La comunicazione Prof. Franco Bochicchio - Università del Salento GLI APPROCCI TEORICI Il modello lineare (emittente-messaggio-ricevente) E’ un modello di tipo meccanico-lineare che risale agli anni ’30-’40. La comunicazione viene considerata come un comportamento spiegabile secondo la logica comportamentista dello Stimolo-Risposta. L’Emittente codifica il contenuto del messaggio e lo invia attraverso un canale (scritto oppure orale) al ricevente. Il modello lineare considera la presenza del “rumore comunicativo” inteso come qualunque cosa che interferisce con la comunicazione. In particolare considera tre tipi di rumore: Esterno = esterni al ricevente, che sono fonti di distrazione (suoni ecc.); Fisiologico = interni al ricevente, di ostacolo ad una ricezione efficace (handicap, ecc.); Psicologico = interni all’emittente che sono di ostacolo ad una trasmissione efficace (pregiudizi ecc.). Codice Emittente Rumore Codifica Messaggio Rumore Decodifica Ricevente Rumore GLI APPROCCI TEORICI Il modello interattivo (circolare) Studi successivi hanno introdotti importanti concetti come quello di FEEDBACK (retroazione), che considera nel processo di comunicazione la risposta del ricevente. Il modello passa così da una logica lineare ad una logica circolare, che consente all’emittente di capire se il proprio messaggio è stato correttamente recepito, e di apportarvi se necessario, dei rinforzi. L’emittente diviene al tempo stesso ricevente, e viceversa. La metafora è quella della “partita a tennis”. Feedback Emittente Rumore Codifica Messaggio Rumore Decodifica Ricevente Rumore GLI APPROCCI TEORICI Il modello dialogico Il modello dialogico mette in evidenza che il soggetto non è emittente e ricevente in momenti successivi, ma assume entrambi i ruoli simultaneamente, dove riceve ed emette messaggi in tempi non più separabili e isolabili. La comunicazione deve essere quindi studiata nella sua complessità in divenire, ossia come “analisi della conversazione”. Area della PRIMO SOGGETTO Emittente e Ricevente COMUNICAZIONE negoziazione dei significati nell'intero processo interattivo SECONDO SOGGET TO Emittente e Ricevente La competenza comunicativa Tutti gli individui, in quanto membri di una comunità linguistica e sociale, possiedono la capacità di produrre e comprendere messaggi, necessari per interagire con altri. Tale capacità è detta competenza comunicativa e si riferisce all’insieme di conoscenze e regole che rendono possibile uno scambio comunicativo (Zuanelli, Sonino, 1981). Le dimensioni che caratterizzano la competenza comunicativa sono molteplici: • competenza linguistica, ovvero la capacità di produrre e interpretare messaggi verbali; • competenza paralinguistica, ovvero la capacità di produrre e interpretare gli elementi che modulano la comunicazione come la cadenza, la velocità dell’eloquio, la pronuncia, le pause ecc.; • competenza cinesica, ovvero la capacità di modulare la comunicazione mediante gesti (cenni, mimica del volto, movimenti delle mani ecc..); • competenza prossemica, ovvero la capacità di variare il rapporto con lo spazio nel quale avviene l’interazione (distanza interpersonale pubblica, sociale, privata); • competenza pragmatica, ovvero la capacità di utilizzare le dimensioni verbali e non verbali della comunicazione in modo adeguato e funzionale alla situazione ed i propri scopi; • competenza socioculturale, ovvero la capacità di interpretare correttamente le situazioni sociali, i rapporti di ruolo e gli elementi che caratterizzano la cultura della situazione e degli attori. È la comunicazione che trae impulso dalla propria volontà. Deriva infatti dal latino SPONTE, ovvero volontà, impulso. È dunque la modalità “istintiva” che utilizziamo per entrare in contatto con gli altri. È la comunicazione diretta ad un preciso obiettivo. Deriva infatti dal latino INTÈNDERE, composto da IN verso e TENDERE, ovvero dirigere, volgere i sensi, l’animo, le cure, la mente È dunque la modalità “guidata” che mettiamo in pratica, in specifiche situazioni, per entrare in relazione con gli altri. GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE La comunicazione è un comportamento, come ogni comportamento è comunicazione La comunicazione spontanea esiste sempre, ha obiettivi impliciti e ampi margini di interpretazione. La comunicazione intenzionale esiste solo in presenza di un obiettivo esplicito e pochi spazi interpretativi. GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Noi comunichiamo utilizzando una modalità verbale e, al tempo stesso, una modalità non verbale La comunicazione verbale è volontaria e sotto il nostro diretto controllo. La comunicazione non verbale è spontanea e sfugge in buona parte al nostro controllo. DIFFERENZE tra comunicazione verbale e non verbale VERBALE NON VERBALE Si riferisce alla sfera cognitiva, alla razionalità (emisfero sinistro) Si riferisce alla sfera emotiva, ai sentimenti (emisfero destro) Trasmette prevalente conoscenze Trasmette in modo prevalente emozioni e modi di leggere i contenuti in modo contenuti, Utilizza codici DIGITALI astratti (es. cane) Utilizza codici ANALOGICI diretti,figurati (es. bau-bau) A differenza delle altre specie, l’essere umano comunica in modo sia analogico sia digitale, con la differenza che per essere utilizzati, i segnali digitali devono essere appresi in precedenza. GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Noi comunichiamo il contenuto e, al tempo stesso, la relazione con il contenuto. «COME» comunichiamo (RELAZIONE), è dunque una comunicazione su «CHE COSA» stiamo comunicando (COINTENUTO). Se contenuto e relazione sono coerenti, la comunicazione non presenta ostacoli. Se non c’è coerenza tra ciò che viene detto e come viene detto, siamo maggiormente portati a credere alla relazione (COME) che al contenuto (COSA). GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Dimostriamo empatia quando comunichiamo all’altro la nostra volontà di comprendere il suo punto di vista L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”. Riconoscere unicamente il proprio punto di vista significa “comunicare se stessi” assenza di volontà di comunicare con altri. Modelli di comunicazione DIALOGO TRA SORDI DIALOGO SCONTRO DIALOGO PERSUASIVO DIALOGO INTERATTIVO La Comunicazione non verbale LE CARATTERISTICHE GENERALI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE TRASMETTE I MESSAGGI CHE IL LINGUAGGIO E LE PAROLE NON SONO IN GRADO DI COMUNICARE Ad esempio per descrivere i sentimenti I MESSAGGI VENGONO TRASMESSI PIÙ CHE DA SINGOLI SEGNALI DA COMPLESSI INSIEMI DI SEGNALI Ad esempio lo stato di euforia LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE ESPRIMERE E COMUNICARE EMOZIONI Indicazioni sui propri sentimenti, su “CHE COSA SENTO” Secondo Ekman (1982) esistono sei emozioni primarie: felicità, paura, rabbia, tristezza, sorpresa e disgusto. Sono quelle la cui espressione è universalmente considerata spontanea, perciò innata, e che determinano le principali espressioni facciali riconoscibili nel volto. A queste se ne possono aggiungere altre, sulle quali non v’è accordo unanime, definite emozioni complesse, perché derivano dalla combinazione delle precedenti: interesse, vergogna, eccitazione, invidia e noia. LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE COMUNICARE ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI indicazioni su come viene vissuto l’interlocutore, sull’interesse, sulla motivazione a comunicare, su “CHI SEI PER ME” Ekman e Friesen (1968) definiscono il comportamento non verbale come “linguaggio di relazione” basato su sensazioni che sono all’origine delle valutazioni, opinioni, giudizi che le persone si fanno degli altri. Un atteggiamento amichevole si manifesta in genere con un volto più sorridente, con sguardi reciproci, con la ricerca di un contatto ecc.. LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE TRASMETTERE INFORMAZIONI SULLA PERSONA “PRESENTARE SE STESSI” indicazioni sulla personalità, sul carattere, sullo status su “CHI SONO IO” Durante un’interazione sociale gli individui si impegnano più o meno consapevolmente in un’attività che consiste in uno scambio di informazioni tacito su se stessi, con il proposito di aumentare la conoscenza reciproca e stabilire delle relazioni. Si pensi a quanto tempo e denaro le persone investono per migliorare o modificare il proprio aspetto esteriore, per comunicare informazioni su se stessi attraverso questa modalità. LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE SOSTENERE, MODIFICARE, COMPLETARE IL DISCORSO “METACOMUNICAZIONE” Indicazioni per interpretare il significato delle parole “CHE COSA DEVI CAPIRE” Durante le conversazioni il messaggio verbale è sempre accompagnato ed influenzato da messaggi non verbali che hanno funzioni confermative o disconfermative del messaggio. Essi infatti possono sostenere, modificare o completare il contenuto verbale della comunicazione. Elementi che possono essere vocali (intonazione, qualità della voce, pause ecc.) e non vocali (gesti, postura, espressioni del volto, sguardi ecc.). LA COMUNICAZIONE NON VERBALE LA COMUNICAZIONE NON VERBALE AUMENTA: la capacità di comprendere la comunicazione dell’interlocutore l'efficacia della propria comunicazione la consapevolezza di sé il repertorio degli strumenti di comunicazione la sensibilità nel riconoscere le emozioni/sentimenti dell’interlocutore GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE IL LINGUAGGIO DEL CORPO (L’ASPETTO FISICO E IL MOVIMENTO NELLO SPAZIO) + IL PARALINGUAGGIO (LA VOCE E GLI ASPETTI NON VERBALI DEL PARLATO) Gli elementi della comunicazione non verbale DINAMICI Relativamente STATICI Postura Forma Gesti Dimensione Espressioni Proporzione/Peso Voce Colore della pelle Simboli IL LINGUAGGIO DEL CORPO 1. L’ASPETTO FISICO Comunica informazioni sulla persona e sull’immagine di sé, influenzando le impressioni che gli altri possono riportare. a) La conformazione. Si intende la forma e la dimensione del corpo (statura, peso, e il colore della pelle). Gli indizi fisici che comprendono anche le caratteristiche somatiche rivelano gli aspetti dell’identità delle persone relativi all’età, alla razza ed allo stato di salute. b) Il volto e lo sguardo. Il volto di ogni individuo viene recepito da chi lo osserva per gli elementi fisici statici (occhi, bocca, naso ecc.) e dinamici (le espressioni del volto) che accompagnano il contenuto dei messaggi. Infatti il volto è il principale canale per esprimere le emozioni attraverso tutti gli elementi del volto, tra i quali in primo luogo lo sguardo. c) L’abbigliamento e gli ornamenti. Sono un importante strumento di segnalazione sociale, perché rivelano status, ruolo, appartenenza ad un gruppo, adeguatezza in rapporto alla situazione sociale, atteggiamenti verso gli altri e verso se stessi. . d) L’acconciatura. Con questo termine si intende in modo estensivo tutto ciò che rientra nel concetto di cura estetica della persona (capelli, cosmetici, profumi). Se una persona non ha cura di sé è difficile immaginare la disponibilità a prendersi cura degli altri. IL LINGUAGGIO DEL CORPO 2. IL MOVIMENTO DEL CORPO NELLO SPAZIO Comunica informazioni sulla personalità, sugli stati emotivi, sugli atteggiamenti e sui significati che la persona attribuisce a sé ed all’ambiente circostante. a) La gestualità. I movimenti del corpo durante le interazioni sociali rappresentano l’espressività gestuale (comportamento cinesico), che coinvolge diverse parti del corpo, soprattutto le mani ed il capo. Si definiscono “gesti” tutte le azioni volontarie prodotte per comunicare informazioni, anche se esistono gesti spontanei ed involontari che in ogni caso sono segnali visivi precisi. I gesti si suddividono in varie categorie: emblematici (cioè traducibili in parole), indicatori, regolatori dell’interazione. b) La distanza corporea. Il bisogno di contatto fisico con il corpo di un’altra persona è un’esigenza fondamentale ad ogni età e per ogni individuo. Assume differenti modalità di vicinanza-distanza in relazione alla personalità, alle situazioni sociali, agli interlocutori ed alle culture: intima, personale, sociale, pubblica. c) L’orientamento spaziale. La posizione del corpo con il quale due persone interagiscono fra loro si definisce orientazione (orientamento spaziale). Fianco a fianco (cooperativo), faccia a faccia (competitivo). d) La postura. In ogni cultura esistono regole precise che definiscono le posture adeguate ad ogni circostanza e contesto sociale. Le principali posture sono le seguenti: eretta, distesa, seduta, rannicchiata ed in ginocchio. Ogni postura in genere rivela uno stato d’animo, un atteggiamento, una comunicazione di dominanza, di sottomissione o di equilibrio. IL PARALINGUAGGIO (LA VOCE E GLI ASPETTI NON VERBALI DEL PARLATO) Comunica informazioni sulla personalità, sugli stati emotivi, sugli atteggiamenti e sui significati che la persona attribuisce a sé ed all’interlocutore. a) QUALITA’ DELLA VOCE TONO (sonorità vocale) TIMBRO (intensità vocale) RITMO (velocità dell’eloquio) contribuiscono a qualificare il comportamento come positivo, amichevole o viceversa; b) ASPETTI NON VERBALI DEL PARLATO PAUSE SILENZI INTERRUZIONI ESITAZIONI contribuiscono a qualificare il comportamento attento, ansioso, rispettoso o viceversa; come L’ASCOLTO La funzione dell’ascolto ASCOLTARE È COMUNICARE ALL’INTERLOCUTORE LA NOSTRA INTENZIONE A CAPIRE E COMPRENDERE PRIMA DI FORMULARE UNA RISPOSTA L’ASCOLTO EFFICACE Da A • DISTRARSI • CONCENTRARSI • INTERROMPERE • FOCALIZZARSI • VERIFICARE • ESPLORARE • CORREGGERE • PROPORRE CONCENTRARSI • STARE ATTENTI • FARE SILENZIO DENTRO DI SE’ • LASCIAR PARLARE L’ALTRO • INVIARE FEEDBACK NON VERBALI CHE INDICANO ASCOLTO (guardare negli occhi, fare cenni di assenso, guardare negli occhi, ecc. FOCALIZZARSI • AIUTARE GLI ALTRI AD ESSERE CHIARI • AIUTARE GLI ALTRI A NON PERDERE DI VISTA L’OBIETTIVO • DIMOSTRARE ATTENZIONE • DIMOSTRARE PAZIENZA ESPLORARE • ACQUISIRE MAGGIORI INFORMAZIONI • CHIEDERE CHIARIMENTI • SOSPENDERE IL GIUDIZIO E LA CRITICA • TENERE CONTO DEL PUNTO DI VISTA DELL’ALTRO PROPORRE • COOPERARE NELLA RICERCA DI SOLUZIONI • EVITARE IMPOSIZIONI • ARGOMENTARE LE RAGIONI • VERIFICARE IL CONSENSO LE QUATTRO ATTIVITA’ DELL’ASCOLTO Ascoltare significa aumentare il proprio livello di consapevolezza rispetto alle reazioni altrui, attraverso: 1. 2. L’OSSERVAZIONE L’UTILIZZO DI DOMANDE 3. 4. LA RICAPITOLAZIONE LA RIFORMULAZIONE L’OSSERVAZIONE NON BISOGNA FERMARSI ALLE PAROLE, MA È NECESSARIO DEDICARE ATTENZIONE ANCHE AI COMPORTAMENTI CHE ESPRIMONO EMOZIONI, ATTEGGIAMENTI, INTENZIONI. (TONO DI VOCE, SILENZI-ASSENZI, GESTUALITÀ-POSTURA, SGUARDO, ESPRESSIONI MIMICHE) Le idee “ingenue” sull’osservazione OSSERVARE È NATURALE SI OSSERVA CON GLI OCCHI SI OSSERVA SEMPRE LA REALTÀ CIÒ CHE VEDIAMO È CIÒ CHE È VERO CHI OSSERVA NON INTERFERISCE CON L’OGGETTO OSSERVATO L’OSSERVAZIONE È A UNA DIREZIONE Le difficoltà dell’osservazione - richiede di permanere per un certo tempo in una fase di incertezza, di insicurezza sulla realtà che emerge dall’osservazione; - costringe a confrontarsi con la “diversità”; - sollecita una revisione delle sicurezze personali e degli schemi di analisi della realtà; - richiede di fare i conti con le relazioni emotive nel rapporto con ciò che si osserva; - colloca il rapporto su un terreno di valutazione; - costringe a un atteggiamento “attivo” nel rapporto con l’osservato; - consente l’emergere di paure relative al conoscere, danneggiare, dipendere, essere soli. Le criticità dell’osservazione DEFORMARE modificare ed “aggiustare” in modo inconsapevole i dati di realtà per adattarli ai propri schemi e punti di vista COLLUDERE Accettare senza critica attiva e approfondimento quello che l’osservato propone PARZIALIZZARE Vedere una sola parte dell’oggetto osservato, cancellando in modo inconsapevole tutto quello che non rientra negli schemi o che provoca ansia e insicurezza NEGARE CANCELLARE I PROPRI SENTIMENTI senza Negare la realtà o parti di essa non registrandoli nei materiali dell'osservazione Negare i sentimenti provati verso l’oggetto considerandoli come estranei all’osservazione e al rapporto L’UTILIZZO DI DOMANDE LE DOMANDE SONO IL MODO PIÙ DIRETTO PER: COINVOLGERE CHIARIRE APPROFONDIRE CONFRONTARE ENTRARE IN SINTONIA LA RICAPITOLAZIONE CONSISTE NEL: RIPROPORRE CIÒ CHE È STATO DETTO USANDO PAROLE E CONCETTI DIVERSI O ESEMPI DI SITUAZIONI DIVERSE. RIPRENDERE L’INTERVENTO DELL’ALTRO COLLEGANDOLO A SITUAZIONI COMPARABILI O A INTERVENTI PRECEDENTI. DEDURRE E TRARRE CONSEGUENZE LOGICHE CHE AGGIUNGONO VALORE A QUANTO GIÀ DETTO. LA RIFORMULAZIONE CONSISTE NEL RIBADIRE O SINTETIZZARE I PUNTI ESSENZIALI DELLA COMUNICAZIONE PER IMPRIMERE MAGGIORMENTE NEL RICORDO LE PRIORITÀ. La comunicazione e le tecnologie I nuovi modelli di apprendimento di matrice costruttivista Promuovono forme di apprendimento significativo esprimibile in sette concetti (Jonassen 1995) Attivo Costruttivo Collaborativo Intenzionale Conversazionale Contestualizzato Riflessivo La classe come “comunità di apprendimento” E’ un concetto di classe/gruppo (reale o virtuale) che evidenzia la natura attiva e costruttiva dell’apprendere. CARATTERISTICHE La conoscenza viene socialmente “negoziata” Le differenze vengono legittimate e considerate un valore E’ una comunità con plurime presenze (studente, docente, tutor, ricercatore, esperto) con interscambialità di ruoli e realizzabile anche oltre le mura della classe grazie alle reti telematiche. L’AMBIENTE E’ visto come una varietà di impalcature (scaffolding) che assistono, orientano in vario modo, lasciando forte spazio alla responsabilizzazione del soggetto. MULTIMEDIALITA’ E IPERTESTUALITA’ Estendono, Amplificano permettono l’espansione dei sensi e delle funzioni senso-motorie, psicologiche e cognitive LA MULTIMEDIALITA’ Non investe soltanto il campo delle tecnologie didattiche, della ricerca, dell’elaborazione e della rappresentazione delle conoscenze in rapporto alle molteplici aree del sapere. …Ma rappresenta anche la nuova dimensione culturale dell’informazione e comunicazione: della comunicazione interpersonale e della collaborazione a distanza. LA MULTIMEDIALITA’ La multimedialità • non solo può facilitare un apprendimento significativo delle discipline • ma è in grado di migliorare anche la professionalità dei docenti. • nella consultazione di banche dati • nella ricerca di materiali • nello scambio di esperienze • nella consulenza e l’assistenza a distanza • nel lavoro cooperativo • nell’autoformazione Evoluzione del concetto di multimedialità • DA una multimedialità fruita (cinema, televisione) • A una multimedialità interagita (videogioco, simulazione, realtà virtuale) • VERSO una multimedialità co-costruita (attraverso la cooperazione e lo scambio di risorse) GLI IPERTESTI Nel libro Viene privilegiato il percorso Autore-opera-lettore Nel libro si trova il flusso ordinato e sequenziale delle informazioni, organizzate in capitoli, sottocapitoli, paragrafi e pagine sistemate in logica successione Nell’ipertesto viene privilegiato il percorso Mente-testo-mente Nell’ipertesto superamento della scrittura lineare e sfruttamento dei vantaggi di una struttura reticolare. Principali differenze tra libro ed ipertesto DIFFERENZE STRUTTURALI Supporto cartaceo Struttura lineare Realtà materiale Organizzazione sequenziale Monomedialità Supporto elettronico Struttura reticolare Realtà virtuale Percorso reticolare polidirezionale Multimedialità DIFFERENZE PROCESSUALI Senso di compiutezza (inizio-fine) Unicità di significato Soggettività Dogmaticità, rigidità Solo lettore Incompiutezza diffusa Polivalenza di significati Collaborazione in team Creatività, flessibilità Lettore/autore LIBRO IPERTESTO Ipertesti ed ipermedia RAFFORZANO un atteggiamento mentale aperto, dinamico capace di privilegiare situazioni di problem solving, piuttosto che situazioni di travaso di nozioni e saperi SI TRATTA di dare spazio ad una sorta di pensiero associativo, di logica combinatoria che favorisce percorsi plurimi all’interno del contenuto da elaborare COSTITUISCONO UNO STIMOLO AD “ IMPARARE FACENDO” favoriscono forme più naturali di apprendimento, basate sull’azione e sull’esperienza concreta anziché sul linguaggio e sull’astrazione (per processo indotto da altri). Si procede per tentativi , prove ed errori. I principali vantaggi delle nuove tecnologie nella didattica, consistono: • • • • • • • • • Nel supportare la lezione tradizionale Nell’attuare percorsi di apprendimento personalizzati Nel “costruire” nuova conoscenza Nel favorire l’autoapprendimento Nella ridurre del divario fra scuola e vita Nell’insegnare a distanza. Nello sviluppare la dimensione esplorativa Nello sviluppare la dimensione ludica Nello sviluppare la dimensione sociale