uditivo è di circa 3 cm):
Equazione 2.1. Calcolo della frequenza di risonanza del canale uditivo
Dalla lunghezza d'onda ricaviamo la frequenza di risonanza:
Abbiamo appena scoperto che la frequenza di risonanza dell'orecchio umano è
mediamente di 3KHz. Questo significa che quando un gruppo di frequenze di valore
intorno a 3KHz arrivano all'orecchio, il canale uditivo entra in risonanza e dunque quelle
frequenze subiscono una naturale amplificazione.
Orecchio medio
Il condotto uditivo termina su una membrana, il timpano, che vibra in accordo con il
suono che ha raggiunto l'orecchio. Dalla parte opposta del timpano sono collegati tre
ossicini chiamati: martello, incudine e staffa. Questi hanno la funzione di amplificare la
vibrazione del timpano e ritrasmetterla alla coclea, un ulteriore osso la cui funzione verrà
spiegata tra un momento. Questa amplificazione si rende necessaria in quanto mentre il
timpano è una membrana molto leggera sospesa in aria, la coclea è riempita con un
fluido denso e dunque molto più difficile da mettere in vibrazione. I tre ossicini sono
tenuti insieme da una serie di piccoli legamenti che hanno l'ulteriore funzione di impedire
che seguano una vibrazione molto ampia con il rischio di rimanere danneggiati nel caso
in cui l'orecchio venga sottoposto ad una pressione sonora troppo elevata. Un'apertura
all'interno dell'orecchio medio porta alla cosiddetta tuba di Eustachio che consiste in un
canale che conduce verso la cavità orale. La sua funzione è quella di dare uno sfogo
verso l'esterno in modo da equilibrare la pressione atmosferica ai due lati del timpano
(ecco perché sott'acqua è possibile compensare la pressione esterna, che aumenta con
la profondità, aumentando la pressione interna tappando il naso e soffiandoci dentro).
Orecchio interno
Questa sezione dell'orecchio effettua la conversione dell'energia meccanica in impulsi
elettrici da inviare al cervello per l'elaborazione del suono. L'ultimo dei tre ossicini di cui
sopra, la staffa, è in contatto con la coclea attraverso una membrana che viene
chiamata finestra ovale. La coclea è un osso a forma di chiocciola contenente del fluido
(è dotata di tre piccoli canali circolari orientati secondo le tre direzioni dello spazio che
vengono utilizzati dal cervello per la percezione dell'equilibrio dunque questa funzionalità
esula completamente dalla nostra trattazione). Il fluido riceve la vibrazione dalla staffa
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attraverso la finestra ovale e la trasporta al suo interno dove è presente il vero organo
deputato alla conversione dell'energia meccanica in energia elettrica: l'organo del Corti.
All'interno dell'organo del Corti troviamo la membrana basilare che ospita una
popolazione di ciglia, circa 4000, che vibrano in accordo con la vibrazione del fluido.
Ogni gruppo di ciglia è collegato ad una terminazione nervosa in grado di convertire la
vibrazione ricevuta dal fluido in impulsi elettrici da inviare al cervello per essere elaborati
e percepiti come suoni.
Naturalmente, una singola frequenza non andrà ad eccitare una ciglia singola, ma ne
ecciterà un gruppo. L’estensione delle ciglia eccitate dalla singola frequenza viene
denominata banda critica ed è alla base di molti fenomeni di psicoacustica. Infatti, due
suoni diversi che eccitano due bande critiche che si sovrappongono vengono interpretati
dal cervello in maniera diversa da due suoni le cui bande critiche non si sovrappongono.
Quando le bande critiche generate dai due suoni si sovrappongono, nella zona comune lo
stesso gruppo di ciglia sta vibrando sollecitato da entrambi i suoni, dunque il cervello non
sa a quale dei due associare la vibrazione. Ciò è all’origine di molti fenomeni psicoacustici
che, in quanto tali, non appartengono alla realtà del suono ma alla sua interpretazione da
parte dell’apparato uditivo.
Caratteristiche del suono rumore
Frequenza (f): numero di cicli completi nell’unità di tempo; la caratteristica di un suono, da
basso ad acuto, dipende dalla frequenza.
Periodo (T): intervallo di tempo necessario per completare un ciclo; è uguale al reciproco
della frequenza: T =1/f.
Lunghezza d’onda: spazio percorso dall’onda in un periodo.
Ampiezza (A): ampiezza dell’onda; è indicativa del livello sonoro.
Velocità di propagazione: nell’aria in condizioni standard di temperatura, umidità e
pressione è pari a 344 m/s (1.238 km/h); nell’acqua è di 1.500 m/s e nell’acciaio 5.000
m/s.
Come unità di misura viene utilizzato il decibel (dB); in effetti il dB non è una vera unità di
misura, bensì un modo per esprimere una misura.
È possibile in tal modo comprimere la gamma dei rumori in un range compreso tra 0 e 120
dB, ricordando che ogni 3 dB si ha un raddoppio della pressione sonora.
In pratica, se una sorgente sonora produce in un certo punto un livello X, due sorgenti
sonore di pari potenza, contemporaneamente in funzione, produrranno un livello X + 3 dB
totali.
Chi è a rischio?
Chiunque sia esposto al rumore è potenzialmente a rischio. Una maggiore intensità del
rumore ed un’esposizione più prolungata aumentano il rischio di subire danni dovuti al
rumore. Nei settori manifatturiero e minerario, il 40 % dei lavoratori è esposto a livelli di
rumore significativi per più di metà della propria giornata lavorativa. Nel settore edile,
questo valore può raggiungere il
35 %, mentre in molti altri settori, compresi l’agricoltura, i trasporti e le comunicazioni, il
valore si aggira intorno al 20 %. Il rumore non è quindi un problema limitato alle sole
industrie manifatturiere e ad altri settori tradizionali. Il rumore viene riconosciuto come
problema anche nell’area dei servizi, ad esempio nei settori dell’istruzione, della sanità e
della ristorazione.
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Gli effetti del rumore sull’uomo
L’orecchio umano è capace di percepire i rumori a partire dai 5 - 10 dB(A), la normale
conversazione è compresa tra i 60 e i 70 dB(A), e con frequenze comprese tra 16 e 16000
Hz. Rumori troppo forti possono provocare la lacerazione del timpano ma già a partire da
una esposizione sistematica a 80 dB(A) si può avere una riduzione dell'udito. L'ipoacusia è
un danno permanente che si aggrava con il prolungarsi dell'esposizione a rumore; sono
stati anche dimostrati effetti su altri apparati (digerente, respiratorio etc.), inoltre il rumore è
un fattore di stress ed aumenta perciò la stanchezza, fa diminuire la concentrazione e di
conseguenza aumentano le possibilità che si verifichi un infortunio sul lavoro.
Gli effetti nocivi del rumore sull’uomo si dividono in uditivi e extra uditivi a seconda che
interessino direttamente l’apparato uditivo o che vadano ad agire sugli altri organi o
abbiano effetti psico-sociali.Gli effetti uditivi sono sostanzialmente modificazioni
irreversibili per esposizione protratta al rumore (sordità da rumore) o modificazioni
reversibili irreversibili per trauma acustico acuto.
Un’esposizione ad un rumore estremamente intenso può anche lacerare il timpano
producendo una perdita uditiva molto accentuata; un rumore meno elevato, ma pur
sempre intenso, determinerà una lesione alle strutture dell’orecchio interno che non
riusciranno più a trasmettere in modo completo gli impulsi al cervello.
L’ipoacusia professionale dovuta ad una esposizione cronica a rumori elevati presenta
generalmente le seguenti caratteristiche:
 la sordità è di tipo percettivo, interessa cioè le terminazioni nervose e non le vie di
trasmissione meccanica del suono;
 la perdita dell’udito inizia in modo caratteristico alla frequenza di 4.000 Hz;
 in uno stadio più avanzato la perdita può estendersi verso le frequenze più alte e
più basse;
 la sordità è sempre bilaterale e simmetrica, irreversibile e progressiva finché vi è
esposizione al rischio;
 in età più avanzata può sovrapporsi sordità legata all’età che, generalmente
interessa le frequenze più elevate.
Gli effetti extrauditivi, possibili anche per esposizioni inferiori a quelli considerati dannosi
per l’udito, si manifestano anche sulla base di una maggiore o minore sensibilità
individuale:
 sistema nervoso: disturbi dell’equilibrio e del tono psicomotorio, disturbi
dell’attenzione e della concentrazione;
 organo della vista: disturbi del visus, dilatazione della pupilla;
 apparato gastrointestinale: aumento della motilità gastrointestinale e possibili
fenomeni spastici, aumento dell’incidenza di gastroduodeniti ed ulcere;
 apparato cardio-circolatorio: aumento della frequenza cardiaca, costrizione dei vasi
periferici, aumento della pressione arteriosa;
 apparato respiratorio: aumento della frequenza respiratoria;
 apparato endocrino: modificazioni nella produzione di ormoni, particolarmente a
carico di ipofisi e surrene;
 altri organi ed apparati: disturbi sul carattere, eccitazione, depressione, nevrosi,
disturbi sessuali.
Come conseguenza delle varie sindromi sopra citate, si determinano dei disturbi
nella vita di relazione con conseguenze negative sull’attività lavorativa e con
notevole incremento del rischio di infortunio.Non va infine dimenticato che un
lavoratore ipoacusico soffrirà particolarmente per lo stato di isolamento, per la
difficoltà di comunicazione verbale e sarà ancor più esposto a rischi di varia natura
per l’impossibilità di udire segnali di avvertimento o di allarme.
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Ipoacusia da invecchiamento - Presbioacusia
La presbiacusia rientra nel capitolo delle labirintosi nell’adulto, cioè nelle patologie
degenerative dell’orecchio interno. Per presbiacusia si intende una ipoacusia
neurosensoriale di frequente osservazione in entrambi i sessi, con maggiore frequenza nel
sesso maschile, in età avanzata, più evidente dopo il 60° anno di età, ma che può
osservarsi nelle fasi iniziali già dopo i 30 anni (Alajmo1995).
L’uomo è costantemente affetto da un indebolimento progressivo dell’organo e quindi del
senso dell’udito. Patologie come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, il tabagismo,
l’alcolismo, l’arteriosclerosi, lo stress, le turbe del metabolismo (ipercolesterolemie) sono
cause che conducono ad un invecchiamento dell’organismo.
La presbiacusia si instaura e progredisce lentamente ed è dovuta all’interessamento di
ogni settore dell’apparato uditivo, DALLA MEMBRANA DEL TIMPANO SINO ALLE AREE
CORTICALI PRIMARIE E SECONDARIE DEL LOBO TEMPORALE (AREE DI
BRODMAN).
L’igiene di vita ed alimentare, associato alla riduzione delle concomitanti cause di
senescenza, possono costituire un efficace mezzo per ridurre il processo
d’invecchiamento dell’udito e ritardare l’epoca d’insorgenza della senescenza.
L’unico aiuto al paziente presbiacusico è costituito dalla protesi acustica, meglio se
bilaterale: i risultati sono di solito inferiori rispetto ai soggetti giovani con analoga perdita
uditiva e la ragione è nel deficit acustico centrale, che rende difficile l’intelligibilità del
messaggio verbale. Ma, se la correzione protesica è ben fatta ed è binaurale ed il soggetto
è ben addestrato, i vantaggi sono evidenti.
Sordità o ipoacusia da farmaci ototossici
Il 70% dei deficit uditivi sono a carico dell’orecchio interno, causati da farmaci che
indeboliscono l’udito per un’azione tossica, oppure dall’età.
Alcuni antibiotici e chemioterapici (amicacina, nemicina, trombamicina, gentamicina), a
dosi elevate sono responsabili di un calo dell’udito per un’azione tossica (per questo
motivo i farmaci si chiamano ototossici). Sfortunatamente il danno non è risolvibile ed è
permanente e l’unica soluzione è la protesi acustica. Per prevenire questo problema è
consigliabile assumere questi farmaci solo se necessari e su prescrizione medica.
Ipoacusia da rumore
L'ipoacusia da rumore può avvenire per esposizioni prolungate a rumori con particolari
caratteristiche nell’attività lavorativa.
I processi degenerativi interessano all'inizio una piccola parte dell'organo di Corti; con il
persistere dell'azione traumatica i fenomeni degenerativi si estendono progressivamente
agli altri settori dell'organo e ad altre parti delle vie acustiche (Ganglio di Corti).
Essa è per lo più bilaterale e simmetrica, ed è preceduta di solito da acufeni ad alta
tonalità. Inizia con un aumento di soglia per i toni puri di frequenza 4000 Hz; persistendo
l'esposizione al rumore si osserva un aumento di soglia per i toni di frequenza 6000 e
8000 Hz, che successivamente si estende anche toni di frequenza di 2000Hz e poi di
1000Hz.
L'ipoacusia ha carattere recettivo ed è accompagnata da recruitment e da acufeni.
Quando cessa l'esposizione al rumore, la evoluzione della ipoacusia si arresta, ma il
danno ormai prodotto è irreversibile.Il danno acustico da rumore può essere prevenuto
con opportune misure profilattiche ambientali e personali (protettori acustici di vario tipo,
caschi, ccc.), ma non esiste purtroppo alcuna terapia efficace.
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Come progredisce l’ipoacusia? Sintomi oggettivi e soggettivi
Le prime settimane d’esposizione al rumore generalmente provocano acufeni (ronzii) alla
fine del turno di lavoro, accompagnati da fullness (senso di orecchio pieno), cefalea e
intontimento. Non si riscontrano abbassamenti di udito se non un leggero STS
(Spostamento Temporaneo di Soglia) sui 4000 Hz: è quella diminuzione della sensibilità
uditiva che si avverte anche al termine di una serata in discoteca.
Il secondo stadio è caratterizzato da un innalzamento della soglia audiometrica (1) di 3040 dB sui 4 kHz, che si estende spesso anche ai 3 e 6 kHz. Questa fase può durare mesi
o anni, secondo la sensibilità individuale e
l’energia sonora del rumore.
Nel terzo stadio la soglia uditiva sale fino 45-60 dB sui 4 kHz, iniziano le prime difficoltà ad
udire il ticchettio dell’orologio e a comprendere il parlato delle trasmissioni radiotelevisive.
Le prime parole ad essere percepite con
difficoltà sono quelle contenenti la “z” come “zanzara” o la “s” come “sessanta”, che viene
confusa con “settanta”.
Dopo diversi anni di esposizione s’instaura la “sordità da rumore” (quarto stadio),
caratterizzata da un innalzamento della soglia uditiva anche alle frequenze medie (che
veicolano la maggior parte delle consonanti e delle vocali), da acufeni costanti, recruitment
e displacusia: questi ultimi due fenomeni provocano distorsione rispettivamente in intensità
e frequenza. Tutto ciò comporta una riduzione anche del 50% dell’intelligibilità dell’eloquio,
che è percepito dal soggetto come proveniente da una radio mal sintonizzata, specie negli
ambienti rumorosi.
Rumore pericoloso negli ambienti di lavoro
Sono pericolosi per l’udito gli effetti del rumore pari o superiori a Leq 88 dB(A) e relativi a
un periodo di lavoro rappresentativo (8 h/giorno, 40 h/settimana, 2000 h/anno), nonché i
rumori impulsivi [LPeak superiore a 140 dB(C)] con un livello di energia sonora SEL,
addizionato per un’ora, superiore a 125 dB(A).
L’uso dei protettori auricolari e le visite dell’udito sono obbligatori.
In zona limite del rischio per l’udito [Leq da 85 fino a 87 dB(A) risp. LPeak superiore a 140
dB(C)], il datore di lavoro deve mettere a disposizione i protettori auricolari, consigliandone
l’uso al personale. I controlli dell’udito sono facoltativi.
Più di 50 tabelle generali del rumore specifiche dei rami industriali, portano le zone di
rumore, le sorgenti di rumore e le attività lavorative con esposizione a rumore intenso.
I protettori acustici individuali
Se le misure tecniche od organizzative adottate non sono sufficienti per ridurre il rumore a
valori non nocivi, è necessario ricorrere alla protezione individuale. L’uso di un protettore
auricolare è obbligatorio negli ambienti di lavoro con rumore pericoloso per l’udito.
In zona limite del rischio per l’udito il datore di lavoro deve mettere a disposizione i
protettori auricolari, consigliandone l’uso al personale. I protettori auricolari offrono la
protezione necessaria solo alle seguenti condizioni:
- usarli sempre, ossia ogni minuto d’esposizione al rumore;
- usarli correttamente, ossia si deve percepire un netto smorzamento del rumore.
Al fine di evitare la reticenza all'uso di protettori auricolari, è necessario fornire spiegazioni
efficaci sulla loro necessità di impiego. La mancanza di motivazione è talvolta dovuta ad
una carenza di informazioni o ad una scelta non corretta. Per esempio, si può avvertire
una sensazione di isolamento quando si indossano per la prima volta protettori auricolari.
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Uso
Generalità
Al fine di evitare la reticenza all'uso di protettori auricolari, è necessario fornire spiegazioni
efficaci sulla loro necessità di impiego. La mancanza di motivazione è talvolta dovuta ad
una carenza di informazioni o ad una scelta non corretta. Per esempio, si può avvertire
una sensazione di isolamento quando si indossano per la prima volta protettori auricolari.
Periodo di impiego
Perché siano efficaci, i protettori auricolari devono essere indossati durante tutto il periodo
di esposizione a livelli di rumore nocivi. Se i protettori vengono tolti anche per brevi periodi,
la protezione effettiva si riduce sensibilmente. Quando le persone non indossano protettori
auricolari durante tutto il periodo di esposizione al rumore, il fattore limitativo diventa il
periodo trascorso senza protettori e non più le prestazioni dei protettori.
Protettori auricolari progettati per essere utilizzati in una direzione particolare
Nei casi in cui i protettori auricolari hanno una conchiglia o un inserto destinati
esclusivamente all'orecchio sinistro e una conchiglia o un inserto destinati esclusivamente
all'orecchio destro, si dovrebbe aver cura di assicurare che i protettori auricolari siano
indossati correttamente.
Disponibilità di protettori
Il personale dovrebbe essere a conoscenza del fatto che non deve accedere a zone con
livelli di rumore pericolosi senza indossare protettori auricolari.Nei casi in cui si utilizzano
protettori monouso, è opportuno che sia resa disponibile una scorta di protettori nei
normali punti di accesso a zone con livelli di rumore pericolosi. Se necessario, è opportuno
che siano presi provvedimenti ulteriori per fornire protettori auricolari ai visitatori.
Compatibilità di altri dispositivi di protezione della testa e/o indumenti
con le cuffie e gli altri inserti auricolari con archetto.
Generalità
Non sono rari i casi in cui persone che lavorano in aree rumorose devono indossare altri
dispositivi di protezione della testa che possono determinare una riduzione delle
prestazioni del protettore auricolare. Un'attenzione particolare dovrebbe essere rivolta agli
aspetti descritti nei seguenti punti quando si indossano cuffie o inserti auricolari con
archetto.
Indumenti di protezione
Gli indumenti protettivi dovrebbero essere indossati sopra a qualsiasi tipo di protettore
auricolare e non sotto di esso. Qualsiasi tentativo di indossare cuffie o inserti auricolari con
archetto sopra agli indumenti ridurrà sensibilmente la loro efficacia cura e manutenzione.
Cura e manutenzione
Generalità
I protettori auricolari riutilizzabili devono essere sottoposti ad interventi regolari di
manutenzione e pulizia al fine di evitare una riduzione dell'effetto protettivo, irritazioni
cutanee o altri disturbi auricolari.
Pulizia ed igiene
La contaminazione dei protettori auricolari ad opera di sostanze estranee, soluzioni,
residui liquidi, polveri, materiale particolato, eccetera, che potrebbero introdursi in seguito
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alla manipolazione dei protettori auricolari, può essere causa di irritazioni o abrasioni
cutanee. Tutto il personale dovrebbe essere avvertito sull'importanza di avere sempre le
mani pulite quando si maneggiano i protettori auricolari, in particolare se si tratta di inserti
auricolari. Il personale dovrebbe inoltre essere avvertito sulla necessità di consultare un
medico qualora si riscontrino irritazioni cutanee durante o in seguito all'uso di protettori
auricolari.
Quando devono essere indossati inserti auricolari riutilizzabili, è essenziale che essi siano
lavati con cura o puliti completamente in conformità alle istruzioni del fabbricante e quindi
conservati in una custodia apposita fino all'impiego successivo. Le cuffie, in particolare i
cuscinetti, devono essere puliti seguendo le istruzioni del fabbricante.
Gli stessi inserti auricolari non dovrebbero essere mai indossati da più di una persona. In
circostanze eccezionali, in cui cuffie già indossate da una persona devono essere
indossate da un'altra persona (per esempio visitatori), le cuffie dovrebbero essere
sottoposte prima ad una pulizia igienica. Può essere appropriato l'uso di coperture
monouso per i cuscinetti.
Conservazione
È opportuno prendere precauzioni appropriate per una conservazione pulita dei protettori
quando questi non vengono usati. Esse potrebbero comprendere sacchetti per la
conservazione delle cuffie, armadietti o cassetti puliti per la conservazione degli inserti
auricolari riutilizzabili. Si dovrebbe aver cura di non tendere l'archetto auricolare e
deformare i cuscinetti. Per la conservazione di cuffie collegate a elmetti, si dovrebbe aver
cura di non deformare i cuscinetti esercitando una pressione contro l'elmetto. Gli inserti
auricolari e le cuffie dovrebbero essere conservati in un ambiente idoneo. Un'attenzione
particolare dovrebbe essere prestata ai consigli del fabbricante sulle corrette condizioni di
conservazione. I protettori auricolari non utilizzati dovrebbero essere conservati in
conformità alle istruzioni del fabbricante. Quando sono previsti inserti auricolari monouso
dovrebbero essere sempre disponibili scorte.
Ispezione e sostituzione
I protettori auricolari dovrebbero essere ispezionati ad intervalli frequenti per identificare
quelli danneggiati da difetti meccanici, invecchiamento, incidenti o cattivo uso. Gli archetti
di sostegno possono essere soggetti a deformazione intenzionale o accidentale e la loro
geometria dovrebbe essere confrontata con quella di un campione non utilizzato se si ha
l'impressione di una perdita di forza. I cuscinetti delle cuffie devono essere sostituiti in
conformità alle istruzioni del fabbricante non appena perdono la loro forma originale, si
induriscono o diventano fragili, mostrano segni di rottura o di diminuzione delle loro
prestazioni per ragioni diverse e devono essere disponibili ricambi o prodotti nuovi.
Guida per la manutenzione
È opportuno fornire a tutte le persone che devono indossare protettori auricolari
informazioni relative alla cura e alla manutenzione (vedere 7.2, 7.3, 7.4) che dovrebbero
essere ripetute ad intervalli regolari.
Eliminazione
Le disposizioni relative all'eliminazione dei protettori auricolari usati dovrebbero garantire
che questi non possano essere inavvertitamente riutilizzati e che non causino danni
all'ambiente.
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OBBLIGHI DEI LAVORATORI





usare con cura ed in modo appropriato i dispositivi di sicurezza, i mezzi individuali e
collettivi di protezione, forniti o predisposti dal datore di lavoro;
segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente ed al preposto le
deficienze dei suddetti dispositivi e mezzi, nonché le altre eventuali condizioni di
pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di
urgenza nell'ambito delle loro competenze e possibilità, per eliminare o ridurre dette
deficienze o pericoli;
non rimuovere o modificare, senza autorizzazione, i dispositivi di sicurezza, di
segnalazione, di misurazione ed i mezzi individuali e collettivi di protezione;
non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre non di loro competenza che
possono compromettere la protezione o la sicurezza;
sottoporsi ai controlli sanitari previsti nei loro riguardi.
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