Fregati dalla scuola - Le Crociate
Rino Cammilleri
Si trattò di un pellegrinaggio armato, nient'altro. Le Crociate furono otto, di cui solo due
vittoriose. Gli scontri si svolsero in Terrasanta e i periodi bellici durarono in tutto pochi
decenni su diversi secoli. La maggior parte dell'Islam quasi non se ne accorse.
Il papa Urbano II, a Clermont nel 1096, le "lanciò" quasi per sbaglio. In sostanza egli disse
agli irrequieti signori feudali: perché anziché battervi tra voi non andate a proteggere i
pellegrini cristiani? Infatti le cose a Gerusalemme si erano messe male, proprio perché
una corrente "integralista" islamica aveva preso il sopravvento. Fino a quel momento i
Luoghi Santi erano stati custoditi dai Bizantini, eredi anch'essi dell'Impero Romano, ma
erano stati sconfitti e cacciati.
Quando si sente parlare di Bisanzio si pensa sempre a corruzione, omicidi, lotta per il
potere. Ma i bizantini chiamavano se stessi romàioi, cioè "romani", e rum (ancora
"romani") gli islamici chiamavano gli occidentali, tracce ne troviamo anche oggi nella
"Romania" e negli zingari rom). Bisanzio, finché esistette, costituì il baluardo
dell'Occidente contro i Persiani, i musulmani, gli slavi, i mongoli, e le tribù balcaniche.
Anche nei suoi imperatori peggiori questo compito non le venne mai meno, fino alla sua
caduta nel 1453. Non si dimentichi che fu Bisanzio a cristianizzare i popoli della Rus', a
cominciare dal principato di Kiev.
Insomma, stupendo lui per primo, l'appello del Papa provocò una valanga. Ma le Crociate
fallirono per le beghe interne dei principi cristiani e per il sabotaggio di Venezia,
interessata solo ai suoi traffici. Ma anche per motivi pratici. Chi ha letto Robin Hood sa che
Riccardo Cuor di Leone, assente per la Crociata, si vide soffiare il trono da suo fratello
Giovanni Senza Terra (che adesso ebbe la terra).
L'episodio serve a far capire che nessuno aveva un reale interesse a partire per le
Crociate. L'interpretazione (stantìa) marxista parla di "motivi economici". Ma i motivi
economici, semmai, consigliavano di restare a casa.
Invece un viaggio di anni, irto di pericoli, per andare a combattere vestiti di ferro nel
deserto a cinquanta gradi all'ombra, con la concreta prospettiva di non tornare vivi. O di
tornare e trovare un disastro a casa. C'erano sì gli avventurieri, nelle Crociate, quelli senza
nulla da perdere. Ma i più andarono realmente per sciogliere il voto religioso. Federico
Barbarossa ci morì annegato, san Luigi IX di Francia ci morì di peste, Riccardo
d'Inghilterra si ritrovò col trono usurpato.
Ci furono ombre, come in tutte le cose umane, ma anche luci. Baldovino, il re lebbroso, si
faceva portare in battaglia in barella. Goffredo di Buglione stupiva i musulmani perché la
sua tenda, contrariamente a quelle dei capi islamici, era austera e disadorna. I musulmani
gli chiesero di mostrar loro la sua forza leggendaria: gli portarono un vecchio cammello
(uno scherzo di natura: gigantesco) e gli chiesero di decapitarlo con un solo colpo. Lui
eseguì.
Riccardo Cuor di Leone, armato di un'ascia, tenne da solo la spiaggia in cui stava
sbarcando l'esercito cristiano: i nemici, stupiti e ammirati, smisero di combattere. Il duca
Boemondo non era uno stinco di santo, ma quando vide i suoi quaranta cavalieri
accerchiati da quattromila musulmani, confessò pubblicamente i suoi peccati, poi ordinò
l'assalto e riuscì a rompere l'assedio. Pochi Templari tennero Acri per mesi, di fronte a
centomila nemici, sacrificandosi per far fuggire i cristiani.
Proprio il periodo delle Crociate fu quello dello scambio più intenso e proficuo tra le due
culture. I problemi sorsero perché i crociati (tra cui molte donne-crociato), sciolto il proprio
voto, se ne tornavano a casa. Ma è inutile conquistare qualcosa se poi non la si tiene.
Cominciarono i Templari.
Alcuni cavalieri francesi decisero di farsi monaci e restare là. Però armati, per difendere i
pellegrini. Altri ordini seguirono, come gli Ospitalieri, i Teutonici, i Portaspada di Livonia,
eccetera, che si dislocarono lungo tutte le frontiere della Cristianità.
Fregati dalla scuola - Le Crociate
Rino Camilleri
Si trattò di un pellegrinaggio armato, nient'altro. Le Crociate furono otto, di cui solo due
vittoriose. Gli scontri si svolsero in Terrasanta e i periodi bellici durarono in tutto pochi
decenni su diversi secoli. La maggior parte dell'Islam quasi non se ne accorse.
Il papa Urbano II, a Clermont nel 1096, le "lanciò" quasi per sbaglio. In sostanza egli disse
agli irrequieti signori feudali: perché anziché battervi tra voi non andate a proteggere i
pellegrini cristiani? Infatti le cose a Gerusalemme si erano messe male, proprio perché
una corrente "integralista" islamica aveva preso il sopravvento. Fino a quel momento i
Luoghi Santi erano stati custoditi dai Bizantini, eredi anch'essi dell'Impero Romano, ma
erano stati sconfitti e cacciati.
Quando si sente parlare di Bisanzio si pensa sempre a corruzione, omicidi, lotta per il
potere. Ma i bizantini chiamavano se stessi romàioi, cioè "romani", e rum (ancora
"romani") gli islamici chiamavano gli occidentali, tracce ne troviamo anche oggi nella
"Romania" e negli zingari rom). Bisanzio, finché esistette, costituì il baluardo
dell'Occidente contro i Persiani, i musulmani, gli slavi, i mongoli, e le tribù balcaniche.
Anche nei suoi imperatori peggiori questo compito non le venne mai meno, fino alla sua
caduta nel 1453. Non si dimentichi che fu Bisanzio a cristianizzare i popoli della Rus', a
cominciare dal principato di Kiev.
Insomma, stupendo lui per primo, l'appello del Papa provocò una valanga. Ma le Crociate
fallirono per le beghe interne dei principi cristiani e per il sabotaggio di Venezia,
interessata solo ai suoi traffici. Ma anche per motivi pratici. Chi ha letto Robin Hood sa che
Riccardo Cuor di Leone, assente per la Crociata, si vide soffiare il trono da suo fratello
Giovanni Senza Terra (che adesso ebbe la terra).
L'episodio serve a far capire che nessuno aveva un reale interesse a partire per le
Crociate. L'interpretazione (stantìa) marxista parla di "motivi economici". Ma i motivi
economici, semmai, consigliavano di restare a casa.
Invece un viaggio di anni, irto di pericoli, per andare a combattere vestiti di ferro nel
deserto a cinquanta gradi all'ombra, con la concreta prospettiva di non tornare vivi. O di
tornare e trovare un disastro a casa. C'erano sì gli avventurieri, nelle Crociate, quelli senza
nulla da perdere. Ma i più andarono realmente per sciogliere il voto religioso. Federico
Barbarossa ci morì annegato, san Luigi IX di Francia ci morì di peste, Riccardo
d'Inghilterra si ritrovò col trono usurpato.
Ci furono ombre, come in tutte le cose umane, ma anche luci. Baldovino, il re lebbroso, si
faceva portare in battaglia in barella. Goffredo di Buglione stupiva i musulmani perché la
sua tenda, contrariamente a quelle dei capi islamici, era austera e disadorna. I musulmani
gli chiesero di mostrar loro la sua forza leggendaria: gli portarono un vecchio cammello
(uno scherzo di natura: gigantesco) e gli chiesero di decapitarlo con un solo colpo. Lui
eseguì.
Riccardo Cuor di Leone, armato di un'ascia, tenne da solo la spiaggia in cui stava
sbarcando l'esercito cristiano: i nemici, stupiti e ammirati, smisero di combattere. Il duca
Boemondo non era uno stinco di santo, ma quando vide i suoi quaranta cavalieri
accerchiati da quattromila musulmani, confessò pubblicamente i suoi peccati, poi ordinò
l'assalto e riuscì a rompere l'assedio. Pochi Templari tennero Acri per mesi, di fronte a
centomila nemici, sacrificandosi per far fuggire i cristiani.
Proprio il periodo delle Crociate fu quello dello scambio più intenso e proficuo tra le due
culture. I problemi sorsero perché i crociati (tra cui molte donne-crociato), sciolto il proprio
voto, se ne tornavano a casa. Ma è inutile conquistare qualcosa se poi non la si tiene.
Cominciarono i Templari.
Alcuni cavalieri francesi decisero di farsi monaci e restare là. Però armati, per difendere i
pellegrini. Altri ordini seguirono, come gli Ospitalieri, i Teutonici, i Portaspada di Livonia,
eccetera, che si dislocarono lungo tutte le frontiere della Cristianità.
Questi monaci-cavalieri applicarono alla perfezione le norme della Chiesa sulla "guerra
giusta". Già da tempo, infatti, la Chiesa aveva cercato di porre un freno alla guerra: era
ineliminabile, ma almeno la si poteva dotare di regole, rendere cioè "cavalleresca".
Poco a poco, e sotto pena di scomunica, cominciarono le "tregue di Dio", le "paci di Dio", il
divieto di combattere nei periodi di ricorrenze religiose, la distinzione tra combattenti e
civili, il diritto di asilo, il trattamento dei prigionieri, eccetera. Tutto ciò costituirà la base del
diritto internazionale odierno, e il suo corollario di "diritto bellico" (è il motivo per cui si
possono perseguire penalmente i "criminali di guerra").
Le Crociate videro moltissime pause di tranquillità, nelle quali cristiani e musulmani
convissero in Palestina. I crociati portarono molte novità in Europa, novità apprese dal
contatto con l'Islam.
LA VERITA' SULLE CROCIATE. TIPICA TEMATICA USATA DAI MISCREDENTI PER
DENIGRARE LA CHIESA
“La crociata nasce senza neanche chiamarsi così. Non c'è la crociata, alla fine dell'XI
secolo: ma ci sono i "crociati", vale a dire i cruce signati, i pellegrini diretti a Gerusalemme
che in segno di tale pellegrinaggio recano cucita o ricamata sulla spalla o sul petto oppure
sulla bisaccia una piccola croce (come quelli che vanno a Santiago de Compostela
portano la conchiglia e quelli a Roma le chiavi di Pietro). Alla fine dell'XI secolo, al concilio
di Clermont del 1095, papa Urbano II indica all'inquieto ceto cavalleresco francese esausto per le continue guerre al suo interno - un nuovo scopo: “partano i cavalieri
desiderosi di onore verso Oriente, sulla via del pellegrinaggio, perché l'imperatore di
Bisanzio ha bisogno di valorosi guerrieri onde fronteggiare l'avanzata dei turchi in
Anatolia”. Dilaga il desiderio del pellegrinaggio redentore, l'ultimo della storia, quello che
porterà il genere umano nella valle di Giosafat e coinciderà con il Regno dei Cieli. Inermi o
seminermi pellegrini seguono i cavalieri: l'iter dei milites e la peregrinatio dei pauperes ora
coincidono. È nata la crociata, quasi ex abrupto.
1. Nel corso di questa conversazione affrontiamo il tema delle crociate. Come è facile
intuire, si tratta di un argomento estremamente delicato, essendo uno dei cavalli di
battaglia della cultura dominante, utilizzato per denigrare la storia della Chiesa.
2. A partire da Voltaire, sulle Crociate è stata costruita una autentica "leggenda nera",
infarcita di menzogne e fantasticherie, a causa della quale i cattolici sono stati costretti a
posizioni di "difesa".
3. La leggenda nera narra che le Crociate furono guerre di religione, dichiarate dai cristiani
ai musulmani. Tali guerre sarebbero state volute dalla Chiesa al solo fine di imporre la
propria religione quella cristiana ad altri popoli, nella fattispecie ai popoli "civili e pacifici"
del Vicino Oriente, musulmani, fedeli di Maometto e seguaci dell'Islam.
4. Sarebbero state pertanto manifestazioni di fanatismo religioso, di fondamentalismo
cristiano cattolico e c'è chi sostiene che la Religione fu soltanto un alibi che nascondeva il
vero intento delle Crociate: conquistare nuove terre, promuovere la politica espansionistica
e imperialistica della Cristianità medievale.
5. Naturalmente, stando ai sostenitori della leggenda nera, la Chiesa tutta intera dovrebbe
vergognarsi per questa brutta pagina della sua storia. Infatti, che cosa ci sarebbe di più
scandaloso, di più lontano dal Vangelo di una Chiesa che promuove la "guerra santa", che
incita all'annientamento di un'altra religione e dei suoi seguaci?
6. Questo in rapida e fin troppo superficiale sintesi il contenuto di quello che ci viene
abitualmente propinato dalla propaganda e dalla cultura oggi di moda.
7. Chi vi parla, ormai gli amici ascoltatori lo sanno molto bene, non si vergogna affatto
della storia della Chiesa e men che meno si vergogna del fatto che ci siano state le
Crociate. Prima infatti di batterci contriti il petto, è necessario capire che cosa sono state le
Crociate ed è il compito che vogliamo svolgere nel corso di questa breve conversazione.
8. Per parlare delle crociate con competenza, mi farò guidare da due studiosi, uno storico
e un filosofo. Lo storico è Franco Cardini, docente universitario, uno dei più prestigiosi e
conosciuti studiosi del Medioevo cristiano e del mondo islamico. Il filosofo è un sacerdote,
professore all'Università Cattolica di Milano, don Luigi Negri, il quale ha scritto un bel libro,
intitolato significativamente: "False accuse alla Chiesa", edito da Piemme, dove troviamo
un capitolo molto importante dedicato alle crociate.
9. Cominciamo allora a rispondere alla domanda: che cosa sono state le crociate?
Preavverto che, per rispondere, dobbiamo fare uno sforzo: capire bene il significato delle
crociate non è facile, perchè sono passati molti secoli, è cambiato il mondo, è cambiata la
mentalità dell'uomo moderno e non dobbiamo cadere nell'errore di giudicare i fatti storici
adoperando esclusivamente i criteri di giudizio che la moda culturale oggi ci impone.
10. Rispondiamo alla domanda cominciando con il dire che le crociate sono state molto di
più di semplici spedizioni militari: sono state innanzitutto dei pellegrinaggi, dei pellegrinaggi
armati.
11. Non si può negare che la spedizione armata fosse necessaria per liberare i Luoghi
Santi dalla occupazione dei Turchi. Questa occupazione aveva reso impossibile lo
svolgersi di un fatto che per tutto il Medioevo cristiano costituiva una esperienza normale,
faticosa ma abituale: il pellegrinaggio in Terra Santa, per visitare i luoghi dove Gesù era
vissuto.
12. Ma è altrettanto vero che la crociata era di più di una spedizione militare. Ho parlato di
pellegrinaggi, e qualcuno certamente si sarà stupito. Ma lo stupore si dissolve se
ricordiamo che la motivazione principale che spingeva alla crociata uomini e donne,
giovani e adulti, perfino bambini, uomini di potere e semplici contadini, che lasciavano tutto
e partivano per liberare la Terra Santa era una motivazione di carattere religioso.
13. Scrive il professor don Luigi Negri. "Le crociate sono state un grande movimento di
carattere missionario la cui motivazione è fondamentalmente la fede". Dunque fede e
missionarietà alla base dello spirito della crociata.
14. Il caso di san Francesco di Assisi ne è la prova più convincente.
15. Si sa che di questo straordinario santo della Chiesa cattolica ci viene trasmessa una
immagine tutta "acqua e zucchero". Quanto è difficile, addirittura sorprendente, credere
che san Francesco di Assisi fu un difensore della Crociata.
16. In effetti, egli accompagnò la V crociata, iniziando in prima persona la missione
francescana presso i musulmani. Non risponde a verità la convinzione che san Francesco
accompagnò i Crociati senza condividere la necessità di armarsi e di combattere per
liberare i Luoghi Santi.
17. C'è un episodio di Francesco alla Crociata molto significativo che ci viene abitualmente
taciuto: dopo essere scampato per miracolo alla morte e avere subito dai musulmani
percosse sanguinose, Francesco riesce a raggiungere il sultano Malil-Al-Kamil. Con lui
c'era un altro frate, di nome Illuminato, che ci riporta il dialogo intercorso tra il poverello di
Assisi e il Sultano.
18. Sentiamo la testimonianza di Frate Illuminato: "II Sultano sottopose a Francesco
un'altra questione: "II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male
per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca" Quanto
più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre!". Rispose il beato Francesco: "Mi
sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: "Se il tuo occhio ti
è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da tè. E, con questo, Gesù ha voluto
insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro
come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi,
se tentasse di allontanarci dalla fede e dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo, i
cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono,
perchè voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione
quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e
Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi!".
19. Come vedete, qui ci troviamo di fronte ad un san Francesco sconosciuto da molti di noi
cattolici. Un difensore dei diritti dei Crociati, sostenitore della necessità di combattere in
quel frangente per la fede, pronto a offrire il contributo di cui è capace - lui non era un
uomo d'armi - per il buon esito della crociata.
20. Ma possiamo capire questa posizione di san Francesco che è comune all'uomo
medievale, al cristiano medievale se ritorniamo alla motivazione fondamentale della
Crociata: la motivazione della fede.
21. Si deve ricordare, infatti, che l'occupazione di Gerusalemme da parte dei Turchi aveva
messo in pericolo la memoria storica dei luoghi che avevano visto Gesù vivo. E la fede, la
nostra fede cattolica, si fonda su dati storici e se si mettono in pericolo questi dati storici,
questi fatti che riguardano la vita di Gesù, si mette in pericolo la Fede.
22. Così ragionavano i Cristiani del medioevo.
23. Perchè è difficile comprendere questo modo di ragionare, oggi? Perchè anche noi
credenti abbiamo perso di vista il fatto che la fede è un bene tra i più grandi che
possediamo. Noi ci preoccupiamo della casa, del lavoro, della salute fisica e per questi
beni … importanti, certamente, ma non i più importanti nella prospettiva cristiana siamo
disposti a lavorare e a lottare.
24. Le nazioni di oggi dichiarano guerra e fanno la guerra per altre ragioni: il petrolio,
l'aiuto ai profughi, ragioni economiche, etc. Nel medioevo cristiano sopra ogni ragione c'è
una motivazione religiosa: la fede.
25. Per quanto possa sembrare scandaloso, le cose stanno proprio così. Ma torniamo alle
Crociate.
26. C'era un'altra ragione che motivava la Crociata: non solo il pericolo di perdere la
memoria storica di Gesù Cristo, ma anche il pericolo concreto e tremendo che correvano
le comunità cristiane che vivevano in Terra Santa e lungo i confini orientali dell'Europa,
minacciati dall'avanzata dei Turchi.
27. Nel tempo delle Crociate, tutta l'Europa cristiana avverte che quella Chiesa, che quella
parte del Corpo Mistico di Cristo che viveva nell' Oriente corre il serio pericolo di essere
definitivamente soppressa, di venir cancellata dall'Islam.
28. Bisognava difendere i cristiani minacciati. Era necessario mostrarsi concretamente
solidali con loro. La difesa della Chiesa: questo era un elemento fondamentale dello spirito
crociato. Questo volevano i crociati alla fin fine: liberare i luoghi santi, recuperare la libertà
di accesso ai luoghi santi e difendere i propri fratelli cristiani nella fede.
29. Era una motivazione autenticamente gratuita, che veniva prima - scrive don Luigi Negri
- "di qualsiasi valutazione e di qualsiasi strategia di carattere politico", era una motivazione
che sfuggiva a qualsiasi calcolo, a qualsiasi convenienza, a qualsiasi previsione di risultati.
30. Si badi bene: questo non vuol dire che durante le crociate non siano emerse
motivazioni e calcoli di ordine politico, economico o anche di profilo più umano: ma non
furono questi i motivi che spinsero l'Europa intera, l'Europa cristiana dei secoli XI-XIII alle
crociate.
31. La Crociata dunque è una missione. Una missione di aiuto, una missione armata: e
allora le cose non potevano andare diversamente. Uscire dall'Europa per liberare i territori
sacri, per difendere la comunità cristiana, significava opporsi a coloro che, prima di questa
uscita, avevano occupato militarmente la Terra Santa e tenevano soggette le popolazioni
cristiane dell'Oriente.
32. Facciamo un passo avanti. L'idea che la Crociata fosse una operazione militare
destinata non solo a liberare i luoghi santi ma anche ad occupare Gerusalemme ed
annetterla all'Occidente cristiano non ha mai sfiorato i capi della Chiesa, i papi. Sul piano
della teoria giuridica accettata in Occidente, la Città Santa apparteneva di diritto
all'Imperatore di Oriente, all'Imperatore di Costantinopoli.
33. Una prova che la conquista di Gerusalemme non era stata programmata né dal Papa
nè dai principi cristiani che avevano partecipato alla prima Crociata (10951099) l'unica
Crociata che giunse a buon fine risiede nel fatto che nessuno sapeva bene come
organizzare le nuove conquiste.
34. Molti cavalieri e pellegrini, sciolto il loro voto, rientravano in Europa, tornavano a casa.
Nasceva lì il problema di difendere le conquiste fatte, obiettivo che nessuno si era posto e
nessuno aveva preparato. Segno che lo spirito della Crociata era quello di liberare la Terra
Santa, non di occuparla militarmente.
35. E soltanto la prima delle 7/8 crociate riuscì nel suo intento di liberare Gerusalemme.
Tutte le altre fallirono.
36. Fallì la seconda crociata, durata due anni (1144-1146), provocata da una richiesta di
aiuto da parte del regno di Gerusalemme all'Europa.
37. Fallì la terza crociata, durata sei anni (1187-1193), che vide il capo dei musulmani, il
famoso Saladino, riconquistare Gerusalemme. E qui dobbiamo soffermarci per osservare
un episodio rivelatore dello spirito crociato.
38. La terza crociata era comandata da Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra, e da
Filippo II Augusto, re di Francia. Occorre ricordare che a questa crociata partecipa anche
l'imperatore Federico Barbarossa, tuttavia non come comandante supremo, perchè è
scomunicato dal Papa.
39. Dunque, un imperatore, l'uomo più potente di tutta l'Europa, colui che sfidava il papato
e che era stato scomunicato per questo dal Pontefice, aveva come unico motivo di onore
partecipare alla Crociata come un soldato semplice. E morirà in crociata, annegando in un
fiume.
40. Per la fede, per ottenere l'indulgenza plenaria, un imperatore è disposto perfino a
lottare come soldato semplice.
41. Torniamo alle crociate. Fallì anche la quarta crociata, durata due anni (1202-1204),
certamente la più incresciosa. Qui le motivazioni di carattere politico ebbero il sopravvento
sulle ragioni della fede. Partiti per Gerusalemme, a causa dei ricatti di Venezia i crociati si
ritrovarono a conquistare la cristianissima Costantinopoli, dando vita ad un effimero
impero latino, che durò pochi decenni.
42. Le altre crociate fallirono tutte, non raggiunsero mai Gerusalemme.
43. Dunque, per avere un quadro generale, anche se generico, le crociate furono 7/8,
sparse in due secoli di storia e videro i cristiani combattere soltanto per pochi anni.
44. Nel 1300, papa Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo e spostò l'indulgenza plenaria
dalla crociata al pellegrinaggio a Roma, rinunciando ad ogni tentativo di liberare
Gerusalemme. Era la fine delle crociate in Terra Santa.
45. Veniamo ad un altro argomento: quando si parla di crociate, a qualcuno viene in mente
l'inusitata violenza cui si abbandonarono i crociati, massacrando popolazioni, trucidando
ebrei e arabi.
46. I fatti sono noti e purtroppo tragici. Quando, nella prima crociata, nell'agosto del 1099
Gerusalemme venne liberata, Ì crociati si abbandonarono ad un terribile massacro. Ma,
mentre non dobbiamo nascondere questo aspetto crudele, tragico e tremendo, che ha
caratterizzato le spedizioni crociate, dobbiamo ricordare con forza che non fu il Papa, non
fu la Chiesa ad ordinare i massacri e le violenze. Questi furono compiuti da soldati che
agirono al di fuori e contro le intenzioni della Crociata.
47. Dobbiamo ricordare che alla crociata partecipavano cavalieri armati e laici anche
disarmati. Queste turbe di pellegrini, senza aspettare i principi cristiani che dovevano
capitanare la spedizione, guidati e sospinti da indisciplinati e da predicatori improvvisati,
capaci però di infiammare e di trascinare le folle, queste turbe di pellegrini dicevo si
abbandonarono per esempio nel corso della prima crociata a violenze inaudite mentre
attraversavano l'Europa per giungere in Terra Santa.
48. Nella primavera del 1096, sulle città del Reno e del Danubio compiono razzie e
massacri di cui furono vittime soprattutto le comunità ebraiche. Saranno, si rifletta su
questo fatto, i vescovi e le autorità fedeli all'Imperatore Enrico IV ad opporsi ai massacri e
gli eccessi di queste turbe indisciplinate non tardarono ad essere puniti.
49. Furono attaccate e decimate a loro volta, prima dalle milizie dei signori ecclesiastici e
poi da quelle del Re di Ungheria e dai bizantini, per essere infine massacrate dai Turchi,
appena i superstiti oltrepassarono lo Stretto dei Dardanelli.
50. Dunque, non il Papa, non la Chiesa aveva dato ordine di compiere questi massacri.
51. Possiamo trarre un bilancio conclusivo di questa nostra conversazione. Naturalmente,
ci vuole ben altro che una mezz'eretta per illustrare quanto vi sarebbe da dire sulle
Crociate. Ma a noi basta avere sottolineato qualche dato utile per respingere quella
propaganda interessata che considera la Chiesa colpevole per aver chiamato i popoli
dell'Europa cristiana a liberare il Santo Sepolcro.
52. Per fare questo bilancio conclusivo, che meriterebbe comunque di essere
approfondito, ci facciamo aiutare dallo storico Franco Cardini. E in sintesi, possiamo dire
questo.
53. Primo: la crociata non fu mai semplicemente una guerra, e tanto meno una "guerra
santa". Fu vissuta come pellegrinaggio armato, per cui chi vi partecipava aveva diritto a
determinate indulgenze.
54. Secondo: non è vero che le crociate provocarono lontananza e inimicizia reciproca tra
Occidente cristiano e Oriente musulmano. Il periodo delle crociate, quello fra XI e XIII
secolo, fu anche quello del massimo avvicinamento fra Cristianità e Islam. Pensate che
proprio in questa epoca giungono in Occidente, dal mondo arabo, la scienza e la filosofia
classica che vi erano state dimenticate.
55. Terzo: non è vero che l'Islam non ci ha più potuto perdonare le crociate. L'Islam non se
n'era nemmeno accorto. Bisogna aspettare il secolo scorso, quando i musulmani colti,
studiando in Europa, entrano in contatto con la leggenda nera sulle crociate inventata
dall'Illuminismo. Prima di allora e questo dato è assai significativo i Paesi islamici
mancavano persino di una traduzione in lingua araba del termine "crociata".
56. Quarto: a dispetto di quanto si crede, nei due secoli di crociate, gli anni di guerra
effettiva, di guerra guerreggiata, furono assai pochi. E furono assai limitati gli episodi di
ferocia, comunque non voluti dalla Chiesa.
57. E infine un'ultima considerazione, che potrà sembrare scandalosa oggi, visto che
viviamo in un mondo dove i criteri di giudizio sono quelli "laicisti", purtroppo fatti propri
anche da molti nostri buoni, ma ingenui, cattolici.
58. Se si guarda al fenomeno delle crociate e alle motivazioni che spinsero migliaia e
migliaia di uomini, donne e perfino bambini a mettersi in marcia per liberare la Terra Santa,
a rischiare la vita, a sottoporsi a prove, fatiche e durezze, dobbiamo dire quanto scrive con
coraggio don Luigi Negri: "Questa gente se ne è andata in giro per il mondo perchè
credeva che Gesù Cristo fosse il significato ultimo della vita, ciò per cui valeva la pena di
vivere e di morire.
59. Non si poteva accettare che non si potesse più andare ad inginocchiarsi dove Gesù
era nato e dove era morto. [...] Non si poteva essere cristiani in Occidente dimenticando i
fratelli a cui sarebbe stato impedito di esprimere la propria fede se fossero caduti sotto il
dominio dei Turchi".
60. Con questo richiamo alla motivazione più profonda che ha spinto alla Crociata,
possiamo concludere la nostra conversazione
61. Tutti ringrazio. A risentirci, a Dio piacendo, la prossima volta.
Bibliografia
- Franco Cardini, Le Crociate tra il mito e la storia, Istituto di Cultura Nova Civitas, Roma
1971. - Franco Cardini, Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia, Piemme Casale Mon.to
(AL) 1994.
- Luigi Negri, Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa, San Paolo,
Cinisello B.mo (MI) 2000.
- Luigi Negri, False accuse alla Chiesa, Piemme, Casale Mon.to (AL) 1997.