I SATELLITI DI GIOVE Il numero esatto di satelliti di Giove è al momento sconosciuto, in quanto i frammenti ghiacciati degli anelli possono essere considerati dei satelliti e non esiste ancora una netta distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati. Nel 2007 erano già noti 62 satelliti: 4 galileani, o medicei, scoperti nel 1610, 9 scoperti nei tre secoli successivi, 3 scoperti dalle sonde Voyager nel 1979 e 46 scoperti dal 1999 in poi; questi ultimi hanno dimensioni comprese tra 3 km e 9 km, e presumibilmente sono o asteroidi catturati dal pianeta, o comete che si sono frammentate sorvolando da vicino Giove.Tutti questi satelliti si dividono in Satelliti Interni e Satelliti Esterni. I SATELLITI INTERNI Sono divisi in 3 gruppi: il gruppo di Amaltea, i satelliti galileani e il gruppo di Imalia; i gruppi sono composti di satelliti che hanno i parametri fisici e orbitali simili. Tra i satelliti interni c'è anche Temisto, che ha delle caratteristiche diverse da quelle dei tre gruppi. I SATELLITI GALILEIANI O MEDICEI Quando Galileo rivolse il suo cannocchiale verso Giove vide anche quattro piccole stelle che lo accompagnavano seguendolo nel suo moto attraverso il cielo. Diversi altri osservatori, tra cui Keplero, confermarono la scoperta e ne dedussero, come aveva fatto Galileo, che i nuovi astri si rivolvono attorno a Giove così come la Luna fa attorno alla Terra ed i pianeti attorno al Sole. Galileo dedicò i nuovi astri alla famiglia dei Medici chiamandoli astri medicei. Essi furono poi battezzati con i nomi di Io, Europa, Ganimede e Callisto. Verso il 1665 Cassini studiò con accuratezza i loro movimenti e predisse i tempi delle loro eclissi. Prima dell'arrivo dei Voyager si riteneva che i satelliti galileiani fossero freddi mondi inerti con superfici craterizzate dall'impatto di un gran numero di oggetti nelle prime fasi di vita del Sistema Solare. Numerose furono le sorprese rivelate dai Voyager nell'osservazione di Io, Callisto, Europa e Ganimede. IO Il satellite Io si trova a 778 milioni di Km dal Sole. Se non fosse per i suoi vulcani, la sua superficie sarebbe congelata. Gli strumenti a bordo della sonda Galileo hanno misurato la quantità di energia emessa dalle regioni attorno ai vulcani. Si è scoperto che Io ha almeno 12 vulcani attivi che eruttano lava a temperature di oltre 1.200 gradi Celsius. Gli scienziati credono che la lava raggiunga una temperatura di oltre 1700 gradi Celsius, circa 3 volte la temperatura più alta che si registra su Mercurio, il pianeta più vicino al Sole. Due degli altri satelliti di Giove, Europa e Ganimede, spingono Io lungo un'orbita ellittica attorno a Giove. A causa della diversa distanza da Giove, nei vari punti della sua orbita Io sperimenta una diversa attrazione gravitazionale da parte del pianeta, e questo causa dei leggeri cambiamenti nella forma di Io. Gli scienziati credono che quando il satellite cambia forma il suo interno si riscaldi, e rilasci questo calore sotto forma di eruzioni vulcaniche. EUROPA L'aspetto della superficie di Europa, quasi completamente liscia e priva di crateri da impatto, rende plausibile un suo costante rimodellamento, ad opera di un oceano di acqua allo stato liquido che secondo le teorie comunemente accettate dovrebbe trovarsi al di sotto dei suoi ghiacci. Le immagini inviate a Terra dalla sonda Galileo, entrata in orbita nel dicembre del 1995 attorno a Giove, suggeriscono la presenza di una immensa crosta ghiacciata simile al pack dei mari polari della Terra. La temperatura superficiale si aggira intorno ai 120 K (circa −150 °C), ma al di sotto della crosta si potrebbero raggiungere temperature ben più elevate per via del calore prodotto dall'interazione mareale con Giove. Questo fenomeno, sarebbe in grado di mantenere allo stato liquido gli strati interni di Europa. GANIMEDE È il satellite più grande e massiccio di tutto il Sistema Solare avendo un diametro di 5276 Km, superiore a Mercurio, e una massa 2.03 volte quella della Luna, inoltre è talmente luminoso che se non si trovasse vicino a Giove ,dalla Terra, sarebbe visibile ad occhio nudo. si pensa che la superficie sia una crosta ghiacciata che scivola su un mantello di ghiaccio meno freddo che potrebbe ospitare uno strato di acqua salata fra due strati di ghiaccio a diverse densità, Tale "oceano" sarebbe a circa 170-200 km dalla superficie CALLISTO Callisto è il terzo satellite del sistema solare per dimensioni; La crosta del satellite è ricoperta da uno strato di ghiaccio spesso presumibilmente, alcuni km: su questa superficie la sonda Galileo ha rivelato anche la presenza di ossigeno libero, originatosi probabilmente dalla stessa superficie ghiacciata. Callisto ha un aspetto segnato dai profondi sconvolgimenti derivati da antiche collisioni meteoritiche, sebbene le più recenti immagini della Galileo mostrino la presenza di una lenta attività erosiva sulla superficie. Fra i numerosi crateri d'impatto che vi si scorgono, il più imponente è rappresentato da un bacino di 600 km. Si ipotizza l'esistenza di grandi quantità di acqua che, grazie ai sali in essa disciolti, può permettere la conduzione di intense correnti elettriche. I SATELLITI ESTRNI Sono tutti di piccole dimensioni e quelli con parametri orbitali simili possono essere raggruppati in tre famiglie:Gruppo di Ananke,Gruppo di Carme e Gruppo di Pasife. Ogni famiglia porta il nome del satellite principale; ci sono poi 3 satelliti con caratteristiche proprie non associabili a nessun gruppo: Carpo, S/2003 J 12 e S/2003 J 2. CURIOSITÀ C’è vita su Europa? La notizia non è nuova: da anni gli scienziati sanno che sotto la scorza ghiacciata di questa luna c'è acqua in abbondanza. Ma quello che finora non sapevano è che, molto probabilmente, quell'acqua è salata. E forse, quell'oceano contiene forme di vita. Qui, nel nostro sistema solare. Secondo i ricercatori, quel mare è profondo qualcosa come 96 mila metri ed è coperto da uno strato di ghiaccio spesso poco più di 3 chilometri. Ma quello scudo non è uniforme. Lo abbiamo scoperto da circa due decenni, grazie alle immagini e ai dati della sonda Galileo. Sulla superficie congelata di Europa ci sono grinze, sintomo di fratture nel ghiaccio poi risaldate, e nuove crepe ancora aperte. Insomma, là sotto il mare è "vivo”. Perchè il cuore del satellite è caldo: è questo calore a mantenere liquida l'acqua e a formare un habitat potenzialmente ospitale. Finora però si era sempre ipotizzato che quell'enorme serbatoio di acqua fosse sterile. Mancano infatti due elementi fondamentali, per poter affermare l'esistenza della vita, ovvero la presenza di componenti organiche e di sale. Be', secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Astronomical Journal, questi due ingredienti basilari ci sarebbero. Lo avrebbe appurato il gigantesco telescopio Keck II alle Hawaii. La ricerca è stata condotta dall'astronomo Mike Brown, che per primo ha individuato tracce di sale sulla luna di Giove. Il ricercatore ha infatti rintracciato atomi di sodio nella sottile atmosfera di Europa già 15 anni fa. Sale, dunque. Ma di che natura? Stabilirlo non è stato facile, nè con il telescopio da Terra, nè con l'aiuto di Galileo. "Il grande problema, con le nostre sonde spaziali, è che sono già obsolete quando vengono lanciate nello spazio", spiega Brown. "Abbiamo iniziato a costruire Galileo nel 1977, ma è stata finita solo 15 anni dopo". Nel frattempo, però, le lenti utilizzate nel centro astronomico hawaiano sono state potenziate e migliorate. Così quando Brown e il suo collega della Nasa Kevin Hand hanno dato un altro sguardo al satellite gioviano, hanno trovato nuove informazioni più dettagliate. All'inizio, con un po' di disappunto, hanno scoperto che il sale sulla superficie di Europa era solfato di magnesio. E se proveniva dall'oceano sottostante, ciò significava che esso è probabilmente ricco di zolfo. Non un bel segnale, per chi cerca la vita. Ma il quadro si è poi mostrato più complesso. Infatti, il solfato di magnesio è presente solo sul lato rivolto verso l'altra luna di Giove, Io, come prodotto della sua attività eruttiva. E rimane così aperta la possibilità che l'oceano di Europa sia salato. Anzi, deve esserlo, visto che questa luna ha un campo magnetico e quindi deve essere elettricamente conduttiva- proprio com'è l'acqua salata. Escluso il solfato di magnesio, resta il cloruro di sodio - insomma, il nostro comune sale da cucina. "Non lo abbiamo ancora individuato, ma è la deduzione più ovvia", dice l'astronomo. Una deduzione però con grandi implicazioni. Se davvero la crosta di ghiaccio superficiale è spezzata e ci sono- come sulla Terra- enormi iceberg o pack in movimento tra i quali l'acqua è allo stato liquido, è assai probabile che lì sotto siano avvenute importanti reazioni chimiche. È statisticamente inevitabile che anche Europa sia stata bombardata nella sua lunga storia da comete, cariche di quei "mattoni della vita" che nel loro viaggio spaziale hanno disseminato ovunque- anche sul nostro pianeta. Un oceano dalle temperature accettabili (sicuramente sopra lo zero) sarebbe stato un ambiente ideale. Tanto che Mike Brown afferma con sicurezza: "Io non sono un biologo, ma credo che se buttassimo una rete in quell'oceano, tireremmo su qualcosa". Ma la Nasa non manderà in tempi brevi un robot-pescatore. Per ora è in fase progettuale l'invio di una nuova sonda- chiamata Europa Clipper- da mettere in orbita attorno a Giove a meno di 10 miglia dalla superficie del satellite. Dotata di strumenti molto più sofisticati di Galileo, da quella posizione ravvicinata sarebbe in grado di studiare la chimica della lontana luna. Se i dati fossero coerenti con l'ipotesi avanzata ora, la missione di un rover stile Curiosity diventerebbe poi necessaria. E forse anche un tuffo in quelle acque piene di sorprese. VIDEO INTERESSANTI http://www.youtube.com/watch?v=iONfPBTS4Y0 http://www.youtube.com/watch?v=glpFXBtpQC0 FONTI DI NINFORMAZIONI http://www.helldragon.eu http://it.wikipedia.org http://scienza.panorama.it http://www.universonline.it http://www.sapere.it http://www.bo.astro.it