Sicurezza nel Laboratorio:
Rumore
Per questo
P
t corso non sii consiglia
i li nessun libro
lib di ttesto
t pertanto
t t il fil
file contiene
ti
sia
i
pagine didattiche sia pagine di approfondimento messe a punto con l’obiettivo
di migliorare la comprensione delle problematiche presentate.
a cura del:
Dr. Manuel Fernández
Servizio Prevenzione e Protezione
a.a. 2011-2012
Corso di Laurea in Scienze Biologiche
Pagina di approfondimento
Titolo VIII, Capo II del D. Lgs. 81/2008
AGENTI FISICI
“Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione ai
rumore durante il lavoro”
Pagina di approfondimento
Suono e rumore: Frequenza di un suono
Che cos’è
Ch
’è il suono?
?
Il suono è ogni variazione di pressione che l’orecchio
umano può udire.
Il numero di variazioni di pressione per secondo che
avvengono è chiamata la frequenza del suono ed è
misurata in Hertz (Hz). La frequenza del suono di una
sorgente
g
acustica stabilisce il suo tono distintivo.
I suoni che l’orecchio umano può percepire sono compresi
tra le frequenze di 20 Hz e di 20 kHz. Se il tono ha una
frequenza alta è detto acuto, mentre se è bassa il tono è
grave. I suonii all di sotto
tt di 20 H
Hz sono d
detti
tti infrasuoni,
i f
i
mentre quelli superiori a 20 kHz sono gli ultrasuoni.
Un suono che ha solo una frequenza
q
è detto tono p
puro. Un suono armonico come ad
esempio quello di uno strumento musicale è costituito dalla sovrapposizione di toni puri.
Tuttavia, la maggior parte dei suoni che incontriamo in natura sono costituiti da una
miscela ampia di frequenze rapidamente variabili nel tempo; tali suoni costituiscono una
b d di rumore. Il rumore è detto
banda
d tt bianco
bi
se sii di
distribuisce
t ib i
uniformemente
if
t su ttutte
tt lle
frequenze comprese tra 20 Hz e 20 kHz. Il rumore viene misurato con uno strumento
che si chiama fonometro.
Pagina didattica (solo giustificazione uso scala e valori delle soglie)
A i
Ampiezza
di un suono: il dB
Un altra grandezza fisica che caratterizza il suono è ll’ampiezza
Un’altra
ampiezza delle fluttuazioni di
pressione. Il suono più debole che può percepire l’orecchio umano (soglia di percezione)
è di ca. p0 = 20 µPa = 0.00002 Pa, mentre la soglia del dolore dell’orecchio umano è di
200 Pa.
Si comprende che su una scala cosi ampia (8 ordini di grandezza) sia molto difficile
fare dei ragionamenti. Per tale motivo si preferisce utilizzare una nuova scala: il
decibel (dB).
Il decibel in realtà non è un unità assoluta di misura, ma confronta il livello misurato
con un altro valore di riferimento. La scala del dB è una scala logaritmica e usa come
valore di riferimento la soglia di percezione. A tale suono corrisponde un valore di
0 dB.
dB Ad ogni fattore 10 di crescita della pressione sonora p corrisponde una somma di
20 dB alla scala dei dB. In questo modo:
„
„
„
a 20 µPa corrispondono 0 dB
a 200 µPa corrispondono
p
20 dB
a 2000 µPa corrispondono 40 dB, e cosi via.
Ampiezza (dB ) = 20 log10
p
p0
La soglia del dolore corrisponde a 140 dB.
L’uso della scala logaritmica per la determinazione dell’ampiezza sonora è giustificato
dal fatto che la percezione dell’orecchio riesce a discriminare suoni con differenza di
3 dB a qualunque valore effettivo della pressione sonora.
Pagina di approfondimento
P
Percezione
del
d l suono e scala
l in dB
Anche se un incremento di 6 dB rappresenta un
raddoppio della pressione sonora, è richiesto un
aumento di 10 dB affinché il suono venga
percepito
it soggettivamente
tti
t il d
doppio.
i
In realtà la percezione dipende da molti fattori
complessi, tra i quali il fatto che l’orecchio non ha
l stessa
la
t
sensibilità
ibilità a tutte
t tt le
l frequenze;
f
esso è
più sensibile a quelle comprese tra 2 e 5 kHz.
Peraltro questa differenza di sensibilità è tanto
maggiore quanto più
ù elevato
l
è ill valore
l
dell’ampiezza.
Per questi motivi si utilizzano le curve di
ponderazione A, B e C tarate alla frequenza di 1
kHz per 40, 70 e 100 dB rispettivamente. In tali
casi l’ampiezza si indica in dB(A), dB(B) e dB(C),
per tener in
i conto questo fattore.
f
Sorgente
g
dB
Fruscio di foglie
10 - 20
Conversazione
40
V
Voce
umana
m
a toni
t i elevati
l
ti
50 60
50-60
TV ad alto volume
70
Macchine tessili
90
Sega circolare
100
Martello pneumatico
120
Aereo in decollo
140
Pagina didattica
E
Esposizione
i i
professionale
f
i
l
P valutare
Per
l
l’esposizione
l’
i i
professionale
f
i
l di un
lavoratore al rumore si introduce il concetto di
livello equivalente
q
(LeqA) nell’arco di una
giornata di 8 ore. Esso rappresenta il valor
medio, espresso in dB(A), della pressione
sonora in
i tale
t l periodo
i d di ttempo.
Tuttavia, poiché il dB è una scala logaritmica,
un’esposizione
un
esposizione di breve durata (15 min.) a livelli
elevati (ad es. 90 dB(A)) contribuisce già da
sola ad innalzare il valore del livello equivalente
(LeqA ≥ 75 dB(A)).
È questo il motivo per cui risulta indispensabile
indossare sempre i DPI (cuffie o inserti) in
modo adeguato negli ambienti rumorosi.
Pagina di approfondimento
Livelli di azione e livelli di esposizione
‡
‡
Il D. Lgs. 81/2008 prevede i seguenti limiti di rumore per il livello equivalente e per il
livello acustico di picco (Lpeak, valore impulsivo che non deve essere mai superato
durante le lavorazioni):
Valore inferiore d’azione: Leq = 80 dB(A), Lpeak = 135 dB(C). Se tale livello viene
oltrepassato il datore di lavoro ha l’obbligo
„
„
‡
Valore superiore d’azione: Leq = 85 dB(A), Lpeak = 137 dB(C). Se tale livello è
superato il datore di lavoro:
„
„
„
„
‡
Di mettere a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuali (DPI) dell’udito;
Di informarli
i f
li e formarli
f
li suii rischi
i hi provenienti
i
i dall’esposizione
d ll’
i i
all rumore.
Elabora ed applica un programma di misure tecniche per ridurre ll’esposizione
esposizione al rumore;
Fa tutto il possibile per assicurarsi che vengano utilizzati i DPI;
Segnala, delimita e restringe l’accesso alle aree interessate;
Sottopone
p
i lavoratori a sorveglianza
g
sanitaria.
Limite di esposizione: Leq = 87 dB(A) Lpeak = 140 dB(C), valutati con i DPI
indossati. Se uno di essi viene superato il datore di lavoro:
„
„
„
Adotta misure immediate per riportare l’esposizione ad di sotto di tale valore;
Individua le cause di esposizione eccessiva;
Modifica le misure di prevenzione e protezione per evitare che la situazione si ripeta.
Pagina di approfondimento
S
Sorgenti
ti di rumore
Tra le
T
l sorgenti
ti di rumore principali
i i li che
h sii possono
trovare nei dipartimenti biologici vi sono:
„ Attrezzature di botanica e giardinaggio
(motopompe, motozappe, biotrituratori,
trattori);
)
„ Sonicatori, frigoriferi e congelatori;
„ Impianti di condizionamento dell’aria dei
laboratori.
Tuttavia, solo per le attrezzature da giardinaggio è
presumibile il raggiungimento dei valori d’azione
professionali.
Pagina di approfondimento
Fi i l i d
Fisiologia
dell’orecchio
ll’
hi
Schema anatomico dell
dell’udito:
udito:
1.
Condotto uditivo esterno;
2.
Membrana del timpano;
3
3.
Cavo del timpano;
4.
Tuba di Eustachio;
5.
Rinofaringe;
6.
C l
Coclea;
7.
Catena ossiculare;
8.
Finestra ovale con la staffa;
9.
C
Canale
l semicircolare
i i
l
laterale;
l
l
10.
Canale semicircolare posteriore;
11.
Canale semicircolare anteriore;
12.
Finestra rotonda;
13.
Nervo coclare;
14.
Nervo faciale;
15.
Nervo vestibolare;
16.
Sifone carotideo.
Pagina didattica
Eff tti d
Effetti
dell rumore sull’udito
ll’ dit
‡
‡
Per esposizione a rumori
eccezionalmente intensi (> 120 – 130 dB)
sii può
ò avere la
l lesione
l i
del
d l ti
timpano che
h
portano alla sordità immediata;
Per esposizioni superiori a 80 dB si ha
una perdita
dit d
della
ll sensibilità.
ibilità Essa
E
è:
è
„
„
Temporanea, se l’esposizione è
occasionale e di breve durata e intensità.
In queste condizioni ll’orecchio
orecchio ha la
capacità di recupero funzionale completo.
Permanente, con un innalzamento della
soglia di percezione se l’esposizione
l esposizione è
cumulativa nel tempo, di durata e
intensità notevole. L’effetto è maggiore
sui toni acuti (alte frequenze).
Frequenza (kHz)
Pagina di approfondimento
L difesa
La
dif
acustica
ti
Per difendere l’udito
l udito di un lavoratore occorre porre qualche ostacolo al rumore prima che
esso giunga all’orecchio. Ciò può essere fatto:
„
„
Alla sorgente, rivedendo le guarnizioni delle apparecchiature rumorose o effettuando un adeguata
manutenzione;
L
Lungo
il percorso:
‡
‡
‡
„
Ponendo degli ostacoli tra sorgente e ricevitore,
Isolando acusticamente le pareti dell’ambiente, al fine di ridurre i fenomeni di riverbero,
Confinando le apparecchiature rumorose in appositi locali fonoisolati;
Alla ricezione, utilizzando i DPI acustici (cuffie e inserti).
Ovviamente va preferito l’intervento alla fonte.
Pagina di approfondimento
Dispositivi di protezione individuali
I principali DPI sono gli inserti e le cuffie:
„ Gli inserti si inseriscono direttamente nel canale
acustico esterno e sono suddivisi a loro volta in
in:
‡
‡
‡
„
Inserti sagomati, in materiale plastico morbido poco
deformabile;
Inserti deformabili, costituiti da materiali con
elevate
l
t capacità
p ità plastiche
pl sti h (schiume,
(s hi m siliconi,
sili ni etc.)
t )
Semi-inserti, che non entrano completamente nel
canale uditivo e presentano un archetto di sostegno.
L cuffie
Le
uff si applicano
pp
n esternamente
n m n ap
protezione
z n
dell’orecchio. I modelli più efficienti sono quelli
dotati di auricolari in PVC pieni di liquido
fonoassorbente.
Si osservi comunque che anche quando il dispositivo è
indossato dall’utente, il rumore può comunque raggiungere
l’orecchio da 4 percorsi differenti: Fessure d’aria, vibrazioni
del dispositivo,
p
, trasmissione attraverso il dispositivo,
p
,
trasmissione attraverso il corpo.
Pagina di approfondimento
Riferimenti
1.
2.
3.
4.
5
5.
D. Lgs.
D
L
81/2008 “Att
“Attuazione
i
d
dell’articolo
ll’ ti l 1 d
della
ll L
Legge 3 agosto
t
2007, n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza
nei luoghi di lavoro – Titolo VIII – Capo II”
D. Lgs. 106/2009 “Disposizioni integrative e correttive del
decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
lavoro”.
“Napo in DVD”, a cura dell’INAIL in collaborazione con altri
enti previdenziali europei.
“Safelab – La sicurezza nei laboratori”, a cura dell’INFMedia
Laboratory.
“Controllo
Controllo del rumore negli impianti HVAC
HVAC”, a cura di Antonio
Briganti.