in PSEUDOLO - Regione Basilicata

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26 LUGLIO – MEFITIS A TEATRO FRA I MAGICI LUOGHI DELLA STORIA
Teatro Vivo presenta
MASSIMO VENTURIELLO
in PSEUDOLO
di Tito Maccio Plauto
Musiche Andrea Mazzacavallo
Scene Matteo Soltanto
Costumi Laetitia Favart - Realizzazione costumi Marta Benini
Regia Cristiano Roccamo
PERSONAGGI E INTERPRETI:
Pseudolo - Massimo Venturiello
Scimmia - Camillo Grassi
Ballione - Luca Cairati
Arpace - Cristiano Roccamo
Calidoro - Massimo Boncopagni
Fenicia al flauto - Valeria Abbondanti
TRAMA
Il giovane Calidoro è l’amante di Fenicia, una cortigiana del lenone Ballione. Tuttavia ella viene
promessa ad un militare macedone in cambio di venti mine. Calidoro, allora, interpella Pseudolo,
suo fedele ed astuto schiavo, il quale gli promette che riuscirà a trovare il modo per liberare Fenicia.
Il servo pensa allora di rivolgersi, prima di tutto, a Ballione, dal quale viene a sapere che il militare
gli ha già depositato un anticipo di quindici mine, con la promessa che il suo attendente Arpace gli
avrebbe consegnato le restanti cinque portando con sé un sigillo prestabilito.
Pseudolo, fingendosi uno schiavo di Ballione, raggira Arpace e lo convince a consegnargli la lettera
recante il sigillo. Grazie all’aiuto di Carino, amico di Calidoro, che gli offre le cinque mine restanti
e con esse uno schiavo, Scimmia, Pseudolo può portare a compimento il suo piano. Scimmia,
fingendosi Arpace, si presenta da Ballione il quale, cadendo nell'inganno, gli consegna Fenicia.
Dopo poco arriverà però il vero Arpace. Ballione, questa volta, crede che questi sia stato mandato
da Pseudolo per ingannarlo e, solo dopo l'arrivo di Simone, padre di Calidoro, il quale gli rivela
tutto il piano ordito da Pseudolo, capisce di essere stato ingannato e di non poter fare più nulla.
Calidoro, così, ottiene la sua amante e Pseudolo, come ricompensa, del vino in abbondanza.
NOTE DI REGIA
Pseudolus, insieme al Miles, è all'apice del teatro plautino e, come nel Miles, tutta la vicenda gira
intorno al servo, interpretato da Massimo Venturiello. La scena che si apre è semicircolare a
ricordare quella piazza dove accadono tutti gli inganni che Plauto, meglio di tutti, sapeva
rappresentare. Il pretesto per raccontare i “tipi fissi” è la separazione dei due innamorati e in questa
commedia ci divertiamo a raccontare non solo la storia ma, soprattutto, quei personaggi che vivono
dentro e fuori il teatro. Per questo non parliamo di una regia o messa in scena in senso tradizionale,
ma di attori che sanno ben giocare con le astuzie plautine.
In questo Massimo Venturiello rappresenta quell'istrione che in scena è libero di spaziare in
argomenti e sentimenti, battute e circostanze comiche. Nel totale rispetto della storia plautina, gli
attori interpretano più parti grazie all'uso delle maschere della Commedia dell'Arte e della stessa
Commedia Latina. Le musiche dal vivo e le canzoni di Andrea Mazzacavallo, completano questa
nostra opera che abbiamo il piacere di presentarvi.
Cristiano Roccamo
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